5.2 Quadro conoscitivo della situazione ittiofaunistica del sito

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1 5.2 Quadro conoscitivo della situazione ittiofaunistica del sito Indagine Conoscitiva Il sito Lago di Serranella e Colline di Guarenna, di particolare interesse vegetazionale, è ricco di specie rare ed associazioni tipiche degli ambienti palustri. L'area comprende la confluenza del Fiume Aventino con il Sangro dove sostano numerose specie di uccelli e dove è elevato il valore paesaggistico. Sulle colline di Guarenna numerose specie di elevato interesse fitogeografico. Il lago della Serranella è un bacino di sbarramento localizzato alla confluenza dei fiumi Sangro e Aventino. Per la stesura della carta ittica della provincia di Chieti (1996), erano state posizionate varie stazioni di controllo per indagare sulla fauna ittica di questo interessante sistema idrografico, anche se purtroppo mancano informazioni relative all invaso della Serranella. Tuttavia, nell ambito delle indagini faunistiche condotte per la redazione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Lago di Serranella sono state rilevate le seguenti specie: trota fario, anguilla, cagnetto, persico sole, barbo comune, cavedano, rovella, carpa, scardola, carassio. Sul fiume Aventino una stazione di campionamento ittico era posizionata all altezza di Casoli, quindi esterna all area SIC ma utile per la evidente contiguità del dato; in questa stazione era stata segnalata la presenza delle seguenti specie ittiche: cavedano (Leuciscus cephalus), anguilla (Anguilla anguilla) e barbo comune (Barbus plebejus). Nel fiume Sangro, di interesse per l area SIC in oggetto, erano state indagate varie stazioni a monte e a valle del bacino di Serranella; nel tratto a monte, in 3 stazioni campionate tra lo sbarramento del lago di Bomba e il bacino di Serranella erano stati segnalati l anguilla, il cavedano, il cobite comune (Cobitis taenia), la rovella (Rutilus rubilio), il barbo e la trota fario (Salmo t. trutta). Nel fiume Sangro a valle dell invaso erano stati segnalati l alborella (Alburnus a. alborella), il cavedano, la rovella, l anguilla e la trota fario. Per una migliore conoscenza dell attuale situazione ittiofaunistica del sistema idrografico in oggetto, al fine della predisposizione del Piano di Gestione del SIC, è stata effettuata una specifica indagine per aggiornare lo stato delle conoscenze e poter così fornire le indicazioni e le prescrizioni utili per garantire la corretta conservazione della locale comunità ittica Materiali e metodi Sono stati effettuati due campionamenti lungo il fiume Aventino, uno a valle della zona industriale di Casoli e il secondo poco a monte del lago della Serranella. Altre due stazioni di controllo sono state inseriti nel fiume Sangro, a monte e a valle del lago della Serranella e, infine, è stato effettuato un campionamento diretto con reti ed elettropesca anche nell invaso stesso. I campionamenti sono stati eseguiti nel mese di luglio Lungo i fiumi le catture della fauna ittica sono state di tipo quantitativo, effettuate tramite elettropesca, utilizzando uno specifico elettrostorditore ( V; A). Per la stima della densità e della biomassa ittica è stato utilizzato il metodo dei passaggi ripetuti 148

2 (removal method) che consiste nell'effettuare vari sforzi di cattura in modo standardizzato sullo stesso tratto di corso d'acqua. Le metodologie per le analisi matematiche e statistiche applicate ai dati dei campionamenti si rifaranno a Moran & Zippin (in Bagenal, 1978). Tutti gli animali catturati sono stati fotografati, classificati, misurati (Lf mm) e pesati (g). Nel lago l uso dell elettropesca e delle reti è stato effettuato per raccogliere informazioni qualitative, relative alla composizione della locale comunità di pesci Risultati Di seguito sono riportati i risultati delle indagini effettuate nelle stazioni campionate nel luglio del 2013 nel principale sistema idrografico del SIC Lago di Serranella e Colline di Guarenna. Fiume Aventino a valle zona industriale di Casoli In questo tratto l alveo bagnato del fiume Aventino ha una larghezza media di 4 m (max 7) nettamente inferiore al suo alveo di morbida; la tipologia acquatica è varia, con tratti riffle alternati a tratti run poco profondi (ca. 40 cm) e ampie pozze profonde anche 1,5 m; la velocità di corrente è medio-lenta. Il substrato è abbastanza vario, con buona presenza di ghiaie fini e grossolane e una discreta percentuale di massi (20%); vi sono accumuli di sabbia e limo nelle zone a minor velocità di corrente. Nella tabella 1 segue sono riportati i valori dei parametri popolazionali dell unica specie ittica rinvenuta, il cavedano. Tab.1 Valori di densità e biomassa delle specie ittiche catturate. Specie N individui Densità ind/m 2 Biomassa gr/m 2 Cavedano

3 I valori di densità e biomassa stimati sono decisamente ridotti, nettamente inferiori alle attese per simili tipologie ambientali e presumibilmente da collegare allo stato di alterazione dell alveo del fiume; d altra parte anche il fatto che la comunità ittica locale sia rappresentata dal solo cavedano è indice di una situazione alterata. Fiume Aventino a monte lago della Serranella In questo tratto l alveo bagnato del fiume Aventino ha una larghezza media di 12 m (max 17); la tipologia dominante è quella del riffle poco profondo (ca. 30 cm) con presenza di pozze di medio-bassa profondità (ca. 50 cm); la velocità di corrente è medio-lenta e la copertura vegetale dell alveo è legata alla presenza di alghe incrostanti e filamentose. Il substrato è abbastanza vario, con buona presenza di ghiaie fini e grossolane e una discreta percentuale di massi (20%) e grandi massi (20%); vi sono limitati accumuli di sabbia e limo nelle zone a minor velocità di corrente. Nella tabella 2 segue sono riportati i valori dei parametri popolazionali delle specie ittiche catturate in questa stazione. Tab.2: Valori di densità e biomassa delle specie ittiche catturate. Specie N Densità Biomassa individui ind/m 2 gr/m 2 Cobite comune Cavedano Rovella Barbo tiberino

4 Totale I valori di densità e biomassa stimati sono migliorati rispetto alla stazione precedente, ma sono da considerare ancora piuttosto ridotti, inferiori alle attese per simili tipologie ambientali e presumibilmente da collegare allo stato di alterazione dell alveo del fiume. È comunque migliorata la composizione della comunità ittica, con la presenza di elementi endemici e di pregio, quali la rovella ed il barbo tiberino, pur se presenti con popolazioni non strutturate; si segnala inoltre la comparsa del cobite, specie alloctona per questo bacino idrografico, transfaunata dal bacino padanoveneto. Fiume Sangro a monte lago della Serranella In questo tratto l alveo bagnato del fiume Sangro ha una larghezza media di 10 m (max 18); la tipologia dominante è quella del run a flusso laminare, con una profondità media di ca. 50 cm; sono presenti varie pozze e brevi raschi; la velocità di corrente è lenta e il fondo è ricoperto da una leggera patina di limo e alghe incrostanti. Il substrato è abbastanza vario, con dominanza di ghiaie e ciottoli, e una discreta percentuale di massi (20%); vi sono limitati accumuli di sabbia e limo nelle zone a minor velocità di corrente. Nella tabella 3 sono riportati i valori dei parametri popolazionali delle specie ittiche catturate in questa stazione. 151

5 Tab. 3: Valori di densità e biomassa delle specie ittiche catturate. Specie N Densità Biomassa individui ind/m 2 gr/m 2 Cobite comune Cavedano Rovella Alborella meridionale Barbo tiberino Totale I valori di densità e biomassa stimati sono buoni, in linea con le attese per questa tipologia ambientale; il cavedano e il barbo tiberino sono le specie dominanti sia dal punto di vista della numerosità che della biomassa, entrambe presenti con popolazioni sufficientemente strutturate. Buona anche la presenza di rovella e alborella meridionale, presenti con popolazioni debolmente strutturate, carenti nelle prime classi d età. Il cobite comune era presente con un singolo esemplare, presumibilmente da considerare presenza casuale. Fiume Sangro a valle lago della Serranella In questo tratto l alveo bagnato del fiume Sangro ha una larghezza media di 12 m (max 17); il corso d acqua si presenta come un riffle continuo di media profondità, ca. 50 cm; la velocità di corrente è moderata. Il substrato è dominato da ghiaie e ciottoli, con una buona presenza di massi (30%); vi sono limitati accumuli 152

6 di sabbia e limo nelle zone a minor velocità di corrente. Nella tabella 4 sono riportati i valori dei parametri popolazionali delle specie ittiche catturate in questa stazione. Tab. 4: Valori di densità e biomassa delle specie ittiche catturate. Specie N Densità Biomassa individui ind/m 2 gr/m 2 Cavedano Rovella Totale I valori di densità e biomassa stimati sono decisamente ridotti, nettamente inferiori alle attese per simili tipologie ambientali e presumibilmente da collegare allo stato di alterazione dell alveo del fiume, ma non solo: infatti durante le operazioni di campionamento si è verificato un fenomeno di forte hydropeaking, con una importante variazione di portata del fiume. Ciò ha influenzato anche sulla capacità di cattura dei pesci tramite elettropesca, ma è evidente che simili fenomeni, se ripetuti con una certa frequenza, influenzano negativamente le comunità biotiche del corpo idrico, in primis i pesci. Infatti sono stati catturati pochi esemplari di cavedano e rovella, oltre ad aver osservato ma non catturato un anguilla e due carpe. Lago di Serranella Il Lago di Serranella è un invaso artificiale creato nel 1981 per scopi irrigui ed industriali. Situato alla confluenza dei fiumi Sangro ed Aventino è diventato in pochi anni un ambiente palustre ricco di vita ed un importante zona umida, luogo di sosta per l avifauna migratrice lungo la rotta adriatica. 153

7 Tab. 5: Specie ittiche catturate nel lago di Serranella. Specie N individui Carassio dorato 1 Cavedano 16 Rovella 1 Triotto 1 Alborella meridionale 5 Totale 24 Il campionamento nel lago è stato effettuato sia con elettropesca lungo le rive, sia posizionando delle reti multi maglia in vari punti nell area vicino alla confluenza dei due fiumi, Sangro e Aventino. Con queste modalità operative si raccolgono informazioni relative soprattutto alla composizione della comunità ittica, mentre è necessario operare con altre metodiche per avere informazioni di tipo quantitativo. I dati raccolti hanno permesso di verificare la presenza di due specie alloctone per l area, il carassio dorato, originale del sud-est asiatico, e il triotto, originario del bacino padano-veneto; la bio-ecologia delle due specie dovrebbe relegarle alle acque lacustri, ma entrambe sono potenzialmente in grado di colonizzare anche le zone dei fuimi a minor velocità di corrente. Il significato della loro presenza, a cui va certamente aggiunta anche quella della carpa, è che il bacino di Serranella viene presumibilmente gestito in funzione della pesca, con specie che non dovrebbero essere presenti nel bacino del Sangro Conclusioni Il fiume Aventino nel tratto all altezza di Casoli attualmente presenta una comunità ittica molto semplificata, dal momento che sono stati catturati solo alcuni esemplari di cavedano; la situazione migliora nel tratto poco a monte del lago della Serranella, dove la comunità si arricchisce di altre tre specie: il cobite, la rovella ed il barbo tiberino (Barbus tyberinus). L attuale condizione della comunità ittica dell Aventino risulta quindi essere alquanto dissimile da quella del passato (Carta Ittica di Chieti, 1996): infatti non è più stata rilevata la presenza dell anguilla mentre fa la sua comparsa la rovella, importante endemismo dell Italia centrale, si segnala la presenza del cobite, specie trasfaunata dal bacino padano, e viene corretta la classificazione della popolazione di barbo, verificando la presenza dell endemico barbo tiberino invece dell alloctono barbo di provenienza padano-veneta. Relativamente al problema della classificazione del barbo, si ricorda infatti che la presenza del barbo di origine padana (Barbus plebejus) era stata segnalata durante i campionamenti della carta ittica (1996) nel tratto medio-inferiore dell Aventino all interno del SIC; i campionamenti condotti durante l estate 2013 hanno verificato che nel bacino idrografico dell alto Sangro, Aventino compreso, è presente solo il barbo tiberino (Barbus tyberinus), quindi è assai probabile che nel 1997 fosse stata indicata erroneamente la presenza del barbo comune, mentre si trattava evidentemente del barbo tiberino, specie che d altra parte è 154

8 stata rivalutata solo abbastanza recentemente (Bianco 2003a,b; Rossi 2013). La presenza dell anguilla in questo tratto del fiume è legata esclusivamente alle immissioni, infatti lo sbarramento di Serranella ne impedisce la risalita dal fiume Sangro più a valle, dove la specie è presente; la sua attuale assenza è quindi spiegabile con la sospensione delle immissioni. Comunque in generale la situazione di degrado lungo tutto il tratto del fiume Aventino a monte dell invaso della Serranella sembra in gran parte dipendere dalla gestione del soprastante bacino di Casoli, e in particolare dalle modalità con cui vengono effettuati gli sfangamenti e rilasciato il Deflusso Minimo Vitale, ivi comprendendo qualche probabile fenomeno di hydropeaking. Non sono comunque da scordare vari aspetti inerenti l artificializzazione dell alveo che interessa vari tratti del corso d acqua. Una comunità simile a quella del tratto terminale dell Aventino la si rinviene anche nel fiume Sangro a monte del lago della Serranella; in questo tratto di corso d acqua, oltre a cavedano, rovella, barbo tiberino e cobite è stata rinvenuta anche l alborella, presumibilmente nella sua forma albidus, il ceppo autoctono dell Italia centrale. Nel lago della Serranella si sono catturate le stesse specie presenti nei due fiumi, ad esclusione della trota fario e del barbo tiberino, a cui però purtroppo si sommano delle nuove presenze come il carassio dorato (Carassius auratus), il triotto (Rutilus erythrophthalmus) e varie forme di carpa (Cyprinus carpio), tutte specie alloctone per l area abruzzese. Infine nel tratto di fiume Sangro a valle del bacino della Serranella sono stati catturati l anguilla, la carpa e il cavedano, con popolazioni completamente destrutturate. In generale, quindi, le comunità ittiche presenti nei tratti del fiume Sangro all interno dell area SIC, pur presentando degli elementi di pregio, risultano essere piuttosto degradate a causa sia delle alterazioni morfoidrauliche apportate al sistema idrografico in oggetto che della errata gestione delle locali popolazioni di pesci, con l inserimento di varie specie alloctone competitrici. Vale inoltre anche per il Sangro lo stesso discorso fatto per l Aventino relativo alla gestione dei bacini della Bomba e della stessa Serranella, in cui sono da indagare approfonditamente gli effetti certamente negativi di modalità gestionali scorrette (sfangamenti e hydropeaking) oltre a dover valutare correttamente il DMV adeguato per garantire la comunità biotica del corso d acqua. 155

9 5.1.4 Status conservazionistico delle specie significative e status legale Si riportano le specie ittiche individuate nel sito con le informazioni relative allo stato di conservazione; le specie marcate in grassetto si riferiscono alla fauna che prevede la tutela a livello comunitario secondo la Direttiva Habitat (92/43/CEE). Nella scheda del sito Rete Natura 2000 del SIC IT , nel formulario standard sono riportate tre specie di interesse comunitario: la rovella, l alborella (forma albidus ) e il barbo comune, mentre non è nominato il barbo tiberino. Famiglia Nome latino Nome italiano Ciprinidi BE RN A Ap.2 BE RN A Ap.3 CI TE S All. B H AB IT AT Ap.2 H AB IT AT Ap.4 H AB IT AT Ap.5 BA RC EL LO N A All. 2 Barbus plebejus Barbo comune x x x x EN DE MI CA CH EC KL IS T IUC N LR/n t Barbus tyberinus* Barbo tiberino x x x Alburnus albidus Alborella meridionale x LR/n t nt Rutilus rubilio Rovella x x x x nt *Il barbo tiberino viene assimilato al barbo comune Barbo comune (Barbus plebejus) e Barbo tiberino (Barbus tyberinus) Questi ciprinidi hanno dimensioni medio-grandi e corpo affusolato con bocca infera dotata di 2 paia di barbigli; il barbo comune può raggiungere dimensioni maggiori del congenerico. Vivono entrambi nei corsi d'acqua di pianura e pedemontani caratterizzati da acque ossigenate con corrente medio-veloce e fondo ghiaioso-sabbioso, dove frequentano le zone a maggior profondità. La dieta è carnivora e si nutrono di invertebrati bentonici che ricercano attivamente sul fondo del corso d'acqua. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni dai maschi e a 3-4 anni dalle femmine, quando hanno raggiunto i cm di lunghezza. Si riproducono tra aprile e giugno, quando a gruppi risalgono lungo i fiumi alla ricerca di zone idonee alla riproduzione. Per alcuni mesi i piccoli si muovono in banchi misti con altri ciprinidi reofili e non sono legati al substrato per l'alimentazione; in seguito acquisiranno abitudini più bentoniche. Le due specie sono di difficile classificazione a livello morfologico, soprattutto gli individui giovanili, ma recenti indagini genetiche confermano l esistenza delle due specie, evolutesi in areali diversi (Rossi et alii, 156

10 2013). Nello specifico Bianco (1995) A revision of Italian Barbus species (Cypriniformes: Cyprinidae), pubblicato sulla rivista tedesca Ictyological Exploration of Freshwaters, aveva condotto una revisione della classificazione dei barbi italiani, proponendo di distinguere tre specie autoctone: barbo comune (Barbus plebejus) e barbo canino (Barbus caninus) per il distretto padano-veneto e barbo tiberino (Barbu tyberinus) per il distretto tosco-laziale, a cui appartiene l area appenninica del centro-sud Italia. Il barbo comune, quindi, sarebbe stato transfaunato in vari bacini idrografici del centro Italia, dove sarebbe entrato in competizione con la specie originale, il barbo tiberino, con la quale è possibile l ibridazione. Le differenze che secondo Bianco (1995 e 2003) giustificano la separazione tra i due barbi presenti consistono nella presenza di squame di maggiori dimensioni, in una livrea leggermente diversa e nella colorazione più scura del peritoneo che caratterizza Barbus tyberinus, unica specie endemica del distretto ittiogeografico tosco-laziale ma di fatto ampliabile a tutta l Italia meridionale (in particolare per i corsi d acqua che sfociano in Adriatico, quelli a valle del fiume Vomano). In un recente lavoro Analisi della distribuzione delle specie del genere Barbus Cuvier, 1817 nei bacini idrografici della Regione Abruzzo (Rossi et alii, 2013), viene confermato il fatto che il barbo comune sia endemico della regione Padana, in cui è presente in tutti i bacini maggiori a partire da quello del Krka in Croazia fino almeno a quello del Tronto. Il naturale limite meridionale della distribuzione nel versante adriatico italiano può quindi essere stato alterato da eventuali introduzioni e traslocazioni, con la conferma che sicuramente il barbo comune è stato introdotto in numerosi corsi tirrenici dell Italia centrale. Il barbo tiberino ha una distribuzione esterna alla regione Padana: fra i bacini del fiume Magra e del Sele sul versante tirrenico e almeno fra i bacini del Piomba e Ofanto sul versante adriatico. Nello specifico in tale lavoro è stato effettuato un approfondito studio sulle distribuzioni geografiche del barbo comune e del barbo tiberino, indicando che la distribuzione di Barbus plebejus è ristretta ai bacini a nord di quello del Vomano compreso (Tronto, Salinello, Tordino, Vomano) mentre più a sud, bacini del Piomba e del Liri, è presente esclusivamente Barbus tyberinus. A questo proposito va segnalato che al momento della stesura delle liste delle specie inserite nei vari allegati della direttiva Habitat, la comunità scientifica non aveva ancora riconosciuto la distinzione tra barbo comune e barbo tiberino; quindi in area abruzzese si creerebbe il paradosso che la prima specie, alloctona per la regione Abruzzo, sarebbe protetta, mentre la seconda, quella realmente autoctona, potrebbe essere prelevata e/o comunque non soggetta alle prescrizioni connesse al fatto di essere inserita nell allegato II della direttiva, al pari della specie congenerica. Vi sarebbe inoltre una sostanziale impossibilità di rendere operativo il divieto di pesca di una sola delle due specie, vista la forte similarità esistente che creerebbe non poche difficoltà applicative. Purtroppo, vista soprattutto l incapacità delle normative di modificarsi con la velocità dell indagine scientifica e certi di interpretare correttamente la volontà con cui la CEE ha promulgato la direttiva Habitat ai fini di conservare e salvaguardare il patrimonio faunistico del territorio europeo, allo stato attuale si ritiene importante non generare ulteriore confusione ed estendere tutte le forme di tutela previste per il barbo comune anche al barbo tiberino. 157

11 Da questo punto di vista, quindi, deve essere chiaro che benché molte delle norme di tutela meno recenti, prima fra tutte la lista delle specie protette riportate in allegato II della direttiva comunitaria Habitat 92/43/CEE, non distinguano fra barbo comune e barbo tiberino, di fatto esse siano riferibili ad entrambe le forme di Barbus endemiche italiane. Rovella (Rutilus rubilio) La rovella è specie endemica dell Italia centro meridionale; è un ciprinide onnivoro, anche se nella sua dieta la componente vegetale ha un ruolo dominante. Si alimenta di alghe epilitiche e di piccoli molluschi, crostacei, larve e adulti di insetti. La rovella vive sia in acque stagnanti che correnti, preferendo i tratti a velocità moderata con rive sabbiose o pietrose e ricche di vegetazione. La specie ha comportamento gregario, vive in gruppi che possono formare anche banchi numerosi. La maturità sessuale viene raggiunta in entrambi i sessi a circa un anno di età. La frega si svolge da aprile a giugno, quando la temperatura dell acqua è compresa tra i 16 ed i 17 C. La riproduzione è effettuata da gruppetti formati da 2-5 maschi e una sola femmina. La deposizione avviene in acque poco profonde, con fondali ghiaiosi ricchi d idrofite. Alborella meridionale (Alburnus albidus) L alborella meridionale è specie endemica dell Italia centro-meridionale; l areale della specie è limitato alle regioni meridionali d'italia, dalla Campania e Abruzzo meridionale fino a tutta la Basilicata e alla Calabria e Puglia settentrionali. È incerto se, in seguito ad introduzioni, sia presenta anche in altre aree del centro sud. Abita soprattutto ruscelli e piccoli corsi d'acqua, si adatta a una varietà di ambienti, dai corsi veloci della zona dei Ciprinidi a deposizione litofila fino ai canali con acqua ferma e torbida con molte piante acquatiche. Popola anche i laghi. È molto simile all'alborella comune, l'unica differenza riguarda la bocca, che è quasi orizzontale e non nettamente all'insù come nel caso della congenere settentrionale. Vive in branchi fitti e puo' avere popolazioni numericamente abbondantissime. L alimentazione è variabile, sia di tipo vegetale che animale, cibandosi di alghe e larve di insetti. La riproduzione avviene tra marzo e giugno, nelle acque basse, i particolari sono simili a quelli dell'alborella comune. La specie è molto sensibile alle introduzioni di specie alloctone, soprattutto con quelle a nicchia ecologica simile come alborella, cavedano, ecc. Con alcune di queste specie si puo' anche ibridare. 158

12 Fenomeni e attività che influenzano lo stato di protezione del sito e della specie Pesca, caccia e raccolta Le azioni e le attività legate alla pesca riguardano il prelievo diretto della fauna ittica, ma anche le attività gestionali (passate e presenti) come immissioni, ripopolamenti e le attività umane esercitate singolarmente (rilasci, transfaunazioni). Fattore di pressione: pesca di frodo. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): barbo tiberino, rovella, alborella meridionale. Minaccia: diminuzione di densità. Area interessata: Tutto il sistema idrografico all interno del SIC. Intensità del fenomeno: fenomeno localmente conosciuto ma di difficile valutazione. Fattore di pressione: alterazione delle caratteristiche genetiche delle popolazioni di barbo tiberino, rovella e alborella meridionale. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): barbo tiberino, rovella, alborella meridionale. Minaccia: compromissione della sopravvivenza della specie ittica a causa di fenomeni di introgressione genetica. Area interessata: Tutto il sistema idrografico all interno del SIC. Intensità del fenomeno: nella area del SIC il fenomeno maggiormente a rischio è legato alla presenza del triotto (Rutilus erythrophthalmus), rinvenuto nel lago di Serranella, con cui la rovella può ibridarsi. Rischi vi sono comunque anche per l introduzione del barbo comune (Barbus plebejus) e dell alborella (Alburnus a. alborella), specie con cui rispettivamente gli endemici barbo tiberino e alborella meridionale possono ibridarsi. L introgressione genetica che si verifica comporta la perdita di biodiversità, fino alla minaccia della scomparsa della specie autoctona dal territorio. Nel sistema idrografico in studio allo stato attuale sembrano essere presenti solo il barbo tiberino e l alborella meridionale, ma sarà importante porre il divieto di immissioni delle due citate specie alloctone per evitare i rischi sopra citati. Fattore di pressione: introduzione di specie alloctone. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): habitat acquatici, tutta la 159

13 locale comunità ittica. Minaccia: riduzione dei popolamenti autoctoni per competizione con specie alloctone. Area interessata: tutto il sistema idrografico all interno del SIC e corpi idrici connessi. Intensità del fenomeno: di difficile valutazione stante i rari dati storici disponibili. Comunque il fenomeno è in aumento in area abruzzese, con il rinvenimento anche di specie transfaunate da aree zoogeografiche italiane, soprattutto a causa delle operazioni di ripopolamento che vengono anche attualmente condotte. Allo stato attuale il rischio maggiore è collegato alla presenza dei laghi di Bomba, Casoli e Serranella nei quali, come in buona parte dei bacini lacustri abruzzesi, solitamente vengono inserite specie alloctone a sostegno della pesca sportiva. Alcune di queste sono in grado di risalire e colonizzare anche i fiumi, interferendo quindi anche con le comunità fluviali. Alterazioni ambientali (qualità e quantità acque, morfologia) Le alterazioni ambientali che influiscono sugli ecosistemi acquatici sono numerose a causa della peculiarità di questi ambienti, al loro utilizzo (come ricettori di scarichi urbani, per approvvigionamento a fini energetici, sanitari, potabili e agricoli) e alle necessità di sicurezza indotte spesso dalla pianificazione urbana e agricola degli anni passati. Esse hanno delle ripercussioni dirette e indirette (spesso complesse) sulla vita delle locali comunità biotiche. Fattore di pressione: inquinamento da scarichi e alterazione qualità delle acque. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): habitat acquatici, tutte le specie acquatiche. Minaccia: diminuzione della qualità biologica dei corpi idrici con riduzione di areale idoneo alla vita e alla riproduzione delle specie ittiche. Area interessata: tutto il sistema idrografico del SIC. Intensità del fenomeno: il monitoratggio dell'arta ha certificato lo stato sufficiente delle acque dei Fiumi Sangro e Aventino nel 2011 (ultimo anno disponibile). Complessivamente, assieme al Sangro, nell'area si osserva un peggioramento della qualità delle acque negli anni, con l'allontanamento dagli obiettivi di qualità fissati dalla Dir. 60/2000/CEE Acque Fattore di pressione: prelievi e derivazioni idriche. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): habitat acquatici, tutte le specie acquatiche. Minaccia: riduzione e/o perdita totale delle aree colonizzabili con conseguente riduzione dei popolamenti animali. 160

14 Area interessata: tutto il sistema idrografico del SIC. Intensità del fenomeno: il fenomeno è da considerare intenso nel sistema idrografico in oggetto, legato alla presenza e gestione dei bacini di Casoli, Bomba e Serranella; l attuale gestione dei tre bacini interferisce direttamente sulle portate dei fiumi alterandone anche la normale ciclicità annuale, con fenomeni di hydropeaking che influenzano negativamente le biocenosi acquatiche, anche con mortalità diretta della fauna ittica. Fattore di pressione: alterazione della morfologia fluviale e interruzione della continuità. Componenti ambientali coinvolte (Habitat/habitat di specie/specie): habitat acquatici, barbo tiberino, rovella, alborella meridionale, altre specie animali. Minaccia: alterazione dell ecosistema acquatico, isolamento di popolazioni ittiche, riduzione di areale, perdita di aree di alimentazione e riproduzione, perdita di diversità genetica. Area interessata: tutto il sistema idrografico del SIC. Intensità del fenomeno: il fenomeno è da considerare particolarmente intenso nel sistema idrografico in oggetto anche per il fatto che i tre laghi presenti nell area sono tutti artificiali, determinando già essi stessi degli elementi di alterazione della morfologia dei fiumi Sangro e Aventino. Gli sbarramenti realizzati per la formazione degli invasi rappresentano quindi degli elementi di discontinuità dei fiumi, in particolare quello della Serranella che impedisce ai pesci del basso Sangro di risalire nella sua porzione superiore. L impossibilità di spostamento/migrazione dei pesci può portare all isolamento di popolazioni (fino alla loro scomparsa locale) con conseguente perdita di areale e riduzione della variabilità genetica. 161

15 Altri importanti problemi sono quindi connessi alla gestione che viene fatta dei bacini, con particolare riferimento alle operazioni di sfangamento che ciclicamente vengono effettuate: oltre infatti al problema della torbidità che si presenta nei momenti in cui vengono effettuate le operazioni di sfangamento e che può essa stessa determinare una certa mortalità sulle comunità biotiche dei corsi d acqua, l aspetto rilevante è dovuto alla sedimentazione del materiale fluitato dall invaso; la sedimentazione di questo materiale determina una vasta alterazione della morfologia fluviale con perdita di habitat e influenze negative sulle specie ittiche, in particolar modo di quelle bentoniche come ad esempio il barbo. Fattori di pressione Condizione attuale Tendenze Effetti su habitat e specie Pesca di frodo Non conosciuta Non conosciuta Diminuzione popolazione di barbo tiberino, rovella e alborella meridionale Inquinamento da scarichi e alterazione qualità delle acque Prelievi e derivazioni idriche (Hydropeaking) Alterazione della morfologia fluviale e interruzione della continuità Alterazione delle caratteristiche genetiche della popolazione di barbo tiberino e alborella meridionale Alterazione delle caratteristiche genetiche della popolazione di rovella Introduzione di specie alloctone stabile Stabile Stabile Nulla Non conosciuta stabile stabile Stabile Stabile In aumento In aumento In aumento Alterazione habitat di specie e diminuzione stock ittico Riduzione e alterazione habitat di specie Alterazione habitat di specie, frammentazione della popolazione, riduzione di areale, riduzione stock Compromissione dello stock originario, perdita di patrimonio genetico. Compromissione dello stock originario, perdita di patrimonio genetico Compromissione della comunità ittica autoctona 162

16 Minacce Dopo aver trattato nel paragrafo precedente i fattori di pressione, nello schema che segue sono riassunte le minacce ad essi riconducibili, determinate dai fenomeni e dalle attività che influenzano lo stato di protezione della specie ittica, considerando anche i vincoli esistenti. Specie Conservazione Fattore di pressione Minaccia Vincolo Valutazione Barbo tiberino (Barbus tyberinus) In contrazione Pesca: Introduzione specie alloctone. Alterazione delle caratteristiche genetiche Diminuzione della densità di popolazione Fenomeni di introgressione genica Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca regionale) Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) Rovella (Rutilus rubilio) Alborella meridionale In contrazione In contrazione Alterazioni ambientali: Inquinamento Prelievi idrici Alterazioni morfologiche. Pesca: Introduzione specie alloctone. Alterazioni ambientali: Inquinamento Prelievi idrici Alterazioni morfologiche. Pesca: Introduzione specie alloctone. Alterazioni ambientali: Inquinamento Prelievi idrici Alterazioni morfologiche. Diminuzione densità popolazione, perdita zone riproduzione. Diminuzione areale, riduzione popolazione. Diminuzione areale, isolamento popolazioni Diminuzione della densità di popolazione Diminuzione densità popolazione, perdita zone riproduzione. Diminuzione areale, riduzione popolazione. Diminuzione areale, isolamento popolazioni Diminuzione della densità di popolazione Diminuzione densità popolazione, perdita zone riproduzione. Diminuzione areale, riduzione popolazione. Diminuzione areale, isolamento D.Lgs. 152/2006. Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca regionale) Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca regionale) D.Lgs. 152/2006. Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca regionale) Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca regionale) D.Lgs. 152/2006. Disposizioni per l attività di prelievo ittiofauna (Regol. pesca Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) Livello di protezione sufficiente. (Valutazione dopo monitoraggio) 163

17 Specie Conservazione Fattore di pressione Minaccia Vincolo Valutazione popolazioni regionale) 164

18 5.2.7 Obiettivi Obiettivi gestionali generali Gli obiettivi gestionali generali che riguardano le comunità ittiche sono quelli di un recupero della naturalità dei popolamenti originari con l eradicazione delle specie alloctone e con il ripristino del patrimonio genetico delle specie autoctone. Fondamentale è il rafforzamento delle popolazioni in contrazione e dell eventuale ampliamento del loro areale di distribuzione, se necessario con l instaurazione di nuovi nuclei di popolazione in grado di ripopolare aree/tratti di corsi d acqua un tempo abitati. Se da un punto di vista della gestione della fauna ittica e acquatica gli interventi normativi e le azioni da intraprendere possono essere ben definiti, è necessario sottolineare che, affinché le azioni non risultino vane, esse devono essere associate (se del caso) ad interventi di risanamento ambientale che coinvolgono la qualità e la quantità della risorsa idrica e la morfologia e continuità fluviale Obiettivi di dettaglio Obiettivi di Conservazione di habitat, habitat di specie e specie Tra le specie rinvenute vi sono il barbo, la rovella e l alborella meridionale, inserite nell All. II della direttiva Habitat; le altre specie segnalate non richiedono particolare protezione (ad es. cavedano) e non vengono definiti obiettivi di conservazione, anche perché da considerare talvolta alloctone per l area in oggetto (ad es. cobite, trota fario di ceppo atlantico). Pesci Barbo tiberino (Barbus tyberinus) e Barbo comune (Barbus plebejus) OBIETTIVO DI CONSERVAZIONE: conservazione della specie, monitoraggio della consistenza delle popolazioni, incremento dell areale attraverso reintroduzioni mirate e/o interventi ambientali di deframmentazione. Rovella (Rutilus rubilio) OBIETTIVO DI CONSERVAZIONE: conservazione della specie, monitoraggio della consistenza delle popolazioni, incremento dell areale attraverso reintroduzioni mirate e/o interventi ambientali di deframmentazione. Alborella meridionale (Alburnus albidus) OBIETTIVO DI CONSERVAZIONE: conservazione della specie, monitoraggio della consistenza delle popolazioni, incremento dell areale attraverso reintroduzioni mirate e/o interventi ambientali di deframmentazione. 165

19 5.2.8 Strategie di gestione Situazione attuale Allo stato attuale la rovella (Rutilus rubilio) e l alborella meridionale (Alburnus albidus) sono protette dalla legge regionale sulla pesca ed in particolare dal calendario ittico regionale, che ne vieta specificatamente il prelievo. In ottemperanza alla Legge comunitaria Regionale Comunitaria n.59 del 22/12/2010 Disposizioni per l adempimento degli obblighi della Regione Abruzzo derivante dall appartenenza dell Italia all Unione Europea, in attuazione delle Direttive 2006/123/CE, 92/43/CEE e 2006/7/CEE, nel calendario ittico regionale è stato introdotto il divieto di pesca al Barbo comune (Barbus plebejus), inserito nella direttiva Habitat, mentre non è nominato il Barbo tiberino (Barbus tyberinus) ed invece è consentita la pesca di un generico barbo, con la limitazione di un periodo di divieto durante la fase riproduttiva (dal 1 maggio al 31 luglio); siccome le uniche due specie presenti in Abruzzo sono l autoctona Barbus tyberinus e l alloctona Barbus plebejus, la semplice interpretazione della legge indicherebbe la possibilità del prelievo del barbo tiberino, anche se non meglio specificato. È chiaro che per quanto esposto nelle premesse, in linea con gli obiettivi della Direttiva Habitat, il divieto alla pesca deve evidentemente ritenersi valido anche per Barbus tyberinus Misure di conservazione Allo stato attuale non vi sono specifiche misure di conservazione in atto nel sito SIC; le uniche misure di protezione si rifanno alla L.R. 44/1985, la legge regionale sulla pesca, e al calendario ittico regionale, che prevede il divieto di pesca per la rovella, l alborella meridionale ed il barbo comune; come anticipato, il divieto di pesca al barbo comune deve considerarsi esteso anche al barbo tiberino. Revisione delle Misure di Conservazione Le misure di conservazione in atto di tipo normativo dovrebbero rispondere all esigenza di proteggere e mantenere le popolazioni di barbo tiberino, alborella meridionale e rovella nel sistema idrografico in oggetto in funzione della pesca, ma purtroppo la scomparsa e/o rarefazione di alcune di queste specie dai tratti di fiume inseriti nel sito SIC dipendono da altri fattori già spiegati. Innanzitutto sarebbe comunque opportuno risolvere definitivamente, almeno a livello regionale, la questione Barbus plebejus/barbus tyberinus, inserendo chiaramente la specie autoctona tra quelle richiedenti protezione e vietandone la pesca. Sono ipotizzabili quindi anche interventi di tipo attivo: in primis sarebbe necessario rivedere i Piani di Gestione degli invasi di Casoli, Bomba e Serranella, modificando le modalità operative per effettuarne gli sfangamenti; inoltre sarebbe necessario verificare la compatibilità dei DMV attualmente rilasciati dai bacini rispetto alle esigenze bio-ecologiche dei fiumi più a valle. In seguito sarà necessario procedere al ripristino della originale comunità ittica dei vari ambiti fluviali mediante ripopolamenti con materiale certificato o anche permettendone la risalita dal fiume Sangro più a valle, dove è nota la presenza della specie, grazie ad 166

20 interventi di deframmentazione (passaggi per pesci e/o eliminazione di ostacoli artificiali presenti). Proposte di Misure di Conservazione Le proposte di misure di conservazione, come accennato nel punto precedente, sono sia di tipo normativo che di tipo attivo: Normativo: - Modifica dei punti della legge regionale e del calendario ittico regionale specificando la presenza del barbo tiberino nell area abruzzese e indicandone chiaramente il divieto di prelievo. - Operare per l inserimento della specie nelle normative nazionali ed europee Attivo: - Integrazione degli studi relativi alla situazione ittiofaunistica dell area, con specifici approfondimenti nei bacini di Casoli, Bomba e Serranella, per verificare la presenza e consistenza di popolazioni di specie ittiche alloctone. - Intervenire sui Piani di gestione degli invasi di Casoli, Bomba e Serranella per adeguare l attuale modalità con cui vengono effettuate le operazioni di sfangamento alle esigenze ecologiche dei tratti di fiume sottesi. - Valutazione del corretto Deflusso Minimo Vitale da rilasciare nel fiume dai tre sbarramenti sopra citati, con specifiche indicazioni per ridurre gli effetti dell hydropeaking. A scopo precauzionale, per mitigare il fenomeno dell hydropeaking sarebbe opportuno operare gradualmente con i meccanismi di apertura/chiusura delle opere di presa/rilascio delle acque, allungando i tempi necessari per dette operazioni (almeno minuti); un certo effetto positivo si può ottenere mediante la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica per modificare gli alvei in vicinanza dei punti di rilascio, per evitare che si formino buche o rami secondari del corso d'acqua in il pesce rischia di restare intrappolato durante le variazioni della portata. Nel Piano Tutela Acque della Regione Abruzzo il DMV è calcolato con la formula DMV = K *Q dove Q fa riferimento al valore di portata del mese di minimo deflusso. A scopo cautelativo, fino al momento in cui nelle aree SIC non sia correttamente definito il "deflusso ecologico" adeguato per i corsi d'acqua sottesi da opere di derivazione, sarebbe opportuno utilizzare dei riferimenti più conservativi, come ad esempio il calcolo del DMV basato sulla portata media annua (come per la formula proposta dall Autorità di bacino del Po). Si sottolinea che le indicazioni sopra descritte per la mitigazione dell hydropeaking e per il calcolo del DMV sono formulate in via del tutto precauzionale e conservativo; il corretto DMV nei tratti di interesse, che può avere dei valori anche abbastanza diversi in funzione delle criticità dei vari corpi idrici, potrà essere definito solo mediante l'applicazione di specifiche metodologie e tenendo conto delle esigenze dei diversi stakeholders; ugualmente si dovrà operare per attenuare il fenomeno dell'hydropeaking, che può determinare condizioni di diversa criticità in funzione degli habitat e delle specie interessate. - Realizzazione di un catasto organico delle derivazioni, degli attingimenti, delle opere di sbarramento e artificializzazione dell alveo, delle interruzioni della continuità fluviale dei tratti di fiume all interno del 167

21 SIC, oltre che degli scarichi civili e industriali. - Attività di ripopolamento, se ritenute necessarie dopo apposite verifiche dirette. - Azioni mirate di catture e traslocazione delle specie alloctone. - Monitoraggio periodico degli effetti delle azioni. - Comunicazione e formazione di pescatori, popolazione, turisti Indicazioni per la Gestione del sito Rete Natura Gestione degli habitat di specie e delle specie 1) Integrazione dello studio relativo alla presenza delle specie ittiche nel sistema idrografico all interno del SIC, per verificare l attuale consistenza e composizione delle locali comunità ittiche e comprendere i motivi dei cambiamenti intervenuti nell ultimo ventennio; 2) Indagini sulle comunità ittiche dei laghi di Casoli, Bomba e Serranella, necessarie per valutare i rischi connessi alla presenza di specie alloctone che possono colonizzare i tratti di fiume connessi all area del SIC oltre a valutarne l importanza come area di rifugio per le popolazioni delle specie autoctone di pregio (barbo tiberino, rovella e alborella meridionale) nei momenti di criticità. 3) Modifica dei Piani di Gestione degli invasi di Casoli, Bomba e Serranella per gli aspetti inerenti le attività di sfangamento. 4) Valutazione del corretto DMV da rilasciare dai laghi di Casoli, Bomba e Serranella utilizzando metodiche avanzate (IFIM, MesoHabsim, altro.) che tengano conto della presenza delle specie di interesse comunitario e fornendo delle modalità operative idonee per minimizzare gli effetti dell hydropeaking. 5) Realizzazione di un catasto organico di derivazioni, attingimenti, opere di sbarramento e artificializzazione dell alveo, opere di interruzione della continuità fluviale, scarichi civili e industriali da eseguirsi attraverso la ricognizione dei dati in possesso dei vari Enti, integrati con rilevazioni sul campo, al fine di avere a disposizione le informazioni necessarie alla programmazione della gestione della risorsa acqua in caso di richiesta di attingimenti (es. definizione del Deflusso Minimo Vitale, identificazione della necessità di costruzione di strutture per la risalita della fauna ittica etc.). 6) Eventuale attività di ripopolamento, se ritenuta necessaria in seguito agli approfondimenti previsti al punto 1), con pesci esclusivamente appartenenti alle specie di interesse comunitario e provenienti dalla stessa popolazione o anche da riproduttori selezionati e geneticamente testati. 7) Azioni mirate di cattura e traslocazione di specie alloctone presenti. 8) Monitoraggio periodico per valutare lo stato della popolazione. 9) Comunicazione e formazione sia dei pescatori locali che della popolazione e dei turisti attraverso serate informative dedicate, bacheche e/o cartelloni sul territorio (illustranti le caratteristiche delle specie), produzione di depliant e/o opuscoli informativi sulla gestione e sugli obiettivi, produzione e diffusione di gadget relativi al progetto. 168

22 Cronoprogramma e stima dei costi Normativo: Misura Cronoprogramma Costi Modifica della legge regionale e del calendario ittico regionale specificando la presenza del barbo tiberino nell area abruzzese e indicandone chiaramente il divieto di prelievo. l inserimento della specie nelle normative nazionali ed europee : modifica Della L.R. 44/85 e del calendario ittico regionale Di seguito vengono definiti i tempi e i costi per le azioni attive di conservazione

23 Attivo: tempi 1. Integrazione studi 2. Indagine fauna ittica lago di Casoli, 3. Indagine fauna ittica lago di Bomba 4. Indagine fauna ittica lago di Serranella 5. Modifica "Piano di Gestione" dei 3 laghi 6. Valutazione del corretto DMV (IFIM o MesoHabsim) 7. Catasto derivazioni etc. 8. Eventuali catture e traslocazione alloctoni 9. Eventuale ripopolamento con materiale autoctono 10. Monitoraggio barbo tiberino e rovella 11. Comunicazione e formazione Attivo: costi Totale 1. Integrazione studi 6.000, ,00 2. Indagine fauna ittica lago di Casoli , ,00 3. Indagine fauna ittica lago di Bomba , ,00 4. Indagine fauna ittica lago di Serranella , ,00 5. Modifica "Piano Gestione sfangamenti lago di Casoli" 2.000, ,00 6. Valutazione del corretto DMV (IFIM o MesoHabsim) 5.000, , ,00 7. Catasto derivazioni etc , ,00 8. Eventuali catture e traslocazione alloctoni 4.000, , , , ,00 9. Eventuale ripopolamento con materiale autoctono 3.000, , , , , Monitoraggio barbo tiberino, alborella e rovella 5.000, , , , , Comunicazione e formazione , , , , ,00 Totale , , , , ,00

24 Monitoraggio Il monitoraggio dell effetto delle azioni di conservazione dovrà essere eseguito annualmente e riguarderà l efficacia dell insieme delle attività, attraverso l analisi dell evoluzione delle popolazioni di barbo tiberino, alborella meridionale e di rovella, oltre ovviamente che di tutta la comunità ittica presente. In questo modo sarà quindi possibile valutare gli effetti anche di azioni come lo spostamento di alloctoni e/o dei ripopolamenti ma anche del corretto DMV da rilasciare dai laghi di Casoli, Bomba e Serranella, e delle decisioni operative attuate per minimizzare gli effetti dell hydropeaking nei tratti dei fiumi sottesi e degli sfangamenti dai vari bacini. Ciò sarà effettuato mediante il controllo quali-quantitativo dello stato della locale comunità ittica in almeno 7 stazioni dislocate lungo nel sistema idrografico in oggetto, appositamente selezionate, in grado cioè di essere sufficientemente rappresentative dei vari tratti di corsi d acqua all interno dell area SIC.

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