Mappe d impianto Cherasco 09/06/2010. Relatore: Falco Marcello. Agenzia del Territorio Via G. B. Bongioanni, Cuneo
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1 Mappe d impianto Cherasco 09/06/2010 Relatore: Falco Marcello Agenzia del Territorio Via G. B. Bongioanni, Cuneo
2 FORMAZIONE DEL CATASTO Il Catasto italiano e nato con la Legge n del 01/03/1886 voluta per unificare i vari Catasti vigenti all epoca dell unità d Italia (Catasto Pontificio, Toscano, Parmense, Napoletano, etc ). Dopo la prima guerra mondiale e stato ereditato anche il Catasto ex austriaco (tavolare, probatorio). Le operazioni di formazione del N.C.T. si sono protratte per circa 70 anni e sono state concluse nel 1956 Agenzia del Territorio Via G. B. Bongioanni, Cuneo
3 Gli atti risultanti dalla formazione del Catasto Terreni sono: La mappa particellare: rappresenta gli immobili su fogli di mappa, realizzate in scale diverse (per Cuneo generalmente al 2000, 1000 o 4000) La tavola censuaria: registri nei quali sono elencati, per Comune e foglio, le particelle in ordine progressivo con i riferimenti ai dati censuari ed alla partita originaria I registri delle partite: elenco dei beni immobili appartenenti a ciascuna titolarita La matricola dei possessori: riepilogo in ordine alfabetico dei possessori con riferimento al numero di partita
4 L elemento geometrico a base della rappresentazione catastale e la particella, definita come la porzione continua di territorio (terreno o fabbricato), nell ambito di un Comune, appartenente alla stessa titolarita e avente uniformi caratteristiche censuarie (cioe uniforme qualita e classe o uniforme destinazione)
5 La cartografia, com e noto, tratta problemi di rappresentazione sulla carta, cioe su un piano, di punti che giacciono su una superficie che piana non e. Tale circostanza comporta inevitabilmente delle deformazioni nella rappresentazione: deformazioni di lunghezze e di superfici. Negli antichi Catasti geometrici italiani i problemi della rappresentazione del terreno sulla carta erano stati risolti suddividendo la zona da rappresentare in porzioni di terreno assai limitata in modo da poterle considerare come piane.
6 Per la formazione del N.C.T. fu originariamente adottato il sistema di rappresentazione Cassini- Soldner e si convenne di indicare con la X l asse diretto al Nord (nord cartografico). Detto sistema di rappresentazione, riferito all elissoide di Bessel (orientato a Genova per l Italia centrosettentrionale) e di tipo afillatico cioe deforma sia le distanze, sia gli angoli, sia le superfici, ma entro limiti assai ristretti.
7 L estensione della zona da rappresentare in tale sistema deve essere contenuta, nella direzione delle Y, entro una distanza massima di 70 Km dal meridiano principale (asse delle X) per non provocare deformazioni incompatibili con la precisione richiesta per le mappe catastali, per cui fu necessario stabilire un grande numero di origini degli assi cartesiani: circa 850, dei quali 31 sono grandi sistemi (un grande sistema può comprendere anche alcune Province, mentre un piccolo sistema può comprendere anche solo un Comune).
8 In Provincia di Cuneo sono presenti n. 103 origini, alcune delle quali comprendente piu Comuni, altre invece riferite solo al territorio di un singolo Comune. Al fine di facilitare i calcoli che all epoca avvenivano mediante le tavole dei logaritmi, a molte origini furono sommati valori fittizi (ad es agli assi x e y) in modo che tutto il territorio rappresentato, ricadente nei 4 quadranti, avesse valori positivi. Le mappe d impianto dei sistemi della Provincia di Cuneo con coordinate ausiliarie riportano tali valori
9 A partire dal 1955, scopo l adeguamento al sistema nazionale, per il rinnovo delle mappe di intere Province o di vaste zone, si e adottato il sistema di rappresentazione Gauss-Boaga: nelle zone in cui la mappa e in Cassini-Soldner, tutte le monografie dei punti trigonometrici portano anche le coordinate in Gauss-Boaga.
10 La metodologia di rilievo per la formazione della mappa catastale e consistita in triangolazioni appoggiate ai vertici trigonometrici I.G.M. di I, II e III ordine (esclusi i vertici di IV ordine perché determinati dall I.G.M. con precisione insufficienti per le esigenze del Catasto, anche se in pratica molti di questi manufatti sono stati adottati dal Catasto come sede di trigonometrici catastali, sebbene completamente rideterminati).
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12 Le operazioni di triangolazione si sono concluse con l istituzione di una rete di punti trigonometrici, distribuiti ad una distanza di circa 1,8 Km nei tre ordini catastali: rete, sottorete e dettaglio.
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17 Ogni punto trigonometrico ha la sua scheda monografica: essa contiene gli elementi di individuazione del punto e le sue coordinate ortogonali analitiche nel sistema di rappresentazione cartografica adottata nella zona, oltre che nel sistema Gauss-Boaga. Attualmente si ritiene che oltre il 60% dei punti trigonometrici catastali sia andato disperso.
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22 Poiche dai vertici trigonometrici non era materialmente possibile, se non eccezionalmente, eseguire il rilievo particellare di dettaglio, si rese necessario realizzare una rete di poligonali, naturalmente vincolate a detti trigonometrici, al fine di stabilire sul terreno un sistema di punti, collegati tra di loro, ai quali appoggiare le anzidette operazioni di rilevamento. Prima di procedere alle operazioni di rilievo il tecnico catastale doveva provvedere alla delimitazione: a quella territoriale, relativa ai limiti del territorio della Provincia e del Comune e a quella delle proprietà private che avvenne con l indicazione dei confini in contradditorio da parte dei possessori confinanti.
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24 Le operazioni tacheometriche di poligonazione furono eseguite indipendentemente dal rilevamento di dettaglio delle particelle che avvenne successivamente con il metodo degli allineamenti per canneggiate (metodo Rabini) appoggiati ai vertici poligonometrici precedentemente determinati.
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26 A seguito degli allineamenti principali, collegati ai vertici poligonometrici, si effettuarono i rilievi delle particelle in tutti i dettagli rappresentabili in cartografia.
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30 Ultimate le operazioni di rilievo, di calcolo e di progetto per la ripartizione del territorio in fogli, si e provveduto al disegno delle mappe d impianto, preventivamente reticolate colore tenue (parametratura), allo scopo di individuare i valori delle coordinate piane (ascisse e ordinate) nel sistema di rappresentazione cartografica adottato. Su tale reticolo sono state riportate per coordinate le stazioni, opportunamente numerate e su di esse sono state costruite le reti degli allineamenti principali e di dettaglio. La costruzione di detti allineamenti e sovente ancora tutt ora riscontrabile sulle mappe d impianto.
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34 La Provincia di Cuneo all impianto del Catasto (1915) e rappresentata, compresi i quadri d unione e gli eventuali allegati e sviluppi, da n fogli di mappa. In detta mappatura e naturalmente compreso anche il territorio che, a seguito degli eventi bellici, e passato alla Francia, come ad esempio il Comune di Tenda, parte dei Comuni di Briga Alta, Chiusa Pesio, Entracque, Limone Piemonte, Valdieri, Vinadio e di cui si conservano comunque le mappe d impianto e di visura aggiornate fino all epoca del passaggio.
35 Pregeo 10 Circolare 3/2009 Procedura Operativa n. 136/2010 Circolare 1/2010
36 Novita salienti: Obbligatorieta, per gli atti ricadenti negli esempi dell allegato 2 della Circolare 3/2009, di predisporre l atto di aggiornamento come codificato, pena la sospensione o il respingimento da parte dell Ufficio.
37 Per gli estratti di mappa gia rilasciati per Pregeo 9 e consentita la predisposizione dell atto di aggiornamento in modalita tradizionale (Pregeo 10 non codificato) anche se si rientra in uno dei 34 casi previsti. La stessa procedura viene prevista dall Ufficio per gli schemi di rilievo che contemplano l utilizzo di un punto ausiliario e per i quali Pregeo 10 codificato fornisce errore e non consente di predisporre l atto di aggiornamento. Per tali casistiche e opportuno specificare i motivi della scelta della tipologia tradizionale e non codificata in relazione tecnica.
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