Estratto Tav. 4 Rete Ecologica del P.T.C.P. di Milano. L area in esame ricade nel cerchio rosso

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1 5. IL PROGETTO DI CORRIDOIO ECOLOGICO INQUADRAMENTO E FINALITÀ DELL INTERVENTO Il corridoio ecologico secondario della rete ecologica provinciale La tavola 4 Rete Ecologica del PTCP della Provincia di Milano individua nel territorio in cui si collocherà l insediamento produttivo, la presenza di un Corridoio ecologico secondario, (articolo 58 delle Norme di Attuazione del PTCP). Estratto Tav. 4 Rete Ecologica del P.T.C.P. di Milano. L area in esame ricade nel cerchio rosso I corridoi ecologici, come definiti dall art. 58 delle Norme Attuative del PTCP, definiscono le porzioni di territorio provinciale che, presentando una continuità sul territorio sono in grado di collegare ambienti naturali diversificati fra loro, agevolando lo spostamento della fauna. La differenza tra corridoio primario e quello secondario è determinata dall ampiezza e della valenza strategica dei gangli connessi, nonché dalla funzionalità complessiva della stessa rete. La rete ecologica provinciale attraversa le aree agricole comunali. L elemento di importanza ecologica primaria attuale per quanto riguarda la rete ecologica locale, sono i filari e la vegetazione arboreo-arbustiva in generale, che costeggiano i campi agricoli e le aree verdi presenti all'interno del tessuto urbano. Nel territorio di Grezzago le aree verdi urbane con funzione ecologica sono 59

2 caratterizzate da un grado di discontinuità medio/alto con scarsi collegamenti tra le stesse, mentre le grandi aree agricole a nord ed est del centro abitato sono continue ed uniformi, ma scarsamente dotate di corredo vegetazionale. Di seguito si riportano gli indirizzi in materia di rete ecologica previsti dalle norme di attuazione del PTCP relativi agli aspetti di interesse per l area in esame. Art. 56 Rete ecologica 1. La rete ecologica, riportata alla Tavola 4, è un sistema polivalente di collegamento (corridoi ecologici e direttrici di permeabilità) tra ambienti naturali e ambienti agricoli diversificati tra loro da differenti caratteristiche ecosistemiche: matrice naturale primaria, gangli primari e secondari, zone periurbane ed extraurbane. La matrice naturale primaria risulta completamente compresa nell ambito territoriale del Parco Regionale della Valle del Ticino e pertanto normata dal Piano Territoriale di Coordinamento dello stesso all interno della aree a parco naturale. Per ecosistemi si intende l insieme degli elementi fisico - biologici che concorrono a creare specifiche unità naturali (unità ecosistemiche), tra cui figurano i boschi, i filari, le zone umide. I criteri e le modalità di intervento in tali ambiti rispondono al principio della valorizzazione. 2. La rete ecologica costituisce progetto strategico paesistico - territoriale di livello sovracomunale. Gli indirizzi del PTCP per la sua realizzazione sono i seguenti: a) riequilibrio ecologico di area vasta e locale, attraverso la realizzazione di un sistema funzionale interconnesso di unità naturali di diverso tipo; b) riduzione del degrado attuale e delle pressioni antropiche future attraverso il miglioramento delle capacità di assorbimento degli impatti da parte del sistema complessivo; c) miglioramento dell ambiente di vita per le popolazioni residenti ed offerta di opportunità di fruizione della qualità ambientale esistente e futura; d) miglioramento della qualità paesistica. 3. Per la realizzazione della rete ecologica, di cui alla Tavola 4, si applicano le seguenti direttive: a) i progetti di opere che possono produrre ulteriore frammentazione della rete ecologica, dovranno prevedere opere di mitigazione e di inserimento ambientale indicativamente contenute nel Repertorio B, in grado di garantire sufficienti livelli di continuità ecologica; b) le compensazioni ambientali dovranno favorire la realizzazione di nuove unità ecosistemiche, coerenti con le finalità della rete ecologica provinciale. 4. La Provincia, con gli Enti Parco e i Comuni, promuove azioni per la riqualificazione del territorio e la realizzazione della rete ecologica provinciale. Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP: a) recepisce e dettaglia i contenuti del progetto di rete ecologica; 60

3 b) individua specifici interventi di riqualificazione ecologica delle campagne, in particolare nelle aree individuate dal PTCP come essenziali per la funzionalità della rete ecologica. Art. 58 Corridoi ecologici e direttrici di permeabilità 1. Il PTCP individua, in via preliminare alla Tavola 4, quelle fasce di territorio che, presentando una continuità territoriale, sono in grado di collegare ambienti naturali diversificati fra di loro, agevolando lo spostamento della fauna. La distinzione tra corridoio primario e secondario è determinata dall ampiezza e dalla valenza strategica dei gangli connessi, nonché dalla funzionalità complessiva della rete. I criteri e le modalità di intervento ammesse all'interno dei corridoi ecologici rispondono al principio della riqualificazione. Il PTCP individua inoltre le direttrici di permeabilità verso i territori esterni, ovvero zone poste al confine amministrativo della Provincia che, in funzione della distribuzione topografica degli ambienti naturali esterni ed interni, rappresentano punti di continuità ecologica. Individua altresì corridoi ecologici fluviali, costituiti dai corsi d acqua e relative fasce riparie che possono svolgere, se opportunamente valorizzati, una funzione particolarmente importante di connessione ecologica. 2. Gli indirizzi del PTCP mirano a favorire l equipaggiamento vegetazionale del territorio per permettere gli spostamenti della fauna da un area naturale ad un altra, rendendo accessibili zone di foraggiamento altrimenti precluse. 3. In tali ambiti la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità orientate nel senso del corridoio stesso per una larghezza idonea a garantirne la continuità (in via indicativa almeno 50 m), anche sulla base dei criteri progettuali presenti nel Repertorio B. 4. In relazione alla promozione di una rete ecologica di scala regionale, la Provincia concorderà azioni con le Provincie confinanti ai fini di individuare connessioni ecologiche fra i diversi territori amministrativi. Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico, alle indicazioni del PTCP: a) individua a scala di maggior dettaglio i corridoi ecologici e le direttrici di connessione; b) definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica di cui ai precedenti commi; c) individua eventuali ulteriori aree di connessione ecologica a livello locale a completamento del progetto provinciale. 61

4 Art. 60 Barriere infrastrutturali ed interferenze con la rete ecologica 1. Il PTCP individua, alle Tavole 1 e 4, le interferenze tra le principali infrastrutture viarie o ferroviarie esistenti e programmate e gli elementi della rete ecologica. I criteri e le modalità di intervento ammesse in tali corridoi rispondono al principio della riqualificazione. 2. Indirizzo del PTCP è di rendere permeabile la cesura determinata dalle suddette infrastrutture. 3. In tali aree devono essere previsti, di norma, passaggi faunistici con relativo impianto vegetazionale di invito e copertura nonché specifici interventi di miglioramento della permeabilità del territorio, anche utilizzando le indicazioni progettuali di cui al Repertorio B. Tali interventi sono da considerarsi prioritari nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture. In caso tali nuove infrastrutture fossero in contrasto con le norme specifiche di area protetta, si applica l'art. 77 delle presenti norme. 4. Il Comune in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP: a) recepisce le disposizioni di cui al precedente comma 3; b) partecipa, singolarmente o in coordinamento con la Provincia, alla realizzazione di appositi interventi, anche sulla base delle indicazioni progettuali presenti nel Repertorio B. L intervento proposto per il potenziamento del corridoio ecologico L intervento è finalizzato al potenziamento del corridoio ecologico secondario individuato dal PTCP della Provincia di Milano. Esso si colloca tra la strada provinciale SP 180 e il nuovo insediamento produttivo, sviluppandosi in direzione nord-sud, secondo la direttrice del corridoio ecologico individuato da Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Milano. Il corridoio avrà la finalità di mantenere e potenziare la continuità ecologica tra le aree aperte poste a nord e a sud dell insediamento produttivo, e verrà a costiturier anche una potenziale area di sosta intermedia per la fauna che si sposta lungo il corridoio ecologico. Inoltre, l intervento consentirà di incrementare la biodiversità e la naturalità del territorio, attualmente caratterizzato da una maglia agricola povera di corredo vegetazionale naturale o semi-naturale, quali quello rappresentato dal sistema delle siepi e delle macchie boscate. La figura seguente illustra in modo schematico l ingombro del nuovo insediamento (area perimetrata in rosso) e la direttrice del corridoio ecologico da preservare e potenziare (freccia verde). 62

5 Al fine di incrementare il ruolo della nuova fascia boscata nella rete ecologica, è auspicabile che in futuro vengano previsti interventi volti ad incrementare la connettività ecologica delle aree agricole poste lungo la direttrice del corridoio provinciale, a nord e a sud dell area di intervento, mediante, ad esempio, la realizzazione di siepi e macchie boscate. Il progetto di corridoio ecologico si concretizza mediante i seguenti interventi: - realizzazione di una fascia boscata di specie vegetali autoctone, arboree ed arbustive - realizzazione di sottopassi faunistici per il passaggio della piccola e media fauna terrestre, in corrispondenza del tracciato viario di accesso all ambito produttivo. - interventi minori, quali il posizionamento di recinzioni in corrispondenza di punti critici per impedire l accesso della fauna terrestre alla viabilità di entrata/uscita dell ambito e ai piazzali. GLI ELEMENTI DEL PROGETTO DI CORRIDOIO ECOLOGICO La fascia boscata Collocazione ed estensione La fascia boscata si collocherà tra la strada provinciale SP 180 e il nuovo insediamento produttivo, sviluppandosi in direzione nord-sud, secondo la direttrice del corridoio ecologico individuato da Piano di Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Milano. 63

6 In particolare, la disposizione della vegetazione sarà tale da creare una fascia boscata di ampiezza di circa 20 metri che si estenderà, seguendo l andamento della strada provinciale. Per la realizzazione di macchie e fasce boscate lungo le strade è necessario tener conto dei vincoli normativi vigenti. Il Regolamento di esecuzione e attuazione del D.P.R. 610/96 prevede che l impianto di alberature lungo le strade fuori dai centri abitati, sia realizzato ad una distanza pari almeno alla massima altezza raggiungibile da ciascun tipo di essenza nel suo massimo sviluppo e, comunque, mai inferiore ai 6 m dal confine della strada. Nella progettazione del corridoio ecologico verranno rispettate le distanze previste per legge, prevedendo una cintura a prato attorno alla fascia boscata. Le specie vegetali La flora del territorio di Grezzago Il censimento botanico del 2002 effettuato dalla Cooperativa La Goccia ha rilevato su tutto il territorio comunale di Grezzago, la presenza delle seguenti specie arboree ed arbustive: Cedrus atlantica, Picea abies, Prunus avium, Robinia pseud., Fraxinus sp., Ailanthus altiss., Quercus rubra, Thuja sp., Populus nigra, Abies alba, Acer platanoides, Alnus cordata, Tilia sp., Betula pendula, Cupressus ariz., Cedrus deodora, Ulmus sp., Acer negando, Taxus baccata fast., Chamaecyparis sp., Hibiscus syriacus, Lagerstroemia ind, Pinus excelsa, Quercus robur, Magnolia grandifl., Malus sp., Rosa tappezzante, Prunus serrulata, Spirea, Acer sacch. dissec., Prunus c. Pissardii, Viburnum tinus, Weigela, Prunus laurocerasus, Fagus selvatica, Weigela florida, Magnolia x soulan., Ginkgo biloba, Quercus petraea, Carpinus bet. Pyr, Tilia x europaea, Chamaecyparis sp., Juniperus chinensis, Liquidambar styr., Photinia x fraserii, Cotoneaster spp., Albizia julibrissin, Celtis australis, Ligustrum sp., Forsythia sp., Berberis thumbergii, Ninfea sp., Potentilla, Pittosporum tobira, Erba delle Pampas, Euonimus sp., Calycanthus praecox, Lonicera nitida, Juglans regia, Corylus avellana, Alnus glutinosa, Pinus sp.. Come si può osservare dall elenco sopra riportato, si tratta per lo più di specie vegetali alloctone, o spesso esotiche, e solo in parte di specie autoctone e tipiche dell ambiente planiziale. La scelta delle specie vegetali La fascia boscata sarà costituita da specie di flora autoctona. In particolare, collocandosi in un ambito di pianura, vengono scelte specie tipiche di ambienti planiziali lombardi. L associazione vegetale di riferimento è pertanto l associazione climax della pianura del Po e dei terrazzi marginali prealpini, ossia il querco-carpineto planiziale (Carpinion betuli), formazione boschiva mesofila planiziale a dominanza di farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus).tale struttura si ritrova oggi molto sporadicamente in Pianura Padana, sia a causa del consumo di territorio 64

7 dovuto all urbanizzazione e all agricoltura, sia a causa della suddetta invadenza di specie arboree esotiche. Risulta comunque ancora significativo in collina e nelle Prealpi fino a media quota. Secondo il Repertorio degli interventi di riqualificazione ambientale (Repertorio B) del PTCP della Provincia di Milano la composizione di queste formazioni deve seguire le percentuali complessive di seguito indicate: Nello strato arboreo le specie dominanti sono così ripartite: Strato dominante Quercus robur 50 % Carpinus betulus 25 % Ulmus minor 15 % Prunus avium 10 % Strato dominato Acer campestre 15 % Le specie accessorie sono così suddivise: Strato dominante Strato dominato Populus nigra, Populus alba, Alnus glutinosa Populus tremula, Malus sylvestris, Fraxinus ornus, Tilia cordata Mentre le specie occasionali si distinguono in: meso acido termo fresco Acer platanoides, Tilia platyphyllos, Sorbus torminalis, Pyrus pyraster Quercus petraea, Castanea sativa, Betula pendula Quercus cerris, Quercus pubescens, Ostrya carpinifolia, Sorbus domestica Fraxinus excelsior, Acer pseudoplatanus, Sorbus aucuparia, Taxus baccata, Fagus sylvatica Nello strato arbustivo le specie dominanti sono così ripartite: Corylus avellana 25 % Euonymus europaeus 20 % Cornus mas, Cornus sanguinea 20 % Crataegus monogyna 15 % Sambucus nigra 10 % Ligustrum vulgare 10 % 65

8 Partendo dalle linee guida sopra menzionate e dalla consultazione di altri studi sulla composizione delle foreste planiziali in Lombardia e sugli interventi di forestazione, per la realizzazione della fascia boscata sono state scelte le seguenti specie vegetali, arboree ed arbustive: VEGETAZIONE ARBOREA ALBERI 1 GRANDEZZA Farnia Quercus robur Carpino bianco Carpinus betulus Pioppo nero Populus nigra ALBERI 2 GRANDEZZA Olmo campestre Ulmus minor Ciliegio selvatico Prunus avium PICCOLI ALBERI Acero campestre Acer campestre VEGETAZIONE ARBUSTIVA GRANDI ARBUSTI Nocciolo Corylus avellana Sambuco nero Sambucus nigra ARBUSTI Sanguinella Cornus sanguinea Corniolo Cornus mas Ligustro Ligustrum vulgare Biancospino Crataegus monogyna Rosa selvatica Rosa canina Nelle tabelle successive sono riportate le specie di impianto arboree ed arbustive scelte per il progetto, illustrandone le esigenze ecologiche e le caratteristiche macroscopiche principali. 66

9 Specie arboree ed esigenze ecologiche (ERSAF). SPECIE ARBOREE - ESIGENZE ECOLOGICHE Nome comune Nome scientifico Luce Acqua Calore ph Suolo Acero campestre Acer campestre Eliofila-mesofila Xerofila Termofila Neutro Fertile, ma anche superficiale, argilloso o calcareo Olmo campestre Ulmus minor Eliofila-mesofila Vario Mesofila Vario Suoli profondi, fertili, da freschi a asciutti Farnia Quercus robur Eliofila Mesofila-igrofila Mesofila Acido o neutro Sciolto, profondo, fertile, rifornito d acqua Carpino bianco Carpinus betulus Mesofila-sciafila Mesofila Mesofila Moderatamente acido, neutro Fresco, sciolto e profondo Pioppo nero Populus nigra Eliofila Mesofila Mesofila Neutro o acido Fresco e profondo ma si adatta anche a suoli poveri Ciliegio selvatico Prunus avium Eliofila Mesofila Mesofila Vario Tutti i tipi di suolo purché permeabili 67

10 Specie arbustive ed esigenze ecologiche (ERSAF). SPECIE ARBUSTIVE - ESIGENZE ECOLOGICHE Nome comune Nome scientifico Luce Acqua Calore ph Suolo Biancospino Crataegus monogyna Eliofilamesofila Xerofilamesofila Termofilamesofila Vario Di vario tipo Sambuco Sambucus nigra Mesofilasciafila Mesofila Mesofila Neutro o moderatamente acido Di preferenza fertile e umido, ricco di azoto Nocciolo Corylus avellana Eliofilamesofila Xerofilamesofila Termofilamesofila Vario Vario tipo, fresco ma senza ristagni Sanguinella Cornus sanguinea Eliofilamesofila Xerofilamesofila Termofilamesofila Vario Vario tipo, ma predilige suoli profondi e fertili Corniolo Cornus mas Mesofila Xerofilamesofila Termofilamesofila Vario Preferibilmente calcareo e sufficientemente ricco di azoto Ligustro Ligustrum vulgare Mesofila Mesofila Termofilamesofila Neutro o acido Di vario tipo, ma ben drenato e ricco di nutrienti Rosa selvatica Rosa canina Eliofilamesofila Xerofilamesofila Termofilamesofila Vario Si adatta a vivere su suoli di qualsiasi tipo 68

11 Caratteristiche e aspetto generale delle specie arboree che potranno essere impiegate per la realizzazione della fascia boscata. (fotografia del carpino bianco dal sito: fotografia del ciliegio dal sito: SPECIE ARBOREE - ASPETTO Specie Forma e dimensioni massime Foglie e fiori (mese fioritura/maturazione frutti) Colore autunnale delle foglie (per alberi con colorazione caratteristica) H m Foglie palmato-lobate, verde scuro superiormente Acero campestre Albero riccamente ramificato con chioma sferica, espansa e regolare. Talvolta assume l aspetto di arbusto policormico. Fiori verde-giallognoli, poco appariscenti, riuniti in corte spighe (5) Frutti: disamare (9-10) Da giallo vivo a giallo oro Olmo campestre H 30 m (spesso inferiore) Albero riccamente ramificato con chioma espansa e densa. Talvolta si presenta come arbusto policormico. Foglie ellittiche con base asimmetrica, verde scuro superiormente Fiori poco appariscenti, prima della fogliazione (3-4) Frutti: piccole samare ellittiche alate di colore giallo (5-6) 69

12 H m Foglie lobate di consistenza curiosa, lucide superiormente Farnia Albero con ampia chioma irregolare e rami robusti. Fiori poco appariscenti in infiorescenze unisessuali (4-5) Frutti: ghiande (9-10) H 25 m Foglie ovato-allungate verde scuro superiormente Carpino bianco Albero riccamente ramificato, a chioma inizialmente conica che diviene tondeggiante con l età, o irregolarmente ovale. Tronco dritto, sinuoso. Fiori poco appariscenti (6) Frutti: riuniti in infruttescenze pendenti costituiti da noci di 5-10 m, ciascuna avvolta da una lamina fogliacea trilobata (9-10) Giallo Pioppo nero H 30 m Albero robusto con chioma ovale dilatata e irregolare. Pianta dioica Foglie da piramidale a romboidale, verde scuro e lucide superiormente Fiori riuniti in amenti, prima della fogliazione (3-4) Frutti: piccole capsule verdi con semi dotati di peli piumosi (5) Giallo 70

13 Ciliegio selvatico H Albero ad alto fusto a rami eretti con chioma tondeggiante Foglie ovato-allungate o ellittiche Fiori bianchi in ombrelle (4-5) Frutti: sferici, rossi (6) Dal giallo al rossoarancione o rosso scarlatto 71

14 Caratteristiche e aspetto generale delle specie arbustive che potranno essere impiegate per la realizzazione della fascia boscata (fotografie del corniolo tratte da Reinhard Witt 1987 Cespugli e arbusti selvatici ). SPECIE ARBUSTIVE - ASPETTO Specie Forma e dimensioni Foglie e fiori (mese fioritura/maturazione frutti) Colore autunnale delle foglie Foglie lobate Biancospino Cespuglio spinoso di medie o grandi dimensioni, tra 3-5 m, se albero fino a 8. Chioma densa e allargata. Fiori bianchi riuniti in corimbi (5-6) Frutti: pomi rossi, persistenti sui rami per parte dell inverno (9-10) Giallo-bruno Sambuco nero Arbusto di dimensioni da medie a grandi, fino a 5-8 m, spesso policormico, con getti protesi e ramificati in alto. Foglie imparipennate con 5-7 foglioline lanceolate Fiori bianchi in ombrelle (6-8) Frutti:bacche lucide neo-violacee (8-9) Giallo 72

15 Foglie ovali-tonde Nocciolo Cespuglio eretto di dimensioni mediograndi (fino 6 m). Chioma allargata e densa Fiori piccoli, maschili gialli, femminili rossi (2-3) Giallo-bruno Frutti: nocciole (8-10) Sanguinella Arbusto di medie dimensioni, cespuglioso, alto 2-6 m, con lunghi rami Foglie ellittiche Fiori piccoli bianchi (5-6) Frutti: drupe nerastre (8-10) Rosso-blu Foglie ellittiche acuminate Corniolo Cespuglio rado, di dimensioni da medio a grandi (2-6 m). Fiori piccoli gialli, prima delle foglie (3-4) giallo Frutti: drupe rosse, lucide (8-10) 73

16 Ligustro Arbusto di medie dimensioni (3-5m), cespuglioso, che si allarga appiattito Foglie ovali e lucenti superiormente Fiori: bianchi in pannocchie (6-7) Bruno-violetto Frutti: bacche nere (8-9) Rosa selvatica Cespuglio di aspetto variabile. Può presentare solo getti lunghi e sottili o densi cespugli di 3-5 m con fusto robusto e rami arcuati e ricadenti. Foglie ovali-lanceolate, spesse e rugose Fiori bianchi rosati (5-6) Frutti: ovali di color rosso-arancio (9-10), grandi fino a 2 cm Bruno-rossiccio 74

17 Struttura e composizione Il progetto di corridoio ecologico prevede la realizzazione di una fascia boscata che, mediante l impiego delle specie vegetali riportate nelle tabelle precedenti rispecchi, se pur in maniera semplificata, la composizione e struttura di un bosco planiziale. In particolare, tale obiettivo sarà realizzato mediante la messa a dimora di esemplari arborei di prima grandezza (farnia, pioppo nero, carpino bianco) a cui si accompagnano individui di seconda grandezza e piccoli alberi (aceri campestri) e un vario strato arbustivo, rappresentato da alti (nocciolo, sambuco nero) e bassi arbusti. Lo strato arboreo dominante sarà costituito dalla farnia Quercus robur, dal carpino bianco Carpinus Betulus e dal pioppo nero Populus nigra. La diversità biologica dell impianto vegetale sarà arricchita dall inserimento di specie di particolare valore estetico, tipiche dei boschi planiziali padani, quali il ciliegio Prunus avium nello strato arboreo, e la rosa selvatica Rosa canina in quello arbustivo, entrambi dalle belle fioriture e colorate vistose fruttificazioni. L impianto e la disposizione delle specie selezionate consentirà così di ottenere una fascia boscata naturaliforme, che rispecchi la composizione arborea-arbustiva dei boschi naturali. Inoltre, mediante l impianto di esemplari di diversa età, si potrà ottenere nel tempo un bosco disetaneo misto, strutturato in più strati di vegetazione. Al fine di ottenere un area con aspetto più naturale e variegato, l impianto di varie specie arbustive, differenti per colorazioni del fogliame, delle fruttificazioni, nonché per dimensioni, avverrà mediante il loro accostamento e una disposizione mista delle essenze. Il modulo di riferimento per la realizzazione della fascia boscata, tratto dal Repertorio degli interventi di riqualificazione ambientale (Repertorio B) del PTCP della Provincia di Milano, è il seguente: MODULO TIPO 3 c DENOMINAZIONE fascia boscata mesofila DIMENSIONI SUPERFICIE 20m x 50m 1000 m 2 SESTO D IMPIANTO - n. 55 alberi distanza media tra gli individui 5 m; - n. 84 arbusti distanza media tra gli individui 2,5 m; - raggruppamenti poli e monospecifici (3 7 individui) N. PIANTE 139 La ripetizione degli esempi di modulo di macchia illustrati di seguito, deve essere effettuata specularmente, in modo da mantenere le caratteristiche proprie dei margini esterni ed interni. Si deve operare in modo da passare dalla zona centrale prettamente arborea ad una fascia circostante ricca anche in arbusti, fino ad una periferica costituita esclusivamente da arbusti. 75

18 Macchia modello schema d impianto Lati interni Fonte: Repertorio mitigazione e compensazione ambientale, Provincia di Milano 76

19 L area periferica che circonda la fascia boscata sarà adibita a prato, ponendosi in continuazione con le aree agricole circostanti. Di seguito viene riportata la possibile ripartizione delle specie vegetali scelte per la creazione della fascia boscata: Specie arboree da mettere a dimora per la creazione della fascia boscata Specie vegetale Incidenza della specie % Strato dominante Strato dominato ALBERI 1 GRANDEZZA Farnia Quercus robur 35% Carpino bianco Carpinus betulus 25% Pioppo nero Populus nigra 10% ALBERI 2 GRANDEZZA Olmo campestre Ulmus minor 10% Ciliegio selvatico Prunus avium 10% PICCOLI ALBERI Acero campestre Acer campestre 10% Specie arbustive da mettere a dimora per la creazione della fascia boscata Specie vegetale Incidenza della specie % GRANDI ARBUSTI Nocciolo Corylus avellana 25% Sambuco nero Sambucus nigra 10% ARBUSTI Sanguinella Cornus sanguinea Corniolo Cornus mas 25% Ligustro Ligustrum vulgare 15% Biancospino Crataegus monogyna 15% Rosa selvatica Rosa canina 10% 77

20 I sottopassi faunistici Al fine di preservare la continuità ecologica, si prevede la realizzazione di due sottopassi faunistici in corrispondenza della viabilità di accesso all area produttiva, ossia in corrispondenza del tracciato che collega la strada provinciale SP 180 all insediamento di previsione. Il tracciato stradale in cui si prevede la collocazione dei sottopassi faunistici presenta una larghezza di circa 8 m. Il Repertorio degli interventi di riqualificazione ambientale (Repertorio B) del PTCP della provincia di Milano detta le seguenti linee guida nella realizzazione di sottopassi faunistici: Per permettere ad anfibi, rettili e mammiferi medio-piccoli di superare le infrastrutture lineari sono sufficienti dei sottopassi di sezione molto contenuta. Tali manufatti, oltre che meno impegnativi in costi e realizzazione, risultano anche più idonei per rettili ed anfibi rispetto ai sovrappassi, in quanto queste categorie di animali possono essere scoraggiate dalle pendenze delle rampe d accesso di questi ultimi. E preferibile che il sottopasso consenta il passaggio soltanto di un piccolo numero di animali alla volta ed in tempi rapidi, per evitare intasamenti. Questo aspetto è particolarmente importante per gli anfibi anuri che tendono, nelle giornate piovose del periodo riproduttivo, a muoversi in gruppo con il rischio di ostruire i tunnel con la loro massa, causando la morte di molti individui. Il posizionamento va studiato attentamente, in quanto deve coincidere con i principali punti di transito degli animali. Il tunnel non deve essere né troppo basso né troppo stretto per evitare stress aggiuntivi agli animali, altrimenti tenderanno ad evitarlo. Nel caso di mammiferi è importante che si possa vedere sempre la fine del tunnel, mentre per gli anfibi è indispensabile che il passaggio abbia una grigliatura continua nella parte sovrastante. Naturalmente è oltremodo necessario evitare il più possibile il ristagno delle acque piovane all interno del cunicolo e costruire piccole barriere, fisse o temporanee, che possano incanalare gli animali verso l imbocco del cunicolo. E necessaria una manutenzione a tempo indeterminato dei sottopassi faunistici per assicurarne la funzionalità. Devono essere, infatti, mantenuti sgombri da terriccio, detriti o immondizia. Se progettati in modo adeguato dovrebbero limitare al minimo questo inconveniente, che potrebbe essere risolto mediante sopralluoghi stagionali coincidenti con quelli necessari per altre operazioni di manutenzione ordinaria. Adattando le linee guida del PTCP alla realtà locale i sottopassi faunistici in corrispondenza della viabilità di accesso all ambito produttivo verranno realizzati seguendo i seguenti criteri: - saranno costituiti da una tubazione in calcestruzzo con sezione quadrata/rettangolare di larghezza di 80 cm da posizionare inferiormente al manto stradale. - Nella parte sovrastante, i sottopassi presenteranno una grigliatura continua per tutta la lunghezza dell attraversamento. La larghezza della grigliatura sarà stabilita in maniera tale da permettere sia 78

21 il passaggio di un quantitativo di luce solare idoneo per la fauna che utilizzerà il sottopasso, sia la presenza di zone ombreggiate lungo il percorso. - Il punto mediano della tubazione sarà più elevato rispetto alle estremità per evitare il ristagno di acqua al suo interno (pendenza 1-2%). Il terreno posto agli imbocchi della tubazione verrà posato sopra uno strato di ghiaia drenante al fine di evitare l accumulo di acqua con la relativa formazione di pozze, la cui presenza dissuaderebbe il transito degli animali. - La base interna del condotto verrà coperta con uno strato di circa 5 cm di terreno al fine di simulare il più possibile le condizioni di un percorso naturale. - Lo spazio antistante le aperture della tubazione dovrà essere libero da vegetazione per consentire l ingresso di luce nel passaggio e permettere una buona osservazione dell intorno e soprattutto del punto di uscita. - I lati degli imbocchi della tubazione invece saranno caratterizzati da un impianto vegetazionale denso (altezza di almeno 1,5 m) per mascherare/mitigare eventuali disturbi provenienti dall esterno (presenza antropica, traffico veicolare, ecc.). - Le rampe per l ingresso e l uscita dalla condotta avranno una struttura in prato armato con pendenza non superiore a 2/3. Al fine di evitare eventuali smottamenti nelle rampe di accesso al sottopasso queste verranno pavimentate con pavimentazione alveolare in materiale plastico e opportunamente inerbito. Esempio di Impianti di alberi e arbusti utilizzati come guide che conducono gli animali ad un sottopasso stradale Fonte: ARPA Piemonte 79

22 Le recinzioni Molte specie animali utilizzano gli appositi passaggi solo se è presente una recinzione ad impedire l accesso alla strada. Per questo motivo è fondamentale combinare l esistenza di un passaggio con la collocazione di recinzioni adeguate. Pertanto, al fine di evitare che gli animali attraversino la strada senza usufruire del sottopasso, in corrispondenza del tracciato della viabilità di accesso all ambito produttivo è previsto il posizionamento, da entrambi i lati, di una recinzione fissa costituita da una rete a maglie fitte. La rete dovrà essere interrata per una profondità di 15 cm circa con lo scopo di impedire che gli animali scavando sotto di essa possano oltrepassarla. Si prevedono inoltre recinzioni tra l area interessata dalla realizzazione della fascia boscata e l insediamento produttivo, al fine di evitare che la fauna possa accedere alle aree di manovra e di percorrenza degli automezzi. Dovranno invece essere evitate recinzioni non permeabili al passaggio della fauna in corrispondenza delle parti del perimetro del lotto oggetto dell intervento di mitigazione ambientale, confinanti con le aree agricole circostanti, al fine di mantenere la permeabilità tra le parti del corridoio ecologico. Schema del progetto di corridoio ecologico Fascia boscata Sottopassi faunistici 80

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