La tutela degli Anfibi nella Provincia di Lecco
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1 La tutela degli Anfibi nella Provincia di Lecco A cura di: Ag. Mirco Cappelli e Ag. Chiara Cobelli Polizia Provinciale Sala T icozzi Lecco, 24 marzo 2012
2 Biodiversità Termine derivato dall inglese biodiversity, abbreviazione di biological diversity, diversità biologica. Edward O. Wilson con tale termine si riferisce: << alla varietà degli organismi a tutti i livelli, da quello delle varianti genetiche appartenenti alla stessa specie fino alla gamma delle varie specie, dei generi, delle famiglie e ai livelli tassonomici più alti; comprende anche le varietà degli ecosistemi, ossia la varietà delle comunità degli organismi presenti in un particolare habitat, e delle condizioni fisiche in presenza delle quali essi vivono >>.
3 Importanza della biodiversità per l uomo Una risorsa alimentare: il nostro nutrimento proviene direttamente dalla natura, sotto forma vegetale e animale (attualmente consumiamo per l alimentazione circa 150 piante delle potenzialmente commestibili a tutti gli effetti, moltissime di più se si considerano anche quelle che lo sono soltanto in parte). Una risorsa medicinale: 118 dei 150 medicinali maggiormente prescritti nel mondo derivano da sostanze naturali, da piante, funghi, batteri e animali (es. la sostanza attiva da cui si ricava l aspirina è fornita dal salice). Una risorsa di materie prime: numerose materie prime, come il legno, la lana, il caucciù e altre ancora, sono indispensabili per l artigianato e l industria. Grazie ad esse, possiamo vestirci, costruire le nostre dimore, ammobiliarle.
4 Oltre l utilitarismo La biodiversità include anche valori etici e morali. Taluni animali sono stati considerati dannosi e perseguitati fino allo sterminio (es. lupo, orso, serpenti). Ma se li consideriamo nella prospettiva di un evoluzione durata milioni di anni, sono autentici capolavori della natura, hanno un valore in quanto tali, diverso da quello attribuito dall uomo. Chi può dunque arrogarsi il diritto di decidere se una specie vivente sia superflua? I prati fioriti, le rive naturali, tutte le bellezze della natura procurano gioia, ci ispirano, ci rilassano, come dimostra ampiamente l opera di artisti e filosofi che hanno vissuto e vivono in città diverse.
5 L Homo sapiens sta distruggendo, anche inconsciamente, il patrimonio naturale della biodiversità: si stima che, estinguendosi una specie vivente ogni 20 minuti, si stia attualmente verificando la Sesta estinzione di massa (le estinzioni sono irreversibili!).
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9 Anno 1763 Su incarico del governo austriaco lo scienziato padovano Domenico Vandelli intraprese l esplorazione naturalistica delle valli attorno al lago di Como e in Valsassina, allo scopo di reperirvi giacimenti minerari e di descriverne la flora e la fauna incontrate. Vennero elencate 6 specie di anfibi: - Salamandra salamandra - Triturus vulgaris - Bufo bufo - Rana temporaria - Rana esculenta - Hyla intermedia
10 Anfibi in provincia di Lecco - Relazione sullo Stato dell Ambiente 2011 CLASSE : Anfibi ORDINE: Anuri In provincia di Lecco sono presenti 12 specie di anfibi, di cui una specie, la Rana di Lataste è endemica della pianura padana. Non ci sono segnalazioni della Salamandra alpina che, se presente, è limitata alle montane zone di confine con la provincia di Bergamo e di Sondrio. Interessante anche la presenza dell Ululone dal ventre giallo, al limite occidentale del suo areale prealpino. Il numero di specie rientra nella media lombarda, grazie alla presenza di un territorio ambientalmente vario benché poco esteso. Solo una specie di cui ci sono segnalazioni storiche, il Tritone alpestre, si può considerare estinto sul territorio provinciale. FAMIGLIA: Ranidae Rana dalmatina (Rana agile) Rana latas tei (Rana di Latas te) Rana temporaria (Rana montana) Pelophylax Klepton esculenta (Rana esc ulenta) Pelophylax less onae (Rana di Lessona) FAMIGLIA: Hylidae Hyla intermedia (Raganella italiana) FAMIGLIA: Bufonidae Bufo bufo (Rospo comune) Bufo viridis (Rospo smeraldino) FAMIGLIA: Bombinatoridae Bombina variegata (U lulone dal ventre giallo) CLASSE : Anfibi ORDINE: Urodeli FAMIGLIA: Salamandridae Liss otriton vulgaris (T ritone punteggiato) Triturus carnifex (Tritone c restato) Salamandra s alamandra (Salamandra pezzata)
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14 Rana agile (Rana dalmatina) Appartiene al gruppo delle rane rosse che si differenzia dalle rane verdi principalmente per la colorazione della pelle e per la macchia temporale. I maschi non possiedono sacchi vocali e quindi il canto risulta piuttosto debole (corcor-cor ). - Periodo riproduttivo: fine febbraio a circa fine marzo. - Deposizione: in ammassi globulari di uova. Schiusa dopo 2-4 settimane e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano 5-7 cm. - Presenza: gran parte della provincia. Rana di Lataste (Rana latastei) Anche questa specie appartine al gruppo delle rane rosse. Si differenzia principalmente da quella agile per la colorazione rossastra della gola e del petto. Il canto viene generalmente emesso sott acqua ed è costituito da serie di rapidi kek-kek-kek-kek, separate da silenzi di alcuni secondi. Periodo riproduttivo: fine febbraio a circa fine marzo. - Deposizione: in ammassi globulari di uova. Schiusa dopo circa giorni, le larve metamorfosano dopo 3 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano 5-7 cm. - Presenza: zona planiziale della provincia.
15 Rana montana (Rana temporaria) Appartiene al gruppo delle rane rosse. Le zampe posteriori risultano corte (il tallone non supera il muso) e il maschio possiede un paio di sacchi vocali interni, il cui canto emesso è una sorta di brontolio o grugnito sonoro e cupo (gruk-gruk-gruk-gruk). - Periodo riproduttivo: tra febbraio a giugno, a seconda delle località. - Deposizione: in ammassi globulari di uova. Schiusa dopo 2-3 settimane e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano fino a 10 cm. - Presenza: zona montana e collinare della provincia. Rana di Lessona e Rana esculenta (Pelophylax lessonae e Pelophylax klepton esculenta) Due rane verdi il cui riconoscimento dalla solo morfologia esterna risulta particolarmente difficile. I maschi sono dotati di sacchi vocali esterni situati a lato della testa (brechè-brechechè ). - Periodo riproduttivo: metà aprile a fine luglio. - Deposizione: in ammassi globulari di uova. Schiusa dopo circa 1 settimana e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano cm. - Presenza: zona planiziale della provincia.
16 Raganella italiana (Hyla intermedia) Anuro inconfondibile per le sue piccole dimensioni, la colorazione solitamente verde brillante e le dita munite di ventose. I maschi possiedono un sacco vocale di forma sferica quando è gonfio (ke-ke-ke ). - Periodo riproduttivo: fine di aprile a giugno. - Deposizione: in piccoli ammassi rotondeggianti della dimensione di una noce con uova. Schiusa dopo circa 2 settimane e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano circa 5 cm. - Presenza: gran parte della zona planiziale e collinare della provincia. Rospo comune (Bufo bufo) E il più grande anfibio italiano, possiede pelle spessa e verrucosa con due ghiandole paratoidi dietro agli occhi. I maschi emettono deboli canti essendo il sacco vocale assente (oak metallico). I maschi in fregola hanno un fortissimo impulso erotico che li porta ad abbracciare quasi ogni oggetto che si muova alla loro portata (es. pesci). - Periodo riproduttivo: da marzo a maggio. - Deposizione: in cordoni gelatinosi lunghi fino a 4 metri con uova. Schiusa dopo circa 2 settimane e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: i maschi adulti raggiungono i 10 cm invece le femmine adulte sino 20 cm. - Presenza: gran parte della provincia.
17 Rospo smeraldino (Bufo viridis) Più piccolo del rospo comune lo smeraldino è caratterizzato da una tipica colorazione dorsale chiara con macchie verdastri e puntini rossi. I maschi possiedono un sacco vocale esterno, il cui verso è inconfondibile rispetto agli altri anuri, ma può essere scambiato con il canto di certi grilli (un trillo r-r-r-r-r- forte). - Periodo riproduttivo: aprile a maggio. - Deposizione: in cordoni gelatinosi con uova. Schiusa dopo circa 1 settimana e le larve metamorfosano dopo circa 2 mesi. - Dimensioni: gli adulti misurano circa cm. - Presenza: gran parte della zona planiziale della provincia. Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) Simile ad un piccolo rospo è caratterizzato da corpo tozzo, arti robusti e parti dorsali verrucose. Le parti ventrali hanno un colore di fondo giallo o aranciato che utilizza come difesa chimica (aposemitismo), segnalando che non è commestibile inarcandosi. Il maschio, gonfiando la gola, emette un verso melanconico consistente in due hu-hu ripetuti. - Periodo riproduttivo: da marzo a giugno. - Deposizione: in genere non più di 160 uova ancorate singolarmente o in gruppetti su rametti sommersi o sul fondo. Schiusa dopo circa 1 settimana e le larve metamorfosano dopo 2-3 mesi. - Dimensioni: i maschi adulti raggiungono i 5 cm. - Presenza: zone collinari xerotermiche, al confine con la provincia di Bergamo.
18 Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) Urodelo di piccole dimensioni con punteggiature scure e ventre aranciato con macchioline nere. Nel periodo riproduttivo il maschio sviluppa una cresta dorsale. - Periodo riproduttivo: fine febbraio a inizio luglio. - Deposizione: il maschio depone una spermatofora che la femmina raccoglie con la cloaca. Circa uova vengono deposte singolarmente avvolte sulle foglie delle piante acquatiche. Le larve nascono dopo 8-20 giorni e proseguono la crescita per 6-10 settimane. - Dimensioni: raggiungono gli 11 cm. - Presenza: parte meridionale della provincia. Tritone crestato (Triturus carnifex) E il più grande dei tritoni italiani. Le parti superiori sono di colore grigiastro o brunastro, mentre quelle ventrali sono gialle, arancione o rossastre con macchie scure. I maschi, durante il periodo riproduttivo, hanno un alta cresta dorsale sfrangiata e un altra caudale. Le femmine e i giovani mancano della cresta e presentano una sottile stria gialla vertebrale. - Periodo riproduttivo: generalmente da marzo a maggio. - Deposizione: Ogni femmina, fecondata da una spermatofora, depone uova bianco-giallastre fissate una ad una alle foglie di piante sommerse, poi ripiegate ad U per fornire maggiore protezione. Le larve nascono dopo circa 2 settimane e completano la metamorfosi in circa 3 mesi. -Dimensioni: in media cm. - Presenza: segnalato nelle zone planiziali e collinari della provincia, da verificare in quelle montane.
19 Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) Urodelo inconfondibile per la tipica colorazione nera con macchie gialle più o meno estese (serve per segnalare ai predatori la sua tossicità). Innocua per l uomo, le sue ghiandole paratoidi secernono una sostanza irritante per le mucose dei predatori. - Periodo riproduttivo: primavera, ma la fecondazione e il parto possono avvenire in qualunque stagione dell anno. - Deposizione: Non depone uova ma partorisce direttamente da 10 a 60 larve che compiono la metamorfosi in circa 3 mesi. - Dimensioni: adulti fino a 28 cm. - Presenza: gran parte meridionale della provincia.
20 ? Salamandra nera alpina (Salamandra atra) Urodelo caratterizzato da un colore nero uniforme. Essendo vivipara, non depone larve acquatiche ma partorisce due piccoli della lunghezza di 3-4 cm, in un periodo di almeno 2 anni dall accoppiamento. - Dimensioni: adulti cm. - Presenza: da verificare, zone confine provincia di Bergamo e Sondrio.
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22 Direttiva Habitat 92/43 CEE - A llegato II (B): specie animali e vegetali d interesse comunitario la cui conservazione ric hiede la designazione di zone s peciali di conservazione. - A llegato IV (D): s pecie animali e vegetali di interesse c omunitario c he richiedono una protezione rigorosa. - A llegato V (E ): s pecie animali e vegetali di interesse comunitario il c ui prelievo in natura e il c ui s fruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione. Legge Regione Lombardia n. 10 del 31 marzo A llegato B1 : specie di anfibi e di rettili da proteggere in modo rigoros o. - A llegato B2 : specie di anfibi e di rettili autoc toni in Lombardia.
23 LOMBARDIA: ALL AVANGUARDIA NELLA CONSERVAZIONE DEGLI ANFIBI : la prima Legge regionale che protegge nominativamente gli Anfibi e i loro siti di riproduzione (L.R. 33/77) : i primi cinque tunnels per Anfibi realizzati in Italia (Lago d Idro, BS) : la posa della prima barriera semipermanente antiattraversamento per Anfibi (Lago del Segrino, CO) : l attivazione del primo censimento regionale coordinato scientificamente delle popolazioni a rischio di Anfibi : la prima chiusura definitiva di una strada riparia a salvaguardia della locale popolazione di Bufo bufo durante la migrazione riproduttiva (Lago del Segrino, C O) : l attivazione dei primi interventi pratici coordinati scientificamente per la salvaguardia di popolazioni di Anfibi minacciate dal traffico stradale : la posa della prima barriera permanente antiattraversamento per Anfibi (Lago d Idro, BS) : la Legge Regionale n. 10/2008 sostituisce l ormai obsoleta legge del Vi sono nuovi richiami normativi (Berna, Habitat, Rio). Trova applicazione per la piccola fauna (insieme di tutte le specie autoctone della Lombardia con l esclusione dei vertebrati omeotermi e dei pesci) e per le specie autoctone di flora e vegetazione spontanea. (P er approfondimenti: obarro.lombardia.it/_lr10/).
24 Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea Art. 4 (Conservazione di anfibi e rettili) 1. Sul territorio regionale, salvo quanto previsto dai commi 2, 3, 4 e 6, sono vietate la cattura, l'uccisione volontaria e la detenzione a qualsiasi fine, a tutti gli stadi di sviluppo, delle specie di anfibi e rettili autoctoni della Lombardia compresi nell'elenco di cui all'articolo 1, comma 3, lettera b). Sono consentiti prelievi di anfibi e rettili a tutti gli stadi di sviluppo a scopi scientifici, di conservazione o per particolari iniziative di sensibilizzazione, previa autorizzazione corredata dal progetto di ricerca, di conservazione o di sensibilizzazione ai sensi dell'articolo Dal 1 ottobre al 30 giugno di ogni anno è vietata la cattura di tutte le specie di rane. Nel restante periodo dell'anno è consentita la cattura di rane verdi adulte della specie Rana klepton esculenta e rane rosse della specie Rana temporaria, per una quantità giornaliera non superiore a trenta individui complessivi per persona, unicamente mediante l'uso delle mani libere oppure di canne da pesca prive di amo. 3. Il divieto di cattura non viene applicato a chi preleva le specie di rane verdi (Rana esculenta) e di rane rosse (Rana temporaria) da allevamenti amatoriali che abbiano per fine l'incremento della specie e la loro diffusione sul territorio. L'allevamento deve essere posto su terreno privato, recintato, costituito da pozze o vasche naturali o appositamente costruite e adatte allo scopo, al fine di promuovere la costruzione di ambienti idonei alla riproduzione e alla diffusione spontanea delle specie in natura. I soggetti riproduttori debbono pervenire alle zone di riproduzione spontaneamente e non possono essere preventivamente catturati e manualmente immessi nelle pozze o vasche. Gli allevamenti, prima di potersi effettuare la cattura in deroga al periodo di divieto, debbono essere segnalati alla provincia territorialmente competente, la quale detiene un registro ai fini dei dovuti controlli. In tali allevamenti è consentito un prelievo, in modica quantità e comunque non superiore a quindici individui per giorno, anche nel periodo di divieto di cattura in natura. Il prelievo è ammesso solo per il titolare dell'allevamento, il cui nominativo è segnalato presso gli uffici della Provincia territorialmente competente. La provincia competente per territorio può inoltre disciplinare ulteriormente, in forma restrittiva, la conduzione degli allevamenti e la cattura in deroga ai divieti. 4. La cattura di rane non è comunque ammessa dal tramonto alla levata del sole. 5. Gli habitat naturali indispensabili alla sussistenza delle specie di anfibi e rettili da proteggere in modo rigoroso, compresi nell'elenco di cui al comma 1, sono da considerarsi tutelati. È vietata ogni azione dalla cui esecuzione possa derivare compromissione degli habitat necessari alla sussistenza di tali specie. Gli interventi agronomici, forestali e di gestione naturalistica sono di norma permessi se non costituiscono una seria minaccia per la conservazione delle loro popolazioni. 6. Fermi restando i programmi di traslocazione di specie autorizzati ai sensi dell'articolo 11 del d.p.r. 357/1997, i progetti di traslocazione di anfibi e rettili autoctoni in Lombardia devono essere preventivamente autorizzati dalla Regione ed eseguiti in base alle normative vigenti in materia di conservazione della natura. 7. I comuni, qualora nel territorio di rispettiva competenza sussistano popolazioni di anfibi in migrazione, coadiuvano e incentivano le operazioni di salvataggio svolte dai servizi di vigilanza ecologica ai sensi della legge regionale 28 febbraio 2005, n. 9 (Nuova disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica), o da altri soggetti competenti sul territorio.
25 Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea Art. 14 (Vigilanza) 1. La vigilanza sull'osservanza dei divieti e delle prescrizioni di cui alla presente legge è esercitata dagli enti di cui all'articolo 5, comma 9, tramite le guardie dei parchi regionali e naturali, le guardie boschive comunali, la polizia locale, le guardie ecologiche volontarie, nonché il personale con funzioni di vigilanza ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1983, n. 90 (Norme di attuazione della legge 24 novembre 1981, n. 689, concernente modifiche al sistema penale) in forza presso gli enti gestori del servizio di vigilanza ecologica volontaria, le comunità montane, le province, le aree protette, previe opportune intese e salve le competenze dei corpi e degli organi statali. 2. Gli enti competenti ai sensi dell'articolo 13, comma 7, ricevono le segnalazioni e gli esiti dei sopralluoghi e delle verifiche effettuate dai soggetti di cui al comma 1 e, ove necessario, provvedono all'irrogazione delle sanzioni. 3. Gli enti di cui al comma 2 individuano modalità di raccordo per la registrazione anche telematica delle risultanze dell'attività di vigilanza di rispettiva competenza. 4. Per quanto non previsto dall'articolo 13 e dal presente articolo si applicano le disposizioni della l.r. 90/1983.
26 Azioni di salvataggio anfibi
27 Progetto salvataggio anfibi - per promuovere e realizzare campagne annuali di censimento, conteggio e salvataggio delle popolazioni degli Anfibi sull'intero territorio lombardo e in molte località di altre regioni; - per progettare e realizzare manufatti in grado di ridurre l impatto sulla piccola fauna terricola di strade, autostrade ed altre infrastrutture viarie; - per svolgere monitoraggi ecologici a lungo termine delle popolazioni minacciate da tali infrastrutture; - per diffondere l esito di questi studi e iniziative e divulgare opportunamente strategie e risultati attraverso l organizzazione di Convegni, Seminari, riunioni operative e la redazione e diffusione di una rivista elettronica non periodica; - per la partecipazione a gruppi di ricerca internazionali per indagare le cause del Declino degli Anfibi; - per la divulgazione ad ogni livello, ma soprattutto nelle scuole dell obbligo, dei problemi di conservazione delle zone umide e di tutta la piccola fauna delle acque dolci interne.
28 Per approfondimenti:
29 Importanti siti riproduttivi di rospo comune sul Lario
30 Operazioni di posa delle barriere in polietilene a protezione degli anfibi lungo la provinciale Lecco-Bellagio
31 Art. 141 del CdS (Velocità) I conducenti dei veicoli devono ridurre la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle c urve ecc. e occorrendo anc he fermars i quando i pedoni c he s i trovano sul percorso tardino a scansarsi o diano segni di incertezza e quando, al suo avvic inarsi, gli animali che si trovino s ulla s trada diano segni di s pavento. Art. 190 del CdS (Comportamento dei pedoni) 1 ) I pedoni devono circolare s ui marc iapiedi, s ulle banchine, s ui viali e s ugli altri spazi per essi predispos ti; qualora ques ti manc hino, s iano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circ olare sul margine della carreggiata oppos to al senso di marcia dei veicoli in modo da c aus are il minimo intralc io possibile alla circolazione. Fuori dei c entri abitati i pedoni hanno l'obbligo di c ircolare in s ens o opposto a quello di marcia dei veic oli sulle carreggiate a due s ens i di marcia e s ul margine des tro rispetto alla direzione di marc ia dei veicoli quando si tratti di carreggiata a senso unico di circolazione. Da mezz'ora dopo il tramonto del s ole a mezz'ora prima del suo sorgere, ai pedoni c he c ircolano s ulla carreggiata di strade esterne ai c entri abitati, prive di illuminazione pubblica, è fatto obbligo di marciare su unica fila. 2 ) I pedoni, per attraversare la c arreggiata, devono s ervirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei s oprapassaggi. Quando questi non es istono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata s olo in senso perpendicolare, c on l'attenzione necessaria ad evitare situazioni di peric olo per sé o per altri. 3 ) E vietato ai pedini attraversare diagonalmente le intersezioni. 4 ) È vietato ai pedoni sostare o indugiare s ulla carreggiata, s alvo i casi di necessità; altresì vietato, sostando in gruppo s ui marc iapiedi, s ulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni. 5 ) I pedoni c he s i accingono ad attraversare la carreggiata in zona s provvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti.... Art. 191 del CdS (Comportamento dei conducenti nei confronti dei pedoni) 1 ).. 2 ) Sulle s trade sprovviste di attraversamenti pedonali i c onducenti devono consentire al pedone, che abbia già iniziato l'attraversamento impegnando la carreggiata, di raggiungere il lato opposto in c ondizioni di sic urezza...
32 Operazioni di salvataggio anfibi durante le ore serali
33 COME RICONOSCERE I MASCHI E LE FEMMINE DI Bufo bufo Zampe anteriori Atteggiamento Dimensioni
34 La raccolta dei dati mediante apposite schede consente di monitorare l andamento della popolazione nel tempo
35 BANCHE DATI ANFIBI - Progetto ROSPI: progetto nazionale curato dal centro NATURA ARCADIA. Il promotore è l erpetologo Vincenzo Ferri (attualmente si possono trovare informazioni all indirizzo web - SHI: atlante degli anfibi e dei rettili d Italia e progetto atlante erpetologico lombardo a cura della Societas Herpetologica Italica ( - Centri anfibi lombardi: le stazioni sperimentali regionali per lo studio e la conservazione degli anfibi ( - Ornitho: rilevamento vertebrati nelle province di Lecco e Bergamo. A cura del Gruppo Ornitologico Bergamasco e del Museo di Bergamo ( Progetto europeo Toad on Roads promosso dall associazione inglese Froglife. Il progetto ha l obiettivo di creare una piattaforma, a livello europeo, dove condividere pratiche da adottare per ridurre la mortalità degli anfibi.
36 I CENTRI ANFIBI DELLA REGIONE LOMBARDIA Sono state avviate le attività delle due Stazioni Sperimentali Regionali per lo Studio e la Conservazione degli Anfibi della Regione Lombardia. Sulla base di opportune convenzioni, sottoscritte con la Direzione Generale Qualità dell Ambiente (Del.G.R. n del ), i due Centri ANFIBI sono stati localizzati presso il Comune di Somaglia (in provincia di Lodi), ente gestore della Riserva naturale Regionale e SIC Monticchie, e presso la Comunità Montana di Val Cavallina, sede di Casazza (in provincia di Bergamo), ente gestore del P.L.I.S. Lago d Endine.
37 I compiti fondamentali dei 2 Centri ANFIBI lombardi - attività di Monitoraggio: promuovere e coordinare, con iniziative proprie e/o in collaborazione con altri enti progetti e attività finalizzate al monitoraggio della batracofauna lombarda al fine di evidenziare fenomeni di declino o il diffondersi di zoonosi con particolare riferimento alle specie più minacciate o rare nel territorio Regionale; predisporre un catasto regionale delle piccole zone umide di interesse per le popolazioni di Anfibi regionali e opportune linee guida per la conservazione e protezione; - attività di Salvataggio e di Conservazione pratica : promuovere, in attesa della messa in opera dei manufatti risolutivi necessari, piani di salvataggio degli Anfibi e della piccola fauna terricola minacciati da infrastrutture viarie, in collaborazione con gli Enti gestori dei Servizi Volontari regionali di Vigilanza Ecologica, Ambientale, Zoofila, Venatoria e Ittica, con associazioni e con gli Enti proprietari o gestori delle vie di comunicazione; predisporre interventi di potenziamento dei siti riproduttivi e degli habitat per le specie più minacciate; - attività di Sensibilizzazione, educazione ambientale e formazione professionale : promuovere con proprie iniziative la più ampia diffusione della conoscenza delle specie tutelate, dei problemi di salvaguardia, delle normative vigenti e delle iniziative di conservazione promosse e/o attivate; sostenere, anche economicamente, i progetti finalizzati e le iniziative di Enti pubblici e privati volti all attuazione della conoscenza, della tutela e della conservazione delle specie di Anfibi e di piccola fauna minacciati in Lombardia; - attività di Allevamento e di Reintroduzione : in accordo con le linee guida diffuse da IUC N, Societas Herpetologica Italica e Regione Lombardia e dopo accurati studi di fattibilità, la rimozione dei fattori di rischio e degli elementi di disturbo e un successivo adeguato periodo di monitoraggio degli interventi, saranno attivati programmi di allevamento ex situ mirati a successive reintroduzioni di larve/girini, utilizzando in ogni caso soggetti riproduttori provenienti da popolazioni prossime ai siti di rilascio. Ciascun Centro è diretto da tecnici rappresentanti gli enti convenzionanti e si avvale di un Comitato Scientifico di esperti del Dipartimento di Biologia Animale dell Università di Pavia, del Progetto ROSPI Toads Project, della Societas Herpetologica Italica, del Museo Zoologico dell Università di Pavia, del Museo civico di Storia Naturale di Milano e della Direzione Generale Qualità dell Ambiente della Regione Lombardia.
38 COME NOI Il vecchio aveva già fermato dozzine di volte la nostra auto, per scendere e raccogliere piccoli rospi che accecati dalla luce dei fari saltavano sulla strada come vivaci gocce di pioggia. Scendeva la pioggia i suoi capelli bianchi rilucevano nella nebbia, ed io gli dicevo sempre: "Non puoi salvarli tutti, rassegnati e risali, dobbiamo andare avanti, abbiamo una meta." Ma lui, le coriacee mani piene di bruni esseri viventi bagnati, con le ginocchia sprofondate nell'erba estiva della massicciata, rideva solamente e diceva: "Anche loro devono andare avanti, anche loro hanno una meta." Joseph Bruchac GRAZIE PER L ATTENZIONE!
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ANIMALE E DELL UOMO
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ANIMALE E DELL UOMO LABORATORIO DI ETOLOGIA v. Accademia Albertina, 13-10123 TORINO - Italy Tel. Prof. C. Giacoma (011) 6704558 Laboratori (011)
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