PARCO DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE

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1 Consorzio del PARCO DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE Comuni di Basiano, Bellusco, Cavenago di Brianza, Gessate, Masate, Ornago ANFIBI NEL PARCO Dispensa

2 Spesso erroneamente considerati dall immaginario collettivo come animali inutili e dannosi, se non addirittura dotati di una natura diabolica, Anfibi e Rettili sono in realtà preziosi organismi di fondamentale importanza in quanto parte integrante di quei processi ecologici ed evolutivi che consentono sia la regolazione dei delicati equilibri all interno degli ecosistemi, sia il mantenimento della diversità biologica. Gli Anfibi sono animali privi di scaglie o squame epidermiche caratterizzati, ad eccezione di alcune specie che non sono però presenti in questa porzione di Lombardia, dall avere solitamente due fasi vitali ben distinte. Come dice anche il loro stesso nome, che in greco antico significa a doppia vita, essi hanno infatti inizialmente un periodo di vita larvale tipicamente acquatico, la cui durata varia da specie a specie ed in funzione delle condizioni ambientali, mentre in seguito, grazie alla metamorfosi, sviluppano una serie d adattamenti che consentono loro la vita in ambiente subaereo. Esistono attualmente tre differenti ordini nei quali le specie di Anfibi sono ripartite, due dei quali interessano anche il territorio in esame: URODELI: ANURI: comprendono salamandre e tritoni, si distinguono per essere provvisti di una lunga coda che viene conservata anche dopo la metamorfosi. Comprendono rospi, raganelle e rane. posseggono la coda solo allo stadio larvale; hanno inoltre gli arti posteriori più sviluppati rispetto a quelli anteriori e adattati al salto.

3 GLI URODELI Tutte le specie italiane ed europee di Anfibi Urodeli appartengono alla famiglia dei Salamandridae che comprende numerose specie ed è distribuita nelle regioni temperate dell Africa nordorientale, Europa, Asia e America settentrionale. Nel territorio del Parco e nelle zone umide immediatamente adiacenti è stata verificata la presenza di due specie di tritoni. Così vengono comunemente chiamati gli Anfibi caudati appartenenti al genere Triturus; distinguibili agevolmente dalle salamandre per avere la coda appiattita lateralmente, sono caratterizzati caratterizzati dall essere terragnoli dai mesi estivi sino a quelli invernali e per recarsi in diverse tipologie di biotopi umidi in primavera allo scopo di riprodursi. In questo periodo i maschi sviluppano una peculiare livrea nuziale con colori più accesi e una cresta dorsale piuttosto vistosa.. Il tritone crestato italiano (Triturus carnifex) Lungo al massimo 18 cm, ma di solito 13,5 i maschi e 16 le femmine, è caratterizzato dall avere le parti dorsali grigio nerastre e il ventre arancione con macchie nere molto evidenti. Femmine e giovani hanno sovente sul dorso una stria vertebrale giallastra; la coda è compressa lateralmente e i maschi, durante il periodo riproduttivo, sfoggiano un appariscente cresta dorsale dentellata. Ogni femmina, durante la stagione riproduttiva, depone, attaccandole singolarmente alla vegetazione acquatica, dalle 200 alle 300 uova. Al momento della schiusa le larve misurano 9-10 mm e sono provviste di un alta cresta dorsale che inizia in corrispondenza dell attacco degli arti anteriori; le branchie sono particolarmente grandi e indicano come questa specie sia adattata a vivere in biotopi acquatici lentici (privi cioè di corrente) poveri di ossigeno. Al momento della metamorfosi le dimensioni raggiunte variano tra i 50 e gli 80 mm e in casi particolari di gigantismo possono arrivare persino a 105 mm. Il Tritone crestato italiano vive sia in ambienti boscosi (di latifoglie e di conifere), che in aree aperte come prati e pascoli; durante la fase acquatica è rinvenibile in stagni, paludi, acquitrini, rogge, vasche artificiali ecc

4 II Tritone punteggiato (Triturus vulgaris meridionalis) In Brianza questo tritone è rinvenibile soprattutto nei pressi di rogge, fossi, stagni e anche raccolte d acqua temporanee di piccole dimensioni. specie di piccole dimensioni (8-9 cm), è riconoscibile per avere il dorso di colore marrone punteggiato di nero, il ventre (anch esso con macchie scure che si estendono sulla gola) biancastro con una striscia centrale giallastra o arancione e la coda compressa lateralmente. Tra febbraio e giugno si porta in acqua per la riproduzione; nel corso dell intera stagione riproduttiva ogni femmina depone dalle 60 alle 300 uova che attacca, singolarmente o in piccoli gruppetti, alla vegetazione acquatica. La schiusa, a seconda della temperatura dell acqua, avviene dopo 1-3 settimane e le larve (brunastre superiormente, biancastre ventralmente, punteggiate e di lunghezza non superiore ai 35 mm) possono completare lo sviluppo già in 6-10 settimane, anche se in alcuni casi svernano in acqua e metamorfosano l anno successivo. Specie fondamentalmente euriecia, è in grado di colonizzare ambienti fortemente alterati dall uomo come parchi, giardini e persino aree suburbane; tuttavia in Lombardia rispetto al passato, quando era considerata comune in tutte le zone di pianura, sembra che abbia subito una significativa rarefazione. Urodelo non rinvenuto nel territorio del parco, probabilmente per la mancanza di habitat idonei, ma comunque presente in aree protette poste non molto distanti è la Salamandra pezzata (Salamandra s. salamandra) La salamandra ha abitudini spiccatamente terragnole; dopo la metamorfosi abita soprattutto i boschi di latifoglie insediandosi solo occasionalmente in aree prive di copertura arborea. L accoppiamento avviene a terra, le uova sono trattenute nel corpo materno sino alla schiusa (a volte anche oltre) e sono unicamente le femmine che tornano periodicamente all acqua per la deposizione delle larve; quest ultima può avvenire praticamente in tutti i periodi dell anno, ma è più frequente nei periodi di febbraio-marzo e ottobre-novembre.

5 Le larve, lunghe al momento della nascita mm, presentano ciuffi branchiali ben sviluppati, sono di colore grigio nerastro con chiazze più chiare e posseggono sempre una macchia biancastra alla base dei quattro arti; al momento della metamorfosi misurano tra i 55 e i 70 mm e hanno già la tipica colorazione giallo-nera. Abbastanza esigenti in fatto di qualità dell acqua, e rinvenibili quindi solitamente nei biotopi umidi meno inquinati, tali larve vengono considerate degli buoni bioindicatori. I luoghi di deposizione preferenziali sono i tratti meno contaminati di ruscelli e torrenti (raramente anche temporanei) nelle zone che risultano prive di trote o di altre specie ittiche predatrici; sovente vengono utilizzati anche siti artificiali (come lavatoi o fontane) o piccole pozze naturali, sempre però alimentati da sorgenti e sufficientemente ossigenati. La Salamandra pezzata è tra i nostri anfibi quello che è stato maggiormente fatto oggetto di superstizioni e credenze popolari; in Brianza, tra le più diffuse (e assurde), vi sono ad esempio quelle che la vogliono capace di accecare le persone o di avvelenare le fonti nelle quali viene trovata. Si tratta in realtà di un Urodelo totalmente innocuo per l uomo che presenta delle ghiandole cutanee (ben visibili sono in particolare quelle situate sul capo posteriormente agli occhi) in grado di secernere, a scopo difensivo, una sostanza irritante per le mucose dei possibili predatori. La colorazione così appariscente degli individui ha proprio una funzione di avvertimento e fa sì che gli animali che dovessero provare a cibarsene associno la traumatica esperienza al colore giallonero evitando da quel momento in poi di ripeterla.

6 GLI ANURI Per quanto riguarda gli anuri è stata accertata nel Parco la presenza della rana dalmatina, della rana verde, della raganella e del rospo smeraldino. Si tratta di anfibi che prediligono o tollerano aree umide con scarsa ombreggiatura, bassa profondità e marcata temporaneità. Il Rospo smeraldino (Bufo v. viridis) predilige quote non Ghiandole parotoidi elevate vivendo prevalentemente in zone di pianura; è legato a habitat aperti e può colonizzare anche ambienti sabbiosi e asciutti. Frequente la sua presenza negli orti e nei giardini delle aree rurali nonché in aree fortemente urbanizzate. Lungo al massimo 9-10 cm, ma di solito più piccolo, ha una caratteristica livrea dorsale costituita da macchie irregolari verdi (più o meno brillanti) orlate di scuro che spiccano sul colore di fondo biancastro; lungo i fianchi sono spesso presenti dei piccoli punti rossi ben evidenti. Le parti ventrali sono solitamente bianco-grigiastre uniformi e, più raramente, possono presentare alcune macchie scure o olivacee. I maschi sono più piccoli delle femmine, hanno gli arti anteriori più robusti, la palmatura degli arti posteriori molto più estesa e durante il periodo riproduttivo presentano, sul lato interno delle prime 3 dita della mano, delle escrescenze cornee nerastre. Caratteristica importante che consente di distinguerlo dal Rospo comune (con cui a volte condivide l areale di distribuzione), è il fatto che le ghiandole parotoidi sono parallele invece che oblique. Le uova, del diametro di 1-1,5 mm, sono deposte in lunghi cordoni gelatinosi. Le larve sono simili a quelle del Rospo comune, ma sono più grandi (raggiungono i 45 mm) e hanno la cresta caudale dorsale convessa e un po più alta di quella ventrale. Per la riproduzione utilizza spesso raccolte d acqua temporanee con basse profondità e ben esposte alla radiazione solare.

7 La Raganella italiana (Hyla intermedia)è inconfondibile per la colorazione verde brillante, le piccole dimensioni (in media mm) e le punte delle dita dei 4 arti che sono espanse a formare dei dischi adesivi che le consentono di vivere sugli alberi o sulla vegetazione ripariale. I lati del corpo sono percorsi da una linea scura che attraversa l occhio e il timpano e termina, diramandosi, nella regione inguinale. Di abitudini prevalentemente notturne, la maggioranza degli individui rimane nei pressi dei luoghi di riproduzione durante tutto l anno, sebbene alcuni possano compiere anche spostamenti notevoli dell ordine di chilometri. Tra fine marzo ed inizio giugno è possibile, dopo il crepuscolo, udire i rumorosi cori riproduttivi dei maschi in corrispondenza di rogge, paludi, stagni e altre tipologie di raccolte d acqua che abbiano una buona copertura vegetale sulle sponde. Le uova (nerastre superiormente e giallastre inferiormente) sono deposte in piccole masserelle gelatinose. Le larve hanno una pinna caudale molto estesa, alta e convessa che termina posteriormente a punta. Anuro relativamente comune, anche se minacciato dall alterazione delle zone umide nelle quali si riproduce, è la Rana dalmatina (Rana dalmatina) che è caratterizzata dall avere il dorso di colore bruno-rossastro, il ventre e la gola bianchi (o con leggere sfumature rosate) senza macchie scure, le zampe posteriori molto lunghe (se vengono piegate in avanti lungo il corpo della rana l articolazione tibio-tarsica arriva ben oltre l apice del muso), una macchia temporale scura ai lati della testa e una linea sopralabiale chiara che parte dall angolo della bocca, supera l occhio e arriva sovente fino alla punta del muso. Durante l anno vive in ambienti terrestri (soprattutto boschi di latifoglie) di solito a poca distanza da torrenti e ruscelli e solo tra fine febbraio ed inizio aprile si porta in rogge, stagni, fossi ecc., per riprodursi. R. dalmatina, femmina che ha appena deposto R. dalmatina, femmina ovigera.

8 Ovatura Le uova di rana dalmatina (nerastre superiormente e biancastre nel polo inferiore) sono deposte in ovature gelatinose galleggianti spesso leggermente concave al centro. Al momento della schiusa in tale concavità a volte si raccoglie, rimanendovi per 1-2 giorni, la maggior parte dei girini; questi ultimi a sviluppo completo possono raggiungere i 60 mm, sono di colore bruno superiormente, hanno il ventre bianco con punteggiature dorate, la loro coda ha la cresta superiore piuttosto alta e termina bruscamente con una punta molto acuminata. La Rana verde (Rana kl. esculenta), riconoscibile soprattutto per la posizione degli occhi, che sono ravvicinati dorsalmente, per la mancanza della macchia temporale scura ai lati della testa e per il fatto che i maschi posseggono due sacchi vocali esterni ben visibili mentre cantano. Spesso, ma non sempre, è presente centralmente sul dorso una linea di colore verde o biancastro. La colorazione del dorso, solitamente verde, è comunque molto variabile e sono frequenti individui (spesso giovani) grigi o bruno grigiastri. Prevalentemente acquatica è sovente attiva di giorno e la si rinviene in una grande varietà di biotopi umidi lentici o con debole corrente. Alcuni articoli scientifici la segnalano anche per ambienti con un grado di inquinamento piuttosto elevato Tra le specie che non sono state segnalate nel Parco, ma che sono rinvenibili a non molta distanza da esso ricordiamo la rana di Lataste (R. latastei) ed il rospo comune (Bufo bufo). La loro presenza è solitamente legata a zone boschive sufficientemente ampie. La rana di lataste,molto simile morfologicamente alla rana dalmatina, necessita addirittura di boschi caratterizzati da elevata umidità ed esige per la riproduzione quasi esclusivamente zone umide perenni.

9 Specie Salamandra s. salamandra Triturus carnifex T. vulgaris meridionalis Bufo bufo Bufo viridis Hyla intermedia Rana synkl. esculenta R. dalmatina R. latastei R. temporaria Siti riproduttivi tipici Torrenti, ruscelli, stagni alimentati da sorgenti, biotopi artificiali come lavatoi, vasche ecc.. Periodo di riproduzione Accoppiamento: settembre novembre. Deposizione: può avvenire in tutti i periodi dell anno, ma principalmente tra marzo e aprile e settembre-ottobre. E frequente rinvenire nello stesso sito larve in tutti gli stadi di sviluppo (1,2,3,3a). Ambienti lentici e debolmente Solitamente tra fine febbraio ed inizio giugno a correnti anche temporanei seconda delle condizioni climatiche. quasi sempre privi di fauna In questa stagione esemplari attivi in siti al di sotto ittica. di 400 m s.l.m. sono stati segnalati a partire da metà marzo. Ambienti lentici e debolmente Influenzato dalle condizioni climatiche, avviene di correnti ricchi di vegetazione solito tra febbraio e maggio. In questa stagione e sovente temporanei esemplari attivi in siti al di sotto di 400 m s.l.m. sono stati segnalati a partire da metà marzo Utilizza spesso sponde di Può avvenire già a partire da metà febbraio; molto laghi e grossi stagni. Meno importante è l esposizione dei luoghi di latenza sovente vengono usati anche invernale. ruscelli e torrenti. Luoghi umidi temporanei Solitamente tra aprile e giugno caratterizzati da bassa profondità e buona esposizione all irradiazione solare. Zone umide scarsamente Solitamente tra aprile e giugno, può protrarsi fino a ombreggiate, spesso luglio nei siti alle altitudini maggiori. stagionali. Colonizza frequentemente anche biotopi artificiali Utilizza svariate tipologie di Tra inizio Aprile e metà Luglio. ambienti umidi tra gli 0 e i 200 m s.l.m. Più raramente frequenta siti posti al di sopra dei 44oo m s.l.m. Ambienti lentici anche Solitamente tra fine febbraio e fine marzo. temporanei ed artificiali. Più raramente rogge e corsi d acqua a debole corrente. Ambienti lentici o con debole Solitamente tra metà febbraio e fine marzo. corrente non soggetti a stagionalità. Svariate tipologie di biotopi Anche a partire da metà febbraio alle quote più umidi sia ad acque correnti basse. Tra marzo ed inizio maggio alle altitudini che stagnanti. Utilizza anche maggiori. siti artificiali. Bibliografia utilizzata e consigliata: Bernini F., Bonini L., Ferri V., Gentilli A., Razzetti E. & Scali S., 2004 Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia, Monografie di Pianura n. 5, Cremona. FerriI V., 1990 Anfibi e Rettili in Lombardia. Quaderno n. 5/90 Delegazione WWF Lombardia, WWF Italia, Milano, 172 pp. Ferri V. (red.), Il Progetto Rospi Lombardia. Comunità Montana Alto Sebino e Regione Lombardia, Gianico (Bs). Manenti R., 2003 Gli Anfibi e i Rettili delle Bevere. In: AA. VV., Bevere: un territorio da salvare. Comitato Bevere, Briosco (MI): Thorn R., Raffaelli J., Les salamandres de l ancient monde. Editions Boubée. Paris.

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