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1 Introduzione Per un geografo, confrontarsi all inizio del terzo millennio con un paese inesplorato potrebbe sembrare una chimera, ma la Guinea Equatoriale, piccola e nascosta nelle pieghe del golfo che la comprende, è passata quasi inosservata alla letteratura geografica. La sua ridotta superficie non elude una complessa articolazione dei confini lontana da ogni logica razionale, né fa presagire la varietà di paesaggi urbani, rurali e naturali che accoglie, né la diversità di lingue, di culture, di etnie che ivi si intersecano. Con due sole regioni separate da centinaia di chilometri di oceano, il territorio equatoguineano rappresenta un accidente della storia. Le contraddizioni economiche, poi, al limite del paradosso, che rendono questo Stato tra i primi quindici o venti al mondo nelle classifiche per Prodotto Interno Lordo per abitante e tra gli ultimi in quanto all Indice di Sviluppo Umano, aggiungono una ragione in più per rompere gli schemi che governano la logica di un approccio tradizionale allo studio degli spazi regionali e per rendere complessa una visione organica del paese. In Guinea Equatoriale non sembra esistere alcun denominatore comune, nessun collante che tenga insieme tutti i pezzi, se non le vicende storiche, politiche ed economiche che hanno inciso sulla popolazione e sul territorio, lasciato in balia di poteri interni ed esterni, come un guscio di noce tra le onde dell oceano, così tanto piccolo, lontano e indifeso da essere sfruttato da tutti e, nello stesso tempo, tenuto in conto da pochi. Stato dell Africa centro occidentale, già colonia spagnola, la Guinea Equatoriale è l unico paese africano che ha mantenuto lo spagnolo come lingua ufficiale.

2 8 introduzione Negli ultimi anni ha vissuto un profondo cambiamento che ha visto il passaggio da un economia tradizionale, basata principalmente sulla coltivazione del cacao e sulla commercializzazione di legnami pregiati, ad un economia dominata dalla presenza di numerosi giacimenti petroliferi. Recentemente, infatti, la Guinea Equatoriale è diventata il terzo produttore di petrolio dell Africa subsahariana, dietro alla Nigeria e all Angola, ma con una produzione pro capite superiore a quella dell Arabia Saudita. Considerato fino agli anni Novanta del secolo scorso uno tra i paesi più poveri dell Africa, la Guinea Equatoriale ha recentemente fatto registrare una sensibile crescita economica, una consistente riduzione del debito estero ed un rilevante incremento del PIL, ma i livelli di povertà sono ancora altissimi, i casi di corruzione continuano a susseguirsi ed una reale democrazia resta un miraggio. In epoca coloniale l economia della Guinea Equatoriale poggiava sulle coltivazioni del cacao e del caffè e sullo sfruttamento delle risorse forestali, riuscendo a procurare lavoro a migliaia di braccianti provenienti dai paesi vicini. Dalla metà degli anni Novanta, invece, un economia focalizzata unicamente sull estrazione degli idrocarburi ha dimostrato una scarsa capacità di creare posti di lavoro e un debole vincolo con il resto dei settori economici. Se da un lato la scoperta dei giacimenti di idrocarburi ha spinto vistosamente il PIL, dall altro va rilevato come persistano tra la popolazione forti squilibri sociali ed un iniqua distribuzione della ricchezza. Paradossalmente, con un PIL pro capite tra i più alti del pianeta, la popolazione equatoguineana si è trovata a dover soffrire gradi di povertà inconcepibili per gli standard di vita dei paesi sviluppati, con indicatori sociali di sanità, scolarizzazione, mortalità infantile o speranza di vita tra i più bassi al mondo. Oltre quarant anni di governi autoritari, monopolizzati da Macías Nguema e da Teodoro Obiang Nguema, hanno frustrato, inoltre, le speranze di libertà nate nel 1968 con l indipendenza dalla Spagna ed oggi la popolazione si ritrova repressa e prigioniera dei propri governanti, senza poter esercitare alcun controllo

3 introduzione 9 sulla gestione e sul destino dei consistenti proventi generati dallo sfruttamento dalle risorse. Ancor oggi, infatti, la Guinea Equatoriale, nonostante un apparente stabilità politica basata sul potere personale del presidente Teodoro Obiang Nguema, accompagnato da una rete clientelare organizzata attorno ad un ristretto clan, si trova ancora lontana da una reale democratizzazione istituzionale. Così il paese, in base alla mancanza di diritti umani e di libertà politica, è stato classificato come decisamente not free nel rapporto Freedom in the World 2012, stilato dalla Freedom House, ed il suo regime politico figura come autoritarian e tra gli ultimi otto posti (160 su 167) nella graduatoria del Democracy Index 2012, elaborato da The Economist Intelligence Unit (2013). Tuttavia, la globalizzazione dei mercati e la conseguente presenza di multinazionali nell economia di numerosi paesi del Golfo di Guinea hanno spesso garantito una sorta di impunità internazionale ai governi dittatoriali dell area. Dopo oltre sessant anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la conquista della democrazia da parte di molti Stati africani sembra essere subordinata agli interessi legati allo sfruttamento delle materie prime. Paesi di consolidata democrazia antepongono troppo spesso i propri interessi economici a quelli della difesa dei diritti umani e non si sottraggono a intraprendere relazioni di collaborazione con la Guinea Equatoriale, uno degli Stati più corrotti al mondo, che figura sistematicamente tra gli ultimi posti della graduatoria del Corruption Perceptions Index elaborato da Transparency International (163 su 177 nell anno 2013), ma che, ciò nonostante, risulta di interesse strategico poiché dispone di copiosi giacimenti offshore, lontani dal rischio di capovolgimenti politici e di tensioni sociali nella terraferma e facilmente gestibili per via marittima, senza possibilità di subire eventuali sabotaggi ad oleodotti e gasdotti. Complici gli interessi commerciali e la sete mondiale di petrolio, una ristretta corte famigliare, proveniente da un periferico distretto immerso nella foresta tropicale, esercita una sorta

4 10 introduzione di nuovo colonialismo tribale e sembra aver sequestrato lo Stato per utilizzarlo come patrimonio personale. In questo volume, lo studio della Guinea Equatoriale è stato articolato in cinque parti che muovono da una presentazione storico-geografica per sviluppare poi un analisi dei quadri ambientali, della popolazione, degli insediamenti e dell economia. Nella prima parte vengono ripercorse le principali tappe storiche, dalla scoperta e dall immediato abbandono da parte dei portoghesi, alla cessione della Baia di Biafra e le sue isole alla Spagna in cambio di alcuni territori nell odierno Brasile; dalla prima base navale, all inizio dell Ottocento, per il controllo antischiavista, ai primi falliti tentativi di colonizzazione; dalla definizione dei limiti nel 1900, che incoraggia l impulso economico coloniale, alla tragedia della dittatura di Macías Nguema e alla finzione democratica di Teodoro Obiang Nguema. Nei quadri ambientali vengono evidenziate le caratteristiche fisiche della regione sotto i profili geologico, orografico, idrografico, climatologico e biotico, tanto articolati e vari in considerazione dell assai ridotta superficie territoriale. La popolazione viene trattata, sia in termini generali in quanto ai fattori demografici, sia in termini specifici in quanto alle diversità e alle caratteristiche etniche, linguistiche e religiose. Un trattamento speciale è stato riservato alla popolazione di Malabo, la capitale, poiché essa, come punto nodale di attrazione dei protagonisti della storia equatoguineana, rappresenta un distillato della varietà di popoli che il paese ha ospitato. Segue un analisi degli insediamenti, dai villaggi tradizionali nella foresta, alle principali città delle regioni continentale ed insulare, alle nuove città in costruzione, pianificate per sorprendere il mondo con la ricchezza proveniente dall esportazione degli idrocarburi. Nell ultima parte vengono analizzati i diversi settori economici, la loro evoluzione e distribuzione sul territorio, sottolineando come i consistenti proventi generati dal petrolio abbiano dimostrato una scarsa capacità, sia di stimolare lo sviluppo del resto delle attività produttive, sia di incidere positivamente sugli

5 introduzione 11 indicatori sociali, i quali continuano invece a risultare così tanto bassi che più di tre quarti della popolazione vive ancora al di sotto della soglia di povertà, come è stato riportato dall Unicef e dall African Development Bank in base ad un indagine realizzata dalle stesse autorità governative equatoguineane nel Nella realizzazione del lavoro sono state consultate le più rilevanti fonti statistiche e bibliografiche. Gli studi geografici sulla Guinea Equatoriale sono molto limitati, anche in considerazione del fatto che la ristretta produzione bibliografica è, per lo più, quasi unicamente in lingua spagnola e una parte consistente è costituita da documentazione pubblicata durante il periodo coloniale, conclusosi definitivamente nel Interessanti le prime osservazioni geografiche, biologiche, etnografiche e linguistiche di Manuel Iradier, seguite alle proprie spedizioni di esplorazione nella regione di Río Muni e nella baia di Corisco, effettuate, sin dal 1874, con intenzione scientifica e colonizzatrice. Sotto l aspetto strettamente geografico, la descrizione dell isola di Bioko da parte di Manuel de Terán, che vi realizzò un viaggio di studio nel 1961, è senz altro un documento imprescindibile, sia per la qualità dell opera ed il prestigio dell autore, sia perché, nonostante le precedenti spedizioni, nel momento della pubblicazione rappresentò una novità nell ambito accademico della geografia spagnola. Del periodo posteriore all indipendenza, sorprendono alcuni lavori geografici di qualità realizzati senza firma e sotto uno pseudonimo collettivo, fatto che già in sé denota il problema della censura ed il timore di rappresaglie che limitano ogni forma di libertà di espressione. A livello internazionale, solo negli ultimi anni, e nel campo degli studi economici, si sono accesi i riflettori su questo piccolo paese che improvvisamente è diventato protagonista con la scoperta di ingenti riserve petrolifere offshore. Un completo fondo documentario sulla Guinea Equatoriale è depositato presso la Biblioteca Nacional de España, che possiede una collezione specializzata sull Africa, alla quale, fino al 1989, era stata dedicata una sala specifica composta da monografie, pubblicazioni periodiche, manoscritti, fotografie e mate-

6 12 introduzione riale grafico e cartografico. La collezione Africa della Biblioteca Nacional proviene dal raggruppamento di diversi archivi storici sulla materia e, oggi, si trova in permanente aggiornamento per la parte legata alle aree di influenza spagnola. Inoltre, è stato consultato il Servicio de Documentación Geográfica y Biblioteca dell Instituto Geográfico Nacional spagnolo e la ristretta ma singolare collezione documentale e cartografica di epoca coloniale conservata presso l Archivio Nazionale storico militare del Museo Naval di Madrid, integrato nel Sistema Archivistico della Difesa attraverso il Sottosistema Archivistico della Marina. Per quanto riguarda le fonti statistiche primarie, i dati ufficiali, tanto demografici quanto economici, forniti dalle istituzioni governative della Guinea Equatoriale risultano poco trasparenti, spesso palesemente inesatti e quindi sempre poco affidabili. È importante premettere che esiste ancora una notevole incertezza in merito al numero reale di abitanti: ad esempio, le stime per il 2010 di individui, calcolate dal U.S. Census Bureau, o quelle di , calcolate da UN Population Division, sono di gran lunga inferiori alla stima di abitanti riportata nella web ufficiale del governo della Guinea Equatoriale per il 2010, ma anche alla cifra di abitanti rilevata nell ultimo censimento eseguito nel Certamente queste disparità hanno implicazioni rilevanti nel calcolo del PIL pro capite, così come in altri indicatori sociali. In questo senso, i dati che vengono riportati nel lavoro devono essere sempre interpretati come mere stime o approssimazioni indicative della realtà. Per l indagine sono state utilizzate quelle fonti internazionali che rappresentano le migliori e più attendibili basi di dati disponibili per gli indicatori che sono stati presi in esame. Tuttavia le statistiche sulla Guinea Equatoriale, anche se elaborate dalle più rigorose istituzioni internazionali, sono spesso costruite su proiezioni fatte a partire da rilevazioni ufficiali ormai datate, in particolare sul censimento demografico del 1983, l ultimo a non essere stato contestato dall opposizione al governo, che ha invece denunciato l inaffidabilità dei due censimenti successivi realizzati nel 1994 e nel Purtroppo qualsiasi fonte statistica di rife-

7 introduzione 13 rimento per la Guinea Equatoriale presenta lacune e problemi di qualità: si riscontrano imprecisioni, incoerenze e discordanze tra le serie di dati, ed inoltre non risultano neanche uniformi i tempi di aggiornamento applicati dalle diverse agenzie. Ciò ha costretto ad effettuare un continuo lavoro di contrasto e di verifica sull origine dei dati registrati dai diversi database, nel tentativo di equilibrare ed uniformare con spirito critico il risultato della ricerca. In un paese in cui gli schemi superano le barriere del convenzionale, anche l uso dei toponimi riveste una grande complessità, poiché spesso si sovrappongono gli uni agli altri, anch essi come strati di sedimentazione storica, segno della molteplicità linguistica degli abitanti del territorio e della volontà politica dei diversi poteri che si sono succeduti nel tempo. Storicamente, alle originarie denominazioni nelle varie lingue autoctone si sono aggiunte quelle apportate dai colonizzatori portoghesi e britannici, a loro volta trasformate più tardi dagli spagnoli con nuovi nomi, che sono sopravvissuti in parte fino ad oggi ma che, nel 1973, vollero essere cancellati dal dittatore Macías Nguema nell ambito di una campagna di sostituzione dei toponimi di origine europea per altri di radice culturale africana. A rendere la toponomastica ancora più intricata si somma il fatto che non sempre risultano equivalenti le trascrizioni fonetiche delle lingue autoctone. Ne risulta che, per la scelta di nomi e di definizioni all interno della toponomastica equatoguineana, non trovando quasi mai un omogenea corrispondenza neppure all interno stesso delle fonti governative ufficiali, si è scelto di usare i toponimi che appaiono attualmente più diffusi, privilegiando quelli forniti dalle fonti locali o, in loro assenza, quelli in lingua spagnola.

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