Accoglienza e inserimento dell utente in RSA
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- Simona Simonetti
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1 Accoglienza e inserimento dell utente in RSA Trento, 1 dicembre 2009 Paola Zambiasi
2 ACCOGLIENZA Atto di accogliere, ricevere, Termine legato ad aggettivi come calorosa, buona o cattiva Accogliente: gradevole, comodo, ospitale
3 PRESA IN CARICO Assume il significato di prendersi cura pre-occuparsi, prevedere, progettare accompagnare, follow up, regia, continuità storia memoria educare, supportare, coping creare un setting facilitante rapporto di fiducia, ascolto, contatto fisico... farsi carico anche di problemi emotivi, sociali e non solo clinici paziente e famiglia si sentono ascoltati
4 CONTINUITA Continuità delle informazioni tra professionisti, paziente, famiglia e tra servizi possedere la storia Continuità nella gestione assistenziale garantire un assistenza coerente e condivisa tra i vari professionisti, paziente, famiglia Flessibilità e adattamento ai bisogni del paziente e della famiglia Continuità nella relazione stabilità e mantenimento relazione curanti-paziente famiglia Stabilità del team di cura BMJ 2003;327: Canadian Health Care Research 2002
5 Presa in carico È un avanzamento culturale dei modelli assistenziali E influenzata dalle conoscenze, dalla formazione e dall esperienza dei professionisti Per esprimersi nel quotidiano ha bisogno di un supporto organizzativo Adozione di strumenti (piani e percorsi assistenziali) che lascino spazio alla personalizzazione Formazione ad hoc per competenze di assessment, gestione dei problemi specifici, di coordinamento del percorso assistenziale Responsabilizzazione precisa e non generica al gruppo
6 Momenti importanti di presa in carico accoglienza pianificazione del percorso assistenziale monitoraggio e rivalutazione pianificazione della dimissione e continuità follow up
7 Personalizzazione Fragilità Complessità Incertezza instabilità Elevata dipendenza Standardizzazione
8 Standardizzazione e personalizzazione La sfida è riuscire ad applicare una assistenza basata su evidenze nel rispetto dei valori di riferimento del paziente (Motta, 2001)
9 DALL UVM ALL INGRESSO IN RSA U.V.M. VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE evidenzia la fragilità Identifica patologie e comorbilità Valuta l impatto in termine di stato funzionale e benessere Dichiara idoneo l utente all ingresso alla RSA Fissa degli obiettivi (priorità ) R.S.A. PRESA IN CARICO DI UTENTE E FAMIGLIA PIANO ASSISTENZIALE INDIVIDUALIZZATO
10 SEQUENZA ACCOGLIENZA/INSERIMENTO Fase pre - inserimento Accoglienza Inserimento SVM Colloquio familiare/ Caregiver Visita domiciliare Predisposizione ambiente Presentazione Equipe e struttura Utenti Carta dei servizi Accertamento di primo e secondo livello Riunione di equipe per definizione PAI Presentazione progetto a familiare/utente Divulgazione dei dati in equipe Alcuni giorni prima dell ingresso Primi giorni giorni
11 SEQUENZE (1) Comunicazione del nominativo da parte dell UVM dell utente Lettura della SVM e obiettivi da loro formulati (mantenimento, peggioramento, miglioramento rispetto a..) Colloquio preliminare con familiare referente/utente visita a domicilio o in ospedale Predisposizione di ambiente e presidi Presentazione dei dati in equipe
12 SEQUENZE (2) Entro 30 giorni incontro in equipe per la definizione del PAI ( si compilano le schede SVM + altre MMSE., NPI, Tinetti, MNA,..) All incontro della durata di circa 30 minuti partecipano: medico, infermiere, coordinatore, fisioterapista, OSA, educatore prof/animatore (assistente sociale, psicologo, familiare) Presentazione del PAI al familiare/utente Divulgazione dei dati in equipe
13 Standard di accoglienza Indicatori Standard Visita preliminare almeno due giorni prima dell ingresso (escluso H o altra struttura) Colloquio pre-ingresso, visita struttura e conoscenza della scheda UVM almeno ore prima dell ingresso dell utente Consegna e presentazione all ospite e/o ai familiari, della Carta dei servizi della struttura, al momento dell ingresso Valutazione multidisciplinare integrata (strumenti) Presenza PAI per ogni residente entro 30 giorni dall ingresso in RSA Colloquio con familiare referente/utente entro 30 giorni dall ingresso per presentazione PAI % 100 % % 90 95% 95% Tratto da carta dei Servizi RSA Trentino, 2003
14 VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Metodologia nata più di 20 anni fa nei paesi anglosassoni è una delle conquiste più significative dell approccio clinico al paziente anziano Per valutare più dimensioni sono richiesti: più professioni strumenti specifici SCALE di valutazione
15 Strumenti per la VMD Strumenti tradizionali Valutano un singolo aspetto Consentono il monitoraggio nel tempo Strumenti di seconda generazione (RUG, SVAMA, VAOR, Val.Graf) Comprende più strumenti Definisce un profilo Più adatto per la definizione del PAI Considera anche fattori eziologici Consentono il monitoraggio nel tempo
16 COSA VALUTARE ESEMPI DI STRUMENTI Condizione clinica - comorbilità CIRS Cumulative Illness Rating Scale Capacità funzionale:livello di autonomia nelle IADL (Instrumental Activity of Daily Living) Capacità funzionale: livello di autonomia nelle ADL Cognitivo Dolore- quinto segno vitale Rischio malnutrizione Rischio lesioni da decubito Rischio cadute Griglie per valutare uso del telefono, elettrodomestici, soldi, capacità nel preparasi il cibo, fare la spesa Indice di Barthel MMSE Mini Mental State Examination Questionario breve dello stato mentale VAS (scala analogica visiva) Scale per utenti con cognitivo compromesso (es. NOPPAIN) MNA Mini nutritional assessment Norton, Braden, Scale Tinetti, Morse, Conley, Stratify..
17 COSA VALUTARE ESEMPI DI STRUMENTI Incontinenza Disturbi comportamentali Schede minzionali, Severity Index for incontinence NPI Neuro Psychiatric Inventory Depressione Geriatric Depression Scale (GDS) Qualità di vita Es. Quality of Life Scale.
18 La VMD e i PAI sono efficaci nella cura delle persone anziane? Stima delle capacità perse e di quelle residue Maggiore rapidità e precisione nell individuare i problemi Maggiore pertinenza nella formulazione degli obiettivi assistenziali e nella definizione dei piani individualizzati Monitoraggio nel tempo delle variazioni Verifica dei risultati attesi Più accurato passaggio di informazioni nell equipe E. Zanetti La valutazione multidimensionale, quali evidenze per il Nursing, 2003
19 La VMD e i PAI sono efficaci nella cura delle persone anziane? Studi in NH degli Stati Uniti dimostrano che dopo l introduzione di un metodo di VMD si sono registrati: Riduzione dell impiego dei mezzi di contenzione Riduzione di prevalenza di lesioni da decubito, malnutrizione e disidratazione Aumento dei pazienti coinvolti nelle attività Riduzione della percentuale di ospedalizzazione Maggiore partecipazione dello staff agli incontri per la pianificazione assistenziale V. Mor et al., Effetti RAI 1997
20 La VMD e i PAI sono efficaci nella cura delle persone anziane? Miglioramento nella completezza e accuratezza dei piani di cura, in particolare su residenti con minor autonomia fisica e cognitiva Aumento di uso di ausili, occhiali, gestione dolore (Achtemberg, Scand J. Rehabil Med, 1999)
21 Dalla VMD alla PIANIFICAZIONE La pianificazione è il metodo migliore per garantire integrazione, interventi basati sulle evidenze e velocità di esecuzione. Il tutto non è casuale ma richiese progettazione, formazione, supporto organizzativo PIANIFICARE PER: personalizzare l assistenza avere la regia del percorso razionalizzare gli interventi condividendo con il gruppo gli obiettivi assistenziali avere il controllo delle priorità ottimizzare l impiego di risorse
22 STRUMENTI PER LA PIANIFICAZIONE Piani di assistenza standard Percorsi clinici o Clinical pathways Piano di assistenza individualizzato Piano di dimissione Piano/progetto educativo..
23 PIANO DI ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATO Elaborato per ogni singolo paziente in relazione ai suoi problemi può derivare dall adattamento di un piano standard E ottimale ma richiede molto tempo Migliorano la gestione di alcuni problemi (es.ansia, apprendimento) (Carpenito 1995, Craven 1998)
24 P.A.I in RSA Approccio multidisciplinare Programma scritto Ufficiale, consultabile, confrontabile Individualizzato Sul singolo caso
25 FASI DELLA PIANIFICAZIONE Accertamento di base Accertamento Accertamento di secondo livello (es. NPI per i disturbi comportamentali) SCALE VALIDATE (confrontabili) CHI E RESPONSABILE DELLA COMPILAZIONE? Altre fonti. (osservazione, care giver, documentazione )
26 FASI DELLA PIANIFICAZIONE Individuazione dei problemi e degli obiettivi Stabilire le priorità Considerare le richieste dell utente Gli obiettivi devono essere raggiungibili Specificare gli indicatori di valutazione dei risultati
27 FASI DELLA PIANIFICAZIONE Scelta degli interventi VENGONO INDIVIDUATI IN BASE A: evidenze scientifiche esperienza e competenza clinica risorse e contesti organizzativi valori e diritti del paziente (cosa chiede realmente l utente?) SI INDIVIDUANO I RESPONSABILI all interno dell equipe
28 FASI DELLA PIANIFICAZIONE Verifica Definire gli indicatori sin dall inizio, specificando: definire tempi e responsabilità
29 La VMD e i PAI sono efficaci nella cura delle persone anziane? La sola compilazione non è di per sé garanzia per il miglioramento dell assistenza e quindi per il benessere degli ospiti (Achtemberg, J. of Advanced Nursing, 2001)
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