USTIONI, AVVELENAMENTI. S.U.E.M. 118 Verona. Centro di Formazione

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1 USTIONI, AVVELENAMENTI

2 OBIETTIVI GENERALI DELLA LEZIONE L aspirante soccorritore alla fine della lezione deve acquisire le conoscenze di: riconoscere gli agenti causanti ustioni e come intervenire in caso di ustioni termiche o chimiche e in caso di folgorazione; elencare i fattori che determinano la gravità di un ustione; ustione; conoscere le alterazioni al sistema nervoso centrale, respiro, circolo e traumi associati provocate da folgorazione; riconoscere le segnalazioni indicanti materiali pericolosi; riconoscere le cause di ipotermia e del congelamento e relativo trattamento; conoscere le caratteristiche delle principali tossine iniettate e le possibilità di effetti generalizzati; definire le modalità di contatto; conoscere la pericolosità e l assoluta l controindicazioni all uso di sieri specifici da parte dei soccorritori.

3 LE USTIONI Sono lesioni acute della pelle e/o delle mucose e di altri tessuti molli che possono essere provocate da: calore, elettricità, radiazioni, sostanze chimiche.

4 CAUSE E MECCANISMI CALORE: fiamme, liquidi o vapori bollenti, oggetti caldi; ELETTRICITA RADIAZIONI: sole o raggi UVA SOSTANZE CHIMICHE: acidi, alcali o solventi organici (soda caustica, acido solforico, acido fluoridrico, )

5 CLASSIFICAZIONE DELLA GRAVITA Le ustioni possono essere classificate in base: alla PROFONDITA ; all ESTENSIONE.

6 CLASSIFICAZIONE DELLA GRAVITA PROFONDITA 1 grado: arrossamento e bruciore 2 grado: edema vescicolare, flittene 3 grado: tutti gli strati cutanei interessati (carbonizzazione) ESTENSIONE Regola del nove 9% capo e collo 9% arto superiore 18% arto inferiore 18% tronco anteriore 18% tronco posteriore 1% area genitale

7 PROFONDITA

8 REGOLA DEL 9

9 ALTRI INDICI DI GRAVITA Età (inf( inf.. a 5 anni, sup.. a 50 anni); Malattie preesistenti (renali, diabete, cardiovascolari); Regione colpita (vie aeree); Inalazione di fumi o vapori; Scoppi o esplosioni possono essere causa di lesioni scheletriche o degli organi interni.

10 COMPLICANZE GENERALI STATO DI SHOCK IPOVOLEMICO; SEPSI; INSUFFICIENZA RENALE.

11 TRATTAMENTO 1. SICUREZZA; 2. MANOVRE DI ASSISTENZA; 3. OSPEDALIZZAZIONE.

12 1. SICUREZZA Spegnere il fuoco o allontanare la sostanza ustionante oppure sospendere l erogazione l di energia elettrica o radiante laddove sia possibile. Altrimenti attendere l arrivo dei Vigili del Fuoco. Negli ambienti chiusi garantire il ricambio d aria. d

13 2. MANOVRE DI ASSISTENZA A. B. C. con particolare attenzione alle vie aeree, se compromesse ALLERTARE 118; Monitorare parametri vitali; Somministrare Ossigeno ad alti flussi; Raffreddare il paziente; Coprire il paziente; Trattare le lesioni delle ustioni.

14

15 3. OSPEDALIZZAZIONE Se mezzo BLS con soli volontari: ospedale più vicino salvo indicazioni diverse della Centrale 118; Se mezzo ALS: ospedale più adatto per il paziente (terapia intensiva, centro ustioni, )

16 FOLGORAZIONE

17 FOLGORAZIONE O ELETTROCUZIONE Insieme delle alterazioni organiche e funzionali prodotte dal passaggio di energia elettrica attraverso il corpo umano.

18 Meccanismo delle lesioni dell elettricità elettricità La pericolosità della corrente elettrica dipende soprattutto da: 1. INTENSITA 2. TEMPO DI CONTATTO 3. TIPO DI CORRENTE

19 1. INTENSITA DELLA CORRENTE IL VALORE DELL INTENSITA E DATO DAL RAPPORTO TRA LA TENSIONE E LA RESISTENZA OPPOSTA DAL CORPO ATTRAVERSATO DAL FLUSSO ELETTRICO

20 2. TEMPO DI CONTATTO IL TEMPO DI CONTATTO TRA LA VITTIMA E LA FONTE DI ENERGIA ELETTRICA E E UN ALTRO PARAMETRO CHE INFLUISCE SULL ENTITA ENTITA DEI DANNI PROVOCATI DALLA FOLGORAZIONE

21 3. TIPO DI CORRENTE Corrente alternata Corrente continua

22 3. TIPO DI CORRENTE La corrente alternata è più pericolosa in virtù del suo andamento ciclico che provoca uno spasmo muscolare della vittima che può prolungare il tempo di contatto.

23 Danni prodotti dall elettricità Effetti elettrici: danni più evidenti nelle folgorazioni con basse tensioni; Effetti termici: danni più gravi ed evidenti nelle folgorazioni con alte tensioni.

24 EFFETTI ELETTRICI La corrente elettrica si sostituisce agli stimoli nervosi, producendo contrazioni muscolari spasmodiche molto intense che possono causare: Spasmo muscoli respiratori (insufficienza respiratoria); Gravi aritmie fino alla FV; Lesioni muscolari, tendinee e ossee (fratture).

25 EFFETTI TERMICI Le lesioni termiche sono più evidenti quanto maggiore è la resistenza opposta dall epidermide al passaggio dell elettricità. elettricità. Si producono così: lesioni crateriformi,, asciutte, con aree nerastre di carbonizzazione

26 EFFETTI TERMICI (2) A tensioni più alte corrispondono lesioni che interessano i tessuti profondi provocando: Effetti tossici sistemici (insufficienza renale); Lesioni dei centri nervosi e paralisi a vari livelli per cottura di cellule Cerebrali e midollo spinale; Necrosi delle cellule del miocardio (ECG tipico dell infarto)

27 Approccio al paziente folgorato Accertarsi che la vittima sia isolata dall elettricità!! ; Agire in SICUREZZA!!!!; In ambiente domestico disattivare l interruttore centrale; All esterno o con alta tensione (>1000 volt) chiedere l intervento l dei V.V.F.; La comparsa di orripilazione (peli ritti) e parestesie agli arti significa che vi trovate in un campo elettrico!!!!

28 TRATTAMENTO DEL PAZIENTE FOLGORATO SICUREZZA!!!!!; A. B. C.; Monitorare i parametri vitali; Allertamento 118; Valutare e trattare le lesioni dirette (ustioni); Valutare e trattare lesioni secondarie (Fratture); Mobilizzare la vittima su barella cucchiaio o tavola spinale.

29 TRATTAMENTO DEL PAZIENTE FOLGORATO Somministrare Ossigeno e monitorare continuamente i parametri, in quanto il folgorato può andare incontro a gravi aritmie cardiache anche a distanza di ore dall evento!! Il folgorato per questo va SEMPRE ospedalizzato, anche in mancanza di segni evidenti di gravità!!!!

30 ALLERTAMENTO 118 Richiedere mezzo ALS se: Paziente con alterazione delle funzioni vitali; Polso aritmico; Segni di shock; Gravi lesioni dirette o secondarie (ustioni, fratture); Causa di folgorazione: alta tensione.

31 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA

32 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA E uno stato patologico legato ad un abbassamento della temperatura corporea i cui segni e sintomi sono generalizzati in tutto il corpo.

33 SEGNI E SINTOMI DELL IPOTERMIA I segni ed i sintomi indicano l entitàl dell assideramento che può essere di varia entità: IPOTERMIA LIEVE; IPOTERMIA MODERATA; IPOTERMIA GRAVE.

34 IPOTERMIA LIEVE Brividi intensi e incontrollati; Difficoltà a parlare; Capacità di comprensione ridotta; Coordinazione muscolare alterata con movimenti non ben definiti e spasmodici.

35 IPOTERMIA MODERATA Diminuzione dei brividi ma aumento della rigidità muscolare; Stato soporoso; Respiro lento e irregolare; Bradicardia.

36 IPOTERMIA GRAVE Coma; Collasso Cardiocircolatorio; Aritmie fino alla morte.

37 A. B. C.; TRATTAMENTO DELL IPOTERMIA Monitorare i parametri vitali; Somministrare Ossigeno; Riscaldare il paziente; Allertare 118 se ipotermia moderata o grave.

38 CONGELAMENTO

39 CONGELAMENTO Lesioni provocate da vasocostrizione persistente e che interessano solo alcuni distretti corporei

40 SEGNI E SINTOMI DEL CONGELAMENTO SI POSSONO DISTINGUERE TRE GRADI DI CONGELAMENTO

41 CONGELAMENTO INIZIALE (1 GRADO) Cute fredda, edematosa, screpolata; Presenza di parestesie, formicolii; Dolore localizzato; Guarigione con recupero completo.

42 CONGELAMENTO SUPERFICIALE (2 GRADO) Cute fredda, cianotica, presenza di vesciche (flittene( flittene) ) piene di siero; Assenza di sensibilità cutanea (anestesia) senza dolore; Guarigione con esiti cicatriziali.

43 CONGELAMENTO PROFONDO (3 GRADO) Cute cianotica con aree nerastre di necrosi tessutale senza dolore; Raggiunge i tessuti profondi; Guarigione con esiti deturpanti.

44 COSA FARE NEL CONGELAMENTO A. B. C.; Coprire la zona interessata con garze sterili e ospedalizzare; Se tempi di ospedalizzazione lunghi immergere l arto l in acqua calda (37 C); Attendere che la zona si riscaldi (sensazione di dolore); Asciugare con telo sterile, medicazione a piatto; Arto leggermente sollevato.

45 COLPO DI CALORE

46 COLPO DI CALORE Il colpo di calore è uno stato patologico determinato da un ipertermia dell organismo con una sofferenza cerebrale di grado variabile.

47 CAUSE DEL COLPO DI CALORE Temperatura esterna elevata; Sudorazione dell organismo insufficente; Elevata umidità; Bassa pressione atmosferica; Abiti che non traspirano; Elevato sforzo fisico.

48 ASTENIA; SETE INTENSA; SEGNI E SINTOMI DEL COLPO DI CALORE CUTE CALDA E SECCA; STATO LIPOTIMICO; AUMENTO TEMPERATURA CORPOREA (FINO 41-42,5 ); CEFALEA, VERTIGINI; ALTERAZIONE STATO DI COSCIENZA; POSSIBILI CONVULSIONI.

49 TRATTAMENTO DEL COLPO DI CALORE 1. Sicurezza ambientale; 2. ABC; 3. Portare il paziente in ambiente fresco e ventilato; 4. Somministrare Ossigeno; 5. Posizione antishock se PA bassa; 6. Raffreddare il paziente con panni umidi; 7. Monitorare i parametri vitali.

50 COLPO DI CALORE Allertare 118 se: Stato di coscienza alterato; Pressione arteriosa sistolica < 80 mm/hg; Persistenza dei segni di shock.

51

52 INTOSSICAZIONI E AVVELENAMENTI

53 INTOSSICAZIONI ED AVVELENAMENTI Le intossicazioni sono provocate da agenti tossici o sostanze velenose che a contatto con l organismo interferiscono con le normali attività metaboliche e biochimiche, provocando reazioni più o meno gravi.

54 VIE DI PENETRAZIONE DELLE SOSTANZE VELENOSE INGESTIONE: attraverso l apparato l digerente; INALAZIONE: attraverso le vie aeree; VIA PARENTERALE: iniezione diretta nel sangue o nel sistema linfatico; CONTATTO CUTANEO: azione diretta dell agente tossico attraverso la cute o la mucosa congiuntivale.

55 SINTOMI E SEGNI I segni e sintomi delle intossicazioni dipendono da molti fattori: Tipo di sostanza assunta; Quantità assunta; Tempo trascorso dall assunzione; assunzione; Tempo d'esposizione all agente agente tossico; Peso corporeo del paziente e dall età del soggetto; Concomitanza di altre patologie.

56 SINTOMI E SEGNI DELL INGESTIONE Dolore alla deglutizione; Ustioni a bocca e mucose; Salivazione eccessiva e schiumosa; Addominalgia; Nausea e vomito; Diarrea.

57 SEGNI E SINTOMI DELL INALAZIONE Bruciore agli occhi; Irritazione delle vie respiratorie; Insufficienza respiratoria; Cianosi.

58 SEGNI E SINTOMI DELL INTOSSICAZIONE PER VIA PARENTERALE Reazione locale nel punto di penetrazione: Gonfiore; Arrossamento, Prurito; Bruciore; Dolore.

59 SEGNI E SINTOMI DELL INTOSSICAZIONE PER VIA CUTANEA Prurito; Lesioni cutanee irritative o allergiche; Aumento della temperatura cutanea.

60 1. SICUREZZA; TRATTAMENTO 2. RICHIEDERE L INTERVENTO L DI ALTRE UNITA DI SOCCORSO; 3. ASSISTENZA ALL INFORTUNATO; 4. RILEVAZIONE DI INFORMAZIONI; 5. CONTATTO CON UN CENTRO ANTIVELENI.

61 1. SICUREZZA Valutare l ambiente l e il luogo dell evento; evento; Individuare l agente l tossico; Richiedere l intervento l dei Vigili del Fuoco in presenza di tossici ambientali; Spostare il paziente in un luogo sicuro; Mettere la scena in sicurezza.

62 2. RICHIEDERE INTERVENTO ALTRE UNITA DI SOCCORSO In caso, di tossici ambientali e intossicazioni di massa, chiedere alla Centrale 118 l intervento dei Vigili del Fuoco o della Pubblica Sicurezza; Se coinvolte più persone, chiedere l interventol di altre ambulanze, segnalando il numero di persone coinvolte e la gravità.

63 3. ASSISTENZA ALL INFORTUNATO ABC; Somministrare Ossigeno in caso di dispnea; Monitorizzare i parametri vitali; Con funzioni vitali compromesse allertare 118.

64 4. RILEVAZIONI DI INFORMAZIONI Individuare la sostanza tossica, portare con sé il contenitore; Chiedere da quanto tempo è stata assunta la sostanza; Chiedere la quantità di sostanza; Rilevare la via di penetrazione.

65 5. CONTATTO CON CENTRO ANTIVELENI Compito della Centrale 118 o del medico del Pronto Soccorso.

66 INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO Il monossido di carbonio è un gas inerte e inodore che provoca un acuta ipossia che porta ad un evoluzione letale se non trattata per tempo.

67 TRATTAMENTO Messa in sicurezza dell ambiente; ABC con monitorizzazione dei parametri; Somministrare Ossigeno ad alti flussi; Segnalare l evento l alla Centrale 118 per l eventuale l ricerca di camere iperbariche; Con paziente assopito o incosciente allertare 118.

68 AVVELENAMENTO DA MORSO DI SERPENTE (VIPERA) Evenienza rara (negli ultimi sei anni in tutta Europa si sono registrati circa 50 decessi e in Italia sono state morse 1541 persone)

69 LA VIPERA Caratteristiche morfologiche: Coda appuntita; Testa triangolare; Pupille verticali; Colori del dorso accesi; Lunghezza max.. 60 cm

70 SEGNI E SINTOMI DEL PAZIENTE MORSO DA VIPERA Grado 0 Grado 1 Grado 2 Grado 3 Assenza di avvelenamento Avvelenamento ridotto Avvelenamento moderato Avvelenamento severo Tracce di morso, assenza di obbiettività locale dopo 2-3 ore Edema localizzato alla sede di inoculo. Edema intenso lungo tutto l arto colpito, ipertensione, diarrea, vomito Edema massivo,, stato di shock, sanguinamento

71 TRATTAMENTO ABC con valutazione dei tempi di ospedalizzazione; Immobilizzare l arto; l Compressione graduale con bende elastiche a monte e a valle del punto di morsicatura; Trasportare il paziente in ospedale facendogli fare il minor movimento possibile; Monitorizzare i parametri costantemente.

72 ATTENZIONE!! EVITARE LA SUZIONE DEL VELENO, IL LACCIO EMOSTATICO, LE INCISIONI. NON SOMMINISTRARE IL SIERO ANTIOFIDICO PER POSSIBILI COMPLICANZE ALLERGICHE.

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