lezione n.4: il danno nelle costruzioni storiche

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2 CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI STORICI prof PAOLO FACCIO (Università IUAV di Venezia ) A.A lezione n.4: il danno nelle costruzioni storiche

3 .STRUTTURE IN MURATURA

4 VARIAZIONI TERMICHE CARICHI VERTICALI : PESI PROPRI, NEVE, AZIONE SISMICA CARICHI ORIZZONTALI : VENTO, AZIONE SISMICA, SPINTA DEI TERRENI

5 QUADRI FESSURATIVI E MECCANISMI DI DANNO NEI SOLIDI PRISMATICI

6 LA ROTTURA DEI SOLIDI PRISMATICI Lesioni manifestazione evidente dei dissesti strutturali DEFORMAZIONI : variazioni di forma geometrica delle strutture FESSURAZIONI : soluzione di continuità del solido murario Se durante la variazione di forma in un punto del solido la dilatazione supera i limiti di tolleranza della coesione del materiale, nel punto si stabilisce una soluzione di continuità che si proroga, di mano in mano, per apparire in superficie sotto forma di fessurazione Sisto Mastrodicasa Dissesti statici delle strutture edilizie,, Hoepli, Milano1988

7 La direzione delle tensioni massime ( ) si dispone approssimativamente in fase iniziale ortogonalmente al piano di fessurazione ( ) Qualitativamente il piano di fessurazione si dispone, in fase iniziale, ortogonalmente alla direzione delle dilatazioni

8 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura sollecitazioni di trazione la rottura del cubetto, supponendo sempre l omogeneità e l isotropia del materiale, avverrà secondo piani normali alle forze di trazione. fessurazione Compressione assiale trazione

9 Qualitativamente le parti a diretto contatto con l attuatore risentono della rigidezza del medesimo gradualmente in relazione alla prossimità dell interfaccia. Il rapporto tra le rigidezze dei due Rottura per compressione del solido prismatico materiali condiziona elementare la dilatazione

10 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di compressione La sollecitazione di compressione comporta, superato il limite di resistenza del materiale, la rottura per schiacciamento ; si consideri ora un elemento di forma cubica (composto da un materiale omogeneo ed isotropo) caricato da una sollecitazione di compressione lungo l asse y applicata attraverso due piastre molto rigide, con rigidezza paragonabile a quella del cubetto, tali da: poter considerare il carico uniformemente distribuito; generare un attrito sulle facce del cubo a contatto che ne impediscano o limitino la deformazione trasversale; La rigidezza degli attuatori non influenza la dilatazione trasversale del blocco: rottura prismatica Rottura tipica delle colonne e/o pilastri 10

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12 Le fessurazioni verticali per compressione possono portare al collasso improvviso di tipo fragile

13 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di compressione Le piastre degli attuatori hanno una rigidezza superiore a quella del blocco. La distribuzione delle dilatazioni trasversali sarà max nel punto di mezzo del blocco e limitata in corrispondenza alle superfici di contatto; il cubetto sarà pertanto sollecitato, e la rottura si stabilirà secondo le superfici iperboloidiche dirette con concavità verso l esterno, come rappresentato in figura; tale tipo di rottura è caratteristica di quei solidi prismatici che più si avvicinano al nostro cubetto ovvero negli elementi strutturali tozzi che pur avendo la possibilità di espandersi sono limitati dagli estremi superiore ed inferiore (cordoli in c.a. dei solai); presentano una rottura di questo tipo i maschi murari.

14 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di compressione Nel caso in cui venga interposto, tra le piastre di carico e le facce del cubetto, uno strato di materiale con modulo elastico inferiore a quello del cubetto, si avrà la rottura iperboloidica inversa caratterizzata da tensioni tangenziali tra il materiale interposto e le facce del cubetto dirette verso l esterno del prisma anziché verso l interno come nel caso senza interposizione di materiale; analizzando, anche in questo caso, l equilibrio dei tre prismetti elementari e facendo l inviluppo delle singole fratture elementari si otterrà l iperboloidica inversa ; nei muri portanti degli edifici, questo tipo di rottura si verifica quando tra la pietra e/o mattone vengono interposti giunti di malta eccessivamente spessi; poiché le malte hanno un modulo elastico più basso rispetto alla pietra o ai mattoni si deformeranno più di questi. 14

15 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di compressione Tutti e tre i tipi di rottura visti si verificano nella pratica negli elementi strutturali tozzi ; nei muri snelli i tre tipi di rottura considerati possono ritrovarsi in prossimità degli spigoli oppure in una zona intermedia; in questo secondo caso le fratture si presenteranno con il loro classico andamento solo sui piani trasversali e verticali cioè nello spessore dei muri; la ragione per cui si hanno questi tipi di localizzazioni è dovuta all impedimento alla libera dilatazione che, nei muri snelli, le masse laterali esercitano su quelle intermedie. 15

16 ROTTURA PER COMPRESSIONE DI UNA MURATURA : alcuni esempi

17 Schiacciamento Le fessurazioni si presentano in linea di massima con andamento pressoché parallelo; Negli stadi più avanzati si hanno fenomeni di rigonfiamento dei paramenti; In stadi avanzati (che preludono al collasso) si possono avere anche lesioni orizzontali. Si disgregano prima le malte, poi si ha la rottura delle pietre ed infine il vero e proprio schiacciamento. Nel caso di malte di ottima qualità ovvero di murature a sacco, si può avere la rottura delle pietre senza avere prioritariamente la rottura della malta.

18 Malte Il degrado delle malte dovuto alla vetustà contribuisce in modo determinante all indebolimento delle strutture murarie; le malte invecchiando perdono la loro coesione, inoltre possono perdere la loro aderenza ai materiali lapidei e quindi non fare più presa; la coesione e l aderenza si annullano nel tempo più o meno rapidamente in relazione alla composizione della malta stessa, alla manipolazione e all impiego che ne è stato fatto. la malta che ha perso coesione diventa pulvirulenta, sfarinandosi tra le dita. lo spessore del giunto di malta incide in maniera inversamente proporzionale alla resistenza della muratura.

19 Individuazione dello schiacciamento Percuotendo con un martello il tratto di muratura interessato, si avverte un suono cupo; Il martello non rimbalza; Asportato un strato superficiale della muratura e ripetuta la percussione possiamo accertare se il fenomeno è profondo o superficiale.

20 Schiacciamento per sovraccarico localizzato In figura è rappresentato il caso di schiacciamento per un sovraccarico localizzato; le fessurazioni sono verticali o inclinate a 45 nella zona immediatamente sottostante il carico; La frattura si determina nel piano medio sempre immediatamente sotto il carico; In generale, la stabilità dell edificio non può essere compromessa da un singolo episodio di eccessivo carico localizzato

21 Manifestazione di plessi fessurativi per schiacciamento e taglio per carico concentrato

22 Rottura per compressione a causa di disomogeneità costruttive

23 Distacco per discontinuità materico costruttiva

24 Schiacciamento per peso proprio Le fessurazioni sono pressoché parallele e dirette come il carico. Naturalmente, si manifestano nella regione più bassa del muro.

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26 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Pressoflessione e carico di punta Se in un pannello murario, la risultante dei carichi, pur essendo verticale, non passa per il piano medio o per il baricentro, il solido sarà soggetto ad una compressione assiale e ad una flessione; in genere i solidi murari sono elementi tozzi per cui non si verificano fenomeni di instabilità e le sollecitazioni non sono altro che la somma algebrica delle singole sollecitazioni provocate dalla compressione e dalla flessione prese singolarmente; per la sicurezza delle strutture murarie è necessario che la risultante dei carichi cada all interno del nocciolo centrale d inerzia di tutte le sezioni trasversali per avere tutte le fibre compresse, data la scarsa capacità delle murature di resistere a trazione; la pressoflessione nelle murature si può instaurare per difetti di costruzione o più semplicemente quando si realizzano murature con un paramento più resistente rispetto all altro con conseguenti deformazioni differenziate in funzione del diverso modulo elastico; 26

27 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Pressoflessione e carico di punta Il carico di punta si ha allorché la lunghezza dell elemento strutturale è di gran lunga superiore alla minima dimensione trasversale (esperienze condotte in tale senso hanno dimostrato che per l/h>15 si ha rottura per carico di punta); per i solidi astiformi si usa la formula di Eulero per determinare il carico critico ovvero il carico per cui si verifica la rottura del materiale sollecitato: in cui: Pcrit è il carico critico; P crit 2 EJ l Jmin è il momento d inerzia minimo della sezione; lo è la luce libera d inflessione che dipende dal tipo di vincolo alle estremità del solido o min

28 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Pressoflessione e carico di punta Le lesioni causate dalla pressoflessione possono ricondursi a tre casi tipici: il primo riguarda il caso del paramento esterno con materiale più resistente; il secondo il caso di entrambi i paramenti più resistenti rispetto al nucleo centrale riempito con muratura informe e meno resistente; il terzo riguarda gli angoli dei fabbricati o le spalle delle aperture eseguite con blocchi squadrati e collegati alla restante muratura più o meno caotica. 28

29 Pressoflessione E una sollecitazione molto pericolosa per le strutture murarie; Il solido murario sollecitato a carico di punta può rompersi per effetto della pressoflessione prima di raggiungere la condizione di schiacciamento; Il difetto costruttivo della muratura dovuto ad un cattivo collegamento trasversale può portare a pericolosi dissesti causati da pressoflessione ( a parità di altezza del muro, si può dimezzare lo spessore a causa della cattiva tessitura della struttura muraria); Anche il difetto di omogeneità della sezione muraria può predisporre il muro ad un dissesto da pressoflessione; Il dissesto si manifesta con il rigonfiamento dei paramenti; La lesione è caratterizzata dalla smembratura della struttura in più tronchi verticali.

30 Cattivo collegamento trasversale della muratura, scarsa presenza di diatoni Danneggiamento della sezione per alveolizzazione localizzata dei blocchi o erosione dei giunti asimmetrica. Pressoflessione

31 Rigonfiamento paramenti; Sezionamento in più tronchi verticali

32 Influenza della rigidezza della muratura nella ripartizione dei carichi

33 LA VERTICALIZZAZIONE DELLA FESSURA, CON UN PANNELLO DI GEOMETRIA CON H CIRCA UGUALE A B, NEL CASO DI CONTEMPORANEA PRESENZA DI SFORZO NORMALE E TAGLIO DIPENDE DALLA SOLLECITAZIONE PREVALENTE RELAZIONE TRA ANDAMENTO DELLE FESSURAZIONI, CARATTERIZZAZIONE NEL PIANO E FUORI DAL PIANO, E SOLLECITAZIONI

34 ROTTURA PER FLESSIONE E TAGLIO DI UNA MURATURA

35 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA 1 Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione a flessione e taglio La presenza di queste due sollecitazioni è abbastanza frequente nella realtà specie quando si hanno dei cedimenti differenziali delle fondazioni dei muri; le rotture per flessione e taglio hanno andamenti diversi in funzione della forma geometrica del solido anche a parità di condizioni di carico e vincolo; in genere, quando la luce libera del solido (che supponiamo di forma prismatica) è notevolmente maggiore dell altezza della sezione trasversale prevale la flessione con le fratture che iniziano a formarsi dal lembo teso della sezione di massimo momento, mentre quando la luce è piccola prevale il taglio con le fratture ad inclinazione variabile e tanto più tendenti ai 45 quanto più prevalgono le tensioni tangenziali rispetto a quelle normali; Le rotture a taglio e flessione sono spesso presenti nel caso di azione sismico appartenente al piano del muro

36 Rottura per taglio

37 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di flessione Rottura per flessione Si consideri un solido astiforme, semplicemente appoggiato in due punti intermedi e caricato con due forze applicate nelle sezioni estreme in modo tale da avere un momento flettente costante nel tronco intermedio e taglio nullo; nel tronco a momento costante si avrà pertanto una deformazione circolare di centro O, punto d incontro delle due sezioni rette condotte per gli appoggi, con un generico prismetto non soggetto a deformazioni rombiche (assenza di t); un solido ugualmente resistente a trazione e compressione si rompe al lembo superiore lungo una sezione trasversale retta e al lembo inferiore fratture prismatiche; in un solido come la muratura, dove la resistenza a trazione è trascurabile rispetto a quella di compressione, la rottura inizia al lembo superiore proseguendo fino al lembo inferiore a causa della riduzione della sezione resistente.

38 Rottura per flessione e taglio del solido elementare

39 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA 2 Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione a flessione e taglio La presenza di queste due sollecitazioni è abbastanza frequente nella realtà specie quando si hanno dei cedimenti differenziali delle fondazioni dei muri; le rotture per flessione e taglio hanno andamenti diversi in funzione della forma geometrica del solido anche a parità di condizioni di carico e vincolo; in genere, quando la luce libera del solido (che supponiamo di forma prismatica) è notevolmente maggiore dell altezza della sezione trasversale prevale la flessione con le fratture che iniziano a formarsi dal lembo teso della sezione di massimo momento, mentre quando la luce è piccola prevale il taglio con le fratture ad inclinazione variabile e tanto più tendenti ai 45 quanto più prevalgono le tensioni tangenziali rispetto a quelle normali; si esaminano adesso dei solidi prismatici con tre diverse condizioni di vincolo.

40 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di flessione e taglio E la condizione di cedimento terminale Si cerca ancora la condizione per cui si realizza l uguaglianza tra la smax e t max; i risultati ottenuti dalla condizione di uguaglianza mostrano che per avere smax = t max si deve avere l = 1/2 h; se l >1/2 h prevalgono le tensioni normali e la rottura inizierà dal lembo maggiormente teso, si inclinerà verso i 45 in corrispondenza dell asse neutro per poi continuare verso le fibre compresse in verticale; se l <1/2 h prevalgono le tensioni tangenziali e le fratture assumeranno la configurazione indicata in figura. 40

41 CEDIMENTI FONDAZIONALI DANNO PER AZIONI TAGLIANTI DERIVANTE DA CEDIMENTO DELLE FONDAZIONI

42 L ANDAMENTO DELLE FESSURAZIONI CONFERMA IL RAPPORTO QUALITATIVO TRA PIANO DI FESSURAZIONE E DIREZIONE DELLE TRAZIONI PRINCIPALI

43 IL FENOMENO DI DANNO DEL PANNELLO MURARIO E LEGATO ALLA DINAMICA DI MANIFESTAZIONE DELLA PERTURBAZIONE

44 2 3 La rottura per flessione individua una serie progressiva di mensole, sempre più corte con una verticalizzazione delle fessure che accompagna la riduzione dimensionale (L1, L2, L3) della mensola stessa da 1 a 3 1 L3 L1 L2

45 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di flessione e taglio Condizione assimilabile a tratto di muro interno alla cortina muraria Si cerca, anche in questo caso, la condizione per cui si realizza l uguaglianza tra la smax e t max; i risultati ottenuti dalla condizione di uguaglianza mostrano che per avere smax = t max si deve avere l = 3/2 h; se l >3/2 h prevalgono le tensioni normali e la rottura inizierà dal lembo maggiormente teso, si inclinerà verso i 45 in corrispondenza dell asse neutro per poi continuare verso le fibre compresse in verticale; innescata la rottura le sezioni d incastro sono sempre meno capaci di resistere e la trave si comporterà come semplicemente appoggiata; se l <3/2 h prevalgono le tensioni tangenziali e le fratture assumeranno la configurazione indicata in figura. E la condizione di architrave danneggiato 45

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47 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di flessione e taglio E la condizione di muro isolato Si cerca in questo caso la condizione per cui si realizza l uguaglianza tra la smax e t max ovvero il rapporto tra la luce l della trave e la sua altezza h; i risultati ottenuti dalla condizione di uguaglianza mostrano che per avere smax = t max si deve avere l = h; se l > h prevalgono le tensioni normali e la rottura inizierà dal lembo maggiormente teso fino a propagarsi a tutta l altezza del solido. se l < h prevalgono le tensioni tangenziali e le fratture si spostano verso gli appoggi, partendo dall asse neutro, con andamento tendente ai 45 intorno all asse neutro e andamento verticale in corrispondenza delle fibre estreme in virtù dell assenza delle tensioni tangenziali. 47

48 LA PREVALENZA DEL DANNO PER TAGLIO O FLESSIONE E FUNZIONE DEL RAPPORTO TRA SVILUPPO DEL CEDIMENTO E DIMENSIONE DEL PANNELLO INTERESSATO

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50 Effetti di un cedimento terminale del pannello murario per carenza del sistema fondale

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52 SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA Andamento delle superfici di rottura Sollecitazione di flessione, taglio e torsione Spesso capita di avere in alcuni elementi strutturali la contemporanea presenza di queste tre caratteristiche di sollecitazione; nelle strutture murarie, la rottura per sollecitazione composta di flessione, taglio e torsione si verifica allorché si hanno dei cedimenti nelle fondazioni agli angoli degli edifici; in questi casi il cedimento imprime ad una o ad entrambe le pareti, oltre alle sollecitazione di flessione e taglio anche quella di torsione; la fessurazione avrà l inclinazione verso il cedimento sui paramenti esterni ed una inclinazione in verso opposto sui paramenti interni per effetto della sollecitazione di torsione. 52

53 INCIDENZA DELLA FOROMETRIA NEI FENOMENI DI DANNO

54 LA FOROMETRIA CORRISPONDE AD UNA SOLUZIONE DI CONTINUITA DELLA MURATURA E I CEDIMENTI FONDALI PROVOCANO FESSURAZIONI CHE VENGONO ESALTATE E CONDIZIONATE DALLA DISPOSIZIONE DEI FORI.

55 Deformazione rombica delle aperture Si manifesta nelle aperture di porta normali ai muri inflessi, in prossimità degli stessi.; Nelle regioni inferiori al ventre l architrave tende a spostarsi verso la parte inflessa; Nelle regioni superiori si sposta invece la base. (vedere figura a fianco) Nell angolo superiore dell apertura che tende a chiudersi si verifica espulsioni di crosticine di tinteggiatura e d intonaco per schiacciamento; Nell angolo superiore che tende ad aprirsi si stabiliscono le fratture per trazione; Gli infissi ad un anta, secondo i casi, battono sull architrave o radono il pavimento; Gli infissi a due ante con una battono l architrave e con l altra il pavimento. Nei dissesti più gravi l architrave non rimane orizzontale ma si inclina verso il basso dalla parte del cedimento.

56 Lesione sopraporta e sotto finestra per cedimento della fondazione

57 se è possibile trovare una curva delle pressioni per l arco completo, che sia in equilibrio con i carichi applicati (incluso il peso proprio) e rimane ovunque interna allo spessore dell arco, allora questo arco è sicuro J. Heyman.FESSURAZIONE DI ARCHI E VOLTE

58 LESSICO DELLE CARATTERISTCIHE COSTRUTTIVE DI UN ARCO IN MURATURA

59 Strutture resistenti per forma: ad ogni condizione di carico corrisponde una forma resistente ideale Sfruttamento ottimale delle caratteristiche meccaniche della muratura

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61 METODI GRAFICI ED EMPIRICI Le regole di proporzione geometrica basavano il concetto di evoluzione sul superamento di un modello costruttivo esistente con una architettura dimensionalmente più grande. L analisi del dissesto costituiva una guida per la valutazione delle possibilità di superamento delle regole 1 2 Metodo di proporzionamento geometrico di Leonardo da Vinci (1) e regola di Deran che consentiva di dimensionare l piedritto in relazione alla luce dell arco (2)

62 Leonardo da Vinci metodo di dimensionamento geometrico e studi sulla stabilità degli archi.

63 METODI BASATI SULLA MECCANICA DEI CORPI RIGIDI, CATENE CINEMATICHE CON ARCO IN CONDIZIONI LIMITE, COLLASSO Rottura per flessione della parte centrale dell arco (1) e rottura per scivolamento della parte centrale dell arco (2). La manifestazione di queste due modalità di collasso è possibile solo nel caso di rotazione dei piedritti De La Hire e Belidor (2), Mascheroni e Coulomb (1) 1 2

64 Meccanismi di collasso degli archi. Frezier

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66 Dominio ammissibile per la sicurezza di un arco a conci. J. Heyman

67 Curva delle Pressioni Risultante interna allo Tangente all origine spessore: possibile equilibrio Risultante esterna: H Linea delle pressioni H possibile meccanismo. V V

68 Geometria dell arco e meccanismo di danno

69 dissesti

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71 Rapporto tra geometria dell arco e modulo della spinta orizzontale all imposta

72 Stabilità archi La risultante della pressione è inclinata e può essere scomposta in due forze. La prima, verticale, che sollecita il piedritto a sforzo normale; La seconda, orizzontale (spinta), che tende ad inflettere verso l esterno il piedritto stesso. Il centro di pressione C risulta spostato verso l esterno (vedere fig. a fianco) favorendo l eccentricità rispetto al baricentro B.

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74 Cedimento di un piedritto e carico antimetrico

75 2 1 Cedimento del piedritto di sinistra con definizione di sistema di fessurazione con ramo primario (1) e secondario (2) di tipo flessionale

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78 DILATAZIONI TERMICHE

79 Danneggiamento di una volta a crociera Danneggiamento di una volta a padiglione

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82 LA RAPPRESENTAZIONE DEL DISSESTO

83 LA RAPPRESENTAZIONE DEL DISSESTO 2

84 IL RILIEVO DEL QUADRO FESSURATIVO

85 Lettura dei quadri fessurativi : lessico

86 cuspide gola cigli Elementi caratterizzanti una fessura

87 IL DANNEGGIAMENTO : RILIEVO DEI QUADRI FESSURATIVI elementi funzionali alla interpretazione dei plessi fessurativi Elementi nel piano (del muro) Elementi fuori dal piano (del muro)

88 MONITORAGGIO E CONTROLLO

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90 Palazzo Malipiero - Venezia : relazione sullo stato di danno Prof. Ing. Arch. Paolo Faccio Coll. Arch. C. De Nardi - Arch. E. Fain : rilievo Ing. A. Dei Svaldi : consulenza geotecnica Prof. Arch. F. Guerra : fotoraddrizzamento e profili facciata

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98 Planimetria indicante l area oggetto di realizzazione delle vasche e le fondazioni oggetto di verifica

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101 Tendenza abbassamenti verticali Tendenza abbassamenti verticali di maggiore intensità Opere interne seminterrato oggetto di autorizzazione. Area di maggiore presenza di cedimenti

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105 Strumentazione utilizzata

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114 Effetti delle due scosse di terremoto del 2012

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117 .STRUTTURE IN LEGNO

118 Valutazione con la tecnica della classificazione a vista del legname in opera

119 PALAZZO CONTARINI DEL BOVOLO VENEZIA ANALISI A VISTA DEL LEGNAME IN OPERA SOLAI DEL PIANO PRIMO

120 a b Profili resistografici, legno sano (a), di trave con degrado diffuso (b) e in trave con fessure da ritiro ( c ). Kappel et altri 1993 c

121 LE FESSURAZIONI DA RITIRO NON COMPORTANO NECESSARIAMENTE RIDUZIONI DI CAPACITA SE NON NEGLI ELEMENTI COMPRESSI, POSSIBILI INSTABILITA, O IN ELEMENTI INFLESSI IN FUNZIONE DELLA POSIZIONE DELLA FERSSURA IN RELAZIONE AL PIANO DI FLESSIONE LE ROTTURE DI TIPO FRAGILE, INTERROMPONO LA FIBRA LONGITUDINALE, COMPORTANDO RIDUZIONI DI PORTANZA E POSSONO PRELUDERE AL COLLASSO DELLA STRUTTURA

122 FESSURAZIONE PER ECCESSO DI CARICO DERIVANTE DA UNA RIDUZIONE DELLA SUPERFICIE DI SCARICO PER DEGRADO DELL ELEMENTO LIGNEO

123 FESSURAZIONI DA RITIRO PIANO DI FLESSIONE FESSURA DA RITIRO ININFLUENTE FESSURA DA RITIRO PENALIZZANTE

124 DISSESTI NEI SOLAI ED EFFETTI NEGLI ELEMENTI TECNOLOGICI PORTATI DANNO NELLE PARETI DIVISORIE LESIONI E DEFORMAZIONI PER I CEDIMENTI DELLE STRUTTURE PORTANTI IN LEGNO DEFORMAZIONE DELLGLI ELEMENTI INFLESSI ECCESSO DI CARICO SULLA MUARTURA CON ROTTTURA A TAGLIO DELLA STESSA

125 B SEZIONE A-B u u/3 A LA DEFORMAZIONE DELLA TRAVE COMPORTA UNA ROTAZIONE ALL APPOGGIO CON UN CONSEGUENTE INCREMENTO DELLE TENSIONI SUL BORDO DELLA MURATURA PER CONDIZIONARE QUESTO PROBLEMA E UTILE INSERIREUN ELEMENTO RIGIDO DI RIPARTIZIONE

126 Zeppa di livellazione appoggio sulla muratura

127 Rema di bordo lignea per appoggio del solaio

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