Il BackBone IP per i servizi telefonici

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1 PIATTAFORME Il BackBone IP per i servizi telefonici DONATO FRATIANNI SONIA LALLI PASQUALE LAMBERTI ALBERTO MARIA LANGELLOTTI FEDERICO TITO MORETTI PAOLO SCRIMITORE Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una fenomenale crescita del traffico dati, dovuta alla clientela business, tradizionalmente presente in quest area e, soprattutto, ai clienti residenziali che, con l avvento di Internet e della larga banda, si sono man mano aggiudicati la fetta maggiore dei volumi di traffico. Lo sviluppo della larga banda e dei relativi servizi comporterà una sempre maggiore crescita di banda in rete; in questo scenario si aprono nuove opportunità per gli operatori di telecomunicazione, sia dal punto di vista dello sviluppo del mercato e dei servizi, che delle infrastrutture di rete, che possono essere ottimizzate per trasportare in modo integrato voce e dati, con conseguenti riduzioni dei costi. Il progetto BBN (BackBone Nazionale) nasce proprio in questo contesto, con l obiettivo di cogliere i benefici derivanti dall utilizzo di risorse comuni per servizi voce e dati, in un segmento di rete, il backbone, in cui le soluzioni tecnologiche sono ormai mature e più facilmente utilizzabili. L articolo descrive i principali motivi che hanno portato alle scelte architetturali e tecnologiche effettuate, le soluzioni adottate nell ambito degli apparati di rete, le fasi in cui lo sviluppo della piattaforma di rete si è articolato, le reazioni degli altri operatori a questa iniziativa di Telecom Italia e le loro iniziative sul tema. 1. Introduzione Negli anni è stata annunciata l imminenza del sorpasso del traffico dati rispetto a quello telefonico e, se è pur vero che la data del sorpasso è stata oggetto di discussioni e di numerosi aggiornamenti, tutti concordavano sul concetto: presto i volumi di traffico in rete si sarebbero ribaltati a favore dei dati, con il traffico telefonico destinato a diventare una piccola percentuale di quello dati. Questo evento ha creato nuove opportunità per gli operatori, in quanto le reti dati, necessarie per far fronte ai crescenti volumi di traffico, avrebbero potuto essere messe a fattor comune con quelle per i servizi telefonici, con conseguenti ottimizzazioni e benefici sia dal punto di vista degli investimenti che dei costi. Il BBN (BackBone Nazionale) sostituisce la rete di transito telefonica di Telecom Italia, che cominciava a denunciare problemi di obsolescenza; il cambio tecnologico non è tanto dovuto alla possibilità di fornire al cliente telefonico tradizionale nuovi servizi, anche se, come vedremo, ne costituisce il presupposto, ma all idea di cogliere i benefici derivanti dalle sinergie nel trasporto fra servizi dati e voce. La messa in campo della piattaforma BBN ha richiesto un grosso impegno, che ha coinvolto tutte le funzioni aziendali e dei costruttori che hanno fornito i nodi, proprio perché è stata una delle prime implementazioni nel campo delle soluzioni NGN (Next Generation Network). Da quest anno, però, con il suo completamento essa rappresenta per Telecom Italia una soluzione all avanguardia che consentirà di portare a casa quel recupero di costi che ne ha giustificato la realizzazione. 56 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

2 2. Obiettivi e driver L evoluzione del traffico sulle reti di backbone voce e dati di Telecom Italia ha visto il sorpasso del traffico dati nel corso del 2002 (figura 1), con il traffico telefonico sostanzialmente costante negli anni e quello dati in forte crescita. Gbps IP Internet Protocol Volumi di traffico sul transito 2003 fonia È in questo contesto che è stata decisa la realizzazione della piattaforma BBN, mediante la quale il traffico telefonico interdistrettuale viene pacchettizzato e trasportato sul Backbone IP OPB (Optical Packet Backbone). Tale piattaforma permette di cogliere significative sinergie nel trasporto, consentendo i seguenti obiettivi: riduzione Opex; riduzione Capex; abilitare lo sviluppo di servizi telefonici IP (VoIP) e l interconnessione con quelli della rete telefonica tradizionale. Il primo obiettivo è l immediata conseguenza dell impiego di una rete integrata per voce e dati; la riduzione Opex diventa evidente esaminando l architettura di transito degli SGT (Stadio di Gruppo di Transito) (figura 2) e quella nuova del BBN (figura 3). La rete telefonica, organizzata su 33 aree gateway, era costituita da 66 nodi di transito SGT (due nodi per ciascuna area); tutti gli SGU (Stadio di Gruppo Urbano) di un area gateway erano collegati ad entrambi gli SGT per motivi di affidabilità. Gli SGT erano collegati FIGURA 1 Evoluzione del traffico telefonico e dati sulla rete di Telecom Italia. IP GW IP OLO OPB PLMN PoP SGT SGU Area GW 1 SGU Area GW 2 GateWay Internet Protocol SGT OLO/PLMN PoP 2 SGU PoP 1 Other Licenced Operator Optical Packet Backbone Public Land Mobile Network Point of Presence Stadio di Gruppo di Transito Tadio di Gruppo Urbano a maglia completa (con poche eccezioni di relazioni mancanti). Questa soluzione comportava un elevatissimo numero di relazioni fra i nodi di transito (circa 2.000) e di flussi trasmissivi (circa 8.000), con costi operativi considerevoli. La piattaforma BBN semplifica notevolmente l architettura di rete e, grazie alla condivisione della rete di trasporto IP con i servizi dati, permette la riduzione dei costi operativi. A tale proposito si fa notare come il peso del traffico telefonico sul backbone rappresenti, nel 2004, il 23 per cento del totale, e come si riduca considerevolmente, tanto da diventare circa il 10 per cento nel 2006, scendendo ulteriormente negli anni successivi. Dal punto di vista degli Opex, questo significa che la quota parte dei costi del Backbone IP attribuibili al BBN è rilevante solo nei primi anni; poi l impegno di risorse dell OPB diventa trascurabile e, allo stesso modo, la relativa quota Opex. L altro obiettivo della rete BBN è rappresentato dalla riduzione dei Capex che vengono annualmente spesi per l evoluzione dei servizi telefonici. Tali servizi comportano, infatti, sviluppi non solo sugli SGU ma anche sul livello di transito, come nel caso della portabilità del numero telefonico di rete mobile MNP (Mobile Number Portability). Lo sviluppo di tali servizi sulla rete SGT, realizzata con tecnologie di tre differenti fornitori (Italtel, Ericsson ed Alcatel), avrebbe comportato una moltiplicazione dei Capex, a differenza del BBN che, OLO/PLMN SGT FIGURA 2 L architettura della vecchia rete SGT. Rete SGT IP Backbone (OPB) OLO/PLMN SGT PoP 31 PoP 32 Area GW 33 SGT SGU OLO/PLMN SGU Area GW 32 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

3 essendo monofornitore, ha richiesto un solo sviluppo. L ultimo obiettivo, solo per ordine di presentazione, non certo di importanza, riguarda lo sviluppo di servizi telefonici VoIP, generati da terminali IP o tramite gateway in sede cliente, e l interconnessione con la rete telefonica tradizionale; in questo caso occorrono funzionalità gateway che realizzino l interlavoro fra le due reti. Ovviamente, non è indispensabile il BBN a questo scopo; già prima che il BBN venisse implementato, servizi di telefonia IP erano forniti alle imprese su reti a larga banda (ad esempio Hyperway Multimedia), con la possibilità di chiamate anche verso clienti attestati alla rete telefonica tradizionale (chiamate off net), tramite gateway dedicati. Questa soluzione potrebbe essere utilizzata anche per i servizi VoIP ma risulterebbe disottimizzata, soprattutto nella fase iniziale, a causa dei bassi volumi di traffico generati dal ridotto numero di clienti. Il BBN, invece, è già presente su tutto il territorio nazionale e, pertanto, permette di avere le funzionalità gateway sufficientemente distribuite ed ottimizzabili man mano che il traffico telefonico IP aumenta ed il traffico di transito sulla rete PSTN/ISDN diminuisce. Infine, su questo tema va evidenziato che l impiego del BBN ottimizza anche le risorse trasmissive e di commutazione della rete telefonica, in quanto dal BBN si raggiungono direttamente tutti gli SGU, impegnando, così, il numero minimo di risorse per collegare i clienti sulle due reti. 3. Architettura della piattaforma BBN AGW 2 AGW 1 OLO BBN 1 L architettura della piattaforma BBN è basata su 24 PoP (Point of Presence) in 23 sedi e risulta notevolmente più concentrata rispetto alla rete di SGT, basata su 66 nodi. I 24 PoP sono organizzati in coppie e costituiscono 12 bacini di raccolta; nella definizione dei bacini di raccolta sono stati considerati i seguenti criteri tecnico-amministrativi: la doppia attestazione geografica degli SGU; il mantenimento delle attuali Aree Gateway; il rispetto dei confini amministrativi delle strutture operative territoriali RO (Regional Operation). Per mantenere il livello di affidabilità della soluzione precedente, ogni SGU è attestato a due PoP BBN, che si trovano in sedi diverse, ad eccezione di Cagliari, che ospita due PoP nella stessa sede. Tutti gli SGU appartenenti ad una stessa area Bacino di raccolta 1 AGW Area GateWay BBN BackBone Nazionale OLO Other Licenced Operator OPB Optical Packet Backbone OSS Operation Support System FIGURA 3 L architettura della nuova rete BBN. OSS BBN 2 BBN 23 OPB Bacino di raccolta 12 OLO BBN 24 AGW 32 AGW 33 gateway sono attestati alla stessa coppia di PoP BBN, per cui ogni bacino BBN può sottendere una o più aree gateway, consentendo di mantenerne l attuale ripartizione. Infine, le aree gateway sottese alla stessa coppia di PoP BBN appartengono alla stessa Regional Operation, al fine di facilitare la gestione tecnico-amministrativa della rete. Il traffico interdistrettuale fra gli SGU appartenenti al generico bacino BBN viene commutato a circuito nel PoP BBN, mentre quello interdistrettuale long distance fra i bacini viene pacchettizzato dai MG (Media Gateway) del PoP BBN e trasportato sul backbone IP. Le sedi dei PoP BBN coincidono con quelle della rete IP di backbone OPB (figura 4), che sono sedi NTT-R (Nodi Trasmissivi di Transito-Regionali), sui quali convergono gli anelli SDH della rete trasmissiva regionale e, pertanto, rappresentano i punti da cui gli SGU sono raggiungibili con il minor impiego di risorse trasmissive. La piattaforma BBN beneficia delle semplicità dell architettura a doppia stella della rete OPB (centrata sui 4 PoP di Roma e Milano): ogni PoP BBN è, infatti, attestato ai router del PoP OPB colocato che, a loro volta, sono collegati ai relativi centri stella. Un ulteriore vantaggio che deriva da questa architettura, in cui la rete OPB è messa a fattor comune per il trasporto di fonia e dati, è di poter utilizzare collegamenti IP ad altissima capacità con impiego di sistemi trasmissivi DWDM (Dense Wavelength Division Multiplexing), che riducono notevolmente investimenti e costi unitari. Le funzionalità della rete OPB sono descritte nel riquadro a pagina 60. L architettura del singolo PoP BBN (figura 5) si compone di un nodo Italtel imss 4040, che contiene le funzionalità di controllo e di commutazione TDM, e di un nodo Cisco MGX, che contiene le funzionalità di media gateway per la conversione TDM-IP. Fanno parte del PoP BBN anche gli ADM 58 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

4 Milano TO AL SV GE CA CO BG BS PI VR MO FI Roma BZ PD VE BO RN PG TS AN PE PoP OPB di Inner Core (2 a Roma, 2 a Milano) PoP OPB dorsale a 2.5 Gbit/s (2 circuiti su router/pop) dorsale a 155 Mbit/s (2 circuiti su router/pop) dorsale Roma <--> Milano a 2,5 Gbit/s (4 circuiti a 2,5 Gbit/s) PoP BBN Nola NA BA TA Controller) per il controllo delle risorse del media gateway. L MGC si interfaccia al SSW per dialogare con il MG remoto e provvede a comandare l allocazione, la modifica ed il rilascio delle risorse necessarie (ad esempio porte sui MG), realizzando il mapping tra risorse logiche e fisiche. L MGC utilizza il protocollo MGCP (Media Gateway Control Protocol) per il controllo delle risorse del MG locale, mentre il flusso informativo (media) viene stabilito end-to-end attraverso il colloquio in ISUP-IVS (ISUP-Inter Virtual Switch) tra i SSW coinvolti nell istaurazione/rilascio della sessione. PA CT CZ 4. Funzionalità dei Media Gateway e qualità del servizio 4.1 Funzionalità dei Media Gateway BBN BackBone Nazionale PoP Point of Presence OPB Optical Packet Backbone FIGURA 4 Le reti BBN ed OPB. (Add Drop Multiplexer) per la demultiplazione/multiplazione dei flussi STM-1 (155 Mbit/s) in flussi E1 (2 Mbit/s) ed una coppia di Switch Ethernet Cisco 6509 per la rete locale fra il nodo imss 4040 e l MGX. L attestazione al backbone IP del nodo BBN è realizzata attraverso collegamenti di tipo STM-1 per i media gateway, e di tipo GbE per la visibilità delle parti di controllo e segnalazione del nodo. Un generico flusso TDM di un canale a 64 kbit/s viene convertito in pacchetti IP dal MG ed inoltrato, all interno in una connessione, verso uno dei due Gigarouter di OPB ed infine istradato staticamente in uno dei due tunnel MPLS- TE, verso i GSR del PoP BBN di destinazione. La doppia attestazione nei PoP e la coppia di tunnel configurati consentono l elevata affidabilità del servizio richiesta al backbone OPB. Il controllo della piattaforma BBN è realizzato dall imss, che svolge le funzionalità di Softswitch (SSW) di Classe 4 per il controllo della componente TDM, e di MGC (Media Gateway Area GW ADM BBN GE GSR GW imss MGX OLO OPB STM SGU OLO Il Media Gateway realizza la funzione di adattamento/conversione del formato dei flussi informativi (media) tra la rete IP di trasporto (OPB) e la rete a commutazione di circuito PSTN/ISDN. Il Media Gateway termina i circuiti della rete PSTN/ISDN (giunzioni a 64 kbit/s) ed i flussi dati della rete IP, adattando/trascodificando tra le due reti i flussi informativi ed offrendo un servizio bidirezionale (full duplex). La funzione di Media Gateway è realizzata, nel BBN, all interno dell apparato Cisco MGX 8250, dall elemento VISM (Voice Interworking Service Module), la quale svolge le seguenti funzionalità: PoP BBN 6509 con routing imss STM-1 Ethernet GE Tunnel MPLS-TE E1 STM-1 A D M Add Drop Multiplexer Asynchronous Transfer Mode BackBone Nazionale Gigabit Ethernet Gigabit Switch Router GateWay Italtel Multi Service Solution Nodo di Cisco Systems Other Licenced Operator Optical Packet Backbone Synchronous Transport Module MGX FIGURA 5 Architettura ed interconnessione del PoP BBN. STM-1 GSR1 GSR2 OPB GSR1 GSR2 PoP BBN NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

5 LA RETE OPB (Optical Packet Backbone) Il backbone IP/MPLS (Multi Protocol Label Switching) di Telecom Italia, denominato OPB (Optical Packet Backbone), offre un servizio di trasporto geografico tra i Media Gateway BBN con garanzie di elevata protezione ai guasti trasmissivi, di priorità di trattamento dei pacchetti durante i fenomeni di congestione della rete e di sicurezza rispetto al resto del traffico dati veicolato. L elevato livello di servizio offerto è ottenuto applicando alla rete IP, di tipo connectionless (non orientata alla connessione), i meccanismi della commutazione di etichetta ed i principi dell ingegneria del traffico, nati negli ultimi anni intorno allo standard MPLS. Il traffico VoIP BBN è infatti veicolato su una magliatura di tunnel MPLS-TE (Multi Protocol Label Switching- Traffic Engineering) tra i media gateway, assicurandone: la completa separazione dal resto del traffico IP/MPLS che transita sul backbone, sia dal punto di vista dello smistamento dei pacchetti che del piano di controllo; il reistradamento dinamico su percorsi trasmissivi differenti in caso di guasto nel collegamento tra due nodi BBN; il trattamento dei pacchetti targati VoIP con la massima priorità durante i fenomeni di congestione della rete. I fenomeni di congestione sono trattati sul backbone OPB utilizzando un profilo di qualità del servizio (QoS) basato su due sole tipologie di traffico: il traffico VoIP del BBN e tutto il restante destinato agli altri servizi. La massima priorità è garantita marcando opportunamente i pacchetti VoIP in uscita dal MG, in modo tale da consentire agli apparati del backbone la loro discriminazione e il successivo inserimento nelle code SRT (Strict Real Time) a bassa latenza. Il resto del traffico IP/MPLS è inserito in due code a più alta latenza con lo stesso peso e basate sull algoritmo MDDR *. La sicurezza del traffico BBN è invece assicurata attraverso: un piano di indirizzamento di tipo Privato, tipico delle reti Intranet, non visibile quindi dal resto del mondo Internet Pubblico ; politiche di routing di tipo statico su classi private, non annunciate in BGP (Border Gateway Protocol) o OSPF (Open Shortest Path First) sul Backbone; un meccanismo automatico di scarto dei pacchetti IP con indirizzamento Privato attuato sugli apparati di Edge del backbone, evitando così al traffico BBN il superamento dei confini della rete di Telecom Italia. * Il Modified Deficit Round Robin (MDRR) è l algoritmo che gestisce le code interne dei GigaRouter del backbone OPB, sulla base delle classi di servizio; le code sono servite in modalità Round Robin, assegnando pesi diversi a classi di servizio diverse. Esiste però una particolare coda, detta Strict Real Time (SRT), dove non viene applicato alcun meccanismo di Round Robin; fintantoché la coda SRT non risulta essere vuota, non vengono prese in considerazione le code MDRR. 1) supporta diversi tipi di CODEC; nel BBN le codifiche usate sono la G.711 A law (64 kbit/s) e G.729A (8 kbit/s); 2) realizza l up speed automatico da G.729A a G.711/clear channel in caso di chiamate fax, modem o 64 kbit/s unrestricted; 3) attiva in modo automatico i cancellatori d eco e il riconoscimento/generazione di toni DTMF; 4) implementa i protocolli RTP (Real Time Protocol) [1] ed UDP (User Datagram Protocol) per la costruzione dei pacchetti IP-voce ed il livello di adattamento AAL5 ( Adaptation Layer 5) per il relativo incapsulamento dei pacchetti IP in celle ; 5) imposta il campo ToS (Type of Service) del pacchetto voce al valore corrispondente alla massima priorità (ToS5); 6) implementa algoritmi per il de-jittering dei flussi voce; 7) gestisce la VAD (Voice Activity Detection) e il CNG (Comfort Noise Generation) con soglie variabili (funzionalità non utilizzata nel BBN). L elemento VISM del MG Cisco MGX 8250 converte la voce da TDM a pacchetto, attraverso i seguenti passaggi (figure 6, 7): formatta i pacchetti con il protocollo RTP; incapsula gli stessi nel pacchetto UDP; inserisce il pacchetto UDP nel protocollo IP; converte il pacchetto IP in celle con AAL5 per la trasmissione verso il GSR. DSP ECAN IP RTP IP UDP UDP Gigital Signal Processor Echo Canceller Internet Protocol Real Time Protocol Realizzato da DSP RTP RTP RTP FIGURA 6 Il processo di pacchettizzazione della voce. Voice from TDM G.165/8 (ECAN) G.711 or G.729 Payload Payload Payload Payload 60 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

6 IP IP AAL5 (RFC 1483) 8 bytes RFC 1483 Payload UDP IP Packet RTP Payload 8 bytes IP Packet AAL5 Padding AAL5 Trailer dimensione variabile Payload IP Packet Payload come riferimento il modello ETSI TIPHON, relativamente alle performance del livello di trasporto [3], pubblicato in [5]. La qualità del servizio di telefonia è determinata da: Qualità della fonia, che si compone di tre fattori: - qualità della voce; - qualità della conversazione; - qualità dei segnali non vocali; Qualità della segnalazione; Qualità delle prestazioni Qualità della voce AAL5 IP RFC RTP UDP Adaptation Layer 5 Asynchronous Transfer Mode Internet Protocol Request for Comment Real Time Protocol User Datagram Protocol FIGURA 7 Il processo d incapsulamento del pacchetto IP in celle. A livello RTP, è aggiunto un header di 12-byte agli 80 byte del segnale PCM pacchettizzato (con campionamento di 10 ms). A livello UDP è aggiunto un ulteriore header di 8 byte. A livello IP si aggiunge un header di 20-byte per un totale di 120 byte. A livello di AAL5 sono aggiunti gli 8- byte per l AAL5 trailer e 16 byte per rendere intero il numero di celle. Il risultato è una PDU (Protocol Data Unit) di 144 byte, che è trasportata in tre celle. Il decapsulamento delle celle è una funzionalità del GSR che interfaccia il MG (figura 8). scheda STM-1 OPB scheda STM-1 POS GSR #2 8 bytes RFC 1483 Con Qualità della voce si intende la qualità del segnale vocale in ottica monodirezionale, senza considerare i ritardi. Per comprendere meglio questa definizione si pensi, ad esempio, ad un segnale vocale registrato su un supporto digitale: la qualità della voce può essere elevata anche se il segnale viene ascoltato a giorni IP Packet dimensione variabile 8 bytes IP Packet AAL5 Padding AAL5 Trailer 4.2 Qualità del servizio di telefonia Payload Payload Payload Il trasporto del servizio di fonia sulla rete OPB ha portato alla definizione dei requisiti di qualità di servizio, QoS, sia per il MG sia per la rete OPB. Ai fini della QoS, e in senso più esteso della disponibilità del servizio di telefonia, è stato preso AAL5 GSR IP RFC OPB POS Adaptation Layer 5 Asynchronous Transfer Mode Gigabit Switch Router Internet Protocol Request for Comment Optical Packet Backbone Packet over Sonet/SDH FIGURA 8 Il processo di decapsulamento delle celle. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

7 di distanza. I fattori che contribuiscono alla riduzione della qualità della voce sono: la codifica e compressione del segnale vocale; la soppressione del silenzio; la perdita di pacchetti; i fenomeni di jitter. Il parametro considerato ai fini della valutazione della qualità della voce è il MOS (Mean Opinion Score) [6], relativo ad un metodo di misura di tipo soggettivo, basato su prove di ascolto. Le campagne di prova consistono nel sottoporre ad un campione di persone di età, sesso e lingua differenti, un certo numero di frasi sulle quali devono esprimere dei giudizi Qualità della conversazione La Qualità della conversazione è un concetto più ampio del precedente. I fattori che contribuiscono alla riduzione della qualità della conversazione sono: la qualità della voce; il ritardo, che riduce l interattività della conversazione; l eco, che rappresenta un fattore di disturbo legato alla bidirezionalità della conversazione, in quanto un parlatore è simultaneamente anche ascoltatore. Ritardo ed eco sono monitorati rispettivamente attraverso i seguenti parametri: one way e round trip delay; TELR e T (echo). In funzione del MOS e del ritardo one way sono state individuate tre classi di servizio (tabella 1), che si devono intendere relative al servizio end to end [6]. Classe MOS High > 4.2 Medium > 3.6 Acceptable > 2.6 Ritardo one-way (ms) < 100 < 150 < 400 TABELLA 1 Classificazione del servizio voce in funzione del MOS. Quando si ha un degrado della QoS per cui non si rispetta il requisito di Classe Acceptable si dichiara che il servizio telefonico non è disponibile. Questo concetto di disponibilità del servizio telefonico ha portato alla definizione di una funzione di SA (Service Availability), che è stata proposta in ambito internazionale da Telecom Italia e pubblicata in [3], coerentemente con quanto specificato in [7]. La Qualità della conversazione può essere condizionata sia a livello di MG sia a livello della rete di trasporto OPB. Sul piano del trasporto, i fattori condizionanti sono: il ritardo one way, end to end (Delay); la variazione del ritardo (Jitter); la perdita dei pacchetti (Packet Loss). A livello di MG i fattori rilevanti per la qualità della conversazione sono: il codec; il tempo di pacchettizzazione; il buffer di dejitter; il VAD (Voice Activity Detection). Tali parametri sono configurabili sulla VISM e costituiscono un elemento importante nella definizione della QoS end to end. Inoltre, il valore che assume il ritardo end to end (one way delay) può dipendere da 1 : il ritardo di codifica; il ritardo di serializzazione; i ritardi di bufferizzazione/pacchettizzazione; la compensazione del jitter (dejittering) e decodifica; l istradamento in rete, dovuto a: - ritardo di propagazione; - ritardo dei router; - lunghezza del link trasmissivo; - numero di router attraversati Qualità dei segnali non vocali Nelle reti telefoniche, le connessioni non si limitano al trasporto della sola voce; si pensi, ad esempio, ai toni DTMF ed alle comunicazioni fax e modem, che utilizzano protocolli di segnalazione in banda fonica. Una rete basata su tecnologia IP deve garantire che questi segnali, per alcuni aspetti ancora più delicati della voce, siano trasportati senza alterazioni. Nei media gateway sono presenti dei dispositivi in grado di riconoscere questi segnali in modo da attuare i meccanismi necessari. I segnali non vocali si dividono in DTMF e segnali fax/modem; per valutarne il corretto trasporto devono essere misurati i seguenti parametri: frequenza, attenuazione e durata minima (DTMF); BER (Bit Error Rate), throughput e SNR (Signal Noise Ratio) (fax e modem) Qualità della segnalazione La Qualità della segnalazione è determinata dalla velocità di propagazione dei messaggi di segnalazione nella rete ed il tempo con cui si istaurano e si abbattono le connessioni tra due terminali. Nel BBN questi due fattori dipendono sia dalla capacità elaborativa dei PoP sia dal trasporto della segnalazione. (1) Esistono altri (piccoli) ritardi, che possiamo ritenere trascurabili in questa fase, e sono relativi al cancellatore di eco 1 ms-in + 1 ms-out piu la funzione interna di SAR (Segmentation And Reassebling) dei pacchetti che e quantificabile in 1 ms totale. 62 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

8 La qualità della segnalazione viene percepita dagli utenti e deve essere controllata a livello di rete Qualità della prestazioni La Qualità delle prestazioni di un sistema di commutazione si valutano sulla base di: capacità ingegnerizzata: massimo traffico, in termini di BHC (Busy Hour Call) bilanciati, che il sistema riesce a gestire con perdite non superiori a 10-4 ; stabilità: un sistema si definisce stabile quando è in grado di smaltire correttamente un traffico bilanciato nominale protratto per un lungo periodo. Anche questo aspetto nel BBN risulta particolarmente delicato, in quanto si richiedono le prestazioni di una rete Carrier Class in ogni condizione di carico. 5. Descrizione del nodo BBN I singoli nodi BBN combinano funzioni di commutazione e controllo, garantendo la compatibilità con gli SGU di Telecom Italia, con gli OLO (Other Licensed Operator) interconnessi, con i nodi di RI (Rete Intelligente), con i service node e con i sistemi di gestione. Il PoP BBN è costituito dai seguenti quattro elementi essenziali, sempre presenti, che ne caratterizzano l architettura: sistema imss 4040 (sistema che integra funzionalità TDM e di Media Gateway Controller); MGX 8250 equipaggiato con le schede VISM; ADM per la demultiplazione/multiplazione dei flussi STM-1 in E1; una coppia di Ethernet Switch GSR IP ISM MG OMS PoP VS VISM Catalyst 6509 per la realizzazione della infrastruttura di rete locale fra i moduli del sistema imss 4040 e per la segnalazione MGCP tra (Optical Peripheral Module) e schede VISM. Il sistema imss 4040 è un sistema modulare costituito dai seguenti elementi base: il modulo di commutazione a circuito da circuiti equivalenti a 64 kbit/s; il modulo di interconnessione a circuito ISM (Interconnection and Switching Matrix); il modulo di esercizio e manutenzione OMS (Operation & Maintenance Server). All interno del nodo imss 4040 la funzionalità di Virtual Switch è costituita dai moduli che: possono operare come unità distribuite di uno stesso nodo; condividono lo stesso piano di istradamento; condividono le stesse regole per la documentazione delle chiamate; rendono il nodo, nel suo complesso, equivalente ad una unica centrale con un unico Point PoP A Code (o più PC distribuiti su più livelli di rete); possono essere distribuiti in uno o più PoP. Il BBN è stato realizzato con una modalità di configurazione di tipo Multi Virtual Switch: cioè ogni PoP risulta essere un singolo SSW con (almeno) un proprio Point Code ai fini della rete di segnalazione CCS7 (Common Channel Signalling N. 7) ed un proprio elemento di gestione OMS; ciò implica che il MG controllato è sempre locale all che espleta il ruolo di MGC. Una rappresentazione della piattaforma BBN che evidenzia per diverse tipologie di chiamata i blocchi logici, i percorsi ed i domini interessati è riportata in figura 9. GSR ISM MG: VISM MG: VISM GSR Gigabit Switch Router Internet Protocol Interconnection Switching Matrix Media Gateway Operation & Maintenance Server Optical Peripheral Module Point of Presence Virtual Switch Voice Interworking Service Mode FIGURA 9 Gli scenari di chiamata. Rete IP Chiamata 5.1 Optical Peripheral Module GSR ISM MG: VISM MG: VISM GSR PoP B interna all interna all ISM esterna al VS L svolge nell ambito della piattaforma imss 4040 il ruolo di modulo telefonico TDM evoluto, mettendo a disposizione le seguenti funzionalità: terminazione delle giunzioni numeriche su interfacce SDH; commutazione delle chiamate che si richiudono nel dominio TDM; commutazione delle chiamate verso i MG controllati, assumendo il ruolo di Media Gateway Controller. La funzionalità di Media Gateway Controller, integrata con il Call Handling, abilita l al trattamento di chiamate TDM-IP e IP-TDM. La funzionalità MGC è basata sull utilizzo del protocollo MGCP (vedi riquadro a pagina 64), definito da IETF nella RFC L dispone di interfacce di linea SDH di tipo STM-1 a 155 Mbit/s per il trasporto dei tributari plesiocroni PCM a 2 Mbit/s (ogni flusso STM-1 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

9 ne trasporta fino a 63) per complessivi canali a 64 kbit/s; l è in grado di ospitare fino a 5 interfacce STM-1, di cui una in ridondanza calda. Per il collegamento verso i MG, che invece dispongono di interfacce a 2 Mbit/s, è necessario un ADM per estrarre i flussi a 2 Mbit/s trasportati su STM-1, da attestare alle VISM del nodo MGX. e quindi il trasporto delle informazioni necessarie al controllo della chiamata, sull infrastruttura TDM. Tra le prestazioni CCS7 rese disponibili da va evidenziata quella di Multi Point Code; con tale prestazione un nodo BBN può presentarsi verso le varie destinazioni con Point Code diversi, quindi, come nodi diversi. IL PRORTOCOLLO MGCP (Media Gateway Control Protocol) Il protocollo MGCP (Media Gateway Control Protocol), definito in IETF nella RFC 2705, è un protocollo di segnalazione progettato per il controllo remoto di Media Gateway. Il protocollo MGCP si basa sul principio di separazione tra la logica di controllo della connessione e l attività di adattamento del media all interno e verso l esterno della rete e definisce la comunicazione tra l apparato di controllo (Media Gateway Controller) e l elemento controllato (Media Gateway). In generale, il protocollo MGCP può essere utilizzato per controllare i seguenti apparati: Trunking Gateway (TGW), ossia apparati che svolgono l interlavoro tra la rete a circuito e la rete IP; Residential Gateway (RGW), ossia apparati che svolgono l interlavoro tra apparati di utente e la rete a pacchetto, dislocati presso l utente; Access Gateway (AGW), elementi di bordo fra la rete di accesso telefonica e la rete a pacchetto, funzionalmente analoghi ai RGW, ma situati in rete; Terminali di Utente. L MGCP è un protocollo di tipo master/slave in cui i gateway (TGW, RGW, AGW) eseguono comandi inviati dai MGC ed i terminali sono elementi privi di intelligenza controllati dagli stessi MGC. Il protocollo MGCP, quindi, è un protocollo di tipo verticale e non definisce un meccanismo per la comunicazione tra MGC (protocolli di tipo orizzontale ). Nel caso in cui siano presenti più elementi di controllo, questi devono comunicare e sincronizzarsi tra loro per l invio di comandi coerenti ai gateway attraverso protocolli come SIP (Session Initiation Protocol), H.323, BICC (Bearer Independent Call Control). L MGCP è un protocollo di tipo transazionale, che permette al MGC di controllare il MG in maniera molto granulare attraverso operazioni atomiche. In particolare, attraverso i messaggi del protocollo, un MGC è in grado di gestire completamente i criteri telefonici, individuare le condizioni degli end point controllati, comandare l inserimento di segnali verso gli end point (come ad esempio il tono di invito a selezionare) e creare connessioni tra gli end point attraverso la rete dati. Questa modalità di funzionamento ha il vantaggio di svincolare il MG dal modello di chiamata e quindi da qualsiasi tipo di conoscenza del servizio che viene offerto. Dal punto di vista costruttivo ed impiantistico i moduli sono realizzati in un singolo shelf allocato in telai denominati BCA (Basic Cabinet); su un telaio sono equipaggiabili sino a 4. La rete di comunicazione interna alla piattaforma imss è basata su LAN Ethernet; l dispone di 2 interfacce Ethernet 10 Mbit/s ridondate, utilizzate essenzialmente per i seguenti scopi: comunicazione tra gli ; comunicazione tra ed OMS; comunicazione tra e MG. Sono inoltre disponibili interfacce per allarmi esterni e per la ricezione dei segnali di sincronismo. L dialoga con il mondo telefonico mediante due tipi di segnalazione CCS7, una di tipo tradizionale, con il dominio TDM, l altra di tipo proprietario, per la segnalazione tra i 24 nodi imss. Quest ultima, denominata ISUP IVS, è arricchita delle informazioni necessarie alla costruzione della connessione sulla tratta IP della rete e viene scambiata tra i nodi imss attraverso gli STP (Signaling Transfer Point) della rete CCS7 di Telecom Italia. L approccio seguito è stato quello di portare la voce su rete IP mantenendo però la segnalazione, L fornisce tutte le prestazioni necessarie al trattamento della chiamata; oltre quelle già citate di segnalazione, vengono di seguito descritte quelle di istradamento, documentazione e accesso ai nodi di Rete Intelligente. L istradamento delle chiamate è una delle prestazioni maggiormente influenzate dalla necessità di istradare chiamate in scenari misti TDM-IP e viceversa. L oggetto logico tipico dell istradamento TDM è il fascio di giunzioni ; questo è costituito da un insieme di giunzioni a 64 kbit/s (canali DS0) ben identificati, caratterizzato da un identificativo univoco, dal tipo di segnalazione e dalla direzione del traffico (entrante, uscente, bidirezionale). Il fascio di giunzioni, così come noto precedentemente al BBN, non è più l unico oggetto logico referenziabile negli alberi di analisi su cui si basa l istradamento; appare, infatti, un nuovo oggetto: il fascio virtuale. Il fascio virtuale rappresenta di fatto gli end point dei MG utilizzabili, chiamata per chiamata, per istaurare la connettività IP tra due Virtual Switch della rete. Nella logica di istradamento della singola chiamata, con il fascio virtuale la risorsa allocata è di 64 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

10 tipo logico CIC (Call Instance Code) e non più, direttamente, il singolo canale fisico DS0. Le prestazioni di documentazione fornite da, in una piattaforma di tipo Class 4, sono quelle utilizzabili ai fini della fatturazione del traffico nei rapporti fra operatori interconnessi oppure per le chiamate che prevedono l accesso ai servizi di RI. L è in grado di accedere ai servizi di RI mediante il protocollo a standard Telecom Italia ASE-RI, sulla base del quale garantisce la legacy con i servizi di rete, quali la Number Portability. Recentemente la piattaforma imss 4040 è stata anche impiegata per la realizzazione della prestazione MNP (Mobile Number Portability), in modalità direct routing, che prevede l accesso al data base centralizzato GMPS (Gateway Mobile Portability Solver) mediante protocollo di tipo MAP (Mobile Application Part); tale protocollo è disponibile nella rete Telecom Italia solo a livello di transito, sul BBN, e costituisce una peculiarità aggiuntiva delle prestazioni di segnalazione di. 5.2 Interconnection Switching Matrix (ISM) Il modulo ISM costituisce una rete di commutazione per le comunicazioni inter ed è quindi sempre presente nei PoP del BBN, essendo questi tutti costituiti da più di un. La rete ISM: consente, mediante la matrice di commutazione, l interconnessione TDM tra più moduli (massimo 32); realizza la distribuzione della sincronizzazione fra i moduli costituenti il PoP. La rete ISM è costituita da due tipologie di sottosistemi: CSI (Circuit Switching Interconnection); STI (Synchronization & Timing Interconnection). Il modulo CSI è costituito da 4 elementi di interconnessione, che costituiscono ognuno una matrice di commutazione narrowband da x time slot da 64 kbit/s. In questo modo la capacità totale del CSI è pari a x time slot. La rete ISM può ospitare fino a 4 moduli CSI costituendo, in questo modo, una matrice di commutazione estendibile fino a time slot. Equipaggiando 2 o 4 moduli CSI è possibile realizzare un Virtual Switch rispettivamente da 16 oppure 32. La rete ISM provvede, mediante il sottosistema STI, a generare e distribuire i segnali di sincronizzazione interna a tutti i moduli che costituiscono il PoP del BBN; tale sottosistema è costituito da due schede che forniscono ognuna un segnale di sincronismo di precisione. Lo STI può essere a sua volta sincronizzato da un segnale di riferimento esterno; attualmente si prevede l utilizzo di segnale prelevato dal SASE (Stand Alone Synchronization Equipment), un elemento esterno di sincronizzazione in grado di fornire segnali conformi alla racc. G Tutte le funzionalità di ISM sono intrinsecamente ridondate. 5.3 Operation and Maintenance Server (OMS) L OMS è un unità centralizzata per PoP BBN e fornisce tutte le funzionalità di elaborazione e memorizzazione relative alle attività di esercizio e manutenzione. Le funzionalità fornite sono così sintetizzabili: interfaccia con operatore locale; interfaccia con il sistema di gestione superiore MSEM (Multi Service network Element Manager); gestione Data Ora; caricamento degli MCP (Module Control Processor) e delle schede periferiche; funzionalità di esercizio (raccolta dati di accounting e misure di traffico); attività di manutenzione (allarmi, controlli, diagnosi ed inizializzazioni); caricamento di nuove release software; copia automatica giornaliera del data base. La comunicazione tra OMS ed i moduli è basata su protocollo TCP/IP (Transport Control Protocol / IP), ed utilizza l infrastruttura LAN prevista in ogni PoP. L OMS costituisce il punto di accesso per la gestione da MSEM del Virtual Switch. Nel rispetto delle caratteristiche Carrier Grade, l architettura OMS è completamente ridondata ed i dati pregiati sono protetti mediante la duplicazione fisica e logica degli hard disk e delle aree di memoria destinate a contenerli. 5.4 Ethernet Switch Catalyst 6509 I Catalyst 6509 utilizzati nei PoP del BBN sono dotati di funzionalità di livello 3 ovvero di routing IP. La presenza di una funzionalità di routing all interno della rete locale fra i moduli del sistema imss è necessaria per due motivi: il primo è legato ad una peculiarità della centrale imss, i cui moduli periodicamente eseguono test sul corretto funzionamento delle loro porte di rete, mediante verifiche di raggiungibilità del router. Il secondo motivo, più generale, è legato al funzionamento delle reti basate sullo stack protocollare TCP/IP: nel momento in cui un pacchetto IP generato da un nodo di una certa rete ha infatti come destinazione un nodo di un altra rete, è necessario che transiti attraverso un router. Nel caso del sistema imss i nodi in oggetto sono i media gateway Controller (), i media gateway (schede VISM), l OMS e gli Element Manager; inoltre la funzionalità di routing è necessaria per interfacciare la rete di servizio di Telecom Italia (Dacon) per il traffico O&M (Operation & Maintenance) da e verso MSEM. 5.5 MGX 8250 Per interconnettere i PoP utilizzando la rete IP per il servizio voce, è presente in ogni sito BBN il sistema Cisco MGX 8250, equipaggiato con le schede VISM che espletano la funzione di media gateway. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

11 Il sistema si compone dei seguenti moduli: Processor Switch Module PXM1 (1 + 1 moduli), che provvede alle funzioni di controllo del sistema, fornisce la funzione di switch con capacità di 1,2 Gbit/s e dispone di interfacce ad alto throughput verso i router del backbone IP; Service Module (SM), massimo 24, che forniscono le funzioni richieste dalle differenti interfacce che il sistema supporta. L MGX 8250 può ospitare fino a 24 SM costituiti da schede VISM, che implementano le funzionalità di MG, descritte al paragrafo 4. Ogni scheda VISM è connessa con 8 interfacce E1 ad un modulo di un PoP che, in qualità di MGC, la controlla; la connessione avviene attraverso un ADM, che interfaccia le porte STM-1 disponibili su con quelle E1 presenti sulle schede VISM. 6. Dimensionamenti e metodologie di ribaltamento del traffico Vengono qui descritti i criteri di dimensionamento della rete BBN nelle varie componenti strutturali, e le metodologie attuate per il trasferimento del traffico telefonico dalla rete TDM a quelle IP. 6.1 Dimensionamento a traffico del BBN e modelli previsionali Il dimensionamento della rete BBN, nelle sue componenti di struttura già descritte nei paragrafi precedenti, è stato effettuato in base alla individuazione e valorizzazione dei flussi di traffico che interessano la rete stessa. Una prima attività di analisi del traffico è stata svolta in funzione della diversa struttura della piattaforma BBN rispetto a quella degli SGT; in sintesi il passaggio da 33 Aree Gateway a 12 bacini BBN comporta una riduzione di traffico inter-pop che in precedenza fluiva sulla maglia nazionale della rete SGT. Viceversa, il traffico di relazione tra Aree Gateway diverse ed appartenenti a bacini BBN differenti viene convertito in IP dal nodo BBN origine ed offerto alla rete OPB. Il dimensionamento della rete è stato effettuato utilizzando metodologie consolidate in Telecom Italia, sulla base della serie storica delle misure erlang-metriche e delle previsioni del traffico trasportato a completamento della migrazione nel Il dimensionamento dei PoP BBN è stato logicamente suddiviso in funzione delle diverse tipologie di interfacce interne ed esterne di ciascun PoP (figura 10); in particolare sono stati dimensionati separatamente i canali a 64 kit/s (DS0), relativi a: SGU-PoP BBN; PoP BBN - reti di altri operatori interconnessi (OLO di rete fissa, OLO mobili, Internazionale); PoP BBN per il traffico dial up per l accesso ad internet terminato su numerazione OLO (Reverse) e su numerazione Telecom Italia (E@sy.IP); -MGX (interne al nodo). Di seguito sono indicati i criteri di dimensionamento utilizzati in fase di pianificazione per ciascuna delle tipologie di interfacce sopra definite: link SGU-BBN dimensionati con rendimento del fascio pari all 85 per cento; link MGX (End Point) dimensionati con rendimento pari all 85 per cento; link MGX GSR valutati con codifica G.729 A; banda IP della rete OPB valutata 30 kbit/s per canale MGX. Le quantità dimensionali ottenute in fase di pianificazione sono state successivamente utilizzate come input ai processi di progettazione di impianto. Le risorse -MGX dimensionate per il traffico di punta di ciascuna relazione (End Point interni di nodo) sono gestite in pool per tutte le relazioni di traffico che interessano il nodo stesso mediante la prestazione CIC Virtuali (Call Instance Code Virtuali), introdotta con la nuova tecnologia imss nei PoP BBN (vedi riquadro a pagina 67). Con tale prestazione è possibile veicolare circa il 30 per cento di extra traffico per una specifica relazione, qualora siano ancora disponibili gli End Point; tale situazione si presenta quando il traffico delle altre relazioni afferenti al nodo è inferiore alle condizioni nominali, in assenza, cioè, di contemporaneità di picchi di traffico. In applicazione delle metodologie di dimensionamento sopra descritte, sono state individuate per ciascun segmento di rete le tipologie di traffico di interesse; i dati di previsione di traffico sono stati quindi aggregati e/o disaggregati per tipologia mediante un processo di composizione dei flussi complessivi sui diversi segmenti di rete. MG OLO PoP SGU OLO - RM ITZ Canale DS0 SGU Canale DS0 Reverse EasyIP Canale DS0 Nodo di Cisco Systems Other Licenced Operator Optical Peripheral Module Point of Presence Stadio di Gruppo Urbano Canale DS0 MGX PoP BBN FIGURA 10 Quantità di canali DS0 dimensionati nel PoP BBN. 66 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

12 I VANTAGGI DELLA PRESTAZIONE CIC VIRTUALI La prestazione CIC (Call Instance Code) Virtuali realizza la gestione a traffico delle risorse fisiche istallate tra e MGX (End Point); per ciascuna relazione di traffico viene configurato sul nodo un insieme dimensionale di CIC Virtuali, che rappresenta la massima capacità di risorse impegnabili a traffico per singola relazione, compatibilmente con gli End Point dinamicamente disponibili per la totalità delle relazioni di traffico servite dal PoP BBN. Il numero di CIC Virtuali, per ciascuna relazione, è calcolato a partire dal valore di traffico di punta, incrementato del 30 per cento; il numero totale dei CIC Virtuali così determinati risulta essere maggiore del numero di End Point complessivi equipaggiati sul nodo (overbooking dei CIC impegnabili a traffico del 10 per cento rispetto agli End Point). Con tale prestazione è possibile veicolare il 30 per cento di extra-traffico per una specifica relazione qualora siano dinamicamente disponibili End Point; tale situazione si presenta quando il traffico delle altre relazioni afferenti al nodo è inferiore alle condizioni nominali, in assenza di contemporaneità delle punte di traffico. Si precisa che il valore del traffico di punta utilizzato per il dimensionamento di una qualsiasi componente di una rete di TLC è comunque una grandezza statistica; la possibilità di trasportare quantità extra di tale valore può derivare o da picchi anomali di traffico, determinati da situazioni particolari o eccezionali (cioè non prevedibili statisticamente), o per guasti in altre componenti della rete o, ancora, da azioni NTM (Network Traffic Management) di gestione dinamica del traffico stesso. 6.2 Sviluppo della rete BBN: le metodologie di ribaltamento del traffico La progettazione ed il dimensionamento della rete BBN hanno costituito attività complesse ed articolate, propedeutiche alle successive fasi di costruzione della rete ed allo sviluppo della stessa. La necessità di assicurare la continuità del servizio, mantenere, nelle fasi di migrazione, gli elevati standard di affidabilità per il trasporto del traffico e contenere i costi operativi ha richiesto di individuare la più adeguata strategia di migrazione, intergrata con le attività di sviluppo dimensionale della rete BBN. In primo luogo, è stata definita la segmentazione delle principali tipologie di traffico da migrare sulla rete BBN, che sono in ordine temporale: fase 1: fisso-fisso interdistrettuale Telecom Italia; fase 2: fisso-mobile e mobile-fisso trasportato e scambiato all interconnessione con gli OLO mobili; fase 3: fisso-fisso trasportato e scambiato con gli OLO della rete fissa. Per la fase 1 è stata definita una strategia di istradamento selettivo del traffico interdistrettuale SGU-PoP BBN, che consiste nella realizzazione di una rete minima di attestazione degli SGU ai nodi BBN (due flussi da ciascun SGU) e dei relativi cordoni tra SGT e PoP BBN (il traffico Interdistrettuale è trasportato via IP ed in trabocco sulla maglia SGT- SGT). Progressivamente è migrato sul PoP BBN il traffico Interdistrettuale intra-pop, commutato in TDM con l incremento delle consistenze dei link SGU-PoP e successivamente il traffico fisso-fisso Interdistrettuale di lunga distanza tra bacini BBN differenti. L istradamento selettivo di tale traffico sul PoP BBN è realizzato a livello SGU con modifiche della configurazione degli istradamenti in funzione dell avanzamento delle attività; la modifica degli istradamenti è predisposta preventivamente su tutti gli SGU interessati. La migrazione progressiva del traffico su BBN è svolta con il supporto di analisi fornito da NTM (Network Traffic Management), tramite il monitoraggio del traffico che fluisce sui link SGU-PoP BBN e sui cordoni e permette recuperi sui link SGU-SGT e sulla maglia SGT-SGT. Nelle successive fasi 2 e 3, utilizzando le medesime strategie di deployment per l incremento dimensionale dei fasci SGU-BBN, sono migrate sui PoP BBN le attestazioni dei link verso rete internazionale, infine dei link verso OLO, fino alla completa migrazione del traffico sulla rete BBN ed alla cessazione degli SGT. 7. Sviluppo del BBN: il piano di migrazione Le attività di ribaltamento del traffico sulla rete BBN sono state realizzate con le tempistiche di seguito riportate: agosto 2002: primo ribaltamento del traffico fisso-fisso Interdistrettuale Telecom Italia tra i bacini di Roma e Milano (fase 1); settembre 2003: avvio del ribaltamento del traffico e interconnessione con OLO mobili (fase 2); ottobre 2003: completamento del ribaltamento del traffico fisso-fisso Interdistrettuale Telecom Italia tra i 12 bacini BBN (termine fase 1); novembre 2003: avvio del ribaltamento del traffico e interconnessione con OLO fissi (fase 3); dicembre 2003: completamento dell implementazione della prestazione di Mobile Number Portability, in ottemperanza a quanto richiesto dall Autority per la risoluzione dei numeri mobili portati; febbraio 2004: completamento della fase 2 e radiazione primi 4 SGT; agosto 2004: completamento della fase 3 e radiazione completa rete SGT. In particolare, le attività svolte a partire da fine 2003 e che si prevede di completare ad agosto 2004 sono realizzate con l obiettivo di accelerare il processo di radiazione degli SGT, al fine di ridurre progressivamente il costo di esercizio e manutenzione degli impianti. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

13 7.1 Migrazione traffico Interdistrettuale fisso-fisso Telecom Italia Il piano di sviluppo della piattaforma BBN è stato preceduto da un intensa attività di pianificazione che ha conseguito i seguenti risultati: definizione del piano di realizzazione dei flussi SGU-BBN incrementali del 2003 per ciascun impianto SGU dei 12 bacini BBN, temporizzato mensilmente (per la fase 1), volto a limitare i picchi realizzativi concentrati in alcuni mesi nel periodo; definizione dello scenario di migrazione delle relazioni di traffico fissofisso interdistrettuale Telecom Italia tra bacini BBN coerente con il suddetto piano. Per ciascun impianto SGU e per tutti i bacini BBN è stato definito il piano realizzativo mensile dei flussi SGU-BBN incrementali, in funzione dei dimensionamenti di riferimento. A tale scopo, è stato implementato un tool automatico, di supporto alla definizione del piano, che ha prodotto le quantità temporizzate da realizzare, in base ai requisiti posti per il piano di sviluppo: per ciascun mese, lo strumento acquisisce in input le quantità SGU- BBN per tutti i bacini relative al mese precedente, calcolate secondo quanto definito dal piano; per il mese in esame, consente al pianificatore di verificare, per ciascun bacino, le relazioni di traffico intra ed inter-bacino BBN migrabili sulla nuova rete, in funzione delle consistenze SGU- BBN delle coppie di bacini interessati, realizzate nel mese precedente. N relazioni gen-03 La definizione dello sviluppo è stata, quindi, realizzata ottenendo il bilanciamento del carico operativo mensile nei bacini BBN in termini di numero di relazioni migrate, compatibilmente con i tempi di disponibilità dei nodi BBN ed il termine temporale della migrazione. La migrazione progressiva e ripetuta di flussi di traffico tra la piattaforma SGT a quella BBN è stata effettuata in modo da garantire il corretto dimensionamento delle risorse di rete di accesso al backbone di trasporto (fasci SGU-SGT e SGU-BBN), adeguato al trasporto dei volumi di traffico veicolati dalle due reti. Tale esigenza è stata coniugata con quella di mantenere costante su SGU il numero complessivo di interfacce a 2 Mbit/s contemporaneamente a traffico verso le due reti (fatto salvo l utilizzo temporaneo delle scorte d impianto); in tal modo è stato assicurato il requisito fondamentale di non effettuare investimenti aggiuntivi a perdere, per utilizzo temporaneo, sugli SGU. Lo svolgimento delle attività di sviluppo ha quindi comportato l esecuzione contemporanea e sincronizzata di incrementi dimensionali sui fasci SGU-BBN con cessazioni sui fasci SGU-SGT; tali cessazioni si sono rese necessarie sia per essere reimpiegate per la costruzione della rete BBN sia per liberare punti sugli SGT per la costruzione di cordoni BBN- SGT, costituiti transitoriamente durante lo sviluppo del BBN. Relativamente alla fase 1 di migrazione del traffico Interdistrettuale fisso di Telecom Italia, in figura 11 è riportato l andamento delle relazioni di traffico migrate nel periodo gennaio - ottobre feb-03 Totale relazioni bacino-bacino migrate 29 mar-03 apr mag FIGURA 11 Relazioni di traffico migrate su BBN. Erl % 110% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% dic-01 giu-03 Nella figura 12 è riportato l andamento del traffico misurato complessivamente sui fasci SGU- BBN confrontato con quello ottenuto dal tool di supporto. gen-03 IP Internet Protocol feb L interconnessione con gli OLO L introduzione della piattaforma BBN, in sostituzione della precedente rete SGT, è stata realizzata assicurando l invarianza della struttura di intercon- lug Traffico da misure SGU-BBN mar-03 misure apr-03 FIGURA 12 Migrazione relazioni su BBN. mag-03 giu-03 lug-03 progetto fisso-fisso ago-03 ago set-03 set ott-03 ott-03 mese mese 68 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

14 nessione verso OLO; in sintesi l architettura della rete di transito mantiene i 66 Punti di Interconnessione, gestiti funzionalmente da 24 PoP BBN (si veda il riquadro di seguito). 7.3 Lo spegnimento e radiazione degli impianti SGT Migrazione dei flussi degli Operatori interconnessi (OLO): la modalità HOT SWAP Le modalità operative adottate per il ribaltamento dei flussi di interconnessione hanno avuto come obiettivo quello di non creare alcun disservizio per gli OLO; in sintesi tali ribaltamenti sono realizzati con modalità hot swap dalla attestazione su SGT a quella su PoP BBN, sul medesimo Punto di Interconnessione. Tale modalità ha reso necessaria la predisposizione preventiva su BBN di: configurazione trasmissiva e test dei fasci di interconnessione; configurazioni impiantistiche di commutazione e test dei fasci di interconnessione; configurazione e test degli istradamenti del traffico; configurazione e test delle procedure di fatturazione sia per la registrazione del traffico sul PoP sia dei sistemi costituenti la catena di fatturazione. Si osserva in particolare che per la fornitura dei servizi di interconnessione, oltre alla disponibilità in esercizio di accessi di interconnessione su BBN, è necessario espletare attività di configurazione commutative sia su impianti SGU sia su impianti BBN. Questo ha richiesto la definizione puntuale di procedure di configurazione che definiscono le attività strettamente sincronizzate sui diversi nodi di rete interessati. La qualità del servizio offerta al traffico di interconnessione è la medesima di quella offerta al traffico di Telecom Italia (parità di trattamento). Stabiliti i principi di invarianza della struttura di interconnessione e di garanzia dei parametri di qualità del servizio, sono state individuate le modalità di migrazione del traffico di interconnessione dalla rete SGT al BBN, replicando su BBN la medesima configurazione esistente della rete di interconnessione, in termini di numero di direzioni verso gli OLO e consistenza dei fasci presenti in precedenza sugli SGT. L analisi della struttura di interconnessione preesistente in rete sugli SGT e la individuazione di tutti i parametri tecnici di interconnessione hanno richiesto una importante attività di pianificazione temporale delle predisposizioni impiantistiche e delle attività di ribaltamento effettivo del traffico, che hanno coinvolto molti processi e strutture aziendali. Tutti i Punti di Interconnessione già presenti rimangono allocati nei siti previsti dall offerta di riferimento vigente; in particolare, tale soluzione determina la medesima composizione dei flussi di traffico scambiati con gli OLO nei diversi Punti di Interconnessione e quindi non determina alcun impatto sulla loro rete. Di conseguenza, ove necessario, è stato realizzato il prolungamento trasmissivo degli accessi del BBN, fino ai Punti di Interconnessione di riferimento; nel caso di punto di interconnessione (già sede di SGT) colocato con il BBN, l attività è consistita in una semplice riallocazione all interno della stessa sede di centrale. Si osserva infine che, riguardo agli OLO mobili, le attività di migrazione su rete BBN sono state contemporanee all introduzione in rete della prestazione MNP, che è stata realizzata entro la scadenza regolatoria del 31 dicembre 2003, sviluppando le relative funzioni software solo sulla rete BBN, con evidente ottimizzazione tecnico-economica. Ulteriori attività di migrazione si sono rese necessarie per tutti i servizi che sono stati implementati sull infrastruttura di rete SGT, quali i servizi avanzati di fonia su Service Node e su Rete Intelligente, i servizi di emergenza e, più in generale, in decade 1 e in decade 4, etc. Tutti questi servizi hanno richiesto, in più casi, oltre alla definizione di piani e procedure di migrazione, specifiche attività di adattamento dei progetti originari per essere veicolati sulla rete BBN. Tutte le attività qui descritte hanno comportato la cooperazione trasversale e verticale delle Funzioni Centrali e di Territorio per il controllo e la sincronizzazione di tutte le attività, dalla pianificazione all esercizio, al presidio/monitoraggio operativo. Fondamentale, in questa fase, è stato il lavoro di squadra e la capacità organizzativa e professionale messa in campo per il raggiungimento dell obiettivo del cambiamento tecnologico della piattaforma di backbone nazionale di Telecom Italia. Le principali grandezze che evidenziano le quantità veicolate sulla rete e l attività svolta sono: traffico fisso-fisso veicolato sulla rete Inter BBN: 16,6 miliardi di minuti di cui 9,4 inter PoP e 7,2 intra PoP; nel mese di marzo 2004, in cui si è realizzato il ribaltamento degli operatori mobili e degli operatori fissi per gli impianti SGT spenti, il traffico inter PoP presente sulla rete BBN risulta pari a circa 10 miliardi di minuti; la banda veicolata sulla rete OPB risulta pari a circa 6 Gbit/s nel periodo di punta; movimentazione di flussi 2 Mbit/s da SGU/SGT a SGU-BBN (da luglio 2002 a maggio 2004); movimentazione di flussi 2 Mbit/s di interconnessione per OLO mobili (da settembre 2003 a marzo 2004); movimentazione di flussi 2 Mbit/s di interconnessione per OLO di rete fissa (da gennaio 2004 a luglio 2004); NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

15 configurazione di tunnel MPLS su OPB (da luglio 2002 a settembre 2003); spegnimento dei primi 4 SGT a febbraio 2004, ulteriori 11 SGT spenti a marzo 2004 e completamento (67 impianti) pianificato per agosto Reazioni dal mondo e stato dell arte delle realizzazioni A conclusione di questo articolo ci pare necessario fare una breve carrellata su come il progetto BBN è stato accolto dagli operatori ed analisti del settore e su come la strategia di Telecom Italia si colloca nel contesto internazionale. Il primo annuncio pubblico della migrazione del traffico telefonico a lunga distanza sul backbone IP è stato fatto ad ottobre 2002, quando il traffico Roma - Milano già transitava sul BBN dal precedente mese di agosto. La stampa nazionale ed internazionale ha riportato l annuncio (figura 13) mettendone in evidenza gli aspetti innovativi ed i vantaggi economici dichiarati da Telecom Italia. Via Internet le chiamate nazionali a basso costo (Sole 24Ore del ) In quel periodo le iniziative volte al rinnovo delle infrastrutture telefoniche tradizionali erano poche; la maggior parte degli operatori non aveva strategie di rinnovo della commutazione telefonica e non allocava investimenti su tecnologie innovative per la sostituzione delle centrali. L annuncio di Telecom Italia fece quindi molto scalpore nel mondo degli operatori e degli analisti di settore, sia per gli aspetti di innovazione tecnologica ed evoluzione verso la NGN, che per i vantaggi economici annunciati. Da quel momento l interesse degli operatori verso le soluzioni e le strategie adottate da Telecom Italia si è fatto sempre più intenso e le domande sulle soluzioni adottate sempre più puntuali. Nel corso di poco più di un anno Telecom Italia si è confrontata sul tema del rinnovo della commutazione e dell evoluzione verso la NGN con tutti i maggiori operatori europei ed alcuni operatori alternativi. Incontri specifici sul tema sono stati richiesti anche da alcuni operatori dell est europeo come Russia, Serbia e Romania e dell estremo oriente come NTT East e Corea Telecom. Ci sono state occasioni di scambio e confronto anche con operatori del Nord America (Bell Canada e SBC), dell Oceania (TELSTRA e Telecom New Zeeland). Molti operatori dominanti mostravano problemi simili a quelli di Telecom Italia: obsolescenza crescente degli apparati di commutazione, differenti tecnologie dei fornitori in campo, reti di transito spesso molto magliate con elevato numero di nodi di commutazione e costi gestionali elevati. Solo l operatore dominante britannico, BT, aveva intrapreso a fine 2002 progetti significativi di sostituzione delle centrali di transito con tecnologie a pacchetto, optando per una soluzione di trasporto della voce in tecnologia. I commenti degli operatori sulla piattaforma BBN e sulle strategie innovative adottate da Telecom Italia sono stati di grande interesse ed apprezzamento. In particolare molto interesse hanno suscitato l impiego del protocollo MPLS con funzionalità per il reistradamento del traffico in caso di guasto ed i meccanismi per la gestione della QoS. La soluzione architetturale con funzionalità di commutazione a circuito distribuite nei 24 nodi del BBN è stata positivamente commentata per la conseguente ottimizzazione delle conversioni TDM - IP a livello di singola Area Gateway. Alcuni operatori, con piani di innovazione della commutazione più maturi, hanno richiesto dettagliate informazioni sulle modalità realizzative della migrazione del traffico telefonico sul BBN e sulla composizione dei gruppi di lavoro che hanno con- Network Infrastructure Telecom Italia leads Europe in VoIP push by Simon Dux, CWI online 08 October 2002 Italian incumbent claims 80% of its voice traffic will travel over IP by end Telecom Italia will Wednesday announce the milestone that all of its trunk voice traffic between Italy s capital city Rome and Milan is running over an Internet Protocol (IP) network. FIGURA 13 L annuncio della realizzazione del BackBone Nazionale sulla stampa. 70 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

16 cepito, sviluppato e collaudato il progetto. Tali aspetti hanno rappresentano infatti un fattore fondamentale per il successo di tutto il progetto. Qualche commento di meraviglia è stato infine espresso da operatori più tradizionalisti e meno confidenti dell affidabilità delle reti IP, in particolare, circa l impiego di un unico backbone IP a fattor comune per i servizi telefonici, internet e dati per la clientela business. Opinioni maggiormente differenziate sono state espresse sui vantaggi economici derivanti dalla riduzione degli Opex. Le situazioni degli operatori differiscono, infatti, per numero di tecnologie di fornitori presenti in campo, per obsolescenza degli apparti e per tipologie di contratto di assistenza e manutenzione stipulate con i fornitori. La valutazione dei benefici può quindi variare sensibilmente da operatore ad operatore. Gli operatori dominanti con reti telefoniche di transito più recenti o già parzialmente rinnovate, come France Telecom e Deutsche Telekom, hanno dichiarato di non avere piani di sostituzione dei nodi di commutazione di transito con soluzioni IP. Al tempo stesso dichiaravano di apprestarsi a lanciare servizi di telefonia IP per la clientela business ed a definire una strategia evolutiva verso l NGN. Altri operatori dei Paesi dell est europeo, con problemi di ampliamento e rinnovo tecnologico della rete telefonica, hanno invece dichiarato di avere in programma piani di sostituzione simili a quelli adottati da Telecom Italia. La soluzione adottata da Telecom Italia per le centrali di transito risulta, pertanto, in anticipo di almeno un anno rispetto ai progetti più avanzati degli altri operatori di telecomunicazione nel mondo. Da contatti più recenti con gli operatori dominanti, emerge comunque una maturazione e un consolidamento dei piani di sostituzione ed evoluzione delle centrali di transito, contestualmente alla sostituzione delle centrali locali ed alla introduzione di servizi di telefonia IP residenziale e servizi IP Centrex per la clientela business. Tali soluzioni sono ad esempio in fase di realizzazione da parte di T-System (DT), Bell Canada, Verizion e Telstra. In conclusione si può affermare che con l introduzione di soluzioni VoIP in accesso e con l introduzione di soluzioni NGN si realizzerà un graduale allineamento architetturale e tecnologico fra le soluzioni adottate dai maggiori operatori mondiali. Resta comunque il fatto che Telecom Italia può già oggi mettere a frutto l esperienza acquista e gli asset istallati nei 24 PoP della rete BBN anche per l introduzione delle soluzioni di telefonia IP e per la successiva evoluzione degli SGU ed SL in tecnologia NGN. Un esempio di queste sinergie è rappresentato dal progetto per il Comune e la Provincia di Torino, che impiega tecnologie di telefonia su IP native per i servizi telefonici delle sedi delle amministrazioni comunali e provinciali; un secondo esempio è rappresentato dalla introduzione dei servizi APT (Advanced Personal Telephony) per la clientela residenziale, che offrono linee telefoniche addizionali su accessi a larga banda. 9. Conclusioni La piattaforma BBN può essere considerata come pioniera nel campo dello sviluppo delle reti NGN. Essa, infatti, è stata concepita e pianificata quando la valutazione dei benefici che potevano derivare da questo tipo di soluzioni era ancora incerta; oggi rappresenta una realtà quando ancora molti operatori dominanti si stanno interrogando sulle soluzioni da adottare per far fronte al problema dell obsolescenza della rete telefonica, combattuti fra l affidabilità delle reti TDM, e la prospettiva di soluzioni tecnologicamente più innovative. Come sempre capita, il ruolo del pioniere è un ruolo difficile, ed il BBN non ha avuto sconti da questo punto di vista; infatti, un grande lavoro è stato svolto in questi anni, dalla progettazione alla ingegnerizzazione, dalla definizione dell architettura di rete allo sviluppo di nuovi sistemi e procedure di gestione, dal deployment della piattaforma alla definizione di standard di qualità, ed altro ancora, come si è potuto leggere in questo articolo. Oggi, però, abbiamo una rete all avanguardia che, oltre ad aver risolto il problema dell obsolescenza della rete degli SGT, ci permette di cogliere i benefici sia in termini economici che di sviluppo di nuovi servizi. Ad ulteriore conferma del successo di questa soluzione, contribuiscono gli apprezzamenti degli altri operatori che, dopo l annuncio alla stampa di questa nuova piattaforma, hanno voluto conoscerla più in dettaglio ed approfondire gli aspetti tecnici della soluzione ed i vantaggi economici che ne hanno suggerito l introduzione in rete. ABBREVIAZIONI AAL Adaptation Layer ADM Add Drop Multiplexer AGW Area Gate Way Asynchronous Transfer Mode BBN Back Bone Nazionale BER Bit Error Rate BGP Border Gateway Protocol BICC Bearer Independent Call Control CCS7 Common Channel Signalling N. 7 CIC Call Instance Code CNG Comfort Noise Generation CSI Circuit Switching Interconnection NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

17 DTMF Dual Tone Multifrequency DSP Digital Signal Processor DWDM Dense Wavelength Division Multiplexing ECAN Echo Canceller ETSI European Telecommunications Standards Institute GSR Gigabit Switch Router ISDN Integrated Service Digital Network ISM Interconnection Switching Matrix ISUP-IVS ISDN User Part-Iter Virtual Switch ITU-T International Telecommunications Union Telecommunication MCP Module Control Processor MG Media Gateway MGC Media Gateway Controller MGCP Media Gateway Control Protocol MGX Nodo di Cisco Systems MNP Mobile Number Portability MOS Mean Option Score MPLS-TE Multi Protocol Label Switching-Traffic Engineering MSEM Multi Service network Element Manager NGN Next Generation Network NTM Network Traffic Management NTT-R Nodi Trasmissivi di Transito-Regionali OLO Other Licensed Operator O&M Operation & Maintenance OMS Operation & Maintenance Server OPB Optical Packet Backbone Optical Peripheral Module OSPF Open Shortest Path First PCM Pulse Code Modulation PDU Protocol data unit PLMN Public Land Mobile Network PoP Point of Presence PSTN Public Switched Telephone Network QoS Quality of Service RO Regional Operation RTP Real Time Protocol SA Service Availability SGT Stadio di Gruppo di Transito SGU Stadio di Gruppo Urbano SIP Session Initiation Protocol SNR Signal Noise Ratio STI Synchronization & Timing Interconnection TCP Transport Control Protocol TDM Time Division Multiplexing TELR Talk Echo Loudness Rating TIPHON Telecommunication and Internet protocol Haronization Over Networks TOS TYPE OF SERVICE UDP User Datagram Protocol VAD VOICE ACTIVITY DETECTOR VISM Voice Interworking Service Module VoIP Voice over IP BIBLIOGRAFIA [1] IETF RFC 1889: RTP: A Transport Protocol for Real- Time Applications. [2] ETSI TS V4.1.1 ( ) Telecommunications and Internet Protocol Harmonization Over Networks (TIPHON) Release 4; End-to-end Quality of Service in TIPHON Systems; Part 2: Definition of Speech Quality of Service (QoS) Classes [3] ETSI TS V4.1.1 ( ) Telecommunications and Internet Protocol Harmonization Over Networks (TIPHON) Release 4; End-to-end Quality of Service in TIPHON Systems; Part 12: IP Telephony Service Availability [4] ETSI TS V4.1.1 ( ) Telecommunications and Internet Protocol Harmonization Over Networks (TIPHON) Release 4; End-to-end Quality of Service in TIPHON Systems; Part 9: Call Performance Classification (Voice) ; [5] ETSI TS (2003-9) Telecommunications and Internet Protocol Harmonization Over Networks (TIPHON) Release 4; End-to-end Quality of Service in TIPHON Systems; Part 7: Design guide for elements of a TIPHON connection from an end-to-end speech transmission performance point of view [6] ITU-T P.800: Methods for subjective determination of transmission quality. [7] ITU-T Recommendation I.380 (Y.1540): Internet protocol data communication service - IP Packet. [8] ITU-T Recommendation G.165: Echo cancellers. 72 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1 - Giugno 2004

18 Donato Fratianni si è laureato in Scienze dell Informazione presso l Università di Torino nel Nel 1990 è in TILab (già CSELT), dove si occupa della gestione di rete e servizi e partecipa a lavori di standardizzazione in ambito ITU ed ISO e a numerosi progetti europei. Nel 1995 è in Telecom Italia, nella funzione di Tecnologie e Architetture (già Ricerca e Sviluppo) della Rete, dove è coinvolto nella gestione della rete pilota e nell evoluzione dell architettura di gestione di Telecom Italia. Dal 1997 è in pianificazione Rete, dove si occupa della definizione delle architetture di rete, sia in ambito dati, con l architettura della piattaforma Optical Packet Backbone, che telefonico, con la piattaforma BBN e l evoluzione della rete commutata. Ultimamente, nell ambito delle reti NGN, si è occupato della definizione delle architetture di rete per i servizi multimediali. Federico Tito Moretti si è laureato in Ingegneria elettronica presso l Università degli studi di Roma La Sapienza nel 1995 con una tesi sperimentale nel campo dell Optoelettronica. Dopo aver conseguito il Master TLC presso la Scuola Superiore di Specializzazione in Telecomunicazioni del Ministero PT, nel 1996 è entrato in Telecom Italia occupandosi di specifiche, gare e collaudi dei sistemi di supervisione e controllo della rete di accesso a larga banda. Dal 2000 ha svolto attività di industrializzazione e network monitoring della rete di trasporto SDH/DWDM e, a partire dal 2002, presso l attuale funzione Network Services, si occupa dell industrializzazione del BackBone IP/MPLS (OPB). Sonia Lalli si è laureata in Ingegneria elettronica, con indirizzo Telecomunicazioni, presso l Università degli studi Federico II di Napoli nel Nel 1996 è stata assunta in Telecom Italia, dove ha operato, nell ambito della Commutazione, all attività di definizione delle specifiche relative all industrializzazione di nuovi servizi e prestazioni di rete, presidiando gli Enti normativi ETSI SPAN e ATA. Da inizio 2000 ha partecipato alla definizione dei requisiti funzionali e prestazionali della rete Backbone Nazionale Multiservizio. In quel contesto si è occupata di servizi, di qualità del servizio e di gestione di rete, presidiando, in modo attivo, il progetto ETSI TIPHON. Attualmente collabora alla definizione dei servizi per la NGN, sia in ottica di migrazione di quelli PSTN/ISDN sia in ottica di definizione di nuovi servizi. Pasquale Lamberti si è laureato in Ingegneria elettronica con indirizzo TLC all università di Roma La Sapienza nel Dopo una breve esperienza presso la Fondazione Ugo Bordoni, nel 1988 entra in SIP (oggi Telecom Italia), dove ha operato in collaborazione con Alcatel in progetti e collaudi del software per impianti di commutazione ed ha introdotto tecniche innovative per l assicurazione della qualità del software. Ha operato tra il 1994 ed il 1998 nello staff del Responsabile della Rete nella funzione di interfaccia con l Internal Auditing. Dal 1999 opera nel Network Planning - Capacity Planning, dove ha definito, attraverso l analisi tecnico-economica, architettura e dimensionamento per le reti distrettuali di raccolta del traffico dial up e verso OLO, per progetti dedicati a grandi clienti e per il BackBone Nazionale, per il quale ha definito anche il piano operativo di deployment. Paolo Scrimitore diplomato in telecomunicazioni nel 1976, è in TELECOM ITALIA (ex SIP DG Divisione Nuove Tecniche) dal Ha operato nelle funzioni di presidio alla evoluzione tecnologica dei sistemi di commutazione dove, prima si è occupato di testing dei sistemi, poi dell attività di definizione dei requisiti per i sistemi di commutazione numerica, partecipando alla definizione delle prestazioni di rete rilevanti (tassazione, istradamento, Network Traffic Management,...). Ha presidiato le tematiche derivanti dalla liberalizzazione degli scenari di mercato (introduzione della Carrier Selection, Number Portability fissa e mobile, evoluzione PNN), ed a quelle relative all introduzione del BBN nella rete di TELECOM ITALIA. Attualmente opera in Wireline nell ambito di Network Services-Nodi di Controllo, dove coordina il nucleo specifiche e nuove tecnologie ed è coinvolto nelle attività relative all evoluzione dell architettura di rete per l introduzione dei nuovi servizi di tipo broadband voice. Alberto Maria Langellotti si è laureato nel 1991 presso l Università di Roma. È entrato in SIP nello stesso anno nell area Rete. Dopo l anno di corso di specializzazione presso la scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli dell Aquila ha lavorato, nell ambito della Rete, nelle linee di Ricerca e Sviluppo, Tecnologia ed Architetture, Ingegneria delle Reti Dati, Ingegneria dei Servizi e nell attuale Network Services, dove ha partecipato a progetti sulla multimedialità, l ADSL e servizi IP per la clientela Business e Residenziale. Dal 2000 si occupa del BackBone della rete Interbusiness e dell attuale OPB (Optical Racket Backbone). NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 13 n. 1- Giugno

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