STORICO/DISCORSIVO. the WHAT of the narrative is called STORY. storia (What is told?) narrative form discourse (How is it told?)

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2 STORICO/DISCORSIVO the WHAT of the narrative is called STORY the HOW is called DISCOURSE storia (What is told?) narrative form discourse (How is it told?)

3 STORICO/DISCORSIVO campo narrativo storia discorso eventi esistenti

4 STORICO/DISCORSIVO interventi discorsivi narrativi interventi discorsivi non narrativi storia

5 STILISTICA interventi discorsivi non narrativi stilistica campo visivo campo sonoro

6 STILISTICA DEL CAMPO VISIVO messa in scena messa in quadro messa in serie CV

7 STILISTICA DEL CAMPO SONORO suono verbale suono fonico suono musicale CS

8 MESSA IN SCENA recitazione regia scenografia messa in scena

9 REGIA Organizzazione dettagliata e direzione dei movimenti di scena e del rapporto fra attori e ambienti in funzione della ripresa, al fine di trasformare un campo narrativo CN in un campo visivo CV.

10 REGIA sistema dinamico della scena sistema dinamico della ripresa

11 FUNZIONI ATTORIALI WHY WHERE THE ACTOR MOVES WHEN HOW

12 FUNZIONI ATTORIALI why problema ostacolo obiettivo where collocazione spaziale Dove avviene il negoziato a monte? CN (story concept) Dove avviene il negoziato a monte? CN CV (messa in scena)

13 FUNZIONI ATTORIALI when azioni a tempo: il concetto di BEAT how stile di recitazione Dove avviene il negoziato? Dove avviene il negoziato? CN, CV (regia) CV (regia)

14 AMBIENTI denso rarefatto

15 AMBIENTI reale artificiale

16 AMBIENTI E PERSONAGGI sintonia contrasto

17 AMBIENTI E PERSONAGGI Realismo: l ambiente esiste in sé senza esprimere nulla Impressionismo: l ambiente è scelto per accordarsi alla psicologia dei personaggi Espressionismo: l ambiente è deformato in funzione simbolica

18 AMBIENTI E PERSONAGGI Domande analitiche 1) L ambiente è naturale, parzialmente modificato o interamente ricostruito? 2) Se ricostruito, quali ne sono le cause e le conseguenze? 3) È naturalistico, imita cioè un luogo reale, o esplicitamente artificiale? 4) Instaura un rapporto di subordinazione coi personaggi, dandosi nelle forme della sintonia, del contrasto o in altre ancora? 5) Oppure è indifferente alla realtà dei personaggi? 6) Lo possiamo definire realista, impressionista o espressionista?

19 RECITAZIONE E AMBIENTE: GLI OGGETTI Ogni attore, in qualsiasi modo reciti, qualsiasi parte e qualsiasi scena interpreti, agisce sempre in uno spazio e stabilisce un rapporto con tutte le cose che gli stanno intorno.

20 RECITAZIONE E AMBIENTI: GLI OGGETTI uso indifferenza

21 RECITAZIONE: I GESTI consci sottogesti azioni inconsci gesti sottolineature

22 RECITAZIONE: SOMA E PSICHE sensazioni fisiche tecnica di riduzione stati d animo effetto di trascinamento

23 L INQUADRATURA Un film è composto di immagini in movimento che prendono il nome di INQUADRATURE. L INQUADRATURA è l unità visiva minima di un film e può essere definita come LA RAPPRESENTAZIONE IN CONTINUITÀ DI UN DATO SPAZIO IN UNA CERTA DURATA. A livello spaziale, l inquadratura è costituita dalla porzione di realtà rappresentata e delimitata (inquadrata) dalla cornice costituita dai quattro bordi dell inquadratura: a livello temporale, l inquadratura è costituita dalla durata compresa fra il suo inizio e la sua fine.

24 I FORMATI: ACADEMY, PANORAMICO, SCOPE

25 CAMPO E FUORI CAMPO L inquadratura delimita uno spazio IN CAMPO, ciò che è visibile sullo schermo nella durata dell inquadratura; e uno spazio FUORI CAMPO, ciò che non è visibile sullo schermo nella durata dell inquadratura.

26 FUORI CAMPO

27 CAMPO/FUORICAMPO Interazioni tra campo e fuori campo: 1) Entrate e uscite di campo 2) Sguardo e gesto del personaggio 3) Suoni fuori campo 4) Movimenti di macchina

28 CAMPO/FUORICAMPO FC ATTIVO: ci chiediamo cosa accade fuori dall inquadratura FC PASSIVO: l inquadratura è chiusa in se stessa ed esauriente FC ESTERNO: fuori dai bordi dell inquadratura FC INTERNO: ciò che non è visibile all interno dell inquadratura, impedito allo sguardo per esempio da una tenda o da una porta FC CONCRETO: ciò che non è inquadrato al momento, ma che abbiamo visto in precedenza FC IMMAGINARIO: ciò che non è inquadrato e che non abbiamo ancora visto

29 TASSONOMIA DELLE INQUADRATURE 1) SCALA DEI CAMPI E DEI PIANI 2) GRADI DI ANGOLAZIONE 3) GRADI DI INCLINAZIONE 4) ALTEZZA

30 SCALA DEI CAMPI E DEI PIANI La scala dei campi e dei piani distingue le inquadrature in base alla distanza fra la macchina da presa e il soggetto rappresentato. I campi fanno riferimento all AMBIENTE, i piani alla FIGURA UMANA. CAMPO LUNGHISSIMO (CLL): inquadratura di un paesaggio ampio, con o senza figure umane, comunque non riconoscibili. CAMPO LUNGO (CL): inquadratura di un ambiente con una certa riconoscibilità delle figure e dei loro movimenti. CAMPO MEDIO (CM): la figura occupa almeno un terzo o metà dell altezza del quadro TOTALE (TOT): rappresenta per intero un ambiente interno o un ambiente esterno molto circoscritto (una veranda, un cortile), in cui si svolge la scena per intero.

31 SCALA DEI CAMPI E DEI PIANI FIGURA INTERA (FI): la figura umana è inserita per intero nell inquadratura, occupando un altezza pari a due terzi o più della verticale dell immagine. PIANO AMERICANO (PA): inquadratura del personaggio dalle ginocchia in su. MEZZA FIGURA (MF): inquadratura del personaggio dalla vita in su. PRIMO PIANO (PP): inquadratura del volto, a includere le spalle. PRIMISSIMO PIANO (PPP): inquadratura del solo volto umano. PARTICOLARE (PART): inquadratura ravvicinata di un particolare del corpo. DETTAGLIO (DETT): inquadratura ravvicinata di un oggetto o parte di esso.

32 CLL

33 CL

34 CM

35 TOT

36 FI

37 PA

38 MF

39 PP

40 PPP

41 PART

42 DETT

43 ANGOLAZIONE 1) Inquadratura FRONTALE 2) Inquadratura LATERALE 3) Inquadratura en PLONGÉE (angolata dall alto) 4) Inquadratura en CONTRE-PLONGÉE (angolata dal basso) 5) Inquadratura ZENITALE (perpendicolare dall alto) 6) Inquadratura SUPINA (perpendicolare dal basso)

44 FRONTALE

45 LATERALE

46 PLONGÉE

47 CONTRE-PLONGÉE

48 ZENITALE

49 SUPINA

50 INCLINAZIONE L inclinazione dipende dal rapporto tra la base del rettangolo dell inquadratura e la linea dell orizzonte. Se la base giace su un piano parallelo all orizzonte, abbiamo un inclinazione NORMALE. Se la base interseca l orizzonte abbiamo un inclinazione OBLIQUA. Se la base è perpendicolare all orizzonte abbiamo un inclinazione VERTICALE. Se la base è parallela ma il quadro è capovolto abbiamo un inclinazione ROVESCIATA.

51 NORMALE

52 OBLIQUA

53 VERTICALE

54 ROVESCIATA

55 BILANCIAMENTO COMPOSITIVO: CENTRATO

56 BILANCIAMENTO COMPOSITIVO: DECENTRATO

57 REGOLA DEI TERZI

58 REGOLA DEI TERZI

59 MOVIMENTI DI MACCHINA La prima questione che ci poniamo a proposito dei movimenti di macchina è la relazione che esiste fra il sistema dinamico della scena e il sistema dinamico della ripresa. Possiamo avere quattro casi Scena STATICA Ripresa STATICA Scena DINAMICA Ripresa STATICA Scena STATICA Ripresa DINAMICA Scena DINAMICA Ripresa DINAMICA

60 MOVIMENTI DI MACCHINA La seconda questione che ci poniamo riguarda l interdipendenza fra i movimenti di scena e i movimenti di macchina. I movimenti di macchina sono legati ai movimenti dei personaggi o sono indipendenti da essi? I movimenti SUBORDINATI sono quelli in cui la macchina da presa si sincronizza sul movimento di un personaggio. Gli altri movimenti sono LIBERI.

61 MOVIMENTI DI MACCHINA I principali movimenti della macchina da presa sono: PANORAMICA: la macchina da presa è fissata su supporto e ruota sul proprio asse in senso orizzontale o verticale; avremo pertanto panoramiche verso destra, sinistra, alto e basso. CARRELLO: la macchina da presa si muove su binari, procedendo in avanti, indietro, a destra, a sinistra, in senso obliquo o circolare. Se il carrello descrive il movimento del personaggio affiancandolo di lato e muovendosi su una traiettoria parallela, è un carrello laterale; se il carrello precede il personaggio inquadrandolo frontalmente è un carrello a precedere; se invece lo segue, inquadrandolo di spalle, è un carrello a seguire. Ogni movimento di macchina composto da una combinazione di panoramica e carrello è definito genericamente TRAVELLING.

62 MOVIMENTI DI MACCHINA Nell analizzare i movimenti di macchina dobbiamo rispondere alle seguenti domande: Come operano nell ambito dei rapporti tra campo e fuori campo? Sono subordinati o indipendenti rispetto ai movimenti di scena? Che traiettorie seguono? Dove partono, dove arrivano, che cosa ci mostrano nel loro percorso? Che relazioni rappresentano? Rivelano qualcosa di cui i personaggi non sono a conoscenza? Assumono una valenza simbolica o affettiva? Quanto durano? Sono veloci, lenti, ritmati?

63 POSIZIONE DELLA MDP E PUNTO DI VISTA Una domanda fondamentale a cui rispondere analizzando un inquadratura è: chi guarda? La maggior parte delle inquadrature cinematografiche sono attribuibili a un punto di vista OGGETTIVO, non riferito ad alcun personaggio. Ci sono inquadrature, al contrario, in cui la macchina da presa ci mostra il punto di vista di un personaggio, per cui lo spettatore vede con i suoi occhi: queste inquadrature sono dette SOGGETTIVE. Abbiamo poi il caso ibrido della SEMI-SOGGETTIVA, un inquadratura in cui la macchina da presa include il personaggio, per esempio in un carrello a seguire, con una tale prossimità con il personaggio stesso da darci un impressione di soggettività.

64 DALL INQUADRATURA ALLA SCENA Un inquadratura costituisce nella maggior parte dei casi un segmento di durata inferiore alla scena; ne deriva che una scena è costituita da più inquadrature. Le diverse inquadrature di una scena vengono concepite in fase di ripresa per assicurare la continuità spazio-temporale della scena; e vengono successivamente assemblate al montaggio.

65 CONTINUITÀ VISIVA Una scena è costituita da vari tipi di inquadratura: per esempio in una scena con due personaggi che dialogano possiamo avere un totale e una serie di primi piani. Per avere una continuità spaziale, è fondamentale sul set suddividere lo spazio in due parti, seguendo la regola dei 180. Una linea immaginaria attraversa lo spazio, di solito la linea di sguardo dei personaggi. La macchina da presa potrà posizionarsi esclusivamente in una delle due parti.

66 REGOLA DEI 180

67 REGOLA DEI 180

68 REGOLA DEI 180

69 REGOLA DEI TRIANGOLI

70 REGOLA DEI TRIANGOLI

71 LA LUCE storica discorsiva

72 CARATTERISTICHE DELLA LUCE qualità direzione LUCE sorgente colore

73 QUALITÀ DELLA LUCE contrastata diffusa

74 CONTRASTATA

75 DIFFUSA

76 DIREZIONE DELLA LUCE FRONTALE: elimina le ombre e appiattisce l immagine LATERALE: scolpisce i tratti del volto e accentua i chiaroscuri CONTROLUCE: stacca la figura dallo sfondo e ne evidenzia i contorni LUCE DAL BASSO: distorce i tratti del volto creando effetti drammatici LUCE DALL ALTO: suggerisce la presenza di una fonte luminosa storica Tendenzialmente però lo spazio dell inquadratura non è mai illuminato da una sola fonte di luce: come minimo abbiamo una KEY LIGHT (fonte di luce primaria) e una FILL LIGHT (luce di riempimento).

77 FRONTALE

78 LATERALE

79 CONTROLUCE

80 DAL BASSO

81 DALL ALTO

82 SISTEMA A TRE LUCI Tendenzialmente però lo spazio dell inquadratura non è mai illuminato da una sola fonte di luce: come minimo abbiamo una KEY LIGHT (fonte di luce primaria) e una FILL LIGHT (luce di riempimento). Il cinema americano classico ha introdotto un sistema a tre luci per ogni inquadratura: KEY LIGHT frontale, FILL LIGHT laterale, BACK LIGHT alle spalle del personaggio. In questo sistema l attore è messo in evidenza dalla key light, scolpito dalla fill light e staccato dallo sfondo dalla back light.

83 SORGENTE storica discorsiva

84 SORGENTE reale artificiale

85 FUOCO a fuoco sfocato

86 PROFONDITÀ DI FUOCO shallow deep

87 SHALLOW FOCUS

88 DEEP FOCUS

89 COLORE naturale artificiale

90 ARTIFICIALE

91 COLORE caldo freddo

92 COLORE

93 COLORE dominante bilanciato

94 DOMINANTE/BILANCIATO

95 CAMPO SONORO rumore parola musica CS

96 CAMPO SONORO denso rarefatto

97 SUONO storico discorsivo

98 SUONO in CV f. CV

99 PUNTO D ASCOLTO oggettivo soggettivo

100 SUONO E TEMPO sincrono fuori sincrono

101 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO verbale musicale

102 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO verbale fonico

103 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO musicale verbale

104 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO musicale fonico

105 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO fonico verbale

106 TRASFORMAZIONI DIFFERENZIALI DEL SUONO fonico musicale

107 LA MESSA IN SERIE (MONTAGGIO) Il montaggio è l operazione che assembla le inquadrature per comporre le scene, e le scene per comporre il testo audiovisivo finito. Il montaggio stabilisce la durata della singola inquadratura e il suo rapporto con la precedente e la successiva. Il montaggio gestisce lo spazio del film, ricostruendone l integrità e la continuità, o al contrario sottolineandone la frammentazione e la discontinuità. Il montaggio gestisce il tempo del film: per es. montaggio ellittico, montaggio alternato. Il montaggio può mettere le inquadrature in una relazione simbolica.

108 CONTINUITÀ E RACCORDI I raccordi devono mantenere gli elementi di continuità fra un inquadratura e l altra. RACCORDO DI SGUARDO: un inquadratura ci mostra un personaggio che guarda qualcosa, l inquadratura successiva ci mostra questo qualcosa. RACCORDO SUL MOVIMENTO: un gesto iniziato dal personaggio nella prima inquadratura si conclude nella seconda. RACCORDO SULL ASSE: la prima inquadratura e la seconda riprendono il soggetto sullo stesso asse, ma a una distanza differente. RACCORDO SONORO: parola, rumore o musica si sovrappongono alla transizione fra due inquadrature, legandole così fra loro. RACCORDO DI POSIZIONE: nello stacco tra un inquadratura e l altra, personaggi e oggetti mantengono la loro posizione nello spazio (REGOLA DEI 180 ).

109 CONTINUITÀ E RACCORDI RACCORDO SCALARE: come il raccordo sull asse ma il soggetto rappresentato non giace sullo stesso asse. In generale, quando si stacca da un immagine a un altra (più stretta o più larga) con lo stesso contenuto, o ci si mantiene sul medesimo asse oppure, se si varia l angolazione, l incremento deve essere compreso fra i 30 e i 90 (REGOLA DEI 30 ). Se si raccordano inquadrature con una differenza di angolazione minore di 30 si crea un effetto di salto dell immagine (che può essere assolutamente voluto) che si chiama JUMP CUT. RACCORDO DI CAMPO-CONTROCAMPO: due soggetti dialoganti ripresi con la regola dei 180.

110 PUNTEGGIATURA Tra un inquadratura A e un inquadratura B possiamo avere vari tipi di transizione. STACCO: passaggio secco e istantaneo da un inquadratura all altra ASSOLVENZA: transizione dal nero all immagine DISSOLVENZA: transizione dall immagine al nero DISSOLVENZA INCROCIATA: transizione da un inquadratura all altra con sovrapposizione delle due. TENDINA: un immagine si sostituisce a un altra, occupando progressivamente il campo visivo.

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