Comitato CNEL - ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere. La misurazione del Benessere Equo e Sostenibile (BES)

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1 Consiglio Nazionale dell Economa e del Lavoro Istituto Nazionale di Statistica Comitato CNEL - ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere La misurazione del Benessere Equo e Sostenibile (BES) 25 giugno 2012

2 INDICE Iter del documento pag. iii Parte I Relazione dei lavori svolti dal Comitato di indirizzo (aprile 2011 ottobre 2011) 1 1. Il dibattito sui limiti del Prodotto interno lordo (PIL) pag La nascita del PIL come misura del valore del prodotto realizzato dal processo economico pag I limiti del prodotto interno lordo secondo Kuznets pag L indice dello sviluppo umano a cura delle Nazioni Unite pag L iniziativa Beyond GDP pag Le iniziative dell OCSE pag Le iniziative dell Unione Europea pag La Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi pag Il progetto del 2005 del CNEL sugli indicatori per lo sviluppo sostenibile pag Il documento del Cnel Indicatori di crescita economica e sociale ad integrazione del PIL del 2010 pag Alcune iniziative di misurazione del benessere realizzate in Italia pag Le misure del benessere realizzate nel mondo: come tenersi aggiornati pag Costituzione del Comitato di indirizzo e dell iniziativa interistituzionale CNEL ISTAT sugli indicatori di progresso e pag. 25 benessere 2.1 Percorso di formalizzazione del Comitato pag I lavori del Comitato di indirizzo ed identificazione dei domini pag Attività del Comitato pag La scelta dei domini pag Una considerazione conclusiva sulla scelta dei domini pag La consultazione pubblica ed il percorso nel 2012 pag Il sito web pag. 45 i

3 4.2 Gli incontri sul territorio pag Le fasi successive del progetto pag. 47 Parte II I 12 domini del Benessere Equo e Sostenibile (BES) Selezione degli indicatori pag Introduzione pag I 12 domini del Benessere Equo e Sostenibile e la selezione degli indicatori pag Ambiente pag Salute pag Benessere economico pag Istruzione e formazione pag Lavoro e conciliazione tempi di vita pag Relazioni sociali pag Sicurezza pag Benessere soggettivo pag Paesaggio e Patrimonio culturale pag Ricerca ed Innovazione pag Qualità dei servizi pag Politica ed Istituzioni pag. 111 Allegato 1 - Accordo di collaborazione interistituzionale tra il Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro (CNEL) e l Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), Roma, 20 aprile 2011 Allegato 2 Prime riflessioni sulla misurazione del benessere e i compiti del Comitato di Indirizzo di Linda Laura Sabbadini e Maria Teresa Salvemini Allegato 3 - CNEL e ISTAT insieme per misurare il benessere della società italiana: individuate le 12 dimensioni del benessere, comunicato stampa, 4 novembre 2011 pag. 116 pag. 124 pag. 136 Riferimenti bibliografici pag. 140 ii

4 Iter del documento. La presente relazione è stata richiesta all Ufficio II di supporto agli organi collegiali dalla Consigliera Maria Teresa Salvemini, coordinatrice di parte CNEL del Comitato di indirizzo CNEL ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere, al fine di informare il Presidente e l Assemblea del CNEL sui lavori svolti da tale Comitato. La relazione è stata esaminata e approvata dalla Consigliera Maria Teresa Salvemini ed è stata esaminata da Linda Laura Sabbadini, coordinatrice di parte ISTAT del Comitato di indirizzo CNEL ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere. La relazione è stata presentata all Assemblea del CNEL nella seduta del 20 giugno Il capitolo 1 della parte I è a cura di Sandro Tomaro, funzionario del CNEL. I capitoli 2,3 e 4 della parte I sono a cura di Margherita Chierichini, funzionario del CNEL. I funzionari hanno lavorato sotto la direzione del Direttore dell Ufficio II di supporto agli organi collegiali. La parte II è a cura del Comitato CNEL ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere, che l ha concordata in occasione della riunione del 30 maggio iii

5 Parte I Relazione sui lavori svolti dal Comitato di indirizzo (aprile 2011 ottobre 2011) 1

6 1. Il dibattito sui limiti del Prodotto interno lordo (PIL). 1.1 La nascita del PIL come misura del valore del prodotto realizzato dal processo economico. Il PIL è il tentativo meglio riuscito di misurazione del valore del prodotto realizzato e di osservazione delle oscillazioni del ciclo economico e non una misura del progresso e del benessere di una società, in quanto il benessere di una nazione difficilmente può essere tratto da una misura di reddito nazionale 1. E riduttivo definire il PIL come un indicatore, ma si tratta piuttosto di una misura calcolata all interno di almeno tre conti della Contabilità Nazionale (della produzione, della distribuzione, degli impieghi), con cui si dà una dimensione al valore del prodotto realizzato da milioni di imprese, ai redditi percepiti da milioni di lavoratori, ai consumi effettuati da milioni di famiglie, alle entrate e alle uscite del bilancio pubblico e alle relazioni economiche tra un paese e il resto del mondo. Il tentativo di misurare la produzione di beni e servizi di un sistema economico e di descriverne quantitativamente i meccanismi di funzionamento risale ai lavori di W. Petty 2 e dei fisiocratici francesi 3. Negli anni 30 del XX secolo la misurazione del sistema economico in termini di interdipendenza fra i settori produttivi e gli operatori economici è stata proposta da Leontief 4 con il modello input output delle interdipendenze settoriali. In quegli stessi anni da un gruppo di lavoro istituito presso il Department of Commerce degli Stati Uniti sotto la guida di S. Kuznets 5, nasceva la Contabilità nazionale, il sistema contabile all interno del quale il PIL è stato proposto e sviluppato. Per cogliere il significato delle critiche che oggi vengono mosse al PIL conviene ricordare che la Contabilità Nazionale nasce con l obiettivo di misurare le grandezze economiche rilevanti nell ambito del principio della domanda aggregata formulato da J.M. Keynes. La Contabilità Nazionale si propone di fornire al decisore pubblico una misura convenzionale dalle relazioni fra gli operatori istituzionali famiglie, 1 in Kuznets (1934) cit. e considerazioni più ampie in Kuznets (1971) 2 Petty W. (1662), (1665), (1682) 3 Quesnay F. (1758) 4 Leontief W.W (1941) 5 Kuznets S. (1934) 2

7 imprese, Stato, Resto del mondo- dalle quali dipende l andamento del ciclo economico. In tal modo, si definisce uno schema quantitativo utilizzabile nella valutazione delle politiche economiche. Il successo del PIL deriva dal fatto di aver colmato, sul piano statistico, un esigenza conoscitiva divenuta particolarmente sentita negli anni 30 del XX secolo, la medesima esigenza che sul piano della teoria economica fu colmata dalla teoria keynesiana. Come osserva il Bureau of Economic Analisys 6 Prima del diffondersi dei Conti Nazionali, i politici per guidare l economia avevano a disposizione informazioni limitate e frammentarie sullo stato dell economia stessa. La Grande Depressione sottolineò i problemi dell incompletezza dei dati e portò allo sviluppo dei conti nazionali Può risultare sbalorditivo che i presidenti Hoover ed in seguito Roosevelt per combattere la Grande Depressione degli anni 30 mettessero a punto le loro politiche basandosi su dati così imprecisi come quelli dell indice dei prezzi all ingrosso, del trasporto di merci, e di indici incompleti sulla produzione industriale. Ciò è dovuto al fatto che non esistevano, allora, metodi adeguati per misurare il reddito e la produzione delle nazioni. La Grande Depressione, e con essa il crescente ruolo del governo nell economia, misero in luce la necessità di tali misure e portarono allo sviluppo di un esauriente sistema di conti del reddito nazionale. Un altra ragione del successo del PIL e più in generale della Contabilità Nazionale è costituita dal fatto che tale sistema contabile fornisce i dati e la struttura di base dei modelli econometrici utilizzati per le previsioni economiche e le valutazioni sull efficacia delle politiche macroeconomiche. Dopo la seconda guerra mondiale gli indubbi vantaggi conoscitivi e di azione politica derivanti dalla disponibilità dei dati di Contabilità Nazionale stimolò gli Stati e le organizzazioni internazionali a finanziare in via prioritaria la rilevazione delle grandezze della Contabilità Nazionale a scapito delle statistiche sociali ed ambientali, che potevano fornire, invece, importanti informazioni integrative sul benessere della società che il PIL e la Contabilità Nazionale non possono cogliere, perché progettati per misurare semplicemente il valore della produzione e la sua distribuzione. Così in mancanza di altri dati, indicatori e misurazioni altrettanto informativi e tempestivi il PIL è stato progressivamente percepito come una misura omnicomprensiva del raggiungimento degli obiettivi di una società. 6 U.S. Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis (2000) 3

8 1.2 I limiti del prodotto interno lordo secondo Kuznets. Kuznets mette bene in evidenza alcuni limiti del prodotto interno lordo, che non rappresenta affatto una misura onnicomprensiva di benessere, perché non coglie alcuni dei costi della crescita economica e alcune delle interrelazioni tra cambiamenti strutturali del sistema economico ed altri aspetti della struttura sociale 7. Il PIL, infatti, non considera le attività svolte al di fuori del mercato (come il volontariato e il lavoro domestico), le esternalità negative sociali e ambientali del sistema produttivo, non tiene conto degli aspetti distributivi (del reddito, della ricchezza, delle esternalità negative di tipo sociale e ambientale) e valuta al costo dei fattori l attività della Pubblica Amministrazione (con la conseguenza che se aumentano gli sprechi e le inefficienze dell apparato pubblico aumenta il PIL), includendo in essa le spese per la difesa. Kutznets osserva ad esempio che i cambiamenti nelle condizioni di vita conseguenti all urbanizzazione, alle migrazioni (interne e internazionali), alla perdita e all acquisizione di competenze, ai cambiamenti nella struttura produttiva e alle conseguenze dell innovazione tecnologica presentano costi e vantaggi che non sono ancora misurati nelle misure di crescita economica e che alcuni di questi aspetti non potranno mai esserlo. Osserva, inoltre, che i cambiamenti provocano conflitti, resistenze e instabilità che rappresentano ostacoli alla crescita e che a volte hanno portato a soluzioni che rappresentano un onere per le future generazioni. Gli aspetti problematici della moderna crescita economica sono problemi non solo nel senso di deviazioni dal desiderabile (il che chiamerebbe in causa l affinamento delle politiche), ma anche nel senso che i nostri dati quantitativi e in modo particolare le nostre ipotesi analitiche non ci forniscono una visione e una spiegazione completa. Come già notato, le misure convenzionali del prodotto nazionale e delle sue componenti non riflettono molti costi e aggiustamenti nelle strutture economiche e sociali conseguenti alle principali innovazioni tecnologiche e, in effetti, ne omettono anche i ritorni positivi. La teoria precedente che è a monte di queste misure definisce i fattori produttivi in modo relativamente ristretto e lascia la crescita della produttività come un gap inspiegato, come una misura della nostra ignoranza. Questo difetto della 7 Kuznets S. (1971a), (1971b) 4

9 teoria nei confronti delle nuove evidenze ha condotto negli anni recenti a un dibattito vivace e ai tentativi di espandere la cornice della contabilità nazionale per comprendere costi nascosti ma chiaramente importanti, come ad esempio l istruzione vista come investimento in conto capitale, lo spostamento verso la vita urbana, l inquinamento o altri risultati negativi della produzione di massa. Questi sforzi dovranno spiegare anche alcuni risultati positivi, quali la maggior longevità e salute, la maggior mobilità, il maggior tempo libero o le minori disuguaglianze di reddito. Il ruolo della famiglia come centro delle decisioni economiche non solo in merito ai consumi ma anche in merito agli investimenti L indice dello sviluppo umano a cura delle Nazioni Unite. Nonostante che Kuznets avesse messo in evidenza i limiti informativi del PIL già dagli anni 30 del secolo scorso, è soltanto a partire dagli anni 80 che si avvia un confronto a livello metodologico per arrivare a indicatori che ne superino o integrino i limiti. A partire dal 1990 le Nazioni Unite pubblicano lo Human Development Report che è definito da una risoluzione dell Assemblea dell ONU come un esercizio intellettuale indipendente e un importante strumento per aumentare la consapevolezza sul tema dello sviluppo dell umanità nel mondo 9. Elemento caratterizzante di ogni Rapporto a partire dall edizione del 1993 è l Indice delle sviluppo umano (Human Development Index), proposto da Mahbud ul Haq, il quale ritiene che le persone spesso valutano dei risultati che non trovano riscontro almeno immediatamente nelle statistiche sul reddito e sulla crescita: un maggior accesso alla conoscenza, una migliore nutrizione e servizi sanitari, mezzi di sussistenza più sicuri, sicurezza contro il crimine e la violenza fisica, tempo libero soddisfacente, libertà politiche e culturali e un senso di partecipazione nelle attività della comunità 10. Con tale indice si cerca di integrare le informazioni fornite dal PIL pro capite con le informazioni fornite da un indice di aspettativa di vita e da un indice del livello di istruzione (distinguendo tra adulti e ragazzi). Nelle 8 Kuznets S. (1971a), paragrafo 5 Concluding comments 9 Risoluzione dell Assemblea dell ONU 57/ Haqu Mahbub Ul (1999) 5

10 edizioni fino al 2009 si utilizzava una media aritmetica dei tre indici, mentre a partire dall edizione 2010 si calcola la media geometrica dell aspettativa di vita alla nascita, di un indice di istruzione che tiene conto degli anni effettivi e previsti di istruzione e del reddito nazionale lordo pro capite. 1.4 L iniziativa Beyond GDP. Nel 2007 la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, il Club of Rome, l OCSE e il WWF hanno organizzato la conferenza Beyond GDP. In questa conferenza è stato sottolineato il fatto che gli indicatori statistici risultano particolarmente importanti per delineare e valutare le politiche aventi lo scopo di promuovere il progresso della società. La scelta di questi indicatori è un passo cruciale, in quanto il cosa si misura influenza il cosa si fa ; se gli strumenti utilizzati non sono corretti, o non riescono a cogliere tutte le caratteristiche dell oggetto di indagine, possono indurre a prendere decisioni inefficienti o addirittura inefficaci. Negli ultimi due decenni, l alto grado di complessità raggiunto dalla società, insieme alla distanza tra le variabili socio-economiche standard, e alla percezione che i cittadini hanno del benessere, hanno alimentato un crescente dibattito sulla capacità degli indicatori maggiormente utilizzati di fornire un immagine corretta della realtà. Il PIL è il principale protagonista di tale dibattito. Misura quantitativa dell attività macroeconomica, esso ha assunto negli anni il ruolo di indicatore dell'intero sviluppo economico-sociale e del progresso in generale. Tuttavia, dati la sua natura e il suo scopo, esso non può costituire la chiave di lettura di tutte le questioni oggetto di dibattito pubblico, non potendo fornire indicazioni su aspetti come, tra gli altri, l inclusione sociale, la disuguaglianza, l inquinamento o la percezione del benessere soggettivo da parte dei cittadini. Può succedere, ad esempio, che il PIL cresca, ma che i dati associati a questi aspetti peggiorino. L iniziativa non si è esaurita con la conferenza del 2007, ma le istituzioni promotrici hanno istituito un comitato organizzativo aperto ad altre organizzazioni ed esperti che prosegue il lavoro di migliorare le misure del progresso, della vera ricchezza e del benessere. Il sito internet dell iniziativa ( è divenuto una fonte imprescindibile di aggiornamento per tutti coloro che sono interessati al tema. I curatori del sito hanno chiesto agli sviluppatori di indicatori e di misure alternative al 6

11 PIL di descrivere il processo di creazione e l implementazione di queste misure. Ciascun documento specifica per quale motivo l indicatore era necessario, l uso, le possibilità future e i suoi futuri sviluppi. L idea di raccogliere in una esibizione virtuale i progetti più rilevanti di indicatori e misure del benessere è un progetto del Sustainable Europe Research Institute (SERI), un think tank paneuropeo che dal 1999 esplora le opzioni dello sviluppo sostenibile per le società europee. 1.5 Le iniziative dell OCSE. L OCSE si è impegnata fortemente sul tema della misurazione del progresso e del benessere, con l obiettivo di dare risposta alle esigenze dei cittadini e dei decisori politici di informazioni migliori sul benessere e il progresso della società. A partire dal 2004, grazie all impulso di Enrico Giovannini (all epoca Chief Statistician dell OCSE), con il primo Forum Mondiale su Statistica, Conoscenza e Politica tenutosi a Palermo, si è alimentato un dibattito globale su come andare oltre il Pil. Con la Dichiarazione di Istanbul del 2007, in occasione del secondo Forum Mondiale e con il lancio del Progetto Globale sulla misura del progresso delle società sempre più paesi hanno cominciato a guardare a questo tema con l attenzione necessaria, avviando iniziative di carattere metodologico e politico. Queste esperienze sono state presentate al Terzo Forum Mondiale tenutosi a Busan nel Forte di tale successo. L OCSE si appresta ad organizzare un quarto Forum a Dehli nell autunno del Nel mese di maggio 2011 è stato organizzato il Forum Better Policies for better lives e nel mese di ottobre 2011 è stato presentato il Better Life Index. Ha organizzato, inoltre, alcune conferenze regionali, quali: America Latina (Città del Messico, maggio 2011), Asia (Giappone, dicembre 2011), Africa (Marocco, aprile 2012), Medio oriente (primavera 2012), Europa (Parigi, giugno 2012). Per la misurazione delle dimensioni del benessere, l OCSE parte da uno schema basato su due sistemi fortemente interconnessi tra loro: il sistema umano e l ecosistema 11. Il benessere complessivo di un paese dipende dalla condizione di tali sistemi, che a loro volta dipendono dal 11 Hall J., Giovannini E. et al. (2010), Giovannini E. (2010) 7

12 benessere degli individui. Il benessere dipende dalla disponibilità di condizioni individuali e collettive (anche in termini di presenza o assenza di opportunità), la cui esistenza è legata a fattori economici, culturali e di governance; tali fattori vanno considerati obiettivi intermedi, in quanto la loro disponibilità favorisce il conseguimento del benessere. Ogni dimensione del benessere va valutata, inoltre, con un ottica intragenerazionale, che approfondisce i temi della povertà e della disuguaglianza, e con un ottica inter-generazionale, che approfondisce i temi della sostenibilità e della vulnerabilità. In breve l OCSE configura uno schema multidimensionale di benessere con obiettivi finali e intermedi e due ottiche trasversali secondo il quale il progresso di una società si verifica quando si consegue un aumento del benessere equo e sostenibile 12. L impegno dell OCSE non si è limitato al piano metodologico, ma al contrario l inziativa Una vita migliore: la misura del progresso e del benessere ha portato nel 2011 alla pubblicazione di un rapporto e alla proposta del BLI (Better Life Index, Indice di una Vita Migliore), che permette il confronto del livello di benessere dei diversi paesi 13. Questo indice è caratterizzato da un grado molto elevato di flessibilità, al punto che ciascun utilizzatore può costruirsi il proprio indice attribuendo pesi diversi agli aspetti che sono stati selezionati come rilevanti nel determinare il grado di benessere delle persone: reddito, occupazione, abitazione, salute, conciliazione tra lavoro e tempo libero, istruzione, reti sociali, impegno civico e politico, ambiente, sicurezza personale e benessere soggettivo. L OCSE rileva che negli ultimi quindici anni il livello di benessere è aumentato. Infatti è aumentata la ricchezza, sono migliorate le opportunità di lavoro, le condizioni abitative, i livelli di istruzione e si vive più a lungo; si è meno esposti all inquinamento e al crimine. Tuttavia sono aumentate le disuguaglianze: alcuni gruppi della popolazione, in particolare le persone con livelli di reddito e di istruzione più bassi, mostrano andamenti tendenziali peggiori in tutte le dimensioni del benessere. 12 Hall J., Giovannini E. et al. (2010), cit. 13 OECD (2011), 8

13 1.6 Le iniziative dell Unione Europea. Nel 2009 la Commissione Europea ha approvato una comunicazione sul PIL e le misure di progresso 14. Ad avviso della Commissione il prodotto interno lordo (PIL) è un possente indicatore, ampiamente riconosciuto, per controllare le fluttuazioni a corto e medio termine dell'attività economica, soprattutto durante l'attuale recessione. Nonostante i suoi difetti, rimane la migliore unità di misura dello stato di salute del mercato economico. Tuttavia, il PIL non è stato concepito per misurare con accuratezza il progresso economico e sociale a più lungo termine e, in particolare, la capacità di una società di affrontare questioni quali i cambiamenti climatici, l'uso efficiente delle risorse o l'inclusione sociale. Esistono validi motivi per completare il PIL con statistiche che riprendano gli altri aspetti economici, sociali ed ambientali dai quali dipende fortemente il benessere dei cittadini. Vengono individuate cinque azioni per misurare meglio il progresso in un mondo in cambiamento: - completare il PIL con indicatori ambientali e sociali - informazioni quasi in tempo reale a sostegno del processo decisionale - informazioni più precise su distribuzione e disuguaglianze - elaborare una tabella europea di valutazione dello sviluppo sostenibile - estendere i conti nazionali alle questioni ambientali e sociali. In seguito alla pubblicazione di tale Comunicazione e del Rapporto della Commissione Stiglitz Sen Fitoussi 15, Eurostat ha promosso un vasto gruppo di lavoro, lo Sponsorship Group, con il mandato di coordinare le attività di misurazione del benessere nell ambito del Sistema Statistico Europeo. Pertanto il Comitato dei Sistemi Statistici Europei ha avviato un gruppo sulla misurazione del progresso, del benessere e dello sviluppo sostenibile. Il gruppo si è focalizzato sul miglioramento dell impiego delle statistiche esistenti al fine di fornire gli indicatori più appropriati. Ha prodotto un rapporto che è stato adottato dal Comitato dei 14 Commissione UE (2009a) 15 CMEPSP Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress (2009) 9

14 Sistemi Statistici Europei nel novembre In tale rapporto vengono proposte azioni concrete nell ambito dei seguenti domini: - prospettive delle famiglie e aspetti della distribuzione del reddito, dei consumi e della ricchezza - misure multidimensionali della qualità della vita - sostenibilità ambientale Per ciascuno di questi domini vengono formulate approfondite raccomandazioni alla luce dell attuale disponibilità di statistiche e vengono indicati possibili sviluppi. Importanti progressi sono stati compiuti con l adozione del Memorandum di Sofia e del Memorandum di Wiesbaden 17. Si è convenuto di approfondire il lavoro sulle prospettive delle famiglie, sugli aspetti relativi all equità, sulle prospettive di consumo delle risorse ambientali, sulle condizioni oggettive e soggettive della qualità della vita delle persone. Lo Eurofound (la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) cura dal 2003 l indagine sulla qualità della vita in Europa. In tale indagine il benessere è valutata in termini di benessere complessivo degli individui, includendo sia indicatori quantitativi sia indagini di opinione. L indagine approfondisce i seguenti domini: occupazione, risorse economiche, famiglia, abitazione, qualità dei servizi, ambiente, salute, senza trascurarne le interrelazioni. L indagine è stata condotta nel 2003, nel e nel L Unione Europea ha lanciato l iniziativa Europa che ha l obiettivo di rendere la UE una economia intelligente, sostenibile ed inclusiva, consentendo agli Stati membri di raggiungere alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. Sono stati fissati obiettivi su temi quali occupazione, innovazione, istruzione, inclusione sociale e clima/energia da conseguire entro il 2020 con azioni concrete a livello UE e a livello nazionale. E stato definito un set di indicatori strumentali alla programmazione degli obiettivi e al monitoraggio delle politiche. 16 ESSC Comitato Sistemi Statistici europei (2011) 17 DGINS Directors General of the National Statistical Institutes (2010), (2011) 18 Eurofound (2003), (2007) 19 Commissione Europea (2009b) 20 Consiglio Europeo (2010), Commissione Europea (2010) 10

15 1.7 La Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi. La Commissione sulla misura del risultato economico e del progresso sociale è stata istituita nel 2008 su decisione del Presidente francese Nicholas Sarkozy sotto il coordinamento dei premi Nobel Joseph Stiglitz, Amartya Sen e dell economista Jean-Paul Fitoussi 21. La Commissione sottolinea la necessità di spostare l attenzione dalla misura della produzione di un economia alla misurare del benessere delle persone definito in una accezione multidimensionale: condizioni di vita materiali (reddito, ricchezza, consumo); salute, istruzione, attività personali (compreso il lavoro); relazioni sociali; ambiente; sicurezza di natura economica e fisica. Si raccomanda, inoltre, l importanza di cogliere gli aspetti qualitativi insieme a quelli quantitativi per comprendere le reali condizioni di vita degli individui. Hanno rilevanza le percezioni delle famiglie, le loro aspettative, ciò che possono o non possono fare, così come il modo in cui gli sviluppi in un campo della qualità della vita influenzano gli altri campi e come questi sviluppi sono legati al reddito. La Commissione propone dodici raccomandazioni per ottenere misure migliori dei risultati economici e del progresso sociale in un economia complessa: 1. per valutare il benessere materiale, analizzare i redditi e il consumo piuttosto che la produzione 2. rafforzare l'analisi dal punto di vista delle famiglie 3. considerare il reddito e il consumo insieme con la ricchezza 4. dare maggiore importanza alla distribuzione dei redditi, del consumo e del patrimonio 5. estendere gli indicatori alle attività non legate direttamente al mercato 6. migliorare la qualità della vita concentrandosi su condizioni oggettive, migliorare la valutazione di sanità, educazione e condizioni ambientali 7. individuare indicatori di qualità della vita che aiutino a calcolare le differenze fra individui, tra diversi gruppi sociali, per genere e per generazione 8. realizzare survey per comprendere meglio come le evoluzioni in un settore della qualità della vita hanno ripercussioni su altri 21 CMEPSP Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress (2009) 11

16 9. gli istituiti di statistica dovrebbero rendere disponibili le informazioni necessarie per creare un indicatore sintetico della qualità della vita. Insomma passare dalla pluralità di indicatori esistenti ad un indicatore sintetico creato possibilmente dagli istituti nazionali di statistica 10. misurare il benessere sia in termini oggettivi che soggettivi e fornire indicazioni essenziali per misurare la qualità della vita 11. definire una griglia di indicatori per misurare la "sostenibilità" del benessere questione questa complementare al benessere attuale e quindi da esaminare distintamente 12. definire una griglia di indicatori di sostenibilità ambientale che consentano di misurare il livello di pericolo conseguenza del danneggiamento ambientale Le Raccomandazioni sono espressione di alcune tesi che ben evidenziano come, nelle analisi svolte dalla Commissione, la critica alla nozione di PIL sia da intendere in senso propositivo, ovvero vada finalizzata a definire le performance di un paese secondo un accezione più ampia di quella meramente economica. Tre sono, in particolare, le direzioni da sviluppare al fine di integrare e migliorare la misura fornita dal PIL. La prima direzione è quella relativa alla misurazione. La costruzione statistica del PIL richiede la soluzione di una serie di problematiche di grande complessità, tra l altro mutevoli nel tempo. Non è un caso che il sistema dei conti nazionali attuale rappresenti l esito della stratificazione di numerose innovazioni introdotte nel corso degli anni. Si pensi, al riguardo, all attenzione posta sulle questioni del cambiamento qualitativo dei prodotti, della trasformazione terziaria dell economia, della misurazione dei servizi offerti dal settore pubblico. La seconda direzione è quella della qualità della vita, all interno della quale può essere ricompresa la tematica dell equa distribuzione delle risorse. Le misurazioni fornite dal PIL, quando utilizzate come medie procapite e non opportunamente disaggregate, non forniscono alcuna informazione sui fattori di disuguaglianza che possono celarsi dietro ai saggi di crescita economica. Le diverse possibilità di accesso degli individui ai risultati dell attività produttiva costituiscono un parametro importante per valutare il miglioramento della qualità della vita di una società. La terza direzione, che è anche quella dove si scontano i maggiori limiti informativi del PIL, è quella della sostenibilità. Questa nozione sottolinea come un processo di sviluppo non sia sostenibile se i risultati che 12

17 esso consegue non sono riproducibili nel corso del tempo. Rientrano qui a pieno titolo le questioni degli squilibri macroeconomici, della sostenibilità finanziaria, del depauperamento delle risorse ambientali, della sostenibilità di un sistema sotto il profilo della coesione. 1.8 Il progetto del 2005 del CNEL sugli indicatori per lo sviluppo sostenibile. Nel 2005 il CNEL ha presentato il progetto "Indicatori per lo sviluppo sostenibile". Nell ambito di tale progetto ci si è posto l'obiettivo di coprire le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale. Tale progetto fu approvato all unanimità dalle Parti Sociali rappresentate al CNEL in occasione dell Assemblea del 28 aprile E' stato proposto e realizzato un sistema di indicatori per lo sviluppo sostenibile basato su indici (aggregati tematici di indicatori), su indicatori (descrittori diretti di fenomeni economici, sociali ed ambientali) e su target (obiettivi da perseguire nel tempo) e, sulla base di esso, è stato predisposto un Rapporto sullo sviluppo sostenibile in Italia 23, capace di descriverne lo stato attuale della sostenibilità e di consentirne il monitoraggio nel futuro. Anche in questo caso la condivisione sia dell'impianto metodologico, che degli indicatori (in numero di 54) e dei target di riferimento è stata considerata essenziale. Per questa ragione la definizione del sistema di indicatori è stata accompagnata da un processo di consultazione che ha visto la partecipazione dei diversi portatori di interesse che hanno contribuito al dibattito con osservazioni e proposte. In questo senso il progetto del 2005 è stato un precursore dell ampia consultazione pubblica che ha caratterizzato l iniziativa del CNEL e dell ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere. Il risultato finale della consultazione è rappresentato da tre domini - Economia, Società e Ambiente articolati in temi e sottotemi, per i quali vengono proposti specifici indici-chiave. I temi del dominio Economia sono due: i modelli di produzione e consumo e la performance economica e finanziaria. Nel complesso sono presenti 19 indicatori; l'indice-chiave più corposo è quello della 22 CNEL (aprile 2005), reperibile su il relatore fu il Consigliere Claudio Falasca e l istruttoria fu curata dalla Commissione per le attività produttive e le risorse ambientali (VI) 23 CNEL (maggio 2005), reperibile su 13

18 Competitività che include i temi dell'innovazione e della spesa in Ricerca e Sviluppo, oltre a quelli classici della produttività e del costo energetico dell'industria. Nel dominio che rappresenta la Società sono stati inseriti gli aspetti di equità del reddito, anche tra le aree del Paese, l'occupazione, la qualità della vita, la demografia e gli aspetti relativi alla conoscenza secondo gli obiettivi dell allora prospettiva europea di Lisbona (oggi aggiornata nella prospettiva Europa 2020). 14

19 Il dominio Ambiente è costituito da 4 temi: atmosfera, geosfera, idrosfera e biosfera. In quest'ultimo tema sono state inserite due attività economiche che riguardano l'agricoltura e il prelievo delle specie ittiche. 15

20 Le proposte approvate all unanimità dall Assemblea del CNEL furono le seguenti 24 : Le politiche per lo sviluppo sostenibile richiedono l'adozione di un sistema di indicatori capace di integrare la dimensione economica con quella sociale ed ambientale. L'adozione di un sistema integrato di indicatori con riferimento ai tre pilastri della sostenibilità, economico, sociale ed ambientale, consente di superare contemporaneamente tanto l'approccio prevalentemente economicistico nella valutazione della crescita del sistema economico e produttivo, quanto l'approccio prevalentemente ambientalista nella valutazione del grado di sostenibilità del sistema. L'esperienza di vari Paesi dimostra infatti che l'adozione di un sistema integrato di indicatori si pone come punto qualificante tanto nella 24 CNEL (aprile 2005), pag

21 elaborazione delle strategie politiche tese allo sviluppo, quanto nella valutazione dei loro effetti. L'esperienza dimostra altresì che il sistema di indicatori, affinché si dimostri strumento utile ed efficace per valutare attentamente la performance di sostenibilità, deve tener conto delle specificità economiche, ambientali e sociali del paese a cui fanno riferimento. La condivisione del sistema di indicatori da parte dell'insieme delle forze economiche e sociali è la condizione per verificare la coerenza del sistema al contesto a cui viene applicato. L'individuazione del sistema di indicatori deve comunque collocarsi all'interno di un quadro conoscitivo statisticamente affidabile e confrontabile con i sistemi adottati a livello internazionale e a livello comunitario. Nel corso della ricerca e nelle fasi di consultazione sono state riscontrate diverse carenze del sistema informativo italiano, in quello comunitario e anche a livello internazionale. Le carenze riguardano sia l'esistenza stessa di determinati indicatori, che l'esistenza di un numero sufficiente di dati per coprire un andamento di 8-10 anni. In proposito la posizione del CNEL votata all unanimità fu la seguente 25 : Riguardo alle carenze informative e statistiche rilevate dal progetto, il CNEL sollecita enti e istituti preposti a risolvere i problemi riscontrati nella disponibilità dei dati e delle informazioni. In particolare tra questi emergono con particolare rilievo: - il tema della partecipazione, la cui definizione statistica attuale appare insufficiente. D'altronde, l'uso dei sistemi di indicatori per descrivere le politiche pubbliche ha senso solo se al contempo si promuovono forme di partecipazione alle decisioni del pubblico come dei lavoratori; - il tema della qualità urbana rimane ancora definito in modo non esauriente, in particolare per quanto attiene al tema della mobilità; - la definizione di un indicatore di perdita di biodiversità andrebbe risolta con una attività apposita che sia in sintonia con quanto va emergendo a livello internazionale; - la copertura dei dati relativi al consumo complessivo della risorsa idrica è particolarmente rilevante; 25 CNEL (aprile 2005), pagg

22 - il difficilissimo tema del peso dell'economia illegale e criminale, da studiare e rappresentare nell'ambito dal sistema statistico nazionale nelle forme e nei metodi possibili e praticabili. 1.9 Il documento del Cnel Indicatori di crescita economica e sociale ad integrazione del PIL del Tale documento di osservazioni e proposte fu approvato all unanimità dall Assemblea del Cnel il 9 giugno Il dibattito nel Consiglio aveva fatto emergere nel corso del 2009 la consapevolezza che le grandi trasformazioni economiche e sociali, che il mondo stava vivendo dopo l esplosione della crisi, avrebbero richiesto nuove e più complesse strategie di azione. La discussione sugli strumenti di misurazione era strettamente legata a quella dei fini e dei metodi della politica economica, così come era segnalato nei lavori dell OCSE e della Commissione Stiglitz. Nel corso dell istruttoria, curata dalla Commissione per la Politica Economica e la Competitività del Sistema Produttivo (I), fu organizzato il 14 aprile 2010 un seminario a cui parteciparono il Prof. Enrico Giovannini, Presidente dell ISTAT, e il Prof. Fabrizio Barca, direttore generale del Ministero delle Finanze e Presidente del Comitato per le politiche territoriali dell OCSE. Fu proprio a margine di tale seminario che il Presidente del CNEL e il Presidente dell ISTAT maturarono l idea di una collaborazione tra le due Istituzioni sui temi della misurazione del benessere. Nel documento le Parti Sociali rappresentate al CNEL concordano nel ritenere che la definizione di una Costituzione statistica rappresenta un tema politico e non tecnico statistico, in quanto come dice Amartya Sen, discutere di indicatori significa ragionare sui fini ultimi di una società. Tutto ciò implica, quindi, la necessità di avviare a livello internazionale e italiano un confronto per individuare un cruscotto di indicatori che siano di supporto per gli operatori economici e i decisori di politiche economiche, sociali ed ambientali CNEL (2010), disponibile su il relatore fu il Consigliere Gabriele Olini e l istruttoria fu curata dalla Commissione per la politica economica e la competitività del sistema produttivo (I) 27 CNEL (2010), pag. 2 18

23 Ad avviso del CNEL, occorre arrivare a predisporre tali indicatori quale supporto per: - consentire una conoscenza adeguata e dettagliata della situazione ed evoluzione del benessere economico e della qualità della vita delle famiglie e dei cittadini, anche a livello territoriale; questo significa che occorre avere dati e indicatori che coprano i temi essenziali per la misura del progresso, che siano rigorosi, tempestivi e "pubblicamente" accettati; - favorire una comprensione più ampia dei fenomeni, garantita dal pluralismo delle informazioni, di cui va assicurata la trasparenza, la correttezza e l'attendibilità; - mettere a disposizione una base quantitativa comune e riconosciuta per discussioni "informate" sui suddetti problemi da parte delle parti sociali, partiti politici, operatori economici, cittadini; ciò anche al fine di migliorare il dibattito politico attraverso l'uso di dati e indicatori che tutti ritengano credibili; - prendere decisioni "informate" da parte dei policy makers per l'attuazione di politiche economiche e sociali, consentendo loro di essere "trasparenti" e di render conto del loro operato (accountability). Gli Istituti nazionali di statistica non possono essere lasciati soli a lavorare su questi temi. Ovviamente il loro contributo tecnico è fondamentale per definire indicatori e modalità di rilevazione dei dati che conducano a statistiche di qualità, ma essi non possono sostituirsi alle rappresentanze delle categorie produttive e alla società civile organizzata nella condivisione dei fini della società 28. Il documento prosegue delineando un possibile piano di lavoro che parta dalla condivisione della definizione di progresso, passi attraverso la scelta degli strumenti di misura del progresso fino ad arrivare alla pubblicazione di un rapporto periodico sul progresso del Paese senza trascurare il tema della corretta interpretazione e comunicazione delle statistiche. 28 CNEL (2010), pagg. 2 e 3 19

24 1.10 Alcune iniziative di misurazione del benessere realizzate in Italia 29. Il primo esercizio di questo tipo in ordine cronologico è l Indice di Qualità della Vita che il Sole24Ore pubblica da oltre venti anni in un dossier dedicato. Il lavoro si propone di misurare la vivibilità delle province italiane attraverso un set di 36 indicatori raggruppati in 6 domini: tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; ordine pubblico; popolazione; tempo libero. Dal 2003 la Campagna Sbilanciamoci! calcola il QUARS, l Indice di Qualità Regionale dello Sviluppo, 41 indicatori raggruppati in 7 domini: ambiente; economia e lavoro; diritti e cittadinanza; salute; istruzione; pari opportunità; partecipazione. Il QUARS è calcolato per le 20 regioni italiane. Utilizzando i medesimi domini adottati per il QUARS, Sbilanciamoci! ha inoltre realizzato delle analisi della qualità dello sviluppo nelle province del Lazio e in quelle di Trento e Ascoli Piceno. Tra gli altri indicatori sviluppati in Italia per misurare il benessere e il progresso vanno poi segnalate alcune esperienze settoriali e territoriali. Sul fronte ambientale, Legambiente e Ambiente Italia pubblicano ormai da molti anni l Ecosistema Urbano, un indice sintetico sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia. L indice tiene conto di 25 indicatori relativi ad aria, acque, rifiuti, trasporti e mobilità, spazio e verde urbano, energia, politiche ambientali pubbliche e private. Dal 2000, la rilevazione Istat Dati ambientali nelle città è attuata con periodicità annuale sui comuni capoluogo di provincia secondo le stesse 7 tematiche e un analogo indice sintetico. Sul versante della produzione è invece bene ricordare il lavoro, tuttora in progress, che la Fondazione Symbola sta portando avanti per misurare il cosiddetto PIQ, il Prodotto Interno di Qualità. Esso si propone di quantificare la quota di PIL ritenuta di qualità scomponendola secondo quattro componenti della catena del valore: capitale umano e know how; conoscenza e costruzione della domanda; sviluppo del prodotto/servizio; presidio delle reti e delle relazioni nazionali ed internazionali. La Confartigianato ha portato avanti alcuni esercizi che dedicano particolare attenzione al sistema produttivo italiano. Nell'ambito del 29 Le informazioni sulle iniziative e i rapporti di ricerca citati in questo paragrafo sono tutte reperibili sui siti internet delle istituzioni promotrici; un buon punto di partenza può essere il sito curato da ISTAT e CNEL 20

25 Rapporto Confartigianato 2010 "Alla ricerca del Pil perduto", si è costruito un indice sintetico che prende in considerazione assieme al Pil anche elementi di qualità della vita, risorse culturali e ambiente Nel 2011 è inoltre stato sviluppato un indice di qualità della vita nei distretti industriali. L'IRES Piemonte pubblica un'analisi della qualità della vita nelle province piemontesi secondo 8 dimensioni 30 : salute; relazioni sociali degli individui; istruzione; qualità ambientale; attività personali quotidiane; sicurezza personale; partecipazione democratica; sicurezza e benessere materiale. L'istituto ha anche realizzato una rivista per ipad (disponibile gratuitamente da giungo 2011 su Apple Store, parole chiave QV oppure IRES) dedicata agli indicatori di qualità della vita per le province del Piemonte. Un analisi a scala regionale centrata sul Veneto è stata realizzata nell ambito dell iniziativa Oltre il PIL promossa e realizzata da Unioncamere del Veneto e dalla Camera di Commercio di Venezia, in collaborazione con l Università di Venezia Ca Foscari e con la Regione del Veneto. L analisi condotta è estesa a tutte le regioni italiane per il periodo e per le dimensioni individuate dalla Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi: benessere materiale, salute, istruzione, lavoro e tempo libero, pubblica amministrazione, relazioni personali e sociali, ambiente, insicurezza fisica ed economica. Lo studio progettuale Analisi e ricerche per la valutazione del benessere equo e sostenibile delle province è condotto dall Ufficio Statistica della Provincia di Pesaro e Urbino con la partecipazione metodologica e tecnica dell ISTAT. Tale studio è finalizzato a progettare un sistema informativo territoriale per la misurazione del Benessere Equo e Sostenibile che possa supportare la programmazione, il monitoraggio e la rendicontazione sociale dell azione amministrativa e di governance della Provincia. Un altra esperienza a livello provinciale è quella condotta nell'ambito del VII Rapporto IARES dell'osservatorio sull'economia Sociale e Civile in Sardegna. All'interno del Rapporto è inserito il Caso studio "Un Tentativo di Stima di un Indice di Qualità della Vita nelle Province Sarde", che propone un indicatore sintetico del benessere sociale in Sardegna secondo 52 indicatori raggruppati in 8 dimensioni: Ambiente; Economia e lavoro; Diritti e cittadinanza; Salute; Istruzione; Pari opportunità; Partecipazione e Disagio sociale

26 Ad Arezzo è stato invece calcolato un indice sintetico di benessere a scala comunale. Nell'ambito del progetto di ricerca Umanamente, l'associazione Lunaria, in stretta collaborazione con l'amministrazione comunale, ha pubblicato il rapporto "La misurazione del benessere ad Arezzo. Promozione della misurazione del benessere in ambito locale urbano secondo un approccio di sviluppo umano" prendendo in considerazione le serie storiche per 45 indicatori relativi ai domini ambiente; economia e lavoro; diritti e cittadinanza; salute; istruzione; pari opportunità; partecipazione. La Fondazione Wellness Foundation, attraverso il progetto Wellness Valley, intende misurare il benessere della collettività in Romagna attraverso il miglioramento della qualità della vita, l educazione delle persone alla prevenzione per ridurre la spesa sanitaria, l incremento dello sviluppo economico del territorio. Nel 2010 si è costituita a Firenze l'aiquav, Associazione Italiana per gli Studi sulla Qualità della Vita, presieduta da Filomena Maggino. Nel settembre 2011 l'aiquav ha organizzato un workshop internazionale sulle problematiche di misura del benessere. Il 18 luglio 2011 l Unione delle Pro Loco (UNPLI) ha presentato i risultati del progetto "B.I.L.anciamo il Futuro", finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali, con la partecipazione dell ISTAT (che ha contribuito direttamente all elaborazione del questionario sulla percezione del benessere sociale) e il patrocinio della Commissione nazionale italiana per l UNESCO. Il progetto è stato realizzato coinvolgendo e sensibilizzando le comunità locali nella riflessione sul superamento del puro calcolo economico delle ricchezze nazionali, oggi definite attraverso il PIL, e sull introduzione di altri indicatori con cui si possa valorizzare e quantificare anche la sostenibilità ambientale, l inclusione sociale, la qualità della vita, il patrimonio culturale e il valore di attività come il volontariato. Nelle 21 località laboratorio selezionate in tutte le Regioni italiane sono stati distribuiti i questionari, diffusi anche online a tutte le Pro Loco che hanno partecipato al progetto. 22

27 1.11 Le misure del benessere realizzate nel mondo: come tenersi aggiornati. Il progetto dell OCSE Misurare il progresso delle società è ospitato nella piattaforma Wikiprogress, che ha come missione principale la creazione di uno strumento di informazione globale per lo sviluppo di misure del progresso più intelligenti, favorendo lo scambio di informazioni ed idee. A tale piattaforma contribuiscono studenti, ricercatori, organizzazioni della società civile, organizzazioni governative e intergovernative, istituzioni multilaterali, aziende e uffici di statistica. E un ottimo strumento sia per tenersi aggiornati su questi temi, sia per conoscere le esperienze già maturate in diversi paesi del mondo. Ad esempio in Canada è stato proposto il Canadian Index of Wellbeing 31, che misura il progresso della società canadese utilizzando un indice sintetico fondato su otto dimensioni: benessere economico, vitalità della comunità, partecipazione democratica, istruzione e formazione, salute, ambiente, uso del tempo e tempo libero e cultura. In Australia l Ufficio di Statistica cura la pubblicazione periodica on line Measuring Australia s Progress 32, che si basa sulla rilevazione di un insieme di indicatori ritenuti rilevanti per la misura del progresso, e inoltre cura un blog che raccoglie il dibattito nazionale. Il Ministero del Tesoro australiano dichiara che la propria missione è quella di migliorare il benessere degli Australiani fornendo un supporto consono e tempestivo al Governo, fondato su un'analisi attenta e oggettiva delle diverse opzioni. 33 Pertanto dal 2001 il Ministero valuta i provvedimenti di politica economica anche dal punto di vista delle seguenti dimensioni: le opportunità di cui godono i cittadini; la distribuzione e la sostenibilità di tali opportunità, il livello e l'allocazione dei rischi che i cittadini e le comunità devono sostenere, il grado di complessità delle decisioni che cittadini e comunità devono affrontare. Sulla scia di questo esempio, anche il Ministero del Tesoro della Nuova Zelanda 34 valuta i provvedimenti di politica economica sulla base di criteri ritenuti importanti per il benessere: aspetti materiali e immateriali del livello di vita della popolazione, non limitandosi alla valutazione degli impatti sul reddito e sul PIL; libertà, diritti e capacità; distribuzione degli 31 consultabile sul sito 32 consultabile sul sito dell Australian Bureau of Statistics

28 standard di vita tra diversi gruppi socio-economici; la sostenibilità nel tempo degli standard di vita. In Gran Bretagna l Office for National Statistics 35 nel 2011 ha avviato su richiesta del Governo l iniziativa Measuring National Wellbeing 36 che ha l obiettivo di arrivare alla pubblicazione periodica di un insieme di indicatori condiviso e ritenuto affidabile ai fini della valutazione del benessere nazionale. Il Centre for Bhutan Studies 37 ha pubblicato on line i dati della ricerca Gross National Happiness I domini oggetto della rilevazione sono: benessere psicologico, salute, uso del tempo, educazione, cultura, buon governo, ecologia, vitalità della comunità e standard di vita. Le iniziative che si stanno sviluppando in tutto il mondo sono molto numerose, articolate e collegate tra loro ed è per questo che non ha senso elaborarne un report, che non sarebbe comunque esaustivo e in tempi brevi risulterebbe non aggiornato. E più sensato mantenersi aggiornati su tali iniziative seguendole sul web, a partire dalla piattaforma Wikiprogress 38, che ospita al proprio interno il Global Progress Research Network method/user guidance/well being/index.html

29 2. Costituzione del Comitato di indirizzo e dell iniziativa interistituzionale CNEL ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere. 2.1 Percorso di formalizzazione del Comitato 39. La costruzione di un indicatore multidimensionale del benessere e del progresso richiede l identificazione di un impianto logico di riferimento condiviso, sulla base del quale possa essere costruito un cruscotto di indicatori utile agli operatori economici e ai decisori di politiche economiche, sociali ed ambientali. Lo sviluppo delle metodologie statistiche e l ampia disponibilità di dati consente di ipotizzare la costruzione di indici di progresso economico e sociale; i relativi aspetti tecnici sono indagati dagli istituti nazionali di statistica, il cui contributo in tal senso è fondamentale per la definizione di modalità di rilevazione e procedure di sintesi che conducano a statistiche di qualità. Molto più complesso risulta, invece, l aspetto politico del processo di individuazione degli indicatori, ossia quali sono i soggetti deputati alla specificazione dei domini rilevanti ed essenziali per il benessere ed il progresso di una collettività, che siano ampiamente accettati e condivisi dalle diverse anime della società contemporanea, incluso il riconoscimento dei singoli cittadini. Come suggerito dalle organizzazioni internazionali, questa ricerca deve avvenire istituendo in ogni Paese occasioni e luoghi strutturati di confronto che coinvolgano tutti gli attori sociali e, quindi, le rappresentanze delle categorie produttive e delle società civile organizzata. Diviene, dunque, necessario individuare l istituzione capace di creare e gestire un luogo strutturato in cui tale processo di condivisione e sintesi possa avvenire. Dalla rassegna sopra effettuata emerge, infatti, che la definizione degli indicatori di un benessere a più dimensioni non è tanto questione tecnico statistica, da gestire in solitudine da parte degli Istituti di statistica, ma problema politico, che deve vedere un ruolo primario della società organizzata. Si tratta non solo di definire gli elementi che segnano 39 Nei documenti amministrativi del CNEL il Comitato di indirizzo prende il nome di Consulta Comitato CNEL/ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere. Da qui in seguito sarà chiamato Comitato. 25

30 l evoluzione dei principali fenomeni economici, sociali ed ambientali, ma implicitamente di indicare le priorità delle politiche. La scelta, resa pubblica nella Conferenza Stampa dei due Presidenti del 27 dicembre 2010, era stata, dunque, quella di riunire, in una sede istituzionale come il Cnel, dotata di specifiche qualità di rappresentanza di interessi, membri del Consiglio stesso con i rappresentanti designati da alcune significative organizzazioni della società civile. L obiettivo è, quindi, la determinazione delle aree considerate più rilevanti, che identificano il benessere, nella sua composizione qualitativa e quantitativa, e poter misurare anche la dinamica temporale di questo benessere. Le diverse rappresentanze dovevano aiutare a costruire una visione coerente, completa, chiara della qualità della nostra vita collettiva. L iniziativa Cnel/Istat è partita, dunque, all inizio del 2011 attraverso uno scambio di lettere dei Presidenti dei due Enti e la definizione del Comitato di indirizzo, incaricato di elaborare una proposta sulle dimensioni principali del benessere. Sono state previste tre fasi: 1. una prima fase che riguarda il processo di condivisione della definizione di progresso, nella quale si sviluppa una discussione sulle macrodimensioni del benessere, i "domini"; in questa fase viene svolta un'analisi organica per decidere con consenso ampio su quali dimensioni si articola il progresso; 2. una seconda fase che riguarda la scelta degli strumenti di misura del progresso; per ciascuna dimensione si concordano gli indicatori più adeguati per costruire una sorta di "Costituzione statistica", cioè un set di indicatori sufficientemente generale come la Costituzione e condiviso da tutti; la proposta viene fatta dall'istat e portata alla consultazione dei portatori di interesse. 3. Infine, una volta definito il set di indicatori, il CNEL e l ISTAT predispongono un rapporto periodico sul progresso economico e sociale del Paese iniziano una verifica del sistema degli indicatori, monitorandone attentamente l'appropriatezza, soprattutto alla luce dell'evoluzione economica e sociale concreta. Nel Comitato sono stati nominati nove membri del CNEL, tra questi rappresentanti sia delle organizzazioni sindacali che dei datori di lavoro, ed un rappresentante dell ISTAT. Inoltre, sono stati nominati otto membri 26

31 designati dalle Rappresentanze della società civile, concordate dalle due Presidenze, oltre che un rappresentante dell OCSE che hanno riguardato: - la presenza del non profit attraverso una designazione richiesta al Forum del terzo settore; - una rappresentanza delle associazioni dei consumatori attraverso il Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti, organo rappresentativo delle stesse a livello nazionale; - le designazioni di associazioni che hanno come obiettivo la difesa delle risorse ambientali e culturali: Italia Nostra, Legambiente e WWF; - tre rappresentanti di Consulte Femminile di varie Regioni (Piemonte, Lazio e Puglia) per le reti di associazioni e dei movimenti che rappresentano i problemi e gli interessi delle donne; si tratta, infatti, di organismi permanenti di consultazione dei Consigli Regionali, composti da una rete di Associazioni e gruppi femminili con varie finalità; - una rete di 46 associazioni e organizzazioni della società civile (Sbilanciamoci!), che con il QUARS (Qualità Regionale dello Sviluppo) ha particolarmente approfondito il tema degli indicatori di benessere. Il coordinamento del Comitato è stato affidato ad ulteriori due membri, nominati rispettivamente dal Presidente del CNEL, nella persona della Consigliera Maria Teresa Salvemini, e dal Presidente dell ISTAT, con Linda Laura Sabbadini, Direttore centrale e poi Direttore di dipartimento dello stesso istituto. Il Comitato si è, inoltre, giovato del contributo di un gruppo di supporto composto da esperti nominati dalle due Istituzioni. In tale contesto, il Comitato CNEL/ISTAT diviene per la realtà italiana la cornice ideale, istituita nel quadro di una collaborazione interistituzionale tra il CNEL e l ISTAT, sulla base dei rispettivi ruoli e funzioni, unitamente al sostegno della Commissione Scientifica, istituita presso l ISTAT, e all attivazione di canali di consultazione della cittadinanza. 27

32 Composizione del Comitato CNEL/ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere: Coordinatrici: Maria Teresa Salvemini, CNEL; Linda Laura Sabbadini ISTAT; Giorgio Alessandrini, CNEL; Costanzo Jannotti Pecci, CNEL; Paolo Barberini, CNEL; Antonio Colombo, CNEL; Amedeo Croce, CNEL; Alessandra Del Boca, CNEL; Beniamino Lapadula, CNEL; Paola Manacorda, CNEL; Edoardo Patriarca, CNEL; Saverio Gazzelloni, Istat; Marco Mira d Ercole, OCSE; Gianfranco Bologna, WWF; Salvatore Settis, Italia Nostra Onlus; Alberto Fiorillo, Legambiente Onlus; Lorenzo Miozzi, Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti; Gian Paolo Gualaccini, Forum del Terzo settore (già Consigliere CNEL); Giulio Marcon, Sbilanciamoci!; Giovanna Loiudice Abrescia, Consulta Femminile Regione Puglia; Federica De Pasquale, Consulta Femminile Regione Lazio; Marilena Bauducco, Consulta Femminile Regione Piemonte. Gruppo di supporto Gabriele Olini (designazione congiunta CNEL ISTAT); Stefano Bruni (CNEL); Tommaso Rondinella, (Istat), con il compito di assicurare il sostegno all attività del Comitato, la collaborazione ed il coordinamento tra CNEL e ISTAT, l integrazione tra il Comitato di Indirizzo e gli organi del CNEL. Gruppo tecnico: Claudio Falasca, CNEL; Mariano Bella, Confcommercio; Edoardo Carra, CGIL; Carla Collicelli, UIL; Andrea Fioni, Confindustria; Adolfo Morrone, Istat; Donato Speroni, Università di Urbino; Marco Fattore, Forum Terzo Settore. L ultimo passo ha riguardato l istituzione della Consulta, avvenuta il 20 aprile 2011 con la stipula dell Accordo di collaborazione interistituzionale (Allegato 1); la Consulta rappresenta la mera formalizzazione negli atti del CNEL della costituzione del Comitato di indirizzo CNEL/ISTAT, mantenendone le caratteristiche e priorità, ossia luogo strutturato di confronti tra i membri appositamente designati dal CNEL e dall ISTAT, le rappresentanze della società civile e le associazioni ed istituzioni di rilievo (tra cui le forze sindacali e datoriali, il no-profit, le associazioni dei consumatori, le organizzazioni ambientalistiche, le rappresentanze femminili, etc). Le attività del Comitato sono state avviate con il preliminare documento redatto dalle Coordinatrici Dott.ssa Linda Laura SABBADINI e 28

33 Cons. Maria Teresa SALVEMINI, ossia Prime riflessioni sulla misurazione del benessere e i compiti del Comitato di Indirizzo (Allegato 2), a partire dal quale si può ricostruire e contestualizzare in modo organico il percorso finora svolto, che ha consentito la definizione dei domini fondamentali per la misura del benessere in Italia. I lavori del Comitato sono, inoltre, preparatori alla definizione degli indicatori statistici e alla sperimentazione metodologica da parte della Commissione scientifica, istituita quindi nell ambito dell Accordo CNEL ISTAT ed insediata presso l ISTAT. La Commissione scientifica è composta da esperti e ricercatori nei diversi ambiti di informazione statistica e da docenti e ricercatori universitari. Essa ha il compito di definire gli indicatori statistici più appropriati per la misura del benessere all interno di ciascun dominio definito dal Comitato di indirizzo e di sottoporlo alla sua valutazione. La Commissione Scientifica viene inoltre investita di approfondire la possibilità di integrare misure di sostenibilità ed equità del benessere. 29

34 Composizione della Commissione scientifica per la misurazione del benessere: Presidente Prof. Enrico Giovannini, Presidente Istat; Vice Presidente Dott.ssa Linda Laura Sabbadini, Direttore Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali; Membri esterni: Prof. Alberto Abruzzese, Ordinario di Sociologia e Processi Culturali e Comunicativi Università di Milano IULM; Prof.ssa Enrica Aureli, Ordinario Dipartimento di Statistica, Probabilità e Statistica Applicate Università Degli Studi di Roma La Sapienza ; Prof. Marzio Barbagli, Ordinario di Sociologia generale Università di Bologna; Prof. Leonardo Becchetti, Ordinario Dipartimento di Economia Università Degli Studi di Roma Tor Vergata ; Prof. Gian Carlo Blangiardo, Ordinario di Demografia Facoltà di Scienze Statistiche Università Degli Studi Milano Bicocca; Dott. Andrea Brandolini, Servizio studi di struttura economica e Finanziaria della Banca d Italia; Prof. Giuseppe Costa, Ordinario Università di Torino; Prof.ssa Concita D Ambrosio, Associato Dipartimento dei sistemi giuridici ed economici Facoltà di Giurisprudenza - Università Degli Studi Milano Bicocca; Dott. Marco Mira d'ercole, OCSE; Prof. Roberto Danovaro, Presidente Società italiana di Ecologia; Prof. Tullio De Mauro, Professore emerito di Linguistica generale nella Facoltà di Scienze Umanistiche - Università Degli Studi di Roma La Sapienza ; Prof.ssa Viviana Egidi, Ordinario Dipartimento di Scienze Statistiche Università Degli Studi di Roma La Sapienza ; Dott. Jean-Paul Fitoussi, Direttore di ricerca dell Osservatorio Francese per la Congiuntura Economica (OFCE); Prof.Silvio Giove, Fondazione Enrico Mattei ; Prof. Andrea Ichino, Ordinario di Economia Politica Università di Bologna; Prof.ssa Filomena Maggino, Associato Dipartimento di scienze della educazione e dei Processi culturali e Formativi Università Degli Studi di Firenze; Prof. Luigi Paganetto, Ordinario di Economia Internazionale Università Degli Studi di Roma Tor Vergata ; Dott.ssa Cristina Quaglierini Ministero dell Economia e delle Finanze; Prof. Emilio Reyneri, Ordinario di Sociologia del lavoro Università Degli Studi Milano Bicocca; Dott.. Andrea Saltelli, JRC- ISPRA Varese; Prof.ssa Chiara Saraceno, Professore di ricerca Wissenschaftszentrum fur Sozialforschung Berlino; Prof. Antonio Schizzerotto, Ordinario di Sociologia Università Degli Studi di Trento; Prof. Giovanni Battista Sgritta, Sociologia Facoltà di Scienze Statistiche Università Degli Studi di Roma La Sapienza ; Prof. Ugo Trivellato, Ordinario di Statistica Economica Dipartimento di Scienze Statistiche Università di Padova; Membri interni: Dott. Saverio Gazzelloni, Direttore Direzione centrale delle statistiche sociodemografiche e ambientale; Dott. Roberto Monducci, Direttore Dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche; Dott. Corrado Carmelo Abbate, Dirigente di ricerca; Dott. Cesare Costantino, Dirigente di ricerca; Dott.ssa Roberta Crialesi, Dirigente di ricerca; Dott.ssa Angela Ferruzza, Dirigente tecnologo; Dott.ssa Cristina Freguja, Dirigente di ricerca; Dott.ssa Stefania Gabriele, Dirigente di ricerca; Dott. Marco Malgarini, Dirigente di ricerca; Dott.ssa Luciana, Quattrociocchi, Dirigente di ricerca; Dott. Fabrizio Maria Arosio, Primo ricercatore; Dott.ssa Mara Cammarrota, Primo ricercatore; Dott.ssa Annalisa Cicerchia, Primo ricercatore; Dott.ssa Lidia Gargiulo, Primo ricercatore; Dott. Marco Marsili, Primo ricercatore; Dott.ssa Maria Giuseppina Muratore, Primo ricercatore; Dott. Sante Orsini, Primo ricercatore; Dott.ssa Alessandra Righi, Primo ricercatore; Dott.ssa Claudia Rinaldelli, Primo ricercatore; Dott. Alessandro Solipaca, Primo ricercatore; Dott. Claudio Vicarelli, Primo ricercatore; Dott.ssa Stefania Cuicchio, Primo tecnologo; Dott.ssa Cinzia Conti, Ricercatore; Dott.ssa Alessandra Ferrara, Ricercatore; Dott. Matteo Mazziotta, Ricercatore; Dott.ssa Federica Pintaldi, Ricercatore; Dott. Tommaso Rondinella, Ricercatore; Dott.ssa Elisabetta Segre, Ricercatore; Dott.ssa Francesca Tartamella, Ricercatore; Dott.ssa Maria Rosaria Prisco, Tecnologo; Segretario: Dott. Adolfo Morrone, Primo ricercatore; Coadiutori di segreteria: Dott.ssa Sara Demofonti, Ricercatore; Sig.ra Carla De Nisco, CTER 30

35 3. I lavori del Comitato di indirizzo ed identificazione dei domini. 3.1 Attività del Comitato. Il completamento della prima e delicata fase, dedicata alla definizione dei domini, ha coinvolto il Comitato da aprile 2011 fino ad settembre 2011 in un calendario di otto incontri molto serrato, nel corso delle quali il dibattito, avvenuto in un clima collaborativo e di forte identificazione con l obiettivo, ha favorito l integrazione tra le diverse connotazioni ivi espresse in ambito economico, sociale ed ambientale. Le prime riunioni sono state dedicate all approfondimento degli essenziali e propedeutici aspetti procedurali e metodologici. Come primo punto si è convenuto di utilizzare - quali elementi di partenza i riferimenti già disponibili (in particolare OCSE, EUROSTAT e Commissione Europea), specificando insieme quanto di essi sia rilevante ed attinente al benessere e quando siano necessarie rivisitazioni mediante disaggregazione o accorpamento delle varie aree e dimensioni trattate. Nella specificazione dei domini si è, inoltre, condiviso di analizzare i contenuti dei diversi ambiti senza stabilire a priori alcuna classifica e/o graduatoria di rilevanza, così da costruire un numero adeguato ed esaustivo di domini, non troppo eterogenei al proprio interno, in grado di consentire la costruzione di una misura multidimensionale del benessere per il tramite di un cruscotto di indicatori di sintesi. L intenzione di costruire, quindi, un set di indicatori che si affianchi alla PIL e ne consenta di superare i limiti di indice unico, monodimensionale ed esclusivo ha fatto emergere alcuni questioni prioritarie, di seguito riassunte: - la confrontabilità internazionale: si è discusso se privilegiare la comparabilità tra paesi o cogliere piuttosto le specificità e le peculiarità del contesto italiano. Si è rilevato che la stretta comparazione internazionale, auspicata dal Comitato di indirizzo, è, comunque, già obiettivo dei competenti organismi sovranazionali (OCSE, EUROSTAT); pur non sembrando opportuno delegare a questi ultimi la garanzia della confrontabilità, è sembrato preferibile costruire uno strumento che dia una misura del benessere e del progresso in grado di cogliere le peculiarità del sistema Italia e ne legittimi, in tal senso, l uso nelle politiche e nei processi decisionali. D altra parte porsi il vincolo 31

36 stretto della comparabilità significherebbe vincolarsi alle sole informazioni già disponibili anche negli altri Paesi e, quindi, avrebbe costituito di fatto un limite; ciò impedirebbe sia di ottenere risultati innovativi sia di analizzare nuovi ambiti potenzialmente rilevanti dal punto di vista delle peculiarità del sistema Italia. Le scelte concrete, a consuntivo, dei domini sono andate nel senso di riprendere nove domini presenti nelle esperienze estere al momento consolidate aggiungendo tre altre aree tematiche ossia Paesaggio e patrimonio culturale, Ricerca e Innovazione, Qualità dei servizi, che stanno a denotare punti di forza e/o di criticità della società italiana. Questo metodo di lavoro non sacrifica la comparabilità internazionale, ma consente anche di verificare, sempre con vincoli stringenti quando e quanto siano necessari semplici rivisitazioni degli indicatori esistenti e dove sia opportuno introdurre indicatori innovativi legati alle tipicità italiane, eventualmente spendibili anche in contesti internazionali. - la disaggregazione territoriale: è stata ampliamente dibattuta la questione inerente la fattibilità di una disaggregazione per territorio degli indicatori. Si è optato per la priorità della dimensione nazionale, unita ad una raccomandazione in favore della disaggregazione a livello regionale, ove consentito dalla disponibilità dei dati e dalla significatività del fenomeno. I livelli territoriali inferiori soffrono di una frammentazione dell informazione statistica, tale da non assicurare sempre risultati significativi, né di identificare i corrispondenti indicatori disaggregati. In presenza di dati statistici significativi non è escluso a priori alcun ambito rilevante, come province, città metropolitane, grandi centri urbani, etc. D altra parte le metodologie statistiche consentono, comunque, di ottenere stime aggiuntive e di complemento attraverso opportune rielaborazioni dei dati disponibili (ad es. aggregazione di dati comunali per produrre stime sulla variabilità tra le città metropolitane e/o tra i grandi centri urbani). - la possibilità di pervenire alla definizione di un indicatore sintetico, ovvero all aggregazione di più domini in macrodomini: la discussione ha messo in evidenza le difficoltà di arrivare ad un unico indice riassuntivo di tutte le dimensioni del benessere attraverso opportune ponderazioni dei singoli aspetti. Quest impostazione è probabilmente produttiva dal punto di vista comunicativo, nel senso che l indicatore 32

37 sintetico, così come avviene per il PIL, sarebbe facilmente recepito e ritrasmesso dai media. Ma pone molti problemi metodologici nella costruzione e, poi, nell interpretazione del dato. E stata, quindi, condivisa la difficoltà di utilizzo di un unica misura e, quindi, si è optato per l aggregazione degli indicatori a livello di dominio, i cui aspetti tecnici e metodologici saranno investigati dalla Commissione scientifica. Questa valuterà anche la possibilità di una successiva aggregazione dei dodici domini in aree concettuali più ampie, che identifichino i domini maggiormente interconnessi fra loro e, insieme siano utilizzabili nella costruzione di strumenti o leve per il raggiungimento del benessere. - gli indicatori soggettivi ed oggettivi: gli indicatori soggettivi sono deputati a misurare sinteticamente ciò che le persone sentono e valutano, mentre gli altri danno una valutazione non legata ad una visione parziale e personale. Questa tematica richiama in qualche modo anche la distinzione tra indicatori percepiti e effettivi. Naturalmente i due approcci propongono percorsi valutativi diversi. Preso atto della loro differenza, il Comitato ha rilevato che sia gli indicatori soggettivi che quelli oggettivi sono pacificamente accettati nella misurazione del benessere e del progresso. Si è optato, quindi, di suggerire alla Commissione scientifica di inserire nei domini di pertinenza gli indicatori soggettivi tematici ove disponibili accanto a quelli oggettivi. - la definizione di indicatori di benessere per specifici soggetti e/o segmenti: il livello e l andamento del benessere medio possono nascondere importanti divergenze per specifiche figure. Da una parte questo rafforza la necessità di attenzione sulla distribuzione delle opportunità e del reddito. Dall altra rende essenziale osservare l andamento del benessere per peculiari segmenti sociali, quali le donne innanzitutto, ma anche, per particolari aspetti gli anziani, i giovani, gli immigrati, etc. Il Comitato ha mostrato molta attenzione per gli aspetti di ineguaglianza connessi a qui segmenti sociali, suggerendo che possano trattarsi in modo trasversale nei domini dove si pone la questione delle differenze. Tali soggetti sono qualificabili come specifiche ottiche di lettura e/o dimensioni autonome, misurabili aggregando gli indicatori tematici di dominio pertinenti. 33

38 - la sostenibilità: e un tema particolarmente complesso ed è trasversale su molti domini; si è rilevato come la sostenibilità sia intrinseca al concetto di benessere in quanto ne costituisce un vincolo. Nel Comitato si è convenuto che non si parla solo di sostenibilità ambientale, tema, pure, particolarmente importante, ma anche di sostenibilità economica e sociale. Si è su un sentiero di sviluppo sostenibile quando la generazione corrente soddisfa i propri bisogni senza intaccare la possibilità che anche la generazione futura possa fare altrettanto. Una misurazione della sostenibilità può essere affrontata in termini di dotazione di capitale di diversa tipologia (stock di capitale prodotto, di capitale naturale, di capitale sociale e di capitale umano) che ogni generazione riceve per realizzare i propri obiettivi. Il "capitale", che ogni generazione lascia alla successiva, determina le condizioni di partenza di quest'ultima; la sostenibilità implica, dunque, il non depauperamento di tale dotazione complessiva. La misurazione del capitale è particolarmente complessa ed ha margini di arbitrarietà; bisogna, infatti, ricostruire quel capitale, a partire dalle dotazioni di diversi assets da ricondurre ad un metro comune, esso stesso piuttosto arbitrario. Un altra strada per definire la sostenibilità è quella di individuare indicatori che rivelano le dinamiche/tendenze future del livello di benessere attuale; per fare ciò si può anche ricorrere a valori soglia (è il tipo di approccio utilizzato nel Patto di Stabilità europeo). Il vantaggio di questo secondo approccio è di non necessitare il computo, assai complesso ed incerto, delle diverse categorie di capitale, che sarà sperimentato ed approfondito dalla Commissione Scientifica. - l equità: in analogia alla sostenibilità, questo tema costituisce una variabile trasversale caratterizzante ogni dimensione del benessere. La costruzione di una misura che consenta la valutazione del benessere equo e sostenibile presuppone l inquadramento dei relativi concetti di base e la conseguente definizione di appropriati indicatori statistici. In tal senso, si tratta di una vera e propria sfida poiché è un aspetto poco indagato e sperimentato anche a livello sopranazionale, ma, allo stesso tempo è un tema che ha costituito motivo diretto di critica al PIL e quindi va prioritariamente affrontato in rapporto al concetto di benessere economico. Il Comitato ha, quindi, delineato le logiche sottostanti, raccogliendo e conducendo a sintesi le diverse posizioni espresse dalle varie rappresentanze. L equità è, innanzitutto, un concetto relativo, 34

39 essendo la disuguaglianza condizionata dal contesto di riferimento da cui consegue la specificazione di ciò che ritiene meritevole di quantificazione; come la sostenibilità, si può intendere l equità nei patrimoni, nei redditi, nella società (inclusa tra i generi), tra le generazioni presenti e future, etc. Ciò, oltre alle questioni di interpretazione, comporta difficoltà anche da un punto di vista metodologico poiché si rischiano sovrapposizioni che possono integrarsi in maniera distorta, dando luogo a risultati anche contradditori o di scarsa utilità (ad esempio maggiore spesa pubblica può creare più benessere, ma anche più debito pubblico e quindi riduzione di risorse per le generazioni future). Il Comitato ha, al riguardo, concluso la trattazione ritenendo imprescindibile la trattazione dell equità, includendole in ogni dominio come dimensione autonoma, la cui misurazione deve essere finalizzata anche al riscontro di variazioni nelle disparità. - alcuni aspetti metodologici: il Comitato, nella prospettiva di operare in sinergia con la Commissione scientifica, ha avviato un preliminare confronto sugli indicatori statistici, con riferimento sia ai dati sia alle tecniche di sintesi. In particolare, i domini sono delimitati sulla base dei tradizionali indici di outcome (come misura degli effetti reali di un fenomeno ossia dell efficacia oggettiva) cui sono affiancati gli indicatori rappresentanti i fattori incidenti il benessere; in questo modo, ogni dominio risulta composto di due dimensioni sintetizzate con tecniche distinte e separate così da evitare compensazioni distorte. Allo stesso tempo, il Comitato ha ribadito sia l inadeguatezza dei super indici sia l opportunità di tentare la sperimentazione di procedure di sintesi che consentano di definire per ogni dominio una misura di impatto nelle decisioni politiche e di facile comprensione da parte dei cittadini. Nella formulazione della sua proposta il Comitato ha, altresì, rivolto alla Commissione scientifica alcune raccomandazioni di carattere generale sugli aspetti trasversali comuni a tutti domini ed in particolare nella scelta degli indicatori di: - tener conto delle differenze di genere e generazione e delle differenze territoriali (possibilmente su scala regionale); 35

40 - considerare, quando possibile, sia indicatori oggettivi che indicatori soggettivi; - considerare gli aspetti distributivi per poter valutare l equità. Il Comitato, inoltre, ha raccomandato alla Commissione scientifica di valutare: - le soluzioni metodologiche opportune per misurare la sostenibilità, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico; - le soluzioni metodologiche opportune per la costruzione di indicatori compositi per domini; - la possibilità di una successiva aggregazione aggiuntiva dei dodici domini in aree concettuali più ampie, che identifichino i domini più direttamente legati alla qualità della vita e quelli che possono essere considerati strumenti o leve per il raggiungimento del benessere. 3.2 La scelta dei domini. La definizione dei domini, ossia degli ambiti specifici che determinano il benessere della società, ha costituito uno dei compiti più rilevanti del Comitato. Si tratta della fase preliminare a quella affidata alla Commissione Scientifica, insediata presso l ISTAT, di definizione degli indicatori. I domini scelti corrispondono a: 1. Ambiente 2. Salute 3. Benessere economico 4. Istruzione e formazione 5. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 6. Relazioni sociali 7. Sicurezza 8. Benessere soggettivo 36

41 9. Paesaggio e patrimonio culturale 10. Ricerca e innovazione 11. Qualità dei servizi 12. Politica e istituzioni Il Comitato, per maggiore chiarezza, ha individuato non solo il titolo del dominio, ma ne ha dato una declaratoria, ovvero una breve illustrazione, che ne definisce i contenuti. E interessante confrontare la scelta della Consulta con quanto suggerito negli studi più rilevanti a livello internazionale, da cui si evince come i punti di contatto prevalgono nettamente rispetto alle differenziazioni. In alcuni ambiti, però, si è ritenuto di approfondire alcune peculiarità italiane; e questo o per la presenza di valori da noi più diffusi e sentiti, o perché in determinati campi abbiamo ritardi particolarmente rilevanti. Dunque, avendo a mente quelli che sono (o potrebbero essere) punti di forza e punti di debolezza del benessere italiano. In questo contesto, il confronto in seno al Comitato è stato particolarmente intenso sui domini inerenti il Paesaggio, il Patrimonio culturale, la Ricerca e le Infrastrutture. La definizione dei contenuti del dominio Paesaggio e Patrimonio culturale ha coinvolto, in particolar modo, le associazioni aventi come obiettivo la difesa delle risorse ambientali e culturali (Italia Nostra, Legambiente e WWF) e ha richiesto un importante lavoro di analisi volto all individuazione delle interdipendenze con il dominio Ambiente. Ciò ha consentito di definire un area tematica focalizzata sulle più note tipicità italiane, ossia il consistente patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico, da tutelare e valorizzare anche per l attrattività economica che rappresenta per il sistema nel suo complesso. Le tematiche connesse alle Infrastrutture (inclusa l accessibilità ai servizi) e alla Ricerca sono state affrontate nel corso delle ultime riunioni del Comitato. Questi, al fine di garantirne una adeguata rappresentazione, ha convenuto sulla definizione di due domini ad hoc, ossia Qualità dei servizi e Ricerca ed Innovazione. La stessa accezione adottata per la trattazione delle Infrastrutture, ossia Qualità dei servizi, consegue alla scelta del Comitato di ricomprendere in un più ampio contesto le tematiche connesse all efficienza, alla funzionalità e alla efficacia delle infrastrutture che 37

42 devono essere intese soprattutto come presupposto dei servizi medesimi, oltre il mero concetto di dotazione. Analogamente sulla Ricerca, il Comitato ha delineato le logiche cui dovranno riferirsi gli indicatori di riferimento, ossia: attività di ricerca pubblica e privata, capacità innovativa delle imprese, ricerca dell efficiente uso delle risorse, competenze elevate in ambito tecnico-scientifico. Molto ampio è stato il dibattito sui domini relativi a Partecipazione e Relazioni sociali. Gli interventi hanno riguardato la definizione dei relativi contenuti e confini, considerando come variabili: la partecipazione politica dei cittadini, la fiducia nei politici, la capacità di governo delle istituzioni, l associazionismo e la partecipazione alla vita nelle comunità locali, le relazioni sociali, i processi di inclusione sociale (tra cui l assenza di barriere di genere). A conclusione dei lavori si è convenuto di separare il dominio Relazioni sociali dal dominio Politica ed Istituzioni. 1. Ambiente L ambiente, nel quale si vive, condiziona fortemente il benessere dei cittadini. Dalle risorse che alimentano la produzione e l economia, al piacere che ci dà il contatto con la natura, il benessere umano è inestricabilmente legato e dipendente dall ambiente. L ambiente deve essere considerato il nostro capitale naturale che influenza il benessere umano in molteplici domini sia direttamente attraverso le risorse sia indirettamente attraverso i servizi. La più avanzata conoscenza scientifica e l accresciuta coscienza ecologica hanno messo in luce come le tipologie di produzione e consumo, l uso di risorse ed energia, l offerta di servizi possano modificare le condizioni dell ambiente in misura rilevante. Il dominio si basa su indicatori che forniscono una valutazione dello stato dell ambiente in Italia, dei servizi ecosistemici, della qualità percepita e misurata dell ambiente in cui vivono i cittadini, con particolare riferimento all ambiente urbano. 2. Salute La salute è una dimensione essenziale del benessere individuale. Essa ha conseguenze che impattano su tutte le dimensioni della vita delle persone e in tutte le sue diverse fasi, modificando le condizioni di vita e condizionando i comportamenti, le relazioni sociali, le opportunità e le prospettive dei singoli e, spesso, delle loro famiglie. Riconoscendole una caratteristica multidimensionale, l OMS (1948) definisce la salute come la 38

43 capacità dei soggetti di essere in equilibrio con se stessi e con il proprio contesto e di godere, quindi, di un completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto come assenza di malattia. Sul piano del diritto, l art. 32 della Costituzione Italiana riconosce la salute come un diritto fondamentale dell individuo e interesse della collettività. Gli economisti la definiscono un bene meritorio, cioè un bene ritenuto fondamentale per lo sviluppo e la crescita economica e culturale di una società civile. A fronte dell evoluzione favorevole dello stato di salute della popolazione nei decenni, i progressi ottenuti non hanno interessato equamente tutti i cittadini creando (o perpetuando) per alcune dimensioni più che per altre, diseguaglianze tra individui, gruppi sociali e territori in appropriatezze ed esiti perversi. Le principali dimensioni di questo dominio sono misurate attraverso indicatori riguardanti: le condizioni oggettive e soggettive di salute e di benessere fisico e mentale; i fattori di rischio. 3. Benessere economico Le capacità reddituali e le risorse economiche non devono essere viste come un fine, ma piuttosto come il mezzo attraverso il quale un individuo riesce ad avere e sostenere un determinato standard di vita. Un analisi del benessere economico fa riferimento al reddito, alla ricchezza, alla capacità di consumo, ma anche ad alcune dimensioni di benessere materiale che tali strumenti permettono di acquisire (condizioni abitative, possesso di beni durevoli, ecc.). Inoltre, non può limitarsi allo studio dei livelli medi o mediani degli indicatori scelti, ma deve necessariamente dar conto della disuguaglianza della distribuzione e redistribuzione delle risorse nella popolazione: un più alto livello di reddito nazionale può essere conseguito a prezzo di una maggiore diseguaglianza, di una maggiore insicurezza economica o rinunciando a raggiungere obiettivi di politica sociale, come ad esempio la riduzione della povertà. La misura del benessere economico non è quindi la semplice misurazione della capacità del sistema economico italiano di crescere, ma anche della sua capacità di trasformare la crescita economica in un aumento di equità e sostenibilità, attraverso l analisi del sistema economico, delle politiche redistributive e dei loro effetti sulle famiglie. 39

44 4. Istruzione e formazione L istruzione è una risorsa personale fondamentale per conseguire e gestire il benessere.40 I percorsi formativi hanno un ruolo fondamentale nel fornire agli individui le conoscenze, le abilità e le competenze di cui hanno bisogno per partecipare attivamente alla vita della società e all economia del Paese. Inoltre livelli di competenze più elevate possono migliorare il benessere delle persone anche in domini come la salute, la partecipazione sociale e la felicità personale. Molti studi mostrano che le persone con alti livelli di istruzione vivono più a lungo, partecipano più attivamente alla vita della società, hanno livelli di fruizione culturale più elevati, commettono meno crimini e hanno bisogno di meno assistenza sociale. Il percorso formativo è un percorso continuo che deve coinvolgere tutto l arco della vita: dai bambini in età prescolare fino alla terza e quarta età. Questo dominio misura quindi: stato e livelli di istruzione e formazione delle diverse fasce di popolazione (con attenzione anche ai bambini in età prescolare); i livelli di competenza acquisiti, con particolare attenzione ai livelli di competenza della popolazione in età adulta. Il dominio misura anche in senso più esteso le forme di fruizione e partecipazione culturale. 5. Lavoro e conciliazione tempi di vita Il lavoro costituisce l attività basilare di sostegno materiale e di realizzazione delle aspirazioni individuali. La piena e buona occupazione è uno dei parametri principali della stabilità economica, della coesione sociale e della qualità della vita. Se l occupazione svolge un ruolo centrale nel proteggere le famiglie dalla povertà, la disoccupazione di lunga durata è una delle cause della povertà con conseguente deterioramento degli standard di vita. Obiettivo di questo dominio è misurare sia la partecipazione al mercato del lavoro sia la qualità del lavoro (così come raccomandata dall Organizzazione Internazionale del Lavoro)41, qualificando i diversi segmenti dell occupazione in relazione alla stabilità del lavoro, al reddito, alle competenze, alla conciliazione degli orari tra tempi di lavoro, personali e familiari, alla sicurezza del lavoro e nel lavoro, alla partecipazione dei dipendenti alla vita dell impresa/ente/amministrazione, alla soddisfazione soggettiva verso il lavoro. 40 Michalos, A. C., Sharpe, A., Arsenault, J., Muhajarine, N., Labonte, R., Scott, K., et al. (2010). An Approach to the Canadian Index of Wellbeing. Toronto, ON: Canadian Index of Wellbeing. 41 Si vedano gli studi sul decent work: work/lang en/index.htm 40

45 6. Relazioni sociali L intensità delle relazioni sociali che si intrattengono e la rete sociale nella quale si è inseriti non solo influiscono sul benessere psico-fisico dell individuo, ma rappresentano una forma di investimento che può rafforzare gli effetti del capitale umano e sociale. La famiglia costituisce un luogo di osservazione privilegiato delle relazioni, insieme alle altre forme di relazione e di reti: dai rapporti di amicizia e di lavoro, di comunità e di vicinato, all impegno nel pubblico e nel volontariato. Gli indicatori considerati nel dominio riguarderanno anche la fiducia interpersonale. 7. Sicurezza La sicurezza personale è un elemento fondativo del benessere degli individui. Essere vittima di un crimine può comportare una perdita economica, un danno fisico e/o un danno psicologico dovuto al trauma subito. L impatto più importante della criminalità sul benessere delle persone è il senso di vulnerabilità che determina. La paura di essere vittima di atti criminali può influenzare molto le proprie libertà personali, la propria qualità della vita e lo sviluppo dei territori. Anche la tematica della violenza è strettamente legata alla sicurezza personale e alla qualità della vita. Il dominio misura le caratteristiche e le dimensioni dei fenomeni criminali e della violenza con particolare riguardo a quella domestica; le conseguenze della violenza e della criminalità subita; la percezione della sicurezza e la preoccupazione dei reati; la considerazione del territorio in cui si vive dal punto di vista della criminalità (il degrado socio ambientale osservato). 8.Benessere soggettivo Questo dominio intende misurare il benessere percepito dalle persone rilevando opinioni soggettive sulla propria vita. Queste informazioni soggettive forniscono un informazione complementare a quella fornita dai dati oggettivi che sono estremamente utili a misurare la qualità complessiva della vita degli individui. Sia dalla consultazione effettuata in Gran Bretagna dall ONS42 che dall analisi dei pesi forniti da coloro che hanno consultato il My Better Life Index dell OCSE43, è risultato che la valutazione del benessere soggettivo è considerato dai cittadini uno degli elementi di maggiore importanza nella valutazione del benessere method/user guidance/well being/wellbeing knowledge bank/understandingwellbeing/findings from the national well being debate.pdf

46 9. Paesaggio e patrimonio culturale Il paesaggio, la ricchezza e la qualità del patrimonio artistico, archeologico e architettonico fanno dell Italia un Paese unico al mondo. Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio non sono un attività fra altre per la Repubblica, ma una delle sue missioni più proprie, pubblica e inalienabile per dettato costituzionale e per volontà di una identità millenaria. L articolo 9 della nostra Carta fondamentale, recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. La consapevolezza di possedere, dover custodire e valorizzare un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di arte e scienza, espressioni della genialità umana, individuale e collettiva sono un obbligo per lo Stato ma appartengo anche alla coscienza e all identità culturale di ciascuno di noi. Questo dominio cerca di considerare questi elementi misurando quindi la presenza del patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico; la tutela; l uso da parte della popolazione. Misura anche l attrattività economica dei territori in base alla presenza del patrimonio culturale e paesaggistico come fattore che genera produttività e richiamo verso la classe creativa nazionale e internazionale. 10.Ricerca e innovazione Ricerca, innovazione e tecnologia danno un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile e durevole, tanto più importante in un economia, come quella italiana, che mostra un pesante ritardo in un contesto che attende risposte alle sfide del cambiamento economico, demografico e sociale. Per approfondire la comprensione del progresso di un paese sarà necessario individuare un set di indicatori nelle aree di Ricerca & Sviluppo, considerando l attività di ricerca pubblica e privata la capacità innovativa delle imprese, la ricerca dell efficienza nell uso delle risorse e il livello di dotazione e competenze elevate in ambito tecnico-scientifico, anche considerando gli indicatori di Europa Qualità dei servizi L analisi del benessere e delle opportunità di progresso richiede una valutazione della dotazione infrastrutturale e dei servizi riletta alla luce della loro funzionalità ed efficienza, del grado di utilizzo, delle misure di 42

47 accessibilità, della qualità del servizio generato, dell eventuale congestione. Le stesse infrastrutture sociali incidono decisamente sulla qualità della vita della popolazione e retroagiscono sulla opportunità del territorio. Si tratta di valutare le condizioni della dotazione di infrastrutture e servizi, ponderata rispetto alla sua funzionalità di alcuni ambiti strategici, quali mobilità, comunicazione, energia, servizi idrici, servizi per l infanzia, servizi per gli anziani, servizi per persone con disabilità, servizi sanitari. 12. Politica e istituzioni Oggi più che mai i cittadini richiedono trasparenza dalle loro istituzioni. La qualità del processo di decisione politica è essenziale per la fiducia nelle istituzioni della democrazia. Apertura e trasparenza migliorano i servizi pubblici e riducono i rischi di frode, corruzione e cattiva gestione dei fondi pubblici. Una società coesa esiste solo se i cittadini hanno fiducia nelle loro istituzioni e nella pubblica amministrazione. L opportunità di esprimere un opinione politica e di partecipare al processo decisionale è importante per la qualità della vita. Il dominio misura le forme ed i modi della partecipazione politica, la presenza nelle istituzioni e nei luoghi decisionali delle donne e dei gruppi meno rappresentati, il livello di fiducia dei cittadini verso le istituzioni, la qualità della giustizia. 3.3 Una considerazione conclusiva sulla scelta dei domini. L identificazione dei dodici domini ha consentito di concludere la strutturazione dell impianto teorico, su cui verrà poi avviato un riscontro sulla disponibilità dei dati e degli indicatori statistici. Anche le denominazioni dei domini potranno subire modifiche o cambiamenti, dopo i lavori della Commissione scientifica; ugualmente è affidata a tale Commissione l identificazione degli indicatori di out come- come misura degli effetti reali di un dato fenomeno e la scelta degli indicatori soggettivi. Ugualmente complessa è la precisa delimitazione di ambito tra alcuni domini, in particolare per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale, ma anche per altri importanti aspetti. Anche su questi punti, ampliamente dibattuti, il Comitato ha ritenuto che la sede decisiva sarà la Commissione scientifica. 43

48 Si può affermare, conclusivamente, che la scelta di affidare ad un Comitato di indirizzo, ampio come numero di membri e diversificato per quanto concerne i punti di vista e gli interessi rappresentati, ha effettivamente consentito di far emergere aspetti condivisi di benessere. L importanza connessa all ascolto della società stessa, superando limiti puramente tecnici si estende anche alle fasi immediatamente successive. 44

49 4. La consultazione pubblica ed il percorso nel Il sito web. L iniziativa CNEL - ISTAT ha previsto una fase di consultazione pubblica sui 12 domini aperta agli esperti, alla società civile e ai singoli cittadini con l obiettivo di raccogliere contributi sulla natura e sull importanza delle dimensioni del benessere rilevanti per la società italiana. A tal fine è disponibile on line dal 4 novembre 2011 il sito attraverso cui è stato possibile fornire le proprie opinioni sull utilità di misurare il benessere e sulla scelta delle dimensioni che lo determinano. Così come già realizzato in altri paesi, il sito ha offerto la possibilità di rispondere a un questionario e di collaborare a un blog. In particolare: - con il questionario on line si è consentito agli utenti di esprimere la propria opinione in merito alle 12 dimensioni del benessere proposte; le domande hanno riguardato una valutazione sull importanza della misurazione del benessere e dell affiancamento al PIL di indicatori non monetari, sui domini finora individuati dal comitato CNEL-Istat, sull importanza di garantire pari livelli di benessere alle future generazioni (sostenibilità); - il blog ha offerto la possibilità di condividere commenti e, soprattutto, di intervenire attraverso la proposta di post e approfondimenti sull intera problematica delle misure del benessere. Più in generale, la struttura del sito prevede: - la Home page con la presentazione dell iniziativa e gli obiettivi; - il documento sui domini per la misura del benessere in Italia, elaborato dal Comitato e trasmesso alla Commissione scientifica; - la documentazione ufficiale; - la descrizione dei partecipanti al Gruppo d Indirizzo ed alla Commissione Scientifica; - la rassegna stampa con le notizie attinenti al tema e le esperienze nazionali ed internazionali. I risultati di questa consultazione hanno arricchito le conclusioni del Comitato, contribuendo alla scelta dei domini del benessere equo e 45

50 sostenibile e, tra i corrispondenti statistici, di quelli più significativi nella realtà italiana. La consultazione si è chiusa il 24 febbraio 2012 e i risultati sono stati pubblicati il 15 marzo Il sondaggio conferma che il consenso sull'importanza di andare "oltre il Pil" è quasi unanime. Soltanto il 2% dei rispondenti ritiene che non sia importante valutare benessere e qualità della vita considerando anche aspetti non puramente economici. Non tutti i rispondenti, però, ritengono ugualmente importanti le 12 dimensioni del benessere. Quelle considerate più importanti sono salute (98%), ambiente (95,1%), istruzione e formazione (92,4%), qualità dei servizi (91,2%). Altre invece sono considerate meno importanti da una quota non irrilevante di rispondenti: benessere economico (44,8%), soddisfazione per la propria vita (44,3%), partecipazione politica e fiducia nelle istituzioni (37,2%), sicurezza (30,3%). Le indicazioni degli intervistati non sembrano tuttavia suggerire veri e propri domini aggiuntivi, concorrendo piuttosto a specificare meglio alcuni aspetti delle dimensioni già proposte, quali quella della salute, dell'istruzione e formazione, del lavoro e conciliazione e soprattutto quella relativa a politica e istituzioni. Le indicazioni dei rispondenti sulle specificità italiane in termini di qualità della vita sono molto chiare: con frequenza piuttosto elevata compaiono termini che rimandano all'importanza del patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico, che caratterizza in positivo il nostro Paese, insieme alla qualità del cibo, alle miti condizioni climatiche, alla qualità delle relazioni sociali e alla disponibilità di un sistema di welfare universale. Infine, il 68% degli intervistati ritiene che la misura del benessere possa contribuire a migliorare le politiche pubbliche, affermando l'importanza della misura del benessere di una società che vada oltre gli indicatori di sviluppo economico 45. La Commissione scientifica ha, ad oggi, redatto il documento con una prima bozza di indicatori, identificati per ciascun dominio secondo le conclusioni elaborate dal Comitato; si è tenuta, inoltre, presso il CNEL nei giorni 13 e 14 marzo 2012 la programmata riunione congiunta del Comitato e della Commissione scientifica dedicata alla valutazione dello stato dell arte. 44 Si veda 45 Nota a cura della redazione del sito 46

51 Si è, quindi, in attesa, della conclusione del lavoro la Commissione Scientifica, la quale porterà la sua proposta al Comitato per le ultime fasi di affinamento; la proposta definitiva del Comitato verrà vagliata dal CNEL e approvata in Assemblea. 4.2 Gli incontri sul territorio. Nel primo semestre 2012 sono in corso alcuni incontri sul territorio dedicati alla presentazione e discussione dei documenti, in particolare quello sui domini. Inoltre le società scientifiche sono state invitate ad organizzare incontri tematici. Gli incontri sono stati pensati con il fine di presentare il documento e di dibattere su di esso. La struttura è quella di presentazione dei documenti (da parte di uno o più rappresentanti del Comitato e della Commissione scientifica) e l invito ad alcuni discussant di commentare il lavoro svolto, con il successivo dibattito con la platea. 4.3 Le fasi successive del progetto. Il 14 e 15 marzo 2012 si è tenuto un incontro congiunto della Consulta Cnel-Istat e della Commissione Scientifica finalizzato alla presentazione e discussione degli indicatori selezionati da ciascun gruppo tematico al fine di validare il sistema di indicatori per la misurazione del benessere. In tale occasione si è tenuto conto anche dei risultati della consultazione web terminata nel mese di febbraio. E previsto un secondo incontro congiunto per verificare se occorrono modifiche al documento sui domini e sugli indicatori sulla base del dibattito condotto in occasione degli incontri sul territorio sulla base delle prove dalla Commissione scientifica. Infine, nella seconda metà del 2012 si conta di procedere alla predisposizione di un primo Rapporto Cnel-Istat sulla misura del benessere equo e sostenibile della società italiana, che potrebbe diventare un rapporto periodico. 47

52 Planning delle attività del Comitato CNEL-Istat e della Commissione scientifica (settembre 2011 giugno 2012) Quando Comitato CNEL-Istat Commissione scientifica Entro Settembre Trasmissione della prima bozza dei domini alla commissione scientifica Inizi Ottobre Lettera dei presidenti del CNEL e dell Istat per stimolare il dibattito e incentivare la partecipazione alla discussione online Entro Ottobre Organizzazione di una conferenza stampa dei due presidenti per il rilancio dell iniziativa; Predisposizione del sito e del blog Fine Ottobre- Fine Studio preliminare sugli indicatori di Consultazione online tramite blog Dicembre ciascun dominio Gennaio Documento sui domini integrato con i Documento con una prima bozza di risultati consultazione indicatori per dominio Entro metà Febbraio Febbraio-Maggio Maggio - Giugno Incontro congiunto Comitato CNEL-Istat Commissione scientifica Incontri regionali sui due documenti (possibilmente 20 in tutte regioni, Affinamento indicatori e prove di secondo le possibilità economiche e sintesi logistiche) Documento su domini e indicatori elaborato sulla base del dibattito condotto nei primi mesi dell anno e delle prove effettuate dalla Commissione scientifica. Fine giugno II Incontro congiunto Comitato CNEL-Istat Commissione scientifica e rilascio del documento finale 48

53 Parte II I 12 domini del Benessere Equo e Sostenibile (BES) Selezione degli indicatori 49

54 INTRODUZIONE. Il lavoro di selezione degli indicatori ha comportato un delicato equilibrio tra l esigenza di misurare in maniera soddisfacente i 12 domini del benessere, l esigenza di limitare il numero di indicatori e la disponibilità di dati. L obiettivo non era, infatti, di monitorare in modo esaustivo il tema di ciascun dominio - compito che richiederebbe un set molto ampio di informazioni - ma di misurare gli aspetti che contribuiscono maggiormente a misurare il benessere individuale e sociale. Gli indicatori sono stati selezionati in base ad una chiara correlazione con il concetto di benessere che si voleva misurare evitando tutti gli indicatori che si prestavano a letture ambigue. Un altro aspetto cruciale nella scelta degli indicatori è stata la necessità di tenere conto delle diversità e specificità territoriali e a questo scopo è stato adottato come livello territoriale di base il livello regionale. Nella scelta del livello territoriale ha pesato il fatto che aumentando il livello di dettaglio territoriale si riduce di molto la disponibilità di indicatori: mentre la maggior parte delle informazioni sono disaggregabili per regione, la disponibilità di indicatori provinciali risulta drasticamente limitata. Alcuni indicatori particolarmente rilevanti (ad esempio l indicatore sulla ricchezza media pro capite) sono stati adottati anche se non disponibili a livello regionale, ma è stata sottolineata l importanza di colmare il vuoto informativo. Nel processo di selezione degli indicatori si è riconosciuto il ruolo fondamentale delle misure soggettive nel fornire informazioni complementari di assoluta rilevanza e quindi sono state integrate misure soggettive ed oggettive per la misura della maggior parte delle dimensioni. Il lavoro teorico che ha portato alla selezione degli indicatori del BES ha permesso di mettere in evidenza le carenze informative e i problemi aperti da affrontare per migliorare l informazione statistica di interesse per la misura del benessere fornendo spunti di lavoro importanti per l agenda statistica dei prossimi anni. Infine, uno dei problemi più importanti da affrontare dopo la selezione degli indicatori sarà quello di adottare una opportuna strategia comunicativa. La commissione scientifica istituita dall Istat lavorerà nei prossimi mesi per identificare delle strategie di sintesi dell informazione 50

55 complessiva e per avviare una fase di sperimentazione sulla costruzione di indici compositi sulla base della quale sarà possibile valutare l opportunità di procedere alla loro definizione, data la complessità della loro misurazione. Il Bes aspira a divenire una sorta di Costituzione statistica perché la riflessione su quali siano i domini del benessere e su come misurarli è anche una riflessione su come la politica definisce i suoi obiettivi e valuta i risultati della sua azione. Gli indicatori proposti del BES, proprio perché condivisi, aiuteranno i governi ad assumere decisioni politiche coerenti volte a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Di seguito si presentano, per ciascun dominio, gli indicatori selezionati. 51

56 2. I 12 domini del BES e la selezione degli indicatori. 2.1 Ambiente. 1. Concetti di base. Un ambiente che si trova in uno stato vitale e resiliente costituisce un requisito essenziale per garantire un autentico benessere per tutte le componenti della società. Acqua pulita, aria pura e cibo non contaminato sono possibili solo in un contesto ambientale "sano" in cui la dimensione di naturalità sia capace di integrarsi con le attività umane produttive e sociali. Le nostre società devono essere capaci di imparare a vivere entro i limiti di un solo Pianeta. La disponibilità e l utilizzo da parte dell uomo di beni e servizi naturali richiedono l attribuzione di una dimensione centrale al patrimonio naturale nei nostri sistemi economici, in quanto esso costituisce la base fondamentale della fornitura di beni e servizi essenziali al benessere umano, come peraltro dimostrato da importanti rapporti internazionali e da una ricca letteratura scientifica in merito (vedasi, ad esempio, i rapporti del Millennium Ecosystem Assessment, e del The Economics of Ecosystems and Biodiversity, Inoltre una valorizzazione delle risorse ambientali dà a tutte le categorie sociali indistintamente la possibilità di fruire dei beni tangibili e intangibili che offre la natura, contribuendo così a diminuire le disuguaglianze presenti nella nostra società. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Le dimensioni atte a descrivere in modo efficace come l'ambiente contribuisca in modo essenziale al benessere collettivo sono: 1 Qualità delle acque. La qualità dell acqua è un aspetto fondamentale che riguarda direttamente il benessere e la salute umana. 2 Qualità dell'aria. La qualità dell aria ha potenziali conseguenze sullo stato dell ambiente e sulla salute umana e quindi sul benessere delle persone. 3 Qualità del suolo e del territorio. Dal suolo e sul suolo l uomo costruisce la propria esistenza. Il suolo svolge un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque, nel controllo dell inquinamento atmosferico, ed ha effetti diretti sugli eventi alluvionali e franosi. La qualità del 52

57 suolo, ed il suo consumo, nonché la qualità del territorio dove le persone vivono sono, quindi, di fondamentale interesse per il benessere delle persone. 4 Biodiversità. La biodiversità, insieme al clima, è al centro del dibattito internazionale sui rischi che comportano per la sostenibilità ecologica i cambiamenti in atto su scala planetaria, legati agli attuali modelli di produzione e consumo. I servizi ecologici che la biodiversità garantisce in ambienti marini e terrestri sono una base essenziale per la produzione di risorse, la purificazione dell acqua e dell aria e, in generale, per il mantenimento del capitale naturale, la cui fruizione impatta direttamente sul benessere delle persone. 5 Valutazione soggettiva della qualità dell ambiente naturale. Il benessere delle persone per quanto riguarda gli aspetti legati alla qualità dell ambiente naturale è legato anche alla percezione stessa che i cittadini hanno della situazione ambientale. 6 Materia, energia e cambiamenti climatici. Le questioni ambientali legate all uso e consumo della materia, all energia ed alle emissioni di gas clima-alteranti hanno grande rilevanza in ordine alla sostenibilità dello sviluppo; questa dimensione rileva sia la scarsità delle risorse naturali sia il potenziale di degrado qualitativo dell ambiente naturale che l uso delle tradizionali fonti di energia comporta, in primo luogo con le emissioni di gas a effetto serra. 3. Indicatori prescelti. 1. Acqua potabile: Volume pro capite giornaliero di acqua erogata (litri per abitante al giorno). Per acqua erogata si intende la quantità di acqua per uso potabile effettivamente consumata dai diversi utenti, ovvero la quantità di acqua per uso potabile misurata ai contatori delle singole utenze domestiche alla quale si aggiunge quella stimata con riferimento ad altre utenze (ad es. scuole, ospedali, caserme) o ad alcuni utilizzi non alimentari (acque di lavaggio strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio, etc.) La disponibilità di risorse idriche di qualità ha un impatto significativo sul benessere complessivo. In tal senso l indicatore, nel misurare la fruizione di acqua potabile da parte della collettività, rappresenta una buona proxy. 53

58 2. Qualità delle acque costiere marine: Percentuale di coste balneabili sul totale delle coste. La balneabilità esprime un chiaro indicatore della qualità complessiva dell'ambiente acquatico e della possibilità di fruizione di questo bene. 3. Qualità dell aria urbana: Numero di superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10 (50 μg/m3; max 35 sup.). Offre importanti indicazioni sintetiche di alterazione della qualità dell aria con potenziali conseguenze sulla salute umana e, in generale, costituisce un indicatore dello stato dell ambiente complessivo. 4. Disponibilità di verde urbano: Metri quadrati di verde urbano per abitante. Offre indicazioni sintetiche di qualità dell ecosistema urbano e dei potenziali effetti benefici per la biodiversità urbana in merito ai problemi epidemiologici e ai problemi climatici su scala locale e dà conto del benessere legato alla potenziale fruizione di condizioni di maggiore naturalità dell ambiente urbano. 5. Aree con problemi idrogeologici: Percentuale delle aree franose sulla superficie totale. Si tratta di un aspetto sensibile su scala nazionale e molto importante per una valutazione della vulnerabilità ambientale ad eventi estremi. L'indicatore proxy attualmente disponibile è l'indice di franosità. 6. Siti contaminati: Numero ed estensione di siti contaminati. Rappresenta un elemento cruciale di qualità ambientale per le forti implicazioni che questi hanno sulrischio biologico ed ecologico e sulla fruizione dell ambiente. 7. Aree terrestri protette: Percentuale dell estensione delle aree protette terrestri rispetto alla superficie territoriale totale. 8. Aree marine protette: Superficie delle aree marine protette e Sic (Siti di importanza comunitaria) su superficie area costiera. 9. Aree di particolare interesse naturalistico: Percentuale aree comprese nelle Zone di protezione speciale (Zps), nei Siti di importanza comunitaria (Sic) e nella rete Natura 2000 sulla superficie territoriale totale. 54

59 Questi tre indicatori mettono in luce elementi chiave di conservazione della biodiversità e del paesaggio naturale. Fanno riferimento ad un sistema collaudato ed internazionale di valutazione della qualità dell ambiente e della conservazione del capitale naturale del territorio e danno indicazioni su aree di elevato pregio naturalistico che contribuiscono alla qualità e al valore degli ecosistemi naturali. 10. Preoccupazione per la perdita di biodiversità: Percentuale di persone di 14 anni e più che ritiene l'estinzione di specie vegetali/animali tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie. Specifica la percezione dell individuo rispetto alla qualità dell ambiente naturale facendo riferimento a un tema la biodiversità che è al centro del dibattito internazionale sui rischi che i cambiamenti in atto su scala planetaria legati agli attuali modelli di produzione e consumo comportano per la sostenibilità ecologica. 11. Flussi di materia: Quantità di materiali trasformati in emissioni, rifiuti o nuovi stock limitati al consumo materiale interno. L utilizzo di materia per la produzione di beni e servizi assume un ruolo chiave nella prospettiva di uno sviluppo eco-sostenibile alla luce della limitatezza delle risorse naturali e delle conseguenze sistemiche della loro trasformazione e restituzione all ambiente naturale. 12. Energia da fonti rinnovabili: Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili / totale consumi interni lordi * 100. Offre indicazioni sintetiche rilevanti sia sotto il profilo della sostenibilità dello sviluppo sia in relazione al tema del degrado qualitativo dell ambiente naturale che l uso delle tradizionali fonti di energia comporta, in primo luogo con le emissioni di gas a effetto serra. 13. Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti: Tonnellate di CO2 equivalente per abitante. Questa informazione espressa come dato pro capite ha il significato di rendere esplicito il ruolo che queste emissioni hanno sui cambiamenti climatici globali. 55

60 2.2 Salute. 1. Concetti di base. La salute rappresenta un elemento centrale nella vita e una condizione indispensabile del benessere individuale e della prosperità delle popolazioni, come documentato a livello globale dai lavori della Commissione WHO su Macroeconomics and Health (WHO 2001) e richiamato, a livello europeo, dalla Strategia di Lisbona per lo Sviluppo e il Lavoro lanciata dalla Commissione Europea nel 2000 in risposta alle sfide della globalizzazione e dell invecchiamento. Essa ha conseguenze che impattano su tutte le dimensioni della vita dell individuo in tutte le sue diverse fasi, modificando le condizioni di vita, i comportamenti, le relazioni sociali, le opportunità e le prospettive dei singoli e, spesso, delle 56

61 loro famiglie. Via via che l età cresce, il ruolo svolto dalla condizione di salute tende a divenire sempre più importante, fino a essere quasi esclusivo tra i molto anziani, quando il rischio di cattiva salute è maggiore e l impatto sulla qualità della vita delle persone può essere anche molto severo. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Il set di indicatori selezionati per questo dominio descrive gli elementi essenziali del profilo di salute della popolazione, ripercorrendone le principali dimensioni: la salute oggettiva, quella funzionale e quella soggettiva. Si propongono, inoltre, alcuni indicatori che descrivono potenziali fattori di rischio per la salute. Gli indicatori sono organizzati in tre liste. 1. Indicatori globali di outcome: in grado di dare informazioni sul complesso del fenomeno; 2. indicatori specifici per fasi del ciclo di vita: che arricchiscono l informazione globale con degli approfondimenti legati a rischi che caratterizzano fasi specifiche del ciclo della vita; 3. indicatori relativi a fattori di rischio o di protezione della salute derivanti dagli stili di vita: utili ai fini della valutazione della sostenibilità degli attuali livelli di salute della popolazione e del loro auspicabile miglioramento. 3. Indicatori prescelti. 1. Speranza di vita alla nascita. La speranza di vita esprime il numero medio di anni che un bambino che nasce in un certo anno di calendario può aspettarsi di vivere qualora venisse esposto nel corso di tutta la sua vita ai rischi di morte osservati in quello stesso anno alle diverse età. Rappresenta il più consolidato e condiviso indicatore delle condizioni oggettive di salute di una popolazione. 2. Speranza di vita in buona salute alla nascita. Esprime il numero medio di anni che un bambino che nasce in un determinato anno di calendario può aspettarsi di vivere in buone condizioni 57

62 di salute nell ipotesi che i rischi di morte e le condizioni di salute percepita alle diverse età rimangano costanti nel tempo. Essa è costruita utilizzando la prevalenza di individui che rispondono positivamente ( bene o molto bene ) alla domanda sulla salute percepita. Calcolare la speranza di vita specificando l indicatore anche rispetto alle informazioni sulle condizioni di salute consente di valutare la qualità della sopravvivenza, aspetto particolarmente rilevante nell attuale fase della transizione sanitaria, caratterizzata dall invecchiamento della popolazione e dalla diffusione di patologie cronico-degenerative. 3. Indice di stato fisico (PCS). Per una valutazione globale dello stato di salute viene attribuita un importanza crescente alla percezione soggettiva delle condizioni di salute, quale strumento per cogliere aspetti non rilevabili mediante indicatori tradizionali quali la morbosità e la mortalità. La sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun individuo di 14 anni e più rispondendo alle 12 domande del questionario SF12 (Short Form Health Survey), consente di costruire un indice di salute fisica (Physical Component Summary-PCS). A livelli molto bassi (orientativamente sotto i 20 punti) dell indice PCS corrisponde una condizione di sostanziale limitazione nella cura di sé e nell attività fisica, sociale e personale; importante dolore fisico; frequente stanchezza; giudizio scadente della salute fisica. 4. Indice di stato psicologico (MCS). La sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun individuo di 14 anni e più rispondendo alle 12 domande del questionario SF12 consente anche di costruire un indice di salute psicologica (Mental Component Summary- MCS). Un basso indice di stato di salute psicologico evidenzia disagio psicologico, disabilità sociale e personale dovuta a problemi emotivi, precaria o scadente salute psicologica. 5. Tasso di mortalità infantile: Decessi nel primo anno di vita / Nati vivi * È uno dei più rilevanti indicatori-sentinella delle condizioni sanitarie di un paese. I progressi scientifici e tecnologici e il miglioramento delle condizioni di vita, che hanno permesso una forte riduzione della mortalità nel primo anno di vita, non hanno del tutto eliminato i rischi, in particolare per il primo mese di vita. Nonostante la mortalità infantile abbia ormai 58

63 raggiunto livelli molto contenuti, alcune aree del paese sono tuttora penalizzate da rischi sensibilmente più elevati. 6. Tasso standardizzato di mortalità per accidenti di trasporto: Tassi di mortalità per accidenti di trasporto (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia anni, standardizzati con la popolazione italiana delle stesse classi di età al censimento Gli incidenti da veicoli a motore rappresentano il più importante rischio di morte delle età giovanili con specifiche caratteristiche sociali, territoriali e di genere. 7. Tasso standardizzato di mortalità per tumore: Tassi di mortalità per tumori (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia anni, standardizzati con la popolazione italiana delle stesse classi di età al censimento I decessi per tumore degli adulti possono essere considerati come una proxy della mortalità evitabile, in quanto potenzialmente contrastabili attraverso una migliore prevenzione primaria e secondaria. 8. Tasso standardizzato di mortalità per demenza e malattie correlate: Tassi di mortalità per malattie del sistema nervoso e disturbi psichici e comportamentali (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia 65 anni e più, standardizzati con la popolazione italiana delle stesse classi di età al censimento Considerato che l età resta il principale predittore della demenza, l invecchiamento demografico e la crescita del segmento più anziano della popolazione potrebbe produrre un sensibile aumento del numero di persone colpite da demenza. Questa è una condizione tra le più devastanti, tanto per l anziano che ne è colpito che per la sua famiglia, con importanti conseguenze negative sul benessere fisico, psicologico ed emotivo. 9. Speranza di vita senza limitazioni nelle attività quotidiane a 65 anni Esprime il numero medio di anni che una persona di 65 anni può aspettarsi di vivere senza subire limitazioni nelle attività quotidiane per problemi di salute, nell ipotesi che i rischi di morte e di disabilità rimangano costanti nel tempo e pari a quelli osservati in uno specifico anno di calendario. Utilizza la prevalenza di persone che hanno risposto di avere delle limitazioni, che durano da almeno 6 mesi, nelle normali attività della vita quotidiana a causa di problemi di salute. La speranza di vita senza 59

64 limitazioni nelle attività quotidiane, fornendo una stima del numero medio di anni di completa autonomia funzionale che possono essere attesi, è particolarmente indicata per la valutazione delle condizioni di salute della popolazione anziana. Gli indicatori seguenti sono standardizzati utilizzando come popolazione standard la popolazione italiana al Censimento del Eccesso di peso: Proporzione standardizzata di persone di 18 anni e più in sovrappeso o obese. L indicatore fa riferimento all Indice di Massa Corporea (IMC) che classifica le persone come in soprappeso (25<=IMC<30) o obese (IMC=>30) secondo la classificazione dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 46. L eccesso di peso rappresenta un importante fattore di rischio per la salute. Numerosi studi hanno indagato sui nessi tra incremento di peso e aumento della mortalità; sebbene questa associazione sia più marcata tra gli uomini e le donne sotto i 50 anni di età, l effetto del sovrappeso sulla mortalità persiste durante l intera durata della vita (OMS, 1999). 11. Fumo: Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che dichiarano di fumare attualmente. Il fumo rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio di malattia sia di natura oncologica sia di altra natura per molti apparati e sistemi (soprattutto respiratorio e circolatorio). Le indicazioni di rischio non prevedono alcun livello di consumo da considerare innocuo per la salute. 12. Alcol: Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che presentano almeno un comportamento a rischio nel consumo di alcol. Tenendo conto delle definizioni adottate dall OMS, nonché delle raccomandazioni dell INRAN e in accordo con l Istituto Superiore di Sanità, si individuano come consumatori a rischio tutti quegli individui che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio, eccedendo nel consumo quotidiano di alcol (secondo soglie specifiche per sesso e età) o concentrando in un unica occasione di consumo l assunzione di oltre 6 unità alcoliche di una qualsiasi bevanda (binge drinking). 46 IMC = rapporto tra il peso (in Kg) e il quadrato dell altezza (in metri). 60

65 13. Sedentarietà: Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che non praticano alcuna attività fisica. L esercizio di una qualche attività fisica, condotta in modo regolare, comporta benefici effetti sulla salute, sia in termini di tutela dello stato di salute fisico, sia in termini di miglioramento del proprio stato psicoemotivo. 14. Alimentazione: Proporzione standardizzata di persone di 3 anni e più che consumano quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e verdura. Quota di persone di 3 anni e più che dichiarano di assumere tutti giorni almeno 4 porzioni tra frutta, verdura e ortaggi. Il consumo giornaliero di frutta, verdura e ortaggi consente di assumere elementi fondamentali della dieta che svolgono un azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante, contrastando il processo di invecchiamento precoce delle cellule, spesso all origine dei processi tumorali. Secondo le Linee guida di una sana alimentazione dell INRAN, dovrebbero essere almeno 5 le porzioni di frutta, verdura e legumi freschi, consumate quotidianamente (five a day). L indicatore che fa riferimento ad almeno 4 porzioni di frutta, verdura e ortaggi approssima meglio le quantità raccomandate, per la difficoltà dell intervistato di associare la porzione alle quantità in grammi raccomandate. 61

66 62

67 2.3 Benessere economico. 1. Concetti di base. Le capacità reddituali e le risorse economiche non sono viste come un fine, ma piuttosto come il mezzo attraverso il quale un individuo riesce ad avere e sostenere un determinato standard di vita. Le variabili che possono contribuire a misurare il benessere economico includono il reddito, la ricchezza, la spesa per beni di consumo, le condizioni abitative e il possesso di beni durevoli. Come in gran parte delle altre dimensioni del benessere, non ci si può limitare allo studio dei livelli medi o mediani degli indicatori scelti, ma si deve dar conto della distribuzione nella popolazione: il giudizio sul livello di benessere economico di una società può variare se lo stesso reddito medio complessivo è equamente ripartito tra i cittadini o è invece concentrato nelle mani di pochi abbienti. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Il dominio è stato articolato in due sotto-dimensioni: 1. Reddito disponibile e ricchezza. Il reddito può essere visto come la remunerazione delle attività di cui dispone un individuo, reali, finanziarie e umane. In un economia di mercato il reddito misura la capacità d acquisto degli individui ed è quindi una variabile molto significativa nella stima del livello di benessere economico. La ricchezza, oltre a garantire reddito, genera sicurezza, rendendo le persone meno vulnerabili rispetto ai possibili eventi negativi che le possono colpire, facilita l accesso al credito, e quindi la possibilità sia di equilibrare il proprio profilo di consumi lungo il ciclo di vita sia di investire in capitale fisico e umano, e conferisce prestigio sociale. Vi rientra anche l analisi dell indebitamento. 2. Spesa per consumi e condizioni materiali di vita. La spesa per consumi rappresenta una stima diretta dei beni e servizi che concorrono a determinare le condizioni di vita di un individuo o di una famiglia, anche se nel confronto interpersonale risente delle diverse preferenze e abitudini degli individui; la spesa è fortemente correlata con il reddito. Le condizioni di vita materiali misurano ciò che è realmente a disposizione dell individuo e le difficoltà che questi incontra nell acquisire beni e servizi desiderati, cogliendo aspetti che potrebbero non essere rivelati dal livello del reddito o del consumo. 63

68 3. Indicatori prescelti. 1. Reddito medio disponibile aggiustato (pro-capite): Rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie aggiustato (ovvero inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro) e il numero totale di persone residenti. Permette di avere la stima dell ammontare complessivo di reddito disponibile per le persone residenti in Italia, compreso il valore dei servizi in natura. Il dato di Contabilità Nazionale fornisce stime direttamente comparabili tra i diversi paesi. 2. Indice di disuguaglianza del reddito disponibile: Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il più alto reddito e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito. È un informazione immediatamente comprensibile sulla distanza tra i più ricchi e i più poveri, in termini di redditi equivalenti per tener conto della diversa composizione familiare (diversi bisogni tra bambini e adulti; economie di scala che si realizzano con la coabitazione). Si preferisce questo indice, rispetto all indice di Gini, perché utilizzato dall UE nei confronti europei, pur non fornendo informazioni sulla parte centrale della distribuzione. 3. Indice di rischio di povertà relativa: Quota di persone a rischio di povertà, con un reddito equivalente inferiore o pari al 60% del reddito equivalente mediano. Tiene conto della disponibilità di reddito (quindi della potenzialità di spesa della famiglia) rispetto a uno standard fissato in relazione al risultato medio dell intera distribuzione; in questo senso, riflette anche la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e non solo le condizioni assolute di vita. È uno degli indicatori utilizzati nel programma d azione Europa Ricchezza netta media pro-capite: Rapporto tra il totale della ricchezza netta delle famiglie e il numero totale di persone residenti. Rappresenta un indicatore di disponibilità economiche complementare al reddito. Al momento, non sono possibili stime a livello regionale. 64

69 5. Indice di vulnerabilità finanziaria: Quota di persone in famiglie con un servizio del debito superiore al 30 per cento del reddito disponibile. Rappresenta una misura di instabilità finanziaria e di possibile difficoltà economica. Al momento, non sono possibili stime a livello regionale. 6. Indice di povertà assoluta: Quota di individui appartenenti a famiglie con una spesa complessiva per consumi inferiore al valore soglia di povertà assoluta. Rispetto a misure di povertà relativa, l informazione non dipende dalla distribuzione e quindi dalla disuguaglianza della spesa per consumi. L interpretazione è immediata, rappresentando la percentuale di persone che non riescono ad acquisire un predeterminato insieme di beni e servizi. Le soglie di povertà assoluta sono differenziate per numerosità familiare, classi di età dei componenti, macroarea e dimensione del comune di residenza e riflettono le differenze territoriali nel costo della vita. Non sono possibili stime a livello regionale. 7. Indice di grave deprivazione materiale: Quota di persone che vivono in famiglie con almeno 4 di 9 problemi considerati. Indicatore Eurostat di immediata interpretazione che considera direttamente la mancanza per ragioni economiche di alcuni beni e servizi materiali giudicati essenziali per una vita dignitosa. 8. Indice di qualità dell abitazione: Quota di persone che vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo, in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali. Rappresenta la misura di ciò che è realmente a disposizione dell individuo, in questo caso in termini abitativi; è correlata con le capacità passate e presenti di acquisire un bene/servizio importante come l abitazione principale. Nella versione qui proposta, l indicatore si concentra sulla condizione di deprivazione abitativa, ma l indicatore potrebbe essere costruito in modo neutro con riferimento alle condizioni abitative medie. 9. Indice di valutazione soggettiva di difficoltà economica: questo indicatore va costruito combinando tre informazioni: (a) quota di individui in famiglie che alla domanda Tenendo conto di tutti i redditi disponibili, come riesce la Sua famiglia ad arrivare alla fine del mese? tra le diverse modalità di risposta (Con grande difficoltà, Con difficoltà,con qualche difficoltà, Con una certa facilità, Con facilità, Con molta facilità) scelgono 65

70 la prima; (b) quota di individui che vivono in famiglie che non sono in grado di far fronte con risorse proprie a spese impreviste di ammontare approssimativo di XXX euro (il valore è calcolato in funzione del valore mediano della distribuzione del reddito equivalente dell anno precedente); (c) quota di individui che non ritiene possibile riuscire ad effettuare risparmi nei prossimi 12 mesi. Questo indicatore composito coglie la valutazione da parte delle famiglie delle proprie condizioni economiche e può essere visto come una misura complementare alle valutazioni oggettive basate sul livello di reddito o ricchezza. Risente tuttavia delle aspirazioni e degli standard cui ciascuno è abituato. In questa formulazione si concentra sulle situazioni di difficoltà economica. 10. Incidenza di individui che vivono in famiglie senza occupati: quota di individui che vivono in famiglie dove è presente almeno un componente di anni (con esclusione delle famiglie dove tutti i componenti sono studenti a tempo pieno con meno di 25 anni) dove nessun componente lavora o percepisce una pensione da lavoro. Rappresenta la percentuale di individui che vivono in famiglie escluse dal mercato del lavoro, in famiglie cioè in cui tutti i componenti in età lavorativa non lavorano e dove tutti i componenti che avrebbero potuto lavorare non lo hanno fatto. Seguendo l indicazione del gruppo tematico lavoro e conciliazione dei tempi di vita della commissione scientifica, questo indicatore si discosta da quello di Europa 2020, che considera invece le persone in famiglie a intensità lavorativa molto bassa. 4. Indicatori allo studio. 1. Indice di vulnerabilità economica dei membri adulti della famiglia: Quota di reddito individuale sul reddito familiare. Occorre definire l indicatore sia rispetto alle tipologie di reddito da includere, sia rispetto ai membri che devono essere considerati nell analisi, se cioè sia opportuno limitarsi al contributo dei due membri della coppia oppure sia utile inserire anche eventuali redditi percepiti dai figli o da altre persone conviventi. In ogni caso, lo scopo dell indicatore è cogliere il grado di indipendenza di ciascun membro adulto di una famiglia e la sua vulnerabilità rispetto a eventi imprevisti (come una separazione). 66

71 2. Indice di deprivazione dei bambini: Quota di minori che non dispongono di beni o non hanno accesso a servizi specifici per minori. L indicatore può essere costruito come l indice di grave deprivazione materiale, ma considerando la disponibilità di beni e servizi rivolti ai bambini, che dovrebbero cioè rispondere ai loro specifici bisogni. Attualmente non esiste un indagine che raccoglie tutte le informazioni necessarie per la costruzione dell indicatore; tuttavia, a livello europeo, si stanno definendo specifici indicatori di deprivazione dei bambini al fine di inserirli nell indagine Eu-Silc e assicurare la confrontabilità a livello europeo. Nel 2013 è previsto l inserimento di un modulo sperimentale, che verrà testato da alcuni paesi su base volontaria (l Italia è tra questi) e che porterà alla finalizzazione degli indicatori per il modulo specifico da inserire nell indagine Eu-Silc Si tratta di indicatori che, oltre alla deprivazione materiale rispetto a beni come libri, computer, abiti, scarpe, ecc., mirano a rilevare la deprivazione in termini nutrizionali e rispetto ai luoghi e alle possibilità di svolgere attività di gioco e socializzazione; tutti fattori determinanti per lo sviluppo di un bambino. 67

72 2.4 Istruzione e formazione. 1. Concetti di base. L istruzione, la formazione e il livello di competenze influenzano il benessere delle persone e aprono opportunità altrimenti precluse. L istruzione non ha solo un valore intrinseco ma influenza il benessere delle persone in modo diretto. Le persone con livello di istruzione più alto hanno un tenore di vita più elevato e hanno maggiori opportunità di trovare lavoro, vivono di più e meglio perché hanno stili di vita più salutari e hanno maggiori opportunità di trovare lavoro in ambienti meno rischiosi. Inoltre, a livelli più elevati di conseguimento in termini di istruzione e formazione corrispondono livelli più elevati di accesso e godimento consapevole dei beni e dei servizi culturali, e una partecipazione attiva al processo di produzione nei settori della cultura e della creatività. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Il dominio prende in considerazione quattro dimensioni: 1. Istruzione formale. Intrapresa nelle scuole e nelle università è il pilastro principale delle competenze che le persone acquisiscono durante l arco della vita. Il livello di istruzione della popolazione si può quindi considerare una proxy dello stock di capitale umano disponibile in un paese. 2. Formazione continua. Le persone continuano ad acquisire competenze durante tutto l arco della vita, in particolare al lavoro ma anche attraverso le attività svolte nel tempo libero. La partecipazione degli adulti ad attività formative è un elemento importante di miglioramento delle proprie competenze. 3. Livelli di competenze. Istruzione e formazione sono indicatori del potenziale in termini di capitale umano ma non danno indicazioni sulle competenze reali della popolazione; per questo è necessario misurare le competenze realmente acquisite e il loro impatto sul benessere individuale. 4. Partecipazione culturale. Rappresenta una fonte importante di apprendimento casuale collocandosi in un continuum con l istruzione e la 68

73 formazione, e influisce direttamente e positivamente sulla soddisfazione per la vita. 3. Indicatori prescelti. 1. Tasso di partecipazione alla scuola dell infanzia (pre-primary): Bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell infanzia/bambini di 4-5 anni. Alcuni studi hanno di recente mostrato che entrare nel sistema dell istruzione nei primissimi anni di vita ha effetti positivi per la riuscita scolastica futura con un minor rischio di abbandono e di esclusione sociale e una maggiore occupabilità. La scuola può, inoltre, avere un ruolo di riequilibrio delle disparità sociali. 2. Quota di persone di anni con almeno il diploma superiore: Persone di anni che hanno completato almeno la scuola secondaria di II grado (titolo non inferiore a ISCED 3a, 3b o 3c) / persone di anni * 100. Indicatore principale utilizzato nei confronti internazionali per fornire una valutazione di base del livello di istruzione formale conseguito in un paese. 3. Quota di persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario (ISCED 5 o 6): Persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario (ISCED 5 o 6) / persone di anni *100 L istruzione superiore gioca un ruolo essenziale nella società creando e trasferendo nuova conoscenza agli studenti e favorendo l innovazione. Questo è uno degli indicatori target della strategia Europa2020 il cui obiettivo è di portare la quota di persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario al 40% entro il 2020 a livello Europeo. 4. Tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione: Persone di anni che hanno conseguito solo la licenza media e non sono inseriti in un programma di formazione / persone di anni. Ridurre la quota di persone che abbandona precocemente il sistema di istruzione e formazione è essenziale per aumentare il livello di competenze della popolazione ed evitare l esclusione sociale. Questo indicatore misura uno dei target della strategia Europa 2020 che prevede di ridurre la quota di abbandoni al di sotto del 10% entro il

74 5. Quota di giovani che non lavorano e non studiano (NEET): Persone di anni né occupate né inserite in un percorso di istruzione o formazione / persone di anni *100. L indicatore individua la quota di popolazione in età anni né occupata e né inserita in un percorso di istruzione o formazione. Il riferimento è a qualsiasi tipo di istruzione scolastica/universitaria e a qualsiasi tipo di attività formativa (corsi di formazione professionale regionale, altri tipi di corsi di formazione professionale, altre attività formative quali seminari, conferenze, lezioni private, corsi di lingua, informatica, ecc.); con la sola esclusione delle attività formative informali quali l autoapprendimento. In base alle più recenti indicazioni di Eurostat, dalla condizione di NEET sono esclusi non solo i giovani impegnati in attività formative regolari (dette anche formali ) ma anche quelli che svolgono attività formative cosiddette non formali. 6. Persone di anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione: Persone di anni che hanno partecipato ad attività di istruzione (formal education) e formazione (non-formal education) / persone di anni *100. Il percorso di istruzione formale è la parte principale della formazione che si riceve durante l arco della vita. Ciononostante il percorso formativo dovrebbe continuare durante tutto l arco della vita e, in particolare, il lavoro dovrebbe fornire nuove opportunità di formazione. La formazione degli adulti migliora la produttività e il reddito di chi vi partecipa. 7. Livello di competenza alfabetica degli studenti: Score ottenuto nelle prove di competenza alfabetica funzionale degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. Gli indicatori proposti finora valutano il potenziale del paese in termini di capitale umano. È necessario, però, misurare le competenze realmente possedute. Per questo motivo si propone un indicatore sui livelli di competenza alfabetica funzionale (reading skills) degli studenti della classe II della scuola secondaria di secondo grado. Questo indicatore, tratto dal Servizio Nazionale di Valutazione dell INVALSI, misura le competenze alfabetiche funzionali. L indicatore è molto simile a quello misurato dall indagine OECD PISA ma ha il vantaggio di basarsi su una rilevazione censuaria. 70

75 8. Livello di competenza numerica degli studenti: Score ottenuto nelle prove di competenza numerica degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. A complemento dell indicatore precedente si propone di misurare anche le abilità numeriche (numeraci skills) degli studenti della classe II della scuola secondaria di secondo grado. 9. Quota di persone con alti livelli di competenza informatica: Persone di 16 anni e più che sanno svolgere almeno 5 operazioni al computer tra le 6 elencate / popolazione di 16 anni e più. Le tecnologie ICT sono uno strumento di accesso a nuove opportunità di conoscenza e a nuovi modi di partecipazione e socializzazione. E dunque cruciale per le persone possedere le adeguate competenze per poter sfruttare nel modo più efficiente le tecnologie ICT. Questo indicatore, rilevato su base annuale, misura la quota di persone che sanno svolgere (non se hanno svolto) almeno 5 tra 6 attività legate all uso del personal computer e misura quindi un livello alto di competenze informatiche. 10. Indicatore sintetico del livello di partecipazione culturale: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: percentuale di persone che nei 12 mesi precedenti l intervista si sono recate almeno una volta a: cinema, teatro, musei e mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica; percentuale di persone che hanno letto il quotidiano almeno una volta a settimana, almeno un libro nei 12 mesi precedenti l intervista, che leggono abitualmente qualche rivista (settimanale o periodico), che vedono DVD a casa. L indicatore sintetico valuta il livello di partecipazione culturale considerata come un prolungamento della formazione continua. 71

76 2.5 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. 1. Concetti di base. Possedere un lavoro adeguatamente remunerato, ragionevolmente sicuro e rispondente alle competenze, costituisce un aspirazione universale delle persone contribuendo in modo decisivo al loro benessere. Se la mancanza di una buona occupazione ha senza dubbio un impatto negativo sul livello di benessere, un impatto simile può avere una cattiva distribuzione degli impegni lavorativi che impedisca di conciliare tempi di lavoro e tempi di vita familiare e sociale. Le sotto-dimensioni e gli indicatori scelti per rappresentare questo dominio intendono rispondere a tale approccio e, quindi, illustrare il contributo che la condizione lavorativa può dare al benessere di una società sviluppata quale quella italiana. 72

77 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Muovendo dalla prospettiva quantitativa della partecipazione al lavoro fino a quella soggettiva della job satisfaction, il dominio è stato articolato in cinque dimensioni: 1. Partecipazione e inclusione sociale. Rileva l aspetto quantitativo della partecipazione al lavoro. Ciò permette di presentare le situazioni a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale, evidenziando la gravità socioeconomica della scarsa occupazione. 2. Qualità del lavoro (stabilità, retribuzione, competenze e sicurezza nel lavoro). La seconda dimensione focalizza l attenzione sulle caratteristiche dell occupazione in termini di stabilità normativa e di fatto, retribuzione, competenze e sicurezza nel lavoro. La qualità dell occupazione non è omogenea: ci sono i buoni e i cattivi lavori. 3. Conciliazione dei tempi di lavoro e di vita. Questa dimensione è volta a indagare la gestione dei tempi di lavoro e di vita in relazione agli impegni familiari. La compatibilità tra l occupazione delle donne e la loro funzione riproduttiva è un obiettivo cruciale delle politiche del lavoro. La qualità dell occupazione di un paese si misura anche sulla possibilità che le donne con figli riescano a conciliare i lavori di cura familiare con il lavoro retribuito. 4. Vita di impresa. Rileva la partecipazione sociale dei lavoratori alle attività dell impresa, quale elemento sia di un maggior benessere individuale sia di una migliore produttività del lavoro. 5. Insicurezza dell occupazione e soddisfazione del lavoro. L ultima dimensione vuole cogliere gli aspetti soggettivi del benessere lavorativo, indagando la percezione di insicurezza nella perdita dell occupazione e la soddisfazione per il lavoro. Molti studi hanno adottato la job satisfaction come ragionevole proxy per stimare la complessiva qualità del lavoro percepita dai lavoratori. Secondo questi studi la soddisfazione del lavoro risulta un buon predittore dei comportamenti dei lavoratori: dalle dimissioni, all assenteismo, alla produttività. 73

78 3. Indicatori prescelti. 1. Tasso di occupazione anni: Occupati anni / Popolazione anni *100. Il tradizionale indicatore per misurare la scarsità dell occupazione è il tasso di disoccupazione, ma in un paese come l Italia in cui la partecipazione al lavoro è bassa a causa soprattutto del ridotto tasso di attività delle donne, il tasso di occupazione rappresenta meglio il livello di partecipazione al lavoro e per complemento la scarsità della domanda di lavoro. 2. Tasso di mancata partecipazione al lavoro: Disoccupati anni + parte delle Forze di lavoro potenziali anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare)/ Forze di lavoro anni + parte delle Forze di lavoro potenziali anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare)*100. Per rappresentare appieno la complessa realtà del mercato del lavoro italiano occorre andare oltre la rigida distinzione tra disoccupati e inattivi. L indicatore, più esteso rispetto al tasso di disoccupazione, permette di cogliere anche quella parte di popolazione inattiva che è potenzialmente disponibile a lavorare. Le forze di lavoro potenziali, definite seguendo la metodologia standardizzata a livello europeo, danno conto degli individui che mostrano comunque un attaccamento al mercato del lavoro. Tale aggregato assume una rilevanza particolare in Italia, dove sono estesi i fenomeni di scoraggiamento, nonché i comportamenti attendisti degli esiti di passate azioni di ricerca. 3. Percentuale di trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili: Occupati in lavori instabili al tempo t1 (dipendenti con lavoro a termine + collaboratori coordinati e continuativi o a progetto + prestatori d opera occasionali + lavoratori autonomi senza dipendenti mono committenti) che svolgono un lavoro stabile (dipendenti a tempo indeterminato + autonomo con dipendenti + autonomo senza dipendenti non mono committente) a un anno di distanza / Occupati in lavori instabili al tempo t1 * 100. L indicatore misura i flussi di passaggio da una posizione lavorativa instabile (con scadenza) ad una stabile (senza scadenza) nel corso di un anno. Poiché spesso la posizione instabile caratterizza la fase di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani o comunque costituisce la modalità con 74

79 cui le imprese impiegano un nuovo lavoratore, l indicatore mette in luce le possibilità di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. 4. Percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni: Dipendenti a tempo determinato e collaboratori che hanno iniziato l attuale lavoro da almeno 5 anni / Totale dipendenti a tempo determinato e collaboratori *100. L indicatore vuole rilevare il fenomeno trappola della precarietà, ossia quanti individui continuano a svolgere sempre lo stesso lavoro con un susseguirsi di contratti a termine. Per calcolare l indicatore correttamente servirebbero i dati Inps che permettono di ricostruire la storia lavorativa del singolo individuo. Come proxy si possono utilizzare le informazioni desumibili dalla rilevazione sulle Forze di lavoro. 5. Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga: Dipendenti con una retribuzione oraria inferiore a 2/3 di quella mediana / Totale dipendenti*100. Una bassa paga si riflette in peggiori condizioni di vita. In termini relativi, l indicatore identifica i lavoratori dipendenti in condizioni salariali più svantaggiate. Questo indicatore è importante poiché le ricerche hanno rivelato il forte rischio di intrappolamento nei bassi salari e quindi di ingresso nell area della povertà e dell esclusione sociale per persone che pure hanno un occupazione. 6. Incidenza di occupati sovraistruiti: Occupati che possiedono un titolo di studio superiore a quello maggiormente posseduto per svolgere quella professione / Totale occupati*100. L adeguatezza del titolo di studio in relazione al lavoro svolto è calcolata dall incrocio tra le classificazioni ISCED e ISCO. Questo indicatore misura il fenomeno della sovraistruzione (o della sotto qualificazione), sempre più diffuso anche in Italia, che colpisce soprattutto i giovani, perché la domanda di lavoro non riesce a far fronte a un offerta sempre più istruita. 7. Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente: Numero di infortuni mortali e inabilità permanente / Totale occupati (al netto delle forze armate) * La protezione del lavoratore è sicuramente una delle condizioni basilari della qualità del lavoro. Il verificarsi di infortuni mortali o che provocano 75

80 inabilità permanente rappresenta il picco, l elemento più estremo del mancato rispetto delle norme che riguardano la sicurezza nel lavoro. 8. Incidenza di occupati non regolari sul totale degli occupati: Occupati che non rispettano la normativa vigente in materia lavoristica, fiscale e contributiva / Totale occupati * 100. L indicatore vuole rilevare gli occupati che svolgono un lavoro al di fuori di ogni regola e quindi privi di ogni protezione contrattuale e copertura previdenziale. Rientrano nell ambito delle attività lavorative non dichiarate le seguenti tipologie di prestazioni lavorative: a) continuative, svolte non rispettando la normativa vigente; b) occasionali, svolte da persone che si dichiarano non attive in quanto studenti, casalinghe o pensionati; c) degli stranieri non residenti e non regolari. 9. Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli: Tasso di occupazione delle donne di anni con almeno un figlio in età 0-5 anni / Tasso di occupazione delle donne di anni senza figli. La qualità dell occupazione di un paese si misura anche sulla possibilità che le donne con figli piccoli riescano a conciliare il lavoro retribuito con i lavori di cura familiare. La mancanza di servizi di welfare adeguati può comportare la scelta di lasciare il lavoro in caso della nascita di un figlio. 10. Indice di asimmetria del lavoro familiare: Tempo dedicato al lavoro domestico dalla donna / Tempo dedicato al lavoro domestico da entrambi i partner * 100. L indice analizza il grado di condivisione dei carichi del lavoro familiare (domestico e di cura) tra uomini e donne che vivono in coppia. L obiettivo è rilevare le disuguaglianze di genere nel conciliare il lavoro retribuito con quello domestico. Per tale motivo si considerano solo le coppie nelle quali entrambi i partner lavorano e l età della donna è compresa tra 25 e 44 anni. 11. Quota di popolazione anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o domestico: Individui di anni che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o domestico / Individui anni * 100. L indicatore analizza il grado di sovraccarico di lavoro, e di conseguente mancanza di tempo libero, dovuto a un eccessivo impegno di lavoro 76

81 retribuito o domestico. Il vantaggio è riuscire a cogliere l impegno orario complessivo tenendo conto anche del lavoro per la famiglia. 12. Quota di lavoratori dipendenti coperti da contrattazione collettiva di secondo livello (indicatore non disponibile): Occupati dipendenti coperti da contrattazione collettiva di secondo livello / Totale dipendenti in imprese con oltre 10 dipendenti*100. La contrattazione di secondo livello aumenta la retribuzione dei lavoratori tramite benefit, premi di produzione e incentivi. Ciò può determinare un maggior coinvolgimento del lavoratore alla vita dell impresa, con effetti positivi sia sulla soddisfazione individuale sia sulla produttività del lavoro. Informazione non disponibile, che potrebbe essere rilevata tramite le rilevazioni sulle imprese. 13. Quota di dipendenti che lavorano in una impresa dove è presente la Rsu: Occupati dipendenti in imprese dove è presente la RSU / Totale dipendenti *100. Le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), in ragione della loro natura elettiva, favoriscono la partecipazione dei lavoratori, anche non iscritti al sindacato, alle relazioni industriali. Le RSU tutelano i diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro, soprattutto in materia di sicurezza e di contrattazione integrativa. Informazione non disponibile, che potrebbe essere rilevata tramite le rilevazioni sulle imprese. 14. Percezione di insicurezza dell occupazione (indicatore non disponibile): Occupati che nei successivi 6 mesi ritengono sia probabile perdere il lavoro attuale e sia poco o per nulla probabile trovarne un altro simile / Totale occupati*100. Poiché le ricerche comparative hanno mostrato che il sentimento di insicurezza dell occupazione quale è percepito dal lavoratore può non essere strettamente connesso all instabilità giuridica del rapporto di lavoro, e appare correlato piuttosto all andamento del mercato del lavoro e soprattutto agli assetti delle provvidenze per chi perde il lavoro, questo indicatore misura una percezione che può avere un importante impatto sul benessere psicologico dei lavoratori. Il dato non è disponibile, è auspicabile l inserimento dei quesiti nella rilevazione sulle Forze di lavoro. 15. Soddisfazione per il lavoro svolto (indicatore parzialmente disponibile): Indicatore costruito come media della soddisfazione (ad esempio, 77

82 utilizzando una scala da 0 a 10) di più aspetti: tipo di lavoro svolto, guadagno, prospettive di miglioramento della posizione, relazioni con altri, condizioni e ambiente di lavoro, conciliazione con i tempi di vita. A fronte delle crescenti difficoltà di valutare la qualità oggettiva del lavoro, comunque rilevata grazie alla percezione dei lavoratori, parecchi studi hanno adottato una misura ancor più soggettiva, la job satisfaction, come ragionevole proxy per stimare la complessiva qualità del lavoro. Il riferimento ai diversi aspetti può contribuire a ridurre i bias valutativi, anche se il criterio di aggregazione è fonte di incertezza. 4. Indicatori allo studio. 1. Tasso di copertura dell indennità di disoccupazione: Percettori di indennità di disoccupazione / Totale lavoratori cessati involontariamente *100. In un mercato del lavoro sempre più flessibile diviene centrale la presenza di strumenti di welfare di tutela del reddito in caso di perdita del lavoro. L indicatore si propone di stimare quanti soggetti che hanno perso il lavoro in un dato periodo per causa involontaria (ad es. lavoro a termine, licenziamento) abbiano avuto accesso all indennità di disoccupazione. Ciò permetterebbe anche di valutare gli effetti delle riforme del mercato del lavoro in materia sia di ammortizzatori sociali sia delle modalità di assunzione e licenziamento. L indicatore attualmente non è disponibile. È da valutare la fattibilità di un link a livello di microdati tra le informazioni desumibili dalle Comunicazioni Obbligatorie (CO) sui flussi in entrata e in uscita dell occupazione e i dati Inps sui beneficiari di sussidio di disoccupazione. 78

83 2.6 Relazioni sociali. 1. Concetti di base. Le reti relazionali alle quali appartengono e nelle quali si riconoscono gli individui rappresentano una risorsa importante che consente di perseguire i propri fini potendo contare su risorse aggiuntive rispetto alle dotazioni di capitale economico e culturale di cui si dispone (Bourdieu, Coleman). In letteratura prevale il convincimento che un clima generalizzato di fiducia interpersonale, l elevata partecipazione a reti associative e la diffusa presenza di cultura civica accrescano il benessere individuale e la coesione sociale, consentendo una migliore performance, una maggiore efficienza delle politiche pubbliche e un minore costo delle transazioni economiche. Nel nostro Paese di particolare interesse risultano le reti informali che comprendono l'insieme delle relazioni interpersonali che gravitano e si 79

84 intrecciano attorno alle persone (relazioni familiari, parentali, amicali, di vicinato, di mutuo aiuto). All interno di questi network si mobilitano le risorse (umane e materiali) che assicurano sostegno e protezione agli individui sia nella vita quotidiana, sia, in particolar modo, nei momenti critici e di disagio, rappresentando così un elemento essenziale di coesione sociale. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Gli indicatori proposti sono organizzati secondo uno schema a tre settori quali drivers del benessere di individui, famiglie e gruppi sociali nei singoli contesti locali e nazionali. Si tratta di uno schema che trae spunto dal classico diamante del welfare per tre vertici del quale le relazioni hanno fondamentale rilievo: Società civile, Famiglia e Mercato. L altro vertice, costituito dalla componente Stato, anche se toccato in questo dominio da alcuni indicatori, verrà specificamente approfondito nel dominio Politica ed Istituzioni. 1. Società civile. Gli aspetti relazionali che fanno riferimento alla componente società civile del welfare sono stati distinti in due aspetti di particolare rilievo, cercando di prendere in considerazione sia forme tradizionali di partecipazione alla società civile sia forme emergenti: a. partecipazione sociale, nelle espressioni legate sia all associazionismo sia al volontariato b. fiducia generalizzata. 2. Economia sociale. Un mercato che valorizzi le relazioni generando utilità (non solo in termini monetari) e che a sua volta sia in grado di generare relazioni improntate sulla reciprocità e sulla fiducia non può che influenzare il livello di benessere di una collettività. Negli ultimi anni si è assistito al fiorire di nuove forme di partecipazione ancorate a principi di reciprocità, solidarietà, valori ideali, etici o religiosi, che hanno conquistato sempre maggiore rilievo sociale. Queste attività, a differenza di quelle che rientrano nel mercato tradizionale, sono governate da motivazioni diverse dall interesse economico individuale e si basano sul capitale delle relazioni, i legami sociali e la collaborazione. Purtroppo, non è attualmente disponibile una fonte sistematica, completa e di qualità statistica adeguata che permetta di descrivere questa dimensione. Data la sua importanza, la 80

85 Commissione scientifica ha ritenuto comunque opportuno proporre alcuni indicatori desumibili dalle fonti più consolidate attualmente disponibili sul mondo della solidarietà sociale. 3. Famiglia. Si tratta di una dimensione di particolare rilievo per il nostro Paese che tuttavia non è esente da difficoltà di misurazione. Particolarmente complessa appare la distinzione presente in letteratura tra capitale sociale di tipo bridging e di tipo bonding. Il primo lega persone appartenenti a realtà e condizioni sociali diverse (ad esempio attraverso la partecipazione a movimenti sociali); il secondo lega persone tra loro simili (per via etnica o parentale). Come sostiene il Rapporto Ocse How s Life?, Too much bonding in the absence of bridging social capital can lead to in group/out group dynamics, leading to the exclusion of those outside the bonding group. Network can also foster values that are detrimental for society, as in the case with mafia or terrorist organisations. Tenendo conto di questa complessità si è tentato di selezionare indicatori che consentissero comunque di dar conto di questo aspetto fondamentale della vita associata. Il contesto familiare in cui si vive verrà, inoltre, utilizzato anche come variabile di incrocio per molti degli indicatori proposti, nella convinzione che possa fornire preziose informazioni aggiuntive sui comportamenti della popolazione. 3. Indicatori prescelti. 1. Partecipazione sociale: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno partecipato a riunioni di associazioni (culturali/ricreative, ecologiche, diritti civili, per la pace); Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno partecipato a riunioni di organizzazioni sindacali, associazioni professionali o di categoria; Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno partecipato a riunioni di partiti politici e/o hanno svolto attività gratuita per un partito; Persone di 14 anni e più che pagano una retta mensile o periodica per un circolo/club sportivo; Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno preso parte a incontri o iniziative (culturali, sportive, ricreative, spirituali) realizzati o promossi da parrocchie, da organizzazioni/gruppi religiosi o spirituali. 81

86 L indicatore misura la partecipazione sociale che si esprime in cerchie più allargate. Viene calcolato tenendo conto di chi ha effettuato almeno una delle attività considerate nel periodo in esame. Gli indicatori sono stati selezionati in quanto disponibili correntemente da dati di indagine e condivisi a livello internazionale. 2. Fiducia generalizzata: Quota di persone di 14 anni e più che ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia. Pur non essendoci ancora una forte convergenza a livello teorico sull utilizzo di questo indicatore, esso è largamente utilizzato a livello nazionale e internazionale per la misura di un aspetto cognitivo del capitale relazionale. 3. Organizzazioni non profit ogni abitanti Si tratta di un indicatore tratto dalla fonte più consolidata attualmente disponibile sul mondo della solidarietà sociale, ovvero la rilevazione sulle Istituzioni non profit inserita nel Censimento sull industria e servizi e che permette di avere un idea della diffusione di forme per così dire alternative di economia. Attualmente il limite dell indicatore è la periodicità decennale. 4. Cooperative sociali ogni abitanti. Le cooperative rappresentano una delle realtà più attive del mondo del non profit. In quanto presente nell Archivio statistico sulle imprese attive (ASIA), il dato è aggiornato annualmente. 5. Attività di volontariato: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato / Persone di 14 anni e più * 100. L indicatore rileva la diffusione di espressioni di lavoro volontario inserite in organizzazioni formalizzate. 6. Aiuti gratuiti dati: Quota di persone di 14 anni e più che nelle ultime quattro settimane hanno fornito aiuti gratuiti a persone (parenti e non) non conviventi. Numerosi studi dimostrano che il solo intervento delle strutture pubbliche (reti formali come i servizi organizzati, programmati, centralizzati e specializzati) non produce automaticamente un miglioramento della qualità della vita. Di qui, l importanza delle reti informali. 82

87 7. Finanziamento delle associazioni: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno finanziato associazioni / Persone di 14 anni e più * 100. Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno finanziato associazioni. Anche questo indicatore cerca di catturare una forma di attivazione economica a sostegno dell attività del terzo settore. 8. Soddisfazione per le relazioni familiari: Quota di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni familiari. L indicatore è volto a cogliere gli aspetti cognitivi legati alle relazioni familiari. Può essere un utile complemento a indicatori di tipo oggettivo sulla vita relazionale. 9. Soddisfazione per le relazioni amicali: Quota di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni con amici. L indicatore è volto a cogliere gli aspetti cognitivi legati alle relazioni amicali. Può essere un utile complemento a indicatori di tipo oggettivo sulla vita relazionale. 10. Persone su cui contare: Quota di persone di 14 anni e più che hanno parenti, amici o vicini su cui contare. Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Quota di persone di 14 anni e più che hanno parenti su cui contare; Quota di persone di 14 anni e più che hanno amici o vicini su cui contare. Le relazioni interpersonali assicurano protezione nei momenti critici l indicatore consente di descrivere la forza di queste relazioni. 11. Attività ludiche dei bambini da 3 a 10 anni svolte con i genitori: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Bambini da 3 a 10 anni che tutti i giorni giocano con il padre; Bambini da 3 a 10 anni che tutti i giorni giocano con la madre. Specifica attenzione è stata dedicata agli aspetti di condivisione del tempo dedicato al gioco all interno della famiglia che rappresenta l agenzia primaria di socializzazione. La partecipazione dei genitori al gioco dei figli può variare significativamente, per questo si è individuata una misura quantitativa sintetica del grado di coinvolgimento dei genitori. 83

88 2.7 Sicurezza. 1. Concetti di base. Nella teorizzazione di Sen lo sviluppo può essere visto ( ) come un processo di espansione delle libertà reali godute dagli esseri umani e il benessere è la libertà di godere ciò che fa della vita una vita pienamente umana (Sen, 2000), in tal senso è certo che la serenità della percezione soggettiva e il vissuto della sicurezza oggettiva dei contesti attraversati nel proprio quotidiano assurgono a dimensioni cardine nella costruzione del benessere individuale e delle collettività a cui si partecipa. La sicurezza personale è infatti un elemento fondativo del benessere degli individui. Essere vittima di un crimine può comportare una perdita economica, un danno fisico e/o un danno psicologico dovuto al trauma subito. L impatto più importante della criminalità sul benessere delle persone è il senso di vulnerabilità che determina. La paura di essere vittima di atti criminali può influenzare molto le proprie libertà personali, la propria qualità della vita e lo sviluppo dei territori. Anche la tematica della violenza è strettamente legata alla sicurezza personale e alla qualità della vita. 84

89 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. La complessità evidenziata del fenomeno si traduce nella necessità di tener presente sia indicatori oggettivi che soggettivi, perché dal punto di vista della qualità della vita non interessa solo quanti reati di un certo tipo sono avvenuti ma anche come ci si sente di fronte alla criminalità. Nell ambito degli indicatori oggettivi sono state considerate due dimensioni: 1. Criminalità. La criminalità è una delle minacce più comuni per la sicurezza personale nei paesi sviluppati ed emergenti. Ha sia un impatto diretto che indiretto sulle persone. Le conseguenze dirette riguardano la salute fisica e mentale, le perdite economiche, e possono essere più o meno lunghe nel tempo. Anche l impatto indiretto della criminalità è da considerare quando si analizza la sua relazione con il benessere. La vittimizzazione indiretta, coinvolge infatti non solo le vittime ma anche coloro che sono nel loro entourage sociale, così come il pubblico più ampio che fruisce dell effetto amplificatore dei media rispetto alla criminalità. 2. La violenza fisica e sessuale subita dentro e fuori le mura domestiche. La violenza fisica e sessuale subita dentro e fuori le mura domestiche ha sia un impatto diretto che indiretto sulle persone. L effetto delle violenze subite, ad esempio, può protrarsi per periodi molto lunghi, se non per tutto l arco della vita, in termini di capacità di gestione della propria vita nel quotidiano, di spese mediche, di dipendenza da altri, di capacità di raggiungere la felicità. Le conseguenze indirette inoltre sono causa di insicurezza e aumento della preoccupazione, ansia da cui può scaturire un conseguente ostacolo per le attività quotidiane (Amerio e Roccato, 2007). Nell ambito degli indicatori soggettivi sono state considerate due dimensioni: 1. La percezione del degrado sociale e ambientale; 2. La paura della criminalità; Infine si è voluto tener conto delle diverse fasi del ciclo di vita, che arricchiscono l informazione globale con degli approfondimenti legati a rischi che caratterizzano fasi specifiche della vita degli individui. 85

90 3. Indicatori prescelti. 1. Tasso di omicidi: Numero di omicidi / Popolazione * È l unico indicatore per cui il sommerso è inesistente ed è l unico confrontabile a livello internazionale. I dati sono diversi nel territorio soprattutto a causa degli omicidi di stampo mafioso. Da diversi anni gli omicidi sono in diminuzione, fatta eccezione per gli omicidi di donne da parte dei partner, indicatore che invece è aumentato o rimasto stabile (nell ultimo anno). L indicatore produce stime annuali. 2. Tasso sui furti in abitazione: Numero di furti in abitazione / Famiglie * 100. L indicatore è parzialmente correlato alla percezione di sicurezza e strettamente correlato ai sistemi difensivi utilizzati per proteggere l abitazione. 3. Tasso sui borseggi: Numero di borseggi / Individui * 100. L indicatore è parzialmente correlato alla percezione di sicurezza. 4. Tasso sulle rapine: Numero di rapine / Individui *100. L indicatore è fortemente correlato alla percezione di sicurezza. 5. Tasso di violenza fisica: Numero di persone di 16 anni e più che hanno subito violenza fisica / Persone di 16 anni e più * 100. L indicatore è simile a quello proposto nel rapporto dell OCSE sugli assault, sebbene questo qui proposto faccia riferimento ad una definizione di aggressione al contempo più ampia e più precisa, diversamente dall indicatore rilevato generalmente nelle indagini di vittimizzazione. Questa nuova metodologia (che trae origine dalle indagini sulla violenza contro le donne) si basa sulla descrizione molto dettagliata di comportamenti che possono essere più o meno gravi, dallo schiaffo, all essere presi a pugni o a calci, al subire tentativi di avvelenamento e o soffocamento. 6. Tasso di violenza sessuale: Numero di persone di anni e più che hanno subito violenza sessuale/persone di anni * 100. Questo indicatore fornisce una stima delle persone vittime di violenza sessuale ed in particolare lo stupro, il tentato stupro e le molestie fisiche a 86

91 carattere sessuale. Andrà valutata attentamente la qualità dei dati rilevati rispetto alla violenza sessuale subita dagli uomini. Nel caso in cui, infatti, i dati raccolti non siano sufficientemente significativi per gli uomini, l indicatore verrà calcolato solo per la popolazione femminile dai 16 ai 70 anni. 7. Percentuale di persone di 14 anni e più che si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono. Questo indicatore è in assoluto il più usato quando si parla di percezione di insicurezza, tuttavia è anche oggetto di critiche, perché secondo alcuni misura non solo la paura della criminalità ma anche la paura derivante dalla propria vulnerabilità. Tuttavia il gruppo tematico, come anche l OCSE, ritiene questo un indicatore cardine per la misurazione dell insicurezza e del suo impatto sulla qualità della vita. Questo indicatore è correlato ad alcuni tipi di criminalità subita, ad esempio lo scippo, la rapina, l aggressione e le molestie sessuali, nonché con gli indicatori di degrado sociale e il rischio di criminalità percepito nella zona in cui si vive. 8. Percentuale di persone di 14 anni e più che sono preoccupate (molto o abbastanza) di subire una violenza sessuale. L indicatore viene proposto come surrogato rispetto all indicatore necessario inerente le violenze sessuali. In futuro dovrebbe, infatti, essere sostituto dall indicatore sulla violenza, in particolare sulla violenza domestica. Attualmente il quesito è rivolto sia ai maschi che alle femmine, che hanno un età maggiore di 13 anni, e non si riferisce solo al rispondente, viene chiesto infatti se l intervistato/a è preoccupato che lei o qualcuno della sua famiglia possa subire una violenza sessuale. Va sciolto il nodo se riportare solo la risposta delle donne. 9. Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno avuto paura di stare per subire un reato negli ultimi 12 mesi. L indicatore, di paura situazionale, si riferisce a situazioni di paura vissute concretamente e completa il quadro della percezione soggettiva. All intervistato/a viene chiesto se negli ultimi 3 mesi ha avuto paura di stare per subire un reato e con quale intensità. Ad imbuto poi viene chiesto se la persona ha vissuto questa situazione anche negli ultimi 12 mesi e quante volte. 87

92 10. Percentuale di persone di 14 anni e più che vedono spesso elementi di degrado sociale ed ambientale nella zona in cui si vive. L indicatore è calcolabile come combinazione di variabili singole, ad esempio la frequenza con cui si vedono persone che spacciano droga o che si drogano o gli atti di vandalismo nella propria zona. Si ritiene opportuno non inserire la variabile inerente la presenza di vagabondi, che ha un comportamento diverso rispetto agli altri, sia rispetto all insicurezza che all esperienza di vittimizzazione, e va approfondito se inserire la presenza di prostitute in cerca di clienti nella propria zona, perché a livello territoriale si comporta in modo molto diverso rispetto ai precedenti. 11. Tasso di violenza domestica sulle donne: Numero di donne che hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner / Donne che hanno o hanno avuto un partner * 100. L indicatore rileva le violenze subite dalle donne all interno della coppia, siano esse fisiche che sessuali. Per violenza fisica si intende qualsiasi atto fisicamente violento, dallo schiaffo al tentativo di soffocamento e strangolamento alla minaccia con armi. Per violenza sessuale si intende l essere stati costretti a subire un rapporto sessuale con la forza o comunque contro la propria volontà per paura delle conseguenze. 88

93 2.8 Benessere soggettivo. 1. Concetti di base. È ormai ampiamente acquisita la nozione che attribuisce alla rilevazione degli aspetti soggettivi un alto valore informativo e analitico. Le percezioni e le valutazioni infatti influenzano il modo in cui le persone affrontano la vita e usufruiscono delle opportunità. Gli indicatori soggettivi rappresentano utili complementi agli indicatori strettamente oggettivi, in quanto consentono di valutare le eventuali divergenze tra ciò che le persone riferiscono e ciò che viene catturato dagli indicatori oggettivi. La considerazione di tali indicatori permette di avere una visione più articolata e completa, soprattutto in funzione della descrizione del benessere47. Il concetto di benessere (che trova un riferimento più generale nel termine di qualità della vita) è articolato in letteratura in due macro dimensioni (Michalos, 2008; Zapf, 1975, 1984): 47 Il gruppo tematico benessere soggettivo è stato chiamato a collaborare con gli altri gruppi per individuare quali informazioni di tipo soggettivo possono essere individuate per completare ciascuna area, sia in termini di valutazione soggettiva delle condizioni di vita (opinioni, fiducia, ecc.) sia in termini di benessere soggettivo (soddisfazione). 89

94 - condizioni di vita, che presenta sia aspetti oggettivi sia soggettivi; - benessere soggettivo. Quest ultimo presenta un carattere di trasversalità, in quanto può essere riferito sia ad ambiti di vita specifici, sia alla vita nel suo complesso. Il dominio benessere soggettivo qui proposto, infatti, riguarda le valutazioni e le percezioni espresse direttamente dagli individui sulla loro vita in generale, ma anche quelle riferite ad ambiti più specifici, che afferiscono ai diversi domini del BES. Alcuni degli indicatori individuati vanno quindi a completare il quadro di questi domini, come ad esempio l indicatore sulla soddisfazione per le relazioni familiari inserito nel dominio relazioni sociali. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Il concetto di benessere soggettivo è individuato dalle seguenti dimensioni: 1. Dimensione cognitiva. Rappresenta il processo attraverso il quale ciascun individuo valuta (in termini di soddisfazione ) in modo retrospettivo la propria vita, vista nel suo complesso; tale valutazione soggettiva viene fatta facendo riferimento a determinati standard personali (aspettative, desideri, ideali, esperienze passate, ecc.). Tale consapevolezza consente di esprimere un livello di soddisfazione in funzione del raggiungimento dei propri obiettivi, della realizzazione delle proprie aspirazioni, del confronto con i propri ideali, con le proprie esperienze passate o con i risultati raggiunti da altre figure significative. In altre parole, la soddisfazione per la vita è frutto di un percorso cognitivo dell individuo che valuta la sua situazione rispetto a standard (Nuvolati 2002) definiti relativamente a diversi aspetti. 2. Dimensione affettiva. Sta ad indicare le emozioni che i soggetti sperimentano durante la loro vita quotidiana. Tali emozioni possono essere positive (pleasant affect) o negative (unpleasant affect) e sono trattate concettualmente in maniera distinta, perché determinate da variabili diverse (Bradburn 1969; Diener/Emmons 1984; Argyle 1987). Al contrario della componente cognitiva, che implica una riflessione a posteriori sulla propria vita fino ad un determinato momento, la componente affettiva è legata al presente, alla situazione attuale. 90

95 La ricerca sulla misurazione della componente affettiva è ancora in progress, e dunque in questa fase la definizione degli indicatori proposti al BES si riferirà solo alla componente cognitiva. 3. Indicatori prescelti. 1. Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10. Questo indicatore misura come le persone valutano globalmente la loro vita. La soddisfazione deriva dalla consapevolezza di aver raggiunto gli obiettivi prefissati e di aver realizzato le proprie aspirazioni. La soddisfazione per la vita è, in sintesi, uno stato d animo frutto di un percorso cognitivo dell individuo che dà una valutazione retrospettiva di essa, rispetto a propri standard. Presenta quindi il vantaggio di permettere alle persone di decidere da sé quanto è soddisfacente la loro vita senza dare criteri esterni di valutazione o di giudizio. Si tratta di una domanda largamente usata a livello internazionale, anche se il suo utilizzo all interno della statistica ufficiale è ancora limitato. 2. Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiara molto soddisfatta per il tempo libero. Il tempo libero è estremamente difficile da misurare in termini oggettivi anche con strumenti complessi come le indagini Uso del Tempo. Allo stesso tempo rappresenta una componente importante del benessere individuale che sintetizza la soddisfazione per cui viene vissuta una sfera rilevante e complessa della propria vita. Per questo motivo la soddisfazione per il proprio tempo è l unico indicatore di soddisfazione specifico che viene considerato nell ambito del dominio benessere soggettivo. 3. Percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono che la loro situazione personale migliorerà nei prossimi 5 anni. Permette di avere la percezione delle aspettative future rispetto alla situazione personale. Il quesito che permetterà di calcolare questo indicatore è in fase di sperimentazione. L analisi ed il confronto con altri indicatori permetterà di valutare se affiancarlo ad altre informazione (ad es. un aspettativa riferita ad un periodo più breve) o modificarlo. 91

96 2.9 Paesaggio e patrimonio culturale. 1. Concetti di base. Per definire con chiarezza il dominio Paesaggio e patrimonio culturale conviene partire dalla classica distinzione, enunciata da Biasutti (1962), fra le due dimensioni del concetto di paesaggio: il paesaggio sensibile o visivo, costituito da ciò che l occhio può abbracciare in un giro di orizzonte o, se si vuole, percettibile con tutti i sensi; un paesaggio che può essere riprodotto da una fotografia ( ) o dal quadro di un pittore, o dalla descrizione, breve o minuta, di uno scrittore e il paesaggio geografico, che è una sintesi astratta di quelli visibili, in quanto tende a rilevare da essi gli elementi o caratteri che presentano le più frequenti ripetizioni sopra uno spazio più o meno grande, superiore, in ogni caso, a quello compreso da un solo orizzonte. Nel binomio paesaggio e patrimonio culturale, che definisce questo dominio, collochiamo quindi sotto la voce paesaggio il paesaggio sensibile di Biasutti, mentre assegniamo il paesaggio geografico ovunque abbia valore storico alla voce patrimonio culturale, insieme agli altri beni culturali (musei, monumenti, ecc.). Il paesaggio sensibile è quello dell esperienza individuale, che può concorrere al benessere degli individui su un piano, per così dire, esistenziale: i fattori che ne determinano l influsso sulla qualità della vita delle persone sono imponderabili e tutt altro che limitati alla sfera dei valori estetici. In parte forse predominante pesano, infatti, valori affettivi e simbolici legati alla memoria personale, alle abitudini della vita quotidiana, 92

97 ecc.: il tutto filtrato, in ogni caso, attraverso la lente della percezione soggettiva. Il paesaggio geografico, invece, è quello sedimentato dalla storia in forme caratteristiche, riconosciute dalla collettività, che conferiscono una particolare identità a una regione dello spazio fisico: una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni secondo la definizione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. In questa accezione, il paesaggio è parte integrante del patrimonio culturale, cioè dell eredità storica (heritage) della collettività, e come tale è considerato dalla Costituzione italiana, che lo associa nella tutela al patrimonio storico e artistico della Nazione (Art. 9). Specifica attenzione deve essere dedicata alla componente del paesaggio agrario, la forma che l'uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale 48 ; la tutela del paesaggio rurale, è anche uno degli obiettivi strategici del Piano Strategico Nazionale di sviluppo rurale , con la motivazione che il paesaggio costituisce una risorsa fondamentale, determinando un valore aggiunto per le produzioni con denominazione di origine, configurandosi come elemento chiave per le sviluppo turistico e per la biodiversità legata alla qualità degli spazi coltivati ( ) e rappresentando un aspetto caratterizzante la qualità della vita nelle aree rurali 49. Al paesaggio/patrimonio culturale così considerato possono applicarsi misure oggettive, riferibili tanto alla quantificazione e qualificazione delle dotazioni territoriali, quanto all efficacia della governance nella tutela delle dotazioni stesse. In questo senso, il grado di conservazione dei paesaggi riconosciuti di valore storico è assunto, al pari della consistenza del patrimonio artistico e monumentale, come un correlato della capacità di un territorio di rappresentare grazie alla ricchezza del proprio patrimonio culturale e paesistico una fonte di benessere per la collettività. Tuttavia, il paesaggio è una realtà in divenire, le cui modificazioni non sono necessariamente peggiorative e in tal senso non è da considerarsi un valore positivo la conservazione in sé, quanto specificatamente la tutela dei 48 Emilio Sereni (1996), Storia del paesaggio agrario italiano. 49 PSN di sviluppo rurale (par. 1.2, voce paesaggio ): Negli ultimi decenni, il paesaggio *rurale+ italiano è stato interessato da un progressivo degrado, che ne sta compromettendo le caratteristiche qualitative. Nelle aree maggiormente vocate all attività agricola ( ) si è avuta la diffusione di agrosistemi ( ) quasi sempre efficienti in termini economici, ma fragili dal punto di vista ecologico e negativi in termini paesaggistici, non essendo rappresentativi dell identità culturale locale ( ). L accelerazione dei fenomeni di degrado ( ), infine, è altresì connessa a politiche inappropriate, basate su incentivi e sussidi che non hanno tenuto in considerazione la conservazione del paesaggio culturale e l impatto delle azioni sostenute ( ). 93

98 paesaggi tradizionali o storici, per i benefici che ne derivano su diversi piani, documentati da un ampia letteratura e tutti riconducibili alla dimensione del benessere collettivo: preservazione della memoria storica e dell identità dei territori, creazione di ricchezza attraverso il turismo e la valorizzazione delle produzioni tipiche, protezione dell ambiente e difesa del suolo. Come dimostra, poi, la vitalità dell associazionismo locale, la tutela del paesaggio è anche un importante fattore di aggregazione sociale, e un tema fortemente sentito come connesso alla qualità della vita. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Nella rappresentazione del dominio occorre considerare sia il contributo positivo, negativo o nullo del paesaggio sensibile alla qualità della vita degli individui sia l importanza fondamentale rivestita dall arte e dalla cultura per la crescita del capitale sociale, umano ed economico del paese, nonché le correlazioni con il benessere degli individui connesse alle forme di identificazione e condivisione nel valore del Patrimonio culturale intendendo come parte integrante di quest ultimo, i paesaggi geografici di valore storico, quali beni comuni che contribuiscono al benessere personale e collettivo. Nel primo caso sono quindi utilizzati indicatori soggettivi di percezione dei valori dei luoghi o del loro depauperamento/mantenimento. Per la seconda componente invece le misure proposte sono indicatori della dotazione di beni e delle forme di protezione garantite dal governo pubblico, per valutare quanto i cittadini possano considerarli come un bene comune, portatore di benessere, nel quale identificarsi e per il quale adoperarsi al fine di garantirne il rispetto e la salvaguardia per le generazioni future. Ai fini dell analisi, il territorio di ciascuna regione viene ripartito in tre ambiti paesaggistici distinti: urbano, rurale e naturale. Si definisce un sottoinsieme di indicatori trasversali, che raccoglie gli indicatori ritenuti rilevanti per tutti gli ambiti del dominio d indagine, mentre per gli ambiti rurale e urbano si definiscono specifici sottoinsiemi di indicatori, in modo da tener conto della diversa natura dei fenomeni da rappresentare. Non si procede invece alla proposta di indicatori per l ambito naturale, in considerazione della potenziale ridondanza rispetto a quelli proposti per il dominio Ambiente, in quanto secondo l approccio adottato 94

99 nell ambito del paesaggio naturale qualità ambientale e paesistica tendono a coincidere. Per l ambito urbano le unità territoriali di analisi coincidono con le aree incluse nei centri e nuclei abitati e nelle località produttive, così come mappate dall Istat nelle Basi territoriali dei Censimenti50. Nell ambito rurale sono scelte come unità di analisi le regioni agrarie 51. Questo ambito viene ulteriormente suddiviso in tre fasi corrispondenti a differenti stadi evolutivi dello spazio rurale: una fase centrale, corrispondente alle aree agricole stabili o attive, e due fasi di transizione: verso l urbano (aree aggredite dalla dispersione urbana - urban sprawl, cioè da forme di edificazione diffusa e a bassa densità) e verso l incolto/naturale (aree agricole abbandonate in via di ri-naturalizzazione), individuate in funzione delle variazioni combinate della popolazione sparsa (cioè residente all esterno delle aree di centro e nucleo abitato) e della superficie agricola utilizzata (SAU) Indicatori prescelti. 1. Dotazione di risorse del patrimonio culturale: Numero di beni archeologici, architettonici e museali censiti nel sistema informativo Carta del Rischio del patrimonio culturale (MiBAC) per km quadrato. L universo di riferimento sarà integrato nel tempo utilizzando gli aggiornamenti sul patrimonio censito con i dati pubblicati nelle Guide rosse del Touring club italiano o in altre pubblicazioni tematiche ufficiali. L indicatore consente di localizzare le concentrazioni di beni archeologici e architettonici che contribuiscono a innalzare la qualità estetica e il valore storico e culturale del paesaggio. La qualità del paesaggio e l esperienza quotidiana di contatto con un patrimonio storico ed artistico diffuso che, con 48 siti Unesco, circa musei e oltre beni architettonici e archeologici censiti dal MiBAC, segna profondamente una quota molto 50 Le basi territoriali dei Censimenti sono basi cartografiche esaustive del territorio nazionale, aggiornate a intervalli decennali per la raccolta e la diffusione dell informazione statistica a livello territoriale sub-comunale; ripartiscono i territori comunali in aree omogenee in funzione della consistenza e concentrazione degli edifici che insistono sul territorio. 51 Le regioni agrarie sono circa 800 aggregazioni di comuni, contigui e omogenei per provincia, zona altimetrica e tipologie colturali. 52 Le aree in fase di abbandono (transizione rurale>incolto) sono quelle dove si registrano variazioni negative sia della popolazione sparsa sia della SAU, le aree agricole attive quelle dove la SAU è in aumento e la popolazione sparsa in diminuzione o in aumento meno che proporzionale all aumento di SAU, e le aree erose dall urban sprawl (transizione rurale>urbano) quelle dove la popolazione sparsa è in aumento e la SAU in diminuzione o in aumento meno che proporzionale all aumento di popolazione sparsa. 95

100 rilevante del territorio nazionale, sono componenti fondamentali per la definizione del benessere. L arte e l architettura storica costituiscono il setting della maggior parte dei centri abitati, determinandone maglia urbana, rete stradale, riferimenti simbolici, stili di vita e di relazione, rendendoli contesti di elevato valore identitario e coesivo. 2. Spesa pubblica comunale corrente pro capite destinata alla gestione del patrimonio culturale (musei, biblioteche e pinacoteche). L indicatore offre una misura diretta delle risorse destinate alla cultura, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. In regime di contrazione della spesa pubblica e di grande concorrenza fra servizi pubblici da finanziare, una quota pro capite di spesa per i beni culturali superiore alla media nazionale è una proxy significativa dell importanza attribuita dagli amministratori locali al patrimonio culturale, al suo contributo alla qualità dei beni e dei luoghi e indirettamente quindi al benessere di residenti e visitatori che quei luoghi vivono o praticano. La scelta della spesa per il livello amministrativo di maggiore dettaglio territoriale appare la più rappresentativa, in quanto espressione delle comunità locali. 3. Tasso di abusivismo edilizio: Rapporto percentuale fra il numero di costruzioni realizzate illegalmente e il numero di costruzioni autorizzate dai Comuni. L indicatore sintetizza, con semplicità e chiarezza, un aspetto fondamentale del buon governo del territorio, associato a ricadute evidenti sul benessere collettivo. L abusivismo, come ogni altra forma di illegalità, mina la credibilità degli organi di governo e ingenera spirali negative nei comportamenti e nelle aspettative dei cittadini. Da questo punto di vista, l indicatore non è soltanto una misura diretta del danneggiamento delle risorse paesistiche, ma anche una buona proxy della tutela degli interessi pubblici. 4. Tasso di urbanizzazione delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico: Numero di edifici costruiti dopo il 1981 per kmq nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico dalla legge Galasso (L. 431/1985, come integrata nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.lgs 42/2004 e successivi D.Lgs. n. 157/2006 e D.Lgs. n. 63/2008). L indicatore fornisce una misura specifica del livello di compromissione delle aree ritenute più sensibili dal punto di vista paesistico e contribuisce, con il precedente, a descrivere l effettiva capacità dei poteri pubblici di 96

101 garantire l interesse pubblico nel governo del territorio. Rappresenta anche una misura indiretta del rischio di disaffezione dei cittadini verso la tutela di beni comuni e la conseguente disgregazione del senso di appartenenza identitario ai luoghi di vita. 5. Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana (urban sprawl): Incidenza percentuale della superficie delle aree interessate dalla dispersione urbana o urban sprawl6 sul totale delle aree rurali. L indicatore rappresenta una proxy dell incidenza delle superfici edificate in ambito extra-urbano, associata alla compromissione e frammentazione dei paesaggi rurali. La trasformazione degli spazi rurali in vaste aree suburbane, oltre a evidenti ricadute estetiche e funzionali sull ambiente rurale comporta anche la proliferazione di un modello insediativo non sostenibile, caratterizzato da elevati consumi di suolo e intensificazione della mobilità giornaliera, con evidenti conseguenze negative sul benessere individuale e collettivo. 6. Erosione dello spazio rurale da abbandono: Incidenza percentuale della superficie delle aree interessate da abbandono 53 sul totale delle aree rurali. L indicatore rappresenta una misura delle dinamiche di spopolamento delle campagne, attive soprattutto nelle zone montane e normalmente associate a un incremento del rischio di dissesto idrogeologico, conseguente alla dismissione delle opere di manutenzione legate alla pratica agricola. La rinaturalizzazione spontanea di queste aree, che a determinate condizioni e nel lungo periodo potrebbe essere considerata positivamente da un punto di vista ambientale, rappresenta comunque una perdita di valore dal punto di vista culturale, in quanto comporta l obliterazione di forme caratteristiche del paesaggio rurale tradizionale (terrazzamenti, sistemazioni idrauliche, ecc.) Presenza di paesaggi rurali storici: Consistenza delle aree catalogate come paesaggi rurali storici (nel relativo Catalogo nazionale) sul totale della superficie regionale. 53 Aree interessate da abbandono: aree in cui la popolazione sparsa e la SAU sono in diminuzione. 54 PSN di sviluppo rurale , par. 1.2: Oltre a fenomeni positivi, l incremento delle foreste ha ulteriormente ridotto la diversità spaziale, cancellando gli usi del suolo tradizionali e creando nuove unità di paesaggio spesso avulse dal contesto locale ( ). La sospensione di produzioni tradizionali e di forme di governo legate a una vastissima gamma di prodotti legnosi e non legnosi, inoltre, ha anch essa contribuito a ridurre la complessità strutturale dei boschi. 97

102 La misura della persistenza dei paesaggi rurali storici viene adottata per la qualificazione della dotazione di quei territori dove il mantenimento di espressioni rappresentative delle identità culturali locali, ma anche del valore del paesaggio italiano nell'ambito del patrimonio culturale dell'umanità, si traducono operativamente nell armonico coesistere di attività produttive generatrici di reddito per le popolazioni e tutela delle caratteristiche paesaggistiche e ambientali tradizionali. 8. Valutazione della qualità della programmazione dello sviluppo rurale (Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio: Classificazione dei programmi di sviluppo rurale regionali (Psr) tramite assegnazione di un punteggio di qualità per regione, in considerazione dell inclusione di misure con impatto sul paesaggio rurale, tra quelle previste dal Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale La valutazione della qualità delle politiche messe in atto dalle Regioni sul tema del paesaggio rurale e del loro potenziale impatto (positivo o negativo) sul contesto di riferimento viene utilizzata come misura dell attenzione riservata dagli enti locali alla tutela e conservazione dei paesaggi rurali storici, il cui valore (per dotazione) è descritto in termini di ricadute e correlazioni con il benessere delle popolazioni al punto precedente. 9. Densità di Verde storico e Parchi urbani di notevole interesse pubblico: Verde storico (art. 10 D. Lgs. 42/2004) e Parchi urbani di notevole interesse pubblico (art. 136 D. Lgs. 42/2004)/Superfici urbane dei capoluoghi di provincia. Il verde urbano è un elemento dell'ambiente costruito in fondamentale relazione con il paesaggio. La diffusione del verde urbano (dotazione), indicata come valore dei contesti urbani anche da Agenda 21 e Carta di Aalborg, è un elemento di grande importanza ai fini del miglioramento della qualità della vita nelle città oltre che per le ovvie ricadute ambientali e sulla salute umana, anche in relazione alla sua funzione estetico-paesaggistica. Infatti la presenza del verde storico e la sua integrazione fra gli elementi architettonici e i beni culturali, che caratterizza specificatamente molti dei contesti urbani italiani, descritta e rappresentata da scrittori ed artisti nella sua unicità come tratto specifico del nostro paesaggio, identifica ed associa nell immaginario collettivo la bellezza e l armonia alla nostra Nazione. 98

103 10. Consistenza del tessuto urbano storico: Quota di edifici abitati costruiti anteriormente al 1919 e in ottimo o buono stato di conservazione/totale di edifici costruiti anteriormente al Il mantenimento di una quota elevata di edifici storici abitati e ben conservati è indice indiretto di quanto la governance locale e l iniziativa privata, in funzione dell apprezzamento per la continuità architettonica, spaziale e visiva del paesaggio urbano costruito, destinano risorse a preservarne la rilevanza quanti-qualitativa. Un luogo che mantiene il più possibile intatto il suo portato storico-culturale e attrae al contempo la permanenza di popolazione residente, rafforza il senso di appartenenza e il riconoscimento dei cittadini, incrementando il senso civico e l attenzione individuale alla salvaguardia. Contribuisce inoltre ad innescare virtuosi meccanismi attrattivi di flussi turistici che alimentano il complessivo benessere economico. 11. Persone non soddisfatte della qualità del paesaggio del luogo di vita: Quota di popolazione regionale che dichiara che il paesaggio del luogo in cui vive è affetto da evidente degrado. 12. Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche: Quota di popolazione che dichiara tra i problemi ambientali per i quali esprime maggiore preoccupazione la rovina del paesaggio causata dall eccessiva costruzione di edifici. Gli ultimi due indicatori proposti misurano la percezione dei cittadini in merito al degrado paesaggistico dei luoghi di vita. Nel primo caso possono avere un ruolo, oltre all oggettiva valenza/pregio o degrado di un luogo, anche le proiezioni soggettive di valori affettivi e simbolici che legano ciascuno al proprio luogo di vita. Il secondo indicatore consente in particolare di indagare, tra le differenti problematiche connesse alla qualità dell ambiente e dei territori, il peso nella percezione delle persone attribuibile alla specifica preoccupazione (e conseguentemente sensazioni di benessere/malessere) verso forme di edificazione incontrollata e invasiva. Come sopra descritto tra gli indicatori trasversali per il dominio oggetto di analisi, l indicatore diviene anche una misura indiretta sia dell orientamento/disaffezione dei cittadini verso la tutela di beni comuni sia del conseguente consolidamento/disgregazione del senso di appartenenza identitario ai luoghi di vita. Entrambi gli indicatori sono derivabili da quesiti proposti attualmente in forma sperimentale nell indagine Istat Aspetti della vita quotidiana, 99

104 migliorabili nella formulazione e maggiormente orientabili a cogliere gli aspetti della soddisfazione o preoccupazione legati allo stato paesaggistico dei luoghi di vita. 100

105 2.10 Ricerca e innovazione. 1. Concetti di base. La ricerca e l innovazione costituiscono una determinante indiretta del benessere e sono alla base del progresso sociale ed economico. Nell identificazione delle dimensioni di analisi e degli indicatori si sono privilegiati quelli che più si prestano a cogliere i fenomeni della ricerca, dell innovazione e delle capacità professionali di alto livello in rapporto agli obiettivi del BES delineati negli altri domini. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Tra gli indicatori che si ritengono più importanti e rappresentativi per la valutazione della ricerca e l innovazione sono stati selezionati quelli che, nel loro insieme, sono in grado di fornire una misurazione dei processi di creazione, applicazione e diffusione della conoscenza. Al fine di ottenere un quadro informativo organico su questi aspetti, gli indicatori di ricerca e innovazione sono stati raggruppati in due macro categorie che fanno riferimento a due distinte dimensioni. 1. Creazione di conoscenza. 2. Applicazione e diffusione della conoscenza. 3. Indicatori prescelti. 1. Intensità di ricerca: Spesa per R&S/PIL * 100. Segnala la volontà del paese nell investire le proprie risorse in nuove conoscenze. Si assume che la R&S sia un prerequisito per un generale avanzamento culturale, civile, economico di un paese a cui è legato il benessere morale e civile e quindi economico. 2. Propensione alla brevettazione: Numero totale di domande di brevetto presentate all Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) per milione di abitanti (complementarmente, / Pil in mln ). I brevetti sono il tipico output dell innovatività delle imprese che ricorrono al diritto di proprietà intellettuale per assicurarsi un adeguato ritorno sugli investimenti in R&S. È tradizionalmente impiegato per misurare la capacità tecnologica di un paese (o di un settore economico). Il canale EPO 101

106 consente di ottenere un brevetto valido in tutta l Ue con un unico deposito: ciò rappresenta un indicatore indiretto del maggior valore economico attribuito dai richiedenti rispetto ai brevetti presentati presso gli Uffici nazionali e, al tempo stesso, consente di superare lo home bias caratteristico delle statistiche brevettuali. 3. Incidenza dei lavoratori della conoscenza sull occupazione: Occupati con istruzione universitaria (ISCED 5-6) in professioni Scientifico- Tecnologiche (ISCO 2-3) / Totale occupati * 100. Misura dell effetto dell innovazione sulla struttura e la composizione dell occupazione (skill biased technical change) e del contributo economico del lavoro cognitivo. In termini sistemici, l indicatore è correlato con il benessere economico. Dal punto di vista individuale, il lavoro cognitivo è meno usurante e, in generale, caratterizzato da una migliore qualità. È potenzialmente uno strumento di realizzazione personale e, in quanto tale, con effetti positivi sul benessere individuale 4. Tasso di innovazione tecnologica del sistema produttivo: Imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e processo), organizzative e di marketing nel triennio di riferimento / Totale delle imprese con almeno 10 addetti * 100. Misura la propensione all innovazione delle imprese. L indicatore permette di valutare e confrontare il posizionamento relativo in termini di capacità innovativa di un economia nazionale (o regionale). 5. Tasso di innovazione di prodotto/servizio del sistema produttivo nazionale: Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto-servizio nell arco di un triennio / Totale delle imprese con almeno 10 addetti* 100. La definizione di Innovazione di prodotto è quella del Manuale di Oslo 3 edizione. Misura la capacità del sistema produttivo di rispondere all evoluzione della domanda e di creare nuova occupazione. 6. Specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza: Occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza / Totale occupati * 100. Misura il peso che le attività basate e guidate dalla conoscenza assumono in termini di occupazione nelle economie avanzate. 102

107 7. Intensità d uso di internet: Persone di anni che hanno usato internet almeno una volta a settimana nei 12 mesi precedenti l intervista / Persone di anni * 100. Riflette l importanza della componente digitale nei processi di inclusione/esclusione sociale. Infatti, le ICT costituiscono un importante strumento per la circolazione delle informazioni e la costruzione di un patrimonio di conoscenze condiviso: quanto più l ICT condiziona le comunicazioni e le opportunità di partecipazione, tanto più l analfabetismo digitale è causa di marginalità sociale. L indicatore proposto riflette quindi il grado di inclusione digitale e il suo complemento è un indice di digital divide. 4. Indicatori allo studio. 1. Risorse umane ad alta qualificazione operanti all estero: Numero di laureati e dottori di ricerca (ISCED 5-6) operanti all estero / Forza lavoro in possesso di istruzione universitaria * 100. L indicatore allo studio illustra, piuttosto che un aspetto del benessere, un aspetto del malessere: in questo periodo storico molti giovani qualificati non trovano una adeguata occupazione in Italia e sono costretti ad emigrare. Al tempo stesso la permanenza all estero ha altre motivazioni e, nel medio-lungo periodo, può rappresentare un investimento in esperienza che può tornare in patria. 103

108 2.11 Qualità dei servizi. 1. Concetti di base. Il legame tra disponibilità di servizi e benessere dei cittadini si fonda su un approccio interpretativo in cui gli investimenti pubblici di qualità migliorano le condizioni generali di contesto in cui vivono e operano i cittadini e le loro articolazioni sociali ed economiche. La scelta dei servizi da prendere a riferimento dipende da due distinti ordini di considerazioni, relativi a cosa qualifichi come essenziale un servizio nello specifico contesto di una politica, e a quali requisiti debbano essere soddisfatti affinché la fissazione di obiettivi sia fattibile. L individuazione dei servizi e della qualità delle prestazioni dipende dal diverso grado di sviluppo, che fa aumentare il livello e le tipologie di servizi percepiti come essenziali. Ad esempio con il crescere del grado di sviluppo, le prestazioni sanitarie considerate minime si estendono a una gamma crescente di trattamenti. Sono rilevanti gli aspetti distributivi (equità), cioè la connessione tra livello individuale del reddito e disponibilità di servizi: l inadeguata disponibilità di servizi colpisce particolarmente chi non ha condizioni di reddito sufficienti per ricorrere ad alternative, mentre la non disponibilità di servizi 104

109 di base costituisce essa stessa un fattore di povertà e di esclusione. In quest ottica la povertà è intesa come privazione di opportunità e dotazioni essenziali cui ogni individuo ha diritto (nutrimento, educazione di base, accesso a servizi sanitari, servizi idrici, possibilità di partecipazione alla vita sociale e politica, possibilità di lavoro ). Questo implica che servizi inadeguati aggravano direttamente le condizioni di marginalità e di esclusione, e che dunque un intervento deciso sul miglioramento di diffusione e qualità dei servizi contribuisce direttamente alla riduzione dell esclusione sociale e della povertà. 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Sulla base dei lavori per la valutazione della qualità effettiva dei servizi pubblici condotta recentemente dal Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP, 2010), la Commissione Indipendente per la Valutazione e la Trasparenza delle amministrazioni pubbliche (CIVIT) ha individuato le dimensioni rilevanti per la misurazione della qualità effettiva dei servizi pubblici. L analisi della qualità effettiva di un servizio indica in che modo e in che misura un organizzazione eroga servizi di qualità, che danno cioè una risposta pronta, coerente ed esauriente alle richieste potenziali degli utenti e minimizza il disturbo, il numero dei passaggi necessari, i disagi o gli imprevisti provocati da disservizi. Essa non comprende la qualità dei processi di erogazione, che riguardano piuttosto aspetti di efficienza, e che ricadono solo indirettamente sul cittadino, né la percezione soggettiva degli utenti. La Commissione identifica quattro dimensioni essenziali: accessibilità, tempestività, trasparenza ed efficacia. In questa sede le dimensioni della trasparenza e della tempestività (per le quali, peraltro, l informazione statistica è estremamente scarsa) sono considerate come elementi di accessibilità o efficacia, che si è quindi deciso di considerare come dimensioni centrali della qualità. Quando ritenuti rilevanti, sono stati considerati come elementi di accessibilità anche aspetti più propriamente di dotazione infrastrutturale, i quali rappresentano nella maggior parte dei casi solo un pre-requisito per il raggiungimento di uno standard elevato nell erogazione dei servizi, che, in condizioni di scarsità, si manifesta come mancanza di accessibilità. Inoltre, sempre sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato di indirizzo Cnel-Istat, della disponibilità di dati e per parsimonia di indicatori, il gruppo tematico propone di strutturare l analisi attraverso tre macroaree di 105

110 servizi: Servizi sociali (sanità e assistenza sociale), Public utilities (Energia, acqua e rifiuti) e Mobilità. Pertanto è possibile analizzare ognuna delle tre macro-aree di servizi attraverso le quattro dimensioni della dotazione, accessibilità, efficacia e soddisfazione. 3. Indicatori prescelti. 1. Indice di accessibilità agli ospedali provvisti di pronto soccorso: Percentuale di popolazione che risiede a più di X minuti1 da un ospedale con pronto soccorso. La dislocazione adeguata sul territorio dei punti di pronto soccorso, e quindi la loro accessibilità, è una condizione necessaria per l efficacia degli interventi di emergenza sanitaria, in particolare è importante valutare il tempo necessario per raggiungere un servizio di pronto soccorso in caso di emergenza. L indicatore misura quanta parte della popolazione regionale vive ad una distanza tale da impiegare oltre X minuti per raggiungere il pronto soccorso più vicino utilizzando la rete stradale. 2. Posti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari: Posti letto nelle strutture residenziali socio assistenziali e socio sanitarie per abitanti La disponibilità di posti letto in queste strutture risponde alle esigenze legate al progressivo invecchiamento della popolazione. Tale indicatore costituisce una proxy dell accessibilità degli anziani a queste strutture necessaria per soddisfare bisogni di carattere sanitario e sociale. 3. Liste d attesa: Persone che hanno rinunciato a visita specialistica o trattamento terapeutico (non odontoiatrico) per la lunghezza delle liste d attesa. La lunghezza delle liste d attesa spinge in molti casi il cittadino a rinunciare a sottoporsi a visite o trattamenti e quando possibile a rivolgersi a strutture private. Tale indicatore rappresenta direttamente il disagio provocato dai tempi di attesa e indirettamente è una proxy della lunghezza stessa delle liste d attesa che si suppone che quanto più si allunghino tanto più producano rinunce da parte degli utenti. 106

111 4. Percentuale di popolazione regionale servita da gas metano: Percentuale di popolazione che risiede in comuni serviti da gas metano in rapporto alla popolazione residente totale. L indicatore misura il grado di penetrazione territoriale della rete del gas, esprimendo tale grado in termini di popolazione servita. L accesso al gas metano rappresenta una forma di servizio ai cittadini e alle imprese che consente la diversificazione dell impiego di fonti energetiche per uso domestico o a supporto delle attività produttive, di facile impiego in termini di capillari infrastrutture di distribuzione, idoneo a garantire risparmio economico in termini di economie di scala nella fornitura e benefici ambientali in termini di emissioni inquinanti rilasciate nell ambiente rispetto a quelle prodotte dall impiego di altre fonti fossili. In considerazione di tali fattori è stato oggetto di politiche di incentivo statale dedicate, volte a favorirne la diffusione dell utilizzo, particolarmente nelle regioni in deficit di sviluppo. 5. Raccolta differenziata dei rifiuti urbani: Percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani. La percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata descrive la possibilità del cittadino di accedere al servizio ma anche l attivazione di una buona pratica da parte degli Enti gestori dei rifiuti urbani. In questo contesto l indicatore è utilizzato anche come proxy della generale qualità del servizio di raccolta dei rifiuti e della capacità di raggiungere il maggior numero di cittadini. La crescita della quota di rifiuti raccolti in forma differenziata (posta come obiettivo dalla normativa europea in materia di rifiuti e come tale recepita anche con la determinazione di livelli obiettivo nelle leggi nazionali) è il necessario presupposto all abbattimento delle quantità di rifiuti conferiti in discarica. Ha quindi delle rilevanti ricadute positive sulla complessiva qualità dell ambiente e indirettamente sulla salute e qualità della vita dei cittadini. 6. Indice sintetico di accessibilità ad alcuni servizi: Percentuale di famiglie che dichiarano molta difficoltà a raggiungere alcuni servizi essenziali (farmacie, pronto soccorso, ufficio Postale, polizia, carabinieri, uffici comunali, asilo nido, scuola materna, scuola elementare, scuola media inferiore, negozi di generi alimentari, mercati, supermercati). L indice sintetizza il grado di soddisfazione dei cittadini rispetto ad un folto gruppo di servizi diversi ma di grande rilevanza; è una misura della 107

112 capillarità di diffusione dei servizi ai cittadini sul territorio. Il dato è disaggregabile per ciascuno dei servizi considerati nella produzione dell indice e quindi utilmente impiegabile per poter osservare quali aspetti registrino le maggiori criticità. 7. Densità delle reti urbane di TPL: Km di reti urbane di trasporto pubblico nei comuni capoluogo di provincia per 100 km2 di superficie comunale. Il trasporto pubblico locale ha valore per il benessere dei cittadini sotto molteplici aspetti: una rete capillare ed efficiente riduce il congestionamento delle città e il relativo aumento dei tempi di spostamento da parte dei cittadini; contiene i costi economici degli spostamenti; garantisce una migliore qualità dell aria grazie all impiego di un numero inferiore di veicoli (a parità di passeggeri trasportati) e alla diffusione di modalità di trasporto su rotaia, alternative a quello tradizionale su gomma. 8. Indice di accessibilità alle reti di trasporto: Percentuale di popolazione che risiede a più di X minuti da una stazione ferroviaria principale. L accessibilità agli snodi principali del sistema ferroviario garantisce ai cittadini una maggiore facilità di spostamento nel paese, a supporto tanto degli spostamenti occasionali quanto di quelli sistematici come il pendolarismo tra comuni diversi per motivi di lavoro o studio. Sono considerate solo le stazioni ferroviarie principali, cioè quelle definite dalla Rete Ferroviaria Italiana come a) Platinum - una classe che include 15 grandi impianti tra i quali rientrano le stazioni caratterizzate da una frequentazione superiore ai viaggiatori medi/giorno ed un alto numero di treni medi/giorno con elevata incidenza di treni di qualità. Le città sede di questi impianti, rivestono un importanza dal punto di vista turistico, culturale, istituzionale ed architettonico; presentano, inoltre, un elevata potenzialità commerciale; b) Gold una classe che include 103 impianti medio-grandi che presentano una frequentazione abbastanza alta, con una offerta trasportistica significativa sia locale che di qualità. Le località servite da questi impianti rivestono un certo interesse sotto l aspetto turistico, culturale, istituzionale ed architettonico. Commercialmente sono realtà con una buona potenzialità. 9. Presa in carico dell'utenza per i servizi per l'infanzia: Percentuale di bambini tra zero e fino al compimento dei 3 anni che ha usufruito dei servizi per l'infanzia (asilo nido, micronidi, o servizi integrativi e innovativi). 108

113 La quota di bambini che fruisce dei servizi per la prima infanzia è un indicatore utile per misurare l attuazione delle politiche volte alla conciliazione degli impegni casa-lavoro e a favorire l occupazione femminile. A questo sevizio è attribuito, inoltre, un ruolo chiave all interno della politica regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadro strategico nazionale (Qsn) 10. Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata: Percentuale di anziani trattati in Assistenza domiciliare integrata (Adi) rispetto al totale della popolazione anziana (65 anni e oltre). L assistenza domiciliare integrata rappresenta un servizio di fondamentale importanza per gli anziani non autosufficienti e di sollievo dei carichi di cura per i familiari. L indicatore misura l efficacia dell azione del sistema nel fornire assistenza medica, infermieristica e riabilitativa, finalizzata a migliorare, mantenere o recuperare lo stato di salute e il livello di indipendenza degli anziani in condizione di bisogno. 11. Indice di sovraffollamento degli istituti di pena: Numero di detenuti presenti in istituti di detenzione/posti disponibili definiti dalla capienza regolamentare * 100. L indicatore permette di avere una visione sintetica della qualità della vita dei detenuti. 12. Irregolarità nella distribuzione dell acqua: Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua. L irregolarità della distribuzione dell acqua comporta disagi consistenti per i cittadini dato l uso quotidiano e diversificato della risorsa idrica. Trattandosi di un servizio di prima necessità la sua irregolare erogazione ha quindi impatti significativi e diretti sulla qualità della vita delle famiglie. 13. Conferimento dei rifiuti urbani in discarica: Percentuale di rifiuti urbani conferiti in discarica sul totale dei rifiuti urbani raccolti. La minimizzazione della quantità di rifiuti conferiti in discarica rappresenta uno dei principali obiettivi delle politiche di gestione dei rifiuti urbani. Rappresenta il risultato congiunto delle azioni che le amministrazioni pongono in essere per assicurare la più elevata eco-compatibilità della gestione del ciclo dei rifiuti sia in termini di riduzione dei rifiuti prodotti, sia dell incentivo ai processi di riuso e riciclo, sia dell effettivo 109

114 smaltimento virtuoso dei rifiuti. L indicatore è quindi idoneo a descrivere l efficacia della fornitura del servizio. 14. Irregolarità del servizio elettrico: Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe (interruzioni senza preavviso e superiori ai 3 minuti) del servizio elettrico (numero medio per utente). Le interruzioni nell erogazione dell energia elettrica creano disagi importanti tanto per le attività domestiche come per le attività economiche. Inoltre l irregolarità del servizio potrebbe, in situazioni estreme, creare un danno alla salute dei cittadini (nei casi ad esempio in cui si usano apparecchiature elettromedicali). 15. Tempo dedicato alla mobilità: Minuti dedicati alla mobilità in un giorno feriale medio. Diversi studi dimostrano come il tempo trascorso negli spostamenti abbia effetti negativi sul benessere e la qualità della vita. L aumento del tempo dedicato alla mobilità riduce necessariamente il tempo dedicato ad altre attività, in primo luogo al tempo libero. 110

115 2.12 Politica e istituzioni. 1. Concetti di base. Nell ambito del dominio Politica e istituzioni i temi della partecipazione politica e della fiducia nelle istituzioni sono stati considerati all interno di un quadro analitico, organico e sistematico. Il dominio si basa sulla considerazione che la fiducia espressa dai cittadini nei confronti delle istituzioni, nonché la partecipazione civica e politica degli stessi, favoriscano la cooperazione e coesione sociale consentendo al tempo stesso una maggiore efficienza delle politiche pubbliche e un costo minore delle transazioni. Questa operazione ha condotto ad avviare una riflessione sui fabbisogni informativi relativi ad aspetti e problemi fiducia, partecipazione, equità e coesione sociale, etc. la cui importanza è stata ulteriormente evidenziata dalla crisi economica in corso. 111

116 2. Dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio. Dal punto di vista operativo da un lato, è stato individuato un set di indicatori in grado di fornire una prima misura delle componenti del capitale sociale relative alla sfera politica e istituzionale, basata sui dati attualmente reperibili nelle rilevazioni statistiche ufficiali (con un deficit di informazioni per quanto riguarda il rispetto delle regole); dall altro, nel tentativo di ovviare almeno in parte all insufficienza delle informazioni statistiche disponibili, sono state avanzate a latere proposte e raccomandazioni per il disegno di una indagine specifica sul tema della cultura civica. Gli indicatori proposti in questo dominio fanno riferimento alla sfera istituzionale dello Stato quale driver del benessere di individui, famiglie e gruppi sociali nei singoli contesti locali e nazionali. Le dimensioni considerate per rappresentare il dominio sono: 1. Partecipazione civica e politica; 2. Fiducia nelle istituzioni e coesione sociale; 3. Norme e valori condivisi. La dimensione è considerata rilevante, ma non è stato possibile individuare un set esaustivo di indicatori statistici di qualità. In particolare sarebbe fondamentale disporre di misure oggettive e soggettive sulla corruzione. Una delle dimensioni del benessere, trasversale ai diversi domini, è quella dell equità. In diversi ambiti sono state introdotte adeguate covariate per una lettura degli indicatori da questa prospettiva, con particolare riferimento al genere e all età. Nel dominio politica e istituzioni è apparso, tuttavia, di particolare rilievo dare specifica rilevanza all equità rispetto al genere e all età attraverso specifici indicatori. 3. Indicatori prescelti. 1. Partecipazione elettorale: Quota di persone che hanno votato alle ultime elezioni del Parlamento Europeo sul totale degli aventi diritto. L indicatore del voter turnout, nonostante si mettano in luce limiti per l utilizzo nel caso del nostro Paese, è senz altro un indicatore molto utilizzato a livello internazionale (anche dall OCSE). 112

117 2. Partecipazione civica e politica: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Quota di persone di 14 anni e più che parlano di politica almeno una volta a settimana; Quota di persone di 14 anni e più che si informa dei fatti della politica italiana almeno una volta a settimana; Quota di persone di 14 anni e più che hanno partecipato online a consultazioni o votazioni su problemi sociali (civici) o politici (es. pianificazione urbana, firmare una petizione) negli ultimi 3 mesi; Quota di persone di 14 anni e più che hanno letto e postato opinioni su problemi sociali o politici sul web negli ultimi 3 mesi. Gli indicatori proposti consentono di registrare la partecipazione politica sia passiva sia attiva, in quest ultimo caso rilevata attraverso quesiti introdotti solo di recente relativi a nuove forme di partecipazione connesse al sempre più ampio utilizzo di internet. Lo scopo che ci si propone con questi indicatori è disporre di una misura che consente di cogliere il livello di partecipazione civile e politica di individui di diverse età. 3. Fiducia nel Parlamento italiano: Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nel Parlamento italiano / persone di 14 anni e più * 100. L indicatore esprime il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti del Parlamento italiano. 4. Fiducia nel sistema giudiziario: Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nel sistema giudiziario / persone di 14 anni e più * 100. L indicatore esprime il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti del sistema giudiziario. 5. Fiducia nei partiti: Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nei partiti / persone di 14 anni e più * 100. L indicatore esprime il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti dei partiti. 6. Fiducia nelle istituzioni locali: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nel governo regionale; Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nel governo provinciale; Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nel governo comunale. L indicatore esprime il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti delle principali istituzioni a livello locale. 113

118 7. Fiducia in altri tipi di istituzioni: Basato sull aggregazione dei seguenti indicatori di base: Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nelle forze dell'ordine; Persone di 14 anni e più che esprimono fiducia nei vigili del fuoco. L indicatore esprime il grado di fiducia che i cittadini hanno nei confronti di due servizi che tutelano l ordine sociale e la sicurezza dei cittadini sul territorio. 8. Donne e rappresentanza politica in Parlamento: Quota di donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati. L indicatore, che misura la percentuale di donne presenti nel Senato della Repubblica e nella Camera dei Deputati, costituisce un primo importante indicatore di equità nella rappresentanza. 9. Donne e rappresentanza politica a livello locale: Quota di donne elette nei Consigli Regionali. L indicatore, che misura la percentuale di donne elette nei Consigli Regionali, costituisce un ulteriore indicatore di equità nella rappresentanza. 10. Donne negli organi decisionali: Incidenza delle donne in posizione apicale nei seguenti organi decisionali: Corte costituzionale; Consiglio Superiore della Magistratura; Autorità di garanzia e regolazione (Antitrust, Autorità Comunicazioni, Autorità Privacy), Consob; Ambasciatrici. L indicatore esprime la capacità di una società di valorizzare le competenze femminili. 11. Donne nei consigli d amministrazione delle società quotate in borsa: Incidenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa. Recenti documenti della Commissione Europea hanno messo in luce l importanza dell empowerment femminile anche in ambito economico (European Commission, 2010). 12. Età mediana dei parlamentari italiani: Età mediana dei parlamentari al Senato e alla Camera. La misura fornisce indicazioni sull età dei rappresentanti parlamentari. Si è pensato di inserire un indicatore che fornisse una misura di ricambio generazionale nella rappresentanza politica italiana. 114

119 13. Lunghezza dei procedimenti civili di cognizione ordinaria di primo e secondo grado: Differenza tra la data di iscrizione e la data di chiusura del procedimento / numero di procedimenti conclusi nell anno di riferimento. L indicatore costituisce una misura indiretta dell efficienza del sistema giustizia. 115

120 Allegato 1 ACCORDO DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE tra IL CONSIGLIO NAZIONALE ECONOMIA E LAVORO (CNEL) e L ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA (ISTAT) ROMA, 20 APRILE

121 Il CONSIGLIO NAZIONALE DELL ECONOMIA E DEL LAVORO, di seguito denominato CNEL, con sede in Roma, Viale David Lubin n.2, nella persona del Presidente, Prof. Antonio Marzano, e l ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, di seguito denominato ISTAT, con sede in Roma, Via Cesare Balbo, n. 16, nella persona del Presidente, Prof. Enrico Giovannini, VISTI l articolo 99 della Costituzione della Repubblica Italiana e la legge 30 dicembre 1986, n. 936, recante norme sul Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro, alla luce delle attribuzioni disciplinate dall anzidetta legge; VISTI il decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, recante norme sul Sistema statistico nazionale e sulla riorganizzazione dell Istituto nazionale di statistica, e il D.P.R. 7 settembre 2010 n. 166, di emanazione del regolamento recante il riordino dell'istituto nazionale di statistica CONSIDERATO che fra gli obiettivi programmatici individuati dall Assemblea del CNEL per il quinquennio sono richiamati i temi della competitività, della coesione sociale e dello sviluppo; CONSIDERATO che fra gli obiettivi strategici individuati dall ISTAT vi è quello di servire la comunità con statistiche economiche, sociali ed ambientali di alta qualità ed affidabilità; TENUTO CONTO che il CNEL svolge rilevanti funzioni consultive nei confronti del Governo e del Parlamento che contribuiscono al miglioramento delle politiche pubbliche ed è foro di confronto e di stimolo di temi economico-sociali sviluppati con il contributo delle associazioni di categoria e delle parti sociali rappresentate; RILEVATO che l ISTAT, ai sensi del decreto legislativo n. 322/1989 e del D.P.R. n. 166/2010, produce e diffonde l informazione statistica ufficiale, secondo requisiti europei di affidabilità, imparzialità, trasparenza, 117

122 accessibilità e pertinenza, capaci di descrivere le condizioni sociali, economiche, demografiche e ambientali del Paese e i cambiamenti che avvengono in esso; RAVVISATA l opportunità di attivare forme di collaborazione reciproca al fine di accrescere l efficacia delle rispettive attività, concordano di collaborare e realizzare in modo congiunto le seguenti attività ARTICOLO 1 (Oggetto e finalità) 1. Il presente Accordo è finalizzato a realizzare un rapporto di collaborazione tra le Parti firmatarie per sviluppare una definizione condivisa del progresso della società italiana, esplicitando gli ambiti economici, sociali ed ambientali di maggior rilievo (salute, lavoro, benessere materiale, inquinamento, ecc.) per il benessere dei cittadini, selezionando e diffondendo un set di indicatori di elevata qualità statistica rappresentativi dei diversi domini. Tale insieme di indicatori dovrà essere limitato in termini numerici, così da favorire la sua comprensione anche ai non esperti. Inoltre, si intende comunicare ai cittadini il risultato di questo processo, attraverso la diffusione il più capillare possibile dell andamento, nel tempo e nello spazio, degli indicatori selezionati. 2. Per le finalità di cui al presente articolo le Parti realizzeranno il Progetto descritto nell allegato A, che costituisce parte integrante del Protocollo, secondo il programma di lavoro in esso definito. 3. L iniziativa verrà presentata all opinione pubblica in un apposito evento congiunto aperto alla stampa in occasione del quale verranno illustrate le caratteristiche del Progetto, la composizione del Comitato di indirizzo e del Gruppo di supporto. I risultati dell iniziativa verranno presentati al Parlamento e al Governo. 118

123 ARTICOLO 2 (Comitato di indirizzo) 1. Al fine di perseguire gli obiettivi richiamati nell articolo 1 viene istituito un Comitato di indirizzo, riportato nell allegato B, composto da membri designati dal CNEL e dall ISTAT, oltre che da rappresentanze della società civile, nominate da associazioni ed istituzioni individuate secondo criteri definiti dalle parti 2. Il Comitato sarà diretto da due Coordinatori uno in rappresentanza dell Istat e uno in rappresentanza del CNEL. ARTICOLO 3 (Gruppo di supporto e Commissione scientifica) 1. Al fine di garantire il coordinamento tra il CNEL e l ISTAT, di sostenere l attività del Comitato di indirizzo e di facilitare l integrazione tra il medesimo Comitato e gli organi del CNEL, è istituito un Gruppo di supporto, la cui composizione è definita nel citato allegato B. 2. Al fine di sostenere il lavoro del Comitato di indirizzo, l ISTAT costituirà una Commissione Scientifica che avrà il compito di svolgere il lavoro preparatorio per lo sviluppo degli indicatori statistici più appropriati per misurare il progresso della società italiana, anche alla luce delle raccomandazioni internazionali. ARTICOLO 4 (Durata e modifiche dell Accordo ) 1. Il presente Accordo di Collaborazione entra in vigore il giorno successivo alla data della sua sottoscrizione, ha durata di 18 mesi, si intende tacitamente rinnovato salvo diverso avviso delle parti contraenti che possono integrarlo e modificarlo di comune accordo, anche per tener conto di nuove disposizioni normative o ulteriori aspetti che potranno emergere nel corso della collaborazione, nonché dell esigenza di precisare strumenti e modalità della collaborazione stessa. 119

124 2. Le eventuali integrazioni e modifiche di cui al comma 1 saranno oggetto di appositi atti, adottati con le stesse modalità del presente Accordo. Allegati: A)Progetto dell Iniziativa Interistituzionale B) Elenco dei Componenti del Comitato di Indirizzo e del Gruppo di Supporto. Roma, 20 aprile 2011 IL PRESIDENTE DELL ISTAT IL PRESIDENTE CNEL 120

125 PROGETTO Allegato A Definizione Comitato di Indirizzo Iniziativa interistituzionale Cnel Istat Gli indicatori di progresso e benessere La procedura di avvio dell Iniziativa interistituzionale avviene attraverso la firma di un accordo di collaborazione da parte dei Presidenti del CNEL e dell ISTAT. I Presidenti del CNEL e dell ISTAT costituiscono il Comitato di Indirizzo. I componenti del Comitato direttamente indicati dai due Presidenti sono dieci. Di questi nove sono nominati dal CNEL e uno dall ISTAT. Inoltre vengono nominati otto membri designati dalle Rappresentanze della società civile, concordate dalle due Presidenze secondo i criteri definiti nell allegato, oltre che un rappresentante dell OCSE. A tali membri si aggiungono due Coordinatori nominati rispettivamente dal Presidente del CNEL e dal Presidente dell ISTAT e un Gruppo di supporto composto da tre componenti. Quindi, riassumendo, il Comitato di Indirizzo è composto da Membri in rappresentanza di: CNEL 10 ISTAT 2 Rappresentanze della società civile 8 OCSE 1 Il Comitato di Indirizzo può chiamare a cooperare tutte le principali Istituzioni pubbliche, nonché, secondo le effettive esigenze evidenziate, altre strutture di ricerca specializzate. 121

126 L iniziativa sarà presentata all opinione pubblica con una iniziativa aperta alla stampa, in occasione della quale verrà illustrato il progetto e presentato il Comitato di Indirizzo. Successivamente, i risultati dell iniziativa verranno presentati al Parlamento e al Governo. Programma di Lavoro 1. Prima Fase (4 5 mesi) 1. Verranno promossi online un Forum e una Consultazione pubblica per raccogliere i contributi sugli indicatori di progresso e benessere 2. Il Comitato di Indirizzo definisce i domini, ovvero le macrodimensioni del benessere, i grandi temi fondamentali da porre sotto osservazione 3. L ISTAT insedia una propria Commissione Scientifica che svolga il lavoro preparatorio per la seconda fase di definizione degli indicatori 4. La proposta del Comitato viene vagliata dal CNEL (passaggio nelle Commissioni, con la Commissione di Politica Economica che ha il ruolo di coordinamento) 5. Eventuale ritorno al Comitato di Indirizzo 6. La proposta definitiva del Comitato viene approvata dalla Commissione di Politica Economica e dall Assemblea 2. Seconda Fase (6 7 mesi) 1. L ISTAT propone al Comitato di Indirizzo quali indicatori adottare per i diversi domini 2. Il Comitato di Indirizzo approva una prima proposta da sottoporre a consultazione pubblica 3. La seconda proposta del Comitato viene vagliata dal CNEL (passaggio nelle Commissioni, con la Commissione di Politica Economica che ha il ruolo di coordinamento) 4. Eventuale ritorno al Comitato di Indirizzo 5. La proposta definitiva del Comitato viene approvata dalla Commissione di Politica Economica e dall Assemblea 122

127 3. Terza Fase (6 mesi) 1. Predisposizione Rapporto CNEL ISTAT sugli indicatori di benessere e progresso 2. Il Rapporto viene reso disponibile attraverso diversi strumenti comunicativi, definendo una strategia di ampia informazione e sensibilizzazione (anche Pubblicità Progresso) 3. Il Comitato di Indirizzo avvia una verifica sul sistema degli indicatori 123

128 Allegato 2 Prime riflessioni sulla misurazione del benessere e i compiti del Comitato di Indirizzo Linda Laura Sabbadini Maria Teresa Salvemini Introduzione What we measure affects what we do. Stiglitz-Sen-Fitoussi Commission Sulla scia di numerosi altri paesi, anche l Italia è chiamata a rispondere all esigenza di individuare una misura condivisa nazionale del benessere che diventi un riferimento per il dibattito pubblico e che serva a meglio indirizzare le politiche economiche, sociali e ambientali. Diverse ragioni contribuiscono a rendere tale obiettivo estremamente ambizioso se si vuole andare oltre il mero esercizio accademico. Identificare le dimensioni rilevanti che afferiscono al benessere (e gli indicatori utili a rappresentarle efficacemente) non è un esercizio scontato e implica un certo grado di soggettività. Per raggiungere una misura condivisa a livello nazionale è quindi essenziale affrontare un confronto e un dialogo tra i diversi attori rispetto ad un idea di benessere che sia accettata da tutti. Si tratta di rispondere alla domanda su cosa sia il benessere e quale siano gli elementi per il progresso del nostro paese. Del resto solo uno strumento frutto di un processo deliberativo ampio può ottenere quella legittimità che garantisca un riconoscimento da parte della politica e della società civile diventando uno strumento al loro servizio. Il Comitato d Indirizzo è il luogo fondamentale in cui si svolgerà tale processo, con il sostegno della Commissione Scientifica istituita presso 124

129 l Istat per quanto riguarda le questioni tecniche e con l attivazione di forme di consultazione della cittadinanza (tra queste il quesito ad hoc nell indagine multiscopo). Il presente documento delinea alcune delle questioni più rilevanti che il Comitato d Indirizzo dovrà affrontare e rispetto alle quali dovrà fornire delle risposte. Le dimensioni del benessere Diversi studi sono stati pubblicati sulla misurazione del benessere ed è ormai convinzione unanime che il benessere sia un concetto multidimensionale che non può essere misurato concentrandosi esclusivamente sul sistema economico di un paese trascurando gli aspetti sociali e ambientali. Ricercatori universitari, statistici ufficiali e organizzazioni internazionali che hanno proposto misure alternative, concordano sul fatto che per poter misurare il benessere è necessario, in primo luogo, giungere ad un accordo su quali siano le dimensioni rilevanti da prendere in considerazione. Questo documento propone alcuni elementi di discussione partendo dai domini identificati dalla Commissione sul Measurement of Economic Performance and Social Progress 55 (CMEPSP), la Commissione Europea 56 e il lavoro OCSE 57, di prossima pubblicazione, sugli indicatori di benessere. Un confronto più ampio potrebbe includere le scelte adottate da alcuni dei paesi che già hanno formalizzato una misura nazionale del benessere come il Canada 58 e l Australia 59. Come mostra lo schema 1, alcuni domini sono considerati cruciali per la misurazione del benessere da tutti e tre i rapporti. Per altri domini esistono, invece, delle differenze rilevanti sen fitoussi.fr/en/index.htm 56 gdp.eu/index.html 57 Il lavoro dal titolo How s life sarà pubblicato ad Ottobre

130 Schema 1 Domini per la misurazione del benessere I domini comuni sono: 1 Condizioni di vita materiali: contempla l analisi dei dati su reddito, consumo e ricchezza. Eurostat inserisce in questo dominio anche le condizioni abitative che sono, invece, considerate in un dominio a parte dall OECD e non sono contemplate dalla CMEPSP 2 Salute: rappresenta una delle dimensioni fondamentali della qualità della vita e contempla sia la salute fisica sia la salute mentale 3 Istruzione e competenze: contempla sia i dati sul livello di istruzione più alto conseguito sia quelli sulle competenze acquisite a scuola (indagine OCSE PISA) e durante l arco della vita (appena disponibili i dati dell indagine OCSE PIAAC 60 ) 4 Governance e diritti di base: dovrebbe misurare la capacità delle persone di partecipare attivamente alla vita politica della comunità e di esercitare i propri diritti. Si tratta di un dominio importante ma di difficile misura per il quale non sono disponibili molti dati di fonte ufficiale 60 Programme for the International Assessment of Adult Competencies 126

131 5 Ambiente: contempla le condizioni dell ecosistema. Eurostat in questo dominio considera anche le condizioni dell ambiente in cui si vive (rumore, sporcizia, inquinamento, ecc) Sui rimanenti domini esistono delle discrepanze più o meno rilevanti: 6 Nel dominio Relazioni sociali tutti e tre i rapporti sottolineano la necessità di analizzare la partecipazione sociale e i rapporti interpersonali. Eurostat contempla in questo dominio anche l analisi delle attività del tempo libero come le attività sportive e la partecipazione culturale che, invece, il rapporto CMEPSP contempla insieme al lavoro 7 Nel dominio sul lavoro OECD e Eurostat concordano a considerare non solo la disponibilità di lavoro e le retribuzioni ma anche gli aspetti di conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita 8 Una differenza molto più sostanziale emerge per gli aspetti legati all insicurezza. La CMEPSP prevede un dominio unico che contempla sia l insicurezza economica che quella personale. OECD e Eurostat inseriscono gli aspetti di insicurezza economica nell area sulle condizioni di vita materiali mentre, per l insicurezza personale, si concentrano su criminalità e vittimizzazione 9 Gli aspetti soggettivi di soddisfazione verso la vita sono considerati in modo molto diverso. La CMEPSP non prevede un dominio ma considera il benessere soggettivo come un approccio per misurare la qualità della vita. L OECD contempla un dominio benessere soggettivo in cui considera solo la soddisfazione per la propria vita e integra ciascuna soddisfazione per aspetti specifici della vita nel suo dominio di riferimento (es. la soddisfazione per il lavoro nel dominio lavoro e conciliazione tempi di vita). Eurostat, al contrario prevede un dominio soddisfazione verso la vita in cui inserisce sia la soddisfazione generale verso la propria vita sia la soddisfazione verso aspetti specifici Il Comitato è chiamato a discutere e decidere i seguenti punti: 127

132 1 Sulla base delle esperienze precedenti quali domini adottare per la misurazione del benessere in Italia. 2 Inserire la soddisfazione verso aspetti specifici della vita nei domini corrispondenti oppure definire un dominio unico in cui inserire tutti gli indicatori soggettivi di soddisfazione. 3 Valutare l opportunità di identificare un set di indicatori che tenga conto non solo dei domini ma anche di diversi soggetti sociali (giovani, donne, anziani, disabili ecc.). Si tratta di valutare se le dimensioni hanno lo stesso peso per tutti i soggetti sociali o se, per alcuni domini, aspetti particolari legati a soggetti sociali specifici siano di importanza primaria per il benessere del Paese. Ad esempio, la disoccupazione giovanile o l occupazione delle donne non sono casi particolari di fenomeni più generali ma rappresentano aspetti particolarmente importanti per il benessere della nazione. Quale strategia per gli indicatori da adottare? Come evidenziato dalla CMEPSP e poi dal rapporto franco-tedesco 61 presentato a fine 2010 il benessere umano è una dimensione troppo complessa per poter essere valutata con un solo indicatore. Tuttavia esistono esempi come quello canadese in cui nonostante tutto si è deciso di arrivare ad una misura unica del benessere. Qualunque analisi del benessere deve basarsi su un set di indicatori suddiviso in domini. Il problema principale che si pone in questo caso è quello di trovare il giusto equilibrio in modo che il set di indicatori sia ricco abbastanza per stimolare una fervida discussione ma non sia eccessivamente esteso. Il rapporto francotedesco esclude, inoltre, la possibilità di costruire un unica misura composita da usare per riassumere gli indicatori presenti nel set mentre lascia aperta la possibilità di riassumere con un indice composito gli indicatori di ciascun dominio. Le conclusioni del rapporto franco-tedesco riassumono bene i problemi principali che bisogna affrontare nella definizione di un set di indicatori per la misura del benessere. Questi problemi sono stati sollevati anche da Eurostat nell ambito della Task Force su Multidimensional Measures of 61 Il Consiglio dei Ministri franco tedesco ha deciso nel febbraio del 2010 di chiedere al Conseil d Analyse Économique (CAE) e al German Council of Economic Experts (GCEE) di preparare un rapporto che desse seguito alle conclusioni della CMEPSP e, in particolare, definisse degli indicatori per ciascun dominio identificato dalla CMEPSP 128

133 Quality of Life. Il comitato è chiamato ad esprimersi sui seguenti problemi: 1. Nella definizione degli indicatori stabilire, per ogni dominio, se considerare un numero ampio di indicatori per coprire tutti gli aspetti rilevanti o se ridurre il numero di indicatori identificando quelli più significativi. 2. Valutare l opportunità di provare a sperimentare indici compositi per domini o indice unico, anche sulla base delle raccomandazione della commissione scientifica insediata presso l Istat Quale livello territoriale? Un argomento che non viene affrontato da nessuno dei rapporti è il livello di disaggregazione territoriale degli indicatori. Per esigenze di confronto internazionale è sufficiente infatti avere degli indicatori a livello nazionale. Volendo analizzare il benessere in Italia un tale livello territoriale è insufficiente poiché non terrebbe conto delle diversità e specificità territoriali. Nella scelta del livello territoriale pesa, d altro canto, il fatto che aumentando il livello di dettaglio territoriale si riduce la disponibilità di indicatori: mentre la maggior parte delle informazioni sono disaggregabili per regione la disponibilità di indicatori provinciali risulta drasticamente limitata. Una soluzione potrebbe essere di adottare il livello regionale come livello territoriale di base identificando le esigenze informative più rilevanti per cui sarebbe necessaria una informazione più dettagliata. I confini del nostro mandato In sintesi non sembra inutile precisare brevemente quel che sta fuori, e non dentro, il nostro mandato. Non è compito nostro ripercorrere le motivazioni che hanno indotto grandi organizzazioni internazionali e grandi paesi a ritenere che la semplice misurazione della ricchezza materiale prodotta, il PIL, non è sufficiente a dare una compiuta rappresentazione del benessere di una società. Può solo dirsi che il tema è reso anche più importante ora che la crisi economica mondiale e i disordini politici che ne sono una delle conseguenze confermano la necessità di indagare su quel che veramente è 129

134 importante, e sul come evitare errori di gestione delle politiche economiche. Non è neanche nostro compito quello di discutere contenuti e metodi di raccolta di dati statistici relativi all immenso insieme di fenomeni economici e sociali che soddisfano oggi le esigenze di informazione delle nostre società. Ugualmente fuori del nostro mandato è l ipotesi di stabilire se sia necessario uno o pochissimi indicatori sintetici. Sulla validità di questi vi è stato un serio dibattito scientifico, e la conclusione porta a molta cautela. Molto importante, infine, ma anch esso fuori dai compiti del nostro Comitato, è stato lo sforzo della scienza economica per individuare il concetto di felicità, come contrapposto sia al reddito che al benessere. Questa ricerca non ha risolto il dubbio se la felicità possa essere un concetto utilizzabile oltre che a livello individuale anche a livello sociale. Il nostro compito parte da una considerazione: che il concetto di benessere si declina in forme diverse, a seconda del paese, della sua condizione economica e sociale, della fase storica in cui si trova, del contesto politico. In un paese africano, ad esempio, il benessere riguarderà esigenze primarie come la salute, la speranza di vita, o la disponibilità di cibo e di acqua anche per i più poveri. Questo significa che vi può essere una diversa sensibilità a fattori economici, sociali, ambientali. Che le priorità vanno individuate e definite, prima ancora di vedere come misurarle e di decidere gli opportuni indicatori statistici. Il nostro obiettivo non è quello di pervenire ad un elenco di indicatori il più lungo possibile, ma piuttosto quello di identificare alcune aree, o ambiti, di importanza fondamentale ai nostri scopi, e per ciascuna di queste procedere poi alla ricerca degli indicatori. Vi può essere una interazione, e forse qualche conflitto, tra questi ambiti, e tra i loro indicatori. Anche questo deve essere valutato, per pervenire a una proposta da tutti condivisa. Comunque l obiettivo sarà identificare le aree tematiche fondamentali con gli indicatori più significativi. Non siamo un gruppo di esperti anche se tra noi vi sono esperti di grande esperienza e di grande valore, sui quali facciamo molto conto. Dovremmo lavorare come un gruppo di ascolto, di ascolto della nostra società, sulla base della forte legittimazione che l essere, molti di noi, rappresentanti nel Cnel delle parti sociali ci conferisce, o del ruolo predominante che l Istat ha anche nel campo delle rilevazioni statistiche. 130

135 Nei paesi nei quali questa operazione di ascolto non è stata fatta le idee prodotte dagli esperti, seppure di grande livello, ne sono risultate indebolite. Nel nostro Paese la condivisione passerà attraverso sia la discussione all interno di questo Comitato, che attraverso la rilevazione che l Istat ha avviato nell ambito dell indagine Multiscopo sulle dimensioni ritenute importanti dai cittadini sul benessere, i cui risultati potremo analizzare insieme e ci aiuteranno ad affinare le nostre proposte. Gli aspetti più tecnico-metodologici saranno affrontati dalla commissione scientifica per la misurazione del benessere che verrà insediata presso l Istat e lavorerà in parallelo alla nostra. Lì si sperimenterà concretamente se è fattibile costruire indici sintetici per tutte le aree che definiremo, oppure se questi provocano eccessivi appiattimenti con la difficoltà di individuare andamenti adeguati. La composizione del Comitato di indirizzo. La scelta fatta dall Italia per pervenire alla individuazione degli indicatori di benessere è stata quella di riunire, in una sede istituzionale come il Cnel, dotata di specifiche qualità di rappresentanza di interessi, membri del Consiglio stesso con i rappresentanti designati da alcune significative organizzazioni della società civile. I gruppi sociali qui rappresentati possono esprimere le richieste fondamentali, nelle aree più sentite come rilevanti. A questi soggetti interessa identificare il benessere, nella sua composizione qualitativa, e quantitativa, e poter misurare anche la dinamica temporale di questo benessere. Il contributo che devono dare è aiutare a costruire una visione coerente, completa, chiara della qualità della nostra vita collettiva. A loro può essere affidato il compito di dire che cosa conta oggi, in Italia, che cosa deve essere misurato. Nel Comitato sono rappresentati, in senso lato, sia i lavoratori che i produttori; è presente il terzo settore, quello delle organizzazioni non profit; sono presenti consumatori e utenti. Per tutti questi è particolarmente importante la distribuzione del prodotto, ma anche la scelta tra consumo presente e consumo futuro. Dalla maldistribuzione del prodotto discendono alcuni indicatori che si potrebbero dire di malessere, tra i quali l estensione dell area di povertà. La Commissione Stiglitz ha dato molto spazio a queste tematiche, come caratterizzanti il concetto di benessere, ma ha anche fatto inviti a tener conto della complessità del problema. 131

136 Sono poi ben rappresentate le associazioni che hanno come obiettivo la difesa delle risorse ambientali e culturali, aspetto fondamentale di un duraturo benessere. Lo sforzo comune del Comitato è l identificazione delle aree nelle quali incardinare questa esigenza e una giusta composizione di eventuali antinomie. Sono pure rappresentate associazioni che rappresentano i problemi e gli interessi delle donne. Non è per avere una difesa di parte, ma nella convinzione che una giusta attenzione a questi possa contribuire a definire meglio le aspirazioni in termini di benessere della nostra società. L approccio di genere dovrà essere integrato nella costruzione di questi indicatori. Fanno parte del Comitato rappresentanti di associazioni che hanno già studiato con molta attenzione il nostro tema; ne potrà venire un aiuto a procedere speditamente, ad evitare errori di impostazione. Come certamente sarà utile per il Comitato prevedere di ascoltare esigenze e punti di vista di altri soggetti collettivamente rilevanti e tra questi le rappresentanze giovanili. Noi e gli altri Paesi. Il confronto tra paesi sulle dimensioni che, con il Pil, contribuiscono ad identificare il concetto di progresso è molto importante e problematico allo stesso tempo. Per i confronti tra Paesi sul benessere ci sono tavoli internazionali dove è presente l Italia, come quello di Eurostat o dell OCSE, ma ovviamente a livello internazionale il set di indicatori disponibili è più limitato perché non tutti i Paesi dispongono degli stessi indicatori o si trovano allo stesso livello nello sviluppo delle statistiche sociali, economiche e ambientali. Noi siamo un Paese più avanzato su molti aspetti. Fin dagli anni 90 l Istat ha avviato una vera e propria rivoluzione informativa soprattutto sul piano delle statistiche sociali dove era più indietro. Disponiamo di un ricco set di indicatori sociali, oggettivi e soggettivi che potremo utilizzare allo scopo. Ci sono Istituti Nazionali di Statistica che pensano che indicatori soggettivi su opinioni, percezioni e atteggiamenti non debbano essere prodotti dalla statistica ufficiale. In Italia vengono prodotti ormai da anni e rappresentano un patrimonio informativo fondamentale per la definizione di indicatori del benessere. Quindi per il nostro Paese non dovremo limitarci a riproporre ciò che si fa in altri Paesi, seppure dovremo comunque tenerne conto. Manterremo informato questo tavolo sugli sviluppi del dibattito e delle 132

137 scelte internazionali perché è bene partire da un quadro comune di riferimento, ma dovremo saper valorizzare al massimo anche la nostra ricchezza di indicatori. Ipotesi per l agenda: i due step, la definizione dei domini e degli indicatori rilevanti. La strada che dovremo percorrere prevede varie fasi. La prima è quella della definizione dei domini del benessere. Lo faremo confrontandoci anche con le proposte internazionali. Il primo interrogativo che dobbiamo porci è se le aree proposte sono soddisfacenti per il nostro Paese. Vogliamo specificarle meglio? Vogliamo aggregarne alcune e spezzarne altre? Possiamo farlo. L importante è che il quadro di riferimento sia analogo. Dovremo valutare attentamente questo aspetto nella discussione, considerando anche che un tentativo che dovremo fare è quello di provare a costruire indicatori compositi per area. Tali indicatori compositi di area dovranno essere costruiti su indicatori omogenei per poter essere validi. Il secondo passo sarà cominciare ad analizzare la questione degli indicatori per singola area definita. Non potremo sceglierne tanti, dovremo avere la capacità di individuare un set sintetico ma al tempo stesso significativo. Se l indicatore non è misurabile è possibile raccomandarne la rilevazione all Istat e al sistema statistico nazionale, potremo cioè iniziare senza quell indicatore e poi inserirlo non appena messo a regime. Va tenuto presente il fatto che l insieme di indicatori prescelti potrà essere utilizzato se ben costruito anche per una misura delle azioni compiute per accrescere il benessere del paese. Potrà essere importante esplicitare il rapporto tra alcuni di questi indicatori e le politiche pubbliche (quali emergono, ad esempio, dalla struttura della spesa pubblica). Ancor più importante sembra misurare i risultati di queste politiche, favorendo il controllo da parte dei cittadini. Molti di questi temi, in particolare quelli redistributivi e quelli della salvaguardia dell ambiente, vanno ben oltre una concezione ristretta di benessere, ed entrano a buon diritto nel campo dell etica sociale, della moralità pubblica, dell aspirazione ad una società equa e coesa. Sarà fondamentale tener conto del concetto di commons di beni comuni, quelli alla cui analisi da parte di una grande economista 133

138 americana è stato attribuito due anni fa il premio Nobel. 62 Sono beni la cui difesa è affidata alla comunità, ai cittadini, perché non rientrano nelle logiche produttive del mercato, ed anzi ne combattono le logiche appropriative. Una difesa che in casi estremi significa gestione diretta, da parte dei cittadini, ma nella maggioranza dei casi invece ricade nel concetto di servizio pubblico. Quel concetto che le statistiche sul Pil particolarmente penalizzano, poiché ne misurano solo il costo in termini di fattori produttivi assorbiti e non il risultato in termini di benefici per i cittadini. I beni comuni sono sia materiali sia immateriali, ma tutti si rifanno ad una idea di società, di collettività, perché è in quella sede che si decide se produrli, difenderli, valorizzarli. Dare rilevanza al concetto di commons significa porre al centro non solo il benessere dell individuo ma anche il benessere della società che si configura come un livello meso, intermedio tra il livello micro dell individuo e il livello macro della nazione. Il benessere della società coincide, ma solo in parte con il benessere del singolo. Rappresenta piuttosto una mediazione tra le infinite forme di benessere individuale. Ad esempio, per migliorare la qualità dell aria in città si può decidere di chiudere al traffico alcune zone anche se questo può avere dei trade-off negativi per alcuni cittadini. Il Comitato rappresenta il luogo ideale per discutere sull idea di benessere sociale che deve improntare il lavoro futuro. Un benessere che dovrà essere considerato equo e sostenibile. Non basterà avere set di indicatori sulle dimensioni fondamentali del benessere e valutare il loro andamento. Sarà necessario valutare anche se le disuguaglianze rispetto a quella dimensione si sono modificate. E ciò rende più complesso il tutto. Inoltre dovremo misurare anche il benessere sostenibile. Essere su un sentiero di sviluppo sostenibile implica che la generazione corrente soddisfi i propri bisogni senza intaccare la possibilità che anche la generazione futura possa fare altrettanto. In termini più rigorosi, ciò deve implicare che la generazione futura abbia una dotazione sufficiente di capitale per realizzare i propri obiettivi. Poiché è il "capitale" che ogni generazione lascia alla successiva che determina le condizioni di partenza di quest'ultima, la sostenibilità implica un non depauperamento di tale dotazione complessiva. È ancora attuale la definizione data nel Rapporto ONU del 1987, per cui un processo di sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle 62 Il premio Nobel per l economia è stato attribuito nel 2009 a Elinor Ostrom per la sua analisi of economic governance, especially the commons. 134

139 generazioni future di soddisfare i propri bisogni. La misurazione non è semplice. La sostenibilità si riferisce certamente all ecosistema, ma comprende elementi di carattere economico e sociale e può essere misurata solamente guardando agli stock di capitale che la generazione attuale lascia in dote a quelle successive (stock di capitale prodotto, di capitale naturale, di capitale sociale e di capitale umano). Misurare la sostenibilità delle condizioni ambientali, sociali ed economiche di un paese è estremamente complesso, dovremo costruire anche queste misure. La prima riunione del Comitato, quella di oggi,servirà per approfondire i confini del nostro lavoro e arrivare ad una agenda condivisa per le prossime riunioni. La prossima potrà essere la prima dedicata ai domini del benessere. 135

140 Allegato 3 4 novembre 2011 CNEL E ISTAT INSIEME PER MISURARE IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ ITALIANA: INDIVIDUATE LE 12 DIMENSIONI DEL BENESSERE COMUNICATO STAMPA Il presidente del Cnel, Antonio Marzano, e il presidente dell Istat, Enrico Giovannini, presentano le 12 dimensioni del benessere scaturite dai lavori del Comitato di indirizzo incaricato di sviluppare una definizione condivisa del progresso e del benessere della società italiana. L obiettivo del Comitato, composto da rappresentati delle parti sociali e della società civile, è stato quello di sviluppare un approccio multidimensionale del benessere equo e sostenibile (Bes), che integri l indicatore dell attività economica, il Pil, con altri indicatori, ivi compresi quelli relativi alle diseguaglianze (non solo di reddito) e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. 136

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