Indice. 1 Le fasi della ricerca osservativa Le tecniche e gli strumenti L analisi del comportamento docente...7
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- Cecilia Oliva
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1 INSEGNAMENTO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III LA RICERCA EMPIRICA PARTE II PROF. LUCIANO GALLIANI
2 Indice 1 Le fasi della ricerca osservativa Le tecniche e gli strumenti L analisi del comportamento docente...7 Pagina 2 di 7
3 1 Le fasi della ricerca osservativa Dopo aver affrontato il problema riguardante l osservazione partecipata e non partecipata, e quindi il ruolo dell osservatore, analizziamo le procedure della ricerca osservativi. Le fasi sono generalmente le seguenti: Fase della focalizzazione; Fase della raccolta dei dati; Fase dell analisi dei materiali. 1. La fase della focalizzazione è un momento essenziale per l osservazione, dal momento che bisogna, in modo preciso, individuare l oggetto che, in un evento, si vuole effettivamente osservare, in modo da renderlo esplicito all attenzione dell osservatore; 2. La seconda fase, quella della raccolta dei dati e della loro codifica prevede due operazioni: a. registrare i comportamenti che sono stati individuati come essenziali e che sono stati focalizzati nella fase precedente; b. codificare i comportamenti registrati attraverso degli strumenti di classificazione come le schede di valutazione, le griglie, le check list oppure attraverso interviste registrate mediante tecniche di natura audiovisiva. Per codificare si può far ricorso al campionamento per unità di eventi e campionamento per unità di tempo. Campionamento per unità di eventi: in questo caso si osservano e, quindi, si codificano delle caratteristiche di natura qualitativa in un evento di natura educativa. Per esempio, se si vuole osservare l aggressività degli allievi all interno di una classe, si possono ricercare, e quindi campionare, alcuni eventi precedentemente ritenuti significativi. Campionamento per unità di tempo: in questo caso non interessa solo identificare l oggetto aggressività, ma interessa anche capire quante sono le manifestazioni aggressive, la frequenza e Pagina 3 di 7
4 l intensità con cui avvengono; in sostanza la dinamica dell evento sottoposto all attenzione dell osservatore. 3. La terza fase è quella dell analisi dei dati. Solitamente le analisi sono di natura quantitativa, di natura qualitativa oppure tengono conto di entrambi gli aspetti. Quando si operano analisi di natura quantitativa si utilizzano delle scale di misurazione invece, quando si adottano modalità di natura qualitativa, non è importante la numerosità ma l intensità con cui si manifesta un evento. L osservazione si compie attraverso l utilizzo di tecniche e strumenti specifici. Pagina 4 di 7
5 2 Le tecniche e gli strumenti Le tecniche di osservazione sono numerosissime, è possibile raggrupparle in due grandi famiglie: la prima famiglia riguarda l osservazione sistematica che si avvale di griglie di osservazione. La seconda famiglia, invece, non fa riferimento ad un osservazione diretta, sistematica dei comportamenti e degli eventi di natura educativa, ma fa riferimento ad un osservazione di natura esperienziale o indiretta quale potrebbe essere l intervista, il questionario o il diario di bordo. Due caratteristiche importanti, da tenere presenti nell utilizzo degli strumenti sono la validità e l attendibilità. Gli strumenti che vengono utilizzati nella ricerca empirica di natura osservativi sono tanti, ma ci limitiamo a prendere in considerazione i tre più importanti. 1. Il primo tipo di strumento è la check list a cui si ricorre, ad esempio, per valutare il comportamento di allievi e di formatori in situazione educativa. La costruzione di una check list generalmente inizia con la stesura di un elenco di comportamenti e atteggiamenti che si intendono analizzare ottenendo così lo schema di partenza. Una griglia nota a livello internazionale, è la check list elaborata da Almy per il comportamento in classe degli allievi. Sono presenti in questa griglia ben ventisette descrizioni di comportamento. Ciò che è importante in una griglia come questa è che è possibile applicare delle scale di valutazione o meglio di misurazione che permettono di capire in che misura un certo comportamento è presente o meno e l intensità con cui si ripete. Le scale di misurazione possono essere composte in vario modo (ad esempio è possibile identificare i livelli con dei numeri e quindi avere sostanzialmente una scala di natura numerica). 2. Ci sono delle scale di misurazione che hanno un importanza notevole in quanto è lo stesso allievo che si autovàluta e, quindi, ragiona sulle modalità con cui egli stesso determina alcuni risultati comportamentali. C è un questionario molto interessante sulle strategie di apprendimento prodotto da Pellerey e Orio che misura come uno studente valuta le sue Pagina 5 di 7
6 capacità, la sua disponibilità a collaborare, la sua intensità di collaborazione durante l attività di natura formativa soprattutto all interno dei lavori di gruppo. 3. L ultima modalità riguarda i sistemi di categorie detti anche di categorizzazione. Essi considerano, a differenza della check list e delle scale di valutazione, la situazione nella sua complessità e quindi analizzano l evento per tutta la sua durata. Pagina 6 di 7
7 3 L analisi del comportamento docente Diventa interessante analizzare le dinamiche che si producono all interno di un evento per capire l intera gamma dei comportamenti osservati secondo categorie che sono state precedentemente definite. Nell analisi del comportamento all interno di un gruppo, si prendono in considerazione sia le dinamiche verbali di relazione che adottano insegnante e allievo sia le dinamiche dei cosiddetti linguaggi non verbali. Il modello che viene adottato per condurre l analisi delle interazioni verbali è quello ideato da Flanders, che permette un analisi approfondita della modalità di insegnamento e anche delle modalità di partecipazione degli allievi all attività di natura formativa. Analizza, da un lato, la comunicazione verbale e non verbale dell insegnante, dall altro quella degli allievi e prende in considerazione anche quegli elementi in cui il discorso non c è come per esempio il silenzio, il rumore, la confusione che sono normali all interno di una classe e che non permettono una serie di attività produttive. Nel modello di Flanders viene osservato il tipo di comunicazione dell insegnante rispetto all influenza diretta e indiretta che ha sull allievo, così come vengono analizzate tutte le modalità di feedback, cioè di reazione dell allievo, alle proposte del docente di natura verbale. Pagina 7 di 7
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