MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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1 IL RISCHIO BIOLOGICO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

2 INTRODUZIONE Il rischio biologico è frequente nell assistenza degli ammalati che possono essere portatori di patologie infettive, attraverso il contatto diretto o indiretto con sangue, saliva, aerosol respiratori e altro materiale. L'eventualità di infezioni occupazionali per gli operatori sanitari, certamente sottovalutata fino agli anni 70, ha registrato negli ultimi anni un notevole aumento di attenzione alla luce dei dati epidemiologici relativi all'epatite B e C e all'aids. Il contagio per motivi professionali in ambiente sanitario, pur essendo ubicuitario assume particolare importanza in alcune aree specifiche (assistenza a malati AIDS, ecc.). Benché non sia il caso di allarmarsi, è importante conoscere i rischi e le modalità per evitarli, proteggendo così se stessi, i colleghi ed i pazienti. E necessario innanzitutto individuare quali malattie infettive possono diffondersi nell ambiente di lavoro: - Epatite B ed epatite C provocate da due diversi virus, in grado di causare danni gravi e progressivi a carico del fegato; - Tubercolosi (TBC) un infezione batterica che colpisce generalmente i polmoni, ma che può diffondersi anche in altri organi (es. reni, cute); - Virus dell immunodeficienza umana (HIV) questo agente infettivo causa la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS ); - Altre infezioni meningite, citomegalovirus, varicella, alcune infezioni intestinali, virus influenzali e infestazioni da parassiti (pidocchi, scabbia ). - Infezioni connatali (Rosolia, Toxoplasmosi, Citomegalovirus) possono provocare nelle donne in gravidanza gravi danni al prodotto del concepimento (aborti, nati malformati, ecc.); 2

3 DECRETO LEGISLATIVO 626/94: OBBLIGHI DEI LAVORATORI Il Decreto Legislativo n 626/94, che detta ai datori di lavoro, ai dirigenti ed ai preposti norme di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, identifica anche alcuni obblighi a cui sono soggetti i singoli lavoratori. In particolare gli addetti alle attività assistenziali devono: a. Osservare le norme di protezione e le misure correntemente riconosciute idonee per il controllo delle infezioni, indicate in sintesi su questo opuscolo; b. Usare nelle circostanze previste i mezzi di protezione individuale messi a loro disposizione (guanti, mascherine, occhiali, visiere, ecc.); c. Informare immediatamente il responsabile di riferimento dell accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi biologici, allo scopo di far scattare l adozione degli opportuni provvedimenti; d. Segnalare tempestivamente al responsabile di riferimento i casi in cui i DPI e l altro materiale di rilevanza in termini di sicurezza (es. contenitori rigidi dei rifiuti speciali) risultino in esaurimento; e. Sottoporsi, lì dove è previsto, agli accertamenti sanitari preventivi e periodici (visite mediche, esami ematochimici, ecc.) presso il Medico Competente 3

4 MISURE DI PROTEZIONE GENERALE Dopo aver individuato i rischi connessi all attività, è importante conoscere come prevenire l esposizione. In tutti i casi le migliori difese sono fondamentalmente due: Lavare sempre le mani Utilizzare i dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) LAVARE SEMPRE LE MANI E di fondamentale importanza rimuovere i microrganismi presenti sulla cute tramite un accurato lavaggio delle mani. APPLICA SEMPRE LE SEGUENTI NORME 1. Lavati sempre le mani prima e dopo il contatto con un paziente o con qualsiasi cosa il paziente abbia toccato 2. Lavati le mani immediatamente dopo aver tolto i guanti e prima di mangiare, bere, fumare, truccarti o maneggiare lenti a contatto 3. Per il lavaggio sociale o routinario delle mani si raccomanda l utilizzo di un normale detergente con acqua corrente, strofinando accuratamente tra le dita ed intorno alle unghie per almeno 15 secondi. Risciacqua bene ed a lungo. Asciuga le mani con salviette di carta monouso 4. Il lavaggio antisettico consiste nello sfregare accuratamente le mani per almeno 3 minuti con un prodotto specifico e si effettua prima di eseguire manovre invasive sui pazienti o per il controllo di episodi infettivi. 5. Se le mani o altre parti del corpo sono venute a contatto con sangue o altri liquidi corporei, lava e disinfetta accuratamente la parte esposta. 6. Se sono state contaminate le mucose (es. schizzo di sangue nell occhio o bocca ) lava con acqua corrente senza strofinare con le dita. 4

5 UTILIZZARE I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.) I dispositivi di protezione individuale comprendono gli indumenti e/o i presidi specifici da indossare per salvaguardare la persona, in particolare la cute, gli occhi e la bocca, dall esposizione ai germi patogeni (es. guanti, ecc.). APPLICA SEMPRE LE SEGUENTI NORME 1. Indossa sempre DPI adeguati alla manovra che stai facendo; 2. Non indossare mai DPI danneggiati o sporchi; 3. Utilizza i DPI secondo le indicazioni ricevute e dopo l uso eliminali negli appositi contenitori, se monouso, oppure riponili nel contenitore appropriato per il lavaggio e successiva disinfezione, se riutilizzabili; 4. Quando le scorte dei DPI da te utilizzati stanno per esaurirsi, segnalalo al responsabile di riferimento; 5. Qualora l utilizzo dei DPI ti provochino disturbi rilevanti fa richiesta di visita presso il Medico Competente. 5

6 MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE CONTRO LE MALATTIE A TRASMISSIONE EMATICA Tutto il personale deve essere protetto contro le infezioni trasmesse dal sangue e da altri liquidi corporei, in particolare contro l epatite B, epatite C, AIDS. Il materiale biologico infetto può contagiare l organismo attraverso un taglio o una puntura con strumenti contaminati, oppure tramite il contatto su cute che presenta lesioni (graffi, escoriazioni, ecc.), o su mucose. Per proteggere gli operatori esposti al rischio di contrarre malattie trasmesse dal sangue o da altri liquidi corporei, il Ministero della Sanità ha emanato delle linee guida, i cui contenuti, applicabili a tutte le malattie trasmesse dal sangue, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n 235 DM Gli elementi fondamentali della prevenzione si basano su: - informazione e formazione dei dipendenti: il datore di lavoro è tenuto, ai sensi del D.Lgs. 626/94, a fornire ai dipendenti una documentazione informativa con la descrizione dei rischi per la salute dovuti ad agenti biologici, in quali circostanze ci si espone ai suddetti rischi e le modalità di prevenzione; - rispetto delle Precauzione Universali; - uso di particolari attrezzature e mezzi tecnologici: come i contenitori di sicurezza per strumenti acuminati e taglienti; - applicazione di particolari metodi di lavoro: come il corretto smaltimento di rifiuti a rischio, la manipolazione attenta di aghi e la pulizia scrupolosa. 6

7 LE PRECAUZIONI UNIVERSALI (P.U.) L idea che sta alla base delle Precauzioni Universali è semplice ma efficace: poiché non si può sapere con certezza se il sangue o i campioni biologici provengano da un paziente infetto o meno, si devono considerare come potenzialmente infetti tutti i campioni di sangue e i liquidi corporei, da qualunque paziente provengano. Tutti gli operatori devono usare per tutti i pazienti idonee misure di protezione per prevenire l esposizione cutanea e mucosa, nel caso in cui si preveda un contatto accidentale con il sangue o altri liquidi biologici. Le P.U. devono essere applicate al sangue ed altri liquidi biologici che contengano sangue in quantità tale da renderlo visibile ed ai seguenti liquidi biologici: liquido cerebrospinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico, liquido amniotico, liquido seminale, secrezioni vaginali. I destinatari di tali precauzioni sono tutti gli operatori la cui attività comporta il contatto con il paziente o con i suoi liquidi organici, e tutti coloro che pur non lavorando a diretto contatto con il paziente o con i materiali biologici dello stesso, possono per motivi professionali venirne a contatto (es. il personale addetto alla pulizia ed eliminazione dei rifiuti speciali). 7

8 QUALI SONO LE PRINCIPALI PRECAUZIONI DA ADOTTARE? - Tutti gli operatori devono usare regolarmente idonee misure di barriera per prevenire l esposizione cutanea e mucosa nei casi in cui sia prevedibile un contatto accidentale con sangue o altri liquidi biologici. - Bisogna indossare i guanti prima di venire a contatto con il sangue o altri liquidi biologici, mucose o cute non intatta di pazienti, nonché per eseguire prelievi venosi o altre procedure d accesso vascolare. I guanti devono essere sostituiti dopo ogni paziente. - Mascherine e occhiali protettivi debbono essere indossati durante l esecuzione di procedure che possono determinare l emissione di goccioline di sangue o di altri liquidi biologici, al fine di prevenire l'esposizione delle mucose della bocca, del naso e degli occhi. - Per prevenire punture accidentali con aghi, questi ultimi non devono essere reincappucciati, piegati o rotti, rimossi dalle siringhe o altrimenti manipolati. Dopo l uso gli aghi, le lame di bisturi e altri oggetti taglienti debbono essere riposti, per l eliminazione in appositi contenitori resistenti alla puntura. Tali contenitori debbono essere sistemati in vicinanza e posizione comoda, rispetto al posto di effettivo utilizzo. - Gli operatori affetti da lesioni cutanee essudative debbono evitare di prestare attività di assistenza diretta al paziente o manipolare apparecchiature usate per la sua cura, fino a che la condizione morbosa cutanea non sia stata risolta. IMPIEGO DEI GUANTI I guanti costituiscono una barriera fisica tra la cute delle mani e l ambiente esterno e quindi rappresentano un D.P.I. indispensabile per prevenire i rischi nell ambiente sanitario. I guanti della giusta misura devono essere indossati quando: a. si eseguono manovre in cui è prevedibile il rischio di contatto con il sangue e altri liquidi biologici b. si eseguono manovre di accesso vascolare c. si puliscono e si ripongono strumenti taglienti, appuntiti o affilati d. la cute delle mani presenta lesioni. I vari tipi di guanti comprendono: - GUANTI DA ESAMINAZIONE (in lattice o vinile non sterili) vengono usati per attività che possono comportare contatto con materiale organico (sangue, feci, ecc.); 8

9 - GUANTI CHIRURGICI (in lattice o vinile sterili) vengono usati per il contatto con aree del corpo normalmente sterili. I guanti devono essere: a. sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, se si entra in contatto con materiale infetto, b. rimossi prontamente dopo l uso, per evitare di inquinare, toccandoli, oggetti non contaminati e superfici ambientali, c. sostituiti quando si rompono o si verifica una lacerazione, d. dopo la rimozione dei guanti deve essere immediatamente effettuato il lavaggio delle mani per evitare il trasferimento di germi ad altri pazienti o all ambiente. In ogni caso è necessario che gli operatori: 1. utilizzino per ogni tipo di lavoro il guanto adatto 2. ricordino che alcuni guanti riducono la sensibilità al tatto 3. tengano presente che il guanto può trasformarsi da uno strumento protettivo in un mezzo di propagazione delle infezioni 4. tengano presente che soprattutto i guanti in lattice possono provocare al soggetto utilizzatore quadri dermatologici e/o respiratori di origine irritativa o allergica COME DEVONO ESSERE RIMOSSI I GUANTI? Per evitare il contatto con il sangue che può trovarsi sui guanti, è necessario rimuoverli con attenzione, usando il seguente metodo: sfila il primo guanto rovesciandolo, partendo dal polso fino alla punta delle dita, raccogliendolo nell altra mano ancora protetta dal guanto; sfila il secondo guanto allo stesso modo, introducendo la mano scoperta tra pelle ed interno del guanto, in modo da richiudere il primo guanto dentro il secondo. QUANDO VANNO IMPIEGATI MASCHERINE, VISIERE E OCCHIALI? Questi dispositivi di protezione individuale vanno indossati durante le procedure che possono determinare l esposizione della bocca, naso ed occhi dovute all emissione di spruzzi di sangue o altri liquidi biologici. IMPORTANTE Nel caso di spandimento di sangue e/o liquidi biologici: - indossa i guanti di gomma (non di lattice) e gli indumenti di protezione sopra il camice 9

10 - rimuovi con carta assorbente o stracci da eliminare dopo l uso, con i rifiuti infetti - sanifica la zona e disinfetta con sostanza appropriata. PROCEDURE DI LAVORO IN SICUREZZA 1. Non portare mai strumenti privi di protezione in tasca o direttamente in mano: gli strumenti appuntiti, taglienti o in vetro devono essere trasportati in appositi contenitori. 2. Non tentare di trattenere gli strumenti che cadono: durante tali manovre potrebbe verificarsi l incidente. 3. Evitare il reincappucciamento di aghi e taglienti: la procedura più sicura risulta essere quella di eliminare immediatamente dopo l uso aghi e altri oggetti taglienti nell apposito contenitore a pareti rigide, non piegare ne rompere gli aghi. 4. Utilizzare gli appositi contenitori rigidi: per lo smaltimento di aghi, siringhe con ago e altri oggetti taglienti, utilizzare appositi contenitori rigidi in plastica; il contenitore deve essere imperforabile, a tenuta, di colore riconoscibile, sistemato nelle vicinanze del punto in cui i presidi vengono smaltiti. 5. Maneggiare con cura la biancheria sporca: prestare attenzione nel raccogliere la biancheria, è possibile la presenza di taglienti per errore. 6. Non procedere affrettatamente: anche nelle emergenze è necessario tenere sempre in debito conto la sicurezza. IL TRATTAMENTO DELLA BIANCHERIA La biancheria sporca deve essere manipolata ed agitata il meno possibile in modo da prevenire la contaminazione dell aria o delle persone. Tutta la biancheria deve essere posta nei sacchi nel luogo in cui viene rimossa, indossando sempre guanti di protezione. E importante ricordare che la biancheria sporca di sangue deve essere immediatamente riposta in un sacco idrosolubile contenuto in un altro sacco impermeabile. E inoltre raccomandato agli operatori di prestare la massima attenzione affinché nel sacco di raccolta della biancheria non cadano accidentalmente gli strumenti (aghi, pinze, ecc.) utilizzati durante l assistenza ai pazienti. Questi strumenti oltre a causare danni alle lavatrici e conseguenti disagi ai servizi, costituiscono un rischio di contagio per gli operatori addetti. 10

11 MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE CONTRO LA TUBERCOLOSI Dopo alcuni decenni di declino, la tubercolosi (TBC) è oggi in aumento in tutto il mondo occidentale. E una malattia infettiva che solitamente colpisce i polmoni per poi diffondersi ai linfonodi, ai reni, alle ossa lunghe, ai corpi vertebrali e alle meningi. La TBC si trasmette quando una persona con malattia in fase attiva tossisce, diffondendo nell aria goccioline cariche di bacilli infettanti. L infezione si diffonde più facilmente in ambienti piccoli, poco ventilati ed è il risultato dell esposizione alla fonte di malattia per un certo periodo di tempo. USO DEI DPI ADEGUATI Quando lavori in un ambiente che ospita pazienti con TBC aperta (emissione di bacilli nell aria) accertata o solo sospetta, indossa i dispositivi di protezione individuale appropriati. CONTROLLO DIFFUSIONE INFEZIONE Per limitare la diffusione della TBC è necessario: - applicare al paziente i protocolli di isolamento vigenti - garantire un adeguata ventilazione della camera, ottenuta con l apertura della finestra per 5-10 minuti ogni 3 o 4 ore; - lavare le mani con un antisettico prima e dopo ogni contatto con il paziente; - utilizzare sempre i guanti, rimuoverli prima di uscire dalla camera ed eliminarli negli appositi contenitori per rifiuti infetti; - ricordare ai pazienti di coprirsi sempre il naso e la bocca, con una garza o altro, quando tossiscono o starnutano; - assicurarsi che i pazienti, durante gli spostamenti fuori dalle proprie stanze, indossino sempre una mascherina chirurgica; PROFILASSI ANTI TBC In considerazione della nuova normativa (DPR 465/01) che abolisce in modo estensivo l obbligatorietà della vaccinazione antitubercolare, il personale deve essere prevalentemente sottoposto al test tubercolinico secondo Mantoux. La vaccinazione antitbc (BCG) è indicata solo per alcune categorie particolari (operatori assistenziali in aree ad alto rischio di TBC multifarmacoresistenti-mdr, personale sanitario operante in aree ad alto rischio che presenti controindicazioni cliniche all uso di farmaci specifici) 11

12 SORVEGLIANZA SANITARIA DEL PERSONALE ESPOSTO A RISCHIO BIOLOGICO (Art. 68) Il personale di assistenza a rischio viene sottoposto a controlli clinici e/o misure di profilassi (vaccinoprofilassi) con periodicità biennale. La sorveglianza sanitaria prevede: - VISITE MEDICHE PREVENTIVE/PERIODICHE - ACCERTAMENTI INTEGRATIVI (es. laboratorio, markers inf, ecc.) - L effettuazione di alcune VACCINAZIONI a scopo preventivo è facoltativa. TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI Per il personale femminile in età fertile, addetto all assistenza, il periodo che comprende tutta la gravidanza ed i primi sette mesi di vita del bambino (periodo di allattamento) è soggetto a particolare tutela dal nostro ordinamento legislativo. ATTENZIONE Lo stato di gravidanza va segnalato al più presto al responsabile di riferimento. La mancata segnalazione, può infatti ripercuotersi negativamente sull interessata in quanto la stessa non può essere tutelata dal datore di lavoro. REPARTO/MANSIONE FATTORI DI RISCHIO ALLONTANAMENTO DAL RISCHIO Pronto soccorso Rischio biologico In gravidanza e fino a 7 mesi dopo il parto Stazione eretta prolungata In gravidanza Movimentazione pazienti In gravidanza L allontanamento dal rischio può comportare l interruzione dell attività lavorativa o il passaggio ad altre mansioni. 12

13 INDICAZIONI IN CASO DI ESPOSIZIONE A MATERIALE BIOLOGICO In caso di esposizione professionale a materiale biologico attraverso punture, tagli, contaminazione su cute lesa o mucose, devi: - provocare il sanguinamento della ferita, e/o lavare abbondantemente con acqua, disinfettare; - avvertire il responsabile di riferimento; - inviare il lavoratore entro 4 ore al Pronto Soccorso più vicino per la compilazione del Primo Certificato Medico di infortunio sul lavoro; - in caso di fonte nota valutare i markers infettivologici del paziente ed inviare il lavoratore per il prelievo per HBSAg /AntiHBsAg, AntiHCV e AntiHIV (esclusivamente con il consenso) ; - in caso di fonte antihiv positivo nota inviare immediatamente il lavoratore al Reparto di Malattie Infettive per i provvedimenti di chemioprofilassi (devono iniziare possibilmente entro 4 ore) 13

14 INDICAZIONE IN SEGUITO AD ESPOSIZIONE PROFESSIONALE In seguito a contatto accidentale con materiale biologico attraverso puntura o taglio con strumenti contaminati o splash su cute lesa o mucose il personale è tenuto immediatamente a: - provocare sanguinamento della lesione attraverso la spremitura della ferita, lavare e disinfettare; - in caso di contaminazione lavare la zona interessata evitando l uso di sostanze irritanti e senza sfregare energicamente. - avvertire il responsabile di riferimento Inviare successivamente il lavoratore/ la lavoratrice infortunato/a presso il Pronto Soccorso più vicino per la compilazione del I Certificato Medico di infortunio sul lavoro. L operatore, al momento dell infortunio o comunque entro le 48 ore successive al controllo dei seguenti marcatori infettivi: - ANTIHCV, - Markers epatite B, se vaccinato solo la ricerca degli ANTIHBS - ANTIHIV (previo consenso scritto) Nel caso in cui il paziente fonte sia noto si può attendere di venire a conoscenza dei suoi esami e prelevare il dipendente solo in presenza di esiti positivi. PAZIENTE FONTE NOTO Viene prelevato immediatamente per: HBsAg, ANTI HCV, ANTI HIV (previo consenso scritto), o si verifica nelle cartelle cliniche del paziente l esito dei predetti marcatori infettivi, con data non anteriore ai 30 giorni dall avvenimento infortunistico. Provvedimenti applicati all operatore infortunatosi, in base all esito dei marcatori infettivi del paziente: 1.Paziente fonte ANTIHIV negativo: NESSUN PROVVEDIMENTO 2.Paziente fonte ANTIHIV positivo (paziente già noto antihiv positivo o individuato con il prelievo successivo la puntura accidentale): Il dipendente dovrà recarsi immediatamente presso la divisione di Malattie Infettive dove con il Medico Infettivologo valuterà l opportunità di iniziare la profilassi farmacologica con 14

15 antiretrovirali, previo consenso del lavoratore. E fondamentale che la chemioprofilassi venga iniziata al più presto: da 1 a 4 ore dall esposizione a materiale infetto, fino ad un massimo di 24 ore, dopo è inefficace. Nei casi in cui l operatore rifiuti la terapia farmacologica, o le sue condizioni di salute non ne consentano l avvio, o venga interrotta prima del previsto, o siano trascorsi i tempi validi per l inizio della profilassi (24 ore), l infortunato viene monitorato con controlli sierologici per la ricerca ANTIHIV a 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi dall evento. 3.Paziente fonte ANTIHCV negativo: NESSUN PROVVEDIMENTO. 4.Paziente fonte ANTIHCV positivo: Follow-up sierologico a 3 mesi e 6 mesi dall infortunio. 5.Paziente fonte HBSAg negativo: NESSUN PROVVEDIMENTO 6.Paziente fonte HBSAg positivo: - Se l operatore è vaccinato per l epatite B, si procede al controllo del titolo anticorpale e ad una eventuale dose di vaccino come rinforzo. - Se è un positivo noto, all antigene o agli anticorpi, si esegue un controllo sierologico. - Se l infortunato è un soggetto mai vaccinato, di cui si ignora lo stato immunitario o un nonresponder noto alla vaccinazione antihbv, si consiglia la somministrazione delle immunoglobuline specifiche entro 24 ore dall esposizione, previo consenso scritto; contemporaneamente si invia un campione ematico per la verifica dei marcatori HBV. Successivamente, al dipendente risultato negativo e mai vaccinato, viene proposta la vaccinazione antiepatite B e in caso di rifiuto, tale decisione va documentata per iscritto. - Si esegue un controllo dei marcatori dopo 6 mesi dall evento se l operatore è un non-responder noto o ha rifiutato di sottoporsi alla pratica vaccinale. PAZIENTE FONTE NON NOTO Qualora non fosse possibile risalire al paziente e/o essere a conoscenza dei suoi marcatori infettivi, compreso il caso in cui si rifiuti di essere sottoposto a prelievo per ANTIHIV, si procede come se fosse una fonte positiva, con l adozione dei provvedimenti sopra descritti (eccetto la profilassi con antiretrovirali, intrapresa solo nei casi di esposizione a fonte ANTIHIV positiva certa). 15

16 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Fattori di rischio L esposizione ad agenti biologici a trasmissione aerea, rappresenta un rischio professionale ben conosciuto in relazione ad un paio di peculiari caratteristiche di questa attività: l elevato numero di pazienti diversi con cui si viene a contatto; la mancanza di una precedente valutazione sanitaria dei pazienti che consenta di stimare preliminarmente la probabilità dell esposizione. Il rischio effettivo dipende da vari fattori, tra cui si ricordano in particolare: la situazione epidemiologica, con particolare riferimento alla circolazione stagionale di virus influenzali; la presenza di emergenze particolari, di cui la SARS rappresenta l esempio più recente; la presenza di barriere più o meno efficaci tra l operatore ed i pazienti; la disponibilità di idonei DPI quando il quadro epidemiologico ne suggerisce l opportunità d impiego. In questa fase, l esposizione più probabile è quella al sangue dei pazienti. La più comune causa d esposizione è riconducibile all uso di aghi e di taglienti, ma non vanno sottovalutate le possibilità d imbrattamento nel corso dell assistenza a pazienti con ampie ferite sanguinanti, né la possibilità di spruzzi di sangue nel corso di manovre invasive. Guanti in latice L uso di guanti, obbligatorio come mezzo di barriera che protegge l operatore dal contatto col sangue o altri fluidi potenzialmente infetti dei pazienti, può comportare problemi di allergia Danno atteso La conseguenza di gran lunga più probabile a seguito di esposizione ad agenti biologici a trasmissione aerea è rappresentato dall influenza; nessuna altra infezione trasmessa per via aerea può però essere esclusa. Il rischio di contrarre la tubercolosi non sembra maggiore di quello degli altri operatori sanitari. In questa fase l esposizione ad agenti biologici più rilevante riguarda quelli a trasmissione ematica: le malattie che potenzialmente ne possono derivare sono rappresentate dall epatite virale da virus B, dall epatite virale da virus C e dall AIDS. In termini probabilistici, il rischio di epatite B negli operatori risulta pressoché azzerato dopo l introduzione della vaccinazione; il rischio di AIDS è estremamente ridotto; il rischio di epatite C è quello ormai da qualche anno emerso come il più consistente. Guanti in latice Le allergie al latice sono in genere d interesse dermatologico (dermatite allergica da contatto limitata alle zone a contatto coi guanti); meno frequentemente si osserva una sintomatologia respiratoria di varia gravità da sensibilizzazione dell albero bronchiale. Interventi Le misure per contrastare le possibili conseguenze dell esposizione ad agenti biologici a trasmissione aerea sono riconducibili a tre differenti ambiti: le vaccinazioni, le barriere fisiche, i DPI. Quanto alle prime, si ricorda che la vaccinazione antitubercolare è obbligatoria e che quella antinfluenzale è consigliata. 16

17 Le misure di barriera, adottate non devono sembrare sproporzionate rispetto all effetto atteso in quanto hanno negativi effetti sulla relazione col paziente. Più opportuno appare invece un maggior ricorso ai DPI e segnatamente alla protezione della zona respiratoria con mascherine di tipo chirurgico. Per contrastare il rischio di epatite B si dispone da anni di una efficace vaccinazione destinata a particolari gruppi a rischio. Poiché i casi di epatite B d origine professionale tra gli operatori sanitari si sono sostanzialmente azzerati in tutti gli ospedali in cui è stata condotta un efficace campagna vaccinale, non resta dunque che perseguire questa strada. Non si dispone però di alcuna vaccinazione nei confronti dell epatite C e dell AIDS; per prevenire queste due rilevanti patologie la via maestra continua ad essere rappresentata dalle misure contro l esposizione accidentale a sangue dei pazienti e, in caso di esposizione, dalle misure di profilassi post-esposizione Guanti in latice In caso di allergia accertata o sospetta è necessario abbandonare l uso di guanti in latice e ricorrere a prodotti alternativi (ad esempio: guanti in PVC). Considerazioni Si può considerare presente un potenziale rischio biologico (agenti di tipo 3), in quanto sono possibili sia contatti con il paziente sia a causa di spandimento liquidi organici durante il soccorso, la pulizia del mezzo, lo smaltimento e raccolta dei materiali contaminati Vengono raccolti e trattati rifiuti potenzialmente contaminati e viene effettuata regolarmente ed in modo idoneo la pulizia delle attrezzature. Le misure già attuate per la protezione dai rischi biologici sono i seguenti: utilizzo di contenitori per rifiuti speciali, utilizzo di adeguati DPI monouso (ove possibile). Sono utilizzati DPI adatti al rischio, quali: guanti di lattice o vinile, camici e/o sopracamici, occhiali antispruzzo, mascherine BFE 99% chirurgiche, contenitori rigidi per smaltimento di taglienti ed appositi per smaltimento rifiuti. Gli indumenti non vengono contaminati ed è prassi comune il lavaggio delle mani e l utilizzo di disinfettanti. I residui dell attività vengono opportunamente selezionati, raccolti in contenitori chiusi, stoccati adeguatamente e smaltiti periodicamente da azienda specializzata esterna. Il datore di lavoro informa puntualmente e regolarmente i lavoratori sui rischi biologici a cui sono soggetti, sulle misure di igiene e di prevenzione da adottare e sulle procedure da seguire in modo da ridurre il rischio di esposizione e sui comportamenti da adottare in caso di infortunio in modo da ridurne le conseguenze patologiche. E prevista la sorveglianza sanitaria periodica ed è disponibile la vaccinazione per eventuali soggetti non immuni dagli agenti biologici per i quali c è il rischio di esposizione. 17

18 AGENTI CHIMICI E PREPARATI UTILIZZATI Si rimanda al documento di valutazione del rischio chimico (D.Lgs. 25/2002). OPERAZIONI SVOLTE TIPI DI RISCHI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE spandimento liquidi organici durante il soccorso, la pulizia del mezzo, lo smaltimento e raccolta dei materiali contaminati Rischi Biologici Batteri (classe 2 e 3) Virus (classe 2,3) Uso dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, mascherine, camici monouso) Informazione e formazione su procedura di effettuazione interventi in sicurezza Uso di articoli monouso Disponibilità di vaccinazione antiepatite B Sorveglianza sanitaria pulizia dei mezzi e soccorso in caso di intervento in luoghi con presenza di sostanze chimiche Rischi Chimici Aerosol Liquidi Gas e vapori Informazione e formazione su modalità di utilizzo delle sostanze e preparati in conformità a schede di sicurezza Acquisizione schede di sicurezza Uso DPI (guanti, occhiali) 18

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