La congiuntura dell artigianato in Toscana

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1 La congiuntura dell artigianato in Toscana Consuntivo anno 2011 previsioni 1 semestre 2012 Unioncamere Toscana - Ufficio Studi Note e approfondimenti Aprile 2012

2 La congiuntura dell artigianato in Toscana Consuntivo Anno previsioni semestre INDICE Unioncamere Toscana Ufficio Studi Note e approfondimenti - Sintesi... 3 Aprile 1. La congiuntura dell artigianato nel Fatturato Occupazione Box: L andamento dell occupazione artigiana: una ricostruzione dei flussi occupazionali legati alla demografia imprenditoriale Investimenti La dinamica del credito alle imprese artigiane La demografia imprenditoriale Le previsioni per il 1 semestre Nota metodologica A cura di: Riccardo Perugi (sintesi) Lauretta Ermini (par. 1.1 e 1.5) Andrea Taddei (par. 1.2 e 1.3, cap.2) Silvia Pincione (par. 1.4) Riccardo Perugi e Andrea Taddei (box) Elaborazioni: Lauretta Ermini e Istituto G. Tagliacarne Impostazione metodologica: Regione Toscana-Ufficio Regionale di Statistica Coordinamento: Riccardo Perugi 2 Indagine condotta nell ambito dell Osservatorio Regionale sull Artigianato, realizzato da Regione Toscana e Unioncamere Toscana

3 SINTESI Nel 2011 il contesto internazionale è tornato ad essere meno favorevole Per l economia mondiale, il 2011 ha rappresentato un anno di progressivo rallentamento rispetto alla fase di ripresa che dopo la profonda recessione innescata dalla crisi finanziaria aveva caratterizzato l intero Nuove tensioni legate alla sostenibilità dei debiti sovrani, in particolare all interno dell Area Euro, ed una crescente incertezza sulle prospettive del quadro macroeconomico internazionale hanno determinato un progressivo indebolimento della domanda globale, con una drastica frenata degli scambi internazionali (passati dal +12,7% del 2010 al +6,9% del 2011) ed una crescita del pil mondiale in sensibile decelerazione. L EuroZona ha costituito per molti versi l epicentro delle rinnovate difficoltà incontrate dal ciclo economico internazionale: il peggioramento delle relative performance è visibile soprattutto osservando la dinamica infra-annuale del prodotto interno lordo, dal momento che le stime riferite all ultimo trimestre del 2011 segnalano una brusca decelerazione (+0,8% il dato tendenziale riferito al periodo ottobre-dicembre, pari alla metà della media annua) rispetto al più moderato rallentamento registrato per il complesso delle economie avanzate (+1,3% il quarto trimestre 2011, +1,6% la media dell intero anno). e nella seconda parte dell anno l economia italiana è entrata in una nuova fase di recessione L Italia, più di altri paesi, ha avvertito il contraccolpo di una situazione rapidamente complicatasi non soltanto per un quadro esterno diventato meno favorevole, ma anche per il clima di crescente sfiducia espressa dai mercati finanziari circa la capacità del nostro Paese di risolvere ed affrontare i gravi squilibri strutturali che da tempo caratterizzano il nostro sistema economico. Nonostante il pil nazionale abbia fatto registrare un apparente tenuta in media d anno (+0,4% il dato a valori costanti), realizzando un incremento che resta comunque largamente al di sotto dei paesi maggiormente sviluppati, l economia italiana ha fatto il proprio ingresso in una fase di vera e propria recessione già nella seconda parte del 2011, come mostra la contrazione per due trimestri consecutivi del pil (variazioni congiunturali pari a -0,2% nel III trimestre ed a -0,7% nel IV). La ridotta spinta propulsiva proveniente dai mercati esteri, unitamente alla flessione della domanda interna (fra ottobre e dicembre 2011 i consumi finali nazionali sono diminuiti dell 1,2% a causa dell arretramento sia della componente privata che di quella pubblica, e la domanda per beni di investimento è diminuita del 3,1%), hanno condizionato pesantemente anche l economia regionale. Se la Toscana archivia l anno trascorso con un bilancio di sostanziale stagnazione, il peggioramento osservato dopo l estate lascia in eredità al 2012 una nuova fase di contrazione dei livelli produttivi. Per le imprese artigiane toscane, il bilancio del 2011 è nuovamente di segno negativo L economia dei settori artigiani, che già da almeno un decennio deve affrontare difficoltà strutturali legate alle profonde trasformazioni intervenute nel contesto competitivo di riferimento, ha subìto più di altri sistemi d impresa i contraccolpi derivanti dalle criticità emerse nel corso dell anno. Sul fronte del mercato interno, in particolare, la ridotta capacità di spesa delle famiglie, i vincoli posti all espansione della spesa pubblica e le rinnovate 3

4 preoccupazioni sul fronte della liquidità d impresa e dell accesso al credito hanno penalizzato soprattutto il complesso delle piccole e delle micro aziende che rispetto ad altre tipologie imprenditoriali dipendono in maniera più accentuata dall evoluzione dei mercati nazionali e locali. Per le imprese artigiane toscane, il bilancio del 2011 è pertanto ancora una volta negativo, con una contrazione del fatturato (-10,2%) che abbraccia tutti i principali settori passando dal - 6,5% del manifatturiero al -8,7% dei servizi al -15,6% dell edilizia. Tutti e 24 i comparti artigiani analizzati chiudono inoltre l anno in negativo, con una unica eccezione rappresentata ancora una volta dalla pelletteria: in questo caso la crescita del fatturato (+0,8%), seppure inferiore a quanto rilevato nei primi sei mesi dell anno, ha comunque consentito di difendere le posizioni in precedenza acquisite. Per il resto, nel manifatturiero, chiudono in rosso sia il complesso del sistema moda (-4,8%) con una punta in negativo rappresentata dal -11,4% della maglieria che la metalmeccanica (-5,2%), dove si acuiscono le difficoltà attraversate dalla cantieristica (- 9,7%), mentre fra gli altri si segnala l arretramento di comparti di tipica specializzazione regionale come l oreficeria (-11,5%) ed il lapideo (-11,0%). pur con alcune rilevanti differenziazioni fra le diverse tipologie d impresa L involuzione del ciclo economico ha determinato, nel 2011, una inevitabile riduzione della quota di imprese che presentano incrementi di fatturato, passate dal 18,7% del 2010 al 7,2% dell anno trascorso. Approfondendo il dato generale in funzione di alcune caratteristiche aziendali di tipo strutturale ed organizzativo, si notano tuttavia alcune importanti differenziazioni. Particolarmente interessante, a tale riguardo, è la situazione che si osserva all interno del manifatturiero, dove tali quote sono diminuite nello stesso periodo dal 26,8% al 12,2%: sebbene anche in questo caso la riduzione sia stata repentina, occorre infatti sottolineare come le aziende esportatrici siano state più frequentemente in grado di riportare risultati positivi rispetto alle non esportatrici, dal momento che le imprese con fatturato in aumento passano dal 6,4% di quelle che operano soltanto sul mercato nazionale al 40,7% di quelle che realizzano sui mercati esteri oltre la metà del proprio volume d affari. Qualche indicazione confortante proviene poi anche dall analisi per dimensione d impresa, nella misura in cui la generalizzata contrazione del volume d affari costituisce in realtà la sintesi di più accentuate difficoltà per le imprese di minori dimensioni (fatturato -14,8% per quelle fino a tre addetti) ed invece di una sostanziale tenuta per quelle maggiormente strutturate. Tanto nel settore manifatturiero che nei servizi, infatti, le imprese artigiane con almeno dieci addetti hanno riportato solo lievi arretramenti di fatturato (rispettivamente -0,1% e -0,3% sul 2010): si tratta di un segnale importante, che conferma come, anche all interno di un segmento imprenditoriale in forte sofferenza, esista la possibilità di intraprendere percorsi di crescita che pur senza modificare l appartenenza a tipologie imprenditoriali caratterizzate dalle piccole dimensioni sono in grado di rafforzarne in maniera significativa la capacità competitiva. 4 Una riduzione dei livelli di attività, seppur con intensità diverse, interessa tutti i contesti provinciali A livello territoriale, senza distinzioni di sorta, chiudono invece con un segno negativo tutti gli ambiti provinciali considerati: la variabilità dei risultati resta comunque ampia, passando dal -

5 7,0% di Massa-Carrara e dal -8,6% di Livorno per arrivare fino al -14,1% di Grosseto ed al - 14,3% di Pistoia. Se per Livorno e Massa-Carrara il dato del 2011 replica per intensità quanto registrato nel 2010, per le altre otto province toscane si tratta invece di una performance che peggiora i pur non positivi risultati riportati nell anno precedente. A livello distrettuale, tuttavia, la situazione presenta qualche elemento di precisazione e di maggior differenziazione rispetto al quadro provinciale: considerando i principali ambiti di specializzazione presenti a livello locale, infatti, si osserva come a fronte delle fortissime difficoltà del distretto orafo di Arezzo (-12,3%) e del lapideo di Massa-Carrara (-11,8%), faccia da contrappunto una situazione ancora positiva per la pelletteria-calzature del Valdarno Superiore (+5,4%) ed una situazione di sostanziale pareggio per quella del distretto di Castelfiorentino. Le negative ripercussioni di tale situazione si fanno sentire sui livelli occupazionali La generalizzata contrazione dei livelli di attività e le persistenti difficoltà in cui si dibatte l intero sistema artigiano da alcuni anni, hanno avuto conseguenze negative anche su tre indicatori di carattere maggiormente strutturale. Il primo riguarda i processi di nati-mortalità imprenditoriale: nel 2011, per il terzo anno consecutivo, le cessazioni ( al netto delle cessate d ufficio) hanno infatti superato le iscrizioni (9.668) di 447 unità, determinando un impoverimento del tessuto imprenditoriale artigiano dello 0,4%. La seconda conseguenza riguarda invece la consistenza degli organici aziendali, con una riduzione di circa 3 mila addetti che corrisponde ad una revisione al ribasso degli stessi pari all 1,3%. Considerando che anche i flussi demografici di cui sopra hanno comportato un ulteriore processo di distruzione della base occupazionale (stimata in circa 700 unità), occorre inoltre precisare che l entità della variazione negativa è in realtà superiore rispetto a quanto rilevato attraverso l indagine (che per sua natura prende in considerazione solo le imprese esistenti sia all inizio che alla fine del periodo di riferimento) e pari a circa l 1,6%. Come per i dati di demografia imprenditoriale, la contrazione occupazionale appare poi un processo che si sta ormai consolidando se analizzato in serie storica, dal momento che le successive riduzioni intervenute negli ultimi quattro anni hanno portato al 6,8% la riduzione degli addetti alle imprese artigiane verificatasi fra il 2007 e il 2011, con una punta del -11,8% nell edilizia. attraverso sia una contrazione quantitativa degli addetti che l adozione di forme contrattuali maggiormente flessibili Una ulteriore avvertenza nell interpretazione del dato, rimanda poi ad un attenta lettura del differente andamento riscontrato in funzione delle diverse tipologie occupazionali presenti in azienda. Le piccole e le micro-imprese, fra cui quelle artigiane, sono infatti costituite in misura consistente (spesso esclusiva) da addetti indipendenti (imprenditore, soci, familiari), che costituiscono un fattore di stabilizzazione dei livelli occupazionali: l uscita di scena di questa componente corrisponde infatti frequentemente alla chiusura stessa dell impresa, e non sorprende pertanto come sia stata la componente degli addetti dipendenti ad essersi rivelata come già in passato maggiormente reattiva ai negativi andamenti economici rilevati. È interamente a questa seconda componente, infatti, che è da attribuire l arretramento occupazionale registrato nel 2011 ( addetti circa), con una riduzione in termini relativi 5

6 del 3,0% che vede al proprio interno una divaricazione anche qualitativa del mix occupazionale: a fronte di un nuovo incremento delle forme flessibili di quasi unità (occupati dipendenti part-time +7,9%), la riduzione delle forme contrattuali a tempo pieno è stata particolarmente pronunciata e pari ad oltre dipendenti in meno (-5,3% rispetto al 2010). Il peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori induce anche una riduzione della propensione all investimento La terza conseguenza cui si è fatto riferimento più sopra riguarda infine la propensione all investimento delle imprese artigiane, anche questa drasticamente ridottasi nel corso del La quota di imprese che hanno aumentato i propri investimenti è infatti passata dal 17,0% del 2010 al 5,9% del 2011, un dato che è nettamente inferiore anche rispetto al precedente minimo storico, registrato nel pieno della recessione derivante dalla passata crisi finanziaria (10,4% nel 2009). È indubbio come, su tale fronte, pesino non soltanto le negative ripercussioni di un ciclo congiunturale diventato nuovamente ostile, ma anche un clima di aspettative imprenditoriali che torna a guardare con prudenza e preoccupazione al prossimo futuro. Le previsioni sull andamento del primo semestre dell anno in corso sono infatti pesantemente negative, con una quota di imprenditori che ritengono probabile una riduzione del proprio fatturato che supera di 31 punti percentuali la quota di coloro che prevedono un aumento dello stesso (era pari a 12 punti percentuali un anno fa). che risente inoltre anche di un marcato deterioramento degli indicatori del credito Altrettanto vero è tuttavia il fatto che sulle condizioni operative delle piccole e delle microimprese e sulla possibilità di destinare risorse al rafforzamento della struttura aziendale siano tornate ad incidere pesantemente anche altre due condizioni avverse. La prima consiste in una gestione della liquidità che si è fatta nuovamente problematica, come sembra testimoniare anche l aumento dei finanziamenti a breve termine garantiti da Artigiancredito Toscano (+7,7%), dato in decisa controtendenza rispetto a quello riferito al complesso delle operazioni garantite dallo stesso istituto (-19,8%). La seconda riguarda invece condizioni di accesso al credito che sono tornate ad essere di segno restrittivo, sottolineando una situazione che resta di forte criticità per la sopravvivenza stessa delle imprese. I dati di Banca di Italia rivelano, a questo proposito, come i prestiti concessi al settore artigiano sia all aggregato maggiormente strutturato (società fino a 20 addetti) che a quello caratterizzato da micro realtà imprenditoriali (fino a 5 addetti) e di struttura giuridica semplificata (aggregato famiglie produttrici-artigiani ) facessero registrare a dicembre una sensibile diminuzione su base annua, toccando in entrambi i casi una variazione negativa attorno al 4,5%. 6

7 1. LA CONGIUNTURA DELL ARTIGIANATO NEL Fatturato Ancora negativo il bilancio dell artigianato toscano in termini di fatturato: nel 2011 la flessione è stata del 10,2%, e se già gli ultimi anni segnalavano una grave crisi per il settore (- 15,4% nel 2009 e -6,2% nel 2010), questo nuovo dato col segno meno delinea una situazione sconfortante che allontana nuovamente per molte imprese le speranze di recupero quantomeno parziale del giro d affari perso negli ultimi anni. [grafico 1] GRAFICO 1 Andamento del fatturato per macrosettori Variazioni % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente 0,0 manifatturiero edilizia servizi -3,0-4,7-8,2-7,8-7,7-18,5-14,1 Dal trend degli ultimi cinque anni, appare evidente che in Toscana l artigianato, dopo le pesanti perdite subite durante la precedente crisi economico finanziaria, nel 2011 si trova ancora in una situazione estremamente critica ed il nuovo andamento negativo peggiora il quadro assai difficile che da tempo caratterizza le imprese artigiane della regione. -11,1-2,9-10,2-6,8-6,5-15, ,7 Tutti i macrosettori artigiani registrano pesanti cali di fatturato: -6,5% il manifatturiero, -8,7% i servizi e addirittura -15,6% l edilizia che presenta un dato ancora più negativo di quello assai critico del 2009 (-14,1%). Il settore manifatturiero artigiano, che nel primo semestre 2011 era riuscito a contenere le perdite del proprio giro d affari al -2,3%, nella seconda parte dell anno ha peggiorato la situazione chiudendo il bilancio annuale con una contrazione del 6,5% (in deciso peggioramento rispetto al -2,9% del 2010). [grafici 2 e 3] All interno del manifatturiero, la variazione più negativa riguarda anche stavolta le altre manifatture (-8,9%), primato ascrivibile sia all andamento in picchiata dell oreficeria (-11,5% di fatturato) e del lapideo (-11,0%) che ai pessimi risultati dei comparti carta-stampa (-9,0%), legno-mobili (-8,7%) e vetro-ceramica (-8,1%). La metalmeccanica artigiana perde il 5,2% del proprio giro d affari a causa dei pessimi risultati della cantieristica (-9,7%) e della meccanica (- 8,6%), meno pesante invece il bilancio delle produzioni in metallo (-2,4%). 7

8 GRAFICO 2 Andamento del fatturato per settori di attività - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al ,2 TOTALE -8,7 SERVIZI -15,6 EDILIZIA -6,5 MANIFATTURIERO -8,9 altre manifatturiere -5,2 metalmeccanica -4,8 GRAFICO 3 Andamento del fatturato per settore e comparto di attività - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al ,4-3,0-2,8-11,4 0,8-7,4-4,8-9,7-8,6-2,4-5,2-7,1-6,5-9,0-8,1-8,7-8,9-9,7-11,5-11,0-13,7 sistema moda -8,3-15,6-10,6-6,2-5,3-10,0-1,7-8,7-10,2-21,4 Abbigliamento Calzature Concia Maglieria Pelletteria Tessile SISTEMA MODA Cantieristica Meccanica Prodotti in Metallo METALMECCANICA Alimentari Carta e Stampa Vetro e Ceramica Legno e Mobili Manifatture varie Orafo Lapideo e pietre ALTRE MANIFATT. MANIFATTURIERO Costruzione Edifici Installazione di Servizi Lavori Edili di Compl. EDILIZIA Riparazioni Trasporti Servizi alle Imprese Servizi alla Persona Informatica SERVIZI TOTALE 8 Il 2011 si chiude male anche per il sistema moda artigiano (-4,8%), che negli ultimi mesi dell anno ha ribaltato l andamento positivo del primo semestre, quando segnava un incoraggiante +1,6%. Fra i comparti della moda, la maglieria accusa le maggiori difficoltà (- 11,4% di fatturato) insieme a tessile e abbigliamento (-7,4% entrambi), mentre concia e calzature contengono le perdite di fatturato intorno ai 3 punti percentuali. Totalmente diverso

9 il quadro per quanto riguarda la pelletteria, che incrementa dello 0,8% il proprio giro d affari e mette a segno l unico andamento positivo tra i comparti artigiani della Toscana. Le attività dei servizi, pur avendo retto meglio alla difficile fase congiunturale nel biennio , non sono successivamente riuscite a recuperare terreno ed a fine 2011 risultano ancora in forte difficoltà (-8,7% il fatturato dei servizi artigiani). Fra i comparti, le contrazioni di fatturato più pesanti si registrano per le riparazioni (-10,6%) e i servizi alla persona (-10,0%), che peggiorano ulteriormente il quadro già molto critico di un anno prima (-7,7% e -7,0% nel 2010). Andamenti negativi anche per le attività dei trasporti (-6,2% nel 2011, -6,8% del 2010) e dei servizi alle imprese che, in coerenza con la crisi dell intero sistema imprenditoriale regionale, perdono il 5,3% di fatturato. Le aziende dell informatica, per la prima volta monitorate dall indagine sull artigianato, evidenziano una contrazione dell 1,7% del proprio giro d affari, la più contenuta dei vari comparti artigiani. A tinte fosche il quadro dell edilizia artigiana: per il secondo anno consecutivo risulta il settore più colpito dalla crisi e mette a segno il peggior risultato dell ultimo quinquennio (-15,6% di fatturato). All interno del settore, affonda il giro d affari dei lavori edili di completamento (- 21,4% nel 2011 dopo il -13,3% del 2010) e quello derivante dalle costruzioni di edifici (-13,7%), in peggioramento anche il comparto delle installazioni (-8,3% di fatturato nel 2011, -5,0% nel 2010). In analogia con i risultati delle precedenti edizioni dell indagine, la contrazione del fatturato artigiano si concentra principalmente nelle aziende di minori dimensioni (-14,8% nelle imprese con 1-3 addetti e -10,8% in quelle con 4-5 addetti): ciò avviene tendenzialmente per tutti i settori, ma in modo particolare per l edilizia che nelle dimensioni più piccole registra perdite di fatturato addirittura del 18% (grafico 4). GRAFICO 4 Andamento del fatturato per macrosettori e classi dimensionali - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al addetti 4-5 addetti 6-9 addetti 10 e oltre -0,7-4,0-4,7-5,2-3,2-8,4-7,5-8,4-10,8-12,5-14,8-10,8 Manifatturiero Edilizia Servizi -18,5-17,5 TOTALE Passando alle classi dimensionali superiori si osserva, in generale, un progressivo e netto miglioramento dei risultati (-5,2% nelle aziende con 6-9 addetti e -0,7% in quelle con 10 o più 9

10 addetti): tale aspetto è molto evidente sia nel manifatturiero che nei servizi, dove le imprese con almeno 10 addetti presentano perdite minime di fatturato o addirittura variazioni molto positive, come nel caso della pelletteria (circa +6% di fatturato nelle aziende con più di 5 addetti), della cantieristica e dei metalli (+5% e +8% nelle aziende con 10 addetti e oltre), oppure dei servizi alla persona e soprattutto dell informatica (+15% di fatturato nelle aziende più strutturate). La relazione esistente fra dimensione aziendale e dinamica del fatturato resta comunque un fattore decisivo nello spiegare le performance aziendali: in altre parole, la variabile dimensionale continua a dimostrarsi di fondamentale importanza per la capacità di stare sul mercato da parte delle aziende artigiane, rappresentando un importante fattore competitivo soprattutto per le attività manifatturiere e dei servizi. Viceversa, le aziende più piccole e meno strutturate, in un periodo di grande sofferenza del mercato interno, che spesso rappresenta il loro unico riferimento (come avviene per le microimprese dell edilizia), non riescono a creare le condizioni di efficacia operativa necessarie per posizionarsi sui mercati esteri. L analisi territoriale (grafico 5) sottolinea come le variazioni di fatturato dell artigianato siano negative in tutte le province toscane, anche se con intensità diverse da un caso all altro: Massa Carrara e Livorno (-7,0% e -8,6%) presentano i bilanci meno gravi, Prato, Pisa, Firenze e Arezzo registrano flessioni di circa 9 punti percentuali, rimanendo al di sotto della media regionale del 10,2%. Siena, Lucca, Grosseto e Pistoia sono le province dove le perdite di fatturato artigiano sono state più pesanti, dal -11,2% di Siena al -14,3% di Pistoia che nel 2011 si aggiudica il primato negativo dell artigianato regionale. 10 Dall indagine svolta sull anno 2010 risultava un calo medio di fatturato del 6,2%, quindi in un anno si registra un peggioramento a livello regionale di ben 4 punti percentuali, ma se

11 confrontiamo gli andamenti provinciali nei due anni in esame emergono tre diversi raggruppamenti: Arezzo, Pistoia, Prato e Grosseto sono le province dove si registra il peggioramento più forte, 6-8 punti percentuali in più di fatturato perso rispetto al 2010; Firenze, Pisa, Lucca e Siena evidenziano flessioni aggiuntive rispetto a quelle del 2010 attorno ai 3-4 punti percentuali, peggiorando anche in questo caso una situazione complessiva già critica per il settore artigiano; Livorno e Massa Carrara, invece, presentano andamenti più o meno simili a quelli registrati dodici mesi prima, senza aggravare ulteriormente il quadro, peraltro non roseo rilevato dall indagine sul In generale, i dati appena descritti mettono in luce come -nel in tutte le aree della Toscana, il sistema artigiano abbia dato segnali di forte sofferenza, sia perché la variazione meno negativa è pari a ben 7 punti percentuali di fatturato perso in un anno, sia perché l intensità della flessione risulta in accelerazione: l artigianato va male in tutte le province toscane e la situazione è peggiorata rispetto al 2010 in ben 8 territori su 10. Analizzando i dati provinciali a livello di macrosettore, appare subito chiaro che l aggravamento del quadro economico artigiano è imputabile in buona misura all edilizia, che riduce del 18-19% il proprio giro d affari rispetto al 2010 nell area Firenze-Prato-Pistoia e del 15-16% nelle province di Grosseto, Arezzo, Lucca e Siena. Il fatturato manifatturiero risulta in calo soprattutto a Pistoia e Grosseto (-12,4%), seguite da Lucca (-9,8%); tiene meglio il capoluogo toscano che contiene le perdite al -3,8% sia nell area fiorentina che nell empolese. Fra le attività artigianali manifatturiere, degno di nota l aumento di fatturato (+1,0%) registrato dalle aziende del sistema moda di Arezzo (quasi 700 aziende operano in questo settore) e soprattutto dalla pelletteria che mette a segno un +9,6% di fatturato. Importante anche il +0,5% registrato dalla metalmeccanica di Prato; al contrario destano preoccupazione le performance molto negative dell orafo aretino (-12,2%) e del comparto legno-mobili di Pistoia (-20,0%). Le aziende artigiane dei servizi, infine, chiudono il 2011 con un bilancio negativo in tutte le province, passando dal -3,6% di Massa Carrara (dopo il crollo del 2010: -26,0%) e dal -6,0% di Pisa, a contrazioni di fatturato intorno al 10-12% di Arezzo, Pistoia, Lucca e Grosseto. Da segnalare, l incremento di fatturato delle aziende artigiane dell informatica in metà delle province toscane: Siena, Prato, Livorno, Arezzo e Pistoia. La tabella 1 riporta i risultati dell analisi sul fatturato artigiano per distretti produttivi 1 : con riferimento ai settori di specializzazione produttiva compare un solo valore positivo, il +5,4% del distretto pelletteria-calzature del Valdarno Superiore. In questo distretto il settore di specializzazione dimostra un deciso vantaggio competitivo rispetto alle altre attività manifatturiere (-3,7% nel complesso), sulla stessa linea il distretto di Castelfiorentino, che per l analoga specializzazione produttiva (pelletteria-calzature) presenta un fatturato invariato rispetto al 2010 e un calo di oltre 4 punti percentuali per le restanti attività manifatturiere. Gli altri due distretti simili Santa Croce e Valdinievole ottengono invece risultati assai più 11 1 Individuati con Deliberazione del Consiglio Regionale della Toscana del 21 febbraio 2000 n. 69.

12 negativi e vicini alla media del settore (-5,5% pelletteria-calzature contro -6,1% manifatturiero per Santa Croce; -4,9% contro -7,4% per il distretto di Valdinievole). TABELLA 1 Andamento del fatturato per distretti e settori d'attività - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al 2010 Distretti Specializz. Manifatt. Edilizia distrettuali Servizi Totale Arezzo Orafo -12,3-7,0-15,7-10,7-10,1 Capannori Carta editoria -8,6-9,4-14,6-9,1-11,4 Carrara Lapideo e pietre -11,8-9,4-12,2-6,3-9,9 Casentino Abb., tessile, maglieria -3,6-5,2-6,3-11,0-6,4 Castelfiorentino Calzature, concia, pellett. 0,0-4,2-12,3-15,7-8,1 Empoli Abb., tessile, maglieria -5,3-3,6-14,1-5,4-7,4 Poggibonsi Legno e mobili -6,3-5,0-21,4-12,5-13,5 Prato Abb., tessile, maglieria -7,9-7,8-21,5-8,5-11,0 S.Croce Calzature, concia, pellett. -5,5-6,1-17,3-6,6-9,2 Sinalunga Legno e mobili -4,0-6,1-20,0-7,1-10,2 Valdarno Sup. Calzature, concia, pellett. 5,4-3,7-21,8-9,4-11,2 Valdinievole Calzature, concia, pellett. -4,9-7,4-20,0-10,1-12,9 TOTALE DISTRETTI -7,4-6,8-17,1-8,8-10,4 Per quanto riguarda i distretti dell abbigliamento-tessile-maglieria, quello del Casentino (- 3,6%) presenta il bilancio meno negativo, anche rispetto alle restanti attività manifatturiere che nell area perdono oltre 5 punti di fatturato; al contrario il distretto di Empoli accusa perdite più consistenti nelle attività di specializzazione produttiva (-5,3%) che nelle altre manifatturiere (-3,6%). Ancora più grave la crisi nel distretto di Prato dove si registrano quasi 8 punti di fatturato in meno rispetto al 2010, sia per la specializzazione produttiva che per tutte le attività manifatturiere; più o meno simile la situazione per il distretto cartario di Capannori (- 8,6% carta-editoria). Fra i distretti del legno-mobili, quello di Sinalunga limita la riduzione del giro d affari al -4,0% per la specializzazione produttiva, mentre per le altre produzioni il calo è di oltre 6 punti percentuali; al contrario nel distretto di Poggibonsi la crisi del comparto di specializzazione è più grave rispetto al complesso delle attività manifatturiere (-6,3% legno-mobili contro -5,0%). Fortissime le difficoltà riscontrate dal distretto orafo di Arezzo e dal lapideo di Massa Carrara che segnalano perdite di fatturato di ben 12 punti percentuali, peggiorando una situazione già critica (-7,4% e -5,5% le variazioni 2010 su 2009). In queste due aree toscane sembra che la crisi stia colpendo soprattutto i settori di specializzazione produttiva, tanto che né le altre attività manifatturiere né quelle dei servizi registrano contrazioni di fatturato tanto pesanti; le difficoltà registrate in questi due distretti dall oreficeria e dal lapideo raggiungono lo stesso livello critico dell edilizia. 12 Nel complesso il bilancio 2011 dei distretti artigiani della Toscana è molto negativo, a parte lo sviluppo della pelletteria-calzature del Valdarno Superiore, le specializzazioni produttive della regione sembrano non riuscire a contrastare le difficoltà congiunturali in atto e addirittura in metà dei distretti risultano meno competitive delle altre attività manifatturiere (-7,4% totale specializzazioni contro -6,8% manifatturiero). Non solo, le aree distrettuali della regione sono quelle in cui anche l edilizia va peggio (-17,1% il fatturato delle imprese edili nei distretti contro -14,4% nelle aree non distrettuali).

13 Se analizziamo i risultati dell indagine sul 2011 in termini di quota di imprese con fatturato in aumento, appare subito evidente la notevole differenza rispetto al 2010: in un anno, infatti, la percentuale di aziende artigiane che hanno dichiarato un recupero del proprio giro d affari è scesa dal 18,7% al 7,2%, tornando allo stesso livello del Preoccupante l inversione di tendenza rispetto al 2010 per il settore dei servizi, che vede scendere dal 14,5% al 6,3% il gruppo delle imprese che segnalano un aumento di fatturato, ma soprattutto per il settore edile che raggiunge il minimo storico con appena il 4,0% di aziende in crescita, contro il 15,1% dell anno precedente. [grafico 6] GRAFICO 6 Andamento delle imprese con fatturato in aumento per macrosettore % imprese con fatturato in aumento rispetto all'anno precedente 20,0 18,5 13,8 manifatturiero edilizia servizi totale 11,7 7,0 Il sistema manifatturiero artigiano mostra una quota di aziende con fatturato in aumento più elevata rispetto a quanto avviene per edilizia e servizi. Se nel 2009 si fermava al 4,4% e nel 2010 era salita al 26,8%, a fine 2011 la percentuale di aziende manifatturiere in grado di difendere con efficacia le quote di mercato precedentemente acquisite è pari al 12,2%. 7,0 26,8 18,7 12, ,2 Analizzando l andamento del fatturato artigiano in base alla maggiore o minore propensione a operare sui mercati esteri (grafico 7), si evidenzia come il numero di aziende con fatturato in aumento sia maggiore per le unità imprenditoriali che esportano di più (il 40,7% nel caso in cui l export rappresenti oltre il 50% di fatturato). Enorme il gap nei confronti delle imprese non esportatrici -solo il 6,4% registra un incremento di fatturato- grande differenza anche rispetto alle artigiane che esportano meno del 50% del proprio fatturato (la quota è del 24,1%). Restringendo l analisi al settore con maggiore propensione all export, cioè al manifatturiero, la quota di artigiane con fatturato in aumento sale al 32,6% se le imprese sono prevalentemente esportatrici, al 26,6% per le aziende debolmente esportatrici e si ferma al 10,7% nel caso di aziende che non esportano. Da sottolineare, tuttavia, che la quota di fatturato artigiano proveniente dai mercati esteri incide nel settore manifatturiero solo per il 7,2% sul complessivo volume d affari (sale all 8,5% nel sistema moda) e per l 1% nei servizi: di estrema importanza, quindi, la ripresa della 13

14 domanda interna, dal momento che il mercato locale genera l 85,4% dei ricavi delle imprese artigiane (il 73,4% nel caso del manifatturiero) e il mercato nazionale-extra regionale l 11,1% (nel manifatturiero il 19,4%). GRAFICO 7 Imprese con fatturato in aumento per tipologia di mercato - anno 2011 % imprese con fatturato in aumento rispetto al 2010 Totale di cui: Manifatturiero 40,7 32,6 24,1 26,6 6,4 10,7 Non esportatrici Imprese che esportano fino al 50% di fatturato Imprese che esportano oltre il 50% di fatturato Analizzando infine i dati per tipologia di clientela (grafico 8), sono le imprese che operano perlopiù in subfornitura a registrare più frequentemente una crescita di fatturato rispetto al 2010: l 11,9% per l intero sistema artigiano ed il 15,2% per il settore manifatturiero. GRAFICO 8 Imprese con fatturato in aumento per tipologia di clientela - anno 2011 % imprese con fatturato in aumento rispetto al 2010 Totale 15,2 di cui: Manifatturiero 13,3 11,9 8,9 9,6 5,0 14 solo mercato finale fino al 50% di fatturato da subfornitura oltre il 50% di fatturato da subfornitura

15 Nel caso di aziende il cui fatturato deriva solo in parte da subfornitura (fino al 50% del fatturato complessivo), la quota di quelle che hanno dichiarato una crescita del giro d affari si ferma al 9,6% (al 13,3% per il manifatturiero), mentre per le unità imprenditoriali che operano soltanto sul mercato finale e quindi non in subfornitura, la quota scende al 5,0% (all 8,9% per il manifatturiero). Tale analisi interessa soprattutto il settore manifatturiero, dove la subfornitura genera in media il 50% dei ricavi delle imprese artigiane (contro il 19% nell edilizia e l 11% nei servizi) ed in particolare riguarda il sistema moda, in cui quasi il 72% del fatturato deriva dalla subfornitura. Sono proprio le imprese della moda, infatti, a presentare i bilanci meno negativi del sistema artigianale, probabilmente sostenute dalla capacità di reazione delle aziende committenti per le quali lavorano, spesso costituite da imprese di maggiore dimensione ed in grado di connettere con successo la propria rete locale di fornitori ai mercati di sbocco internazionali. Questo fattore deve aver influito in maniera ancora più decisa nella pelletteria (l 80% del fatturato deriva dalla subfornitura) che nel 2011 è risultata l unico comparto in crescita del sistema artigiano Occupazione L andamento dell occupazione che ha contraddistinto le imprese artigiane nell ultimo quadriennio è stato negativo in ogni anno tra il 2007 ed il Il confronto temporale parte volutamente dal 2007 al fine di confrontare la situazione pre-crisi (fino al 2007) con quella successiva al contagio del crollo dei mercati finanziari sulla produzione e l economia reale (dal 2008). [grafico 9] GRAFICO 9 Andamento degli addetti per macrosettore Numeri indice base 2007 = Manifatturiero Edilizia Servizi Totale Disaggregando i dati per macro settore di appartenenza delle imprese artigiane si osservano differenti dinamiche tra la manifattura e l edilizia che registrano variazioni negative in termini di addetti per ogni anno e i servizi. Quest ultimo settore ha evidenziato, dopo una diminuzione 15

16 degli addetti nel 2008, un trend positivo con variazioni dello 0,4% nel 2009 e dello 0,8% nel La maggiore tenuta occupazionale dei servizi nei confronti degli altri macro settori sembra essere stato influenzato dall aspetto dimensionale delle imprese. La tradizionale piccola dimensione delle aziende artigiane sotto il profilo occupazionale trova conferma specialmente nelle aziende fornitrici di servizi. Parte dei risultati osservati potrebbe, infatti, derivare dall impossibilità di scendere sotto la soglia occupazionale costituita dai soci e/o i familiari che lavorano nell impresa artigiana. Non è raro osservare nei servizi artigiani una prevalenza dei lavoratori indipendenti rispetto ai dipendenti. Il dato sugli occupati nel 2011 non si discosta particolarmente dall andamento negativo riscontrato nel Il settore della manifattura artigiana segna un -1% dei suoi occupati, variazione identica a quella In diminuzione anche per il 2011 gli occupati dell edilizia con -1,6%. Dopo due anni di crescita dell occupazione, il settore dei servizi registra una variazione negativa degli addetti pari al -1,3%, medesimo risultato riscontrato per il totale delle imprese artigiane toscane. Utilizzando come anno base il 2007 ed osservando la dinamica temporale dell andamento occupazionale dell artigianato si nota un progressivo allontanamento dai livelli occupazionali pre-crisi, sia a livello globale che per ognuno dei tre macro settori considerati. La variazione degli occupati tra 2007 e 2011 nel settore del manifatturiero artigiano è pari al -5,7%, quella dell edilizia al -11,7%, mentre i servizi diminuiscono i loro addetti dell 1,6% nello stesso periodo. A livello totale, la perdita di addetti tra 2007 e 2011 è del 6,8%. Tra i tre macro settori i servizi, per le motivazioni legate alla dimensione d azienda precedentemente accennate, hanno mantenuto più degli altri il livello occupazionale vicino a quello del 2007, quasi eguagliandolo nel 2010 per poi allontanarsene nel L andamento occupazionale dell edilizia, invece, è stato sempre negativo e sempre più distante dai valori del In particolare il 2009 è stato un anno particolarmente negativo per l occupazione in questo macro settore (-5,7% di addetti). L andamento degli addetti nel manifatturiero è stato più lineare sebbene in diminuzione. La sua distanza rispetto ai livelli del 2007 è risultata minore rispetto all edilizia, ma maggiore rispetto ai servizi in termini percentuali. Osservando le variazioni dell occupazione in termini assoluti nel 2011, si nota come il settore manifatturiero abbia perso circa addetti, l edilizia oltre e i servizi 583. Globalmente la diminuzione è pari a addetti. Informazioni particolarmente interessanti sulla dinamica degli addetti nell artigianato scaturiscono dalla disaggregazione dei dipendenti tra coloro che lavorano con un contratto a tempo pieno e quelli con un contratto a tempo parziale. [grafico 10] 16 A livello totale e per ogni macro settore gli addetti a tempo pieno diminuiscono. In termini assoluti si perdono addetti a tempo pieno nel manifatturiero, nell edilizia, 823 nei servi e a livello aggregato. Viceversa crescono gli addetti a tempo parziale di 844 unità nel manifatturiero, di 451 unità nell edilizia e di 190 unità nei servizi, per un totale di unità. E proprio la variazione negativa degli addetti a tempo pieno che contribuisce a delineare la contrazione totale degli addetti. La parte dei lavoratori a tempo parziale, seppur positiva, non riesce a bilanciare la diminuzione dell altra tipologia di lavoratori. Questi risultati indicano una minore necessità di ore lavorate nelle imprese che potrebbe derivare, per parte, dalla contrazione della domanda e del fatturato.

17 GRAFICO 10 Variazioni assolute degli addetti dipendenti per macrosettore e tipologia di rapporto di lavoro - anno 2011 (Variazioni rispetto al ) Addetti dipendenti a tempo pieno a tempo parziale Manifatturiero Edilizia Servizi Totale L analisi degli addetti indipendenti e dipendenti per settore e classe dimensionale di impresa artigiana conferma quanto precedentemente affermato riguardo la maggiore o minore flessibilità dell occupazione dell artigianato in riferimento alla congiuntura economica. La componente dei dipendenti, siano essi a tempo parziale o a tempo pieno, in tutti e tre i macro settori risente maggiormente della congiuntura negativa della domanda e dell economia rispetto agli addetti indipendenti. Ciò risulta particolarmente vero nelle imprese con una dimensione fino a 5 addetti: dove la componente indipendente è largamente prevalente quando non esclusiva. [tabella 2] TABELLA 2 Andamento degli addetti nel 2011 per macro-settori di attività, classe di addetti e tipologia di rapporto di lavoro Variazioni percentuali rispetto al 2010 Settori Totale Addetti Dipendenti a tempo addetti indipendenti dipendenti pieno parziale Manifatturiero -1,0-0,5-1,3-3,3 8,5 imprese 1-5 addetti -2,2-0,7-6,0-10,4 8,9 imprese 6 e oltre addetti 0,1-0,1 0,2-1,3 8,3 Edilizia -1,6 0,8-5,9-8,5 11,6 imprese 1-5 addetti -2,3 0,5-11,2-16,0 25,3 imprese 6 e oltre addetti 0,2 2,6-0,9-1,1 0,6 Servizi -1,3 0,2-3,6-6,5 3,9 imprese 1-5 addetti -1,7 0,1-6,7-12,5 6,4 imprese 6 e oltre addetti 0,0 1,0-0,3-0,5 0,5 Totale Artigianato -1,3 0,1-3,0-5,3 7,9 imprese 1-5 addetti -2,1 0,0-8,2-13,2 11,7 imprese 6 e oltre addetti 0,1 0,9-0,1-1,1 5,3 17

18 In un momento di stagnazione economica è possibile per l impresa ridurre il contributo in termine di ore di un dipendente o fare a meno della sua manodopera, ma difficilmente si assiste ad una forte contrazione degli addetti indipendenti in quanto, in molti casi, l addetto indipendente è esso stesso l impresa artigiana. I dati riflettono tutto ciò: a livello totale la variazione degli addetti indipendenti per le imprese artigiane toscane fino a 5 addetti è nulla, mentre è dello 0,9% per le imprese con 6 o più addetti. Nelle imprese del manifatturiero si osservano variazioni negative degli addetti sia per le imprese fino a 5 addetti (-0,7) che per quelle più grandi (-0,1). In quelle dell edilizia le variazioni sono positive sia per le imprese più piccole (0,5%) che per le grandi (2,6). Infine, anche nei servizi le variazioni sono positive in entrambi le classi dimensionali anche se di intensità minore rispetto a quelle dell edilizia: le imprese fino a 5 addetti registrano un incremento degli addetti indipendenti dello 0,1%, mentre quelle con 6 e più addetti dell 1%. Dal lato dei dipendenti, come già anticipato, in tutti i macro settori si rilevano variazioni negative, ad eccezione delle imprese con 6 o più addetti del manifatturiero (+0,2%). Le contrazioni maggiori riguardano i dipendenti delle imprese più piccole dell edilizia (-11,2%); dei servizi (-6,7%) e del manifatturiero (-6%). Globalmente, il numero di dipendenti delle imprese artigiane più piccole si contrae dell 8,2%, mentre quello riferito alle imprese più grandi diminuisce dello 0,1%. Il risultato dei dipendenti è frutto della contrapposizione tra le diminuzioni nel numero di dipendenti a tempo pieno, le quali riguardano specialmente le imprese più piccole dei vari macro settori e la crescita di quelli a tempo parziale. Il totale dei dipendenti a tempo pieno nelle imprese artigiane nel 2011 diminuisce del 13,2% per le piccole imprese (fino a 5 addetti) e dell 1,1% per le imprese più grandi (6 addetti e aoltre). I dipendenti a tempo parziale crescono dell 11,7% nelle imprese artigiane fino a 5 addetti e del 5,3% per le imprese con 6 e più addetti. La tabella 3, permette di analizzare con maggior dettaglio le variazioni degli addetti per settori. Sono in essa descritte, infatti, le principali branche produttive che compongono i macro settori. Nel sistema moda, le imprese che in media riducono maggiormente il numero di occupati sono quelle facenti parte del tessile (-1,1%), del comparto della maglieria (-1,1%) e dell abbigliamento (-1%). Mentre la pelletteria non registra alcuna variazione tra 2010 e 2011, le imprese artigiane del settore della concia e delle calzature incrementano leggermente il numero dei propri addetti rispettivamente dell 1,1% e dello 0,3%. In termini assoluti sono le imprese dell abbigliamento che perdono relativamente più addetti (-132), seguite dalle imprese tessili (-101). Complessivamente il settore moda perde nel 2011 un numero pari a 207 addetti. Guardando i medesimi risultati per classe dimensionale di impresa, si nota come, in media, le imprese più piccole dei settori dell abbigliamento, della pelletteria, delle calzature e del tessile segnano delle performance peggiori rispetto alle imprese più grandi della stessa branca produttiva. Il gruppo di aziende artigiane con 10 e più dipendenti incrementano in media il numero di addetti se appartenenti al settore della pelletteria con una variazione positiva del 5,4%, se appartenenti al calzaturiero con un +2,5 e se conciarie dello 0,3%; negative le variazioni delle imprese più grandi afferenti ai settori della maglieria (-1,4%) e del tessile (-1%). 18 Nella metalmeccanica in termini assoluti si perdono oltre 155 addetti, 127 dei quali appartenuti al settore dei prodotti in metallo (-0,9%) e 57 usciti dal settore della meccanica (- 0,5%). L unico incremento attiene alle imprese della cantieristica che con un incremento dell 1,6% (derivato soprattutto dall aumento degli occupati nelle imprese con 10 e più

19 dipendenti) contribuiscono con 30 addetti in più al computo degli occupati del macro settore di riferimento. TABELLA 3 Andamento degli addetti nel 2011 per settori di attività e dimensione aziendale Variazioni percentuali rispetto al 2010 classe di addetti TOTALE e oltre Abbigliamento -5,3 2,9 2,1 0,0-1,0 Calzature -1,7-0,7-2,5 2,5 0,3 Concia 3,8-3,5 2,1 0,3 1,1 Maglieria 0,0-3,4-0,9-1,4-1,1 Pelletteria -7,6-4,7 2,3 5,4 0,0 Tessile -1,6-1,8 0,3-1,0-1,1 SISTEMA MODA -3,8-0,6 0,7 1,6-0,5 Cantieristica -2,5 1,5-13,0 14,2 1,6 Meccanica -1,8 0,6 0,9-0,7-0,5 Prodotti in Metallo -2,7-2,0-0,2 0,7-0,9 METALMECCANICA -2,3-0,8-0,8 1,1-0,6 Alimentari -5,9 0,2-1,7-0,1-2,0 Carta e Stampa -3,7-1,2-2,0 1,0-1,5 Vetro e Ceramica -1,6-0,5-6,6 0,2-2,1 Legno e Mobili -0,9-4,3-4,0-0,1-1,8 Manifatture varie -1,3 5,7-0,2 0,8 0,3 Orafo -2,9-2,9-2,5-1,4-2,4 Lapideo e pietre 0,0 1,5-5,0-1,3-1,2 ALTRE MANIFATT. -2,4-0,9-2,8-0,1-1,6 MANIFATTURIERO -2,9-0,8-1,1 0,9-1,0 Costruzione Edifici -3,7-0,7-2,1 1,1-2,0 Installazione di Servizi -1,6-1,6 2,9-0,9-0,6 Lavori Edili di Compl. -2,7-1,5 5,5-3,0-2,2 EDILIZIA -2,6-1,3 1,4-0,9-1,6 Riparazioni -2,8 0,9 0,1 1,5-1,0 Trasporti 1,1 1,0-0,9 0,6 0,5 Servizi alle Imprese -0,9 0,8-2,2 0,0-0,6 Servizi alla Persona -1,6-3,6 0,0 0,0-1,9 Informatica -0,9-4,6 3,4 0,0-0,9 SERVIZI -1,7-1,8-0,4 0,5-1,3 TOTALE -2,4-1,2-0,3 0,5-1,3 Le altre manifatture sono il comparto che maggiormente contribuisce, in termini assoluti, al risultato del macro settore del manifatturiero. La riduzione degli occupati nel 2011 è pari a 700 addetti, con una variazione rispetto al 2010 del -1,6%. Se si esclude il risultato positivo ma di entità trascurabile delle manifatture varie (+0,3% pari a 16 addetti), tutti i settori considerati segnano variazioni negative. Le più consistenti in termini assoluti sono quelle del legno e mobili con una contrazione di 240 unità, seguito da quella dell industria alimentare (-220) e dell orafo (-118). Da un punto di vista dimensionale a spingere verso questo risultato sono le imprese più piccole dell alimentare (-5,9%) e della carta e stampa (-3,7%) e quelle di media dimensione (da 4 a 9 addetti) nei settori del legno e mobili, vetro e ceramica e del lapideo. Le imprese maggiori (10 addetti e oltre) reggono il volume occupazionale in maniera migliore con 19

20 variazioni positive per quelle appartenenti alla carta e stampa (1%), manifatture varie (0,8%) e vetro e ceramica (0,2%). Nel complesso il manifatturiero artigiano perde nel addetti con una variazione negativa rispetto al 2010 dell 1%. Le imprese più piccole sono quelle che registrano le variazioni peggiori. E però l edilizia che perde più addetti nel 2011 ed esattamente unità. Le imprese del settore dei lavori edili e di completamento riducono gli addetti di 863 unità, contrazione annua pari al -2,2%. Le aziende della branca della costruzione di edifici e dell installazione di servizi perdono, invece, rispettivamente 350 e 159 addetti. A livello dimensionale è interessante notare, all interno di questo macro settore, come le uniche variazioni positive risultino in corrispondenza delle imprese tra 6 e 9 addetti nei settori dell installazione di servizi e in quello dei lavori edili di completamento. In quello della costruzione di edifici sono state le imprese più grandi (10 e più addetti) che evidenziano l unica variazione positiva. Infine, il settore dei servizi cede 581 addetti nel 2011 rispetto all anno precedente. Le imprese che maggiormente hanno inciso su tale risultato sono quelle del settore dei servizi alla persona con -392 addetti (-1,9%). Analizzando le performance occupazionali di questo settore si nota come siano le imprese tra 1 e 5 addetti a registrare variazioni negative: le imprese grandi e medio grandi, invece, non producono alcuna variazione occupazionale. Degna di nota anche la contrazione di 117 addetti delle imprese artigiane del settore delle riparazioni. A livello della totalità delle imprese artigiane, come precedentemente affermato, la contrazione è pari a addetti. Le imprese fino a 3 addetti sono quelle a registrare la contrazione più alta, -2,4%, quelle comprese tra 4 e 5 addetti vedono ridurre i propri addetti dell 1,2%, quelle tra 6 e 9 addetti dello 0,3%, mentre le più grandi aumentano l occupazione dello 0,5% rispetto al Il confronto dei tre macro settori considerati in termini di dimensione di impresa permette di notare che la diminuzione nell occupazione è più pronunciata nelle imprese artigiane più piccole(fino a 3 addetti e da 4 a 5 addetti) in tutti i macro settori. [grafico 11] GRAFICO 11 Andamento degli addetti per macrosettore e dimensione aziendale - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al addetti 4-5 addetti 6-9 addetti 10 e oltre 1,4 0,9 0,5-0,8-1,3-1,7-1,8-1,1-0,4-0,9 20-2,6-2,9 Manifatturiero Edilizia Servizi

21 Nella classe dimensionale più piccola sono le imprese manifatturiere a segnare la variazione negativa più alta con un -2,9% di addetti, seguite dalle omologhe del macro settore dell edilizia, -2,6%, e dei servizi (-1,7%). Nelle imprese comprese tra 4 e 5 addetti, invece, la variazione negativa più alta in termini di addetti è quella delle aziende dei servizi (-1,8%), seguite da quelle dell edilizia (-1,3%) e del manifatturiero (-0,8%). Per la classe tra 6 e 9 addetti, l unica variazione positiva è quella delle imprese dell edilizia con una crescita di addetti del +1,4%, mentre le imprese del manifatturiero registrano una contrazione dell 1,1% e quelle dei servizi dello 0,4%. Infine la classe di imprese più grandi (10 addetti e oltre) evidenzia segni positivi sia per gli addetti delle imprese del manifatturiero (+0,9%) e dei servizi (+0,5%), ma registra una diminuzione dello 0,9% negli addetti dell edilizia tra 2010 e A livello provinciale le variazioni medie in termini di addetti delle imprese artigiane toscane evidenziano tutti segni negativi compresi tra il -2% e lo 0,3%. Al di sotto della media regionale, che risulta pari a -1,3%, si collocano le province di Grosseto (-1,7%), di Firenze (-1,9%) e di Prato e Siena (entrambe -2%). Le variazioni negative più basse sono quelle di Massa-Carrara e di Pistoia con -0,3%. Sotto la media si collocano anche le province di Lucca (-0,9%), di Livorno (- 0,9%), di Arezzo (-0,8) e di Pisa (-0,7%). [grafico 12] GRAFICO 12 Andamento degli addetti per provincia - anno 2011 Variazioni percentuali rispetto al 2010 MS PT PI AR LI LU TOS GR FI PO SI -0,3-0,3-0,7-0,8-0,9-0,9-1,3-1,7-1,9-2,0-2,0 Ulteriori aspetti interessanti dal punto di vista dell occupazione emergono dall incrocio statistico tra province e macro settore di appartenenza delle imprese artigiane. Guardando alle imprese manifatturiere nel loro complesso non emergono particolari differenze nelle variazioni occupazionali a livello provinciale, peraltro tutte di segno negativo. Le uniche eccezioni, anch esse negative, che si discostano maggiormente dal totale regionale sono costituite dalle imprese della provincia di Siena (-2,2%) e della provincia di Grosseto (-1,6%). Nel comparto dell edilizia tutte le province registrano una variazione negativa dell occupazione. In particolare le imprese pratesi evidenziano una contrazione di addetti del 4,7%; del 3,3%, invece, la diminuzione degli addetti nell area fiorentina. Per contro, bassa è la 21

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