REGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO AMBIENTE, TERRITORIO, POLITICHE DELLA SOSTENIBILITA

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1 REGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO AMBIENTE, TERRITORIO, POLITICHE DELLA SOSTENIBILITA ViALE DELLA REGIONE BASILICATA, POTENZA Norme per la Tutela Ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre Acque Pubbliche. Legge 5 gennaio 1994, n 37 VALUTAZIONI PREVENTIVE E STUDI DI IMPATTO regolamentazione del corso dei fiumi e dei torrenti - interventi di manutenzione e di bonifica - opere di ripristino dell officiosità - estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale finalizzata al buon regime delle acque NORME TECNICHE Gruppo di lavoro: Ufficio Geologico e Attività Estrattive - Ufficio Ciclo dell Acqua - Ufficio Compatibilità Ambientale - Ufficio Foreste e Tutela del Territorio - Ufficio Prevenzione e Controllo Ambientale - Ufficio Tutela della Natura - Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio - Ufficio Difesa del Suolo - Ufficio Infrastrutture e Difesa del Suolo sede di Matera - Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata - Coordinamento Regionale del Corpo Forestale dello Stato

2 NORME TECNICHE DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI Premessa Le seguenti norme hanno come obiettivo la definizione dei principi di base e delle modalità operative per la realizzazione di interventi di modellamento, regolarizzazione, sistemazione e rinaturalizzazione degli alvei fluviali attraverso la movimentazione e la rimozione del materiale detritico alluvionale nelle aree demaniali fluviali e lacuali. Considerata l elevata valenza dal punto naturalistico-ambientale e la notevole dinamica morfoevolutiva delle aree in oggetto, facendo riferimento agli obiettivi primari indicati nella relazione, ogni intervento dovrà essere progettato e realizzato con criteri e metodi volti alla salvaguardia dell'ambiente fluviale e lacuale nei suoi diversi aspetti e delle opere ivi presenti. In tale ambito, gli interventi, non prescindendo da elementi caratteristici di funzionalità, efficacia e messa in sicurezza, dovranno garantire la compatibilità e la non compromissione dell'ambiente naturale in cui si collocano, rispettando le valenze paesistiche e biologiche dell'ambiente medesimo. Prescrizioni ed obiettivi degli interventi 1. Le attività oggetto degli interventi sono da riferirsi ad alvei a fondo mobile soggetti ad elevata dinamica morfologica, planimetrica ed altimetrica, il cui controllo consenta di giungere alla mitigazione degli effetti di eventi eccezionali, alla individuazione e salvaguardia naturalistica e funzionale delle aree di naturale espansione delle acque e delle relative zone umide connesse. Gli interventi dovranno assicurare la conservazione delle peculiari caratteristiche di naturalità del corso d acqua, compatibilmente con le necessità di messa in sicurezza delle strutture, delle infrastrutture e delle aree limitrofe potenzialmente interessate dalla dinamica dei corsi d acqua. 2. La rimozione del materiale presente in alveo in condizioni di accumulo e sovraccumuli dovrà essere effettuata con l obiettivo di mantenere o ripristinare, ove compromesso, il buon regime idraulico delle acque, preservare lo stato naturale

3 del corso d acqua, restituire funzionalità alle opere idrauliche esistenti, mitigare eventuali condizioni di rischio. 3. Ogni intervento dovrà essere supportato da adeguata progettazione esecutiva al fine di non comportare alterazioni inattese allo stato dei luoghi ed all ecosistema residente, non arrecare danno alle sponde ed alle ripe dell alveo ordinario e non perturbare in maniera indiscriminata il regime idraulico delle acque. 4. In considerazione della locale fisiografia dei luoghi, la movimentazione e rimozione del materiale dovrà avvenire prioritariamente lungo l asse mediano della sezione trasversale dell alveo ordinario ed ove si riscontri la presenza sistematica di accumuli detritici in grado di ostacolare il regolare deflusso idrico. La presenza di opere d arte di attraversamento dell alveo (intersezioni) comporta il mantenimento di una distanza non inferiore a metri 500, a monte ed a valle delle stesse, derogabile solo a seguito dell accertamento, opportunamente documentato, di condizioni di necessario intervento per il mantenimento o il ripristino della funzionalità delle opere, oltre che per la loro salvaguardia e messa in sicurezza. Sono consentiti gli interventi in prossimità delle opere trasversali di regimazione del corso d acqua quali sbarramenti, salti di fondo, briglie, pennelli e traverse purché mirati a restituirne la funzionalità originaria ed evitare fenomeni di colmamento, aggiramento, scalzamento ed erosione. In considerazione della tipologia e della natura delle opere di regimazione e tenuto conto dei dislivelli presenti dovranno essere manutenute o realizzate scale e rampe in pietrame atte a non ostacolare la risalita della fauna ittica. 5. La larghezza della fascia di intervento dovrà essere valutata in funzione della geometria e della natura specifica del corso d acqua e dovrà prevedere, lungo la sezione trasversale, il graduale raccordo con le ripe o le sponde per una distanza

4 minima di rispetto pari al 10% della larghezza dell alveo attivo e comunque non inferiore a 5 metri dalla singola sponda. Tale distanza minima di rispetto è da considerare anche in presenza di opere di difesa spondale e risulta derogabile esclusivamente in presenza di condizioni critiche di deviazione dell alveo con sovraccumuli localizzati in adiacenza di una delle sponde ed innesco di fenomeni erosivi e di cavitazione. 6. La rimozione dei materiali non dovrà mai essere praticata a quote inferiori al pelo libero dell acqua con portata di magra o, per canali a regime torrentizio, alla quota superiore dell alveo di magra. Potranno altresì essere stabiliti limiti più restrittivi in dipendenza della salvaguardia del regime idraulico del corso d acqua. In presenza di intersezioni ed opere d arte, ferme le prescrizioni di cui al punto 4 e 5, dovranno essere previsti interventi a quote inferiori al piano di estradosso delle fondazioni. 7. Lungo l asse longitudinale dell alveo gli interventi dovranno prevedere il graduale raccordo con le aree a monte ed a valle nel rispetto del profilo naturale del talveg e con le naturali sequenze di riffle (dossi sommersi o raschi), nei tratti rettilinei dei canali meandriformi, e pool (depressioni sommerse o buche), lungo i tratti esterni

5 delle anse. In presenza di opere di regimazione del corso d acqua quali sbarramenti, salti di fondo, briglie, pennelli e traverse, tale raccordo avverrà ad una distanza di rispetto tale da assicurare la non interferenza con la funzionalità dell opera oltre che il mantenimento delle condizioni di stabilità preesistenti. 8. Tutti gli interventi, siano essi di rimozione del materiale litoide, di modellamento o di sistemazione, non dovranno mai avere carattere di possibile invito alla corrente verso le sponde, garantendo altresì il convogliamento della stessa lungo l asse mediano dell alveo attivo. In ragione di ciò, non è consentito l accumulo, anche temporaneo, di materiale di qualsiasi natura nell alveo o sulle sponde. La documentazione progettuale, a tal riferimento, dovrà chiaramente evidenziare i luoghi di recapito e di eventuale stoccaggio del materiale rimosso.

6 9. Ove dalle attività risultasse la presenza di depositi alluvionali non rientranti nelle tipologie utilizzabili dal concessionario, per granulometria, geometria o composizione mineralogica, questi dovranno essere utilizzati per il riempimento di depressioni, esistenti o generatesi nel corso dei lavori, e per la stabilizzazione del piede delle sponde dell alveo attivo e dell alveo di piena. In presenza di materiali e rifiuti di natura antropica o vegetale, sia nella sezione di deflusso sia in prossimità delle opere d arte, dovrà esserne previsto l asporto e la rimessa in discariche autorizzate. 10. Nella realizzazione degli interventi è assolutamente vietata l interruzione, l ostruzione o lo sbarramento della naturale sezione di deflusso, anche in maniera temporanea. 11. Assunto quale aspetto vincolante l obiettivo di conservazione delle caratteristiche di naturalità dell'alveo fluviale, degli ecosistemi e delle fasce verdi riparali, è consentito, in alveo e lungo le sponde, il taglio, l abbattimento e l asportazione esclusivamente di piante morte, a portamento arbustivo o arboreo, pericolanti o debolmente radicate, che potrebbero costituire un elemento di potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e trasportabili dalle portate di piena. L eventuale rimozione e potatura selettiva di vegetazione attiva, mirata al miglioramento delle condizioni idrauliche del corso d acqua ed alla riduzione degli effetti connessi ad esondazioni, dovrà essere espressamente e preventivamente indicata negli elaborati progettuali ed autorizzata. In tali casi potranno essere previsti interventi compensativi di sistemazione a verde delle aree riparali mediante semina e messa a dimora di essenze vegetali autoctone. 12. L autorizzazione ai lavori potrà prevedere, ove ritenuta necessaria per scopi di sicurezza, la realizzazione di interventi di manutenzione delle opere d arte esistenti, la sostituzione o l integrazione di manufatti tradizionali con opere rispondenti ai criteri dell'ingegneria naturalistica garantendo la minimizzazione dell'impatto paesaggistico.

7 Interventi manutentivi, di modellamento e di rinaturalizzazione Gli interventi di regolarizzazione e miglioramento delle condizioni di deflusso negli alvei naturali consistono in interventi volti a preservare la stabilità delle sponde, a provvedere al mantenimento della sezione di naturale deflusso, alla rimozione degli ostacoli eventualmente creatisi per cause sia naturali, di natura episodica con carattere di eccezionalità o legati alla naturale morfoevoluzione fluviale, sia antropiche. Gli interventi possono essere distinti in due macrocategorie generali facenti capo ad interventi strutturali, in quanto direttamente interessanti con il reticolo idrografico attivo e la geometria delle sezioni di deflusso ordinario, ed interventi non strutturali o indiretti, interessanti la piana alluvionale o le aree di pertinenza idraulica per la laminazione, lo scolmamento o la prevenzione rispetto agli effetti di eventi meteoclimatici eccezionali Gli interventi strutturali, oggetto delle valutazioni a seguire sulla regolamentazione dei corsi d acqua, possono essere distinti in: Azioni strutturali sulla rete idrografica o Arginature o Protezioni spondali o Opere trasversali o Miglioramento delle condizioni di deflusso Azioni strutturali sui versanti o Opere di stabilizzazione dei pendii o Controllo delll erosione superficiale. Considerata l elevata suscettibilità degli ambienti fisiografici in oggetto, gli interventi di rimozione di materiale litoide, di modellamento, sistemazione e rinaturalizzazione degli alvei, dovranno rispondere a criteri e metodi volti alla minimizzazione dell'impatto ambientale sia nelle fasi di progettazione sia nelle successive fasi di realizzazione. E pertanto raccomandata, l adozione di misure preventive volte alla eliminazione di possibili dispersioni, in forma solida, liquida o gassosa, di sostanze inquinanti oltre che all abbattimento delle emissioni acustiche nell ambiente circostante. A tal riferimento non sono da considerasi inquinanti i materiali naturali autoctoni derivanti dalla

8 movimentazione e rimozione della coltre alluvionale, eventualmente presi in carico dal corso d acqua per fenomeni di reptazione, sospensione e soluzione. La progettazione delle attività di salvaguardia, manutenzione, sostituzione o integrazione di opere d arte presenti nell area oggetto dell intervento, dovrà, a meno di particolari problematiche di natura tecnica, avvalersi dei metodi propri dell ingegneria naturalistica, opportunamente dimensionati, combinati ed integrati nella proposta di intervento. Classificazione degli interventi Gli interventi sui corsi d acqua, rispondendo ad un criterio di funzionalità svolta dall opera realizzata, sono riferibili a due diversi livelli: 1. interventi di regimazione, di correzione dell alveo e di stabilizzazione dei versanti (sistemazioni idraulico-forestali) eseguiti sui torrenti e bacini montani o collinari; 2. interventi di regimazione e/o sistemazione fluviali eseguiti sui reticolo idrografico secondario o sulle aste principali. Gli interventi in bacino mirano a ridurre i fenomeni erosivi nei tratti montani ed alla sistemazione del cono di deiezione caratterizzante le zone a minore pendenza. Le opere di sistemazione riguardanti il bacino sono costituite da seminagione di essenze adeguate, opere di drenaggio, soglie, piccole briglie, muri di sostegno. La stabilizzazione dell asta e quella delle sue sponde si realizza mediante: soglie di fondo per la stabilizzazione della sezione dell alveo; briglie e livelli di base locale, introducendo salti di fondo e diminuendo la pendenza e quindi l energia del flusso e la relativa capacità erosiva della corrente, stabilizzano le sponde con la creazione di un accumuli al piede del versante; muri di sponda, scogliere longitudinali e pennelli per impedire l erosione sulle sponde; cunettoni, costituiti da canali con forte pendenza, impiegati per evitare l erosione del fondo e delle sponde. Opere per il controllo del trasporto solido Rientrano in questa categoria le opere realizzabili sui corsi d acqua di montagna cosi come descritto al punto 1. del precedente paragrafo.

9 Il controllo del trasporto solido è un problema che si presenta principalmente nei bacini caratterizzati da un rilievo geologicamente giovane, in evoluzione, e quindi interessato dalla presenza di significativi fenomeni erosivi. I corsi di acqua di montagna possono essere torrenti in erosione o torrenti di trasporto. I primi hanno una capacità di trasporto superiore al tasso di alimentazione di materiale eroso proveniente dalla superficie del bacino e quindi riescono a prendere in carico anche il materiale dal fondo e dalle sponde dell alveo; i secondi, al contrario si limitano a trasportare solo il materiale proveniente dal bacino senza avere la capacità di trasporto del materiale eroso lungo l alveo. In quest ultimo caso il volume di trasporto solido in eccesso viene depositato lungo l alveo e può causare esondazione o ostacolo al deflusso delle acque e conseguentemente si possono verificare problemi di instabilità delle sponde e dei versanti che vengono scalzati dalla corrente costretta a deviare rispetto al corso naturale. Gli interventi per ovviare all eccesso di trasporto solido sono costituiti da briglie di trattenuta e da piazze di deposito. Briglie di trattenuta Sono opere trasversali che intercettano il trasporto solido ed il materiale flottante in luoghi ove sia possibile periodicamente trasportare il materiale. Piazze di deposito Si tratta di interventi atti a contenere i depositi in aree vaste sufficientemente pianeggianti spesso posizionate sulla conoide o prima di essa. Opere di difesa dall erosione Sono opere che si rendono necessarie in quei tratti in cui la velocità della corrente è sufficientemente elevata da asportare materiale dal fondo e dalle sponde e la capacità di trasporto è gia saturata dai sedimenti in carico alla corrente. Gli interventi di difesa in queste situazioni possono agire o provocando una diminuzione della velocità della corrente o mediante la protezione meccanica delle sponde e del fondo.

10 Nel primo caso si interviene per ridurre la velocità della corrente con opere trasversali per correggere il profilo longitudinale del corso d acqua moderando la pendenza attraverso sistemazioni a gradinata con briglie di consolidamento, soglie e repellenti. Briglie di consolidamento Opere trasversali sporgenti rispetto all alveo in cui sono fondate in grado di correggere la pendenza facendo raggiungere all alveo una condizione di equilibrio con il progressivo riempimento dalla capacità di invaso formatosi a monte. Rampe e Soglie Usate come le precedenti per controllare la quota di fondo di un corso di acqua, le soglie sono opere trasversali che modificano la pendenza del fondo di alvei di più limitata entità rispetto alle briglie per effetto dell erosione che si genera a valle di esse. Possono essere realizzate in pietrame e/o legname. Soglie e rampe in pietrame e blocchi per la stabilizzazione del fondo dell alveo in tratti a pendenza elevata. Esempio di opere trasversali di regolazione del deflusso costituite da elementi litici, in emersione e soffolti, con e senza ancoraggi; possono costituire interventi di presidio di opere antropiche ed infrastrutture.

11 Dovrà, di norma, essere evitata la realizzazione di interventi che prevedono: - manufatti in calcestruzzo (muri di sostegno, briglie, traverse), se non adiacenti ad opere d'arte e comunque minimizzandone l'impatto paesaggistico con rivestimenti naturali; - scogliere in pietrame o gabbionate non rinverdite; - rivestimenti di alvei e di sponde fluviali in calcestruzzo; - tombamenti di corsi d'acqua; - eliminazione completa della vegetazione riparia arbustiva e arborea. Repellenti Repellenti o pennelli sono anch essi strutture trasversali rispetto all asse del corso di acqua ma che si protendono verso il centro dell alveo con la funzione di mantenere la corrente al centro della sezione e di favorire la sedimentazione a ridosso della sponda. Repellente (sezione trasversale) realizzato con pietrame, legname e fascine. Il nucleo, presidiato da pietrame e massi da scogliera, è contenuto dai pali in legno e dalle fascine; è possibile prevederne il rinverdimento nella zona emersa. Opere spondali di sostegno Svolgono la funzione di stabilizzare le sponde dei corsi di acqua nei casi in cui via siano presenti fenomeni di instabilità gravitativi o indotti dall azione idrodinamica della corrente. Le opere di sostegno spondali possono essere realizzate con vari tipi di materiali ed essere di conseguenza di tipologie molto diverse come muri di sponda, terre rinforzate, palificate, gabbionate, rivestimenti con bio-reti o bio stuoie.

12 strutture di sostegno spondale e gabbionate metalliche con innesto di talee. sistemazione spondale con materassi tipo reno e/o bio-stuoie in materiale eco-compatibile. protezioni spondali mediante scogliere in pietrame, con possibile rinverdimento della parte emersa. n.b. per la descrizione dettagliata degli interventi relativi agli schemi qui riportati possono essere assunti quali riferimento specifico i manuali di ingegneria naturalistica redatti a cura dell APAT, della Regione Basilicata e della Regione Lazio, di cui può esserne presa visione presso il Dip. Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Ufficio Geologico ed Attività Estrattive. Tutti gli interventi dovranno essere eseguiti sotto la responsabilità tecnica di un direttore dei lavori nominato dalla ditta esecutrice, previa delimitazione topografica dell area di intervento ed apposizione di capisaldi di controllo. In seguito alla conclusione dell intervento dovrà essere effettuato, sotto la responsabilità del direttore dei lavori, il rilievo dello stato finale da consegnare agli uffici competenti unitamente ad un rapporto tecnico sui lavori condotti, alla rappresentazione grafica della situazione post-intervento, al computo consuntivo dei volumi estratti ed alla documentazione fotografica sulle condizioni precedenti e successive ai lavori.

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