Provincia di Grosseto PIANO FAUNISTICO VENATORIO (L.R.T. 3/94 art. 8)

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1 Provincia di Grosseto PIANO FAUNISTICO VENATORIO (L.R.T. 3/94 art. 8) Il Presidente della Provincia Assessore alla Conservazione della Natura (Leonardo Marras) Gruppo Interno: Il Coordinatore Dirigente Area Ambiente e Conservazione della Natura Giampiero Sammuri Progettisti: Giorgia Romeo, Massimo Machetti Collaboratori: U.P. Attività Faunistico Venatorie: Sonia Longhi, Stefano Maccherini, Nadia Rosati, Simonetta Brizzi U.P. Attività Ittiche Simona Piccini U.P. Aree Protette e Biodiversità: Stefanini Paolo, Giovacchini Pietro, Cristiana Natali U.P. Forestazione e AIB: Fralassi Umberto, Biagi Filippo Debora Biliotti, Paolo Caldelli Si ringrazia per il loro contributo i collaboratori esterni: Anna Bocci, Luca Cimino e Capaccioli Andrea Provincia di Grosseto settembre 2012 Cartografia: Dai dati cartografici forniti dalla Regione Toscana (Autorizzazione N 4622 del )

2 INDICE 1. PREMESSA 2. COMPRENSORI ED AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA 3. UNGULATI: AREE VOCATE E GESTIONE FAUNISTICA VENATORIA 4. LE STRUTTURE E GLI ISTITUTI FAUNISTICI NELLA PROVINCIA DI GROSSETO Riepilogo generale, valutazioni e proposte Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC) Zone di Rispetto Venatorio (ZRV) Aziende Faunistico Venatorie (AFV) Aziende Agrituristico Venatorie (ATV) Aree addestramento allenamento e gare cani (AAGC) Appostamenti fissi di caccia Aree Protette Centri pubblici di produzione selvaggina (CPPS) Fondi chiusi e aree sottratte alla caccia programmata 5. DETERMINAZIONE ANALITICA DELLE PERCENTUALI DEGLI ISTITUTI, ISTITUTI FAUNISTICO VENATORI, STRUTTURE E AREE INTERDETTE ALLA CACCIA 6. ATTIVITA' E PROGETTI PER LA GESTIONE E LO STUDIO E DELLA FAUNA SELVATICA 7. RELAZIONE PER LA VALUTAZIONEAMBIENTALE STRATEGICA DELL INCIDENZA DEL PIANO SUI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA 8. CARTOGRAFIA 2

3 PREMESSA 3

4 L operato della Provincia di Grosseto su tutti i livelli è improntato alla tutela e all esaltazione delle peculiarità del territorio. Ciò è dovuto alla convinzione che la qualità dell ambiente rappresenti la vera risorsa attuale e futura di quest area. La gestione faunistico venatoria del nostro territorio, che si fonda su tutte le esperienze maturate nel corso degli anni, si dovrà fondare sul processo di definitiva affermazione e per altre di ricostituzione delle popolazioni selvatiche tramite la realizzazione di specifiche attività e la gestione delle aree finalizzate a tale scopo presenti sul territorio. Tutto ciò dovrà avvenire innanzitutto con lo stimolo alla partecipazione a questo ulteriore processo di crescita delle realtà locali, secondo le buone pratiche di tutela e conservazione della fauna, in armonia con l ambiente e in compatibilità con le produzioni agricole e forestali. Nell ambito della conservazione della fauna, si ritiene importante che la lepre italica ed il capriolo italico, endemismi le cui popolazioni locali rivestono un ruolo di rilevanza nazionale in termini numerici e di areale, vengano inseriti a tutti gli effetti tra le priorità di cui tenere conto in ogni scelta di tipo gestionale da operare nei territori interessati dalla presenza di queste specie. In particolare, è fondamentale che le unità territoriali di gestione di queste specie (in molti casi costituite da storici istituti faunistici) non vengano frazionate, anteponendo logiche localistiche a necessità conservazionistiche di interesse più generale e di rilevanza nazionale. Un altro aspetto importante per la conservazione della fauna è il ruolo svolto dagli istituti faunistici. In questo contesto è fondamentale lavorare per individuare misure utili ad un altra ulteriore crescita delle Zone di Ripopolamento e Cattura e provvedere ad una serie di modifiche del perimetro di alcune Zone di Protezione per la Migratoria. Per questa tipologia di istituti verrà favorita una gestione finalizzata sia alla effettiva tutela della fauna e dell ambiente, sia alla fruizione degli stessi. Un aspetto particolarmente importante che l aggiornamento di PFVP si propone di migliorare è la gestione del cinghiale, che ha registrato un forte miglioramento nel corso degli ultimi anni, rilevabile anche da un minor impatto sulle colture. Il coinvolgimento dei vari soggetti deputati alla gestione ha portato ad una più diffusa conoscenza delle realtà e ad una maggiore collaborazione. Due sono i punti sostanziali per un ulteriore passo in avanti: la revisione delle are vocate e la definizione di linee di gestione ben distinte per le aree vocate e le aree non vocate. In estrema sintesi si potrà consentirà una densità compatibile con le varie tipologie ambientali nelle aree vocate mentre per le aree non vocate si dovrà tendere all eradicazine con tutti i metodi a disposizione, ordinari e straordinari. Dagli studi propedeutici all aggiornamento del Piano sono state evidenziate alcune situazioni relativamente all individuazione delle aree vocate che necessitano appunto di modifiche. Un ulteriore, importante elemento da realizzare concerne l'abolizione delle aree di gestione intermedia, suddividendo l'intero territorio agro silvo pastorale soltanto in aree vocate e non vocate. Una particolare attenzione deve essere dedicata all avifauna migratoria, nel senso che deve essere rivalutato e maggiormente sfruttato anche per gli istituti e strutture fin ora considerati ai soli fini dello sviluppo e tutela delle popolazioni di selvaggina stanziale l importante ruolo che comunque essi svolgono anche per le popolazioni ornitiche. Si deve infatti considerare che se da una parte la presenza di aree boscate in aree poste a divieto di caccia pone difficoltà nella gestione delle popolazioni ungulate dall altra è un importante punto di difesa, rifugio e riproduzione dell avifauna sia quella a rischio di estinzione, e pertanto bisognose di tutela e salvaguardia, sia di quelle più comun, generalmente poco considerate anche dal mondo ambientalista. Particolare considerazione deve essere rivolta alla gestione della selvaggina oggetto dell importante lavoro svolto fin ora dalla Provincia e dagli ATC tramite il funzionamento dei Centri Pubblici di Produzione di lepri, fagiani e perinci rosse. Il lavoro svolto ha portato a risultati importanti che hanno destato attenzione al lavoro svolto in Provincia di Grosseto a vari livelli. Ciò è di stimolo non 4

5 solo a continuare in questa direzione ma ad incrementarne la qualità e ciò, l esperienza ce l ha appunto insegnato, non può prescindere dal coinvolgimento delle realtà locali e di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. 5

6 COMPRENSORI ED AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA 6

7 Il presente piano faunistico venatorio, alla luce di tutta una lunga serie di fattori che di seguito verrano ben analizzati, conferma la suddivisione del territorio agro silvo pastorale della Provincia di Grosseto in tre comprensori omogenei. Si ritiene di confermare i confini dei comprensori attuali visto che sono ritenuti oramari consolidati oltre al fatto che non sono mai state manifestate esigenze di spostamenti di territori comunali da un comprensorio all altro. Il motivo principale che al di là di altre valutazioni fa propendere per non modificare l attuale divisione della Provincia di Grosseto è appunto il consolidamento che gli attuali ambiti hanno conquistato negli anni; ciò sia dal punto di vista operativo gestionale sia per, soprattutto, tutta la rete di rapporti tesa dai Comitati di Gestione sul territorio che è alla base dell efficienza degli stessi Ambiti. Anche in confronto con gli altri ATC toscani, si ipotizza che non poche sarebbero le difficoltà cui potrebbero andare in contro i Comitati nella gestione di territori più vasti: estensioni territoriali maggiori comporterebbero maggiori difficoltà di contatti con le persone, mentre, nel caso di un maggior numero di ATC si avrebbero maggiori costi ordinari e dispersione dell uniformità di gestione, anche se per molti aspetti la gestione delle popolazioni selvatiche potrebbe rendersi più efficace. La Provincia di Grosseto comprende pertanto con questo assetto 3 comprensori: Comprensorio Grosseto Nord con superficie complessiva pari a ha e SAF di ha a comprendente 8 comuni (Civitella Paganico, Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada e Scarlino). COMPRENSORIO GROSSETO NORD - ATC GR 6 COMUNE Sup. ha SAF ha Civitella Paganico Follonica Gavorrano Massa Marittima Monterotondo M.mo Montieri Roccastrada Scarlino Totale Comprensorio Grosseto Centro con superficie totale pari a ha e SAF di ha comprendente 11 comuni (Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Castiglione della Pescaia, Cinigiano, Grosseto, Magliano in Toscana, Roccalbegna, Santa Fiora, Scansano e Seggiano). 7

8 COMPRENSORIO GROSSETO CENTRO - ATC GR 7 COMUNE Sup. ha SAF ha Arcidosso Campagnatico Castel del Piano Castiglione d. Pescaia Cinigiano Grosseto Magliano in T Roccalbegna Santa Fiora Scansano Seggiano Totale Comprensorio Grosseto Sud con superficie totale pari a e SAF di ha comprendente 9 comuni (Capalbio, Castell Azzara, Isola del Giglio, Manciano, Monte Argentario, Orbetello, Pitigliano, Semproniano e Sorano). COMPRENSORIO GROSSETO SUD - ATC GR 8 COMUNE Sup. ha SAF ha Capalbio Castell Azzara Isola del Giglio Manciano Monte Argentario Orbetello Pitigliano Semproniano Sorano Totale Sup. ha SAF ha PROVINCIA Il Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) riporta le superfici, sia quelle complessive sia quelle della Superficie Agrosilvo Pastorale (SAF), delle provincie e degli ATC, non riportando quelle relative ai comuni. Il quadro provinciale sopra delineato, che è quello cui si farà riferimento nel Piano, ha differenze così limitate da ritenersi trascurabili. 8

9 SUP. ha SAF ha Comprensorio Grosseto Nord Comprensorio Grosseto Centro Comprensorio Grosseto Sud Provincia di Grosseto Da PRAF Anche le superfici approvate con il PRAF confermano che la percentuale di territorio agro silvo pastorale rispetto alla superficie totale risulta maggiore nel territorio del comprensorio nord. Si è provveduto a ricalcolare la percentuale di SAF rispetto ala superficie totale dei vari comuni mettendola in confronto con quanto già definito nello scorso PFVP: I comuni che risultano meno antropizzati sono sempre Magliano in Toscana, Roccalbegna e Montieri, mentre Monte Argentario ha sempre la più alta concentrazione antropica. Risulta ben evidente una maggiore percentuale di SAF sul totale pressoché in ogni comune e di ciò risente ad esempio il dato relativo al territorio provinciale che passa da 94,7 a 96,27 %. Nel complesso si è comunque decisamente avvicinata la stessa percentuale tra i tre comprensori. PFVP 2006/2010 PFVP 2012/17 COMUNE % SAF/Sup. COMUNE % SAF/Sup. Magliano in Toscana 98,50% Roccalbegna 98,41% Cinigiano 98,40% Magliano in T. 98,41% Roccalbegna 98,30% Montieri 98,27% Montieri 98,20% Scansano 98,25% Massa Marittima 97,40% Campagnatico 98,19% Monterotondo M.mo 97,00% Cinigiano 97,97% Campagnatico 96,80% Manciano 97,90% Capalbio 96,80% Civitella Paganico 97,59% Roccastrada 96,60% Seggiano 97,56% ATC GR 6 96,50% Semproniano 97,43% Scansano 96,50% Sorano 97,37% Civitella Paganico 96,40% Monterotondo M.mo 97,35% Scarlino 96,40% Capalbio 97,34% Pitigliano 96,20% Massa Marittima 97,32% Castell Azzara 95,90% Pitigliano 97,28% Semproniano 95,60% Castell Azzara 97,07% PROVINCIA 94,70% Roccastrada 96,88% Gavorrano 94,50% ATC GR 6 96,49% ATC GR 7 94,50% ATC GR 8 96,48% Castel del Piano 94,30% PROVINCIA 96,27% Follonica 94,00% ATC GR 7 95,98% Santa Fiora 93,60% Arcidosso 95,86% Manciano 93,60% Gavorrano 95,66% Grosseto 93,40% Castel del Piano 95,28% ATC GR 8 93,10% Orbetello 95,10% Arcidosso 92,90% Santa Fiora 95,09% Sorano 92,80% Isola del Giglio 94,87% Orbetello 91,70% Scarlino 94,87% Seggiano 91,10% Castiglione d. Pescaia 93,17% Isola del Giglio 87,20% Grosseto 92,63% Castiglione d. Pescaia 83,90% Follonica 86,33% Monte Argentario 76,50% Monte Argentario 85,08% 9

10 Secondo i dati del PRAF, appena approvato, può essere considerata interessante l evoluzione nell ultimo decennio del medesimo rapporto (SAF/Sup. totale) delle province toscane. PFVR 2001/2005 PRAF 2012/2016 Provincia sup. totale SAF % SAF Provincia sup. totale SAF % SAF Siena ,70% Grosseto ,27% Grosseto ,70% Siena ,24% Arezzo ,30% Arezzo ,23% Regione Toscana ,90% Regione Toscana ,05% Pisa ,00% Pisa ,69% Firenze ,10% Firenze ,40% Pistoia ,30% Massa Carrara ,13% Livorno ,20% Livorno ,71% Massa Carrara ,60% Pistoia ,38% Lucca ,30% Lucca ,15% Prato ,70% Prato ,47% La Provincia di Grosseto non solo è la provincia più estesa della Regione Toscana ma è anche quella che ha la maggiore percentuale di SAF; da sola rappresenta oltre un quinto dell intero teritorio regionale. Tutto ciò, anche considerato che molte province hanno le medesime estensioni degli ATC grossetani, viene avvalorata ulteriormente la scelta di non propendere per una suddivisione del territorio provinciale in meno di tre comprensori. Si conferma inoltre la possibilità per la delimitazione a mezzo di tabelle del confine dei comprensori, così come di tutti gli altri istituti e strutture, anche sulle strade pubbliche. Il territorio agro silvo pastorale risultante dalla differenza tra la superficie agro silvo pastorale e i vari istituti, il cosidetto territorio libero, è quello destinato alla caccia programmata la cui gestione è affidata ai Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia. Si riconosce nel comprensorio Grosseto nord l ATC GR 6, nel Comprensorio Grosseto centro l ATC GR 7 e nel Comprensorio Grosseto sud l ATC GR 8. Gli Ambiti Territoriali di Caccia sono stati istituiti secondo i confini attuali con Deliberazione del Consiglio Provinciale n 109 del 05/10/1995, quindi sono operativi da ben 17 anni e si ritiene che il lavoro profuso dagli ATC grossetani sia da considerarsi nel complesso positivo. Tra i compiti degli ATC si colloca la gestione del territorio per quanto riguarda la caccia agli ungulati e l assegnazione dei fondi per i miglioramenti ambientali. A tali compiti, già di per se estremamente gravosi, la Provincia ha aggiunto la gestione delle ZRC e la stima dei danni alle colture agro forestali. Gli ATC già erano stati chiamati alla gestione delle Zone di Rispetto Venatorio che, come si evidenzierà nel succesivo specifico capitolo, si sono definitivamente affermate come effetivo strumento di gestione faunistica. 10

11 Gli ATC hanno in molteplici realtà utilizzato la possibilità offerta dalla normativa di istituire Aree a Particolare Gestione di Caccia (APG) che in alcune realtà sono risultate uno strumento particolarmente efficace per particolari specifiche realtà territoriali. Nella pressochè totalità dei casi si è sempre regolamentato l accesso, i tempi, le modalità ed altro senza escludere la caccia al cinghiale. Proprio per la necessità di provvedere alla gestione di tale ungulato, soprattutto con piani di abbattimento in periodo venatorio, le APG hanno rappresentato uno strumento utile a proteggere particolari ambienti o particolari presenze faunistiche senza appunto rinunciare alla gestione di tale selvatico. In alcuni casi, come ad esempio è avvenuto in occasione del rinnovo della ZRC Ghirlanda, si è escluso delle aree boscate dal confine del vecchio perimetro che sono state appunto gestite dall ATC GR 6 con una APG che consentiva la sola caccia al cinghiale, si è venuta così a creare un area cuscinetto di protezione alla ZRC stessa. Tali esperienze fanno propendere anche per il futuro ad un uso di tale istituto utile a gestire appunto particolari analoghe situazioni. L adattabilità delle APG potrebbe essere utile a sperimentare in specifiche aree una gestione faunistico venatoria della selvaggina stanziale basata su specifici piani di assestamento che prevedano censimenti e piani di prelievo. L analisi dei tesserini venatori rilasciati dai singoli comuni nel corso degli ultimi 5 anni conferma come prosegua il decremento del numero totale dei cacciatori residenti in Provincia di Grosseto. Questo calo che nel corso del quinquennio precedente si attestava intorno al 4 % nel periodo 2005/ /2012 è di circa il 10%. CACCIATORI RESIDENTI IN PROVINCIA DI GROSSETO 2005/ / / / / /11 ATC GR ATC GR ATC GR Prov. GR Tale tendenza alla diminuzione è ancora più marcata nel caso del totale dei cacciatori iscritti agli ATC Toscani dato che sono diminuiti nello stesso periodo di circa il 13 %. CACCIATORI ISCRITTI agli ATC Toscani 2005/ / / / / /11 Tot. Regione Ben altra tendenza dimostra il numero dei cacciatori effettivamente presenti nel corso della stagione venatoria, ovvero quelli iscritti, come primo o altro, ad uno degli ATC grossetani. In questo caso si ha una presenza pressoché costante dato che nel corso del ultimi 5 anni il totale dei cacciatori iscritti agli ATC GR6, GR7 e GR 8 è rimasto sostanzialmente inalterato. Dato che è diminuito il numero dei cacciatori residenti in Provincia di Grosseto e ancor più il numero dei cacciatori toscani desta una certa attenzione, e per certi versi soddisfazione, il fatto che il numero dei cacciatori iscritti agli ATC grossetani sia rimasto sostanzialmente invariato dimostrando una evidente appetibilità dal punto di vista venatorio del nostro territorio. CACCIATORI ISCRITTI agli ATC grossetani 2005/ / / / / /11 ATC GR ATC GR ATC GR Prov. GR

12 In questo contesto è interessante anche l analisi del numero delle idoneità all esercizio venatorio rilasciate dalla Provincia nel corso del quinquennio 2006/2011. Ai sensi della normativa regionale e secondo i criteri definiti dal Consiglio Provinciale è stata nominata una Commissione di esperti nelle materie oggetto di esami: Legislazione Venatoria, Zoologia applicata alla Caccia, Armi e Munizioni, Tutela della Natura e Salvaguardia delle Colture, Pronto Soccorso. Questa Commissione esaminatrice è stata completamente rivista dopo l insediamento della attuale Giunta Provinciale, si è infatti passati da una commissione composta di soli commissari esterni a una composta di soli commissari interni alla Provincia sia per i membri effettivi sia per i supplenti. Nel periodo 2006/2011 sono state attivate tre o due sessioni di esami per ogni anno esaminando un totale di n candidati. Mediamente si sono candidati 181 persone per ogni anno e di questi sono risultati mediamente abilitati all esercizio venatorio 141. La percentuale degli idonei all esercizio venatorio si è attestata pertanto sul 79 % (nello scorso quinquennio il medesimo dato era del 76,4%) e tra gli idonei la presenza di donne si è attestata al 7%. candidati M F abilitati M abilit F abilit anno anno anno anno anno anno totale 2006/ Confronto grafico tra candidati e abilitati all esercizio venatorio nel periodo

13 Nell ottica di legare maggiormente il cacciatore al territorio e di addivenire nel futuro d un sempre maggior coinvolgimento di tutti i soggetti a qualsiasi titolo alla gestione faunistico venatoria e ambientale si intendono individuare dei criteri per consentire ai Comitati di Gestione degli ATC di adottare una differenziazione nelle quote di iscrizione tra i vari cacciatori che intendono iscriversi. Tale differenziazione si sostanzierà in una diversa quota di iscrizione a seconda del tipo di cacciatore, del suo operato come volontario all interno delle attività attuate nello stesso ambito e della sua provenienza. La differenziazione a seconda del tipo di cacciatore è già presente da anni nel senso che i cacciatori che svolgono la sola caccia agli ungulati pagano all ATC una quota minore rispetto al cacciatore che effettua tutte le altre forme di caccia alle altre varie specie selvatiche. Anche in considerazione della necessità di provvedere anche per il futuro a consentire più facilmente il raggiungimento dei piani di abbattimento, in particolar per il cinghiale, si ritiene che tale possibilità debba essere utilizzata anche per il periodo di vigenza del presente Piano. Relativamente all operato si ritiene che un incentivo alla partecipazione alle attività dell ATC possa venire, oltre comunque allo stimolo generale ad un maggior coinvolgimento, stabilendo, da parte del comitato, che una parte della quota di iscrizione all ambito possa essere considerata, ad esempio, la partecipazione del cacciatore alle operazioni di cattura delle lepri o dei caprioli. Il verdersi scontata una parte della quota di iscrizione farà si che il cacciatore sarà da una parte stimolato a partecipare alle attività dell ATC con un maggior coinvolgimento dello stesso e una migliore riuscita delle operazioni e dall altra lo stesso Ambito avrà a disposizione l opera di una serie di persone che altrimenti non avrebbe avuto e che per alcune operazioni avrebbe addirittura dovuto pagare. I comitati di gestione provvederanno, sempre al fine di accrescere il legame del cacciatore al territorio a stabilire delle quote differenti in dipendenza della residenza anagrafica, o del domicilio, del cacciatore. Il contributo del cacciatore che intende iscriversi ad un ATC grossetano sarà aumentato da 3 a 10 volte nel caso provenga da altre regioni. Quest opportunità non nasce da antipatiche diatribe di confine ma anzi dalla visione oggettiva dell esperienza: inevitabilmente i cacciatori provenienti dalle provincie, ma soprattutto dalle regioni, non maturano nel corso di tutto l anno solare quell attaccamento al territorio tipico dei cacciatori residenti nei comuni grossetani semplicemente perché non lo frequentano. Nel considerare la peculiarità del nostro ambiente come l unica vera risorsa non si può non valutare tutti quei fattori che contribuiscono a far si che il cacciatore, da considerarsi quale vero e proprio gestore del suo territorio di caccia, sia legato a questo territorio da considerarlo un patrimonio e di conseguenza non solo rispettarlo ma facendosi parte attiva nella sua gestione. Con l approvazione del PRAF si è provveduto, differentemente dallo scorso Piano Faunistico Venatorio Regionale, a definire i: Criteri e modalità per la prevenzione e per il risarcimento danni in favore degli imprenditori agricoli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui fondi. Tale argomento era stato fin ora trattato dai Piani Faunistico Venatori Provinciali che, almeno questo è il caso della Provincia di Grosseto, non si discostavano sostanzialmente da quanto definito dal PRAF attualmente vigente. Uno degli aspetti su cui spesso si sono confrontati proficuamente la Provincia, gli ATC e le associazioni agricole è stata la definizione del prezziario annuale dei prodotti e delle lavorazioni per il risarcimento dei danneggiamenti da parte della selvaggina. Tale prezziario, la cui approvazione da parte della Provincia era dovuta solo per gli istituti pubblici, era in realtà quello utilizzato anche dagli ATC per il territorio di competenza. Tale stato di fatto era dovuto alla partecipazione alla sua definizione sia degli ATC sia delle associazioni agricole. Nel corso degli ultimi cinque anni è stata evidenziata da tutti i soggetti interessati la necessità di apportare alcune modifiche ai criteri di definizione del prezziario provinciale così come stabiliti dal Piano faunistico Venatorio Provinciale. 13

14 Una tra tante, forse la principale, era dovuta alla non rispondenza alla realtà dei prezzi dei prodotti fornita dalla CCIAA, la quale peraltro per molti prodotti oggetto di danno non forniva alcuno riferimento. Nel caso della Provincia di Grosseto spesso si era fatto riferimento a soggetti vari che, secondo l accordo di tutti, davano un riferimento molto più realistico. In ragione di tutto ciò, dato che il riferimento per la gran parte dei prodotti da indennizzarsi rimane comunque quanto definito dai mercuriali della CCIAA, dato che si ritiene importante continuare il percorso di fattiva collaborazione intrapreso da oltre 10 anni da Provincia, ATC e associazioni agricole, definire dei criteri che pur nell ambito delle regola stabilite dal PRAF consentano di definire anno per anno un prezziario che consenta agli agricoltori di conoscere in maniera trasparente i prezzi per tutto il territorio provinciale, sia nei vari ATC che negli istituti pubblici e privati. Una volta all anno la Provincia provvederà a convocare un tavolo tecnico, al quale parteciperanno gli ATC e le associazioni agricole, che servirà per proporre un prezziario provinciale al quale, una volta definito, tutti si atterranno. Nel caso in cui la CCIAA non avesse definito il prezzo delle colture danneggiate o se questo prezzo venisse ritenuto non rispondente alla reale mercato locale, si provvederà a reperire un riferimento presso: - Ortofrutta per le colture orto frutticole - Conserve Italia per il pomodoro, il cece e le altre colture industriali - CCIAA di Bologna (così come prevede il PRAF) per i cereali - Vivai locali per le piante da mettersi a dimora - Cooperative e rivenditori locali per i semi e tutti gli altri prodotti - FRIMAT per le lavorazioni Gli ATC potranno individuare particolari aziende o fondi, oggetto di danni nel corso della/e precedente/i stagione/i, ai quali evidenziare la necessità di fare prevenzione in tutte le sue forme, ivi compresa l attuazione di interventi di contenimento. Tali aziende, che saranno prioritariamente quelle con colture ad alto reddito o comunque nelle quali sia ragionevole il rapporto costi/benefici degli interventi di prevenzione, dovranno provvedere a collaborare in tal senso, Nel caso il proprietario o conduttore non provveda il risarcimento sarà liquidato al 60 % di quanto stabilito dalle operazioni peritali. 14

15 LA GESTIONE DEGLI UNGULATI

16 3. UNGULATI La presenza della fauna selvatica di media taglia all interno dei boschi della Provincia di Grosseto è una realtà che appartiene alla storia più recente. A partire dal XIV secolo, caprioli, daini e cinghiali (oltre ad altre specie selvatiche) hanno subito una progressiva contrazione numerica e di areale fino ad arrivare al minimo storico tra la fine del 1800 e i primi anni del Negli anni 50 del secolo scorso si è assistito ad una serie di fenomeni, che non verranno approfonditi in questa sede, schematizzabili come segue: progressivo abbandono delle attività legate all ambiente agricolo a favore di attività industriali; progressiva riduzione della domanda di prodotti del bosco (legna da ardere, carbone, ecc.); riduzione drastica di attività zootecniche svolte all interno della macchia. Queste condizioni hanno portato, in seguito all espansione delle superfici boscate e ad una rinnovata disponibilità alimentare derivata anche dai frutti del bosco (ghianda e castagna), ad un progressivo e rapido aumento delle aree vocate per la ricolonizzazione da parte degli ungulati selvatici. La ricolonizzazione è stata prevalentemente a carico di due entità distinte: le Associazioni Venatorie e il Corpo Forestale dello Stato, oltre alcuni nuclei relitti collocati nelle zone più remote e caratterizzate da un elevato grado di naturalità. Le operazioni hanno spesso seguito protocolli più legati a opinioni personali o di interessi venatori che ad una attenta valutazione dell idoneità dei siti e delle specie reintrodotte. Si è assistito così al diffondersi di specie talora non idonee ai territori interessati, oppure si sono utilizzati animali provenienti da popolazioni caratterizzate da adattamenti morfologici e fisiologici non idonei ai siti di nuova colonizzazione. Il caso più eclatante è quello del cinghiale, dove l autoctono suide maremmano (Sus scrofa majori) è stato pressoché sostituito da individui provenienti dall est Europa o da individui ibridati con maiali domestici. Diverso il discorso del capriolo, per il quale si è assistito ad una graduale perdita di identità genetica dovuta all introduzione di soggetti di capriolo europeo in aree ristrette che hanno dato luogo ad ibridi ed alla riduzione dell areale distributivo del capriolo italico. Ancora più delicato il discorso riferito a daino e muflone dove nel primo caso siamo in presenza di una specie introdotta 1 in Italia dai Romani e evolutasi in ambienti sostanzialmente diversi (Medio Oriente), e che vede nel nostro territorio una distribuzione legata originariamente a cause involontarie e nel secondo caso troviamo una specie tipica di ambienti rocciosi di bassa quota (falesie, ambienti a substrato roccioso di bassa quota, ecc.) poco rappresentati sul territorio dell Italia continentale. Attualmente nel territorio della provincia di Grosseto, la formazione di popolazioni di ungulati raggiungono livelli di densità e consistenza spesso elevati. Questo successo a livello di popolazione può essere attribuito principalmente ai seguenti fattori: livelli di vocazionalità mediamente alti degli ambienti nei confronti delle specie ungulate; assenza o scarsa presenza di predatori naturali; assenza di pratiche venatorie nei confronti degli ungulati ruminanti fino al 1997; caratteristiche biologiche delle specie. 1 Il termine introduzione potrebbe essere improprio, secondo alcune teorie basate su resti fossili di daino rinvenute sul territorio italiano sarebbe più corretto parlare di reintroduzione. 16

17 3. 1. CINGHIALE Analisi del quinquennio Il cinghiale negli ultimi decenni ha notevolmente ampliato il proprio areale distributivo e attualmente rappresenta l ungulato più diffuso nella Provincia di Grosseto, così come in tutta la penisola italiana. Il rapido incremento della popolazione in ambito provinciale, oltre alle cause generiche già analizzate nei capitolo degli UNGULATI (cfr pag..) è da imputarsi con ogni probabilità all effetto delle braccate che incidono sulla mobilità degli animali e soprattutto alle operazioni di foraggiamento che fanno sì che non ci siano flessi demografici legati agli andamenti climatici e di produttività ambientale. La gestione del cinghiale in Provincia di Grosseto è una questione molto problematica a causa del contrasto fra agricoltori e cacciatori: i primi danneggiati da questa specie e i secondi spesso fautori di un errata gestione, soprattutto nel passato. La comparsa di danni spesso ingenti all'agricoltura è stata causa di forti contrasti tra i diversi soggetti presenti (gli agricoltori) o coinvolti a vario titolo nella gestione faunistica del territorio (cacciatori, Enti Pubblici), quasi sempre caratterizzati da interessi divergenti. In molti casi l'importanza del conflitto è arrivato ad ostacolare o a vanificare la realizzazione dell' intera strategia gestionale fissata dalla Provincia e dagli ATC (spesso è stato proprio questo l'elemento realmente limitante, e non tanto le scelte tecniche o gli aspetti biologici della specie). Per questo motivo non va assolutamente sottovalutata la "dimensione umana" nella gestione del cinghiale che dovrà sempre tendere a prevenire la comparsa dei conflitti o a sanarli attraverso un'opera di mediazione tra le diverse componenti. Complessivamente al momento risultano iscritti all Albo dei cacciatori che esercitano la caccia in battuta al cinghiale n cacciatori. Se confrontiamo tale dato con il numero totale di cacciatori iscritti ai 3 ATC della Provincia di Grosseto nella stagione venatoria ( cacciatori) emerge che circa il 65,82% di essi può esercitare la caccia al cinghiale iscrivendosi ad una delle squadre già costituite. Per comprendere a pieno l interesse venatorio che il cinghiale suscita in Provincia di Grosseto occorre confrontare i dati riportati nelle successive tab. n., n, n e n. Stagione venatoria N. cacciatori % N. cacciatori % N. cacciatori % N. cacciatori % N. cacciatori % 2011/12 N. % cacciatori A.T.C. GR % % % % % % A.T.C. GR % % % % % % A.T.C. GR % % % % % % Totale Provincia Cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale 2006/ / / / /11 Tabella n. Cacciatori iscritti nei tre ATC della Provincia di Grosseto nel periodo praticanti la caccia in battuta al cinghiale e percentuale rispetto al totale provinciale di cinghialai

18 ATC GR % Numero iscritti ATC % 50% 45% % iscritti alle squadre di caccia al cinghiale / / / / /11 40% Stagione venatoria Totale iscritti A.T.C. Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale ATC GR % Numero iscritti ATC % 50% 45% 40% 35% % iscritti alle squadre di caccia al cinghiale / / / / /11 30% Stagione venatoria Totale iscritti A.T.C. Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale ATC GR % Numero iscritti ATC % 30% 25% % iscritti alle squadre di caccia al cinghiale / / / / /11 20% Stagione venatoria Totale iscritti A.T.C. Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Figura n..totale di iscritti agli ATC in confronto alla percentuale degli iscritti alle squadre di caccia al cinghiale 18

19 ATC GR6 2006/ / / / / 11 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Totale iscritti A.T.C Percentuale 56% 53% 53% 51% 51% ATC GR7 2006/ / / / / 11 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Totale iscritti A.T.C Percentuale 44% 44% 44% 45% 39% ATC GR8 2006/ / / / / 11 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Totale iscritti A.T.C Percentuale 33% 32% 30% 30% 27% Tabella n. - Numero e percentuale dei cacciatori iscritti alle squadre di caccia in battuta al cinghiale nei tre ATC della Provincia di Grosseto nel periodo Densità iscritti alle squadre di caccia al cinghiale / / / / /11 Stagione venatoria ATC GR6 ATC GR7 ATC GR8 Figura n. Numero di cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale nei tre ATC della Provincia di Grosseto dal 2006 al La conferma, ancora una volta, dell interesse rivestito in Provincia di Grosseto dalla caccia al cinghiale si ha analizzando i dati riportati nella tabella n.,oltre il 42% dei cacciatori iscritti agli ATC risultano anche iscritti alle squadre per l esercizio della caccia in battuta al 19

20 cinghiale. Fenomeno leggermente in declino in quanto nel periodo il numero dei praticanti questa forma di esercizio venatorio risulta mostrare un decremento dell 5% sia nell ATC GR6 sia nell ATC GR 7, mentre l ATC GR 8 evidenzia un valore di un punto percentuale superiore (decremento del 6%. Non possiamo comunque dimenticare che la presenza del cinghiale e le tecniche di prelievo comunemente adottate hanno creato qualche spaccatura anche all'interno del mondo venatorio generando situazioni di conflitto con cacciatori dediti alle altre forme di caccia che lamentano la difficoltà di praticare la caccia vagante in concomitanza delle braccate, che vanno ad interessare territori anche di notevoli dimensioni, oppure l'eccessivo disturbo causato dalle braccate alle altre specie di Ungulati. Altre polemiche coinvolgono anche gli aspetti economici, ai cacciatori di cinghiale viene attribuita la responsabilità dell aumento delle risorse finanziarie necessarie a far fronte al risarcimento dei danni arrecati alle produzioni agricole e per la realizzazione degli interventi di prevenzione a fronte di una quota di iscrizione all ATC che è quasi uguale per tutti i cacciatori. Nella successiva tabella n. viene fornita anche una valutazione circa la partecipazione alla caccia dei cacciatori iscritti alle squadre nel periodo Il dato risulta variabile nei 3 ATC: il massimo di partecipazione viene raggiunto nell ATC GR 6 dove, nella stagione venatoria , mediamente un cacciatore iscritto in una delle squadre ha effettuato 20,75 giornate di caccia; il minimo è stato rilevato nell ATC GR 8, con una partecipazione pari a 12,80 giornate. Il suddetto parametro, se riferito all intera Provincia di Grosseto, risulta di 16,55 partecipazioni (contro le 15,10 giornate medie di caccia nel quinquennio precedente). 20

21 Partecipazione alla caccia in battuta al cinghiale Stagione venatoria A.T.C. GR6 A.T.C. GR7 A.T.C. GR8 Totale Provincia 2006/ / / / /11 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Partecipanti Partecipazione ad iscritto (in giornate di caccia ) 19,53 20,75 19,8 18,96 17,42 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Partecipanti Partecipazione ad iscritto (in giornate di caccia ) 17,07 15,32 15,52 14,60 12,90 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Partecipanti Partecipazione ad iscritto (in giornate di caccia ) 16,45 13,36 12,94 13,05 12,80 Iscritti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale Partecipanti Partecipazione ad iscritto (in giornate di caccia ) 18,01 17,13 16,81 16,07 14,72 Tabella n. Numero medio di giornate di caccia effettuate da ciascun cacciatore iscritto alle squadre di caccia in battuta al cinghiale nei tre ATC della Provincia di Grosseto nel periodo Come già in precedenza ricordato, la popolazione di cinghiale risulta attualmente distribuita su tutto il territorio agro-forestale della Provincia di Grosseto con variazioni annuali di densità, legate sia all andamento della stagione riproduttiva, sia all intensità del prelievo venatorio effettuato. L areale distributivo ha negli ultimi anni subito un rapido ampliamento, cosa che ha comportato la presenza della specie su tutto il territorio boscato e purtroppo anche in parte di quello non boscato. Per poter analizzare l andamento del fenomeno in un arco di tempo utile, nelle successive tabelle n. e n. viene indicata la superficie individuata come vocata per il cinghiale nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale , con la ripartizione fra i 3 ATC, e quella del quinquennio successivo Il PFVP ha individuato la superficie massima di aree vocate alla presenza del cinghiale per ogni comprensorio omogeneo. Con atto dirigenziale sono state poi cartograficamente individuate le aree vocate e di influenza. Di seguito la vocazionalità come definita per l annata suddivisa, come riportato nella tabella sottostante, in aree vocate e aree di influenza: 21

22 Comprensorio omogeneo SAF vocato (ha) influenza (ha) Grosseto nord Grosseto centro Grosseto sud Prov. GR Tab. - Superficie delle aree vocate e delle aree di influenza La superficie massima individuabile come vocata è stata definita, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, in base all estensione delle aree boscate individuate nel secondo inventario forestale della Regione Toscana (anno 1999), aumentata fino ad un massimo del 10% per conseguire una più funzionale perimetrazione. L Amministrazione Provinciale nel 2005, per consentire agli ATC di attuare un prelievo programmato del cinghiale in tutti quei territori che presentino condizioni ambientali e vegetazionali tali da non poter essere considerati vocati per questa specie, ma che per motivi di localizzazione rispetto all area vocata ospitano anche consistenti nuclei di animali in diversi periodi dell anno, ha individuato, nei tre ATC, con proprio atto, tali zone definendole aree d influenza dei Distretti. Nel complesso quindi la superficie in cui è stata esercitata la caccia in battuta al cinghiale in Provincia di Grosseto è complessivamente di ha e si ripartisce fra i 3 ATC come mostrato nella successiva tabella n.. I Comitati di gestione degli ATC in base a quanto previsto dalla normativa hanno provveduto a suddividere le aree di influenza e il territorio individuato come vocato per il cinghiale in unità di gestione denominate distretti. Nelle due tabelle successive l evoluzione dal 2000 al N. Distretti di caccia al cinghiale in battuta A.T.C. Stagione venatoria 2000/ / / / /05 A.T.C. GR A.T.C. GR A.T.C. GR Totale Provincia Tabella n. Ripartizione in distretti dell area vocata al cinghiale e delle aree di influenza individuate nel PFV N. Distretti di caccia al cinghiale in battuta Stagione venatoria 2006/ / / / / /12 A.T.C. GR A.T.C. GR A.T.C. GR Totale Provincia Tabella n. Ripartizione in distretti dell area vocata al cinghiale e delle aree di influenza individuate nel PFV

23 Prendendo i esame il decennio il numero dei Distretti è complessivamente aumentato passando dai 32 degli anni 2000 a 48 della stagione venatoria Nelle successive tabelle viene mostrata la superficie dei vari distretti individuati per la stagione venatoria , nel corso della quale, 139 squadre hanno partecipato alla caccia al cinghiale suddivise in 47 distretti per un totale di 8063 cacciatori e capi prelevati. Gli ATC hanno individuato, ai sensi del Testo Unico dei regolamenti regionali, per ogni distretto, le densità obiettivo per quel che riguarda il cinghiale, riportate nella tabella sottostante suddivise per distretti di caccia: COMPRENSORIO OMOGENEO DISTRETTO DI CACCIA Densità abiettivo capi/100 ha COMPRENSORIO OMOGENEO DISTRETTO DI CACCIA Densità abiettivo capi/100 ha GR NORD ATC GR 6 Civitella 2,25 Castiglione della pescaia n. 1 2,6 Paganico 3,75 Grosseto n. 2 2,7 Casal di Par 3,85 Montorsaio 2,9 Casenovole 2,75 Campagnatico 2,5 Scarlino-Gavorrano 3,75 Cinigiano n. 5 2,5 Roccastrada 2,25 Scansano n.6 2,4 Sticciano 3,75 Santa Fiora 2,8 Torniella Piloni 4,25 Arcidosso-Cateldelpiano-Seggiano 2,8 Massa sud 2,25 GR NORD Roccalbegna n. 9 2,7 Perolla 3,25 ATC GR 7 Scansano n. 10 2,4 Massa est 2,25 Magliano n. 11 2,5 Montebamboli 3,75 Grosseto n. 12 2,5 Marsiliana 3,75 Grosseto n. 13 2,5 Prata-niccioleta 3,75 Cinigiano n. 14 2,6 Massa 2,85 Roccalbegna n. 15 2,6 Massa nord 2,75 Magliano n. 16 2,5 Roccatederighi- Sassofortino 3,15 Castiglione della Pescaia n. 17 2,6 Cornate 3,55 Castiglione della Psecaia n. 18 2,5 Montieri 3,05 Monte argentario 3,1 Frassine 3,75 Orbetello 2,9 Monterotondo 3,75 Capalbio 2,9 GR NORD ATC GR 8 Manciano ovest 2,5 Pitigliano 2,4 Semproniano 2,5 Sorano 2,5 Castellazzara 2,9 Manciano-Scansano 2,5 Tab. 3- Densità obiettivo del cinghiale nei distretti di caccia. Per la definizione del piano di gestione delle AFV, analogamente a quanto indicato per i distretti, si valutano tutti i cambiamenti da adottarsi attraverso la valutazione degli abbattimenti, dei danni nell area circostante, delle opere di prevenzione realizzate etc In tutte le aree esterne ai distretti, alle aree di influenza e alle aree vocate incluse nelle AFV, inclusi gli istituti e strutture pubblici e privati la densità sostenibile, ovvero quella alla quale si tende con la gestione, è zero capi per 100 ettari. SERIE STORICA DI CINGHIALI ABBATTUTI DAL 99 AL 2011 NEL TERRITORIO LIBERO E NELLE AFV da incrementare con i dati mancanti 23

24 Stagione venatoria 2006/ /08 Capi abbattuti e densità di prelievo del cinghiale 2008/ /10 Spuerficie in ha Capi N. capi/100 ha Capi N. capi/100 ha Capi N. capi/100 ha Capi N. capi/100 ha Capi N. capi/100 ha Capi (XXX) A.T.C. GR , , , , A.T.C. GR , , , , , A.T.C. GR , , , , , AFV , , , , ,16 * 2010/11 2 Totale Provincia Capi abbattuti ATC GR6 ATC GR7 ATC GR8 1998/ / / / / / / / / / / / /12 Stagione venatoria L espansione delle popolazioni di Cinghiale ha comportato la comparsa della specie anche in aree intensamente utilizzate dal punto di vista agricolo; in queste situazioni si è verificato un progressivo aumento dei danni alle colture, che ha portato alla nascita di conflitti tra il mondo agricolo e quello venatorio. DANNI L andamento dei danni, o meglio l indennizzo liquidato agli agricoltori in base ai danni verificati dai tecnici incaricati, nel territorio provinciale nel corso degli anni , è stato altalenante. L anno solare nel quale si sono riscontrati più danni è stato il 2001, con circa 650 mila euro indennizzati a fronte del 2009, anno con il minor importo, nel corso del quale si sono verificati 202 mila euro di danni in totale. 24

25 I danni riscontrati nel 2010 sono maggiori rispetto a quelli del 2009, ma sono da considerarsi sempre entro limiti che, alla luce del trend finora evidenziato, possono essere ritenuti accettabili. Nel corso del 2011 si sono invece verificati molti episodi puntuali, legati a situazioni particolari che fanno ipotizzare un aumento ulteriore. Va specificato che il sistema di definizione dei prezzi, approvato con il Piano Faunistico Venatorio Provinciale vigente, non consente di definire l importo totale fino ai mesi di febbraio marzo Tale sistema, approvato al fine di garantire un equità delle valutazioni in tutto il territorio, comporta però il fatto che l importo definitivo sarà appunto conosciuto solo nel Peraltro il verificarsi di particolari problematiche situazioni non consente di stimare, nemmeno approssimativamente, quello che sarà l andamento generale. Al di là della situazione complessiva si pone comunque come obbligo, da parte della Provincia, di dare una risposta concreta e tempestiva anche a tutte quelle situazioni che, seppur non diffuse, creano problemi, e i cui risvolti per gli agricoltori interessati sono molto importanti anche alla luce dell andamento generale dell economia legata al mondo agricolo. Va specificato infine che il cinghiale risulta la specie maggiormente responsabile dei danni alle colture (mediamente sopra il 95%) e pertanto, per poter positivamente incidere sui problemi legati ai danneggiamenti alle colture, sono state approvate e messe in atto una serie di misure straordinarie per il controllo di tale ungulato, in osservanza dell art. 28 bis comma 7 della L.R. 12 gennaio 1994, n. 3, recepimento della L.N. 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", nonché dell art. 92 del D.P.G.R n. 33/R Regolamento di attuazione della L.R. 12 gennaio 1994, n. 3 (recepimento della L.N. 11 febbraio 1992, n. 157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio ). 25

26 3.2 PROPOSTE GESTIONALI Tra gli ungulati selvatici presenti in Provincia di Grosseto, la specie più problematica è sicuramente il cinghiale, per il quale si sommano problematiche di tipo biologico (difficoltà di stima numerica, produttività legata alla stagionalità e all offerta trofica, ecc.) e antropico (danni alle colture agricole, specie emblematica sotto il profilo venatorio, complessità di gestione delle singole realtà territoriali). Una corretta gestione del cinghiale dovrebbe essere dunque improntata ad un approccio dinamico, che tenga conto contestualmente degli aspetti ambientali e umani. Il cinghiale è una delle specie ecologicamente più flessibili della nostra fauna, che difficilmente può essere gestita con un approccio rigido, che non contempli la possibilità di modulare le azioni al contesto in cui si opera e alle mutevoli condizioni al contorno. Per questi motivi è quindi necessario adottare una gestione adattativa, che tenga conto dell esperienza pregressa, dei fatti positivi e degli errori commessi e che continuamente si adatti in maniera rapida all evolvere delle popolazioni e degli impatti che queste popolazioni hanno sulle varie risorse umane (l agricoltura e, più in generale, la comunità umana che condivide il territorio in cui i cinghiali vivono). Il crescente disagio riscontrabile a livello territoriale ha reso necessaria una strategia di gestione tesa a far coincidere densità reali e densità potenziali. Per questo motivo, dunque, si è inteso innanzitutto rivedere completamente le aree nelle quali la presenza di questo selvatico è compatibile con l ambiente e l esercizio delle pratiche agricole tradizionali e le aree dove ciò non avviene. In conseguenza di questa suddivisione territoriale sono state quindi adottate due linee gestionali ben distinte. Le strategie gestionali variano in relazione all uso che viene fatto del territorio e alla suddivisione dello stesso in vocato (a prevalenza boschiva) e non vocato (a prevalenza agricola) alla presenza del cinghiale. Nel territorio vocato il cinghiale viene gestito come una risorsa rinnovabile, mentre nel territorio non vocato si tende alla sua eradicazione. INSERIRE CARTE VOCAZIONE La Provincia provvede alla redazione delle carte di vocazione per la specie cinghiale e al loro aggiornamento verificando, ove necessario, la corrispondenza nel territorio dei dati geografici in suo possesso. La Giunta potrà provvedere annualmente ad effettuare eventuali modifiche e correzioni a seguito di possibili variazioni nell uso del suolo e/o locali situazioni ritenute problematiche che necessitano una migliore definizione. Nelle aree vocate degli Ambiti Territoriali di Caccia e delle Aziende Faunistico Venatorie le densità ottimali dovranno essere individuate a seconda delle condizioni locali. È fondamentale che tali densità permettano un razionale utilizzo venatorio delle popolazioni e garantiscano un buon equilibrio con le altre componenti dell ecosistema e con le attività agricole di interesse economico. Questi valori vengono definiti come densità obiettivo, espresse come numero di capi per 100 ha di territorio, e devono essere intese e calcolate rispetto alla superficie idonea alla specie di ciascuna unità di gestione. La definizione degli obiettivi da conseguire, per gli ATC e tutti gli istituti e strutture individuate, dovrà realizzarsi attraverso la stesura di adeguati piani annuali di gestione, a partire dai dati derivanti dalle operazioni di monitoraggio della densità di popolazione, dai registri di braccata, dai danni, dai risultati delle azioni di controllo e dalle informazioni derivanti dai capi abbattuti, (soprattutto dall esame della struttura di popolazione tramite le mandibole degli animali abbattuti e gli uteri delle femmine per verificare la produttività annuale), tutti quei dati che consentono di fare previsioni e stime in merito alle dimensioni della popolazione ad inizio caccia. Le ricostruzioni demografiche permetteranno quindi di programmare correttamente i prelievi secondo precisi obiettivi. Le proposte di gestione per il cinghiale sono riconducibili all esigenza da parte della Provincia di Grosseto di fissare delle linee guida di gestione della specie per tutti gli istituti e strutture individuate nel PFV e di verificarne il rispetto. 26

27 Indicazioni generali Obbligo di apporre contrassegni inamovibili su tutti i cinghiali abbattuti; Adozione di piani specifici di controllo per le Riserve Naturali critiche, mediante una strategia di contenimento basata su abbattimenti e catture con recinti e gabbie; Divieto assoluto di foraggiamento, tranne casi particolari autorizzati, nello specifico saranno valutate situazioni di foraggiamento da attuare nelle vicinanze delle aree a divieto di caccia, in periodo di attività venatoria; Adozione di misure per la sicurezza da definire sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Provincia (seminari, opuscoli, taratura delle armi e prove di tiro); Obbligo di partecipare alla raccolta dei dati biometrici per informazioni sulla struttura di popolazione e analisi dello stato riproduttivo delle femmine (analisi tratto riproduttivo, conteggi feti, corpi lutei gravidici e non) nei modi e tempi stabiliti dalla Provincia; Obbligo della segnalazione temporanea dell'area di svolgimento della girata, ogni volta che viene effettuata, sia in regime di caccia sia di controllo. La Provincia organizzerà corsi di approfondimento per aumentare le norme di sicurezza durante le battute di caccia al cinghiale e per il corretto trattamento delle carni di selvaggina, in osservanza di quanto previsto dalla normativa europea. Regime di Caccia Il numero MINIMO di partecipanti ad una battuta di caccia al cinghiale dovrà essere pari a 30 cacciatori, con penalizzazioni a carico delle squadre che effettuino battute con numero inferiore al minimo (1 mese di sospensione alla prima verifica e revoca dell assegnazione delle aree di battuta nel caso di squadre recidive). I cacciatori iscritti ad una squadra di caccia al cinghiale, per conseguire il diritto a fare parte della stessa, devono partecipare ad almeno 9 cacciate (eccetto casi particolari dimostrabili). Ogni squadra, inoltre, deve obbligatoriamente effettuare almeno 18 giornate di caccia all anno, pena il suo scioglimento. Considerate l'elevata età media dei cacciatori di cinghiale e l'estrema frantumazione delle squadre, verranno incentivate tutte le azioni tese a favorire un graduale processo di aggregazione delle squadre, in modo da favorire la costituzione di unità di gestione più partecipate, in grado di assicurare una più efficiente gestione del territorio. Per tutta la durata del piano persiste il divieto alla costituzione di nuove squadre, ossia formate ex novo e non da squadre già insistenti sul territorio. Saranno quindi favorite nell assegnazione dei territori le squadre che si originano dalla fusione di vecchie squadre. I distretti, per una miglior gestione del territorio vocato, dovranno essere costituiti da almeno 4 squadre. Nei piani annuali di gestione vengono individuati sistemi di monitoraggio e di previsione in grado di consentire anno per anno una giusta calibratura dei prelievi di caccia, alla luce degli obiettivi di densità prefissati, al fine di rendere straordinario il ricorso alle operazioni di controllo del cinghiale. 27

28 Regime di Controllo Sulla base delle indicazioni presenti nel precedente Piano e a seguito della definizione e approvazione di uno specifico protocollo tecnico con l ISPRA, a partire da settembre 2011, le operazioni di controllo dovranno svolgersi sulla base di precise regole e riferimenti tecnici. La Provincia, accertata formalmente l inefficacia degli interventi ecologici adottati, approva le modalità operative per la realizzazione del piano di controllo. Gli interventi dovranno essere realizzati previa teleprenotazione (cfr capitolo ) ed effettuati da proprietari o conduttori dei fondi, GGVV, GAV, cacciatori abilitati art. 37 (LRT 3/94) e iscritti al Registro Provinciale della caccia al cinghiale. Preme ribadire che per area vocata alla specie si intende la zona nella quale il cinghiale rappresenta un importante risorsa faunistico-venatoria e dove, attraverso l attività venatoria, si persegue il mantenimento delle popolazioni di cinghiale a livelli di densità compatibili con le caratteristiche ambientali e con le attività antropiche; l area non vocata è, al contrario, l area dove il cinghiale va eradicato, poiché la sua presenza non risulta compatibile con le attività agricole e con la salvaguardia di ecosistemi particolarmente favorevoli alla piccola selvaggina e all avifauna stanziale e migratoria. Va rilevato, tuttavia, che questa nuova classificazione del territorio in due soli tipi di aree comporterà delle problematiche di accettazione per coloro che erano tradizionalmente abituati a distinguere tre tipologie di aree per il cinghiale: aree vocate, aree non vocate e aree d influenza. Solo una organizzazione territoriale nuova, con l'impegno attivo di personale di vigilanza, cacciatori motivati, tecnici faunistici e un controllo continuativo e capillare del territorio, potrà portare gradualmente a risultati positivi. 28

29 3.3 CERVIDI E BOVIDI Capriolo Il capriolo è una specie autoctona per il territorio della provincia di Grosseto: l attuale popolazione ha avuto origine da piccoli nuclei sopravvissuti (nel secolo scorso all estinzione della specie in Italia) nelle aree più impervie o nelle grandi proprietà terriere presenti nel territorio provinciale. A partire dagli anni 60 la specie ha attraversato una fase di espansione e forte incremento demografico, arrivando a colonizzare gran parte del territorio (Sforzi e Ragni 1997). Attualmente il capriolo è diffuso sull intero territorio provinciale, ad eccezione del promontorio dell Argentario e delle isole. Le indagini genetiche (Lorenzini et al. 2004) condotte sulla popolazione ne hanno confermato l appartenenza alla sottospecie italica, con l esclusione di un piccolo nucleo originato dall immissione di individui di origine centro-europea, avvenuta verso la metà degli anni 50 nell area del Monte Amiata (Mazzoni Della Stella 1990). Attualmente sono in corso ulteriori studi, condotti in stretta collaborazione con l ISPRA, per monitorare il livello di ibridazione della popolazione. Il programma di gestione adottato per la popolazione di capriolo prevede un prelievo selettivo e conservativo mirato a mantenerne inalterate le caratteristiche biologiche, nel rispetto del patrimonio agro/silvo-pastorale. Sebbene la gestione faunistico venatoria del capriolo in provincia di Grosseto abbia visto il suo avvio appena nel 1997, a distanza di poco più di un decennio è stato raggiunto un elevato livello qualitativo di gestione, come confermato dai risultati delle indagini che vengono eseguite annualmente sulla popolazione. I progressi ottenuti nel corso degli anni nella capacità di controllo e corretta conservazione della specie sono direttamente correlati alle scelte fatte nella gestione del territorio e ai miglioramenti ottenuti nella realizzazione dei censimenti e quindi nell attendibilità delle stime numeriche che da questi vengono elaborate. Nell arco degli ultimi sette anni è proseguito l obiettivo di una completa colonizzazione dell area cacciabile del territorio provinciale. In particolare, l abilitazione di nuovo personale, avvenuta nel 2006 e nel 2011, ha permesso di prevedere la creazione o l ampliamento dei distretti di gestione, con il raggiungimento di un assetto territoriale ormai pressoché definitivo (Tab. 1). ATC GR 6 ATC GR 7 Superficie N. Anno N. distretti distretti cacciatori Superficie N. Anno N. distretti distretti cacciatori

30 ATC GR 8 Superficie N. Anno N. distretti distretti cacciatori Tabella 1 Estensione complessiva dell area di gestione del capriolo, numero di distretti e numero di cacciatori di selezione per ciascun ATC dal 2005 al 2011 (stagione venatoria in corso). Il processo di colonizzazione del territorio cacciabile dei tre ATC ha portato alla definizione di 34 distretti di gestione del capriolo, con un progressivo ampliamento della superficie utile cacciabile, passata da poco meno di 140 km 2 del 2005 agli oltre 200 della stagione venatoria in corso. Grazie all abilitazione di nuovo personale, il numero di cacciatori di selezione è pressoché raddoppiato, permettendo di ottenere un rapporto superficie / cacciatore ben equilibrato (Tab. 2). Stagione venatoria N Distretti Ha gestiti N. cacciatori Ha / cacciatore Tabella 2 Area di gestione del capriolo a disposizione di ciascun cacciatore dal 2005 al L attendibilità delle stime quantitative elaborate per la popolazione di capriolo nei tre ATC provinciali è migliorata progressivamente nel corso degli ultimi anni, come conseguenza dell aumento della percentuale di bosco campionata annualmente (tramite censimenti di aree campione di bosco nel periodo primaverile) (Fig.1). 30

31 Figura 1 Ettari di bosco censiti e percentuale di bosco campionata nel territorio di gestione dei tre ATC della provincia di Grosseto dalla stagione venatoria a quella Se da un lato l aumento nello sforzo di censimento ha contribuito al raggiungimento di questi risultati, grazie anche all adozione di nuove tecniche di conteggio (Cimino 2003), dall altro anche le scelte fatte per una gestione più cauta del territorio hanno avuto un ruolo determinante. Il graduale ampliamento dell area di gestione ha permesso infatti di mantenere un rapporto ottimale tra numero di cacciatori ed estensione dell area boschiva, con una superficie di bosco per cacciatore sempre prossima ai 100 ettari (Tab. 3). Anno Superficie di bosco % bosco Ettari di bosco (ha) gestita (ha) censito per cacciatore ,4 118, ,5 94, ,2 94, ,4 95, ,8 100, ,9 103,5 Tabella 3 Estensione dell area boschiva del territorio di gestione, percentuale di superficie di bosco censita e superficie di bosco per cacciatore negli ATC grossetani dalla stagione venatoria a quella Al fine di ottenere un controllo ottimale delle popolazioni di capriolo, a partire dalla stagione venatoria è stata intrapresa una gestione più unitaria del territorio provinciale, con una omogeneità di interventi tra ATC e alcuni istituti faunistici: nel caso delle AFV ricadenti all interno dei Distretti di caccia è stata infatti prevista la creazione di comprensori omogenei di gestione, contenenti il territorio cacciabile del Distretto interessato e quello delle AFV in esso contenute. Questo ha comportato anche un ulteriore allargamento del territorio complessivo di gestione che, nel 2011, è arrivato a superare i 220 km 2 (Tab. 4). Stagione venatoria N Distretti Ha gestiti (ATC) N AFV Ha gestiti (AFV) Ha tot. gestiti (ATC+AFV) *

32 Tabella 4 Numero di Distretti e numero di AFV della provincia di Grosseto interessate dal piano unitario di gestione ed estensione complessiva dell area di gestione nella stagione venatoria in corso (* sono escluse le AFV non rientranti nel piano unitario di gestione). La politica di gestione unitaria (ATC-AFV) del territorio provinciale ha comportato, nel caso dell esecuzione dei censimenti, un ulteriore incremento nello sforzo di campionamento, resosi necessario per compensare l allargamento della superficie di bosco gestita. Nel complesso del territorio unitario di gestione, l area campione di bosco censita nell ultima stagione venatoria ha superato gli 8,5 km 2, corrispondenti all 8% circa dell area boschiva (Tab. 5). Stagione venatoria Superficie tot. bosco gestita (ha) Superficie bosco censita negli ATC (ha) Superficie bosco censita nelle AFV (ha) Superficie tot. censita (ha) % bosco censito ,9 Tabella 5 Estensione complessiva dell area boschiva del territorio di gestione unitaria (ATC+AFV) della Provincia di Grosseto, estensione di bosco censito e percentuale campionata nell ultima stagione venatoria. I progressi ottenuti nella gestione del territorio e nella capacità di monitoraggio della popolazione hanno avuto effetti positivi sulla capacità di controllo della popolazione di capriolo. Il numero complessivo di capi assegnati nei tre ATC ha fatto segnare un deciso incremento, passando dai capi circa del 2005 ai quasi dell ultima stagione venatoria (Fig. 2) Figura 2 Piani di prelievo del capriolo negli ATC della provincia di Grosseto dalla stagione venatoria a quella Se da un lato il numero di capi abbattuti nel complesso dei tre ATC è progressivamente aumentato (di quasi unità tra il 2005 e il 2010), dall altro la percentuale di realizzazione dei piani di prelievo non ha subìto particolari variazioni nel corso degli ultimi anni, con valori di realizzazione comunque sempre superiori all 80 % (Fig. 3). 32

33 100, ,8 81,1 82,6 83,0 84,5 82,5 N capi ,0 % ,0 Figura 3 Numero complessivo di caprioli abbattuti e percentuale di realizzazione del piano di prelievo negli ATC della provincia di Grosseto dalla stagione di caccia a quella Il numero di capi abbattuti annualmente è pertanto incrementato in maniera direttamente proporzionale alla consistenza del piano di abbattimento formulato (Fig. 4) Assegnati Abbattuti Figura 4 Numero di caprioli complessivamente assegnati e abbattuti negli ATC della provincia di Grosseto dalla stagione venatoria a quella Nella tabella 6 sono riassunte le principali informazioni relative alla stima quantitativa della popolazione di capriolo gestita e alla capacità di controllo della popolazione per ciascuna stagione venatoria. Come effetto dell attuazione di una politica più prudenziale di gestione del territorio, la consistenza (stimata) della popolazione di capriolo soggetta al controllo selettivo è cambiata notevolmente nel corso degli ultimi sei anni, passando dai capi del 2005 ai circa del Grazie ai buoni risultati ottenuti nel monitoraggio della popolazione, il numero complessivo di capi previsti dai piani annuali di assestamento è passato dai circa del primo triennio ai circa delle ultime due stagioni venatorie, con significative percentuali di assegnazione e prelievo della popolazione. 33

34 Stagione venatoria Consistenza stimata (N distretti) Densità stimata (n capi / 100 ha) Piano di prelievo % prelievo assegnata Capi abbattuti % prelievo realizzata (19 DS) 11, , , (27 DS) 11, , , (31 DS) 13, , , (31 DS) 13, , , (32 DS) 13, , , (33 DS) 13, , ,6 Tabella 6 Stime quantitative della popolazione gestita, piani di prelievo, percentuale di prelievo assegnata rispetto al censito, realizzazione quantitativa del prelievo e percentuale di prelievo realizzata rispetto al censito, negli ATC della provincia di Grosseto dalla stagione venatoria a quella Come conseguenza dell adozione di una politica unitaria di gestione del territorio (ATC-AFV), nella stagione venatoria la consistenza della popolazione di capriolo complessivamente gestita sul territorio provinciale è stata di circa capi, con percentuali di prelievo della popolazione assegnate e realizzate rispettivamente del 12% e del 10% e con un prelievo complessivo di circa unità. Anno Consistenza stimata Piano di prelievo % prelievo assegnata Capi abbattuti % prelievo realizzata , ,0 Tabella 7 Stima quantitativa della popolazione gestita, piani di prelievo, percentuale di prelievo assegnata rispetto al censito, realizzazione quantitativa del prelievo e percentuale di prelievo realizzata (rispetto al censito) nel territorio di gestione unitaria (ATC+AFV) della provincia di Grosseto nella stagione venatoria Il risultato ottenuto nella realizzazione del prelievo appare più che soddisfacente, se pur non ancora ottimale; inoltre la formulazione attenta di piani di prelievo annuali basati sulle reali caratteristiche della popolazione ha permesso di intervenire salvaguardando prima di tutto la struttura della popolazione stessa. Uno dei problemi più comuni legati alla gestione venatoria è infatti quello della destrutturazione delle popolazioni soggette a prelievo. I dati raccolti con la realizzazione degli abbattimenti permettono di valutare le caratteristiche della popolazione gestita e la correttezza dell attività gestionale esercitata. A questo proposito, molto incoraggiante, e a conferma della validità dell indirizzo gestionale adottato, è il risultato fornito dalla stima della struttura di popolazione del capriolo in base all analisi dell usura della tavola dentaria dei capi abbattuti nel corso dell ultima stagione di caccia: a ormai quindici anni dall avvio della gestione venatoria, la struttura della popolazione è rimasta infatti molto simile a quella naturale (Tab. 8). 34

35 Superficie Densità post Anno Stimati Abbattuti Rimanenti (ha) abbattimento , , , , , ,09 * campione pari al 7% della consistenza della popolazione adulta stimata Tabella 8 Struttura della popolazione adulta di capriolo stimata in base all analisi dell usura della tavola dentaria dei caprioli adulti abbattuti nella stagione venatoria Le densità determinate alla fine della stagione venatoria, prendendo in esame dal 2005 al 2011, risultano essere leggermente in crescita, ma sempre comprese tra i 10 e i 12 capi ogni 100 ettari (Tab. 9) Classe di età (anni) N % % teorica ottimale ,6 46, ,5 23, ,0 16, ,3 10,7 > ,5 3,6 TOT * 100,0 100,0 Tabella 9 Densità di caprioli al termine della stagione venatoria dal 2005 al Stagione venatoria N capi abbattuti Giornate di caccia Efficenza di caccia (N capi/giornata di caccia) , , , , , ,11 Tabella 10 Efficienza di caccia conseguita nella stagione venatoria dal 2005 al

36 Daino e muflone La presenza di nuclei appartenenti a queste due specie (entrambe alloctone per il territorio provinciale) è dovuta unicamente a immissioni accidentali avvenute in tempi recenti. Mentre per il muflone la presenza è ancora fortemente ridotta e ben circoscritta, nel caso del daino la diffusione riguarda molte realtà del territorio provinciale, se pur con una distribuzione sempre piuttosto localizzata: questa specie deve la sua presenza ad immissioni avvenute a partire dagli anni 60 da recinti di allevamento realizzati in varie località della provincia; tuttavia la sua presenza è rimasta in gran parte limitata alle aree più prossime alle situazioni di origine, senza che i diversi nuclei finissero per fondersi in un unica popolazione, così come già indicato da Sforzi e Ragni nel Per le popolazioni di queste due specie, entrambe in forte contrasto con il patrimonio agro/silvo pastorale, nonché con il programma di conservazione del capriolo italico (Focardi et al. 2009), il programma gestionale adottato prevede un prelievo selettivo mirato a contenerne fortemente la diffusione Daino La gestione venatoria del daino ha sempre interessato una porzione significativa del territorio dei tre ATC, coinvolgendo buona parte del personale abilitato. Tuttavia, la presenza occasionale e frammentaria della specie sul territorio ne ha reso difficoltosa la gestione, sia per quanto riguarda la capacità di elaborare stime numeriche attendibili, sia per quanto riguarda la capacità di prelievo. Nel corso degli anni il territorio di gestione della specie è lentamente incrementato, passando dai 92 km 2 del 2005 ai 127 del Nel corso dell ultima stagione venatoria la gestione della specie ha interessato 21 distretti di caccia, coinvolgendo 763 cacciatori di selezione (Tab. 7). ATC Anno Superficie N. N. distretti distretti cacciatori GR ATC Anno Superficie N. N. distretti distretti cacciatori GR ATC Anno Superficie N. N. distretti distretti cacciatori GR

37 Tabella 7 Estensione complessiva dell area di gestione del daino, numero di distretti e numero di cacciatori di selezione per ciascun ATC dal 2005 al 2011 (stagione venatoria in corso). Le informazioni relative alla presenza del daino sono state ricavate da avvistamenti effettuati mediante la realizzazione di percorsi nel periodo primaverile. Le informazioni raccolte hanno permesso però di elaborare solo degli indici di abbondanza relativa (IKA) e, a partire dalla stagione venatoria , anche delle stime del numero minimo di capi presenti nella popolazione. Le limitazioni dovute al tipo di metodologia di conteggio impiegata hanno imposto la formulazione di un prelievo basato sia sulle percentuali di realizzazione degli abbattimenti ottenute negli anni precedenti, sia sul confronto con le stime di abbondanza relativa della popolazione raccolte nelle precedenti stagioni venatorie. (Tab. 8). ATC Anno N. capi Piano N. capi prelievo abbattuti GR ATC Anno N. capi Piano N. capi prelievo abbattuti GR ATC Anno N. capi Piano N. capi prelievo abbattuti GR Tabella 8 Numero minimo di daini stimato, piano di prelievo proposto e realizzato negli ATC della provincia di Grosseto dal al Muflone La gestione venatoria del muflone ha preso il via a partire dalla stagione venatoria , interessando una piccola porzione del territorio degli ATC GR 8 (dal 2007) e GR 7 (dal 2009), coinvolgendo pertanto solo in minima parte il personale abilitato (Tab. 9). ATC Anno Superficie N. N. distretti distretti cacciatori GR ATC Anno Superficie N. N. 37

38 GR 8 distretti distretti cacciatori Tabella 9 Estensione dell area di gestione del muflone, numero di distretti e numero di cacciatori di selezione per ciascuno dei due ATC interessati dalla presenza della specie, dal al (stagione venatoria in corso). Per questa specie, le informazioni relative all abbondanza della popolazione sono state elaborate mediante la stima del numero minimo di capi avvistati da punti favorevoli nel corso di osservazioni effettuate nel periodo primaverile. La stesura dei piani di prelievo si è basata interamente sulle informazioni raccolte nel corso delle sessioni di avvistamento, con l assegnazione di tutti i capi effettivamente avvistati. Analogamente al daino, anche per il muflone la realizzazione del prelievo è risultata difficile, con risultati comunque accettabili nei distretti di caccia dell ATC 8. Per quanto riguarda il piccolo nucleo presente nell ATC 7, il controllo selettivo non ha dato risultati nei primi due anni di attività, con realizzazione nulla (Tab. 10). Piano N. capi ATC Anno N. capi prelievo abbattuti GR Piano N. capi ATC Anno N. capi prelievo abbattuti GR Tabella 10 Numero minimo di mufloni stimato, piano di prelievo proposto e realizzato negli ATC della provincia di Grosseto dal al ANALISI DELL ANDAMENTO DEI DANNI ALLE PRODUZIONI AGRICOLE 38

39 3.4 PROPOSTE GESTIONALI Secondo quanto previsto dalla normativa vigente viene riconfermata la caccia di selezione come unico strumento di gestione venatoria per le popolazioni di cervidi e bovidi. A breve-medio termine l'obiettivo fondamentale del presente PFV è quello di estendere le procedure gestionali finora applicate nei 3 ATC ad altri istituti faunistici, approfondendo le conoscenze di base, raccogliendo con omogeneità e sistematicità informazioni su consistenza e struttura di popolazione delle specie presenti, archiviando metodicamente e analizzando i dati e promuovendo indagini scientifiche. Si evidenzia in particolare come il progressivo miglioramento della gestione passi attraverso la preparazione del personale coinvolto nella gestione stessa, attraverso seminari, conferenze, corsi di specializzazione e, in particolare, di aggiornamento. Il successo reale della gestione faunistico-venatoria di queste specie passa attraverso il legame dei selecontrollori alla propria zona di censimento e prelievo, ovvero a tutto il territorio. In questo senso si ritiene opportuno che anche i selecontrollori che hanno optato per la scelta della forma di caccia in via esclusiva agli ungulati debbano svolgere le operazioni di censimento, al pari degli altri selecontrollori, in ogni distretto in cui esercitano l attività venatoria. Questi potranno iscriversi ad un massimo di 3 distretti nel territorio provinciale, comunque in non più di due ATC, e la priorità per l iscrizione al distretto e l assegnazione dei capi non dovrà comportare l esclusione degli altri cacciatori. Importante risulta che ogni fase di pianificazione e realizzazione delle linee gestionali segua un alto profilo tecnico, assolutamente fondamentale quando si ha a che fare con gli ungulati. Questo significa per i Comitati di gestione degli ATC, per i titolari di autorizzazione di AFV e per tutti i soggetti a vario titolo impegnati nella gestione di queste specie, seguire le indicazioni contenute nel presente PFVP, nella letteratura specialistica e nei vari documenti tecnici. Per quanto riguarda le popolazioni di daino, muflone e cervo, si propone una gestione non conservativa della specie, ovvero tendente ad una sua sostanziale diminuzione. La gestione faunistico venatoria delle popolazioni di Cervidi presenti negli ATC e negli Istituti Faunistici pubblici e privati della Provincia di Grosseto si pone dunque i seguenti obiettivi prioritari: a) la conservazione delle popolazioni di capriolo ed il mantenimento delle caratteristiche di struttura di popolazione, con particolare riguardo al capriolo italico; b) l adozione per le singole specie/popolazioni di interventi di contenimento numerico e di limitazione degli areali di distribuzione nelle aree dove si verificassero danni alle colture agroforestali; c) la definizione ed il monitoraggio nel tempo, con metodi omogenei e comparabili, dei parametri di popolazione delle specie presenti, oltre che negli ATC, nelle diverse tipologie di istituti e strutture individuate nel PFVP; d) la definizione, il raggiungimento e/o il mantenimento di densità locali di popolazione compatibili con le attività agro-silvo-pastorali; e) la redazione, l organizzazione ed il completamento di appropriati piani di prelievo selettivi annuali ed eventuali interventi di contenimento numerico. La gestione faunistico - venatoria delle popolazioni di Cervidi e Bovidi deve consentire un prelievo venatorio sostenibile, nel rispetto della struttura delle popolazioni, per sesso e classi d'età. Per il raggiungimento delle finalità della gestione, qualsiasi intervento di introduzione nel territorio provinciale di Cervidi e Bovidi è da considerarsi vietato. Per il raggiungimento delle finalità del presente PFV i responsabili della gestione faunistica delle diverse unità territoriali di gestione (ATC, Istituto faunistici pubblici e privati), dovranno procedere alla definizione delle densità di ciascuna specie e basare su questa la percentuale di prelievo secondo le indicazioni dell ISPRA 39

40 Le percentuali di prelievo rispetto alle densità dovranno essere definite per ciascuna specie e rappresentare l obiettivo da raggiungere per assolvere alle finalità di gestione e per rendere compatibile l attività venatoria. Andrà tuttavia tenuta presente la necessità di continuare a salvaguardare la popolazione di capriolo italico (Capreolus capreolus italicus): infatti deve essere ricordato che, mentre sul territorio provinciale questa sottospecie costituisce la gran parte della popolazione, a livello nazionale esso rappresenta il nucleo più numeroso sopravvissuto in Italia (ISPRA, 2009). A tal proposito si procederà prevedendo una gestione più contenitiva in quei distretti di caccia contenenti nuclei residui di capriolo europeo (Capreolus capreolus capreolus) (così come indicato dagli studi di genetica condotti - in collaborazione con l ISPRA - sistematicamente sulla popolazione), attuando una gestione più conservativa (compatibilmente con la salvaguardia del patrimonio agroforestale) sul resto della popolazione. I metodi di calcolo della densità (effettiva o stimata) di popolazione si possono distinguere in: censimenti esaustivi che riguardano il conteggio completo degli animali presenti in una determinata superficie in un dato momento (utile nel caso di piccoli territori di gestione, p.es. AFV); censimenti per aree campione, che riguardano il conteggio completo degli animali presenti in una porzione (fissa) di una data superficie in un dato momento; stima del numero minimo di capi complessivamente avvistati, da punti favorevoli di avvistamento o su percorso, per una stima della densità minima di popolazione nel caso di piccoli nuclei di cervo, daino e muflone. I principali metodi di conteggio impiegabili per ciascuna specie sono: - capriolo - Battute per aree campione in aree con prevalenza di bosco e/o i conteggi da punti fissi in aree a ridotta superficie boscata (< 50 %); - daino, muflone e cervo - conteggio da punti fissi nel periodo primaverile. Secondo quanto riportato nella Delibera CR 3 del 2012 (PRAF Allegato A), la Regione Toscana raccomanda di adottare anche gli indici cinegetici per la verifica dei trend annuali delle popolazioni, ed in particolare il numero di capi prelevati, la densità di abbattimento (n capi prelevati/km²) e lo sforzo di caccia (n giornate di caccia/capo prelevato). L obiettivo primario è dunque quello di una gestione complessiva dei 3 comprensori omogenei individuati dal PFV che preveda: definizione degli obiettivi da conseguire per gli ATC e tutti gli istituti e strutture individuate con stesura di piani di gestione. Nel piano di gestione devono essere fissati: definizione di percentuali di prelievo finalizzate al raggiungimento di densità compatibili con il territorio agro-silvo-pastorale; elaborazione di piano di prelievo, ed eventuale piano di controllo; stesura di un piano di miglioramento ambientale e di prevenzione dei danni con relative modalità di attuazione ed eventuale impegno economico. In particolare, il piano di prelievo o di controllo deve essere previsto per ciascuna specie, ed eventualmente suddiviso tra abbattimento e cattura per ciascuna unità di gestione. Il piano di prelievo dovrà essere articolato inoltre per sesso e classe di età con indicazione numerica e percentuale di ciascuna categoria rispetto al totale dei prelievi previsti, con indicazione del rapporto tra maschi e femmine (piccoli esclusi) e del rapporto di prelievo piccoli/femmine; La gestione degli ungulati non può non essere accompagnata da un adeguato impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti nella gestione per raccogliere tutti i dati gestionali che risultano di estrema importanza, permettendo ad esempio di conoscere gli sforzi di caccia, di stimare le consistenze, di delineare il rendimento e lo stato di salute delle popolazioni di ungulati. La presenza di un numero così elevato di istituti interessati alla gestione degli ungulati, aumenta notevolmente il rischio di dispersione e mancato utilizzo dei dati raccolti. Diventa quindi 40

41 fondamentale per la Provincia provvedere a uniformare le metodologie di raccolta, per l archiviazione centralizzata dei dati censuari e venatori e pubblicazione dei consuntivi. Su indicazioni della Regione Toscana (Delibera del CR 3/2012 PRAF Allegato A), al fine di determinare il livello di capienza dei distretti per il capriolo, ovvero di indivuare il massimo numero di cacciatori che possono essere assegnati al distretto stesso, devono essere seguiti i seguenti principi: - un distretto è considerato saturo quando il rapporto cacciatore/saf di territorio cacciabile sia uguale o inferiore a 1/100 ha; - in considerazione di quanto precedentemente indicato, un distretto viene considerato saturo quando il rapporto tra la media negli ultimi 3 anni del piano di prelievo e il numero dei cacciatori sia uguale o inferiore a 2 capi/cacciatore; - un distretto definito saturo secondo i criteri precedentemente descritti non lo è più qualora la densità di caprioli nel distretto superi quella sostenibile per più di due anni consecutivi. In caso di richieste di assegnazione a un distretto superiori alla sua capacità massima, il Comitato di Gestione dell ATC compila una graduatoria sulla base dei criteri predefiniti. 41

42 ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA 42

43 Le Zone di Ripopolamento e Cattura rappresentano l istituto di primaria importanza nella gestione faunistica sia per la selvaggina cosiddetta di qualità sia per la selvaggina non oggetto di caccia. In Provincia di Grosseto, a seguito di specifica convenzione, sono gestite dagli ATC in collaborazione fin dal A questi istituti la legge affida un compito particolarmente importante: la riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale e la cattura della stessa per l'immissione sul territorio. Le ZRC hanno così il ruolo principale di incrementare la consistenza delle popolazioni naturali di lepri, fagiani e pernici rosse (sia attraverso la cattura e il rilascio in nuove aree, sia attraverso l'irradiamento spontaneo derivante dalla dispersione) e costituiscono un significativo areale di stazionamento, rifugio e riproduzione di molte altre specie selvatiche sia protette che non protette. Alla fine del 2011 sono presenti 25 ZRC che occupano una superficie complessiva di ettari pari al 4,56% della Superficie Agro-Forestale (SAF). La dimensione media di questi istituti di tutela è di 791 ettari e solo 5 Zone sono superiori ai 1000 ha (tutte nell ATC GR 7). Proprio questo aspetto è stato considerato nel corso delle vigenza del PFVP approvato nel 2006: molte sono state le modifiche tese a diminuire dimensioni ritenute eccessive. Dimensioni comprese tra i 1000 e i 600 ettari, per le tipologie ambientali presenti in Provincia di Grosseto, per la facilità di controllo delle popolazioni delle popolazioni di cinghiali e per facilità gestionali in generale, sono considerate come quelle favorevoli a soddisfare le esigenze biologiche della fauna selvatica stanziale e per una sua gestione naturale. La ripartizione territoriale tra i tre ATC GR6, GR7 e GR 8 risente delle evidenti differenze che ci sono a livello di tipologia territoriale, di distribuzione delle proprietà, oltre che storico. In effetti se solo si prende ad esempio il comprensorio Grosseto Nord questo è caratterizzato dalla rilevante presenza di elevate aree boscate molto estese delle quali molte di proprietà pubblica (demani forestali regionali etc ) e il territorio destinabile alla gestione sotto la forma della ZRC è effettivamente limitato. 43

44 ATC NOME Comune Ha da GIS GHIRLANDA Massa M.ma 599 LITIANO Roccastrada CORNACCHIAIO Civitella P.co 639 CASTEANI Roccastrada 691 FOLLONICA Follonica/Scarlino 755 MONTELATTAIA Roccastrada 666 Tot. ATC GR MONTENERO Castel del Piano 673 PORRONA Cinigiano SASSO D'OMBRONE Cinigiano 601 CACCHIANO Cinigiano 630 STICCIANESE Campagnatico BACCINELLO Scansano PRESELLE Scansano 809 POGGIO LA MOZZA Grosseto S. LORENZO GORARELLA Grosseto CANCELLONE Roccalbegna 580 POMONTE Scansano 759 MONTIANO Magliano in T S. CRESCENZIO Magliano in T. 634 Tot. ATC GR LA SFORZESCA Castellazzara 932 SATURNIA Manciano SAN MARTINO Manciano 796 POGGIO MURELLA Manciano 689 CARPINETA Manciano 570 MONTEMERANO Manciano 713 Tot ATC GR Tot. PROV. GR L ATC GR 7 ha da gestire non solo il maggior numero di Zone ma è anche quello nel quale l istituto ZRC rappresenta la % di SAF più elevata. Il territorio del Comprensorio Grosseto Sud, che per tipologia territoriale potrebbe essere considerato simlile al confinante Grosseto Centro, risente, in particolare nella zona costiera, della presenza di molti istituti a gestione privata di origine storica. n. ZRC ha x ZRC % ZRC/SAF sup. media ZRC ATC GR ,29% 678 ATC GR ,06% 864 ATC GR ,59% 747 Prov. GR ,56%

45 Ha destinati a ZRC/Ha SAF Il processo di riqualificazione generale delle ZRC, operato dalla Provincia insieme agli ATC a partire fin dal 2000, ha portato ad una riduzione delle aree boscate, attraverso lo scorporo delle superficie forestali di maggiori dimensioni e quando possibile anche ad aumentare la distanza da zone boscate o altre ZRC o altre zone a divieto di caccia. In molte occasioni, pur considerando positiva la presenza di ridotte aree boscate, la gestione generale delle popolazioni di cinghiale finalizzata alla necessità di riduzione delle densità di questo ungulato ha influenzato talora oltre le effettive necessità delle ZRC. Allo stato attuale le ZRC sono caratterizzate da una presenza di bosco molto contenuta e utile per svolgere un ruolo positivo nei confronti della piccola selvaggina. La percentuale di bosco che mediamente è presente nelle ZRC grossetane è l 8,6%. Per alcune delle ZRC caratterizzate dalla maggiore percentuale di bosco sono proposte modifiche di perimetro tese a diminuire tale percentuale: Sforzesca, Saturnia, etc 45

46 Nome % area boscata/saf LA SFORZESCA 21,7% CACCHIANO 16,8% SATURNIA 16,1% CANCELLONE 16,1% SASSO D'OMBRONE 16,1% POGGIO MURELLA 13,4% CORNACCHIAIO 12,6% BACCINELLO 10,9% SAN MARTINO 10,7% LITIANO 10,6% CASTEANI 10,2% CARPINETA 8,9% MONTELATTAIA 7,6% PORRONA 7,3% GHIRLANDA 7,1% MONTENERO 6,1% POMONTE 5,3% MONTEMERANO 4,6% STICCIANESE 4,5% PRESELLE 4,2% S. CRESCENZIO 2,8% MONTIANO 1,4% FOLLONICA 0,4% POGGIO LA MOZZA 0,1% S. LORENZO GORARELLA 0,0% Nelle modifiche apportate ai confini nel corso della vigenza del PFVP è stata posta attenzione anche alla diversità ambientale, in termini di presenza ed estensioni di colture, di disponibilità idrica e di disturbo antropico, che influenzano marcatamente la produttività faunistica del territorio per la piccola selvaggina. Tali necessità, insieme alla indisponibilità di taluni proprietari hanno ulteriormente influenzato il perimetro. Le zone devono avere preferibilmente forma compatta, con un basso rapporto tra perimetro e superficie, con confini ben individuabili e facilmente sorvegliabili; non devono comprendere strade troppo trafficate o altre forme di rilevante disturbo antropico (aree fortemente urbanizzate, allevamenti), devono garantire una costante risorsa idrica, con corsi d acqua perenni o laghetti e devono essere caratterizzate da forme di agricoltura diversificate e poco impattanti (uso moderato di prodotti chimici ecc.). I censimenti e le catture delle lepri L analisi dei risultati dei conteggi notturni con l ausilio del faro eseguiti in periodo tardo autunnale evidenziano un netto complessivo miglioramento dello status della Lepre all interno delle ZRC, la cui densità media nel 2006 era di 8.5 capi/100 mentre nel 2011 raggiungeva il valore di 46

47 17,8 capi/100 ha. Il confronto delle densità stimate nel periodo che va dal 2006 al 2011 nelle ZRC presenti nei tre ATC grossetani evidenzia un netto incremento per l ATC GR 7 e il GR 8 mentre per l ATC GR 6 rimangono pressoché immutate le evidenti differenze tra le ZRC più produttive e le altre. In questo ATC sono state apportate le più importanti modifiche alle ZRC, con modifiche molto importanti per le ZRC Ribolla Casteani dalla quale si è originata la ZRC Casteani oltre alla ZRV Nebbiaie, la ZRC Torri Montorsi dalla quale si è originata la ZRC LItiano e nel corso del 2011 sono state apportate modifiche importanti anche alla ZRC Ghirlanda. Nello stesso ATC, sempre nel corso del 2011, è stata costituita la ZRC Montelattaia. Nell ATC GR 6 pur mantenendo elevati livelli di produttività nella ZRC Follonica si è avuto un incremento nella densità della ZRC Cacchiano, mentre tutte le altre ZRC hanno subito modifiche tali da essere considerate alla stregua di nuovi istituti. Densità Lepri: n. /100 ha ZRC ATC GR RIBOLLA CASTEANI 15,7 5,7 4,8 CASTEANI 2,2 5,4 5,8 CORNACCHIAIO 6,3 2 4,9 3,5 2,1 13,9 FOLLONICA 50,2 43,4 46,3 35,1 31,6 47 GHIRLANDA 12 14,2 8,6 4 7,2 7,4 TORRE MONTORSI 1,5 2 1,7 LITIANO 2,5 3,2 8,7 (15) Nell ATC GR 6 la densità media (capi/100ha) è pressoché immutata dal 2006 (14,5) al 2011 Densità lepri: n. /100 ha ZRC ATC GR BACCINELLO 5,4 9,2 15,4 12,3 13,1 24,3 CACCHIANO 9,7 13,7 10,5 13,7 18,9 18,8 CANCELLONE 5,4 8,5 7,5 5,5 15,0 20,0 MONTENERO 0,8 3,1 8,8 2,7 7,3 23,6 MONTIANO 6,9 7,5 4,4 5,6 5,9 13,6 POGGIO LA MOZZA 0,7 10,7 9,3 15,7 16,0 16,3 POMONTE 6,0 7,1 4,1 4,1 3,9 9,7 PORRONA 13,4 13,2 22,3 22,3 21,1 20,0 PRESELLE 7,7 10,0 9,1 16,1 51,8 44,2 SAN CRESCENZIO 7,4 5,3 18,7 20,0 25,3 33,3 SAN LORENZO 11,7 16,3 14,1 14,9 12,5 15,5 SASSO D'OMBRONE 3,1 9,4 5,2 12,5 19,4 14,3 STICCIANESE 6,3 5,0 5,0 20,0 25,8 19,3 47

48 Nell ATC GR 7 la densità media per 100 ha di SAF destinati a ZRC è decisamente aumentata dato che nel 2006 era pari a 6.5 (capi/100 ha) mentre nel 2011 è pari a 21. ZRC ATC GR 8 Densità - Lepri/100 ha Carpineta 2, Montemerano Poggio Murella 2, San Martino Sul Fiora 6,5 6, Saturnia Sforzesca Anche nell ATC GR 8 la densità media per 100 ha di SAF destinati a ZRC è aumentata: nel 2006 era pari a 5,1 (capi/100 ha) e nel 2011 è pari a 10,6. A livello provinciale facendo un confronto tra la densità media tra ha di SAF destinato a ZRC nel 2006 e ha di SAF destinato a ZRC nel 2011 si ha un deciso incremento dato che il valore passa da 7,91 a 16,62 capi/100 ha. Al di là delle positive valutazioni sull andamento delle densità di lepri nelle ZRC grossetane nel perido si deve evidenziare invece ancora un aspetto decisamente da migliorare quale la realizzazione di catture di soggetti da destinare al ripopolamento sia di altre ZRC che di ZRV o ai territori destinati alla caccia programmata. Date le densità sopra evidenziate si ritiene infatti che le potenzialità, in termini di capi catturare, delle ZRC grossetane siano praticamente, ad eccezione della ZRC Follonica, non sfruttate. Dal punto di vista numerico basta evidenziare che sebbene il numero dei soggetti di lepre catturati sia pressoché costante la densità media è più che raddoppiata. Ciò che infatti ci si propone di portare avanti nel periodo di vigenza del presente Piano è di programmare con gli ATC sessioni di cattura sotto il coordinamento della Provincia e, soprattutto, cercare di coinvolgere e stimolare il maggior numero possibile di proprietari e conduttori oltre ad altri operatori volontari. Gli ATC potranno a tal fine usufruire della possibilità di scontare una parte della quota di versamento per i cacciatori che si intendono iscrivere all Ambito a tutti i volontari che coolaboreranno alle operazioni di cattura. Una delle attività portate avanti che si intende inoltre proseguire è il monitoraggio sanitario dei soggetti catturati che può evidenziare la presenza di alcune patologie e a la necessità di porre, se del caso, le tempestive modifiche alle attività di cattura/ripopolamento Di seguito lo schema riassuntivo delle catture di lepri nelle varie ZRC nel periodo

49 ZRC RIBOLLA CASTEANI CASTEANI 0 0 CORNACCHIAIO FOLLONICA GHIRLANDA TORRE MONTORSI LITIANO 0 0 MONTELATTAIA TOTALE ATC GR BACCINELLO CACCHIANO CANCELLONE MONTENERO MONTIANO POGGIO LA MOZZA POMONTE PORRONA PRESELLE SAN CRESCENZIO SAN LORENZO SASSO D'OMBRONE STICCIANESE TOTALE ATC GR CARPINETA MONTEMERANO POGGIO MURELLA S. MARTINO.S FIORA SATURNIA SFORZESCA TOTALE ATC GR TOTALE PROV. GR

50 I censimenti e le catture di fagiani Il confronto tra i dati di abbondanza del Fagiano dal 2006 al 2011 mostra un netto generale miglioramento. In tutti gli ATC grossetani si registrano incrementi negli indici medi di abbondanza. Il generale aumento della densità dei fagiani nelle ZRC conferma, così come per le lepri, l aumento delle produttività faunistica in senso generale. Tale analisi, determinata per il fagiano da indici di abbondanza, può evidenziare solo l incremento delle popolazioni rispetto al passato con scarsi riferimenti relativamente a valori assoluti di densità. Densità dei fagiani: IKA (n. fagiani osservati x km di transetto campione) ZRC RIBOLLA CASTEANI 2,0 0,4 2,0 aumento ( ) % CASTEANI 3,7 4,0 3,5 CORNACCHIAIO 3,5 2,0 2,2 2,5 2,8 1,4-60,0% FOLLONICA 13,2 14,8 16,9 13,1 8,0 14,1 6,8% GHIRLANDA 8,9 4,3 7,1 5,4 3,1 7,4-16,9% TORRE MONTORSI 1,0 0,4 1,9 LITIANO 2,6 2,3 1,0 BACCINELLO 1,5 0,8 4,6 7,2 4,0 3,8 153,3% CACCHIANO 15,1 3,5 13,6 12,0 7,5 7,5-50,3% CANCELLONE 0,5 0,6 1,0 0,9 2,3 2,1 320,0% MONTENERO 7,4 4,0 9,8 13,2 8,0 8,1 9,5% MONTIANO 0,0 0,1 0,8 0,2 0,3 0,2 POGGIO LA MOZZA 2,6 2,9 3,3 4,4 4,2 3,1 19,2% POMONTE 1,9 4,6 3,8 3,6 4,5 6,1 221,1% PORRONA 4,8 5,0 5,1 4,4 6,7 6,0 25,0% PRESELLE 6,2 4,2 5,0 5,0 5,9 4,5-27,4% SAN CRESCENZIO 1,4 0,7 0,8 3,2 1,7 1,7 21,4% SAN LORENZO 7,0 10,7 10,3 7,4 7,8 5,4-22,9% SASSO D'OMBRONE 5,9 4,6 4,9 3,5 5,8 8,4 42,4% STICCIANESE 2,6 3,7 5,7 5,7 5,3 6,1 134,6% CARPINETA 2,8 4,1 1,3 0,6 2,2 2,7-4,2% MONTEMERANO 5,3 6,3 5,4 4,8 5,3 5,5 3,1% POGGIO MURELLA 1,6 2,8 2,7 3,3 3,2 3,6 125,5% S. MARTINO S. FIORA 1,1 1,6 1,0 3,0 3,7 4,7 327,3% SATURNIA 2,5 4,9 4,8 5,0 4,7 5,0 103,7% SFORZESCA 2,0 2,6 2,5 6,3 6,8 7,5 265,8% Ciò detto, il fatto che ben 8 ZRC su 23 abbiano registrato incrementi di densità di oltre il 100 % fa affermare che il buon lavoro condotto ha determinato un netto aumento della produttività delle stesse ZRC per la specie. Le considerazioni da farsi relativamente al numero di capi di fagiano catturati, al confronto tra le catture effettuate nel corso degli anni con l aumento delle densità desumibile dall aumento 50

51 degli IKA, si rivelano le medesime già fatte per la lepre. All aumneto delle densità non è corrisposto l aumento dei capi catturati. Ciò porterebbe a ipotizzare una buona potenzialità delle ZRC in termini di produzione faunistica anche per il fagiano mal sfruttata per quanto concerne i capi da catturare da destinarsi al ripopolamento delle altre ZRC, delle ZRV o del territorio destinato alla caccia programmata. FAGIANI CATTURATI NEL PERIODO ZRC RIBOLLA CASTEANI CASTEANI 0 0 CORNACCHIAIO FOLLONICA GHIRLANDA TORRE MONTORSI LITIANO TOTALE ATC GR BACCINELLO CACCHIANO CANCELLONE MONTENERO MONTIANO POGGIO LA MOZZA POMONTE PORRONA PRESELLE SAN CRESCENZIO SAN LORENZO SASSO D'OMBRONE STICCIANESE TOTALE ATC GR CARPINETA MONTEMERANO POGGIO MURELLA S. MARTINO.S FIORA SATURNIA SFORZESCA TOTALE ATC GR TOTALE PROV. GR

52 Se da una parte la ZRC svolge il suo ruolo di produzione di selvaggina riprodottasi allo stato naturale che si irradia nel territorio circostante, dall altra si evidenziano delle carenze operative che se corrette potrebbero valorizzare ulteriormente questo istituto. A parziale scusante di tale evidente situazione c è da considerare che molti istituti, poco o male gestiti nel passato, hanno subito profonde modifiche nel perimetro, soprattutto nell ATC GR 6 come nell ATC GR 7, e pertanto abbisognano di un congruo periodo di anni per poter essere in grado di sviluppare densità molto elevate di selvaggina riprodottasi allo stato naturale e di essere catturata ai fini del ripopolamento di altre ZRC. Il percorso intrapreso dalla Provincia fin dal 2006, la gestione affidata agli ATC, oltre a specifici progetti speciali ha comunque dato i suoi frutti. Un aspetto particolarmente importante dal punto di vista gestionale è rappresentato dai miglioramenti ambientali. Intendesi per ciò tutta quella serie di interventi finalizzati al miglioramento della potenziale ricezione faunistica del territorio. Nel caso delle ZRC si è voluto individuare tre ZRC distribuite sul territorio provinciale in modo da rappresentare le varie tipologie ambientali e nelle quali fare dei progetti di miglioramento ambientale, privilegiando soprattutto gli aspetti forestali, di riferimento per tutte le medesime tipologie di territorio in ogni istituto o struttura sia pubblico sia privato. Le ZRC individuate sono la ZRC Follonica, che rappresenta l area di bassa collina, la ZRC Preselle l area di media collina e la ZRC Sforzesca che rappresenta l alta collina. I progetti in allegato potranno pertanto essere di riferimento per territori simili anche per il territorio destinato alla caccia programmata. 52

53 MIGLIORAMENTI AMBIENTALI NELLE ZRC (IN ) ZRC CORNACCHIAIO GHIRLANDA LITIANO RIBOLLA CASTEANI TORRI-MONTORSI FOLLONICA TOTALE ATC GR BACCINELLO CACCHIANO CANCELLONE 0, MONTENERO MONTIANO 0, POGGIO LA MOZZA 1.355, POMONTE 1.120, PORRONA PRESELLE S. CRESCENZIO S. LORENZO GORARELLA SASSO D'OMBRONE 3.240, STICCIANESE 1.792, TOTALE ATC GR CARPINETA MONTEMERANO POGGIO MURELLA SATURNIA SAN MARTINO LA SFORZESCA TOTALE ATC GR TOTALE PROV. GR

54 PROPOSTE PER LA GESTIONE E PROPOSTE DI MODIFICA DEI CONFINI Dato il quadro conoscitivo sopra delineato gli obbiettivi che il presente Piano si pone sono: proseguire nell incremento delle densità di popolazioni selvatiche con particolare attenzione alle specie di indirizzo (lepre, fagiano e pernice rossa), incrementare e sviluppare le attività di cattura di fagiani e lepri a favore di altre ZRC e di ZRV, mettere in campo tutte le attività utili alla diminuzione dei danneggiamenti delle popolazioni selvatiche alla colture agro forestali, favorire ulteriormente il ruolo delle ZRC quali ambito di tutela e sviluppo di tutte le popolazioni selvatiche, favorire il ruolo delle ZRC quale strumento ulteriore di tutela e salvaguardia delle specie endemiche (con particolare riguardo alla lepre italica), favorire la collaborazione tra Provincia, l ATC, le Commissioni di Verifica e Controllo e i proprietari e conduttori dei fondi inclusi. Per questi obbiettivi si si definiscono le seguenti linee guida per la gestione: Conferma della gestione in affidamento agli ATC che possono proporre alla Provincia modifiche e nuove istituzioni, oltre a formulare i piani di gestione annuale (concordati con la Commissione di Verifica e Controllo (CVC) e la Provincia stessa per quanto riguarda la fattibilità tecnica ed economica, sulla base di modelli predisposti dalla Provincia). Promozione da parte delle Provincia e dell ATC di forme di collaborazione tra Provincia, ATC e CVC. Possibilità da parte delle CVC, ATC e Provincia di dotarsi di specifico personale per le operazioni nelle ZRC Conferma della destinazione di almeno il 25% delle risorse economiche specificamente destinate a miglioramenti ambientali a proprietari o conduttori dei fondi nelle ZRC. Tale quota potrà essere destinata solo ai fondi inclusi nelle ZRC, nel caso ciò non dovesse accadere gli ATC provvederanno a mettere a disposizione della Provincia i fondi non utilizzati. Attuazione di tutte le progettualità e possibili forme di finanziamento, oltre a quelle annuali regionali, per il funzionamento delle ZRC Prevedere nel piano di gestione annuale per ogni ZRC almeno il 4% della superficie destinato a miglioramenti ambientali di cui al massimo un terzo ai ristoppi (ritardo della lavorazione dei terreni o della raccolta), senza considerare il ripristino e/o manutenzione dei punti d acqua. 54

55 Piani di cattura annuali da calendarizzare entro il 31 novembre di ogni anno e approvati dalla Provincia e comunque solo con densità stimate superiori a 10 capi/100ha per la lepre e 15 capi/100ha per il fagiano. Dotazione per ogni ZRC di almeno due Guardie Volontarie a disposizione dell ATC e/o della CVC Il consenso dei proprietari ricadenti nelle ZRC per il rilascio di autorizzazioni all espletamento di gare cinofile si ritiene espresso già al momento del consenso all istituzione della ZRC. Al fine di non creare eccessivo disturbo alla selvaggina, peraltro nel periodo interessato dalla riproduzione, le gare cinofile potranno essere svolte fino ad un massimo di 5 giorni complessivi per ZRC. Le gare cinofile all interno delle ZRC saranno autorizzate secondo il calendario che anno per anno verrà proposto alla Provincia dall ENCI. Possibilità di immettere selvaggina della specie in indirizzo solo se di cattura in altri istituti o proveniente dal CPPS provinciale e nata o allevata allo stato naturale. Attuazione del controllo del cinghiale grazie a tutte le possibilità offerte dalla normativa. Modifiche ai perimetri attuali con priorità a quelle determinanti l esclusione dalle ZRC di aree boscate. Oltre a quelli indicati nel presente Piano gli uffici provvederanno a apportare ulteriori modifiche, a istituire nuove ZRC purchè sia tenuto conto delle finalità previste dalla legge per le ZRC, degli obiettivi del piano oltre che di tutte le indicazioni sopra riportate. Valutate tutte le ZRC insieme agli ATC si propone di apportare modifiche degli attuali perimetri ed il quadro che si verrebbe così a delineare è il seguente: 55

56 ZONE DI RISPETTO VENATORIO 56

57 Fin dalla nascita dell istituto Zona di Rispetto Venatorio la Provincia di Grosseto ha istituito e gestito questo importante strumento di gestione faunistica con intenti sicuramente diversi da quelli che erano propri della Regione Toscana, nel corso degli anni la gestione si è via vai modificata delineando una sempre maggiore importanza per la realtà grossetana. Che l importanza delle ZRV sia venuta ad accrescersi lo prova il fatto che nel 2005 la Regione Toscana ha infatti ammesso le ZRV nell ambito della quota di territorio destinata alla protezione della fauna per tutte quelle provincie che, come Grosseto, non consideravano la ZRV come un istituto mobile ovvero di ridotte dimensioni e breve durata. L importanza della ZRV in Provincia di Grosseto è sicuramente dovuta al ruolo svolto quale strumento di valorizzazione della selvaggina (fagiano, lepre e pernice rossa) prodotta nei Centri Pubblici Provinciali (CPPS). Da oramai circa 15 anni la selvaggina prodotta nei centri viene immessa nelle ZRV e nel corso degli ultimi anni grazie alla stretta collaborazione tra Provincia, Centri e ATC si è avuto un ulteriore salto di qualità di quella che più volte è stata definita la filiera di produzione di selvaggina da ripopolamento di qualità. Partendo nei primi anni con la semplice immissione di soggetti provenienti dal centro siamo arrivati ad oggi a perfezionare tecniche di immissione, tempi, strutture e di fatto molte ZRV sono da considerarsi delle succursali dei CPPS provinciali. Per evidenziare ciò si evidenzia ad esempio che da due anni una parte delle lepri nate nel Centro di Civitella Marittima viene ambientata a terra direttamente nelle ZRV a mezzo di recinti elettrici particolarmente adatti allo scopo. Per evidenziare la qualità presente nelle ZRV si evidenzia che da alcuni anni in molte ZRV si catturano, così come se fossero ZRC, lepri e fagiani riprodottisi allo stato naturale. In questo senso è via via regressa la valenza di istituti destinati all immissione di selvaggina pronta caccia, che peraltro dal 2012 non sarà immessa nemmeno nel territorio destinato alla caccia programmata, mentre è cresciuta anche la loro valenza come istituti con chiare finalità di tutela e riproduzione della fauna selvatica in senso generale. Dato il ruolo importante delle Zone di Rispetto Venatorio nell ambito della gestione faunistico venatoria si intende individuare una serie di ulteriori forme di sviluppo tese a sviluppare ancor più il ruolo che ormai le ZRV hanno assunto. Nel corso degli ultimi 6 anni sono state apportate molte modifiche ai perimetri delle ZRV e, così come per le ZRC, si è teso nella gran parte dei casi ad escludere le aree boscate per facilitare la gestione da parte dell ATC delle popolazioni ungulate. La Provincia di Grosseto conta oggi 40 Zone di Rispetto Venatorio per un totale di ettari, di cui considerabili ai sensi di legge a effettiva protezione della fauna (20-30 % della SAF). Le ZRV rappresentano il 2 % della SAF provinciale e l ATC dove le ZRV sono maggiormente presenti è l ATC GR 6. n. ZRV ha x ZRV % ZRV/SAF sup. media ZRC ATC GR ,50% 205,8 ATC GR ,54% 203,6 ATC GR ,39% 271,1 Prov. GR ,06% 223,0 57

58 ZONE DI RISPETTO VENATORIO (al 01/01/2012) Monterotondo Monterotondo Marittimo 157 Montemurlo Montieri 23 ATC GR 6 ATC GR 7 ATC GR 8 Gabellino Massa Marittima/Montieri 228 Fontino Massa Marittima 270 Lanzo Civitella Paganico 214 Le Case Scarlino 237 Le Coste Roccastrada 177 Monte Antico Civitella Paganico 198 Poggiarello Roccastrada 352 Poggio al Fabbro Gavorrano e Scarlino 322 Roccastrada Roccastrada 221 Montebamboli Massa Marittima 88 Montalto Civitella Paganico 150 Casalone Roccastrada 213 Montebelli Gavorrano e Scarlino 237 TOT. ATC GR Marruchetone Castiglione della Pescaia 194 Pontoncino Magliano in T./Scansano 303 Le Paole Santa Fiora 168 Murci Scansano 349 Dogana di Montenero Castel del Piano 358 Ritondole Seggiano 401 Aquilaia Arcidosso 63 Cadone Santa Fiora 247 Dogana di Cana Roccalbegna 84 Poggio Rossino Magliano in T. 28 Monticello Cinigiano 250 Santa Caterina Roccalbegna 77 Colle Massari Cinigiano 168 Poggi di Mota Grosseto 160 TOT. ATC GR San Quirico Sorano 203 La Selva Orbetello 209 Fibbianello Semproniano 382 Poggetti Capalbio 350 Pian di Costanzo Sorano 219 Pian della Contessa Sorano 184 Giovanni Carrucoli Sorano 262 San Valentino Sorano 311 Corano Pitigliano 230 Pantano Pitigliano 240 Cirignano Manciano 392 TOT. ATC GR PROVINCIA DI GROSSETO

59 Così come per le ZRC si è provveduto ad analizzare la presenza delle aree boscate comprese nelle ZRV evidenziando una situazione ben differenziata nei vari istituti che, seppur mediamente abbastanza buona, pone comunque la necessità di ulteriori modifiche ai perimetri di alcune ZRV. NOME % sup boscata NOME % sup boscata SAN VALENTINO 46,47% ROCCASTRADA 11,66% CADONE 41,11% STICCIANESE 11,65% MONTEMURLO 40,13% AQUILAIA 11,59% CASALONE 28,73% LA SELVA 11,31% MONTE ANTICO 28,42% PIAN DI COSTANZO 10,54% LE COSTE 28,36% CIRIGNANO 8,44% SAN QUIRICO 26,28% FONTINO 8,31% SANTA CATERINA 25,77% PRATA 7,92% GIOVANNI CARRUCOLI 24,81% PETRICCIO 7,82% RITONDOLE 23,62% IL POGGIARELLO 6,58% FIBBIANELLO 22,61% MONTEBELLI 6,02% MONTALTO 20,94% CANA 5,81% COLLE MASSARI 20,61% MONTEROTONDO 4,75% MONTICELLO 20,50% CORANO 3,29% POGGIO FOCO 20,22% NEBBIAIE 1,57% POGGIO LA LODOLA 19,82% PONTONCINO 1,31% GABELLINO 19,59% POGGETTI 0,25% LE PAOLE 18,49% SANTA VITTORIA 0,03% DOGANA DI LANZO 16,84% MONTENERO 0,00% MURCI 15,10% GROSSETO 0,00% MONTEBAMBOLI 12,56% LE CASE 0,00% POGGIO AL FABBRO 12,48% PANTANO 0,00% PIANO DELLA CONTESSA 12,27% POGGIO ROSSINO 0,00% Le aree boscate sono presenti in media per il 10,49 % della SAF destinata a ZRV in tutta la Provincia. Basti pensare che se non si considerasse l area boscata delle ZRV San Valentino e Cadone tale media sarebbe dell 8 %, esattamente come le attuali ZRC. A conferma dell importanza dell istituto ZRV sono evidenziati di seguito gli importi versati dagli ATC per i miglioramenti ambientali. Gli importi utilizzati sono da considerarsi decisamente elevati, se solo si confrontano con quelli utilizzati per le ZRC le quali occupano più del doppio dell estensione su base provinciale. Ciò se da un lato dimostra la precisa volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali nelle ZRV dimostra, conoscendo a fondo la reale situazione, la difficoltà riscontrata dai Comitati di Gestione ATC ad avere una positiva risposta da parte dei proprietari conduttori interni alle ZRC alla realizzazione di miglioramenti ambientali negli stessi istituti. 59

60 MIGLIORAMENTI AMBIENTALI NELLE ZRV ( ) IN ZRV nome 2006/ / / / /11 Casalone Fontino Gabellino Lanzo LeCase Le Coste Monte Antico Montebamboli Montebeli Monterotondo Poggio al Fabbro Roccastrada Nebbiaie Le Ronne 516 TOTALE ATC GR Marruchetone Pontoncino Le Paole Murci Dogana di Montenero Ritondole Aquilaia Cadone Dogana di Cana Poggio Rossino Monticello Santa Caterina Colle Massari Poggi di Mota Badiola Tot. ATC GR Cirignano Corano Fibbianello 0 0 La Selva 0 0 Pantano Pian Costanzo Pian della Contessa Poggetti Poggio Foco 0 0 Reto San Quirico San Valentino Tot. ATC GR Totale PROV. GR

61 IMMISSIONI ZRV: danni alle colture agricole forestali Denominazione Monterotondo 63,00 Gabellino 4.133, ,20 262,70 958,15 Fontino 1.714, ,50 675, ,25 Lanzo 208,25 360,00 Le Case 501, ,95 165, ,50 Monte Antico 245,00 360,00 205,00 Poggiarello 168, , ,00 Poggio al Fabbro 2.017, , , ,20 Roccastrada 252,00 Montebamboli 1.476,25 431,25 135,00 Montebelli 190,00 422,48 300,00 Tot. ATC GR , , , , ,10 Dogana 156,15 875,06 Le Paole 463,75 140, ,90 450,00 552,75 Monticello 173,11 860,87 774, ,96 Murci 350,00 Ritondole 157,00 Santa Vittoria 495,63 Tot. ATC GR 7 969,90 442, , , ,34 Cirignano 226,00 Corano 324,00 Fibbianello 474,00 202, , ,00 Pantano 703,28 446,00 Pian Costanzo 3.390, ,50 800,00 Poggetti 190,00 197,00 Poggio Foco 1.022,64 Reto 3.314, , , , ,40 San Valentino 426,05 371,25 Tot. ATC GR , , , , ,65 Tot. Prov. GR , , , , ,09 SPECIE ATC ATC GR LEPRI ATC GR ATC GR TOT. PROV PERNICI ROSSE ATC GR ATC GR ATC GR TOT. PROV FAGIANI 60/70 GG ATC GR ATC GR ATC GR TOT. PROV FAGIANI ADULTI ATC GR

62 PROPOSTE PER LA GESTIONE E PROPOSTE DI MODIFICA DEI CONFINI Nel corso di questi ultimi cinque anni nel corso dei quali si è appunto rafforzato il ruolo della ZRV nell ambito delle gestione faunistico venatoria. Si rende necessario continuare il percorso virtuoso che ha interessato solo parte delle ZRV esistenti sul territorio. Ciò a maggior ragione per il fatto che alcune zone, per quanto carenti dal punto di vista gestionale, continuano a presentare una buona vocazionalità per le popolazioni di lagomorfi e galliformi. Se si intende qualificare gradualmente le ZRV, sempre maggiore attenzione andrà riservata ai ripopolamenti, limitando il ricorso a selvaggina di cattura o proveniente solo dai centri pubblici provinciali e adottando tutte le forme di immissione: tempi, densità, tipologia di strutture, modalità etc utili a favorire un ambientamento della selvaggina finalizzato a sviluppare al massimo e in breve tempo le caratteristiche di rusticità e ad evitare i numerosi problemi che l animale incontra nella ricerca di cibo e fonti idr/iche nonché a nella ricerca di un adeguato rifugio dalla predazione. A questo proposito, volendo disporre di soggetti idonei al potenziamento della lepre, la Provincia di Grosseto e gli ATC hanno portato avanti varie esperienze di cattura di soggetti nati nelle ZRV nelle quali negli anni precedenti erano stati immessi soggetti provenienti dai CPPS provinciali. Tale positiva esperienza è stata particolarmente utile al potenziamento della fauna in altre ZRV e in alcune ZRC nelle quali la densità della selvaggina era particolarmente bassa. Tale sperimentazione è stata particolarmente utile per ripopolare alcune ZRV e ZRC con soggetti di lepre. Immissioni, peraltro generalmente non cospicue numericamente, hanno sviluppato una popolazione che dopo uno due ani già sembra presentare tutte le caratteristiche di quella selvatica. Partendo da tali esperienze si vuol individuare una particolare tipologia di Zona di Rispetto Venatorio da denominarsi Zona di Ripopolamento della Lepre (ZRL) specificatamente destinata ad ospitare soggetti di lepre provenienti dai CPPS provinciali in grado di restituire dopo almeno due anni selvaggina destinata al ripopolamento di altre ZRV, di ZRC o, se le condizioni ambientali lo consentissero e le densità risultassero particolarmente elevate (indice di una elevata potenzialità di ricezione faunistica), di trasformasi, previa modifica dei confini in una Zona di Ripopolamento e Cattura. Per alcune ZRV pare doveroso continuare l esperienza di assolvere di fatto il ruolo di succursale/decentramento dell attività di produzione di lepri del Centro Pubblico di Civitella 62

63 Marittima. Le positive esperienze portate avanti nel corso degli ultimi anni di fare l ambientamento delle lepri nate al Centro direttamente nelle ZRV non può che far propendere per un ulteriore sviluppo di tale forma di collaborazione tra il Centro, la Provincia, gli ATC e le varie realtà locali via via coinvolte. Per particolari realtà, così come avvenuto sperimentalmente con successo per l Azienda Agricola Colle Massari nel comune di Cinigiano, si provvederà eventualmente a stipulare specifiche forme di collaborazione. Quale ulteriore forma di qualificazione delle ZRV si potrà altresì ricorrere a soggetti derivati dalla cattura in ZRC o AFV. Relativamente alle dimensioni, considerato che il ruolo fondamentale delle Zone di Rispetto Venatorio, si ritiene di dover individuare delle dimensioni massime più limitate rispetto alle ZRC proprio per favorire la gestione faunistica della piccola selvaggina all interno di quelle aree della provincia dove risulti problematico istituire Zone di Ripopolamento e Cattura. La funzionalità di quest ultime è infatti strettamente legata a dimensioni di entità superiore. Si individua pertanto il limite massimo di superficie destinabile a ZRV in 400 ettari. Anche sulla base dei criteri sopra indicati gli ATC insieme agli uffici hanno elaborato tutta una serie di proposte di modifica dei perimetri delle ZRV che una volta definiti delineano il seguente quadro a livello provinciale. 63

64 64

65 RIEPILOGO DATI E VALUTAZIONI Ai sensi della legge 157/92 l Azienda Faunistico Venatoria (d ora in avanti AFV), è un istituto che pur secondo piani di gestione approvati dall Ente pubblico è gestito da un privato. Il pubblico interesse nel funzionamento dell AFV consiste nel mantenimento e miglioramento dell ambiente nonché nell incremento delle popolazioni di fauna selvatica anche per un suo irradiamento nel territorio circostante. Nell ottica del raggiungimento di tali compiti la legge 157/92 e la relativa legge regionale toscana LRT 3/94 hanno stabilito che le AFV debbono necessariamente essere istituite su ambienti con.. prevalenti finalità naturalistiche e faunistiche e in territori di rilevante interesse ambientale e di elevata potenzialità faunistica. Sempre nell ottica del raggiungimento delle finalità il disposto applicativo della LRT 3/94 definito con DPGR 26/07/2011 N. 33/R ha definito tutta una serie di parametri, indicazioni e prescrizioni che stabiliscono il funzionamento delle AFV e le relative forme di controllo da parte delle province. Nel DPGR 26/07/2011 N. 33/R sono stabilite le modalità di presentazione dei piani di assestamento e abbattimento che si ritengono il perno centrale dell attività delle AFV; infatti, è grazie alla corretta programmazione del piano e alla sua effettiva realizzazione che l AFV assolve i compiti affidatigli dalla legge. La Provincia di Grosseto proprio per arrivare ad un ulteriore valorizzazione delle AFV ha adottato nel 1998 il Regolamento per Istituzione, Rinnovo, Controllo e Valorizzazione Delle Aziende Faunistico-Venatorie (Modificato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n 5 del 17 gennaio 2000). Oltre a tale Regolamento che ha contribuito ulteriormente alla valorizzazione delle AFV si è provveduto a stipulare nel 2010 con i concessionari delle AFV uno specifico disciplinare tecnico che ha definito ulteriori specifiche attività da intraprendersi per un ulteriore sviulppo della funzionalità degli istituti. Sono state infatti riviste e specificate le percentuali minime delle tipologie ambienali da ritenersi positive e sono state definite tutta un altra serie di attività da attuarsi a tal fine. La stipula del suddetto disciplinare è stata ritenuta necessaria dato che nel corso degli ultimi 5 anni sono intervenute ulteriori modifiche alle condizioni sia ambientali che faunistiche con particolare riguardo alle popolazioni di ungulati. Se fino a dieci anni or sono la presenza del cinghiale poteva essere considerata solo una risorsa ora deve essere considerata una risorsa da gestire e in talune situazioni addirittura un problema. Se dieci anni or sono si istituivano AFV con indirizzo capriolo ad oggi si ritiene che non ci sia più l esigenza di promuovere la presenza di tale ungulato nel territorio, fatta eccezione per la sottospecie capriolo italico. Altra attuale necessità per la Provincia, intervenuta con l approvazione del PRAF, è quella di individuare non solo le specie ogetto di indirizzo faunistico ma anche le densità obbiettivo da raggiungere dopo il terzo anno dall istituzione. Tale definizione nasce dall esigenza difusa a livello regoinale di dover necessariamente differenziare appunto specie e densità in dipendenza delle varie realtà territoriali. Il quadro complessivo delle AFV in Provincia di Grosseto al 31 dicembre 2011 risulta il seguente: 65

66 Nome ATC ettari Comune 1 ABBANDONATO 7 443Arcidosso 2 ACQUISTI Grosseto 3 AQUILAIA 7 732Scansano 4 BADIOLA 7 497Castiglione della Pescaia 5 CAMPAGNATICO 7 390Campagnatico 6 CAPALBIO Capalbio 7 CAPANNE RICCI 6 589Cinigiano 8 CASENOVOLE 6 405Civitella Paganico 9 CASTEL DI PIETRA 6 800Gavorrano 10 CAPITA Capalbio/Manciano 11 CAPITANA 7 423Magliano 12 DIANA 7 568Campagnatico 13 GIUNCARICO Gavorrano 14 GRANCIA MONTEPESCALI 7 985Grosseto 15 GRASCETONE Campagnatico 16 LAGO ACQUATO Capalbio 17 MAGLIANO Magliano 18 MARSILIANA Manciano 19 MONTAUTO 8 838Manciano 20 MONTEBOTTIGLI Magliano 21 MONTECUCCO 7 617Cinigiano 22 MONTEMASSI 6 421Roccastrada 23 MONTEPO' 7 885Scansano 24 MONTEVERDI 6 942Civitella P.co 25 MURALI Campagnatico 26 PAGANICO 6 662Civitella P.co 27 PARRINA 8 585Orbetello 28 PERETA 7 980Magliano in T. 29 PESCAIA 6 405Roccastrada 30 PIAN D'ALMA Castiglione d.p. 31 PIAN DEL BICHI 6 473Roccastrada 32 PIEVANELLA 6 455Civitella Paganico 33 POLVEROSA Orbetello 34 PUNTA ALA 7 912Castiglione d.p. 35 ROCCA DI FRASSINELLO 6 401Gavorrano 36 SAN DONATO 8 992Orbetello 37 SAN REGOLO 6 408Monterotondo Marittimo 38 SCAGLIATA 7 591Grosseto/Campagnatico 39 SCORTAIOLA 7 982Scansano/Magliano 40 SEMENTARECCE 7 659Grosseto 41 STRIBUGLIANO 7 564Arcidosso 42 TERZI 7 815Cinigiano 43 TRIANA 7 952Roccalbegna 44 VALMORA 6 825Massa M.ma TOTALE Ad oggi risultano istituite in Provincia di Grosseto 44 AFV, di queste 32 hanno come specie in indirizzo la lepre e 12 il capriolo. L istituto AFV rappresenta il 9,8 % della SAF rappresentando una frazione decisamente importante dato che peraltro occupa alcune peculiari realtà importanti da un punto di vista non solo faunistico venatorio ma anche di tutela di tutela di specie endemiche e a 66

67 rischio estinzione oltre che da un punto di vista ambientale. La presenza sul territorio, che potrebbe apparire modesta in confronto alle altre provincie toscane, va analizzata attentamente. La distribuzione delle AFV è in realtà poco omogenea e ciò è dato sia dalla più volte citata differenza territoriale dei tre comprensori grossetani sia dalla diversa distribuzione della proprietà (le AFV sono più presenti ove vi sono proprietà meno frazionate) oltre che per la presenza di istituti privati storici che sono da considerarsi effettivamente importanti per il mantenimento di certe tradizioni venatorie e agricole. SUP. AFV (ha) % SULLA SAF ATC GR % ATC GR ,70% ATC GR ,91% PROVINCIA % Nel corso degli ultimi 5 anni la Provincia ha provveduto alla verifica nelle AFV delle densità della lepre indipendentemente dalla specie in indirizzo, tramite censimenti affidati a tecnici esperti. Nel corso degli utimi due anni il controllo è stato affidato agli ATC che hanno provveduto con il proprio personale tecnico, mentre la Provincia ha provveduto alla verifica e al controllo dei piani di abbattimento, in particolar modo del cinghiale e del capriolo. Come anzi detto, nel corso di questi ultimi anni si è avuta una netta affermazione del capriolo sul territorio e ciò ha fatto sì che ad oggi nessuna delle AFV con specie di indirizzo capriolo abbia il carico (la densità) della specie in indirizzo al di sotto del minimo previsto dalla legge. Nel corso degli anni si sono anche evolute ed affinate le tecniche di censimento delle popolazioni di cervidi e bovidi. Nel caso del capriolo ad esempio la gestione è affinata e progredita fino a calibrare tecniche di censimento ottimali per ogni AFV e a considerare l AFV come parte integrante del distretto di gestione. Interessante risulta l analisi delle stime di popolazioni di lepre nelle AFV con tale lagomorfo come specie in indirizzo. Nel corso di questi anni alcune AFV hanno mantenuto popolazioni stabilmente superiori ai 10 capi/100 ettari, altre si sono impegnate nel raggiungimento di tale densità e altre, per non spiccata vocazione ambientale e/o gestioni non condotte correttamente, sono risultate al di sotto dei parametri faunistici sopra ricordati. Al di là di AFV oramai storiche, la cui popolazione di lepri è ben stabile negli anni, è da evidenziare in positivo che la gran parte delle AFV hanno avuto una densità altalenante che mediamente nel corso degli ultimi anni è decisamente cresciuta. In alcune AFV a seguito di verifiche di densità non ottimali, o comunque di poco al di sotto del limite si è proceduto anche ad approvare piani di immissioni di lepre, nel caso di lepri non di cattura sempre tramite ambientamento in recinti, ma, generalmente, i fattori che hanno determinato l aumento della popolazione sono l aumento della superficie destinata a miglioramenti ambientali, il controllo attento dei predatori, la realizzazione di un piano di abbattimento elevato di cinghiale, l applicazione di metodi di controllo delle infestanti e dei fitopatogeni compatibili con la presenza della selvaggina. Ciò ha ulteriormente confermato che la risposta della lepre alla corretta gestione faunstico venatoria dell ambiente è sempre positiva. Si riportano di seguito le stime delle popolazioni della lepre per le sole AFV che hanno tale selvatico come specie in indirizzo. 67

68 Stima della densità della popolazione delle specie di indirizzo: LEPRE (capi x 100 ha) AFV sottoposte a rilievo nel 2012 ABBANDONATO 10,2 7,1 18,5 16,9 7,3 12,8 10,1 15,7 x AQUILAIA 3,6 9,2 11,3 8,9 12,3 x ACQUISTI 10,0 15,5 21,7 8,8 14,8 12,0 13,4 14,1 10,0 9,2 x BADIOLA 13,5 x CAMPAGNATICO 14,5 11,3 13,2 4,8 3,2 11, x CAPANNE RICCI 7,1 9,0 20,9 18,2 14,3 9,8 11,8 10,3 13,2 x CASENOVOLE x CASTEL DI 13,5 PIETRA 3,5 5,1 8,2 2,3 3,8 8,0 6,7 6,8 x GIUNCARICO 12,5 16,6 13,2 24,6 11,2 25,2 7,0 13,3 x GRASCETONE 10,1 5,5 11,0 10,2 6,0 12,3 14,2 8,1 13,7 x LA CAPITANA 8,2 7,1 12,1 10,3 9,2 10,5 11,1 12,9 x LA DIANA 11,5 11,5 10,6 8,0 13,1 10,8 8,2 15,1 LA PESCAIA 2,3 1,0 7,9 5,8 8,6 9,3 8,9 9,3 6,6 1,8 x LAGO ACQUATO 5,7 2,9 8,9 13,4* 7,4 27,6 0,7 0,5 2,7 3,6 4,1 x MONTECUCCO 4,7 5,0 5,9 2,0 4,8 11,6 9,8 10,1 10,3 14,4 MONTEMASSI 2,3 16,5 17,6 15,0 12,8 MONTEPO' 10,1 15,0 11,4 11,1 10,4 10,2 11,9 MONTEVERDI 7,1 9,0 22,1 12,1 6,4 10,6 12,3 9,2 6,98 x PAGANICO 7,1 9,0 16,8 11,0 7,1 9,8 13,3 10,2 12,2 x PARRINA 4,0 5,5 6,3 12,3 11,8 11,8 12,3 10,2 10,1 x PERETA 3,0 4,8 16,1 11,8 13,5 8,0 9,4 x PIAN DEL BICHI 3,7 23,2 17,1 19,8 11,0 25,1 8,8 11,2 x PIEVANELLA 5,5 10,9 18,7 ROCCA DI F.llo 33,9 18,8 29,5 16,5 SAN DONATO 5,3 12,2 10,3 11,2 10,9 7,8 16,4 SAN REGOLO SCAGLIATA 9,1 9,1 3,5 1,5 3,0 3,4 3,5 7,6 9,1 7,3 14,3 x SCORTAIOLA 11,2 7,3 11,7 11,7 10,1 10,2 17,0 10,1 14,1 SEMENTARECCE 20,4 12,1 6,5 10,4 3,9 6,7 8,2 6,1 11,6 x STRIBUGLIANO 15,5 11,5 17,7 15,8 15,0 10,6 12,4 x TRIANA 14,2 14,4 16,9 25,2 VALMORA 13,7 16,6 12,5 14,8 22,1 11,1 26,5 A seguito delle stime di densità, nel caso di popolazioni al di sotto del minimo previsto, sono stati adottati provvedimenti di sospensione dell attività. Analogamente si procederà anche a seguito di analoghe situazioni che eventualmente si verificheranno dopo la campagna di controlli che si effettuerà nel Nel corso dell ultimo anno (2011) sono state proposte alla Provincia due sole ulteriori istituzioni di AFV che saranno valutate alla luce di quanto definito nelle proposte. Dopo aver provveduto alla esatta perimetrazione delle aree boscate a mezzo GIS si sono confrontati con tali aree i confini delle AFV. Il fine di tale studio è utile per evidenziare la presenza effettiva delle aree boscate nelle singole AFV. L importanza di tale lavoro consta nel fatto che le aree individuate come boscate sulla base di rilievi catastali corrisponde solo parzialmente alla realtà. Questo lavoro nasce dal fatto che l elevata presenza di aree boscate si ritiene un fattore limitante per tutte le AFV con lepre quale specie di indirizzo. Peraltro, in considerazione del fatto che non si ritiene più necessario individuare AFV con specie di indirizzo capriolo, ad eccezione delle AFV che sono nel area di presenza del capriolo italico, si ritiene che tale sovrapposizione costituisca uina buona base per la modifica dei perimetri, in particolare appunto per tutte le AFV che verranno autorizzate con una specie di indirizzo diversa rispetto al passato. 68

69 Nome AFV Ettari AFV da DD Ettari AFV da GIS Ettari bosco sup Bosco GIS MONTEBOTTIGLI % MARSILIANA % PUNTA ALA % CAPALBIO % MURALI % PIAN D'ALMA % POLVEROSA % STRIBUGLIANO % MONTAUTO % TRIANA % LAGO ACQUATO % TERZI % LA CAPITA % PARRINA % BADIOLA % SEMENTARECCE % MONTECUCCO % GRANCIA MONTEPESCALI % CASTEL DI PIETRA % PIEVANELLA % AQUILAIA % SCAGLIATA % MONTEPO' % LA CAPITANA % CAMPAGNATICO % SAN REGOLO % ROCCA DI FRASSINELLO % PERETA % SCORTAIOLA % VALMORA % PAGANICO % GIUNCARICO % MAGLIANO % GRASCETONE % ACQUISTI % MONTEVERDI % CASENOVOLE % ABBANDONATO % LA DIANA % LA PESCAIA % CAPANNE RICCI % MONTEMASSI % PIAN DEL BICHI % SAN DONATO % 69

70 PROPOSTE Sulla base delle analisi e delle considerazioni espresse sopra si vuol individuare una serie di azioni che si ritengono utili sia all aumento della produttività delle AFV sia al miglior funzionamento delle stesse ai fini della generale gestione faunistica e faunistico venatoria. Individuazione del 50 % come limite massimo di superficie aziendale di aree boscate Individuazione del limite massimo di superficie per ogni AFV in 1000 ha. Le AFV che verranno autorizzate su territori attualmente già destinati a tale tipologia di istituto privato e che sono superiori a tale limite massimo dovranno prevedere l esclusione di aree boscate. Le AFV che collaborano con la Provincia per specifici progetti di interesse pubblico (es: aumento delle specie di indirizzo senza immissioni, progetti di interesse conservazionistico in particolare per la lepre italica o il capriolo italico) potranno essere autorizzate per una superficie comunque non superiore al doppio del limite massimo stabilito. Per l esigenza di far coincidere i perimetri su confini naturali le superfici di cui sopra potranno essere autorizzate considerando una tolleranza del 10%. In tutte le Aziende che chiedono di essere autorizzate su territori già oggi destinati ad AFV e non concordino con la Provincia una riduzione delle aree boscate, la densità minima della specie in indirizzo (da raggiungersi al terzo anno dall istituzione o eventualmente dal cambio della stessa) è da considerarsi di conseguenza aumentata in proporzione al rapporto delle aree boscate sul totale aziendale specie di selvaggina in indirizzo: Tutte le AFV che fino ad oggi hanno avuto il capriolo come specie di indirizzo e che intendono mantenere la destinazione del territorio ad azienda faunistico venatoria debbono a tal fine adeguarsi. Anche secondo gli indirizzi del PRAF si individua un limite minimo di densità della specie in indirizzo da individuarsi tra lepre e fagiano. Le densità minime da raggiungersi al 3 anno dall istituzione, da stimarsi al termine della stagione venatoria, sono di 40 capi x 100 ha per il fagiano e di 10 capi x 100 ha per la lepre. Si potranno individuare inoltre due AFV sperimentali con specie di indirizzo pernice rossa la cui densità da verificarsi al terzo anno dall istituzione è di 15 capi x 100 ha, in luogo della pernice due AFV potranno potranno sperimentare come specie di indirizzo la Starna con densità obbiettivo di 20 capi x 100 ha. Nei territori nei quali sia accertata la presenza di lepre italica o sia stata rilevata un elevata presenza di capriolo italico queste due specie potranno rappresentare specie di indirizzo. In questi due casi l AFV potrà essere autorizzata con una percentuale di superficie boscata comunque non superiore la 90% della SAF e densità minima delle specie di indirizzo da stabilirsi per ogni specifica situazione. Nel caso di specie di indirizzo lepre italica il piano di assestamento dovrà prevedere l eradicazione della lepre europea. 70

71 Per le AFV che dopo il terzo anno dall autorizzazione non evidenzino una densità della specie in indirizzo, così come stabilito al punto precedente, si prevede un periodo di sospensione dell attività venatoria di 15 giorni. Se tale situazione si dovesse verificare anche l anno successivo tale periodo di sospensione verrà applicato per due mesi. Se le densità della specie di indirizzo non dovessero essere nei parametri anche dopo il terzo anno dall autorizzazione si potrà procedere alla revoca definitiva. La durata delle autorizzazioni per le nuove AFV non potrà essere superiore alla durata del PFVP. Anche in considerazione della programmazione definita dal PFVP, tutte le AFV che hanno presentato istanza di rinnovo e che comunque dovranno essere autorizzate secondo quanto definito dal PFVP dovranno essere valutate come nuove autorizzazioni. Nel caso di AFV che hanno manifestato condizioni critiche (es. densità della specie di indirizzo poco sopra il limite minimo) le autorizzazioni potranno essere rilasciate per una durata inferiore al PFVP. Nel caso di AFV che hanno già richiesto il rinnovo, si riserva loro la priorità, nel caso di richieste per i medesimi territori, solo nel caso che abbiano evidenziato una densità della specie di indirizzo pari almeno ai parametri stabiliti dalla normativa prima dell approvazione del presente Piano. Una ulteriore considerazione deve essere fatta relativamente alla percentuale di SAF destinabile ad istituti privati. Come sopra detto la percentuale di SAF provinciale destinata ad AFV ed ATV al di sotto dei parametri non deve far sottovalutare le difficoltà di destinare superfici a nuove AFV o ATV. Riprendendo le considerazioni fatte in premessa sulla distribuzione non omogenea di tali istituti nel nostro territorio, oltre alle considerazioni sulla distribuzione delle aree boschive nel nostro territorio, si ipotizzano difficoltà nella gestione faunistico venatoria generale, ed in particolare degli ungulati, nell autorizzare nuove altre AFV e ATV. Si ritiene pertanto che aumentare la percentuale di SAF di ogni ATC destinabile ad AFV e ATV possa determinare una concentrazione maggiore di AFV e ATV proprio in quelle aree provinciali che già presentano elevate densità di tale tipologia di istituti privati con evidenti problematiche nella gestione più generale, nonché l esasperazione di alcune situazioni locali già di per se problematiche. Si conferma pertanto il 13 % della SAF di ogni Comprensorio quale limite per poter autorizzare nuove AFV o ATV. Definizione di criteri gestionali da definirsi tramite specifici disciplinari tecnici. Si conferma nell ambito della gestione faunistico venatoria l immissione di fasianidi consentita secondo specifici piani e comunque solo tramite recinti a cielo aperto. Tali disciplinari dovranno prevedere criteri di premialità pur nell ambito delle linee programmatiche dettate dal presente Piano. 71

72 Saranno inoltre favorite nel rilascio di autorizzazioni per appostamenti fissi quelle AFV che manterranno per almeno tre anni la densità della specie in indirizzo sopra il doppio delle densità minima 72

73 73

74 RIEPILOGO DATI, VALUTAZIONI La normativa in materia destina alle Aziende Agrituristico Venatorie (d ora in avanti ATV) la funzione di recupero e valorizzazione di aree svantaggiate dal punto di vista agricolo e/o faunistico e la promozione dell attività occupazionale. In effetti per la Provincia di Grosseto individuare dei territori effettivamente svantaggiati dal punto di vista faunistico non è così scontato. Fin ora infatti nella valutazione dell effettiva rispondenza ai requisiti previsti dalla legge si è tenuto conto principalmente dei territori svantaggiati dal punto di vista occupazionale, facendo ricadere le ATV nelle aree riconosciute svantaggiate o montane. Al di là di questo la Provincia ha sempre tenuto in considerazione il ruolo dell ATV in termini di ricaduta occupazionale. Prova ne sia il fatto che per molte ATV è stata tollerata la presenza di aree boscate, non incluse nei recinti di caccia, all interno del perimetri delle stesse aziende. Anche in considerazione delle difficoltà evidenziatesi sempre più nel corso degli ultimi anni di gestire le popolazioni di ungulati abbiamo provveduto anche per le ATV a calcolare l effettiva reale superficie boscata. Lo schema riassuntivo delle ATC autorizzate ad oggi nella Provicnia di Grosseto è il seguente: ATV ATC Ha Comune 1 Abbadia Ardenghesca Civitella Paganico 2 Bagnolo Civitella Paganico 3 Banditaccia 6 e Civitella P.co/Campagnatico 4 Borgo di Perolla Massa Marittima 5 Caprarecce Grosseto 6 Cicalino Massa Marittima 7 Cortevecchia Semproniano/Castellazzara 8 Fantone Scansano 9 Il Solengo Orbetello 10 Le Casacce Seggiano 11 Macchie alte Manciano 12 Mondo Nuovo Scansano 13 Montebello Scansano/Roccalbegna 14 Montieri Montieri 15 Montorio Sorano 16 Perolla Massa Marittima 17 San Ottaviano Monterotondo M.mo 18 Valle di Buriano Castiglione della Pescaia TOTALE

75 Complessivamente sul territorio provinciale sono istituite 18 Aziende Agri-Turistico- Venatorie che si estendono su una superficie totale pari a circa ettari che corrisponde al 2,14% del totale del territorio agro-silvo-pastorale della Provincia di Grosseto. SUP. ATV HA % SULLA SAF ATC GR ,12% ATC GR ,32% ATC GR ,40% PROVINCIA ,14% La superficie media è di 516 ha e, nel caso non fosse considerata l Azienda più estesa (Cortevecchia), la media si attesterebbe a 474 ha. Effettivamente per i presupposti e le finalità per cui sono istituite, le ATV probabilmente nonn necessitano di superfici estese, ragion per cui anche nella nuova Legge Regionale si è provveduto a diminuire la superficie minima per una ATV (da 200 a 100 ha). Al di là di ciò la possibilità di aver autorizzato piani di abbattimento del cinghiale al di fuori dei recinti di caccia ha peraltro dato una nuova possibilità alle ATV che vengono così ad assumere un ruolo anche nella gestione faunistica e faunistico venatoria del territorio. Il quadro della presenza di aree boscate all interno delle ATV è il seguente: Noma ATV Bosco (ha) da GIS 75 ATV (ha) da GIS % sup Bosco/ATV CAPRARECCE 407, ,970 93% VALLE DI BURIANO 256, ,695 93% BAGNOLO 768, ,927 90% BORGO DI PEROLLA 184, ,909 79% MONTIERI 370, ,062 76% MACCHIE ALTE 343, ,671 74% BANDITACCIA 412, ,603 74% IL SOLENGO 550, ,975 74% MONDO NUOVO 444, ,787 67% ABBADIA ARDENGHESCA 91, ,390 62% CORTEVECCHIA 898, ,362 57% MONTEBELLO 147, ,667 56% CICALINO 413, ,743 56% MONTORIO 381, ,100 55% FANTONE 186, ,831 54% SANT' OTTAVIANO 219, ,557 44% PEROLLA 300, ,495 44% LE CASACCE 124, ,024 41%

76 Va specificato che le aziende che mostrano la maggior percentuale di aree boscate, Caprarecce e Valle di Buriano sono completamente recintate, mentre lo è solo in piccola parte l ATV Bagnolo. PROPOSTE Sulla base delle analisi e delle considerazioni espresse sopra si vuol individuare una serie di azioni che si ritengono utili all aumento della funzionalità delle ATV e alla loro miglior gestione, in particolar modo delle popolazioni ungulate, nell ambito della generale gestione faunistica. Individuazione del 20% quale limite massimo di superficie aziendale di aree boscate. Per coloro che richiedono l autorizzazione nei territori già attualmente destinati ad ATV, in ragione degli investimenti, talora elevati, effettuati e della forza lavoro occupata, tale percentuale è elevata al 50 %. Le aree boscate che eccedono tali percentuali potranno essere presenti alla sola condizione che siano recintate. Individuazione del limite massimo di superficie per ogni ATV in 500 ha. L autorizzazione nel caso di territori già oggi destinati ad ATV sarà rilasciata per superfici superiori a tale limite solo se prevede l esclusione di aree boscate pari almeno alla superficie che eccede i 500 ha. Le ATV che collaborano con la Provincia per specifici progetti di interesse pubblico o di gestione faunistica e che sono comunque in grado di dimostrare un adeguato piano di occupazione o investimenti fondiari rilevanti e comunque si trovino in territori svantaggiati e/o montani potranno essere autorizzate per una superficie comunque non superiore al doppio del limite massimo stabilito. Per l esigenza di far coincidere i perimetri su confini naturali le superfici di cui sopra potranno essere autorizzate considerando una tolleranza del 10%. Validità delle autorizzazioni. La durata delle autorizzazioni per le nuove ATV e per le ATV ad oggi autorizzate non può essere superiore alla durata del PFVP. Anche in considerazione della programmazione definita dal PFVP tutte le ATV che hanno presentato istanza di rinnovo e che comunque dovranno essere rinnovate secondo quanto definito dal PFVP debbono essere valutate come nuove autorizzazioni. Definizione di criteri gestionali da definirsi tramite specifici disciplinari tecnici. Si stabilisce, per assicurare il rispetto delle finalità dell istituto, un minimo di attività da svolgersi annualmente pari ad almeno 1 capo di selvaggina stanziale immessa per ettaro di superficie non recintata ovvero 0,2 capi di selvaggina ungulata abbattuta per ettaro di superficie aziendale recintata. Tali 76

77 disciplinari dovranno prevedere anche criteri di premialità pur nell ambito delle linee programmatiche dettate dal presente Piano. 77

78 AREE PER L ADDESTRAMENTO, L ALLENAMENTO E LE GARE DEI CANI DA CACCIA 78

79 Nella Provincia di Grosseto sono praticate svariate tipologie venatorie spesso estremamente diverse tra loro, ma, nella grande maggioranza dei casi, tutte accomunate dall utilizzo del cane. Il profondo legame tra cacciatore ed il proprio ausiliare ha origini molto remote ed ha determinato un profondo radicamento della cinofilia venatoria, pur in presenza di una sostanziale modificazione delle abitudini di caccia. Da ciò l esigenza del mondo venatorio, ed in particolare di quei cacciatori che associano la caccia alla cinofilia, di poter addestrare i cani da caccia su terreni idonei, con presenza ottimale di selvatici ed in periodo di fermo dell attività venatoria. Tenere in allenamento i cani e, perché no, anche i cacciatori, nel periodo in cui la caccia rimane chiusa può rappresentare un problema solo in parte risolto con le lunghe sgambate all aria aperta: se queste ultime, infatti, sono benefiche per il fisico di entrambi, non riescono, però, ad assolvere il compito di mantenere a livello costante il senso del selvatico nel cane adulto, per iniziare o proseguire l addestramento del cucciolo, per esaltare o affinare le doti di un campione. Una valida risposta a tutte queste necessità è rappresentata dalle aree addestramento cani distinte nelle varie tipologie dove poter svolgere le attività cinofile durante tutti i mesi dell anno. Allo stato attuale nella nostra provincia si annoverano numerose strutture di consolidata tradizione suddivise nelle varie tipologie e dove, ad esempio, poter allenare il cane con lo sparo anche a caccia chiusa, su avifauna appositamente immessa e proveniente da allevamento, offrendo la possibilità di una guidata, di una ferma, magari di un riporto seguito dal recupero, e regalando spunti venatori quasi veri ; oppure addestrare e affinare il fiuto del proprio ausiliare sulla selvaggina naturalmente presente in territori di maggiori estensioni e senza possibilità di abbattimento; o ancora provare il proprio segugio nella seguita di soggetti di cinghiale e/o di lepre immessi in zone opportunamente recintate nelle quali, se pure non sia data la possibilità di abbattimento, vi si possa comunque assaporare l illusione di qualche momento di caccia. Le attività svolte all interno di queste strutture contribuiscono in maniera determinante ai fini della selezione delle razze e, oltre all importante ruolo nel campo del miglioramento degli standard canini, sono anche grandi opportunità di incontro e di scambio fra appassionati del settore e rappresentano occasioni di socializzazione di estremo interesse. Negli ultimi anni la passione, la ricerca e la volontà di alcuni imprenditori di mettersi in gioco con sfide sempre nuove ha fatto sì che, alle varie strutture ormai consolidate nel tempo, si siano aggiunte aree ad alta specializzazione, uniche nel loro genere per la nostra provincia e poco comuni anche in altre regioni. Il campo tana artificiale, nel capalbiese, è nato dall esigenza di allenare, addestrare ed effettuare gare e prove di lavoro per cani bassotti, e simili, su percorsi seminterrati costituiti da tane 79

80 artificiali aventi specifiche caratteristiche e omologati dall ENCI. All interno di questa struttura esiste anche la possibilità di effettuare le varie attività cinofile con l utilizzo di volpi e conigli provenienti da allevamento. Già dopo pochi mesi dalla sua istituzione il campo ha ottenuto notevoli apprezzamenti e vi si sono potuti espletare competizioni e campionati di livello internazionale. Altra importante peculiarità è rappresentata dalle due aree di recentissima istituzione in comune di Massa Marittima per l addestramento dei rapaci, sia diurni che notturni, e che ha concretizzato l esigenza e la sfida di riappropriarsi di un arte nobile e antica: la falconeria. E in costante aumento il numero di adepti che si avvicinano e intraprendono questa pratica animati da una grande passione per animali tanto affascinanti quanto poco conosciuti e che intendono specializzarsi in forme di caccia connotate da intense emozioni e forti soddisfazioni. Il ruolo svolto dalle aree addestramento cani nel loro complesso è quindi fondamentale perché offre la passibilità di addestrare il proprio cane in aree opportunamente attrezzate e diversificate nelle varie specializzazioni così da rispondere alle differenti esigenze del mondo venatorio. Ulteriore conferma di ciò è la presenza di un numero sempre maggiore di residenti provenienti da altre regioni che, con dichiarata soddisfazione, si recano e utilizzano aree addestramento cani della nostra provincia certi di potervi trovare la giusta risposta alle loro esigenze. All interno delle molteplici strutture presenti sul territorio provinciale, nelle loro diverse tipologie, si organizzano e si svolgono numerose gare cinofile a carattere regionale, nazionale e internazionale per le varie categorie: queste manifestazioni, richiamando un numero considerevole di addetti ed esperti provenienti da tutta Italia e da altri paesi europei, rappresentano anche una vantaggiosa opportunità per la conoscenza e la valorizzazione di quei territori più svantaggiati e marginali, altrimenti estranei rispetto ai circuiti turistici tradizionalmente proposti. Per di più, la grande passione per la cinofilia venatoria assolve ad un altro importante ruolo: l organizzazione e lo svolgimento di gare cinofile, soprattutto di un certo livello, comprende spesso l offerta ai partecipanti di momenti più conviviali, ma sicuramente non marginali, fornendo così una considerevole occasione per la riscoperta e la rivalutazione delle tradizioni più antiche delle singole località e dei prodotti eno-gastronomici tipici che ne caratterizzano il territorio, dove l esaltazione del gusto e del palato si coniuga armonicamente con il mantenimento dell ambiente e delle tradizioni. Le Aree per l addestramento, l allenamento e le gare dei cani da caccia A.A.C. istituite ad oggi in Provincia di Grosseto sono complessivamente 142 suddivise nel seguente modo: a) n 102 ubicate nel territorio provinciale destinato alla libera attività venatoria; b) n 40 ricomprese all interno di Aziende Agrituristico-Venatorie. 80

81 a) Aree addestramento cani ricadenti in Aziende Agrituristico-Venatorie. Per quanto attiene le aree ricomprese all interno delle ATV va ricordato che, trovandosi ad insistere in territori già preclusi alla libera attività venatoria, la loro estensione non concorre al raggiungimento della percentuale massima consentita dalla vigente normativa. Va precisato comunque che le recenti modifiche della stessa normativa regionale, introducendo la possibilità di istituire all interno delle ATV aree addestramento cani opportunamente recintate dove l abbattimento, oltre che su avifauna, possa essere effettuato anche su cinghiale e/o lepre, offrono per le stesse aziende una ulteriore e non trascurabile opportunità di allungamento della stagione venatoria, con conseguente incremento del reddito e auspicabili ricadute occupazionali. b) Aree addestramento cani ubicate sul territorio destinato alla libera attività venatoria. Le Aree addestramento cani ubicate nel territorio libero sono presenti nella quasi totalità dei comuni (25 su 28) della Provincia di Grosseto, con esclusione di Castell Azzara, Monte Argentario e Isola del Giglio: morfologia particolare del terreno e posizione geografica hanno ostacolato solo in parte la nascita di strutture di questo genere, dato che i territori dei comuni menzionati si trovano a ricadere, totalmente o in parte, in zone a protezione speciale ZPS, all interno delle quali è fatto divieto di istituire nuove aree addestramento cani, ai sensi della D.P.G.R. n 454/2006. La gestione delle AAC, affidata ai soggetti aventi titolo, è svolta per la maggior parte da rappresentanti a vario titolo di associazioni venatorie e cinofile (59 aree su 102). Da registrare che nell ultimo periodo è stata notevole anche la richiesta da parte dell imprenditoria agricola privata, che comunque rappresenta un considerevole 42% con la gestione di 43 aree, delle quali ben 9 affidate ad imprenditrici agricole donne. La suddivisione delle aree nelle varie tipologie è riassunta nello schema riportato sotto: CON ABBATTIMENTO - n 38 : (sup. totale ha 1477,02) su Avifauna immessa (tra cui 2 AAC con l uso di rapaci) n 102 A.A.C. di cui: sup. tot. ha 3308,69 n 5 su Selvaggina Natur ale - ha 665,98 SENZA ABBATTIMENTO - n 64 (sup. totale ha 1831,67) n 15 n 43 su Lepre - ha 205,64 su Cinghiale - ha 960,05 n 1 campo tana artificiale nonché con la seguente ripartizione di territorio fra i tre ambiti provinciali: 81

82 A.T.C. GR 6 : ha 728,1962; sup. totale :ha 3308,69 : A.T.C. GR 7 : ha 1961,5279; A.T.C. GR 8 : ha 618,9621. La normativa vigente in materia prescrive (L.R.T. n 3/ art. 24, comma 6) di destinare a questi istituti una superficie complessiva non superiore al 2% del territorio agro-silvo-pastorale di ciascuna provincia: a fronte, pertanto, di una SAF provinciale di ettari, corrisponde allo 0,78% la quota percentuale di superficie occupata dalle aree addestramento cani. Preme quindi sottolineare che la Provincia di Grosseto sia ancora lontana dal raggiungimento della quota massima stabilita per l istituzione di strutture di questo tipo nel territorio destinato alla libera attività venatoria. Nella rappresentazione grafica che segue sono indicate le percentuali di ciascuna tipologia di area rispetto alla superficie complessiva provinciale: AAC in territorio libero Estensione totale ha 3308,69 corrispondente a 0,78% della saf provinciale 665,98 20% ha 0,00 0% ha 205,64 6% ha 1477,02 45% ha 960,05 29% AVIFAUNA CINGHIALE LEPRE SELVAGGINA NATURALE CAMPO TANA ARTIFICIALE Dalla lettura dei dati riportati pare evidente l incidenza rappresentata delle aree addestramento cani con possibilità di abbattimento su avifauna immessa che, pure se il loro numero complessivo è pari a 38, impegnano ben il 45% del territorio occupato complessivamente da queste strutture. 82

83 Nondimeno sono in quantità considerevole anche i recinti su cinghiale: ciò testimonia il grande interesse suscitato ancora oggi per questa forma di caccia dalle tradizioni antiche ma molto radicate nel territorio grossetano. Questi recinti rappresentano il 29% del totale delle aree addestramento cani, insistono generalmente in terreni boscati, e la loro richiesta è stata in costante aumento. Attualmente il loro numero è pari a 43, e 3 di queste sono riservati all addestramento e all allenamento di cani cuccioli. Costante nel tempo, invece, è la presenza delle aree addestramento cani su lepre che risultano essere pari a quelle del PFVP precedente. Il loro numero, comunque, è da considerarsi degno di rispetto, data la delicatezza tipica della specie e visto il considerevole impegno finanziario che la loro realizzazione necessita. Merita inoltre una considerazione la quota pari al 20% occupata dalle aree istituite su selvaggina naturale senza di abbattimento la cui notevole estensione complessiva è dovuta al fatto che, ai sensi della vigente normativa, un istituto di questa tipologia deve insistere su territori di superficie non inferiore a 100 ettari. Da ciò è più che evidente di come anche una esigua quantità numerica computi una estensione complessiva di tal misura. Di seguito si riporta l elenco delle 102 AAC presenti nel territorio libero suddivise nelle varie tipologie e con l indicazione di superficie impegnata e comune di ubicazione: 83

84 denominazione tipologia su comune estensione in ha SAN LEOPOLDO-A con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Grosseto 33,5090 CAVALLINO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Sorano 14,9500 MONTENEBBIELLO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Capalbio 22,0000 PALAZZETTO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Seggiano 49,9000 VENECCA-FONTEBLANDA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Orbetello 14,0000 LA MACCHIA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Grosseto 14,9905 LA CAPRIOLA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Manciano 48,0000 CAMPETTI - RIBOLLA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Roccastrada 14,0000 POGGIO CAPPONE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Magliano in Toscana 96,3240 POGGIONE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Civitella Paganico 89,0000 SALAMAGNA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Civitella P.co e Campagnatico 60,0000 PODERE BIANCO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Scansano 72,6995 VIVOLI con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Massa Marittima 11,4690 SANTA GERMANA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Castiglione della Pescaia 32,3270 SAN GIOVANNI-BONZALONE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Magliano in Toscana 89,0659 IL CIVILESCO - S. ANDREA- AVIFAUNA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Magliano in Toscana 18,0280 RONDINELLI-NICCIOLETO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Arcidosso 42,4320 PODERUCCIO-B con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Scansano 20,3140 PODERUCCIO-A con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Scansano 23,1340 PODERE MOCINI con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Montieri 23,0390 PODERE BANDITA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Civitella Paganico 57,2205 LE MANDRIE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Civitella Paganico 21,7727 COLLE DI LUPO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Magliano in Toscana 71,8160 BOTTINO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Sorano 21,6693 BARACCONE-AVIFAUNA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Civitella Paganico 11,8240 VECCHIO MOLINO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Grosseto 33,6168 PODERNUOVO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Seggiano 27,5703 PESCHIERE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Manciano 13,1420 CAMPO RUFFALDO A con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Massa Marittima 15,0000 CAMPO RUFFALDO B con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Massa Marittima 31,0000 VALLI con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Follonica 10,5000 MACCHIALANZI con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Castel del Piano 35,7495 MONTENERO-POD.FORNACE con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Castel del Piano 99,6481 CAVALLINI con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Orbetello 13,7600 IL CIVILESCO - VALLE FELCIOSA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Manciano 30,8813 VACCARECCIA con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Gavorrano 78,0000 GRICCIANO - MONTAUTO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Manciano 95,

85 FONTE TRILLA-S.DONATO con possibilità di abbattimento AVIFAUNA Orbetello 19,4850 POGGI ALTI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Capalbio 60,0000 PALOMBAIA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Sorano 16,0000 POD. ROCCONI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Semproniano 11,0000 POGGIARELLO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Roccastrada 23,1570 PINZUTO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Manciano 13,0000 PIGNOLO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Cinigiano 18,6900 PIETRATONDA A senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Campagnatico e Civitella P.co 36,6462 POGGIO AL MONTONE senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Massa Marittima 50,0000 POGGIO PIANO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Scansano 13,5000 GRANAIONE senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Campagnatico 12,0000 ANTEATA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Cinigiano 13,1030 BAGNO LUNGO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Pitigliano 11,0420 LA CAVA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Cinigiano 11,8520 CAMPO ALLA PIGNA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Roccastrada 10,0210 CASA MORA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Castiglione della Pescaia 64,0000 MONTEBOTTIGLI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 15,9775 ELMO-POD.SCOPETONE- CINGHIALE senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Sorano 13,0000 MONTORSOLI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Grosseto 11,7410 LAGHI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Grosseto 10,2730 MACCHIA AL FANGO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Monterotondo Marittimo 51,0000 MARSILIANA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Manciano 21,0000 POGGIO ALTO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 53,0730 MONTALTI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Grosseto 30,0000 STABBIATELLI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Castel del Piano 6,5000 CASTAGNOLO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Roccalbegna 6,4545 PIETRATONDA B senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Campagnatico 41,3758 VAL CITERNA - POGGIO GROSSO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Scarlino 56,0000 IL CASINO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Campagnatico 11,1350 GUARDIOLA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Capalbio 15,2980 POGGIO AL FORNELLO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Follonica 45,0000 TEPOLINI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Castel del Piano e Seggiano 8,5959 PODERE VOLPI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Civitella Paganico 25,0000 POGGIO DELL'AIONA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Roccalbegna 37,4870 LE NEBBIAIE senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Gavorrano 18,3250 APPARITA - POGGIO BELLO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 12,3601 MONTAUTO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Manciano 15,7925 CA' MAGGIORE - FOSSO INFERNO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Scansano 12,7560 ALBATRETO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Scansano 11,

86 denominazione tipologia su comune estensione in ha STERPETI senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 14,5117 SORGENTE FONTIN DEL TOPO senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Grosseto 12,0000 ROMBAIA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Castiglione della Pescaia 18,0980 VAL MOROSA senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 10,4280 POZZONE senza possibilità di abbattimento CINGHIALE Magliano in Toscana 11,8570 PORTA AL COLLE senza possibilità di abbattimento LEPRE Castiglione della Pescaia 20,0000 RISERVONI senza possibilità di abbattimento LEPRE Sorano 10,8150 SGRILLOZZO-MARRUCHETONE senza possibilità di abbattimento LEPRE Manciano 20,4530 IL CIVILESCO - S. ANDREA- LEPRE ELMO-POD.SCOPETONE- LEPRE senza possibilità di abbattimento LEPRE Magliano in Toscana 11,6946 senza possibilità di abbattimento LEPRE Sorano 10,8615 POGGIO LA MOZZA senza possibilità di abbattimento LEPRE Grosseto 12,0000 PODERE ROMITORIO senza possibilità di abbattimento LEPRE Roccalbegna 12,0000 LASCHI senza possibilità di abbattimento LEPRE Castel del Piano 10,0096 PIANA DEL PINZUTI senza possibilità di abbattimento LEPRE Manciano 7,6335 POGGIO SANINO senza possibilità di abbattimento LEPRE Massa Marittima 25,0000 BARACCONE- LEPRE senza possibilità di abbattimento LEPRE Civitella Paganico 12,0000 CIVITELLA RENAI senza possibilità di abbattimento LEPRE Scansano 18,0000 MONTENERO-FABIANI senza possibilità di abbattimento LEPRE Castel del Piano 12,0000 PIANTAVERNA senza possibilità di abbattimento LEPRE Cinigiano 11,0000 LORENTANA senza possibilità di abbattimento LEPRE Santa Fiora 12,1720 MONTENERO-CASALONE MONTENERO-CAMPILUNGHI SAN LEOPOLDO-B VOLTA DI SACCO CAMPO REGIO CAMPO TANA ARTIFICIALE senza possibilità di abbattimento senza possibilità di abbattimento senza possibilità di abbattimento senza possibilità di abbattimento senza possibilità di abbattimento senza possibilità di abbattimento SELVAGGINA NATURALE SELVAGGINA NATURALE SELVAGGINA NATURALE SELVAGGINA NATURALE SELVAGGINA NATURALE TANA ARTIFICIALE Castel del Piano 137,8844 Castel del Piano 101,6980 Grosseto 101,0000 Grosseto 225,3980 Orbetello 100,0000 Capalbio 0,

87 PROPOSTE Alla luce delle recenti modifiche apportate all art. 24 della LRT 3/1994, dell adozione del Regolamento regionale n 33/R/2011 di applicazione della stessa LRT, oltre che delle linee guida definite dal presente Piano si intende provvedere a modificare anche il Regolamento Provinciale per l istituzione, la gestione e il controllo delle Aree Addestramento, Allenamento e Gare dei Cani (AAGC). Validità delle autorizzazioni. La durata delle autorizzazioni per le nuove AAGC e per le AAGC ad oggi autorizzate non può essere superiore alla durata del PFVP. Anche in considerazione della programmazione definita dal PFVP tutte le AAGC che chiedono il rinnovo dovranno essere valutate come nuove autorizzazioni. Si definiscono i seguenti limiti di superficie per le varie tipologie di AAGC: Aree ove le attività cinofile sono consentite senza possibilità di abbattimento: - per cani da ferma su selvaggina naturale estensione da 50 a 100 ettari; - per cani da seguita su soggetti di lepre, provenienti da allevamento e appositamente immessi in aree di estensione da 10 a 50 ettari; - per cani da seguita su soggetti di cinghiale, provenienti da allevamento e appositamente immessi in aree opportunamente recintate con estensione da 10 a 50 ettari; Aree ove le attività cinofile sono consentite anche con possibilità di abbattimento di selvaggina immessa proveniente da allevamenti nazionali, appartenenti alle specie fagiano, starna, quaglia, pernice rossa e germano reale, e aventi estensione compresa fra 10 e 100 ettari. Le aree addestramento su lepre o cinghiale per soli cani di età non superiore a 18 mesi potranno essere autorizzate con superfici minime di 7 ettari. Potranno essere autorizzate Aree addestramento e gare dei cani sperimentali su beccaccia la cui attività potrà essere svolta da novembre a marzo. Dato l interesse sviluppato nel corso degli ultimi anni per particolari tipologie di addestramento cani si intende riconoscere due nuove tipologie di AAGC: l AAGC per allenamento cani da tana (volpe) e da traccia (recupero capi feriti). Per tali tipologie di AAGC non si applicano le superfici minime delle altre Aree. Le stesse possono occupare anche porzioni di altre Aree di addestramento 87

88 e Gare Cani. Nel provvedimento autorizzativo verranno stabilite le modalità di svolgimento delle prove e dell uso delle AAGC da tana o da traccia. Tra le nuove tipologie di aree addestramento si intende altresì prevedere anche la possibilità di autorizzare altre aree addestramento rapaci oltre a quelle già autorizzate nel corso del Tutte le aree addestramento che saranno autorizzate in territori già attualmente destinati ad area addestramento allenamento e gare dei cani dovranno comunque adeguarsi alle dimensioni sopra indicate. Rispetto al precedente PFVP la quantità numerica di AAGC ricadenti nel territorio libero ha subito un incremento pari a circa il 47% passando da 69 alle attuali 102 e con relativo aumento della superficie occupata, che comunque resta ben inferiore al 2% della SAF provinciale nel rispetto di quanto sancito dalla normativa vigente. Pur non volendo incidere sulla possibilità data alle imprese agricole di poter incrementare il proprio reddito anche con l attività svolta nelle AAGC, è indispensabile evitare l eccessiva elevata presenza di istituti di varia tipologia, in talune situazioni gli uni attaccati agli altri in successione seriale. Si intende pertanto estendere anche alle AAGC di nuova istituzione quanto già prescritto per AFV e ATV in merito alla distanza minima pari a 500 metri sia tra di loro che nel confronto di altre strutture già istituite. Alcuni comuni hanno lamentato un eccessiva incidenza di istituti e strutture non fruibili dal singolo cacciatore e pertanto con ridotte porzioni di territorio destinato alla libera attività venatoria. Si individua pertanto nel 40% la percentuale di SAF su base comunale destinata a strutture, istituti pubblici e privati oltre la quale la Provincia non autorizza nuove AAGC. Nel caso in cui tale percentuale sia superiore al 30 la Provincia valuterà di volta in volta la possibilità di autorizzare nuove AAGC. Oltre a tutto ciò le AAGC che ricadono all interno o nelle vicinanze di siti SIC/SIR/ZPS saranno rinnovate comunque tenendo conto delle specifiche prescrizioni stabilite dalla DGRT 644/2004 e successive modifiche ed integrazioni. Nelle AAC dove sia previsto l abbattimento la vigente normativa regionale consente l immissione di selvaggina appartenente alle specie Fagiano, Quaglia, Starna, Anatra Germanata, Pernice Rossa. Per quanto attiene quest ultima si richiama quanto già stabilito dalla Provincia di Grosseto relativamente alle immissioni di fauna selvatica ovvero di consentire l immissione nel proprio territorio solo di Pernici Rosse in purezza genetica (Alectoris Rufa) provenienti dal CPPS di Scarlino. Pertanto, ritenendo inopportuno immettere pernici provenienti da Scarlino per destinarle 88

89 all abbattimento nelle AAGC vengono limitate alle altre quattro specie la selvaggina da poter utilizzare nelle AAGC con abbattimento. 89

90 APPOSTAMENTI FISSI DI CACCIA 90

91 RIEPILOGO DATI VALUTAZIONI Per quanto concerne la rappresentazione della situazione degli appostamenti fissi di caccia presenti sul territorio della Provincia di Grosseto, non possiamo che, alla luce dei dati in materia, riconfermare la loro ormai stabilizzata e incisiva presenza sul territorio, anche nel corso degli ultimi 5 anni. La tradizionale valenza di questo esercizio venatorio, come peculiare forma di caccia di attesa, su un territorio Provinciale che si presenta morfologicamente (presenza di colline - pianure- zone boschive - aree umide) ben predisposto a tutte le tipologie per esso previste dalla normativa, è dimostrata dal fatto che viene fortemente praticata o ambita sia dai cacciatori residenti nella regione toscana che dai cacciatori fuori regione. A causa dell imponente divario fra le numerose richieste di nuovi appostamenti fissi e le concessioni possibili (considerato il limite massimo di autorizzazioni rilasciabili, fissato dalla L.157/92, già raggiunto ormai da anni dalla Provincia di Grosseto), la Giunta Provinciale, che già aveva adottato fin dall'anno 2003, deliberazioni in materia, con la deliberazione 214/2009, ha provveduto alla adozione di diversi e ulteriori criteri per consentire il rilascio di nuove autorizzazioni con modalità il più possibile imparziali, trasparenti ed eque, rispondenti alle nuove esigenze in previsione di presenti e future criticità. Grazie a questi criteri è stata riservata una percentuale del 10% delle autorizzazioni disponibili ai cacciatori cosiddetti "giovani", cioè fino ad un età massima di 30 anni, per dare un segnale di stimolo e a garanzia della conservazione e della continuità di questa specifica attività venatoria che, seppure rimanga molto praticata, può rischiare di rimanere circoscritta in larga parte alle vecchie generazioni. Un altra percentuale del 10% delle autorizzazioni disponibili è stata riservata altresì alle AFV, considerata la pubblica utilità che caratterizza questi istituti faunistici. Per il futuro si intende sviluppare maggiormente, anche in questo ambito, il legame del cacciatore al territorio. Tale legame, più tangibile nel caso della gestione faunistico venatoria di specie stanziali, deve assumere una sempre maggiore valenza anche per il cacciatore da appostamento fisso. Anche alla luce dell aumento della percentuale di popolazione stanziale per le specie ornitiche di interesse venatorio notoriamente conosciute come migratrici, pare opportuno sviluppare, se non una vera e propria gestione, per molti aspetti peraltro impossibile, almeno una maggiore conoscenza. Proprio a tale scopo, ad esempio, alcuni appostamenti fissi, per la particolare posizione e morfologia del territorio, sono già stati individuati ed utilizzati anche come osservatorio ornitologico nell ambito del progetto monitoraggio delle correnti migratorie nella Provincia di Grosseto, entusiasmando quei cacciatori coinvolti nelle attività di censimento. 91

92 Possiamo notare dai seguenti grafici, le variazioni degli appostamenti autorizzati sul territorio provinciale, conseguentemente alle varie modifiche che si sono succedute nella normativa in materia 92

93 Con la eliminazione dal 1 febbraio 2007 della tipologia di appostamenti senza richiami vivi", così come disposto dagli artt. 58 e 95 bis del T.U. dei regolamenti regionali n 13/R del 25 febbraio 2004, così come modificato dal DPGR n 48/R del 29/07/05, si evidenzia come le tipologie minuta selvaggina e colombacci abbiano raggiunto nell'anno 2011 pressoché uguale consistenza sul territorio provinciale (n. 308 colombacci e n. 301 minuta selvaggina) rimanendo comunque le tipologie di appostamento maggiormente praticate. Rimane invece sostanzialmente immutato immutato il numero degli appostamenti ai palmipedi e trampolieri. Statistiche al 24/01/2012 Numero dei titolari di appostamenti 631 Numero degli ospiti autorizzati degli appostamenti 1027 Numero degli appostamenti attivi 631 Numero degli appostamenti non assegnati 273 Palmipedi e Trampolieri 22 Minuta Selvaggina 301 Colombacci 308 Va evidenziato l elevato numero di utilizzatori (oltre al titolare) che rappresentano comunque solo una parte dei cacciatori (altri usufruiscono dell appostamento pur non inseriti negli elenchi degli ospiti auitorizzati), che gravitano intorno a queste strutture a che quindi praticano questo tipo di esercizio venatorio nel territorio provinciale: mediamente 1,6 per ogni appostamento. Esiste una distribuzione delle varie tipologie di appostamenti che evidenzia quelle che sono le aree più favorevoli al passaggio delle specie oggetto di caccia. Nelle AFV si hanno solo appostamenti ai colombacci (n.64) e ai palmipedi e trampolieri (n. 5) La Provincia di Grosseto a partire dall'anno 2008 ha proceduto al rilievo GPS di tutti gli appostamenti fissi di caccia autorizzati sul territorio provinciale e successivamente ha verificato il rispetto delle distanze e dei divieti previsti dalla normativa vigente. Un ulteriore passo in avanti è stato fatto con la creazione del sito attività faunistico venatorie della Provincia grazie al quale l utente può verificare la situazione aggiornata della graduatoria e di conseguenza delle disponibilità da parte della Provincia a rilasciare nuove autorizzazioni. Per il futuro si conta di consentire al cacciatore di poter interagire nel senso che, oltre a poter verificare la situazione degli appostamenti fissi sul territorio provinciale in tempo reale, potrà individuare facilmente il punto utile ad una ubicazione rispondente alle distanze di legge con possibilità di stampa delle cartografie per la presentazione delle istanze. 93

94 94

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