MODULO RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 11/12/13 Febbraio Vicino a quei letti di sofferenza sono io che mi sento benedetto

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1 Pagina 1 di 7 rassegna stampa 11/12/13 Febbraio 2017 IL CITTADINO Vicino a quei letti di sofferenza sono io che mi sento benedetto (11/02/2017) La tubercolosi torna a uccidere: una 55enne muore in ospedale (11/02/2017) Nuovo concorso al maggiore per 14 infermieri (11/02/2017) Tubercolosi, ore d ansia per i test (13/02/2017) IL GIORNO

2 Pagina 2 di 7 Parla monsignor Bozzarelli, cappellano dell ospedale maggiore Vicino a quei letti di sofferenza sono io che mi sento benedetto di Raffaella Bianchi L impegno pastorale in corsia non solo mostra la vicinanza della Chiesa ai più fragili, ma porta i sacerdoti a confrontarsi anche con chi non crede Il Cappellano dell ospedale, una presenza «fondamentale». Così la definisce don Alberto Curioni, che è stato Cappellano del Maggiore di Lodi e come direttore dell Ufficio di pastorale della Salute conosce tutta la realtà lodigiana. «Confidiamo che la presenza di sacerdoti e religiosi possa continuare negli ospedali. È un servizio per i malati e non solo e dice anche che la diocesi e la Chiesa sono accanto a chi si trova nel luoghi di cura e di sofferenza auspica don Curioni -. Speriamo che anche nei preti giovani ci sia la volontà di trovare il tempo di passare a trovare i malati». E in occasione della 25esima Giornata mondiale del Malato, abbiamo intervistato l attuale Cappellano dell ospedale Maggiore di Lodi, monsignor Sandro Bozzarelli, impegnato nel nosocomio cittadino dall ottobre Don Sandro, dopo essere stato parroco, vicario foraneo, amministratore parrocchiale, cosa sta vivendo da Cappellano del Maggiore? «L ospedale è un luogo sia di sofferenza che di consolazione. Anche se sei vicino alla sofferenza devi accompagnare le persone cercando di tirare fuori tutto il meglio che è in te. Ci sono i credenti, ci sono i non cattolici, c è anche chi ti mette in difficoltà perché non puoi far leva sulla fede. Allora ci si avvicina chiedendo i nomi delle persone, ci si interessa di loro, se c è una mamma con i bambini oppure un malato serio si chiede se hanno parenti, se si trovano bene in ospedale, se sono accuditi. Per avviare un incontro. Devo ringraziare gli operatori che spesso aiutano ad avviare la conoscenza». Quando è presente il Cappellano all ospedale? «Ci siamo il sabato mattina per le Comunioni e Confessioni, la domenica naturalmente per le Messe, in settimana non intralciamo le visite mediche il mattino ma siamo sempre reperibili, sia di notte che di giorno. È capitato di essere chiamati alle 2 o alle 3 di notte, allora ci si alza e si va volentieri, sono magari casi urgenti in terapia intensiva o al pronto soccorso». Quindi ha il cellulare sempre

3 Pagina 3 di 7 acceso? «Sempre. Vorrei dire che di fronte a chi sta lasciando questa terra, don Sandro più che benedire si sente benedetto. Deve incoraggiare e si sente incoraggiato. Il passaggio del Cappellano nei vari reparti è segno della sicura presenza di Dio, del Signore che non ci abbandona mai. Se qualcuno lo chiede, la benedizione diventa preghiera insieme». Lei raccoglie le ultime parole delle persone che stanno per spegnersi. «Sì, e anche quelle dei familiari. A volte capitano persone giovani. Se si desiderano i sacramenti allora spiego il valore di quanto stiamo facendo e spesso si fermano anche gli infermieri con noi. Attraverso il sacramento il Signore è presente e solleva nello Spirito. Se la persona è anziana si ricorda il rapporto di amore con il coniuge, chiedo ai figli se il papà o la mamma c è ancora e allora ricordo che questa persona sta andando verso il Paradiso e verso l altro. Perché è amore, i coniugi si aspettano. Al figlio dico che non lascia andare da sola la mamma, perché là c è il papà che la accoglie. È amore, e l amore è Dio. E che papà e mamma non si dimenticheranno di lui, perché è il frutto del loro amore». Ci commuove, don Sandro. E se ripensare alla sua esperienza, qual è il momento più bello per lei? «Potrei dire al plurale, i momenti più belli. L accordo molto bello con i collaboratori, don Andrea Prina e don Pier Alberto Vailati, con le persone volontarie che aiutano a preparare le persone per le Confessioni e le Comunioni. E poi quando vado a visitare i sacerdoti e le persone consacrate, vado sul sicuro, perché porto direttamente la Comunione. Penso anche ai familiari dei malati. La cosa più bella è comunicare che il Signore è il fondamento della nostra fede e quindi non devono disperare, ma avere tanta speranza. Sempre. Capita a volte che un anziano venga mandato all hospice e poi mi chiamano per avvertirmi che è mancato. O di camminare a piedi per Lodi e di venire fermato da una persona che mi dice Tu hai dato gli olii santi a mia mamma. Magari io non ricordo più, ma sono incontri che colpiscono per la condivisione».

4 Pagina 4 di 7 Le autorità sanitarie hanno fatto scattare tutte le misure di controllo La tubercolosi torna a uccidere: una 55enne muore in ospedale di Cristina Vercellone Caso drammatico lo scorso fine settimana, una lodigiana è arrivata in fin di vita al pronto soccorso, l esame autoptico ha poi confermato che era Tbc Lodigiana di 55 anni stroncata dalla tubercolosi. La donna è arrivata in fin di vita al pronto soccorso di Lodi, nel fine settimana scorso. La notizia è trapelata soltanto ieri, dopo la conferma della biopsia. Vano è stato il tentativo dei medici di salvarle la vita. La donna è arrivata in auto, accompagnata dal marito, ma stava malissimo. Non riusciva quasi più a respirare. L ex Asl ha avviato un indagine sulle persone venute a contatto con la donna. La signora non si era mai rivolta prima all ospedale di Lodi e pare non avesse alcun fattore di rischio. La donna presentava tracce di sangue nel catarro e nelle goccioline di tosse (è morta di emottisimassiva). La situazione era compromessa. La donna aveva perso 20 chili di peso nell ultimo periodo. «Il caso di tubercolosi polmonare è stato segnalato l 8 febbraio - spiega l Ats in una nota -.Noi abbiamo proceduto,dopo aver effettuato l inchiesta epidemiologica, al controllo dell infezione tubercolare nei contatti più stretti, 7 tra familiari e compagni di lavoro, mediante intradermoreazione secondo Mantoux effettuata in data odierna (ieri, ndr)». Il test, tra qualche giorno, dirà se le persone hanno contratto la tubercolosi. «Il servizio di medicina preventiva nelle comunità di Ats Città metropolitana di Milano sede di Lodi, come di consueto in stretta collaborazione con il servizio di pneumologia della Asst di Lodi - spiega l azienda guidata da Marco Bosio -, continuerà a seguire i contatti per ogni opportuna indagine e trattamento. I dati relativi all infezione tubercolare nel territorio sono stabili: 15 casi nel 2013, 14 nel 2014, 19 nel 2015 e 13 nel 2016». «Fino a 20 anni fa - spiegano il pneumologo Luigi Negri e l infettivologo Marco Tinelli - visitavamo 2 casi all anno». «Il contagio - precisa Negri - avviene tramite la nebulizzazione del muco con la tosse o lo starnuto. A volte la malattia può essere anche asintomatica oppure i sintomi possono essere modesti: una tosse stizzosa di poco peso, febbre lieve,

5 Pagina 5 di 7 sudorazioni notturne al collo, perdita di appetito e calo di peso. Se la tosse persiste ilmedico prescrive una lastra. Nei casi più gravi il batterio provoca una lesione nei polmoni. Nei soggetti sani intervengono le cellule ematiche tissutali a limitare l erosione. Se il sistema immunitario è compromesso il batterio scava delle caverne tubercolari, erode i tessuti e i vasi polmonari. A quel punto si assiste alla presenza di sangue nella tosse e nel catarro. A volte i batteri possono vivere dentro queste lesioni per tutta la vita senza che nessuno sene accorga. Se le difese immunitarie si abbassano questi possono riattivarsi e dare luogo alla malattia. In Europa la morte è rara, in quanto i sistemi di controllo riescono a diagnosticare la malattia in tempi utili»

6 Pagina 6 di 7 Nuovo concorso al maggiore per 14 infermieri Nuovo concorso per infermieri in ospedale. L Asst di Lodi ha pubblicato un bando per l assunzione di 14 operatori. Dopo l annullamento del precedente concorso finito sotto inchiesta da parte della procura, l Asst torna a riproporre una nuova gara. Per rimediare alla carenza di personale ospedaliero. Uno dei requisiti per partecipare è chiaramente la laurea in infermieristica o il diploma universitario di infermiere professionale. L iniziativa era stata annunciata dal direttore amministrativo Gianluca Bracchi, in occasione, della proclamazione degli studenti laureati, la scorsa estate. Nel nuovo bando l Asst precisa che per quanto riguarda la prova preselettiva, che sarà seguita da una prova scritta, una pratica e una orale, i test saranno a risposta multipla. I candidati dovranno conoscere le materie inerenti il loro profilo professionale e anche argomenti di cultura generale. «La prova preselettiva sarà interamente gestita - evidenzia la direzione - da una società indipendente dall Asst di Lodi, selezionata tramite procedura di gara». Il superamento della prova preselettiva, il cui punteggio non andrà a sommarsi a quelle successive ai fini della graduatoria di merito finale, è subordinato al raggiungimento del punteggio minimo di sufficienza espresso in termini numerici di almeno 21/30. Di tutti coloro che supereranno tale punteggio saranno considerati ammessi alla prova scritta i primi 500 classificati (più eventuali candidati a pari punteggio). Per info: 0371/

7 Pagina 7 di 7 Morta a 55 anni n in 7 sotto controllo dell ats per un eventuale contagio Tubercolosi, ore d ansia per i test di Car. Cat Tra oggi e domani l Azienda territoriale per la salute, ex Asl, sottoporrà a un primo controllo le sette persone sottoposte venerdì al test della tubercolina per accertare se siano state contagiate o meno dal micobatterio della tubercolosi, che domenica scorsa ha ucciso una donna lodigiana di 55 anni. Venerdì la puntura cutanea è stata praticata ai parenti più stretti e ai colleghi della vittima, e tra 48 e 72 ore dopo un medico controllerà se la reazione sia indicativa omeno dell avvenuto contatto con l agente patogeno. «La tubercolosi è unamalattia che si cura, ci sono farmaci efficaci, che vanno però somministrati per sei mesi - spiega il dottor Marco Tinelli, primario del reparto di malattie infettive di Sant Angelo Lodigiano -, e anche nei rari casi di tbc resistenti, ci sono comunque metodi per affrontare la malattia». Nessun rischio di una nuova esplosione dell epidemia che nei secoli scorsi mieteva numerose vittime, «quando non c erano gli antibiotici», rassicura l esperto,ma comunque l indagine dell Ats dovrà anche chiarire come mai la donna sia arrivata al pronto soccorso dell ospedale di Lodi già in condizioni gravissime, con una tosse piena di sangue che potrebbe essere stata la causa prima del decesso. Una donna che lavorava, con una famiglia al suo fianco. E che negli ultimi mesi avrebbe perso venti chili di peso, uno dei segnali della tubercolosi, il cui accertamento primario passa solitamente per una radiografia al torace. Il reparto infettivi di Sant Angelo non è stato coinvolto: la 55enne si era spenta in poche ore almaggiore, dove il marito l aveva portata in auto. «Non posso dire nulla di un caso che non conosco - chiarisce il dottor Tinelli -, abbiamo però ben presente la malattia. i casi in questi ultimi anni nel Lodigiano sono stabili, anzi direi in lieve diminuzione. In questo quadro c è un aumento dei pazienti immigrati. Situazioni come un alimentazione scadente, abitudini di vita con numerosi contatti interpersonali e scarsa igiene, i viaggi stessi cui si sottopongono alcuni per arrivare in Italia sono sicuramente un fattore di rischio. Oltre alla mancanza di visite mediche». In alcuni Paesi, soprattutto Africa centro meridionale, Europa dell Est e alcune aree dell Estremo Oriente, comprese alcune mete turistiche, la tubercolosi è ancora molto più diffusa che in Italia.