LO SCENARIO. Fonte: Elaborazioni Eures Ricerche Economiche e Sociali su dati Eurostat

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1 Sono un quinto dei cittadini, ma la società non si occupa delle loro esigenze Qualità della vita, reti sociali e sicurezza soprattutto nei piccoli comuni 7 su 10 si sentono attivi dedicandosi alla famiglia e agli amici ma le pensioni non bastano mai Nota informativa: Autore: Eures Ricerche Economiche e Sociali; Committente: Provincia di Roma. Universo di riferimento: Popolazione 65+ anni residente nella provincia di Roma. Metodo di raccolta delle informazioni: intervista diretta con questionario interviste valide somministrate ad un campione casuale rappresentativo dell universo di riferimento, disaggregato per fasce di età (65-74 anni e 75+ anni), sesso, dimensione demografica del comune di residenza (fino a 5 mila abitanti, , , Comune di Roma) e territorio (Nord, Est, Sud e Ovest della provincia). Comuni interessati dalla rilevazione: 47. Errore di campionamento pari al 2,2%, ad un livello di fiducia del 95%. Indagine realizzata tra ottobre 2007 e febbraio 2008 LO SCENARIO Roma e Milano, le metropoli più vecchie d Europa - Nel confronto tra le grandi metropoli europee (anno 2001), la provincia Capitolina e quella di Milano registrano la percentuale più alta di popolazione ultrasessantaquattrenne, pari, rispettivamente, al 17,8% e al 18,2% di quella totale. È Londra la più giovane (con l 11,2% di over 64), seguita da Helsinki (11,4%) e Amsterdam (12,4%); più vicine ai valori capitolini le percentuali di Barcellona (16,7%), Francoforte (16,1%), Parigi (14,8%), Berlino (14,6%) e Madrid (14,3%). Fonte: Elaborazioni Eures Ricerche Economiche e Sociali su dati Eurostat Quasi 800 mila anziani nella provincia di Roma: +74,2% in venti anni Tra il 2001 e il 2007 gli over 64 nella provincia di Roma sono passati da a unità (+17,7%, raggiungendo il 19,4% della popolazione totale), concentrati per il 72,3% nella Capitale (dove risiedono anziani a fronte dei negli altri comuni della provincia). Una forte maggioranza di ultrasessantaquattrenni è rappresentata da donne ( , pari al 58,8% degli over 64, a fronte di uomini, pari al 41,2%), in particolare nella fascia anni (60,8%) e tra gli over 84 (70,5%). Ancora più rilevante risulta l aumento degli anziani negli ultimi due decenni (+74,2%, rispetto ai del 1987, quando rappresentavano l 11,9% della popolazione), con incrementi ancora superiori nelle fasce dei grandi vecchi (+115,1% in quella anni e +185,5% per gli over 84), ponendo quindi l esigenza di un ripensamento complessivo del sistema di welfare e delle politiche di integrazione e valorizzazione di questa importante componente del corpo sociale. Tra le aree metropolitane italiane soltanto Napoli e Bari (13,9% e 16,4%) registrano un incidenza di over 64 inferiore

2 alla provincia capitolina, mentre il valore più alto è quello di Genova (26,7%), seguita da Bologna (23,9%), Firenze (23,7%), Torino (21,8%), Venezia (20,9%) e Milano (20,1%). Più over 64 nella Capitale e nei micro-comuni: a Jenne anziani 4 cittadini su 10 All interno della provincia, la Capitale presenta una incidenza della popolazione anziana (20,8%) di oltre 4 punti superiore alla media degli altri comuni (16,4%); è tuttavia nei centri con meno di abitanti che la presenza degli over 64 raggiunge il valore più alto (26,2%), scendendo al 15,9% nei comuni delle fasce 5-15 mila e mila abitanti. Il comune più vecchio della provincia è Jenne, con il 39,4% di over 64 (e un indice di vecchiaia pari a 548,4), seguito da Vivaro Romano (33,8% di over 64), Percile (33,2%), Vallepietra (31,8%) e Capranica Prenestina (31,2%), tutti caratterizzati da una popolazione inferiore ai abitanti e una distanza dalla Capitale superiore ai 45 km. Sul fronte opposto il comune con la più bassa percentuale di anziani è Fiano Romano (13%), seguito da Magliano Romano (13,1%) e Labico (13,2%). Non è mai troppo tardi: un matrimonio al giorno per i nonni di Roma Nel 2005 sono stati 358 i matrimoni celebrati in provincia di Roma con almeno un coniuge ultrasessantaquattrenne, pari al 2,1% di quelli complessivamente celebrati. Nell 80,4% dei casi l uomo sceglie una sposa con meno di 65 anni, mentre nel 15,1% gli sposi sono entrambi anziani e solo nel 4,5% dei casi, pari a 16 matrimoni in valori assoluti, è la donna anziana a incontrare un partner più giovane. Sono più frequentemente gli anziani del comune di Roma a scegliere la via dell altare, con 254 matrimoni (pari al 2,2% di quelli celebrati nella Capitale), a fronte di 104 in provincia (1,8%). Fuori dalla povertà soltanto con due pensioni e 27 mila anziani continuano a lavorare - Nella provincia di Roma nel 2005 sono le pensioni destinate ai titolari over 64 (di cui circa 430 mila percepiscono una sola pensione e 298 mila più di una), con una crescita dell 8,9% rispetto al L ammontare medio per pensione nella provincia di Roma ( euro lordi annui, a fronte di in Italia) supera quello delle altre province metropolitane quali Milano ( euro), Genova (10.435), Torino ( euro), Bologna (9.842 euro), Firenze (9.835 euro), Venezia (9.653), Napoli (9.413) e Bari (9.144). Considerando inoltre che ciascun anziano riceve in media 1,4 pensioni, l importo per anziano residente risulta pari, a Roma, a euro lordi annui ( in Italia). Tale valore scende tra i residenti della fascia anni ( euro), salendo a tra i 75-79enni, a tra gli 85-89enni ed a tra i 90-94enni, per effetto di un sistema previdenziale progressivamente meno generoso (e per l apporto delle pensioni di reversibilità). Più in dettaglio, nella provincia di Roma il 56,1% delle pensioni erogate ad anziani residenti ha un importo inferiore a 700 euro lordi, evidenziando una diffusa condizione di povertà in questa fascia di popolazione; il 9,7% delle pensioni ha un importo compreso fra 700 e euro e il 34,3% una cifra superiore. È forse anche l inadeguatezza delle pensioni, erose dalla forte dinamica inflativa in atto, a spingere 27 mila anziani della provincia di Roma a proseguire l attività lavorativa dopo i 64 anni, con un tasso di occupazione specifico pari al 4,1% (a fronte del 3,3% nazionale); il dato risulta uguale a quello di Milano (4,1%) e soltanto di poco inferiore a quelli di Firenze e Bologna (4,2%). La partecipazione al mercato del lavoro degli anziani romani è più alta nella fascia anni (7,9%), scendendo significativamente tra i 70-74enni (3,5%) e tra gli ultrasettantaquattrenni (1,7%). Il reddito degli anziani che lavorano (base imponibile 2004) risulta pari a euro, con uno scarto particolarmente consistente tra i residenti della Capitale ( euro) e quelli degli altri comuni della provincia (14.177). Sopravvivere con 13 euro al giorno: la condizione dei pensionati sociali - Sono nella provincia di Roma i titolari di pensioni e assegni sociali (+17,8% tra il 2003 e il 2007). In termini relativi si osserva una forte divaricazione del fenomeno tra le province del Nord e quelle del Centro-Sud, con i valori più alti a Napoli (15,7 ogni 100 anziani), Bari (10,4) e Roma (9,0), e quelli più contenuti a Bologna (2,6 pensioni sociali ogni 100 anziani residenti), Torino (3,6), Venezia (3,8) e Milano (4,0). L ammontare medio delle prestazioni sociali, destinate in oltre il 70% dei casi alle donne anziane (l 82,6% delle pensioni sociali e il 67,6% degli assegni sociali), non raggiunge i 400 euro (396 nel 2008 e 382 euro netti mensili nel 2007), connotandosi come strumento del tutto inadeguato a modificare le condizioni di vita dei destinatari. INDAGINE CAMPIONARIA Gli invisibili : imprese e Istituzioni poco attente alle esigenze degli anziani Se, complessivamente, la maggioranza del campione intervistato giudica le Istituzioni e il contesto economico, sociale e istituzionale scarsamente attento alle esigenze degli anziani, la distanza percepita varia notevolmente per i diversi interlocutori: è il Comune l Istituzione relativamente più vicina alle esigenze degli anziani (46% delle citazioni, contro il 54% di giudizi di scarsa o assente attenzione ); seguono la Provincia (34,6%) e la Regione (34%) e, più distanziati, Governo e Parlamento (30,5%), Sindacati (26,9%) e, in ultimo, le imprese (22,4%), la cui logica produttiva non sembra ancora capace di rispondere a questa crescente quota della domanda.

3 Servizi, socialità e sicurezza per una più elevata qualità di vita - La richiesta più diffusa che gli intervistati muovono alle Amministrazioni locali per migliorare la qualità della vita degli anziani riguarda innanzitutto un più elevato livello di sicurezza (42,5% delle indicazioni, che sale al 50,8% nel campione del comune di Roma, a fronte del 9,1% nei comuni con meno di 5 mila abitanti). Leggermente inferiori le citazioni relative ad una migliore qualità/offerta dei servizi (41,1%) e di opportunità di socialità e di partecipazione (39%); minori adesioni raccolgono la richiesta di interventi sull offerta culturale (24,6%) e sulla qualità ambientale (il 15,4%). Soltanto il 3,5% non individua infine alcun ambito di intervento prioritario. Anziani: nei piccoli comuni la qualità della vita. Il benessere economico fattore discriminante Il 77,9% degli over 64 residenti nei comuni fino a 5 mila abitanti considera molto o abbastanza elevata la qualità della vita degli anziani nel proprio comune; tale valutazione si riduce significativamente nei comuni della fascia 5-15 mila e mila abitanti (44,8% e 42,7%), attestandosi sul valore minimo (42,5%) nella Capitale. Sono gli anziani laureati a indicare un più elevato livello di qualità della vita (60,8%), seguiti dai diplomati (50,4%), mentre tra i meno scolarizzati tale percezione diviene minoritaria (31,9%). La variabile economica sembra costituire il fattore maggiormente discriminante nella valutazione della qualità della vita: soltanto tra gli intervistati che si auto-collocano in una fascia di reddito alta/medio-alta prevale infatti la percezione di una qualità della vita molto o abbastanza elevata (55,6% delle indicazioni); al contrario, questa diviene minoritaria tra gli anziani con un reddito medio (41%) e soprattutto nel campione a basso reddito (33,2%). La vecchiaia è perdere l autonomia. Lo studio e i figli elisir di lunga vita Secondo gli ultrasessantaquattrenni romani intervistati, a rendere anziana una persona è soprattutto la perdita di autonomia e autosufficienza (26,5%), seguita da due fattori ad essa correlati, quali l età (20,2%) e l indebolimento fisico (15,4%), ma anche la solitudine (14,4%) e la perdita degli interessi (14%) e degli affetti (9,5%), ovvero la rarefazione della vita relazionale. A tale riguardo, tra gli over 64 residenti nella provincia di Roma, quasi uno su due (46,9%) dichiara di non sentirsi anziano ; tale percezione scende al 30% nel campione con più di 74 anni, divenendo invece maggioritaria (60,1%) tra gli intervistati di anni. Significativa al riguardo, la scolarità, visto che ben il 77,9% dei laureati dichiara di non sentirsi anziano, a fronte del 54,6% dei diplomati, del 44,1% del campione con la licenza media inferiore e del 24,9% di quello con la sola licenza elementare. Discriminante appare al riguardo anche la condizione familiare: si sente infatti anziano ben il 72,1% degli intervistati che vivono da soli, a fronte di un più contenuto 48,9% di quanti vivono con il/la coniuge e del 45,2% di quelli che vivono con i figli. Il decalogo della salute: primo non stressarsi - L attenzione alla salute/forma fisica costituisce una delle principali preoccupazioni degli anziani (il 56,9% ne è insoddisfatto), condizionandone numerosi comportamenti. Nel decalogo della buona salute il comportamento più seguito dagli anziani è il cercare di non stressarsi (68,3% delle citazioni); analogamente per mantenersi in forma la maggioranza degli anziani intervistati si astiene dal bere alcolici (nel 67,5% dei casi), segue una dieta equilibrata (66,4%), effettua regolari controlli medici (64,1%), non fuma (60%), assume pochi medicinali (59,8%) e cerca di non ingrassare (56,9%); inoltre il 48,8% effettua lunghe passeggiate, il 44,6% sceglie alimenti naturali, ma soltanto il 18,4% pratica regolarmente uno sport. Il computer soltanto per i laureati. Il telefonino per tutti Il telefono cellulare risulta lo strumento più utilizzato dagli anziani, con 8 intervistati su 10 (il 79,8%) che affermano di usarlo abitualmente o occasionalmente ; l invio di SMS coinvolge invece meno della metà del campione (45,2%), così come l utilizzo del computer (33,2%) e di internet (27,9%). Soltanto il campione dei laureati si mostra tecnologicamente integrato : il 73,6% utilizza infatti il computer, il 65,5% naviga in internet (a fronte del 9,2% e del 6,5% dei meno scolarizzati), il 95,8% utilizza il cellulare e il 74,1% manda sms (a fronte del 55,8% e del 19,6% tra gli intervistati meno scolarizzati). Anziani al servizio delle nuove generazioni Il 66,5% degli anziani intervistati dichiara di aver fornito (il 23% abitualmente e il 43,5% occasionalmente ) un aiuto al nucleo familiare dei figli nella cura/crescita dei nipoti, mentre il 58,2% ha prestato loro un aiuto economico; inferiore la percentuale dei nonni che aiuta le nuove generazioni nella gestione della casa (41,1%) e nel trasferire ai figli il proprio patrimonio di relazioni e amicizie (34,7%). Il contributo delle nonne è più alto nella gestione della casa (45,4% a fronte del 34,4% degli uomini) e nella crescita dei nipoti (68,7% a fronte del 63,6%), mentre i nonni costituiscono più frequentemente una fonte di sostegno economico (64,2% a fronte del 53,9%). Famiglia e amici i contesti più positivi. Più preoccupanti la sicurezza e la situazione economica L 86,2% degli intervistati giudica positivamente le proprie relazioni affettive e familiari, il 76,1% le relazioni amicali, il 56,8% la propria situazione abitativa e il 52,8% le relazioni di vicinato. Maggiori criticità emergono in relazione alla sicurezza

4 (dove i soddisfatti scendono al 37,2% contro il 25,1% di opinione contraria e il 37,7% senza un giudizio di merito), alla situazione economica (con il 42,8% di soddisfatti contro 14,4% di insoddisfatti) e alla propria formazione (46,1% a fronte del 14,9% di insoddisfatti).più numerosi, per la quasi totalità degli aspetti considerati, i soddisfatti tra i residenti nei comuni fino a 5 mila abitanti, in particolare in relazione alla sicurezza (90,9%), alla situazione abitativa (80,5%), alle relazioni affettive (96,1%) e di vicinato (79,1%). La compagnia degli amici (50% delle citazioni) costituisce inoltre la prima scelta nel tempo libero degli anziani, spesso associata al gioco delle carte (32,5%). Seguono le attività a carattere culturale (28,1%) o religioso (21,9%), il cucito (21%), lo shopping (16,7%), il giardinaggio (15,9%), il volontariato (13,8%), i viaggi (13,7%), il ballo (11,9%), la musica (11,5%), la politica (8,5%), il bricolage (5,8%) e internet (4%). Più ricca, complessivamente, la vita sociale degli anziani laureati, che in misura molto superiore agli altri spendono il proprio tempo libero in attività culturali (44,4%), viaggiando (30,6%), ascoltando musica (20,2%) o impegnandosi nella politica (20,6%). Le conseguenze della terza età I principali vantaggi della terza età sono la maggiore disponibilità di tempo (41,9% delle citazioni) e la saggezza (41%), cui seguono la maggiore capacità di essere di aiuto (24,8%) e di capire gli altri (21,7%) e la comprensione dei veri valori (18,8%); meno citate come vantaggi la maggiore spiritualità (9,4%) e la maggiore serenità economica (9%). Il 5,4% degli anziani, infine, non individua alcun vantaggio in questa fase della vita. Sul fronte opposto le evidenze negative si concentrano su tre principali fattori, quali la paura delle malattie e della morte (31,2%), la noia/solitudine (30,5%) e la dipendenza dagli altri (29%), riproponendo una definizione della vecchiaia come perdita di autonomia e di integrazione sociale. Tra gli svantaggi della terza età il campione indica inoltre la perdita delle amicizie e degli affetti (22,8%), seguita dalla difficoltà ad accettare i nuovi modelli e valori (18,2%), da quella di trasmettere la propria esperienza (16,7%) e, in ultimo, dall impoverimento (14,8%), che sale al 17,7% tra gli anziani residenti nella Capitale, a fronte del 7,7% nel campione della provincia, raggiungendo il valore minimo dell 1,3% tra i residenti nei comuni con una popolazione fino a 5 mila abitanti. In pensione tra desiderio e necessità. Gli uomini e i laureati i più attaccati al lavoro Il pensionamento (condizione rilevata tra intervistati, pari al 57,7% del campione) ha rappresentato per la maggioranza relativa degli intervistati un traguardo raggiunto appena possibile (30,9% delle citazioni), mentre una quota leggermente inferiore di pensionati (27,1%) ha atteso le condizioni più favorevoli, il 21,4% ha proseguito l attività lavorativa quanto più possibile e il 20,6% ha lasciato il lavoro a seguito di una decisione aziendale. Nel confronto di genere sono soprattutto le donne ad aver scelto la pensione non appena possibile (37% a fronte del 25,6% tra gli uomini), mentre il campione maschile ha rimandato il pensionamento quanto più possibile (23,2% a fronte del 19% tra le donne), subendo inoltre in misura più consistente le determinazioni aziendali (22,8% contro il 18,2%). È la qualità del lavoro svolto a spiegare, in larga misura, l orientamento del campione: i laureati (29,8%) e, secondariamente, i diplomati (23,3%), dichiarano infatti di essere andati in pensione più tardi possibile, a fronte del 15% dei meno scolarizzati, tra i quali è invece prevalsa la scelta opposta (il 39,2% è andato in pensione alla prima opportunità utile). Una volta andato in pensione, il 62,3% degli anziani non è interessato a rientrare nel mondo del lavoro, il 20,1% vorrebbe ma non trova l opportunità di farlo, il 15,3% continua a svolgere un attività lavorativa occasionale/part-time (che sale al 30,9% tra i laureati) ed il 2,3% è ancora impegnato a tempo pieno. Infine tra gli anziani che non hanno ancora raggiunto il pensionamento (294 intervistati, pari al 14,7% del campione), 6 su 10 (59,1%) vorrebbero andare in pensione più tardi possibile (il 64,9% tra i laureati a fronte del 20,7% tra i meno scolarizzati), il 26,4% appena raggiunte le condizioni più favorevoli e il 14,6% alla prima opportunità (il 38,3% nel campione con una scolarità non superiore alla licenza elementare, a fronte dell 11,5% tra i laureati, del 15,4% tra i diplomati e del 14,5% tra gli intervistati con la licenza media inferiore). Più sereni ma più poveri i pensionati romani Un terzo degli intervistati (34,7%) dichiara che il pensionamento ha migliorato la propria qualità di vita, il 31,7% rileva un peggioramento e il 33,6% non registra cambiamenti significativi. Sono soprattutto gli anziani benestanti (quanti dispongono di un reddito familiare alto o medio-alto) a rilevare un miglioramento della qualità della vita (45,2% delle citazioni, a fronte del 18,3% che indica un suo peggioramento), mentre la maggior parte (48,9%) degli anziani con un reddito inferiore alla soglia del benessere ha visto peggiorare la propria qualità di vita con il pensionamento, a fronte del 22,5% che ne ha rilevato una crescita. Piuttosto convergenti risultano le indicazioni degli intervistati in merito agli effetti del pensionamento, sia in termini negativi (per il 58,4% costituiti dall impoverimento, per il 31,2% dalla perdita di ruolo/riconoscimento sociale e per il 24,9% dalla perdita di relazioni sociali), sia positivi (per il 64,3% attribuiti alla maggiore disponibilità di tempo e per il 55,5% alla riduzione dello stress).

5 Patria e successo, questioni di poco valore Nelle relazioni umane la ricerca di identità e significati La famiglia è al primo posto nella gerarchia dei valori degli anziani intervistati (49,7% delle citazioni), seguita dall onestà (45,2%), dal rispetto per gli altri (30,9%), dall amicizia (30,6%) e dalla solidarietà (20,2%), confermandosi la stretta correlazione tra qualità della condizione anziana e qualità delle relazioni e reti sociali. Un ruolo significativo nell universo valoriale degli anziani è riservato alla pace (18,9%), alla coerenza (12,3%), alla responsabilità individuale e alla democrazia (entrambe con il 12,2% delle citazioni) e alla libertà (10,5%). Ultimi il successo (7,8%) e la Patria (5,4%). La famiglia si conferma il primo interlocutore degli anziani intervistati anche nelle diverse situazioni di disagio e/o bisogno, in particolare aiutando l anziano nella cura di sé (65,5% delle citazioni), a livello economico (65,1%), nella mobilità e negli spostamenti (58,5%) e nella gestione della casa (54,2%); rilevante, in quest ultimo ambito, il ruolo dei soggetti privati (28,8% delle citazioni), così come avviene per la cura personale (19,5%). Significativo appare il ruolo delle Istituzioni e servizi pubblici nel fornire sostegno economico (13,8%) e nel fornire risposte ai problemi di mobilità (8% in casa e 10,1% fuori di casa). Quando passa la storia: suffragio universale, parità di genere ed Europa hanno fatto un Italia migliore Sono il suffragio universale (33,7%), l ingresso delle donne nel mercato del lavoro (27,8%, che sale al 35,3% tra le donne, a fronte del 17,8% tra gli uomini) e l ingresso dell Italia nell Unione Europea (22,2%) gli eventi storici più importanti degli ultimi decenni per la crescita della qualità sociale in Italia. Consistenti risultano anche le citazioni degli anziani intervistati su alcuni diritti di cittadinanza, quali la scuola dell obbligo (20%) e l istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (14,1%); meno rilevanti sono invece considerati gli eventi storico-culturali più recenti, quali la caduta del muro di Berlino (13,1%), il 68 (11,4%), la riforma del diritto di famiglia (11%) e la vittoria dei Sì al referendum sul divorzio (8,3%). Disoccupazione, declino economico e ambiente, i mali dell Italia futura Tra le principali problematiche che le giovani generazioni dovranno affrontare nei prossimi decenni, gli anziani intervistati indicano la disoccupazione (47,2%), seguita dal declino economico dell Italia (31,3%) e dalla perdita delle tutele lavorative e previdenziali (21,4%), che sembrano quindi implicitamente rappresentare i più forti elementi di dissonanza rispetto all Italia che essi hanno contribuito a costruire. Forti preoccupazioni emergono inoltre per gli scenari ambientali, con il 16,3% delle citazioni per i cambiamenti climatici e per l inquinamento, ma anche per l esaurimento delle risorse energetiche (9,4%) e idriche (4,5%). Tra le problematiche e le criticità prefigurate seguono infine le migrazioni di massa (14,7%, più temute dalle donne, con il 15,3%, e dagli over 74 con il 18% delle citazioni), la violazione della privacy (14%) e la perdita di certezze nei modelli e valori (10,7%).

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