Annuario delle statistiche culturali

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1 26 Aprile 2007 Annuario delle statistiche culturali Produzione, distribuzione e partecipazione culturale in Italia Anno 2005 L Istat fornisce le principali informazioni su produzione, distribuzione e partecipazione culturale in Italia, al fine di descrivere i fenomeni e le tendenze che caratterizzano il settore e fornire un contributo conoscitivo all analisi delle istituzioni e delle attività culturali in Italia. I dati presentati si riferiscono all anno 2005 e riguardano: i musei, le gallerie, i monumenti, gli scavi archeologici e gli archivi di Stato, le biblioteche pubbliche, la produzione libraria, lo spettacolo dal vivo, il cinema, i mezzi di comunicazione audiovisivi e lo sport. In ciascun capitolo sono presentati inoltre i principali dati sulla partecipazione culturale rilevati dall Istat nell ambito dell'indagine annuale Aspetti della vita quotidiana e di altre indagini multiscopo sulle famiglie. Al fine di consentire la comparabilità e l armonizzazione delle statistiche culturali a livello europeo, le informazioni sono state raccolte e organizzate nell Annuario sulla base delle definizioni e dell articolazione proposte per il settore culturale in sede internazionale. La pubblicazione è disponibile sul sito web dell Istat all indirizzo Ufficio della comunicazione Tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti: Servizio Popolazione, istruzione e cultura Viale Liegi, 13 Roma Fabrizio Maria Arosio Tel Pamela Pintus Tel Patrimonio storico-artistico Nel 2005 il patrimonio storico e artistico statale presente sul territorio nazionale e accessibile al pubblico, è rappresentato da 402 istituti e strutture espositive, gestiti dal Ministero per i beni e le attività culturali tramite le Soprintendenze, tra cui musei, gallerie, aree archeologiche e monumenti, quali castelli, palazzi, ville, chiostri, templi e anfiteatri. Il loro numero è aumentato significativamente nell ultimo quinquennio, passando da 387 a 402 unità. A queste ultime si aggiungono 22 istituti museali non visitabili, rimasti chiusi per tutto il corso dell anno per inagibilità, lavori di restauro o mancanza di personale di custodia, nonché 34 circuiti museali, costituiti da sottoinsiemi di strutture museali tra loro associate e che sono accessibili al pubblico con un unico biglietto cumulativo. In particolare, degli istituti statali di antichità e d arte aperti 193 sono musei o gallerie e 209 monumenti o aree archeologiche. Oltre la metà degli istituti (55,2%) prevede l accesso a pagamento, ma le modalità di accesso variano significativamente a seconda del tipo di istituto: sono gratuiti circa due terzi dei monumenti e delle aree archeologiche (il 61,7%) e poco più di un quarto (il 26,4%) dei musei e delle gallerie.

2 Complessivamente gli istituti e i circuiti statali sono stati visitati da oltre 33 milioni di persone, di cui circa 8,5 milioni a titolo gratuito. Attraverso la vendita dei biglietti di ingresso sono stati realizzati introiti per quasi 94 milioni di euro, con una spesa media pari a poco più di 6 euro per ciascun visitatore nel corso dell anno. In tale contesto, i circuiti museali continuano a rappresentare una realtà in forte sviluppo, sia in termini di affluenza del pubblico che in termini economici; infatti, rispetto al 2001 il numero di visitatori è quasi raddoppiato, raggiungendo oltre 6 milioni di unità, e gli introiti sono passati da poco più di 19 milioni di euro a quasi 31 milioni e mezzo di euro nel Sulla base dei risultati dell indagine campionaria Aspetti della vita quotidiana, la quota di italiani che ha visitato almeno un museo o una mostra risulta pari a poco più di un quarto (27,6%) della popolazione con almeno 6 anni di età; il livello di fruizione ha subito una lieve contrazione rispetto agli anni precedenti, risultando il più basso dell ultimo quinquennio. Tale contrazione ha interessato prevalentemente le persone nelle fasce d età comprese tra i 20 ed i 60 anni, mentre la partecipazione culturale dei giovani e degli anziani ha registrato un significativo incremento. Rispetto alla distribuzione territoriale si conferma la forte sperequazione tra le regioni italiane e la minore propensione a frequentare luoghi d arte da parte della popolazione delle regioni meridionali. Inoltre, è nelle periferie delle aree metropolitane che si manifesta il maggiore decremento dei livelli di fruizione (-3,1 punti percentuali negli ultimi cinque anni). La capacità di attrazione dei monumenti e dei siti archeologici risulta lievemente inferiore rispetto ai musei: tali istituti di antichità e d arte sono stati visitati dal 21,2% della popolazione italiana, con una flessione di 2,1 punti percentuali rispetto al 2000 e un calo dei livelli di fruizione negli ultimi anni che ha interessato anche la popolazione in età scolare (dai 6 ai 17 anni). Archivi di Stato La memoria storica e la testimonianza giuridica dell attività pubblica sono custodite nei 100 archivi di Stato presenti nei comuni capoluogo di provincia e nelle 35 Sezioni di archivi istituite nei comuni che dispongono di documentazione qualitativamente e quantitativamente rilevante a livello locale. A tali strutture è affidato il compito non solo di conservare e custodire il patrimonio documentario, ma anche di renderlo fruibile al pubblico. Un patrimonio storico, antico ma in continua formazione, se si pensa che il solo materiale cartaceo è passato da 12 milioni e 902 mila documenti del 2004 a 13 milioni e 428 mila documenti del 2005, con un incremento del 4%. Anche il pubblico di utenti interessati alle testimonianze custodite è in continua crescita. Nel 2005 oltre 300 mila persone (erano 291 mila nel 2004) hanno visitato gli archivi di Stato, con una media di circa visitatori all anno per ciascun archivio o sezione. Di questi il 5,6% sono stranieri. Complessivamente, gli archivi hanno ricevuto richieste di ricerca, di cui la larga maggioranza (71,6%) viene effettuata in loco; le restanti sono realizzate per corrispondenza e sono costituite prevalentemente (60%) da ricerche per uso amministrativo. Nel 2005 gli utenti hanno consultato circa 23 mila fondi, per un totale di oltre 924 mila pezzi, a fronte di un ammontare delle spese sostenute dagli archivi per le attività di gestione di 40 milioni 323 mila euro. 2

3 Biblioteche Sulla base dei dati registrati nell Anagrafe dell Iccu (l Istituto centrale per il catalogo unico del Ministero per i beni e le attività culturali), sono le biblioteche italiane aperte al pubblico (biblioteche nazionali, istituti di educazione superiore, speciali, di cultura generale e di pubblica lettura). La metà delle biblioteche (50,7%) è localizzata nelle regioni del Nord-Italia, il 20,6% nel Centro e il 28,6 % nel Mezzogiorno. In proporzione alla popolazione residente di riferimento, le province maggiormente servite sono Isernia, Piacenza, Catanzaro e Trieste, con circa 5 biblioteche per 10 mila abitanti, mentre le province più svantaggiate sono Cosenza e Ragusa, con meno di una biblioteca ogni 10 mila abitanti. Dal punto di vista amministrativo, oltre la metà delle biblioteche italiane dipende da enti locali (51,2%), il 16,5 % da università e il 10,1% da enti ecclesiastici. Quasi la metà delle biblioteche (45,1%) dispone di meno di 5 mila volumi e solo 336 biblioteche, pari al 2,7% del totale, detengono oltre 100 mila volumi. Nel dettaglio, la rete delle biblioteche pubbliche statali cioè quelle nazionali, universitarie o annesse ai monumenti nazionali dipendenti dal Ministero per i beni e le attività culturali si compone di 47 istituzioni. Tali biblioteche, nel 2005, hanno ospitato oltre 1 milione e 900 mila lettori, il 5,8 % dei quali stranieri, interessati alla consultazione degli oltre 24 milioni di volumi, 7,6 milioni di opuscoli, 533 mila cinquecentine, quasi 65 mila periodici e 35 mila incunaboli conservati negli scaffali. Le biblioteche statali, nel complesso, dispongono di un totale di posti di lettura: di questi, ben 920 si trovano nella sola Biblioteca Nazionale centrale di Roma, 504 presso la Biblioteca universitaria di Napoli e 400 nella Nazionale universitaria di Torino. Nel 2005 presso le biblioteche statali sono state consultate quasi 2 milioni e 500 mila opere e sono stati effettuati oltre 291 mila prestiti a privati. In valori assoluti, l attività di consultazione più intensa afferisce alle regioni del Centro-Italia, dove sono state consultate un milione e 420 mila opere, mentre l attività di prestito in favore dei privati è più frequente nelle regioni del Nord, dove sono state concesse in prestito oltre 151 mila opere. Spettacoli dal vivo Nel corso del 2005, in base ai dati rilevati dalla Società Italiana degli Autori e degli Editori (SIAE), risulta che in Italia, sono state realizzate rappresentazioni teatrali e musicali, pari, in media a 320 rappresentazioni ogni 100 mila abitanti. L opportunità di partecipare a spettacoli dal vivo è molto più elevata nei comuni capoluogo di provincia, dove sono state organizzate in media 569 rappresentazioni ogni 100 mila abitanti. Per assistere a tali manifestazioni sono stati venduti quasi 31 milioni di biglietti (di cui il 69,7% nei comuni capoluogo) con una spesa pro-capite pari a circa 9 euro all anno. Un attività economica che ha realizzato complessivamente oltre 517 milioni di euro, pari al 4,5% in più rispetto al 2004, solo con la vendita di biglietti e degli abbonamenti, senza considerare le eventuali entrate riconducibili alle consumazioni degli spettatori nei luoghi di spettacolo, alle sovvenzioni e ai finanziamenti pubblici, alle sponsorizzazioni e ai diritti di registrazione e trasmissione. Rispetto al genere di spettacolo, la maggior parte delle manifestazioni ha interessato il teatro di prosa, con 137 rappresentazioni ogni 100 mila abitanti, la musica leggera, con 115 concerti ogni 100 mila abitanti e la musica classica e jazz, con 41 rappresentazioni ogni 100 mila abitanti. Se guardiamo alle differenze regionali, vediamo che le regioni nelle quali si registra la maggiore partecipazione da parte del pubblico sono il Lazio ( biglietti venduti ogni 100 mila 3

4 abitanti), l Emilia-Romagna (75.531), il Friuli-Venezia Giulia (64.688), il Trentino-Alto Adige (63.453), e la Liguria (62.671). Nelle regioni del Mezzogiorno l offerta di spettacoli dal vivo in proporzione al bacino di utenza è generalmente inferiore alla media nazionale e le regioni meno vivaci sia in termini di offerta che di consumo sono la Calabria e il Molise. In base ai dati dell indagine dell Istat su Aspetti della vita quotidiana", il 19,9% della popolazione italiana ha assistito ad almeno uno spettacolo teatrale nel corso del 2005, confermando una ripresa della partecipazione del pubblico a questo tipo di spettacolo (+2,7 punti percentuali rispetto al 2000). Il livello di utenza delle manifestazioni musicali sembra invece essersi stabilizzato negli ultimi anni, con quote di partecipazione ai concerti pari al 8,9% e al 19,6% della popolazione nel caso, rispettivamente, dei concerti di musica classica e leggera. Cinema, televisione e radio Nonostante l attività di distribuzione cinematografica sia aumentata significativamente nel corso del 2005 rispetto all anno precedente (con un incremento del numero di giorni di spettacolo cinematografico nell ordine del 4%), si registra un decremento significativo del pubblico delle sale cinematografiche, pari al 7,5% ( milioni di biglietti nel 2004 e nel 2005), cui corrisponde anche una diminuzione dell 8,5% della spesa complessiva per assistere a proiezioni. In media ogni italiano avrebbe acquistato circa due biglietti per andare al cinema nel corso del 2005, con una spesa media annuale di poco più di 10 euro. Rispetto alla media nazionale, i livelli di consumo risultano, però, significativamente inferiori nelle regioni del Mezzogiorno, dove si calcolano 1,1 biglietti venduti ogni abitante con una spesa media pro capite di 5,62 euro. Sulla base dei risultati dell'indagine sugli Aspetti della vita quotidiana, il cinema continuerebbe comunque ad essere l attività largamente preferita dagli italiani rispetto alle altre forme di intrattenimento e di spettacolo dal vivo. Per quanto riguarda, invece, gli spettacoli televisivi, nel 2005 sono stati sottoscritti poco meno di 16 milioni e 235 mila abbonamenti alla televisione ad uso privato. Nel 2005, tra le emittenti televisive terrestri nazionali, la Rai ha registrato il maggiore ascolto giornaliero con i programmi trasmessi nelle fasce orarie del mattino (dalle 7,00 alle 12,00), nonché nelle ore pomeridiane e serali (dalle 15,00 alle 22,30). I canali di Mediaset, invece, hanno realizzato un maggiore ascolto nella fascia oraria notturna (tra le 22,30 e le 24,00) e nel primo pomeriggio (dalle 12,00 alle 15,00). In particolare, i canali nazionali maggiormente seguiti dal pubblico sono Rai 1 e Canale 5, i quali con le trasmissioni della fascia prime time (18,00-20,30) e del primo mattino (7,00-9,00), coprono insieme quasi la metà (il 49,9%) dell ascolto televisivo complessivo. Nel 2005, i tre canali della Rai hanno dedicato la maggior parte dello spazio televisivo ai programmi informativi, culturali e di pubblica utilità, riservando a tali programmi il 43,4% delle ore di trasmissione (+1,8 punti percentuali rispetto al 2004); l intrattenimento leggero, le fiction e i film hanno costituito invece, rispettivamente, il 22,3% e il 13,0% e il 7,2% del totale delle ore di trasmissione delle tre reti Rai. Mediaset ha invece dedicato alle news il 18,7% della programmazione e ai talk-show, alla musica, al varietà e ai quiz il 16,2% del palinsesto; mentre i film e i tv movie (21,2% delle ore di trasmissione) e la fiction (25,1%, comprendendo miniserie, telefilm, teleromanzi, soap operas, telenovelas, sitcom) hanno assorbito insieme il 46,3% della programmazione. La programmazione dell emittente televisiva La7 ha, invece, dedicato ai film e ai tv movie il 13,6% del numero di ore complessive di trasmissione e ai telefilm il 19,2%. L attualità ed i notiziari hanno occupato il 12,9% dell intera programmazione della rete, mentre i documentari, i 4

5 programmi informativi e i programmi culturali hanno coperto più di un terzo (34,4%) delle trasmissioni televisive. I dati dell indagine multiscopo sui comportamenti delle famiglie, mostrano che, contrariamente a quanto rilevato per le altre forme di intrattenimento, la propensione a guardare la televisione risulta relativamente inferiore nei centri delle aree metropolitane e nei comuni fino a abitanti, rispetto agli altri contesti territoriali ed è inversamente proporzionale al livello di istruzione: la quota di persone che guardano la televisione almeno qualche giorno alla settimana è del 91,3% tra i laureati ma supera il 95% tra la popolazione con licenza media o elementare. I dati della stessa indagine evidenziano, inoltre, che il 63,8% della popolazione ha l abitudine di ascoltare la radio tutti i giorni o almeno qualche volta a settimana e che i livelli di ascolto sono significativamente superiori alla media per il pubblico femminile e per le persone tra i 15 ed i 35 anni di età. Sport praticato e visto Nel 2005, in base ai dati definitivi elaborati dal Coni, in Italia risultano attive e affiliate alle federazioni sportive nazionali società sportive riconosciute, senza considerare i altri nuclei, cioè le società con scopi particolari o a carattere temporaneo. Le società sportive affiliate alle discipline associate sono, invece, e 145 i rispettivi altri nuclei. Complessivamente, presso le federazioni sportive e le società affiliate svolgono la loro attività oltre 915 mila operatori territoriali, tra dirigenti societari, tecnici, allenatori e ufficiali di gara, ai quali si aggiungono quasi 40 mila altre figure, quali dirigenti federali e altri operatori sportivi non connessi specificamente al territorio, che nell'ambito societario o federale contribuiscono all'organizzazione della pratica sportiva e delle relative competizioni, per un totale di oltre 950 mila operatori. Le discipline associate si avvalgono, invece, di oltre 40 mila operatori territoriali e altre figure tecniche e professionali. Alle società delle federazioni sportive nazionali aderiscono quasi 3 milioni e 500 mila praticanti tesserati e le discipline associate mobilitano oltre 250 mila sportivi. Nel complesso nel 2005, sulla base dei dati del tesseramento, l attività sportiva organizzata risulta in significativo aumento rispetto agli ultimi anni (+10,9% di tesserati delle federazioni e +49,9% delle discipline associate rispetto al 2001). Tra le società delle federazioni sportive nazionali, le maggiori sono quelle di calcio ( società e quasi un milione e 51 mila praticanti), di pallavolo (4.842 società con praticanti) e di pallacanestro (3.589 società con praticanti), le quali da sole assorbono il 38,7% delle società e il 46,6% dei praticanti tesserati. Con riferimento, invece all attività fisico-sportiva nel suo complesso, svolta anche in forma non agonistica e non organizzata, dai dati dell'indagine sulle famiglie, risulta che nel 2005 oltre un quinto (20,9%) della popolazione italiana di tre anni e più ha praticato in modo continuativo uno o più sport, in particolare il 25,2% della popolazione maschile e il 16,9% di quella femminile. Inoltre, il 10,3% della popolazione avrebbe praticato una attività sportiva in modo saltuario e il 28,2% avrebbe comunque svolto qualche attività fisica. Complessivamente, quindi, la quota di persone completamente sedentarie sarebbe pari al 40% circa degli italiani (il 34,7% dei maschi e il 44,5% delle femmine). Il tasso di partecipazione sportiva salirebbe, inoltre, al 45,5% per la popolazione in età scolare, tra gli 11 e i 14 anni. Nel 2005, il 28% della popolazione italiana ha assistito ad almeno uno spettacolo sportivo dal vivo, spendendo complessivamente oltre 311 milioni di euro per l acquisto di biglietti ed abbonamenti. Il numero di biglietti emessi è aumentato di quasi tre punti percentuali rispetto all anno 2004 e a tale aumento hanno contribuito soprattutto le regioni del Nord (+10%). 5

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