Destinatari: apprendenti adulti o giovani studenti con diversa provenienza linguistica

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1 La famiglia italiana: due esperienze a confronto Cecilia Incagli e Anna Arzilli Destinatari: apprendenti adulti o giovani studenti con diversa provenienza linguistica Livello di competenza linguistica: livello intermedio inizio corso Abilità linguistiche da potenziare: Comprensione del testo Riflessione sulla lingua Produzione scritta Produzione orale Tempi di attuazione: tre moduli orari di un ora e trenta ciascuno FASI OPERATIVE Presentazione dell articolo Presentazione dell articolo da parte dell insegnante (indicazione della fonte: Corriere della Sera di Lunedì 8 marzo 04 pag. 2 Lui prepara il latte io vesto i bambini poi vado in ufficio. Vedi in fondo all unità) Fase motivazionale e contestualizzazione del testo proposto: in occasione dell uscita dell articolo, cioè la Festa della Donna, l insegnante dà spunti di riflessione da approfondire in seguito sui temi culturali, sulla condizione femminile in Italia e nelle culture di provenienza degli apprendenti

2 LETTURA GLOBALE DEL TESTO 1. Lettura a voce alta da parte dell insegnante 2. Lettura silenziosa da parte degli allievi 3. Questionario sulla comprensione globale del testo con domande semplici e predisposte dall insegnante, ad esempio - di cosa parla l articolo? - di chi si parla? - Dove si svolge la vicenda? - Quanti figli hanno e che età hanno? - Come si chiamano? - Che lavoro svolgono i protagonisti? 4. Lavoro a coppie da parte degli studenti che verificano e confrontano le informazioni acquisite tramite il questionario COMPRENSIONE ANALITICA DEL TESTO Si ripropone la lettura del testo e l insegnante fa la parte del narratore; chiede ad una corsista di interpretare la parte di Ilaria e ad un corsista di interpretare la parte di Gianfranco ( si da qualche minuto per individuarle) mentre si invita il resto della classe a sottolineare, durante la lettura, i termini che non conoscono per procedere poi, a spiegazioni di carattere lessicale.

3 FASE DELLA ACQUISIZIONE E APPROFONDIMENTO LESSICALE Si procede all esplicitazione dei vocaboli non compresi in maniera interattiva tra docente e corsisti. Utilizzando anche il linguaggio mimico gestuale, si cerca di dedurre dal contesto le spiegazioni lessicali riferite ai campi semantici della casa, della famiglia, della vita quotidiana, ambiti linguistici con i quali l apprendente dovrebbe già avere familiarità ( eventualmente si usa il testo per rinforzarne la conoscenza). L insegnante fornirà adeguata spiegazione dei termini più specifici presenti nell articolo, del tipo: federazione sportiva, terapista della riabilitazione, personal trainer, riassettare.. o di espressioni particolari come darsi d impiccio, un marito di quelli che piacerebbero a Ciampi. Si richiede ai corsisti di fare un brain-storming lessicale sulle azioni successive che vengono compiute durante la giornata da loro stessi e dalla loro famiglia esprimendo i verbi che utilizzano in tali contesti, anche ripresi dall articolo e ricercandone i relativi sinonimi. FASE DELLA RIFLESSIONE LINGUISTICA Il testo si presta particolarmente ad una riflessione sul presente indicativo, sulle strutture linguistiche che introducono rapporti di contemporaneità e sulle forme riflessive. L insegnante prepara una scheda utilizzando i dati desunti dal testo riguardanti la giornata tipo dei due protagonisti:

4 orario LEI LUI 6,30 7,00 7,20 8,10 8,30 15,00 16,30 Prima di cena Dopo cena

5 Si invitano gli allievi a ricercare nel testo ed inserire correttamente nella scheda le azioni compiute dai due protagonisti nei vari momenti della giornata (l insegnante parallelamente agli allievi procede a compilare la scheda alla lavagna). Si fanno verbalizzare le azioni compiute mettendo in evidenza i momenti della giornata in cui i due coniugi compiono sincronicamente azioni diverse, inserendo nello schema opportunamente i connettivi: mentre, contemporaneamente, nel frattempo,. L insegnante propone agli studenti uno schema con i verbi regolari, verbi essere ed avere coniugati al presente indicativo (riprendendoli dal manuale o proponendoli alla lavagna luminosa). Si scelgono tre verbi dalla tabella compilata ( in are, -ere, -ire regolari) e si fanno coniugare per scritto sul quaderno e si espongono poi a voce; con lo stesso sistema si fanno memorizzare i verbi essere ed avere al presente indicativo. Si evidenzia nel testo la presenza di forme riflessive proponendo, anche per questi, un esercizio di coniugazione, facendo cenno ai relativi pronomi complemento. Si propone un resoconto del brano da cui sono state eliminate le voci verbali al presente indicativo e si chiede di completarlo. Si propongono poi esercizi di sostituzione, in cui gli allievi devono inserire le voci verbali coniugate correttamente al presente indicativo alle varie persone, ad esempio:. la mattina (io svegliarsi).. alle 7,30 cosa (voi mangiare).per colazione? in casa mia (noi lavarsi). uno alla volta mio papà (andare) a lavorare con la macchina i bambini (stare) a scuola fino alle 16,30 Si possono proporre anche frasi da trasformare dal singolare al plurale e viceversa del tipo:

6 - il bambino fa il compito #8594; i bambini fanno i compiti Si propongono altri esercizi di sostituzione utilizzando anche altre voci verbali, comprese quelle riflessive non presenti nell articolo da coniugare al presente. FASE DELLA PRODUZIONE SCRITTA L insegnante prepara una scheda con vignette o foto riprese da riviste e pubblicità che rappresentano vari momenti della vita quotidiana in famiglia che possono esemplificare quanto scritto nell articolo; si chiede ai corsisti di fare una breve descrizioni delle immagini. Riprendendo la tabella delle fasi della giornata si chiede di provare a strutturare la cronaca di una giornata tipo nella famiglia di provenienza, enunciando le azioni svolte dai componenti del nucleo familiare nell ambito della giornata lavorativa. L insegnante utilizza queste produzioni come momento di verifica dell acquisizione delle strutture linguistiche che si era prefissato di fare apprendere; fornisce indicazioni per fare eseguire l autocorrezione; suggerisce espansioni e ampliamenti lessicali per migliorare la qualità delle produzioni. FASE DELLA PRODUZIONE ORALE Una volta corretti ed arricchiti gli elaborati, si chiede ai corsisti di esporli verbalmente. Durante tale esposizione si chiede di prestare attenzione al modello di vita quotidiana che emerge dagli scritti ed in particolare al ruolo della donne nella famigli e nella vita lavorativa. Dalle produzioni degli studenti emergerà un panorama variegato di situazioni a seconda della provenienza geografica dei singoli.

7 Attraverso la discussione potranno esser messi in luce aspetti comuni e divergenze tra i vari modelli di vita e si proporrà il confronto con il modello di famiglia italiana emerso dalla lettura dell articolo. L insegnante guiderà e faciliterà la discussione facendo emergere il ruolo che la donna ha nella società e nella famiglia italiana. Si chiederà anche di esprimere un giudizio in merito e di motivare le proprie azioni. Si potranno di seguito approfondire, facendoli narrare ai corsisti stessi o fornendo ulteriore documentazione, quegli elementi del dibattito che hanno incuriosito maggiormente gli studenti e anche l insegnante la quale potrà supportare con dati e testi alcuni aspetti emersi nella discussione. Per quanto riguarda il panorama culturale italiano, l insegnante provvederà a precisare che quello illustrato dall articolo non è l unico modello di riferimento, mettendo in evidenza i diversi stili di vita e di costumi sociali presenti nella penisola. Per contrasto al modello presentato, e come lettura di approfondimento, l insegnante proporrà la lettura dell articolo a margine destro della pagina stessa del quotidiano sopraccitato dal titolo: Mio marito medico non poteva aiutarmi. Mi sono licenziata che avvierà la successiva unità di apprendimento. Articoli del "Corriere della Sera" del 08/03/04: "IL SUCCESSO" «Lui prepara il latte io vesto i bambini Poi vado in ufficio» Ilaria e Gianfranco, romani, due figli «in casa ci siamo divisi i compiti» ROMA Sei e trenta del mattino, la prima sveglia è per lui. Che fila in cucina e prepara la colazione. Alle 7 tocca a lei, alle 7.20 ai bambini, 6 e 4 anni. Ilaria ne lava uno, idem per Gianfranco, anche se il bagno è unico e bisogna fare i turni per non darsi d impiccio. Mentre i piccoli mangiano latte e biscotti, è sempre il padrone di casa che rifà i letti. Poi a scelta uno rincorre i bimbi con dentifricio e spazzolino, l altro mette loro il cappotto. Via, alle 8.10 tutti fuori: due vanno a scuola e due al lavoro. Ilaria è impiegata in una federazione sportiva, 36 ore a settimana , due pomeriggi orario lungo, straordinari se occorre. Ha 40 anni, due figli e buon per lei un marito che l aiuta, di quelli che piacerebbero a Ciampi. Ed è questo che fa la differenza. «Se non ci fosse dovrei alzarmi alle 5, e già così arrivo a sera stanca morta. Spazio per una donna fissa non ce n è e non potremmo nemmeno permettercela». Gianfranco ha 42 anni, è terapista della riabilitazione e personal trainer,

8 appuntamento dietro appuntamento, non si libera prima di sera. Ilaria porta i figli a scuola, una alla materna, uno alle elementari. Vicino a casa, quartiere Flaminio, Roma Nord. Ed è ancora lei che li va a riprendere alle Quando escono prima, a volte ci pensa la nonna materna, a volte bisogna chiamare la babysitter. «Cerco di usarla il meno possibile, ma non posso farne a meno del tutto. Già così comunque ci vanno via 500 euro al mese che per noi sono tanti», spiega Ilaria. «Ci sarebbe piaciuto avere un terzo bimbo, ma ho avuto paura di non farcela». Lasciare il lavoro non se ne parla nemmeno. Quando esce dall ufficio riprende servizio come mamma: compiti, giochi, bagnetto. «Ma dopo cena torna in carica mio marito: pigiama, chiacchiere, fiabe, fino a quando non si spegne la luce. Ho sposato un uomo ideale? Credo di sì e me lo tengo stretto». Eccolo, lui: «Certo che così è più faticoso, ma non sarebbe giusto lasciare tutto sulle spalle di mia moglie, il matrimonio è anche questo, si condividono doveri e responsabilità», dice. «E poi provvedere alla famiglia, non solo economicamente, è comunque un modo per stare con i miei figli, mi fa felice. Mi piacerebbe, ovvio, poter dormire fino alle 11, ma se devo proprio alzarmi presto, meglio farlo per i miei bambini che per vedere la Ferrari». LA FAMIGLIA Il marito si sveglia e prepara colazione. Prima di uscire riassetta anche il letto. Lei accompagna i bambini a scuola.il LAVORO Lui è terapista della riabilitazione e personal trainer, lei impiegata in una federazione sportiva G.Ca. IL FALLIMENTO «Mio marito medico non poteva aiutarmi. Mi sono licenziata» Rita, due bimbi lavorava come segretaria «chiesero di trasferirmi, ho detto no» ROMA Rita N. lavorava alla Ceat, pneumatici e cavi elettrici, sede di rappresentanza. Un marito medico, responsabile di un laboratorio di analisi, orari impossibili, volenteroso, ma non c era quasi mai!. Due figlie, una di 14, l altra di 6. Era dura, come per tutte, però Rita ce la faceva, negli ultimi tempi aveva giusto chiesto il part time: «Non c'erano abbastanza soldi per pagarci un aiuto fisso. E comunque mi sentivo sempre in colpa come madre. Perchè ogni giorno mi sembrava di abbandonare le mie figlie». A un certo punto 1'azienda ha preso ad andare cosi cosi, finché hanno chiuso gli uffici periferici, le hanno chiesto di trasferirsi a Torino. «Ci ho provato, all inizio ho pure accettato la cassa integrazione per un anno. Ma ho capito che non sarebbe stato per poco, che qui non ci sarei mai tornata. Non potevo vivere lontano dalle bambine, non potevamo nemmeno cambiare città perché mio marito era bloccato qui, così a malincuore ho lasciato l impiego». Non che avesse molta scelta. Nessun aiuto in casa, nessun supporto esterno. «Ho dovuto rinunciare allo stipendio, questo ha comportato qualche sacrificio, siamo rimasti nella stessa

9 casa di 65 metri quadri. Ma soprattutto ho detto addio alla mia realizzazione come donna fuori dalla famiglia. E specialmente adesso che le figlie sono cresciute questo mi pesa e mi rattrista». Rita ha provato a rientrare in pista, a cercarsi un altro lavoro. Ma chi è fuori spesso ci resta.«sono laureata in filosofia, ho fatto domanda per l insegnamento, tutto quel che ho avuto è stata una supplenza per 20 giorni e basta. Ho frequentato un corso di gestione d impresa ma non è servito a niente. Uno di archivista in Vaticano, ma persino per entrare come volontari c è una lista d attesa di 5 anni. Avevo creato una piccola associazione culturale per le visite guidate nei musei ma non avevo le conoscenze giuste, altri hanno avuto i contratti. Mi sono resa conto che con le tue forze non puoi fare quasi niente». Rifarebbe quello che ha fatto, per il bene delle figlie, anche se «non so come sarebbe andata la mia vita se avessi accettato quel posto a Torino». Ma le resta i1 rimpianto per quel bivio obbligato: o Il lavoro o la famiglia. LA FAMIGLIA Rita era impiegata da 18 anni negli uffici romani di una azienda di pneumatici e cavi elettrici. Il marito il responsabile di un laboratorio di analisi IL LAVORO Quando il lavoro di lei va male, le chiedono di trasferirsi a Torino. «Ma non potevo vivere lontano dalle bambine» G. Ca.

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