Indagine congiunturale sulle aspettative delle imprese di Roma e provincia

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1 Indagine congiunturale sulle aspettative delle imprese di Roma e provincia secondo quadrimestre 2013

2 L analisi è stata curata da ASSET Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, che si è avvalsa per la realizzazione del commento scientifico della Luiss Business School e per la rilevazione dell istituto di ricerca SWG. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di produzione e di adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati esclusivamente ad ASSET Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma. Nessuna parte del presente manuale può essere riprodotta senza autorizzazione scritta da parte di ASSET Camera. 2

3 INDICE 1. Executive summary Il quadro d insieme Specificità e aspetti rilevanti nei singoli comparti produttivi Specificità e aspetti rilevanti nelle diverse classi dimensionali Il quadro d insieme Le aspettative sul mercato interno ed estero La domanda di lavoro Le aspettative sugli investimenti Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita Le aspettative sulle questioni finanziarie La situazione economica generale e i principali fattori negativi che ostacolano l impresa Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Specificità e aspetti rilevanti nei comparti produttivi Le aspettative sul mercato interno ed estero La domanda di lavoro Le aspettative sugli investimenti Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita Le aspettative sulle questioni finanziarie I principali fattori negativi che ostacolano l impresa Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Specificità e aspetti rilevanti nelle diverse classi dimensionali Le aspettative sul mercato interno ed estero La domanda di lavoro Le aspettative sugli investimenti Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita Le aspettative sulle questioni finanziarie La situazione economica generale e i principali fattori negativi che ostacolano l impresa Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Nota metodologica

4 1. Executive summary 1.1 Il quadro d insieme Il 40% delle imprese romane ha un aspettativa per il prossimo quadrimestre di riduzione del fatturato nel mercato interno. Circa il 20% addirittura di forte diminuzione. Il 74% delle imprese si attende la completa assenza di un fatturato estero nel prossimo quadrimestre. Le restanti, invece, prevedono un andamento stabile. L aspettativa sull andamento generale del mercato è negativa. Il 62% dei rispondenti ritiene ci sarà una contrazione anche forte, mentre arriva al 9,5% la percentuale degli ottimisti. Nel prossimo quadrimestre l occupazione rimarrà stazionaria per il 79-80% delle imprese (con riferimento, rispettivamente agli addetti a tempo indeterminato e determinato). Il 20% delle imprese pensa di ridurre i propri addetti a tempo indeterminato e il 17-18% quelli a tempo determinato. Il 64% circa delle imprese dichiara che nell arco dei prossimi quattro mesi non pensa di realizzare alcun tipo di nuovo investimento. Tra le imprese pronte a nuovi investimenti, la maggior parte (intorno al 27% del totale) mira all aumento della capacità produttiva (aumento impianti, macchinari ed attrezzature). Solo il 6% circa del campione pensa a nuovi investimenti sia in marchio, comunicazione e immagine che in ammodernamento/innovazione di impianti, macchinari e attrezzature. Il 52%, 48% e 44% delle imprese facenti parte del campione prevedono una sostanziale stabilità rispettivamente dei prezzi di vendita, dei costi di materie prime e semilavorati e del costo del lavoro. Tra coloro che prevedono variazioni è forte il timore di una considerevole contrazione dei margini (Solo il 7,8% ritiene che nel prossimo quadrimestre i prezzi potranno aumentare, mentre un aumento dei costi è atteso dal 27% del campione, come detto precedentemente). La visione sulle problematiche finanziarie continua a peggiorare: per quasi il 61% del campione, la disponibilità di finanziamenti bancari sarà nel prossimo quadrimestre peggiore di quanto sia stata nel precedente; per il 53% crescerà il loro costo e per quasi il 56% sarà ancora più difficile la riscossione dei crediti. La situazione economica generale è considerata peggiore di quella del precedente quadrimestre da oltre il 50% delle aziende e molto peggiore da un altro 21%. 4

5 La crescente contrazione del mercato interno è considerato il primo ostacolo allo sviluppo aziendale dalla netta maggioranza del campione (42,6% del totale); seguono il continuo aumento dei costi di produzione (21,8% circa) e l inefficienza della pubblica amministrazione (13%). Il 51,3% delle imprese romane pensa di rispondere all attuale crisi attraverso il recupero di efficienza e la riduzione delle spese generali. Il valore percepito dal proprio mercato è indicato dal 30,50% come il secondo fattore strategico. Sono relativamente poche le imprese che pensano di competere attraverso alleanze strategiche (7,7%), internazionalizzazione (3%) e ricorso all innovazione (1,7%). Quasi il 9%, invece, punta sulla vendita della propria attività o sulla sua chiusura. 1.2 Specificità e aspetti rilevanti nei singoli comparti produttivi L aspettativa decisamente negativa sul fatturato futuro prevale in tutti i comparti. Risulta particolarmente accentuata nel Commercio (quasi il 73% delle imprese) e, al contrario, relativamente meno forte nei Servizi alle imprese e in Agricoltura (circa 49% e 50% delle indicazioni). Il minor pessimismo dell Agricoltura è confermato anche per quanto concerne le aspettative sull andamento del mercato in generale. Sulle aspettative di nuova occupazione prevale nettamente l aspettativa di stazionarietà in tutti i comparti e per tutte le figure considerate (laureati, diplomati, non diplomati), con punte particolarmente elevate nel Manifatturiero per i laureati, nell Agricoltura per i diplomati e nei Servizi alle imprese per i non diplomati. Il Manifatturiero è il comparto dove le aziende non hanno cercato nuovi addetti laureati nell ultimo quadrimestre (100%), il Commercio per i diplomati (95,50%) e l Agricoltura per i non diplomati (97,10%). I Servizi alla persona mostrano la percentuale in questo senso più contenuta per i laureati (67,60%) e per i diplomati (73,50%), mentre il Turismo (alberghi e ristoranti) per i non diplomati (79,70%). Le imprese dei Servizi alla persona sono quelle con atteggiamento relativamente meno negativo sul fronte dei nuovi investimenti (sono meno del 33% quelle che pensano di non fare alcun investimento nel prossimo quadrimestre). L Agricoltura è, al contrario, il comparto dove è nettamente più alta (73,50%) la percentuale delle aziende che nel prossimo futuro non intende investire, seguita dal Turismo al 72,90%. L aspettativa di aumento o forte aumento dei costi di materie prime e semilavorati è particolarmente diffusa tra le imprese dei Servizi alla persona (50% rispetto al quasi 29% dell intero campione). Nel Manifatturiero si ha l insieme relativamente più numeroso di imprese (33% del totale) che prevede invece una diminuzione dei costi degli input produttivi. Nei Servizi alla persona, ben il 50% delle imprese ritiene che nel prossimo quadrimestre ci sarà un aumento del costo del lavoro, mentre il 18% circa una contrazione. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, l aspettativa di stabilità prevale nettamente tra le imprese del Turismo (circa il 70% del comparto, rispetto al 51% complessivo) e nei Servizi alle imprese (quasi il 58%). 5

6 Per le tre questioni cruciali della gestione finanziaria le aspettative sono ancora una volta negative per tutti i comparti anche se con alcune differenze. Il giudizio negativo sulla situazione economica generale risulta particolarmente diffuso nel Commercio, dove si esprimono in questo senso l 80% delle imprese e quasi un terzo di queste ritiene la situazione attuale molto peggiore di quella del precedente quadrimestre. Nell Agricoltura si osserva la percentuale relativamente più bassa di aziende con una visione negativa, pari precisamente a circa il 36%. La crescente diminuzione del mercato interno è indicato come il principale ostacolo in tutti i comparti. Tuttavia, nell Agricoltura assume una proporzione maggiore (il 50% del campione). Il recupero di efficienza e la riduzione dei costi generali è la strategia attuata dalla maggioranza delle aziende in tutti i comparti. Si distinguono l Agricoltura (oltre il 67,60% delle aziende rispetto al 51,30% dell intero aggregato) e le Costruzioni (63,10% delle aziende) con una percentuale superiore alla media. La seconda opzione strategica più diffusa è l aumento del valore dell offerta percepito dal mercato. Su questa punta il 50% delle imprese dell Agricoltura e il 45,80% di quelle del Turismo. Nel Commercio arrivano ad oltre il 13% le aziende che pensano alla vendita o alla liquidazione dell azienda quale soluzione dei problemi (rispetto all 8,8% dell intero campione). 1.3 Specificità e aspetti rilevanti nelle diverse classi dimensionali Le aspettative per il prossimo quadrimestre permangono ancora negative per le imprese di tutte le classi dimensionali. Tuttavia, le medie e grandi si distinguono per un orientamento meno pessimista delle altre. Situazione differente si osserva per quanto riguarda le aspettative al di fuori dei confini nazionali, tenuto conto che più del 70% delle aziende non si aspetta un fatturato estero. Le medio-grandi hanno un orientamento meno pessimistico anche per quanto riguarda l andamento del mercato in generale. Soffermando l attenzione sulle aziende di minori dimensioni, sono le micro le più pessimiste, che attendono un peggioramento dell andamento generale del mercato italiano rispetto al quadrimestre precedente. Di contro, però, il 9% attende un miglioramento (contro un 9,5% a livello di intero aggregato). Come avvenuto nel primo quadrimestre del 2013, le aspettative delle imprese relativamente alla domanda di lavoro a tempo indeterminato non mostrano significative differenze in relazione alla classe dimensionale di appartenenza. Qualche differenza si osserva, invece, per quanto riguarda la difficoltà di reperimento di personale corrispondente alle proprie esigenze. Sono principalmente le micro-imprese, che nel primo quadrimestre del 2013 non hanno ricercato nuove figure professionali. Le micro imprese presentano una situazione leggermente peggiore anche sul piano delle aspettative di nuovi investimenti. 6

7 Il 64,80% dichiara di non avere intenzione di effettuare nuovi investimenti (rispetto al 63,40% dell intero campione). Il 55,60% di piccole imprese, invece, dichiara di non aver programmato successivi investimenti. Le piccole imprese, come le micro, sono relativamente più orientate delle altre a favore di investimenti in capacità produttiva, mentre le medio-grandi sono rivolte allo sviluppo dell innovazione. Le piccole e le medio grandi hanno una visione centrata sulla stazionarietà sia dei costi (materie prime, semilavorati e lavoro) che, soprattutto, dei prezzi. Relativamente a questi ultimi, supera nettamente il 50% la quota di imprese che nel prossimo quadrimestre si aspetta una loro stabilità. Sulle tematiche finanziarie, la diffusione tra le imprese di un aspettativa di peggioramento rispetto al precedente quadrimestre è direttamente collegata alla loro dimensione. La posizione delle piccole imprese risulta relativamente meno negativa anche per quanto riguarda la visione della situazione economica generale rispetto alle micro. Il principale ostacolo alla crescita per tutte le classi dimensionali è come sempre rappresentato dalla crescente diminuzione del mercato interno. Principalmente tale problema influenza le micro-imprese. Il secondo ostacolo è rappresentato dal continuo aumento dei costi di produzione. Il recupero di efficienza e la riduzione dei costi generali rimane la strategia più diffusa per le aziende di tutte le categorie dimensionali. Per le micro-imprese tale strategia è indicata dal 49,20% del campione (rispetto al valore dell aggregato pari al 51,30%); per le piccole supera il 65%, mentre per le medie e le grandi si attesta al 41,70% per le prime e al 100% per le seconde. Le imprese di micro dimensioni mostrano anche una maggiore tendenza verso il rafforzamento dell offerta percepita dal mercato (strategia indicata da quasi il 19,40% del comparto). Il secondo fattore strategico è rappresentato dal miglioramento del valore dell offerta percepito dal mercato. 7

8 2. Il quadro d insieme 2.1 Le aspettative sul mercato interno ed estero Le aspettative per il prossimo quadrimestre permangono prevalentemente negative per gran parte delle imprese romane, anche se qualche segnale positivo inizia ad intravedersi. In particolare, crescono le attese per un andamento stazionario del fatturato nel mercato italiano. Nello specifico, il 40% si aspetta una diminuzione del fatturato e il 20% una forte riduzione, mentre il 31% un andamento stabile. Anche se complessivamente il 60% ha una prospettiva negativa dell andamento del business nel prossimo futuro, nell indagine precedente tale percentuale superava il 70%. Esiste, ma è ancora molto esiguo intorno al 7%, il nocciolo di imprese forti che invece credono in un aumento o un forte aumento del proprio fatturato. Desta notevoli preoccupazioni, invece, lo scenario estero. Il 74% delle imprese, infatti, attende la completa assenza di un fatturato estero nel prossimo quadrimestre. Tra le restanti prevale una visione stabile. Infatti, il 14% circa si attende una stabilità del fatturato estero, mentre per il 7% circa l andamento sarà in diminuzione e per il 2,7% in forte diminuzione. Solo il 3% delle imprese, che hanno risposto al questionario, crede addirittura in un aumento. Le imprese romane, che riescono ad operare con l estero, tendono dunque ad avere una visione relativamente meno negativa di quelle focalizzate sul solo mercato interno. Spostando l attenzione sul confronto tra le aspettative relative al proprio fatturato e quelle sull andamento del mercato in generale, che può essere definito come una proxy della fiducia delle imprese sulla propria capacità competitiva, per il prossimo quadrimestre prevale una visione negativa a riguardo. Il 62% ritiene che il mercato in generale avrà un andamento peggiore o molto peggiore rispetto al precedente quadrimestre. Si ricorda che circa il 60% delle imprese crede, invece, in una contrazione anche forte del proprio fatturato. In prima approssimazione, si può dunque stimare un 2% circa di aziende che spera di andare meglio del mercato 1. Nella stessa direzione va il confronto tra gli ottimisti : la percentuale di imprese che ha una visione positiva del mercato arriva al 9,5%, rispetto al 7% di quelle che hanno un aspettativa di crescita del proprio fatturato. Per quanto riguarda l estero il 42% ritiene che il mercato rimarrà stazionario o addirittura migliorerà, mentre il 43% non sa dare una risposta precisa alla domanda. Solo il rimanente 15% ritiene ci sarà un peggioramento. 2.2 La domanda di lavoro Le cattive prospettive relative alle vendite si riflettono inevitabilmente sulla domanda di lavoro che permane molto debole. Per il secondo quadrimestre 2013, circa il 20% delle imprese romane prevede una contrazione dei propri addetti a tempo indeterminato e questo riguarda praticamente nella stessa proporzione laureati, diplomati e non diplomati. Circa l 80% parla di stazionarietà, mentre solo il 2% di un aumento occupazionale (con maggiore frequenza per i laureati). Più stabili sono le aspettative della domanda di lavoro a tempo determinato. In questo ambito, scendono al 17-18% le imprese che pensano di ridurre il numero degli occupati e salgono a circa l 80% quelle che indicano stazionarietà. Solo il 2-3% crede, invece, di aumentare i propri dipendenti. Inoltre, non vi sono sostanziali differenze occupazionali in relazione ai differenti livelli di formazione (non diplomati, diplomati e laureati). La stazionarietà della domanda è altresì confermata dal fatto che nel primo quadrimestre del 2013 circa il 90% delle imprese non ha cercato nuovi addetti. Inoltre, il 3-5% (in relazione al livello di formazione) di coloro che hanno invece ricercato nuove professionalità da inserire nella propria organizzazione, ha incontrato difficoltà nel reperirle. 1 Questo valore va considerato come un approssimazione perché deriva dal confronto di due insiemi indistinti. 8

9 Infine quasi la metà delle imprese (48%) dichiara una situazione stabile nel reperimento di risorse umane, mentre circa il 19% indica addirittura un miglioramento. 2.3 Le aspettative sugli investimenti Il gelo sul fronte della domanda di lavoro si evince anche sul piano dei nuovi investimenti, confermando un dato già riscontrato nel primo quadrimestre dell anno. Il 64% circa delle imprese dichiara che nell arco dei prossimi quattro mesi non pensa di realizzare alcun tipo di nuovo investimento. Tra coloro che dichiarano invece l intenzione di investire, la maggior parte (intorno al 27% del totale) si focalizza sull aumento della capacità produttiva (aumento impianti, macchinari ed attrezzature) e una percentuale di gran lunga inferiore (6% del totale) rispettivamente sul marchio, comunicazione e immagine e sull ammodernamento/innovazione di impianti, macchinari e attrezzature. Intorno al 5% del totale sono le imprese che pensano ad investimenti nel rafforzamento della rete commerciale, altrettante nel rafforzamento della qualità del capitale umano e praticamente lo stesso in ricerca e sviluppo per l innovazione dei prodotti offerti. 2.4 Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita Oltre alla dinamica prevalentemente negativa dei mercati, le imprese romane si trovano a fronteggiare anche la previsione di una contrazione dei margini a seguito dell incremento del costo degli input produttivi a cui non corrisponde un aumento generalizzato dei prezzi di vendita. È interessante osservare che nonostante prevalga l attesa di stabilità dei costi degli input e dei prezzi di vendita degli output, la percentuale di imprese che prospetta un aumento dei primi sia il triplo di quella che prevede un aumento dei secondi. Al contrario, per le imprese è più probabile una diminuzione dei prezzi di vendita che dei costi degli input produttivi. Nel dettaglio, la stabilità dei prezzi di vendita, dei costi di materie prime e semilavorati e del costo del lavoro è prospettata rispettivamente dal 52%, 48% e 44% delle imprese facenti parte del campione. Solo il 7,8% ritiene che nel prossimo quadrimestre i prezzi potranno aumentare, mentre un aumento dei costi è atteso dal 27% del campione, come detto precedentemente. La diminuzione dei costi degli input è indicata da circa il 23% del campione, mentre il 27% prevede una contrazione del costo del lavoro. Infine, la riduzione dei prezzi di vendita è attesa da quasi il 40% delle imprese romane. 2.5 Le aspettative sulle questioni finanziarie Negativa è anche la visione sulle tre questioni cruciali della gestione finanziaria delle imprese: i) disponibilità di finanziamenti dalle banche; ii) costo del debito con le banche; iii) riscossione dei crediti. Un andamento peggiore o molto peggiore del precedente quadrimestre è indicato per il secondo quadrimestre del 2013, rispettivamente dal: 61%, 53% e 56% circa del campione. Inoltre una percentuale tra il 5 e il 10% del campione ha evidenziato di non saper rispondere a queste tre domande. Di conseguenza, diventa rilevante l incremento delle tre percentuali qualora venissero considerate solo le imprese che hanno espresso un indicazione specifica. Come accaduto anche nel quadrimestre precedente, pesano davvero pochi punti percentuali le imprese che si attendono un miglioramento per le tre questioni sopracitate. Inoltre, in merito alla riscossione dei crediti verso la PA, il 67% dei rispondenti evidenzia una stazionarietà nel primo quadrimestre del 2013 rispetto a quello precedente, mentre circa il 20% una diminuzione e il 12% un aumento. Discorso leggermente differente per quanto riguarda i crediti verso altri clienti. Dove il 52% evidenzia una stabilità negli incassi, il 21% una diminuzione e il 26% un aumento. 9

10 2.6 La situazione economica generale e i principali fattori negativi che ostacolano l impresa La situazione economica generale è considerata peggiore di quella del precedente quadrimestre da quasi il 50% delle aziende e molto peggiore dal 21%. Complessivamente sono il 71% le imprese che percepiscono un andamento negativo dell economia. Di contro il 6,2% indica un tendenziale miglioramento e il 21,8% intravede una situazione analoga alla precedente. Come accaduto nel quadrimestre precedente, il principale ostacolo alla crescita è rappresentato dalla crescente contrazione del mercato interno (42,6% del campione). È una questione su cui occorre di nuovo riflettere attentamente, in quanto indica il venir meno di uno dei principali fattori di sviluppo del tessuto produttivo romano, cioè la grande dimensione del mercato locale, per altro in buona parte costituito da domanda pubblica. Il continuo aumento dei costi di produzione è ancora una volta il secondo ostacolo più citato, ma con una frequenza inferiore del precedente (quasi il 21,8% dei rispondenti); al terzo posto con il 13% delle indicazioni, la crescente inefficienza della pubblica amministrazione. Relativamente meno sentiti sono i problemi della produttività (poco più del 4% del campione) e delle infrastrutture economiche e dei relativi servizi (il 3% del campione). 2.7 Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Anche nel secondo quadrimestre del 2013, il recupero di efficienza e la riduzione dei costi generali risulta essere la strategia maggiormente adottata dalle imprese romane per rispondere alle attuali difficoltà competitive (51,3% del campione). La seconda opzione è il miglioramento del valore offerto e percepito dal mercato su cui punta il 30,5% delle imprese. Risultano, invece, meno implementate dalle imprese romane le strategie più frequentemente osservate nella maggior parte dei sistemi produttivi che stanno resistendo meglio all attuale congiuntura economica negativa. Solo il 7% infatti ricorre ad alleanze strategiche. Questo dato deve comunque far riflettere anche in considerazione della notevole attenzione riposta dalle Istituzioni e dal sistema confindustriale nella creazione e nello sviluppo di reti di impresa in questi ultimi anni. Il 3% delle imprese dà vita a processi di internazionalizzazione e solo l 1,7% pone l innovazione al centro del proprio piano strategico. Infine, è da segnalare che il 7,3% delle imprese punta sul miglioramento della qualità media delle risorse umane. Purtroppo, questi numeri sono inferiori rispetto al quasi 9% che pensa di arrendersi, indicando come strategia futura la vendita o la cessazione della propria attività. L orientamento verso le alleanze strategiche e l innovazione aumenta leggermente se si considerano le risposte relative alla seconda opzione strategica; rimane molto modesta, invece, l idea di rafforzare la posizione estera. Diminuisce leggermente la percentuale di coloro che pensano alla vendita dell azienda. 10

11 3. Specificità e aspetti rilevanti nei comparti produttivi 3.1 Le aspettative sul mercato interno ed estero Tra i diversi comparti emergono differenze notevoli sulle aspettative future di fatturato, pur prevalendo ovunque un orientamento negativo. Anche per il secondo quadrimestre, nel Commercio la percentuale di coloro che attendono una diminuzione o forte diminuzione del fatturato arriva a quasi il 73% 2. Di contro, nei Servizi alle imprese e nell Agricoltura e allevamento, si ferma rispettivamente intorno al 49% e al 50%. In tutti gli altri comparti, la distribuzione delle imprese rispetto alle aspettative sul fatturato è tendenzialmente più omogenea, con accenti leggermente più negativi della media per il Commercio e meno per i Servizi alle imprese. Infine, il maggior aumento è previsto nel Turismo (18,6% del totale) seguito dai Servizi alla persona ed altri servizi (14,7% del totale). Per quanto riguarda le attese dai mercati esteri, in gran parte dei comparti, il numero molto esiguo di rispondenti rende poco significative le evidenze ottenute. La maggior parte delle imprese in tutti i comparti prevede l assenza di fatturato estero nel prossimo quadrimestre. Il minor pessimismo delle imprese dell Agricoltura è confermato anche per quanto concerne le aspettative sull andamento del mercato in generale: si ferma al 50% la percentuale di quelle che si aspettano una contrazione (e sono pochissime quelle che in particolare parlano di forte contrazione). Per quanto riguarda, invece le aspettative di incremento del mercato italiano in generale, in tutti i comparti, la percentuale di imprese che si dichiara in tal senso rimane anche per questo quadrimestre molto modesta; relativamente maggiore nel Manifatturiero (16,30% del comparto rispetto al 9,50% del campione totale) e nell Agricoltura (14,70% del comparto). Mentre nel primo quadrimestre il comparto dei Servizi alle imprese conteneva le imprese più ottimiste, nel secondo la situazione si è completamente capovolta. Il comparto, infatti, presenta la distribuzione peggiore con solo il 5,70% di imprese ottimiste. Inoltre, quasi il 66% delle imprese del settore prevede un peggioramento dell andamento generale del mercato italiano nel prossimo futuro. Infine, elevato è il numero di imprese che in ciascun comparto non si esprime circa l andamento del mercato estero nel prossimo quadrimestre, rendendo poco significativa l analisi. Nonostante questo, i rispondenti evidenziano un aspettativa di stabilità del mercato in generale. 3.2 La domanda di lavoro Le differenze tra i comparti per quanto riguarda l andamento delle vendite trovano alcune corrispondenze sul piano della domanda di lavoro a tempo indeterminato. Anche in questo caso prevale nettamente in tutti i comparti l aspettativa di stazionarietà, con punte particolarmente elevate nel Manifatturiero per i laureati, nell Agricoltura per i diplomati e nei Servizi alle imprese per i non diplomati. Comunque, il dato è abbastanza omogeneo in tutti e tre i sotto-insiemi di figure considerate nell indagine (laureati, diplomati, non diplomati). Il Turismo presenta la percentuale più bassa di imprese che si attende una contrazione di occupazione per i laureati (intorno al 13% del comparto), mentre è l Agricoltura per le altre due figure considerate (diplomati e non diplomati). Al contrario, è piuttosto alta, superando il 27%, nelle Costruzioni per i laureati, nei Servizi alla persona e altri servizi per i diplomati e nel Manifatturiero per i non diplomati. Va segnalato, inoltre, che sono le imprese dei 2 Si ricorda che il valore aggregato era del 60% 11

12 Servizi alla persona e altri servizi ad attendersi maggiormente una forte diminuzione degli addetti a tempo determinato per il prossimo quadrimestre in tutti e tre i sotto insiemi di figure considerate e rispettivamente del 23,50%, del 14,70% e del 20,60%. Sono le imprese del Turismo che hanno un aspettativa di incremento dell occupazione per laureati e diplomati rispettivamente del 6,80% e dell 8,50%, invece per i non diplomati sono le imprese dei Servizi alla persona e altri servizi e dell Agricoltura con entrambi i comparti a circa il 3%. Spostando l attenzione all occupazione a tempo determinato, la situazione nei vari comparti risulta abbastanza simile anche se con qualche aspetto maggiormente accentuato. Rispetto al 79-80% dell intero campione che prevede una sostanziale stazionarietà degli occupati a tempo determinato (sia nel caso dei laureati che dei diplomati e dei non diplomati), si differenzia la posizione più incerta delle imprese dei Servizi alla persona ed altri servizi. Sono, infatti, tra il 61-65% quelle che parlano di stazionarietà dell occupazione, mentre arrivano al 34-35% quelle che pensano ad una riduzione anche drastica (a livello di intero campione si è espresso in questo senso il 16-17% del totale). Anche in questo ambito, nel Turismo si registra una diffusione relativamente minore delle imprese con una visione negativa (12-16%) e arrivano mediamente intorno all 80% quelle che prevedono una stabilità dell occupazione. La percentuale di imprese che pensa di aumentare la domanda di lavoro arriva a quasi il 5% nei servizi alle imprese per i laureati e al 6,80% nel Turismo sia per i diplomati che per i non diplomati. Inoltre, è interessante osservare che le previsioni delle imprese nei servizi alle imprese sono mediamente migliori di quelle degli operatori nei servizi alla persona. Il Manifatturiero è il comparto dove le aziende non hanno cercato nuovi addetti laureati nell ultimo quadrimestre (100%), il Commercio per i diplomati (95,50%) e l Agricoltura per i non diplomati (97,10%). I Servizi alla persona mostrano la percentuale in questo senso più contenuta 67,60% per i laureati e 73,50% per i diplomati, mentre il Turismo (alberghi e ristorazione) per i non diplomati (79,70%). Tra le imprese che hanno cercato nuovo personale, le maggiori difficoltà sono segnalate con riferimento alle aziende dei Servizi alla persona per tutte e tre le categorie di figure professionali con l 8,80% per i laureati e il 5,90% per diplomati e non diplomati. La preoccupazione sulla reperibilità delle risorse umane necessarie è maggiore nel Manifatturiero (24,50% del comparto rispetto al 18,50% dell intero campione) e nel Commercio (24,20% del comparto). Di contro, nel Manifatturiero, però, sono relativamente più numerose le aziende che hanno un aspettativa positiva (24,50% del comparto rispetto al 18% dell intero campione). Nell Agricoltura e nei Servizi alla persona e altri servizi è, invece, meno sentito il problema in oggetto, dato che solo il 12% circa delle imprese dichiara un peggioramento rispetto al precedente quadrimestre. 3.3 Le aspettative sugli investimenti Le imprese dei Servizi alla persona sono quelle relativamente meno negative sul fronte dei nuovi investimenti. In questo comparto, nel secondo quadrimestre sono meno del 33% quelle che pensano di non fare alcun investimento nel prossimo quadrimestre. Relativamente meno negativo è anche l orientamento nel Manifatturiero dove tale percentuale arriva al 44,90%. L Agricoltura è, al contrario, il comparto dove è nettamente più alta (il 73,50%) la percentuale delle aziende che nel prossimo futuro non intende investire, seguita dal Turismo al 72,90%. Nei Servizi alla persona la maggior parte delle imprese, che ha dichiarato un orientamento positivo verso gli investimenti, è intenzionata ad irrobustire la propria struttura produttiva con nuovi impianti, macchinari ed attrezzature. Le restanti pensano in particolare di investire nel rinnovo degli asset materiali e nello sviluppo del marchio e dell immagine. 12

13 Nel Manifatturiero, buona parte delle imprese intenzionate ad investire è focalizzata sull aumento della capacità produttiva, seguito dallo sviluppo dell innovazione e dal rafforzamento della rete commerciale. Nonostante il comparto manifatturiero sia in forte difficoltà, si osserva l esistenza di un nucleo di aziende, pur numericamente limitato, che appare chiaramente orientato verso lo sviluppo di nuove opportunità di business. 3.4 Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita L aspettativa di aumento o forte aumento dei costi di materie prime e semilavorati è particolarmente diffusa tra le imprese dei Servizi alla persona (50% rispetto al quasi 29% dell intero campione). Per gli altri comparti i valori sono abbastanza omogenei e vicini a quello medio dell intero campione, fatta eccezione per l Agricoltura (44%). Nel Manifatturiero si ha l insieme relativamente più numeroso di imprese (33% del totale) che prevede invece una diminuzione dei costi degli input produttivi. Di contro, nel Turismo e nell Agricoltura vi è la percentuale più bassa di imprese che prevede una diminuzione del costo degli input produttivi rispettivamente dell 8,50% e dell 8,80%. Le imprese con aspettativa stazionaria prevalgono nel Turismo (59,30% del totale di comparto) e nei Servizi alle imprese (57,80% del totale di comparto). Una situazione del tutto simile si osserva per quanto riguarda le attese sul costo del lavoro. Nei Servizi alla persona, ben il 50% delle imprese ritiene che nel prossimo quadrimestre ci sarà un aumento, mentre il 18% circa una contrazione. Per quanto riguarda il costo del lavoro in tutti i comparti la distribuzione delle imprese non si discosta troppo da quella osservata a livello di intero campione. Le uniche eccezioni sono: l Agricoltura, ove è relativamente modesta (meno del 15%) la percentuale di imprese che si aspetta un aumento del costo del lavoro, e i Servizi alla persona, ove al contrario sono il 50% le imprese con tale aspettativa, mentre sono inferiori al 17% quelle che pensano ad una possibile contrazione del costo del lavoro. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, l aspettativa di stabilità prevale nettamente tra le imprese del Turismo (circa il 70% del comparto, rispetto al 51% complessivo) e nei Servizi alle imprese (quasi il 58%). Nel Turismo è modesto l insieme delle aziende che attende una contrazione dei prezzi (meno del 24% del comparto, rispetto a quasi il 40% complessivo). Gli altri comparti, invece, non si discostano di molto rispetto ai valori medi dell intero campione. Sul fronte delle aspettative di aumento, l ottimismo è relativamente più diffuso tra le aziende manifatturiere (16,30% del comparto, rispetto all 8% complessivo). Di parere completamente opposto sono le aziende dell Agricoltura e dei Servizi alla persona. 3.5 Le aspettative sulle questioni finanziarie Per le tre questioni cruciali della gestione finanziaria le aspettative sono ancora una volta negative per tutti i comparti anche se con qualche differenza. Sul fronte della disponibilità delle banche ad erogare finanziamenti, la previsione di un peggioramento è particolarmente diffusa, arrivando addirittura al 69% del totale nel comparto Manifatturiero. Vi è meno pessimismo tra le aziende dell Agricoltura (47% del totale di comparto) e del Turismo (meno del 50% del totale di comparto). Nell Agricoltura, come nel quadrimestre precedente, sono relativamente numerose le imprese che hanno addirittura un aspettativa di miglioramento, arrivando a circa il 6% del comparto (rispetto al 2,7% del campione totale). Sul costo del debito bancario, nel Turismo sono il 39% le imprese che prevedono un suo aumento (rispetto al 52% del campione totale). Al contrario, nel Manifatturiero, l aspettativa di peggioramento è particolarmente diffusa, coinvolgendo poco oltre il 60% delle aziende. Anche relativamente al problema della riscossione dei crediti, le imprese del Turismo sono tendenzialmente meno pessimiste: circa il 33% si aspetta infatti un quadrimestre peggiore al precedente. Al contempo quelle delle Costruzioni presentano le aspettative peggiori con quasi il 72% del campione. 3.6 I principali fattori negativi che ostacolano l impresa 13

14 Il giudizio negativo sulla situazione economica generale risulta particolarmente diffuso nel Commercio, dove si esprimono in questo senso l 80% delle imprese e quasi un terzo di queste ritiene la situazione attuale molto peggiore di quella del precedente quadrimestre. Nell Agricoltura si osserva la percentuale relativamente più bassa di aziende con una visione negativa, pari precisamente a circa il 36%. Gli ottimisti sono pochissimi in tutti i comparti; proporzionalmente più presenti nel Agricoltura con un valore intorno al 9%. Anche per il secondo quadrimestre del 2013 la crescente diminuzione del mercato interno è indicata come il principale ostacolo in tutti i comparti. Tuttavia, nell Agricoltura assume una proporzione maggiore (il 50% del campione). Il continuo aumento dei costi della produzione è particolarmente sentito nel Turismo (33,90% del comparto) e nelle Costruzioni (21,60%). Infine, il problema dell inefficienza della pubblica amministrazione è, invece, relativamente più sentito nei Servizi alla persona (oltre il 23% delle aziende rispetto al 13% dell intero aggregato) e nell Agricoltura (17,60% delle aziende). Il secondo ostacolo indicato da quasi tutti i settori è rappresentato dal continuo aumento dei costi di produzione. Si distingue principalmente il Manifatturiero dove quasi il 33% dei rispondenti indica tale fattore. 3.7 Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Il recupero di efficienza e la riduzione dei costi generali è la strategia attuata dalla maggioranza delle aziende in tutti i comparti. Si distinguono l Agricoltura (oltre il 67,60% delle aziende rispetto al 51,30% dell intero aggregato) e le Costruzioni (63,10% delle aziende) con una percentuale superiore alla media. La seconda opzione strategica più diffusa è l aumento del valore dell offerta percepito dal mercato. Su questa punta il 50% delle imprese dell Agricoltura e il 45,80% di quelle del Turismo. Poco sentite sono, invece, le altre strategie come la realizzazione di alleanze o l internazionalizzazione. A riguardo, sono le imprese manifatturiere a focalizzarsi maggiormente sulle alleanze (10,20% del comparto rispetto al 7,70% dell intero campione) e sull internazionalizzazione (8,20% rispetto al 3% del campione). In valore assoluto, rimane comunque molto modesto il numero di aziende manifatturiere che puntano su queste strategie. Il forte orientamento negativo delle imprese del Commercio, rilevato più volte nelle precedenti questioni, trova qui una preoccupante conferma. In questo comparto arrivano infatti ad oltre il 13% le aziende che pensano alla vendita o alla liquidazione dell azienda quale soluzione dei problemi (rispetto all 8,80% dell intero campione). Relativamente alto è anche il valore osservato nel Manifatturiero al 10,20%, confermando l esistenza di un nucleo non irrilevante di aziende con prospettive di mercato e competitive particolarmente negative. 14

15 4. Specificità e aspetti rilevanti nelle diverse classi dimensionali In considerazione alla numerosità degli aggregati, l analisi considera le seguenti tre classi dimensionali: i) le micro imprese (fino a nove addetti); ii) le piccole imprese (fino a 49 addetti); iii) le medie e grandi imprese (oltre 49 addetti). È opportuno evidenziare che per il modo in cui è stato costruito il campione, la terza classe dimensionale risulta costituita per quasi il 90% da imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 249. È utile osservare anche che il campione è costituito per l 87% da micro-imprese così da essere coerente e rappresentativo delle imprese romane per dimensione. Di conseguenza, i valori di questo aggregato sono tendenzialmente prossimi a quelli dell intero campione osservato. 4.1 Le aspettative sul mercato interno ed estero Anche in relazione alle classi dimensionali le aspettative per il prossimo quadrimestre permangono negative. Tuttavia, le medie e grandi si distinguono per un orientamento meno pessimista delle altre. Il 41% infatti prevede una diminuzione o forte diminuzione del fatturato nel prossimo quadrimestre, mentre il restante prevede una situazione stabile. Guardando alle imprese di minori dimensioni, le piccole sono più ottimiste delle micro. Il 53% prevede una diminuzione rispetto al 62% delle micro, mentre il 13,90% addirittura un aumento rispetto, invece, al 7,20% delle micro (a livello aggregato si parla del 7,80%). Situazione differente si osserva per quanto riguarda le aspettative al di fuori dei confini nazionali, tenuto conto che più del 70% delle aziende non si aspetta un fatturato estero. Il ridotto numero di osservazioni rende poco significativi, però, tali risultati. Le medio - grandi hanno un orientamento anche meno pessimistico per quanto riguarda l andamento del mercato italiano in generale. L ipotesi di ulteriore peggioramento è indicata da circa il 50% delle aziende medie e dal 25% delle grandi, mentre a livello aggregato si arriva al 62%. Soffermando l attenzione sulle aziende di minori dimensioni, sono le micro le più pessimiste, che si attendono un peggioramento dell andamento generale del mercato italiano rispetto al quadrimestre precedente. Di contro, però, il 9% si attende un miglioramento (contro un 9,5% a livello di intero aggregato). Per quanto riguarda il mercato estero, un orientamento relativamente più positivo emerge tra le imprese medio grandi. 4.2 La domanda di lavoro Come avvenuto nel primo quadrimestre del 2013, le aspettative delle imprese relativamente alla domanda di lavoro a tempo indeterminato non mostrano significative differenze in relazione alla classe dimensionale di appartenenza. I valori riscontrati nelle singole classi dimensionali risultano abbastanza omogenei a quelli osservati a livello di intero campione. Lo stesso andamento si osserva per quanto riguarda le aspettative di assunzione di personale a tempo determinato. Sia per quanto concerne gli addetti a tempo indeterminato che quelli a tempo determinato, le piccole imprese mostrano qualche segnale meno peggiore delle altre. Qualche differenza si osserva, invece, per quanto riguarda la difficoltà di reperimento di personale corrispondente alle proprie esigenze. Sono principalmente le micro-imprese, che nel primo quadrimestre del 2013 non hanno ricercato nuove figure professionali. Tali imprese assumono valori mediamente superiori rispetto a quelli dell intero campione, superando sempre il 90% per laureati, diplomati e non diplomati. In tema di facilità nel reperire le risorse umane necessarie, la visione è stabile rispetto al quadrimestre precedente per tutte e tre le diverse dimensioni di impresa. Inoltre, sono le medio - grandi che riscontrano un miglioramento della situazione. 15

16 4.3 Le aspettative sugli investimenti Come accaduto nel quadrimestre precedente, le micro imprese presentano una situazione leggermente peggiore delle altre sul piano delle aspettative di nuovi investimenti. Il 64,80% dichiara di non avere intenzione di effettuare nuovi investimenti (contro il 63,40% dell intero campione). Il 55,60% di piccole imprese, invece, dichiara di non aver programmato successivi investimenti. Queste ultime sono principalmente rivolte ad investimenti in capacità produttiva (40,30% dell aggregato rispetto al 27,20% del campione complessivo). Anche le micro-imprese investono maggiormente in impianti, macchinari e attrezzature (26,10%), mentre le medio - grandi sono più rivolte allo sviluppo dell innovazione (25%). 4.4 Le aspettative su costi di produzione e prezzi di vendita L analisi delle previsioni dei costi di produzione e dei prezzi di vendita a livello di singole classi dimensionali mostra alcune differenze utili per comprendere meglio i risultati aggregati. Le piccole e le medio grandi imprese hanno una visione molto più centrata sulla stazionarietà sia dei costi (materie prime, semilavorati e lavoro) che, soprattutto, dei prezzi. Relativamente a questi ultimi, supera nettamente il 50% la quota di imprese che nel prossimo quadrimestre si aspetta una loro stabilità. 4.5 Le aspettative sulle questioni finanziarie Anche per il secondo quadrimestre del 2013, sulle tematiche finanziarie la diffusione tra le imprese di un aspettativa di peggioramento rispetto al precedente quadrimestre è direttamente collegata alla loro dimensione. Tra le micro imprese, infatti, un peggioramento è atteso da quasi il 62% in merito alla disponibilità di finanziamenti dalle banche; dal 52% relativamente al costo del debito con le banche; dal 56%, infine, riguardo la riscossione dei crediti commerciali. Sugli stessi temi, le piccole imprese attendono un peggioramento della situazione con rispettivamente il 60%, il 55% e il 58%. Le medie e grandi imprese hanno valori oscillanti intorno al 50%, per quanto riguarda i finanziamenti bancari e il loro costo. Mostrano, invece, una preoccupazione molto più diffusa per quanto concerne la riscossione dei crediti. 4.6 La situazione economica generale e i principali fattori negativi che ostacolano l impresa La posizione delle piccole imprese risulta relativamente meno negativa per quanto riguarda la visione della situazione economica generale rispetto a quelle micro. Solo il 64% ritiene tale situazione peggiore di quella del precedente quadrimestre (rispetto al 70% del campione totale). Per altro, arrivano al 9,70% le piccole imprese che danno invece una valutazione di miglioramento (6,20% il valore a livello di intero campione). Le imprese di medio - grandi dimensioni, invece, presentano un maggior ottimismo, auspicando un miglioramento del prossimo quadrimestre rispetto al precedente. Il principale ostacolo alla crescita per tutte le classi dimensionali è come sempre rappresentato dalla crescente diminuzione del mercato interno. Principalmente tale problema influenza le micro-imprese. Il secondo ostacolo è rappresentato dal continuo aumento dei costi di produzione. 4.7 Le strategie per superare gli ostacoli e recuperare competitività Come già accaduto nel quadrimestre precedente, il recupero di efficienza e la riduzione dei costi generali rimane la strategia più diffusa per le aziende di tutte le categorie dimensionali. Si osservano, tuttavia, differenze significative nelle tre classi dimensionali. Per le micro-imprese tale strategia è indicata dal 49,20% del campione (rispetto ad un valore dell aggregato pari al 51,30%); per le piccole supera il 68%, mentre per le medie e le grandi si attesta intorno al 41,70% per le prime e al 100% per le seconde. Le imprese di micro dimensioni mostrano anche una maggiore tendenza verso il rafforzamento dell offerta percepita dal mercato (strategia indicata da quasi il 19,40% del comparto). 16

17 Il secondo fattore strategico è rappresentato dal miglioramento del valore dell offerta percepito dal mercato. 5. Nota metodologica L indagine congiunturale ha come obiettivo quello di raccogliere e analizzare, con cadenza quadrimestrale, le aspettative sull andamento delle principali variabili aziendali formulate dalle imprese che operano nel territorio della provincia di Roma. Il questionario contiene due sezioni: una relativa all anagrafica d azienda; l altra alle aspettative. Le domande prospettiche si riferiscono al fatturato, al numero di addetti, al livello degli investimenti e ai prezzi medi degli input e dei beni e servizi prodotti dall impresa. I risultati che si riferiscono al secondo quadrimestre 2013 sono basati, come nel report precedente, su un campione di 702 imprese. Il campione è rappresentativo dell universo di aziende operanti sul territorio provinciale. Il numero e la composizione di imprese intervistate è stato determinato in conformità a un criterio di rappresentatività per macro settori e per tipologia giuridica. La rappresentatività del campione è ottenuta mediante stratificazione. I sette macro settori individuati sono: (a) manifatturiero, energia, estrattivo e minerario; (b) costruzioni; (c) agricoltura e allevamento; (d) commercio; (e) turismo (alberghiero e ristorazione); (f) servizi alle imprese; (g) servizi alla persona e altri servizi. Le quattro tipologie di impresa considerate sono: (a) impresa individuale; (b) società di capitale; (c) società di persone; (d) altra forma. Per ogni incrocio settore-forma giuridica è stata calcolata la proporzione di aziende di quel tipo presenti nel registro delle imprese. Il campionamento è stato poi basato su queste proporzioni. Questo procedimento garantisce la rappresentatività dei risultati rispetto alla popolazione di riferimento, quella di tutte le imprese operanti sul territorio provinciale, sia quando essi siano calcolati sulla totalità delle imprese intervistate sia quando si riferiscano ai sotto-campioni individuati dall incrocio tra settore di appartenenza e forma giuridica. 17

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