LEZIONE 10. Monografie parte I. Lezione 10 - Monografie parte I 1

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1 LEZIONE 10 Monografie parte I Lezione 10 - Monografie parte I 1

2 Sommario ACHILLEA PAG. 3 AMAMELIDE PAG. 4 ANANAS PAG. 6 ANICE COMUNE PAG. 7 ARNICA PAG. 8 ARTEMISIA PAG. 9 ARTIGLIO DEL DIAVOLO PAG. 10 BARDANA PAG. 11 BETULLA PAG. 12 BIANCOSPINO PAG. 13 BOLDO PAG. 14 BORSA DEL PASTORE PAG. 15 CALENDULA PAG. 16 CAMOMILLA COMUNE PAG. 18 CARCIOFO PAG. 19 CENTELLA PAG Lezione 10 - Monografie parte I

3 ACHILLEA LEZIONE 10 Monografie parte I Nome Latino: Achillea millefolium L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: foglie, fusti e sommità fiorite. Da sempre l'achillea è considerata una pianta in grado di fermare le emorragie. Era utilizzata in passato per curare le ferite procurate in battaglia, tanto che si guadagnò il nome di erba militaria. Effetti dimostrati: antinfiammatorio, riparazione tessutale, antibatterico e astringente, antispasmodico, colagogo, ipotensivo, emostatico, diuretico e vermifugo. Indicazioni: utile nelle infiammazioni gastriche ed intestinali, nella stasi biliare, stati spasmodici gastrointestinali e uterini, emorroidi. Trova un ottimo impiego nel caso di emorragie uterine e nei disturbi del ciclo mestruale. L'Achillea ha un'azione antispastica viscerale evidente, simile a quella della camomilla. E' un ottimo rimedio nelle diarree infantili. Lezione 10 - Monografie parte I 3

4 Infuso: al 2-3% Estratto secco: 0,2-0,8 g/dì T.M.: gtt. più volte al giorno Avvertenze: non assumere in gravidanza a causa dello spiccato tropismo della pianta per l'utero. L'assunzione della pianta può dare fenomeni allergici in caso di ipersensibilità individuale accertata alle Compositae. Talvolta l'assunzione dell'achillea può conferire una colorazione marrone scuro delle urine (non preoccupante). Uso esterno: L'Achillea utilizzata per uso esterno ha proprietà astringenti, è decongestionante e riepitelizzante, cioè aiuta la ricostruzione del tessuto. Inoltre è blandamente analgesica. Con l'acqua d'infusione si possono fare impacchi da applicate nel caso di emorroidi sanguinanti e di ragadi del capezzolo. Adoperando il succo di pianta fresca si utilizzano 2-3 cucchiaini applicati direttamente sulla parte. AMAMELIDE Nome latino: Hamamelis virginiana L. Famiglia: Amamelidaceae Parti della pianta utilizzate: foglie e corteccia dei rami giovani. L'Amamelide è una pianta medicinale che ha rivestito una grande importanza nella 4 Lezione 10 - Monografie parte I

5 medicina degli indiani d'america, che la utilizzavano per uso esterno per sanare le ferite e contro i dolori muscolari ed ossei. La pianta presenta un buon tenore in tannini che con la loro capacità di coagulare le proteine le conferiscono un potere "asciugante". Effetti dimostrati: antiflogistico, vagotonico, vasocostrittore, astringente, emostatico locale, emolliente. Indicazioni: consigliabile in tutte le vasculopatie, (flebiti, ulcere varicose, emorroidi, varici) in special modo nelle arteriti degli arti inferiori. E' un ottimo coadiuvante nei disturbi vascolari della menopausa associati a vampate di calore. L'azione dell'amamelide è rivolta più specificatamente ai problemi riguardanti il sistema arterioso, non solo quindi ai vasi degli arti inferiori, ma anche alle microlesioni vasali che spesso si verificano sul volto. L'azione della pianta è quindi duplice, oltre ad essere vasotonica è anche riparatrice dei tessuti. Grazie alle sue proprietà astringenti l'amamelide trova impiego nella cura delle diarree. Estratto secco: 0,05-0,2 Estratto fluido: 0,1-1,0 g/dì T.M.: gtt. 3-4 volte al dì Avvertenze: non usare in gravidanza ed in allattamento. In pazienti ipersensibili possono talvolta comparire irritazioni gastriche a causa dei tannini. Alte concentrazioni di tannini interferiscono a livello intestinale con l'assorbimento delle vitamine del gruppo B e con alcuni minerali. Uso esterno: si può utilizzare una pomata al 10% in caso di emorroidi o contro la fragilità capillare. Utilizzando l'acqua di infusione si possono praticare degli sciacqui nel caso di gengive infiammate o di piccole lesioni della mucosa orale. Lezione 10 - Monografie parte I 5

6 ANANAS Nome latino: Ananassa sativa Lindley Famiglia: Bromeliaceae Parti della pianta utilizzate: gambo essiccato La pianta dell'ananas è originaria del centro e del sud America e dell'india. Effetti dimostrati: antinfiammatorio, riduce l'edema, digestivo. Indicazioni: processi infiammatori; edemi di varia natura, cellulite, ristagno di liquidi. Questa droga è indicata in caso di digestioni lente e difficili soprattutto quando queste sono dovute a diete iperproteiche. La droga è inoltre ricca di vitamina A e C. Polvere: 1-2g/dì Avvertenze: pur essendo prodotto privo di tossicità fetale è da usare sotto controllo medico in gravidanza; controllare i parametri emocoagulativi in pazienti in terapia con anticoagulanti; assumere le compresse a digiuno. La droga è sconsigliabile in caso di gravi epato e nefropatie e nel caso di ulcera peptica. 6 Lezione 10 - Monografie parte I

7 . ANICE COMUNE Nome latino: Pimpinella anisum Famiglia: Apiacee Parti della pianta utilizzate: semi Effetti dimostrati: spasmolitico, espettorante, carminativo, il suo olio essenziale è secretolitico e secretomotorio. In dosi elevate antispastico ed antisettico. Indicazioni: sfruttando le proprietà del suo olio essenziale, l'anice verde viene impiegato nella cura dei catarri delle vie aeree. L'Anice verde svolge un'azione attivante della peristalsi, nei casi di atonia intestinale, contemporaneamente ha un effetto antispastico ed antisettico. Per questo motivo è utile per migliorare le funzioni digestive. E' utile inoltre per combattere l'aerofagia e la flatulenza. L'azione carminativa è inferiore rispetto a quella del finocchio. L'Anice rientra nella formulazione di diverse tisane per favorire la montata lattea. Infuso: al 2 % Estratto secco: 0,25-1 g/dì Estratto fluido: 5-15 gtt. 3 volte al giorno T.M.: 35 gtt. 3 volte al giorno Lezione 10 - Monografie parte I 7

8 ARNICA Nome latino: Arnica montana L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: capolini e parti sotterranee Mentre in passato l'arnica godeva di un'amplissima gamma di utilizzi che la vedevano assunta soprattutto per uso interno, oggi sicuramente la sua popolarità è dovuta all'impiego locale. Effetti dimostrati: spasmolitico, antinevralgico, antinfiammatorio, vulnerario; antagonizza gli effetti dovuti a traumi meccanici, antimicrobico, antimicotico. Uso esterno: nelle contusioni con traumatismi, versamenti sierosi ed ecchimosi, nei dolori muscolari, ematomi, distorsioni, compressioni, edemi da frattura, disturbi muscolari o articolari di natura reumatica, foruncolosi o infiammazioni conseguenti a punture di insetti. Infuso: al 1% T.M.: 5-10 gtt./dì Pomata: al 2,0-5% di estratto fluido o al 10-15% di oleolito Oleolito: 20-25% Avvertenze: deve essere impiegato per via orale con molta cautela oppure evitato, non apporre su aree di cute lesa. L'Arnica è tossica per uso interno anche a dosaggi relativamente bassi; può provocare tremiti, stordimenti, scosse nervose e spasmi; irrita il tratto gastrointestinale. Evitare di assumere la droga in gravidanza, in allattamento, nei disturbi cronici del tratto gastrointestinale. Non apporre su piaghe aperte. 8 Lezione 10 - Monografie parte I

9 ARTEMISIA Nome latino: Artemisia vulgaris L. Famiglia: Asteraceae Parti della pianta utilizzate: sommità fiorite L'Artemisia era una pianta molto utilizzata nella tradizione erboristica, ma ancora scarseggiano gli studi ufficiali sulla pianta. Effetti dimostrati: disappetenza, disturbi dispeptici dovuti a carente produzione di succhi gastrici, la pianta presenta inoltre un effetto carminativo e coleretico. Indicazioni: l'azione dell'artemisia si esplica soprattutto a livello dell'apparato gastrointestinale. Trova impiego nell'inappetenza e nelle disfunzioni digestive come pesantezza post-prandiale, nausea e digestione lenta. Migliorando la digestione, favorisce il corretto assorbimento dei nutrienti. L'artemisia ha anche la funzione di regolatrice del ciclo, sarà quindi indicata nel caso di dismenorrea. Per la sua azione a livello uterino, in passato veniva assunta a dosi molto elevate per provocare l'aborto. Infuso: all' 1,5% da assumere prima del pasto per stimolare l'appetito e dopo il pasto per stimolare la digestione T.M.: gtt. 3 volte al giorno Avvertenze: Non bisogna assumere l'artemisia in gravidanza a causa della sua azione stimolante sull'utero. E' meglio evitarla durante l'allattamento in quanto conferisce al latte un sapore amaro. Assunte a dosi elevate e per lunghi periodi (più di quattro mesi consecutivi), le preparazioni a base di artemisia possono dare intossicazioni con vomito. Lezione 10 - Monografie parte I 9

10 ARTIGLIO DEL DIAVOLO Nome latino: Harpagophytum procumbens D.C. Famiglia: Pedaliaceae Parti della pianta utilizzate: radici secondarie essiccate L'Arpagofito è una pianta caratteristica della regione tropicale. Nei paesi dove cresce spontaneamente, le donne applicano un unguento a base di Arpagofito sull'addome per ridurre i dolori del travaglio. Effetti dimostrati: stomachico, tonico-amaro, coleretico, antiflogistico, blandamente analgesico. Indicazioni: l'artiglio del diavolo viene sfruttato soprattutto per la sua azione antiflogistica nel trattamento di affezioni degenerative dell'apparato locomotore. Risulta attivo in più della metà dei soggetti che lo assumono per problemi articolari, già dopo una settimana. Dopo la Genziana è una delle piante con il più alto potere amaricante. Proprio grazie a questa caratteristica l'arpagofito si è dimostrato utile nelle dispepsie e nei problemi digestivi in genere. Secondo alcuni autori il suo estratto aiuterebbe a diminuire la quota di lipidi nel sangue. Recenti studi indicano anche un'azione dell'artiglio del diavolo sul sistema linfatico, ove svolgerebbe un'azione di drenaggio generale. Infuso: al 3% 3volte al giorno Estratto secco: 1-3g/dì Estratto fluido: gtt. 2-3 volte al giorno T.M.: 1 cucchiaino 6 volte al giorno Avvertenze: usare cautela in caso di calcolosi biliare. Evitare l'utilizzo in gravidanza e in presenza di ulcere gastriche e duodenali. 10 Lezione 10 - Monografie parte I

11 BARDANA Nome latino: Arctium Lappa L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: radici, foglie e frutti Effetti dimostrati: diuretico, diaforetico, colagogo, coleretico, antibiotico (gram+), antimicotico, detossificante, riparatore tessutale, ipoglicemizzante. Indicazioni: Attualmente l'utilizzo della Bardana è rivolto soprattutto alla cura delle affezioni cutanee. L'azione di questa pianta è comunque molto più ampia, infatti ha proprietà diuretiche e depurative generali del fegato e del sangue. La Bardana risulterà molto efficace quando il fenomeno acneico è da attribuire al sangue "sporco", meno efficace invece, nell'acne giovanile dove si riscontra anche una componente ormonale ed emotiva. Alcuni studi condotti su animali hanno evidenziato un'interessante azione ipoglicemizzante. Infuso al 2% Estratto secco: 0,25-1 g/dì Estratto fluido: 1-5 g/dì T.M.: 1 cucchiaino 3-4 volte al giorno. Lezione 10 - Monografie parte I 11

12 BETULLA Nome latino: Betula pubescens Ehrh. Betulla verrucosa Ehrh. Famiglia: Betulaceae Parti della pianta utilizzate: foglie e corteccia. Effetti dimostrati: diuretico, antinfiammatorio, antisettico. In erboristeria si utilizzano soprattutto due varietà di Betulla, la Betulla Pubescens e la Betulla Verrucosa. Queste due piante hanno valenze terapeutiche molto diverse per quanto riguarda il gemmoderivato. Sono invece molto simili le proprietà delle foglie. Indicazioni: Le foglie di Betulla hanno una notevole azione diuretica. Hanno un'azione antisettica delle vie urinarie, che le vedono efficaci per contrastare fenomeni di cistite. La Betulla trova impiego anche nel trattamento dei calcoli renali, specialmente quelli da urati. Molti autori ritengono le foglie di betulla un depurativo del sangue, in questa veste la Betulla rientra nel trattamento della gotta e dei reumatismi, in qualità di drenante articolare. Infuso: al 5-10% 3 volte al giorno Estratto fluido: 50 gtt. 3 volte al giorno T.M.: 40 gtt. 3 volte al giorno Avvertenze: assumere abbondante quantità di liquidi in caso di diuresi forzata. La diuresi forzata non va praticata in presenza di edemi causati da insufficienza cardiaca o renale. Usare con cautela nei soggetti con disturbi renali. 12 Lezione 10 - Monografie parte I

13 BIANCOSPINO Nome latino: Crataegus laevigata (Poir.) DC Famiglia: Rosaceae Parti della pianta utilizzate: foglie, fiori e frutti Effetti dimostrati: tonico cardiaco, coronaroprotettore, migliora la perfusione del miocardio, citoprotettore, antiedematoso, inotropo positivo, cronotropo negativo, vasodilatatore, aumenta anche nei cardiopatici la resistenza alla fatica, sedativo ed antispasmodico. Indicazioni: insufficienza cardiaca, cardiopatie associate alla senilità, bradicardia lieve, nelle tachicardie, aritmie, nelle palpitazioni della menopausa e nella "nevrosi cardiaca". Il Biancospino riduce il numero di battiti cardiaci, stimola la contrattilità delle fibre, aumenta la quantità di ossigeno e di nutrienti che arrivano alle coronarie e quindi al cuore. Sarà quindi indicato nel Lezione 10 - Monografie parte I 13

14 caso di aritmie, nell'iniziale insufficienza cardiaca e nel cuore senile in genere. Pur essendo un rimedio efficace ha bisogno di lunghi periodi di assunzione per fare effetto. L'azione antipertensiva del Biancospino si esplica procurando una vasodilatazione dei grossi vasi ed una blanda diuresi unitamente alle azioni già citate sul muscolo cardiaco. In studi effettuati su animali, gli estratti di bacche di Biancospino hanno abbassato la concentrazione di grassi nel sangue. Le proprietà "sedative" sul cuore, fanno sì che il Biancospino rientri nella formulazione di numerose tisane e preparati con azione calmante e rilassante. Infuso: al 2% Polvere: 1-2 g/dì Estratto secco: 0,3-0,9g/dì Estratto fluido: 1-2 g/dì T.M.: 40 gtt. 3volte al dì M.G.: 50 gtt. 2-3 volte al dì Avvertenze: evitare l'impiego nei bambini e nelle donne in gravidanza ed in allattamento. Il Biancospino aumenta l'attività dei cardiotonici come la digitale, si sconsiglia per tanto di associare i due prodotti. BOLDO Nome latino: Peumus boldus Molina Famiglia: Monomiaceae Parti della pianta utilizzate: foglie Effetti dimostrati: spasmolitico, coleretico, eupeptico, diuretico ed antisettico delle vie urinarie. Indicazioni: indicato nei disturbi gastrointestinali di tipo spastico e nelle dispepsie, nella congestione epatica, cirrosi, epatiti croniche, litiasi biliare, coadiuvante nella stipsi. Il Boldo ha numerosi distretti d'azione. Questa pianta possiede un'azione tonica sul fegato; a 14 Lezione 10 - Monografie parte I

15 livello digestivo stimola la secrezione salivare e gastrica. A livello renale agisce come blando diuretico. Inoltre il Boldo aumenta e fluidifica la secrezione biliare. L'olio essenziale ha un'azione antielmintica. Infuso: all'1% Estratto secco: 0,1-0,3 g/dì Estratto fluido: 0,5-1,5 g/dì T.M.: 30 gtt. 3 volte al dì Avvertenze: controindicato in caso di colelitiasi, cioè nelle occlusioni delle vie biliari ed in gravidanza. Dosi molto elevate di Boldo possono provocare diarrea. BORSA DEL PASTORE Nome latino: Capsella bursapastoris M. Famiglia: Cruciferae Parti della pianta utilizzate: Pianta intera, fiorita, fresca Effetti dimostrati: tonica uterina, antiemorragica, emostatica, ipotensiva, antiemorroidaria. Indicazioni: irregolarità del ciclo mestruale, emorragie post-partum, epistassi, gengi- Lezione 10 - Monografie parte I 15

16 ve sanguinanti, emorroidi sanguinanti, ematuria, ipertensione, varici. Gli scarsi studi effettuati su questa pianta hanno evidenziato un'azione coagulante e di stimolo della parete uterina. La Borsa del pastore è infatti in grado di regolarizzare il flusso mestruale con i dolori ad esso associati, specie se è molto abbondante. L'azione cicatrizzante viene sfruttata anche nella preparazione di medicamenti per uso esterno. Infuso: al 2% Estratto secco: 0,25-0,5 g/dì Estratto fluido: 1-2 g/dì T.M.: gtt. 2-3 volte al dì Avvertenze: in caso di irregolarità del ciclo mestruale somministrare almeno per tutta la settimana prima del suo inizio. Per via della sua azione di stimolo uterino è sconsigliata in gravidanza. CALENDULA 16 Lezione 10 - Monografie parte I

17 Nome latino: Calendula officinalis L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: Fiori e parti aeree Effetti dimostrati: per uso esterno la Calendula esplica un'azione cicatrizzante, antisettica ed antinfiammatoria. Se utilizzata per uso interno all'azione antinfiammatoria si somma un effetto estrogeno-simile. Indicazioni: Uso interno: gli estratti a base di Calendula, promuovono il drenaggio linfatico, decongestionando le ghiandole infiammate. Inoltre vengono utilizzati nella prevenzione delle neoformazioni a livello uterino e mammario. La presenza di mucillaggini, rende gli estratti acquosi di Calendula, efficaci decongestionanti di tutto il tratto gastrointestinale. La Calendula agendo sui principali organi emuntoriali svolge un'importante azione detossificante e di pulizia del sangue. Questa pianta trova impiego anche come rimedio accessorio nelle dislipidemie. Possiede inoltre una blanda azione estrogenica grazie alla quale viene utilizzata per riequilibrare il ciclo mestruale. Le sue potenzialità antifungine fanno sì che venga impiegata nel trattamento delle vaginiti micotiche. Uso esterno: grazie alle sue proprietà antinfiammatorie la Calendula rientra in numerose formulazioni ad uso topico come pomate, unguenti ed oleoliti che vengono applicati su ferite con scarsa tendenza alla cicatrizzazione, ulcerazioni, ragadi, screpolature e geloni. Questi preparati trovano impiego anche in caso di lievi ustioni, dermatosi secche, eczemi secchi tendenti a formare ragadi. Infuso: al 5% Estratto secco: 0,25-0,50 g/dì Estratto fluido: 1g/dì T.M.: 40 gocce 3 volte al giorno Avvertenze: Si sconsiglia di assumere estratti di Calendula in gravidanza a causa della sua azione potenzialmente abortiva. Può dare reazioni allergiche in soggetti sensibili. Lezione 10 - Monografie parte I 17

18 CAMOMILLA COMUNE Nome latino: Matricaria Camomilla L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: capolini Effetti dimostrati: antiflogistico, batteriostatico, fungicida, antiulcera, spasmolitico, detossificante ed eutrofizzante intestinale, cicatrizzante e dermostimolante. Indicazioni: infiammazioni e spasmi del tratto gastrointestinale e dell'apparato respiratorio, dolori e spasmi pelvici. A livello del tratto gastrointestinale la Camomilla svolge un'azione carminativa, spasmolitica ed antinfiammatoria. Il decotto di camomilla sarà un toccasana nel caso di colon irritabile in virtù della sua azione spasmolitica ed antinfiammatoria. La Camomilla è inoltre in grado di regolare la composizione della flora batterica intestinale. Decotto: al 3-10% Estratto secco: 0,25-0,50 g/dì Estratto fluido: 1-2,5 g/dì T.M.: gtt. 3 volte al dì Avvertenze: In dosi molto elevate ed in soggetti ipersensibili può provocare fenomeni di nausea ed insonnia. 18 Lezione 10 - Monografie parte I

19 CARCIOFO Nome latino: Cynara scolymus L. Famiglia: Compositae Parti della pianta utilizzate: foglie. Effetti dimostrati: coleretico, epatostimolante, ipolipemizzante, citoprotettore epatico, diuretico. Indicazioni: disfunzioni epatobiliari associate o non a litiasi, ipercolesterolemia, iperuricemia, epatopatie di varia entità, iperlipidemia. Gli estratti di Carciofo aumentano la secrezione biliare e ne facilitano il deflusso. Inoltre facilitano l'eliminazione degli acidi urici e delle scorie azotate derivanti dal metabolismo proteico. In diversi studi clinici le foglie di Carciofo hanno dimostrato di essere in grado di diminuire il colesterolo totale ed i trigliceridi aumentando il tasso di HDL. L'azione coleretica unita a quella diuretica fanno del Carciofo un depurativo completo adatto soprattutto nei problemi di pelle del bambino. Inoltre gli estratti di Carciofo si possono utilizzare in tutti i problemi gastrici associati a nausea, vomito, flatulenza e difficoltà di digestione dei grassi. Infuso: al 3-4% Estratto secco: 0,5-1,5 g/dì Estratto fluido: 3-6 g/dì T.M.: 40 gtt. 3 volte al dì Avvertenze: da utilizzare con cautela in caso di colelitiasi, nell'allattamento riduce la portata lattea. Lezione 10 - Monografie parte I 19

20 CENTELLA Nome latino: Centella asiatica L. o Hydrocotyle asiatica Famiglia: Apiaceae Parti della pianta utilizzate: parti aeree Effetti dimostrati: questa pianta è in grado di accelerare la riparazione tessutale, stimolando la circolazione periferica. Possiede notevoli effetti antiedemigeni e riepitelizzanti. In oriente questa pianta è stata per secoli utilizzata per medicare le ferite. Indicazioni: stati prevaricosi; varici, edemi, crampi notturni agli arti inferiori; prurito agli arti inferiori, ferite, ustioni, psoriasi, cellulite; ulcere da decubito, coadiuvante nell'ipotensione. Indicazioni: L'azione di riparazione tessutale tipica della Centella è possibile grazie allo stimolo che questa pianta produce a livello del tessuto connettivo. Sicuramente il disturbo per cui la Centella è più utilizzata è l'insufficienza venosa degli arti inferiori che spesso si associa con la sensazione di gonfiore e pesantezza delle gambe. Gli estratti a base di Centella sono in grado di ridurre sensibilmente l'indurimento e la sclerosi dei vasi, tipici degli stati varicosi. L'assunzione per via orale di estratti a base di Centella, assicura un'azione antisclerotica a livello di diversi tessuti. Alcuni autori ascrivono a questa pianta proprietà antiflogistiche. Infuso: al 2-4% Estratto secco: 0,25 g/dì Estratto fluido: 1-2 g/dì T.M.: gocce 3 volte al giorno Crema: al 20%. Avvertenze e precauzioni: non somministrare ai bambini al di sotto dei due anni. Evitare l'assunzione in gravidanza. 20 Lezione 10 - Monografie parte I