I VALORI MOBILIARI. 1. Generalità.

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1 I VALORI MOBILIARI SOMMARIO: 1. Generalità. 2. Titoli a reddito fisso. 3. Gli interessi sui titoli a reddito fisso: la disciplina fiscale fino al 31/12/ Gli interessi sui titoli a reddito fisso: la disciplina fiscale dal 1/1/ Il fissato bollato. 6. Gli aspetti contabili delle operazione su titoli. 7. Operazione relative ai titoli a reddito predeterminato Quotazione corso secco Negoziazione tel quel Quotazione corso secco Negoziazione ex cedola Quotazione tel quel Negoziazione tel quel Quotazione tel quel Negoziazione ex cedola. 8. Titoli a reddito variabile: le azioni. 1. Generalità. I valori mobiliari sono titoli di credito che rappresentano quote di capitale di aziende, oppure prestiti a medio lungo termine concessi a società per azioni, allo Stato o ad altri enti pubblici. Si configurano in definitiva quali strumenti atti a consentire all emittente di ottenere risorse finanziarie non reperibili altrove, mentre per il sottoscrittore rappresentano forme di impiego del risparmio variamente remunerate e caratterizzate da una buona possibilità di circolazione, quindi di smobilizzo. I titoli possono essere emessi: dallo Stato o da altri enti pubblici, quali regioni, province, nel qual caso si parla di titoli pubblici; da società o enti privati, nel qual caso si parla di titoli privati. Mentre i titoli pubblici rappresentano sempre prestiti, i titoli privati possono rappresentare prestiti (obbligazioni) o quote del capitale sociale (azioni). Il possessore di un titolo pubblico o di un obbligazione si trova nella veste di creditore del soggetto emittente, mentre il portatore di azioni diviene socio della società emittente. Considerando la remunerazione fornita dai titoli è possibile distinguere tra: Titoli a reddito variabile: attribuiscono il diritto di percepire una remunerazione dipendente dai risultati economici conseguiti dalla società emittente, nonché dalle politiche dei dividendi perseguite. Rientrano in questa categoria, essenzialmente, le azioni. Titoli a reddito predeterminato: sono titoli che attribuiscono il diritto di percepire, a scadenze prefissate, una remunerazione determinata, secondo modalità ben precise, già al momento dell emissione. Fanno parte di questa categoria: a) i titoli di puro sconto, per i quali il rendimento è pari alla differenza tra il valore che verrà rimborsato alla scadenza ed il prezzo al quale vengono offerti in sottoscrizione (per es. BOT: Buoni Ordinari del Tesoro); b) i titoli di pura rendita, per i quali lo Stato si impegna a corrispondere un interesse, ma non a rimborsare il capitale (per es. Rendita Italiana); c) i titoli a reddito fisso, che danno diritto alla percezione di un interesse a tasso fisso e a date prestabilite; d) i titoli a reddito indicizzato, per i quali il tasso di interesse è soggetto ad adeguamenti correlati alle variazioni subite da determinati indici presi come base di riferimento (per es. CCT: Certificati di Credito del Tesoro). A seconda del regime di circolazione è possibile distinguere tra: titoli nominativi: sono intestati a persone individuate nominativamente e la loro circolazione può avvenire solo previa annotazione, sul titolo stesso e sull apposito registro tenuto dal soggetto emittente, dell avvenuto trasferimento; titoli al portatore: non sono intestati ad alcun soggetto e circolano con la semplice consegna. Anche sotto il profilo della durata i titoli emessi possono assumere connotazioni diverse. In particolare si può distinguere tra: 1

2 titoli a breve scadenza: scadenza a pochi mesi, al massimo un anno (BOT e BOC: Buoni Ordinari del Comune); titoli a media e lunga scadenza: durata da 1 a 5 anni (CCT, BTP, obbligazioni, esistono anche dei BOT con scadenza biennale); titoli a scadenza indeterminata: non prevedono una data di rimborso (Azioni, Rendita Italiana). 2. Titoli a reddito fisso. I titoli a reddito fisso rappresentano il prestito concesso ad enti pubblici, ad enti privati o a società commerciali. Tali titoli attribuiscono il diritto a percepire un interesse annuo proporzionale al valore nominale del titolo, generalmente in due rate semestrali, oltre che il diritto al rimborso del prestito alla scadenza prefissata. Il pagamento degli interessi presuppone lo stacco delle cedole scadute dal certificato al quale sono unite, e la presentazione delle stesse all ente emittente o all istituto incaricato del pagamento. In relazione ad uno stesso titolo a reddito fisso è possibile individuare i seguenti valori: prezzo di emissione: è il prezzo che il sottoscrittore si impegna a versare al momento della emissione del titolo; valore nominale: rappresenta la somma per la quale l emittente si è costituito debitore e sulla quale si calcolano gli interessi al tasso prestabilito; prezzo corrente (o corso): indica il prezzo del titolo, quale risulta dalle contrattazioni, in un dato giorno; prezzo di rimborso: è il prezzo pagato dall emittente al momento del ritiro del titolo per l estinzione. Di solito coincide con il valore nominale. Nelle borse valori la quotazione dei titoli a reddito fisso, ovvero la fissazione del relativo prezzo può essere effettuata: a corso secco; a corso tel quel; a corso ex-cedola. In particolare: il corso secco rappresenta il valore capitale del titolo, nell ipotesi che lo stesso sia immediatamente fruttifero di interessi dal giorno dell operazione; il corso tel quel comprende sia il valore capitale del titolo, sia gli interessi maturati sullo stesso titolo dal giorno di scadenza (escluso) della cedola precedente al giorno di quotazione (compreso); il corso ex-cedola esprime il valore capitale del titolo diminuito degli interessi maturati dal giorno di quotazione (escluso) a quello di scadenza della cedola in corso di godimento (escluso). Si ipotizza in altri termini la temporanea infruttuosità del titolo tra la data di quotazione e quella del primo giorno di godimento successivo. Sono quotati tel quel i titoli Rendita Italiana, Edilizia Scolastica oltre ad alcune emissioni I.M.I.; tutti gli altri titoli sono quotati a corso secco. La quotazione dei titoli a reddito fisso è riferita a 100 lire di valore nominale, e si parla per tale motivo di corso percentuale. Indipendentemente dalla tecnica di quotazione i titoli possono essere negoziati tel quel ovvero ex cedola. Nel caso di negoziazione tel quel i titoli scambiati recano unita la cedola in corso di maturazione. L acquirente, pertanto, paga al venditore oltre al valore capitale del titolo (corso secco) anche gli interessi maturati dalla data di scadenza dell ultima cedola fino al giorno di negoziazione; interessi di competenza del venditore ma non incassabili dallo stesso, in quanto privo della cedola che attribuisce il diritto all incasso. Alla data di scadenza della cedola in corso di maturazione l acquirente incasserà tutti i relativi interessi. Nel caso di negoziazione ex-cedola i titoli scambiati sono privi della cedola in corso di maturazione. 2

3 L acquirente paga al venditore il valore capitale del titolo (corso secco), diminuito degli interessi che devono maturare dalla data di negoziazione al primo giorno di godimento successivo. Gli interessi, di competenza dell acquirente, verranno incassati dal venditore, in quanto portatore della cedola relativa. E fondamentale, indipendentemente dalla tecnica di quotazione e di negoziazione dei titoli, che ogni operatore (acquirente e venditore) complessivamente riesca a percepire interessi per un ammontare pari al periodo di tempo corrispondente all effettiva detenzione dei titoli. Nelle borse italiane generalmente vengono effettuate negoziazioni tel quel. La negoziazione ex-cedola rappresenta un caso non frequentissimo. ESEMPIO n. 1: (quotazione corso secco - negoziazione corso tel quel) In data 15/4 si acquistano nominali ,00 di BTP, tasso d interesse 5,50%, godimento 1/5-1/11, al corso 99,55 + i. In questo caso la negoziazione avviene a corso tel quel, quindi acquistando i titoli otterremo anche la cedola di interessi in corso di maturazione. Per tale motivo, alla scadenza della cedola stessa, potremo incassare sia gli interessi già maturati alla data di acquisto (interessi di competenza del venditore), sia gli interessi maturati successivamente a tale data. All atto dell acquisto dovremo pertanto corrispondere, oltre al valore capitale complessivo, anche gli interessi maturati a favore del venditore fino alla data della negoziazione e che lo stesso, privandosi della cedola in corso di maturazione, non potrà incassare. Corso secco complessivo: 100: 99,55 = ,00: X X = 9.955,00 (corso secco complessivo di acquisto) Rateo interessi maturati complessivo. Per il calcolo dei giorni si usa l anno commerciale, includendo sia il giorno di inizio del godimento, sia il giorno di negoziazione. 1/11 15/4 = 165 giorni R.I.M. = (10.000,00 * 5,50 * 165)/ = 252,08 SOMMA COMPLESSIVAMENTE CORRISPOSTA = ,08 ESEMPIO n. 2: (quotazione corso tel quel - negoziazione ex-cedola) In data 14/11 si acquistano nominali 5.000,00 di titoli Edilizia Scolastica, tasso 5%, godimento 1/1-1/7, al corso 100,45. Negoziazione ex-cedola. Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad una negoziazione ex- cedola. Ciò significa che, acquistando i titoli, non entreremo in possesso della cedola di interessi in corso di maturazione e conseguentemente non potremo incassare gli interessi che matureranno dalla data di acquisto alla scadenza della cedola in corso. Il prezzo pagato sarà dato, pertanto, dal valore capitale del titolo diminuito del rateo di interessi futuri. Corso secco complessivo Corso tel quel 100,45 R.I.M. (134 * 5)/360 1,86 = Corso secco 98,59 100: 98,59 = 5.000,00 : X X = 4.929,50 (corso secco complessivo di acquisto) Rateo interessi futuri complessivo. Per il calcolo dei giorni dal 14/11 al 1/1 non consideriamo il giorno iniziale né quello finale, pertanto avremo: 3

4 14/11-1/1 = 46 giorni R.I.F. = (5.000,00 * 46 * 5)/ = 31,94 SOMMA COMPLESSIVAMENTE CORRISPOSTA = 4.897,56 ESEMPIO n. 3: (quotazione corso tel quel - negoziazione corso tel quel) In data 14/11 si acquistano nominali 5.000,00 di titoli Edilizia Scolastica, tasso 5%, godimento 1/1-1/7, al corso 100,45. In questo caso, data la coincidenza tra il corso di quotazione e quello di negoziazione non sarebbe necessario effettuare il livellamento. La somma pagata corrisponderebbe infatti a: 100: 100,45 = 5.000,00 : X X = 5.022,50 (somma corrisposta) Per motivi contabili, però, risulta più opportuno scindere tale valore nelle sue due componenti: valore capitale (corso secco complessivo); interessi (R.I.M.). Corso secco complessivo: Corso tel quel = 100,45 - R.I.M. = (134 X 5)/360 = 1,86 Corso secco = 98,59 100: 98,59 = 5.000,00: X X= 4.929,50 (corso secco complessivo di acquisto) Rateo interessi maturati complessivo: 100: 1,86 = 5.000,00: X R.I.M. complessivo = 93,00 SOMMA COMPLESSIVAMENTE CORRISPOSTA = 5.022,50 ESEMPIO n. 4: (quotazione corso secco - negoziazione ex-cedola) In data 15/04 si acquistano nominali ,00 di BTP, tasso di interesse 5,50%, godimento 1/5-1/11, al corso 99,55 + i. Corso secco complessivo: 100: 99,55 = ,00: X Corso secco complessivo = 9.955,00 Rateo interessi futuri: 15/04-1/05 = 15 giorni R.I.F. complessivo = (10.000,00 X 15 X 5,5)/ = 22,92 SOMMA COMPLESSIVAMENTE CORRISPOSTA = 9.932,08 3. Gli interessi sui titoli a reddito fisso: la disciplina fiscale fino al 31/12/1996. Gli interessi sui titoli a reddito fisso nel passato hanno costituito, per il percettore, ricavi esenti da imposta. Successivamente, invece, gli stessi sono stati assoggettati ad una disciplina fiscale abbastanza articolata che ha subito notevoli variazioni nel corso del tempo, e che ad oggi varia in funzione della data di emissione, oltre che della tipologia dei titoli sui quali gli interessi stessi maturano. a) Per i Titoli di Stato o equiparati il regime fiscale è il seguente: 4

5 a1) Titoli emessi prima del 28/11/1984: gli interessi su titoli pubblici acquistati prima dell entrata in vigore del D.L. 28/11/1984 n. 791, mantenevano l esenzione ai fini IRPEF, IRPEG ed ILOR e non erano assoggettati ad alcuna ritenuta. a2) Titoli emessi dopo il 28/11/1984, ma prima del 20/09/1986: se sottoscritti da persone fisiche restavano esenti; se sottoscritti da altri soggetti (per es. imprese individuali o società) i relativi interessi restavano esenti, ma la loro esistenza rendeva indeducibili gli interessi passivi fino a concorrenza degli interessi esenti. a3) Titoli emessi tra il 20/09/1986 ed il 24/08/1987: i relativi interessi erano imponibili ed assoggettati a ritenuta alla fonte del 6,25%. a4) Titoli emessi successivamente al 24/08/1987: i relativi interessi erano imponibili ed assoggettati a ritenuta alla fonte del 12,5%. b) Obbligazioni emesse da istituti di credito a medio e lungo termine: b1) Obbligazioni emesse prima del 1/1/1974: i relativi interessi erano esenti; b2) Obbligazioni emesse tra l 1/1/1974 ed il 3/7/1980: i relativi interessi erano soggetti a ritenuta del 10,80%; b3) Obbligazioni emesse tra il 3/7/1980 e l 1/10/1982: i relativi interessi erano esenti; b4) Obbligazioni emesse tra l 1/10/1982 e l 1/1/1984: soggette a ritenuta del 10,80%; b5) Obbligazioni emesse dopo l 1/1/1984: soggette a ritenuta del 12,50%. c) Obbligazioni emesse da società con azioni quotate in borsa: c1) emesse prima del 1/1/1974: esenti; c2) emesse tra l 1/1/74 e il 31/12/80: ritenuta fiscale 21,6%; c3) emesse tra l 1/1/80 e il 30/09/82: esenti; c4) emesse tra l 1/10/82 ed il 31/12/83: ritenuta fiscale 10,8%; c5) emesse dopo l 1/1/84: ritenuta fiscale 12,5%. d) Obbligazioni emesse da società con azioni non quotate in borsa: d1) emesse prima del 1/1/1974: esenti; d2) emesse tra l 1/1/74 e il 30/09/82: ritenuta fiscale 21,6%; d3) emesse tra l 1/10/82 ed il 31/12/83: ritenuta fiscale 10,8%; d4) emesse tra l 1/1/84 e l 1/1/89: ritenuta fiscale 12,5%; d5) emesse dal 2/1/89 al 31/12/94: ritenuta fiscale 30 %. Per le obbligazioni emesse da società non quotate in borsa la ritenuta del 12,5% si applica alle seguenti condizioni: per quelle emesse dall 1/1/1995 al 31/12/1995 è necessario che il saggio di interesse sia allineato con quello di mercato; per quelle emesse dall 1/1/96 al 30/08/1996 occorre che al momento dell emissione il tasso di rendimento effettivo o di riferimento non sia superiore al T.U.S. maggiorato di 7 punti, per obbligazioni negoziate in mercati regolamentati, o maggiorato di 3 punti, per le altre obbligazioni; per quelle emesse dal 31/08/1996 oltre ai requisiti precedenti è richiesta anche la scadenza superiore a 18 mesi. Se non sono rispettate le condizioni appena esposte, si applica la ritenuta del 27% o del 30% per emissioni antecedenti al 31/08/1996. e) Obbligazioni convertibili in azioni emesse da società con azioni quotate in borsa: e1) emesse prima dell 1/1/1974: esenti; e2) emesse tra l 1/1/74 e il 31/12/80: ritenuta fiscale 10,8%; e3) emesse tra il 31/12/80 e l 1/10/82: esenti; e4) emesse tra l 1/10/82 e il 31/12/83: ritenuta fiscale 10,8%; e5) emesse dopo l 1/1/84: ritenuta fiscale 12,5%. 5

6 Le ritenute alla fonte praticate sugli interessi hanno assunto connotazioni diverse a seconda del soggetto percettore degli stessi. In particolare fino al 31/12/93 era possibile distinguere tra: a) ritenuta secca, per le persone fisiche, le imprese individuali e gli enti non commerciali; b) ritenuta d acconto, per le società. La ritenuta secca veniva applicata a titolo di imposta, pertanto gli interessi sui quali la stessa era praticata non dovevano essere soggetti ad ulteriore tassazione. Quando gli interessi erano invece assoggettati a ritenuta d acconto, il percettore doveva aggiungere gli stessi a tutti gli altri suoi componenti positivi di reddito, salvo il diritto di scomputare dal carico fiscale complessivo quanto già corrisposto sotto forma di ritenuta. Questa differenza tra ritenuta secca e d acconto si ripercuoteva necessariamente nelle rilevazioni contabili attinenti gli interessi. Infatti, mentre le imprese individuali rilevavano gli interessi al netto della ritenuta, le società li rilevavano al lordo, evidenziando nel contempo il sorgere del credito verso l erario per la ritenuta stessa. Ipotizzando l incasso di interessi su titoli soggetti a ritenuta fiscale del 12,50%, per 1.000,00 lorde avevamo le seguenti rilevazioni contabili: Impresa individuale xx/xx BANCA C/C a INTERESSI SU TITOLI 875,00 Società xx/xx DIVERSI a INTERESSI SU TITOLI 1.000,00 BANCA C/C 875,00 ERARIO C/RIT. SUBITE 125,00 A partire dall 1/1/1994, anche per gli imprenditori individuali le ritenute subite sugli interessi derivanti da conti correnti, titoli ed obbligazioni (relativi all impresa) sono a titolo di acconto. Conseguentemente scompare la differente modalità di rilevazione contabile tra società ed imprese individuali. 4. Gli interessi sui titoli a reddito fisso: la disciplina fiscale dal 1/1/1997. Il D.Lgs. 239/96, in vigore dall 1/1/1997, ha riformato il sistema delle ritenute su obbligazioni e su titoli pubblici e privati. PRESUPPOSTO OGGETTIVO. La nuova normativa si applica agli interessi, premi ed altri frutti, compreso lo scarto di emissione, di: titoli obbligazionari e titoli similari emessi dalle banche; titoli obbligazionari e titoli similari emessi da s.p.a. con azioni negoziate nei mercati regolamentati; titoli emessi dallo Stato e simili. Restano pertanto esclusi dalla disciplina i titoli emessi all estero, le obbligazioni e i titoli assimilati emessi da s.p.a. con azioni non quotate nei mercati regolamentati; le obbligazioni e titoli assimilati emessi da non residenti; le obbligazioni e titoli similari emessi in Italia da banche e da società le cui azioni sono quotate nei mercati regolamentati aventi scadenza inferiore a 18 mesi, i cui proventi sono soggetti alla ritenuta del 27%; i buoni fruttiferi e certificati di deposito con scadenza non inferiore a 18 mesi emessi da banche ante 20/6/96. PRESUPPOSTO SOGGETTIVO. 6

7 La nuova disciplina distingue i soggetti tra nettisti e lordisti. Sono considerati nettisti : le persone fisiche, le società semplici, le associazioni professionali, gli enti non commerciali, i fondi comuni di investimento, lo Stato e gli enti pubblici. Sono considerati lordisti : le s.n.c., s.a.s., le società di capitali, gli enti commerciali e le stabili organizzazioni in Italia. L art.1 del D.Lgs. 239/96, limitatamente ai titoli oggetto delle nuove disposizioni, sia per i soggetti nettisti che lordisti sopprime la ritenuta del 12,50% prevista dall art D.P.R. 600/73 con riguardo ad interessi, premi ed altri frutti nonché allo scarto di emissione. Nei confronti dei soggetti nettisti che non svolgono attività commerciale, viene introdotta una imposta sostitutiva con l aliquota del 12,50%.Tale imposta sostitutiva di regola non dà luogo a successiva tassazione (IRPEF/IRPEG) dei redditi cui si applica, né ad obbligo di dichiarazione, né tanto meno dà diritto allo scomputo quale acconto d imposta. Per i soggetti nettisti che svolgono attività commerciale (imprenditori individuali) e per i lordisti che detengono titoli non depositati presso intermediari, l imposta del 12,5% viene applicata a titolo di acconto, con conseguente obbligo di dichiarazione ed assoggettamento ad IRPEF, IRPEG dei relativi interessi, oltrechè con possibilità di scomputo della ritenuta. Ai soggetti lordisti detentori di titoli presso intermediari non si applica né la ritenuta, né l imposta sostitutiva. DECORRENZA. Il nuovo regime si applica: a) per i titoli con cedola, a partire da quella la cui maturazione decorre dal 1 gennaio 1997, ovvero dalla prima cedola successiva a quella in corso di maturazione alla predetta data; b) per i titoli senza cedola, a partire dal 1 gennaio 1997, mentre per gli interessi, premi ed altri frutti maturati fino alla predetta data continua ad applicarsi la ritenuta del 12,5%. RILEVAZIONI CONTABILI. Contabilmente si ha una differenziazione tra soggetti nettisti (per es. imprenditore individuale) e soggetti lordisti (per es. società). In particolare ipotizzando di incassare interessi lordi su titoli per 1.000,00 avremo le seguenti rilevazioni contabili: Soggetto nettista xx/xx DIVERSI a INTERESSI SU TITOLI 1.000,00 BANCA C/C 875,00 ERARIO C/RIT. SUBITE 125,00 Soggetto lordista xx/xx BANCA C/C a INTERESSI SU TITOLI 1.000,00 5. Il fissato bollato. Il fissato bollato è un foglietto filigranato sul quale devono essere redatti, per legge, i contratti aventi ad oggetto valori mobiliari. L obbligo di utilizzare il fissato bollato è imposto dalla normativa fiscale, che ne prevede la bollatura ai fini del pagamento della tassa sui contratti di borsa. La misura del bollo da apporre sui fissati bollati è variabile a seconda della natura dei contraenti, della natura dei titoli e del tipo di contratto, come può agevolmente desumersi dalla tabella di seguito riportata. 7

8 Per quanto riguarda gli ammontari relativi alla tassa sui contratti di borsa, indicati in tabella, poiché non costituiscono autonomo importo da contabilizzare o da pagare e tenuto conto dell esiguità di talune voci, in sede di conversione in euro sono state utilizzate un numero di cifre decimali superiore a due. L art. 1 del dlgs. N. 213 del 1998 prevede che: A decorrere dal 1 gennaio 1999, quando un importo in lire contenuto in norme vigenti, ivi comprese quelle che stabiliscono tariffe, prezzi amministrati o comunque imposti, non costituisce autonomo importo monetario da pagare o contabilizzare ed occorre convertirlo in euro, l importo convertito va utilizzato con almeno: a) cinque cifre decimali per gli importi originariamente espressi in unità di lire; b) quattro cifre decimali per gli importi originariamente espressi in decine di lire; c) tre cifre decimali per gli importi originariamente espressi in centinaia di lire; d) due cifre decimali per gli importi originariamente espressi in migliaia di lire. Tabella (allegata alla legge 10 novembre 1954, n come da ultimo sostituita dal d.lgs. 21 novembre 1997, n. 435) delle tasse per i contratti di trasferimento di titoli o valori espressi ovvero ridenominati in euro. I valori si riferiscono per ogni 51,65 o frazione di 51,65. a) Conclusi direttamente tra i contraenti o con l intervento di soggetti diversi da quelli di cui alla lettera c): 1) azioni, quote e partecipazioni in società di ogni tipo 0,072 2) valori in monete o verghe 0,052 3) titoli di Stato o garantiti, obbligazioni 0,0083 b) Conclusi tra privati e soggetti di cui alla lettera c), ovvero tra privati con l intervento dei predetti soggetti: 1) azioni, quote e partecipazioni in società di ogni tipo 0,0258 2) valori in monete o verghe 0,0465 3) titoli di Stato o garantiti, obbligazioni 0,00465 c) Conclusi tra banche o soggetti abilitati all esercizio professionale nei confronti del pubblico dei servizi di investimento di cui al decreto legislativo 23 luglio 1996, n. 415 o agenti di cambio: 1) azioni, quote e partecipazioni in società di ogni tipo 0,0062 2) valori in monete o verghe 0,0207 3) titoli di Stato o garantiti dallo Stato 0,00465 Nel caso in cui la conclusione dei contratti avvenga su mercati regolamentati (Borsa, Mercato Ristretto, MTS, MIF e mercato di borsa per la negoziazione di quanto previsto all art. 1 lett. f) ed i) D.lgs 415/1996) e per i contratti aventi per oggetto valori con le caratteristiche per essere ammessi a tali mercati, è concessa la esenzione dalla tassa sui contratti di borsa. L importo minimo della tassa per ogni contratto è stabilito in 1,29, salvo che per quelli conclusi tra agenti e S.I.M. aventi per oggetto azioni, quote o partecipazioni in società di ogni tipo, per i quali il minimo è di 1,55 1. Sono esenti dalla tassa i contratti d importo non superiore a 206,58. Sono esenti i contratti per contanti. L imposta dovuta non può superare l importo di 929,62. Supponiamo, ad esempio, di trasferire titoli per un valore di 2.500,00. Gli importi indicati nella tabella sono dovuti per ogni 51,65 o frazione, di conseguenza sarà necessario dividere il valore contrattuale dei titoli negoziati per 51,65 (cioè 2.500,00/51,65 = 48, Qualora il risultato dovesse presentare dei decimali, come nel nostro caso, si deve arrotondare all unità superiore). Il risultato ottenuto (49) deve essere moltiplicato per l importo indicato nella corrispondente voce della tabella (ad esempio: 0,072 x 49= 3,528 arrotondato a 3,53). 1 La Circolare ABI del ha affermato che l importo minimo deve ritenersi soppresso. 8

9 Nell ipotesi di acquisto in data 31 maggio di nominali ,00 di BTP, tasso di interesse 5%, godimento 1/4-1/10, al corso di 96, il valore del fissato bollato verrà determinato come segue: Corso secco complessivo ,00: X = 100: 96 X = ,00 (corso secco complessivo di acquisto) R.I.M. complessivo 1/4-31/5 = gg. 60 R.I.M. = (60 X 5) / 360 = 0, ,00: X = 100: 0,833 X = 416,5 Fissato bollato (48.000, ,50)/51,65 = 937,40 arrotondato a x 0,00465 = 4,36 (FISSATO BOLLATO) 6. Gli aspetti contabili delle operazioni su titoli. La rilevazione contabile delle operazioni su titoli risente sia della normativa civilistica che di quella fiscale. Il codice civile non affronta in modo diretto ed esplicito il problema della contabilizzazione delle operazioni su titoli. Pur tuttavia il legislatore, di riflesso, sembra tracciare la linea di condotta da seguire e ciò sia prima che dopo il D.L. 9/4/91 n. 127 che ha modificato la disciplina del bilancio. In particolare, prima del citato decreto legge, il codice civile affrontava il problema attraverso la previsione dello schema obbligato del Conto Economico della società per azioni di cui all art bis. Tale articolo prevedeva tra i profitti, al n. 10, le plusvalenze derivanti dalla alienazione di beni non computabili tra i ricavi di cui al n. 1 e tra le perdite, di cui al n. 13, le minusvalenze risultanti dalle valutazioni di bilancio relative alle varie categorie di beni. Poiché i titoli, eccetto che per le società finanziarie, non costituiscono beni computabili tra i ricavi, si doveva ricavare che lo schema di Profitti e Perdite dettato dalla norma civilistica prevedesse una partecipazione dei titoli al risultato di esercizio attraverso le plusvalenze (profitti su titoli) e le minusvalenze (perdite su titoli). E ciò in concreto era realizzabile attraverso un impostazione contabile incentrata su un unico conto titoli (plurifase) destinato ad accogliere le rimanenze (iniziali e finali), gli acquisti e le vendite, a cui si affiancavano i conti accesi alle minusvalenze ed alle plusvalenze di negoziazione. La modalità alternativa di rilevazione, basata su una pluralità di conti unifase (titoli c/rimanenze iniziali, titoli c/acquisti, titoli c/vendite e titoli c/rimanenze finali) appariva coerente con la norma civilistica solo per le società finanziarie. Per queste, infatti, costituendo la compravendita di titoli l oggetto prevalente della attività, la negoziazione di titoli generava costi e ricavi di esercizio e non variazioni straordinarie. Il D.L. 9/4/1991 n. 127 non sembra aver modificato sostanzialmente tale impostazione. La previsione, al n. 16, degli altri proventi finanziari da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni (lett. b) e degli altri proventi finanziari da titoli iscritti nell attivo circolante che non costituiscono partecipazioni (lett. c), ed al n. 17 degli interessi ed altri oneri finanziari con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti potrebbe far pensare ad una impostazione incentrata su più conti unifase.la mancata previsione delle rimanenze iniziali e finali di titoli o della loro variazione, unitamente alla previsione tra le rettifiche di valore delle attività finanziarie delle rivalutazioni e delle svalutazioni titoli (che non troverebbero giustificazione in un sistema a conti unifase), sembrano, a nostro avviso, sufficienti a far ritenere che anche la nuova disciplina, dettata dal D.L. 127/91, continui a presupporre una impostazione contabile incentrata su un unico conto titoli plurifase. Dalla normativa fiscale, emerge una situazione apparentemente confliggente con quanto appena esposto, dal momento che il legislatore fiscale richiede l evidenziazione in dichiarazione di rimanenze iniziali, acquisti, vendite e rimanenze finali di titoli e dal momento che la tenuta di più conti unifase porterebbe ad una soluzione immediata del problema. 9

10 In pratica, per rispettare sia la normativa fiscale che quella civilistica è opportuno attenersi al disposto civilistico per la rilevazione contabile e la redazione del bilancio, salvo predisporre, ai fini fiscali, appositi prospetti extracontabili che siano in grado di fornire gli elementi richiesti da tale normativa. La gestione contabile dei titoli, quindi, potrebbe essere tenuta con più conti unifase oppure con un unico conto plurifase. 1 Conto plurifase a costi ricavi e rimanenze Pur utilizzando un unico conto (plurifase), gli acquisti vengono caricati (in dare) al valore di acquisto e le vendite vengono scaricate al valore di vendita (in avere). Il valore di vendita, quindi, racchiude anche l eventuale perdita subita e l utile conseguito che, non essendo distintamente evidenziati, dovranno essere opportunamente enucleati in sede di chiusura. Il seguente esempio permette di evidenziare le problematiche sopra citata: In data 1 giugno 2001 si acquistano nominali ,00 di obbligazioni Monte dei Paschi, tasso 6%, godimento 1/03 1/09, quotazione 98 + i, negoziazione tel quel. In data 01/09 incassiamo la cedola. In data 1/11 vendiamo nominali 8.000,00 di obbligazioni Monte dei Paschi, al prezzo di 99 + i, con negoziazione tel quel. A fine esercizio i titoli in portafoglio hanno un valore di mercato pari a 97 + i. Il conto titoli plurifase è tenuto (al corso secco) a costi ricavi e rimanenze. Soluzione: Provvediamo a registrare le operazioni inerenti la compravendita di titoli ed il relativo assestamento in linea interessi e capitale. 98:100=X:10.000,00 X=9.800,00 (corso secco complessivo di acquisto) Calcoliamo il RIM: dal 01/03/01 al 01/06/01 = 3 mesi RIM : ,00 x 6 x 3 = 150,00 1 CONTO UNIFASE Sono conti che vengono movimentati solo in dare oppure solo in avere: la maggior parte dei conti economici sono conti unifase. Nelle aziende commerciali, ad esempio, limitatamente alla movimentazione delle merci potremmo avere quattro conti (unifase) differenti: merci c/acquisti (movimentato solo in dare al momento dell acquisto), merci c/vendite (movimentato solo in avere al momento della vendita), merci c/esistenze iniziali (movimentato solo in dare al momento della riapertura dei conti) merci c/rimanenze finali (movimentato solo in avere al momento delle scritture di assestamento). Analogamente alla gestione contabile delle merci, anche per i titoli è possibile movimentare quattro conti (unifase) differenti: titoli c/acquisti (movimentato solo in dare al momento dell acquisto), titoli c/vendite (movimentato solo in avere al momento della vendita), titoli c/esistenze iniziali (movimentato solo in dare al momento della riapertura dei conti) titoli c/rimanenze finali (movimentato solo in avere al momento delle scritture di assestamento). L eventuale perdita subita o utile conseguito risulteranno dalla somma algebrica dei saldi dei conti sopra menzionati. CONTO PLURIFASE Sono conti che vengono movimentati sia in dare che in avere: tutti i conti numerari e finanziari sono conti unifase. Il conto titoli (sebbene anch esso possa essere movimentato sia in dare che in avere) presenta una caratteristica ulteriore: al momento della vendita (o della valutazione delle rimanenze finali) il titolo può avere un valore differente rispetto al momento dell acquisto. Sorge quindi il problema di dover scegliere il valore cui scaricare il conto stesso (i conti numerari e finanziari vengono sempre movimentati al valore nominale). Quindi il conto titoli (funzionante come conto unico plurifase) può essere tenuto alternativamente: - a costi ricavi e rimanenze; - a costi e costi. 10

11 1.200 Gli interessi maturati dal 01/03/01 fino al momento dell acquisto non sono di nostra competenza, anche se in data 01/09/01 li incasseremo tramite la cedola. In conseguenza di ciò, al momento dell acquisto paghiamo un prezzo superiore, cioè un prezzo comprensivo degli interessi non di nostra competenza, ma che in data 01/09/01 riusciremo ad incassare. Prezzo di acquisto = corso secco complessivo + RIM = 9.800, ,00 = 9.950,00 In data 01/11/01 rileviamo la vendita di 8.000,00 di obbligazioni Monte dei Paschi, al prezzo di 99 + i. negoziazione tel quel. 98:100=X:8.000,00 X= 7.840,00 (corso secco complessivo di acquisto dei titoli) 99:100=X:8.000,00 X= 7.920,00 (corso secco complessivo di vendita e di scarico dei titoli) Utile dell operazione: 7.920, ,00 = 80,00 (rilevabile solo a fine esercizio) Il risultato conseguito con questo metodo di rilevazione non viene evidenziato immediatamente, ma solo a fine esercizio. Gli interessi maturati dal momento dell incasso della cedola precedente (01/09/01) fino al momento della vendita (01/11/01) sono di nostra competenza, anche se in data 01/03/02 verranno incassati dal venditore, poiché il titolo è stato venduto con la cedola (negoziazione tel quel). Di conseguenza al momento della vendita, incasseremo il valore capitale del titolo maggiorato degli interessi di nostra competenza e che non potremo percepire in data 01/03/02. Calcoliamo il RIM: dal 01/09/01 al 01/11/01 = 2 mesi RIF : 8.000,00 x 6 x 2 = 80, Al dobbiamo provvedere ad effettuare l assestamento in linea capitale. Poiché il mercato valuta i titoli in rimanenza 97,00 + i, l adeguamento del valore degli stessi, al valore di mercato sarà ottenuto con la rilevazione di una perdita su titoli: 98:100=X:2.000,00 X= 1.960,00 (corso secco complessivo di acquisto dei titoli) 97:100=X:2.000,00 X= 1.940,00 (corso secco complessivo di mercato dei titoli) Perdita su titoli = 1.960, ,00 = 20,00 Per effetto della cessione del 01/11/01 è necessario scomputare dal prezzo di vendita l utile effettivo conseguito: 98:100=X:8.000,00 X= 7.840,00 (corso secco di acquisto dei titoli) 99:100=X:8.000,00 X= 7.920,00 (corso secco di vendita e di scarico dei titoli) Utile dell operazione: 7.920, ,00 = 80,00: Al dobbiamo provvedere ad imputare all esercizio 2001 parte degli interessi delle cedole in nostro possesso, relativamente ai titoli ancora in portafoglio per 2.000,00, e precisamente quelli già maturati al, ma che verranno incassati nell esercizio successivo. Tale integrazione del ricavo per interessi attivi verrà realizzato attraverso la rilevazione di un rateo attivo. 01/09 31/12 1/03 Rateo attivo: 2.000,00 x 6 x 4 = 40, Rilevazione dell acquisto al 01/06/01 01/06/01 Diversi A Banca c/c 9.950,00 Obbligazioni Monte dei Paschi 9.800,00 Interessi su titoli 150,00 11

12 In data 1 settembre, al momento dell incasso della cedola, sarà necessario effettuare la seguente registrazione. 01/09/01 Banca c/c A Interessi su titoli 300,00 Rilevazione della vendita del 01/11/01 01/11/01 Banca c/c A Diversi 8.000,00 Obbligazioni Monte dei Paschi 7.920,00 Interessi su titoli 80,00 Assestamento in linea capitale Perdite su titoli A Obbligazioni Monte dei Paschi 20,00 Obbligazioni Monte dei Paschi A Utile su titoli 80,00 Assestamento in linea interessi Ratei attivi A Interessi su titoli 40,00 Il conto interessi su titoli presenta una eccedenza in avere pari a 270,00 che corrisponde esattamente agli interessi di nostra competenza dal 1 luglio al 1 novembre su ,00 ( 250,00) e dagli interessi di nostra competenza dal 1 novembre al 31 dicembre su 2.000,00 ( 20,00), cioè per il periodo in cui abbiamo posseduto i titoli. Interessi su Titoli 01/06/01 Acquisto titoli 150,00 01/09/01 Incasso cedola 300,00 01/11/01 Vendita titoli 80,00 Ratei attivi 40,00 Saldo Avere 270,00 (al ) In portafoglio abbiamo avuto titoli per ,00 dal 1 giugno al 1 novembre (5 mesi), e titoli per 2.000,00 dal 1 novembre al 31 dicembre (2 mesi): di conseguenza, dopo le scritture di assestamento, nel conto economico dovranno risultare interessi attivi su titoli per un ammontare pari a 270,00: x 6 x 5 = 250, x 6 x 2 = Quindi nel conto economico dovranno risultare interessi attivi per un ammontare pari al periodo di tempo durante il quale i titoli sono rimasti in portafoglio, e ciò indipendentemente: - dalla tecnica di contabilizzazione dei titoli (conto plurifare, unifase a costi e costi, unifase a costi ricavi e rimanenze); 12

13 - dalla scelta del valore di carico dei titoli (corso secco, tel quel, ex cedola); - dalla modalità di negoziazione (tel quel, ex cedola); - dalla quotazione (corso secco, tel quel, ex cedola); - dall aver conseguito un utile o una perdita in conto capitale. L utilizzo di un unico conto titoli plurifase, con movimentazione a costi ricavi e rimanenze, rende necessario enucleare, a fine esercizio, dal prezzo di vendita dei titoli la parte di perdita sopportata o di utile conseguito in conto capitale in tutte le transazioni realizzate nell esercizio. Appare quindi, di tutta evidenza, che, laddove il numero di cessioni sia notevole, tale metodo presenti una complessa operatività. Conto plurifase a costi e costi Con questa modalità di tenuta del conto titoli, sia il carico (in dare) che lo scarico (in avere) avvengono al costo di acquisto. Conseguentemente al momento della vendita viene immediatamente contabilizzata l eventuale perdita subita o l utile conseguito. Tale modalità di tenuta dei conti è solitamente preferita in quanto rende più agevole la predisposizione dei dati necessari per la redazione del bilancio. Da un punto di vista contabile, indipendentemente sia dalla modalità di quotazione (corso secco, tel quel, ex cedola) che dalla modalità di negoziazione (tel quel, ex cedola) il costo di acquisto può essere rilevato al corso secco, al corso tel quel ed al corso ex cedola. Il funzionamento a corso secco è comunque senza dubbio preferibile perché il valore capitale risulta distinto dagli interessi con una conseguente maggiore chiarezza. E essenziale, infatti, che a fine anno (dopo le scritture di assestamento) risultino imputati al conto economico (sia del venditore che dell acquirente) interessi attivi su titoli per un ammontare pari al periodo di tempo corrispondente all effettiva detenzione dei titoli (indipendentemente dalla presenza o meno della cedola in corso di maturazione e dalla perdita o utile in conto capitale). E opportuno sottolineare che qualora il valore di mercato dei titoli in rimanenza sia inferiore al relativo costo, allora è necessario rilevare la perdita su titoli sopportata (anche se non effettivamente realizzata). Qualora il valore di mercato delle rimanenze finali di titoli sia superiore al costo dei titoli in rimanenza, allora l eventuale incremento dei titoli (cioè l utile non ancora effettivamente conseguito) può essere contabilmente accantonato ad un fondo oscillazione titoli, che in bilancio dovrà comunque essere portato in detrazione del valore dei titoli, in quanto gli stessi non possono essere iscritti ad un valore superiore al loro costo. Il seguente esempio permette di evidenziare le problematiche sopra citata: In data 1 giugno 2001 si procede all acquisto di nominali ,00 di obbligazioni Monte dei Paschi, tasso 6%, godimento 1/03 1/09, quotate 98 + i, negoziazione ex-cedola. In data 1/11 si procede alla vendita, per nominali 8.000,00, di obbligazioni Monte dei Paschi, al prezzo di 99 + i, negoziazione ex-cedola. A fine esercizio i titoli in portafoglio hanno un valore di mercato pari a 97 + i. Il conto titoli plurifase è tenuto (al corso secco) a costi e costi. Soluzione: Provvediamo a registrare le operazioni inerenti la compravendita di titoli ed il relativo assestamento in linea interessi e capitale. 98:100=X:10.000,00 X=9.800,00 (corso secco complessivo di acquisto) Calcoliamo il RIF, utilizzando l anno commerciale: dal 01/06/01 al 01/09/01 = 3 mesi RIF : ,00 x 6 x 3 = 150, Gli interessi maturati dal momento dell acquisto fino al 01/09/01 sono di nostra competenza, anche se in data 01/09/01 non potremo incassare la cedola perché il titolo ne sarà sprovvisto (a causa della negoziazione ex- 13

14 cedola). In conseguenza di ciò, al momento dell acquisto paghiamo una somma che sarà inferiore al valore contabile del titolo, dal momento che da questo saranno decurtati gli interessi di nostra competenza, ma che naturalmente verranno incassati dal venditore (R.I.F.). Prezzo di acquisto = corso secco complessivo - RIF = 9.800,00-150,00 = 9.650,00 In data 01/11/01 rileviamo la vendita di nominali 8.000,00 di obbligazioni Monte dei Paschi, al prezzo di 99 + i. la negoziazione avviene ex-cedola. 98:100=X:8.000,00 X= 7.840,00 (corso secco complessivo di acquisto e di scarico dei titoli) 99:100=X:8.000,00 X= 7.920,00 (corso secco complessivo di vendita dei titoli) Utile dell operazione: 7.920, ,00 = 80,00 Calcoliamo il RIF: dal 01/11/01 al 01/03/01 = 4 mesi RIF : 8.000,00 x 6 x 4 = 160, Gli interessi maturati dal momento della vendita fino alla scadenza della cedola (01/03/02) sono di competenza dell acquirente anche se in data 01/03/02 provvederemo noi ad incassare la cedola perché il titolo è stato venduto senza cedola. Di conseguenza al momento della vendita, incasseremo una somma inferiore, al valore capitale perché dalla stessa saranno decurtati gli interessi di competenza dell acquirente ma che non riuscirà ad incassare (R.I.F.). Prezzo di vendita = corso secco complessivo - RIF = 7.920, ,00 = 7.760,00 Al dobbiamo provvedere ad effettuare l assestamento in linea capitale. Poiché il mercato valuta i titoli in rimanenza 97,00 + i, per adeguare la valutazione dei titoli in rimanenza a quella di mercato è necessario rilevare una perdita, e precisamente: 98:100=X:2.000,00 X= 1.960,00 (corso secco complessivo di acquisto dei titoli in rimanenza) 97:100=X:2.000,00 X= 1.940,00 (valutazione di mercato dei titoli in rimanenza) Perdita su titoli = 1.960, ,00 = 20,00 Al dobbiamo provvedere a sospendere parte degli interessi rilevati l 01/11/01, al momento della vendita, in quanto non tutti di competenza del 2001: 01/11 31/12 1/03 Risconto attivo 160,00 : 4 = X : 2 X = 80,00 Al dobbiamo provvedere ad integrare il ricavo per interessi su titoli con l imputazione degli interessi delle cedole, in nostro possesso. E corrispondenti ad obbligazioni per un valore nominale complessivo di ,00: di cui 8.000,00 relativi ad obbligazioni vendute ex cedola (le cui cedole sono ancora in nostro possesso) ed 2.000,00 relativi a titoli ancora in portafoglio. 01/09 31/12 1/03 Rateo attivo RIM : ,00 x 6 x 4 = 200, Rilevazione dell acquisto al 01/06/01 01/06/01 Obbligazioni Monte dei Paschi A Diversi 9.800,00 Banca c/c 9.650,00 Interessi su titoli 150,00 14

15 In data 1 settembre, poiché non incasseremo la cedola, non sarà necessario effettuare alcuna registrazione. 01/11/01 Diversi A Diversi 7.920,00 Banca c/c 7.760,00 Interessi su titoli 160,00 Obbligazioni Monte dei Paschi 7.840,00 Utile su titoli 80,00 Assestamento in linea capitale Perdite su titoli A Obbligazioni Monte dei Paschi 20,00 Assestamento in linea interessi Risconti attivi A Interessi su titoli 80,00 Ratei attivi A Interessi su titoli 200,00 Il conto interessi su titoli presenta una eccedenza in avere pari a 270,00 che corrisponde esattamente agli interessi di nostra competenza dal 1 luglio al 1 novembre su ,00 ( 250,00) e dal 1 novembre al 31 dicembre su 2.000,00 ( 20,00), cioè per il periodo in cui abbiamo posseduto i titoli. Interessi su Titoli 01/11/01 Vendita titoli 160,00 01/06/01 Acquisto titoli 150,00 Risconti attivi 80,00 Ratei attivi 200,00 Saldo Avere 270,00 (al ) Quindi nel conto economico dovranno risultare interessi attivi per un ammontare corrispondente al periodo di tempo durante il quale i titoli sono rimasti in portafoglio, e ciò indipendentemente: - dalla tecnica di contabilizzazione dei titoli (conto plurifare, unifase a costi e costi, unifase a costi ricavi e rimanenze); - dalla scelta del valore di carico dei titoli (corso secco, tel quel, ex cedola); - dalla modalità di negoziazione (tel quel, ex cedola); - dalla quotazione (corso secco, tel quel, ex cedola); - dall aver conseguito un utile o una perdita in conto capitale. Come accennato in precedenza, sia la modalità di quotazione (corso secco, tel quel, ex cedola) che di di negoziazione (tel quel, ex cedola) non devono influire né sull aspetto economico dell operazione né sull aspetto contabile della rilevazione. Infatti, indipendentemente sia dalla modalità di quotazione che dalla modalità di negoziazione, il costo di acquisto può essere rilevato, oltre che al corso secco, anche al: - corso tel quel: i titoli al momento dell acquisto vengono caricati ad un importo che comprende sia il valore capitale del titolo sia gli interessi maturati sullo stesso dal giorno di scadenza della cedola precedente al giorno di quotazione. A fine esercizio, quindi, sarà necessario separare dal valore di 15

16 carico la parte inerente il capitale e quella inerente gli interessi, e determinare conseguentemente l eventuale utile o perdita su titoli. - corso ex cedola: i titoli al momento dell acquisto vengono caricati ad un importo pari al valore capitale del titolo diminuito degli interessi maturati dal giorno di quotazione a quello di scadenza della cedola in corso di godimento. A fine esercizio, quindi, sarà necessario integrare al valore di carico la parte inerente gli inerente gli interessi, e determinare conseguentemente l eventuale utile o perdita su titoli. I seguenti esempi permettono di evidenziare le problematica sopra citate: Esempio 1. 01/08/01: acquisto di un obbligazione Mediobanca, tasso 12%, godimento 1/6 1/12, quotata 100+i. RIM = 2 e RIF =4. Quotazione corso secco; negoziazione tel quel; tenuta del conto titoli a costi e costi (al corso tel quel). A fine esercizio, le rimanenze di obbligazioni vengono valutate 101,5 + i. Al momento dell acquisto, le obbligazioni Mediobanca, vengono rilevate al corso di 102, quindi comprensivo del R.I.M. pari a 2, in quanto i titoli vengono rilevati al corso tel quel, comprensivi quindi del valore capitale del titolo (rappresentato dal corso secco), e del RIM pari a 2. 01/08/01 Obbligazioni Mediobanca A Banca c/c 102,00 Incasso della cedola 01/12/01 Banca c/c A Interessi su titoli 6,00 Assestamento in linea capitale Obbligazioni Mediobanca A Fondo oscillazione titoli 1,50 Dal prezzo di acquisto dei titoli è necessario rettificare la parte corrispondente agli interessi (R.I.M. non di nostra competenza) incorporati nel prezzo di acquisto (corso tel quel). Interessi su titoli A Obbligazioni Mediobanca 2,00 Rilevazione del rateo attivo per gli interessi maturati dal 01/12/01 al Ratei attivi A Interessi su titoli 1,00 Il conto interessi su titoli presenta la seguente situazione: Interessi su Titoli (Assestamento titoli) 2,00 01/12/01 (Cedola) 6,00 (Ratei attivi) 1,00 Saldo avere 5,00: pari agli interessi di competenza, calcolati sulla base del periodo di possesso dei titoli. 16

17 Esempio 2. 01/08/01: acquisto di un obbligazione Mediobanca, tasso 12%, godimento 1/6 1/12, quotata 100+i. RIM = 2 e RIF = 4. Quotazione corso secco; negoziazione tel quel; tenuta del conto titoli a costi e costi (al corso ex cedola). A fine esercizio le rimanenze di obbligazioni vengono valutate 101,5 + i. (Importante: le uscite e le entrate di banca devono essere le medesime dell esempio n. 1, in quanto la modalità contabile di tenuta dei titoli non deve influenzare l aspetto economico dell operazione stessa). Al momento dell acquisto le obbligazioni Mediobanca, vengono rilevate al corso di 96,00, in quanto i titoli vengono rilevati al corso ex-cedola, quindi al valore capitale del titolo (rappresentato dal corso secco) al netto del R.I.F. pari a 4. 01/08/01 Diversi A Banca c/c 102,00 Obbligazioni Mediobanca 96,00 Interessi su titoli 6,00 Incasso della cedola 01/12/01 Banca c/c A Interessi su titoli 6,00 L assestamento in linea capitale, non presenta elementi differenziali rispetto a quanto già visto nel precedente esempio. Obbligazioni Mediobanca A Fondo oscillazione titoli 1,50 Il prezzo di acquisto dei titoli deve essere integrato della parte corrispondente agli interessi (R.I.F. di nostra competenza) rettificati dal prezzo di acquisto al momento dell acquisto (corso ex cedola). Obbligazioni Mediobanca A Interessi su titoli 4,00 Rilevazione del rateo attivo per gli interessi maturati dal 01/12/01 al Ratei attivi A Interessi su titoli 1,00 Il conto interessi su titoli presenta la seguente situazione: Interessi su Titoli 01/08/01 (Acquisto titoli) 6,00 01/12/01 (Cedola) 6,00 (Assestamento titoli) 4,00 (Ratei attivi) 1,00 Saldo avere 5,00: pari agli interessi di competenza, calcolati sulla base del periodo di possesso dei titoli. Esempio 3. 01/08/01: acquisto di un obbligazione Mediobanca, tasso 12%, godimento 1/6 1/12, quotata 100+i. RIM = 2 e RIF = 4. Quotazione corso secco; negoziazione ex cedola; tenuta dei titoli a costi e costi (al corso tel quel). 17

18 A fine esercizio le rimanenze di obbligazioni vengono valutate 101,5 + i. Al momento dell acquisto, le obbligazioni Mediobanca, vengono rilevate al corso di 102, in quanto i titoli vengono rilevati al corso tel quel, comprensivo del valore capitale e del RIM pari a 2. 01/08/01 Obbligazioni Mediobanca A Diversi 102,00 Banca c/c 96,00 Interessi su titoli 6,00 Poiché la negoziazione è avvenuta ex cedola, non sarà necessario rilevare l incasso della cedola. L assestamento in linea capitale, non presenta elementi differenziali rispetto a quanto già visto nei precedenti esempi. Obbligazioni Mediobanca A Fondo oscillazione titoli 1,50 Dal prezzo di acquisto dei titoli è necessario rettificare la parte corrispondente agli interessi (R.I.M. non di nostra competenza) incorporati nel prezzo di acquisto (corso tel quel). Interessi su titoli A Obbligazioni Mediobanca 2,00 Rilevazione del rateo attivo per gli interessi maturati dal 01/12/01 al Ratei attivi A Interessi su titoli 1,00 Il conto interessi su titoli presenta la seguente situazione: Interessi su Titoli 01/08/01 (Assestamento titoli) 2,00 01/08/01 (Acquisto titoli) 6,00 (Ratei attivi) 1,00 Saldo avere 5,00: pari agli interessi di competenza, calcolati sulla base del periodo di possesso dei titoli. Esempio 4. 01/08/01: acquisto di un obbligazione Mediobanca, tasso 12%, godimento 1/6 1/12, quotata 100+i. RIM = 2 e RIF = 4. Quotazione corso secco; negoziazione ex cedola; tenuta dei titoli a costi e costi (al corso ex-cedola). A fine esercizio le rimanenze di obbligazioni vengono valutate 101,5 + i. (Importante: le uscite e le entrate di banca devono essere le medesime dell esempio n. 3, in quanto la modalità contabile di tenuta dei titoli non deve influenzare l aspetto economico dell operazione stessa). Al momento dell acquisto le obbligazioni Mediobanca, vengono rilevate al corso di 96,00, in quanto i titoli vengono rilevati al corso ex-cedola, quindi al valore capitale del titolo (rappresentato dal corso secco) al netto del R.I.F. pari a 4. 01/08/01 Obbligazioni Mediobanca A Banca c/c 96,00 18

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