tecniche di pulitura
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- Mariangela Volpi
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1 tecniche di pulitura
2 puliture scopo delle puliture è la rimozione di sostanze estranee dalla superficie di un manufatto alle puliture si associano, in genere, le desalinizzazioni, il cui scopo è la rimozione dei sali di neoformazione dalle superfici e dalla porosità dei materiali, e alcuni tipi di disinfestazioni, il cui scopo è la rimozione di infestazioni biologiche e l inibizione della loro successiva formazione nel campo del restauro, le operazioni di pulitura devono mantenere: l integrità fisica del manufatto eventuali finiture di superficie, incluse le lavorazioni o le patine che, nel tempo, si sono formate e che hanno assunto un significato artistico o storico o una funzione protettiva l identità chimico-mineralogica del materiale da La conservazione dei materiali lapidei (Vasco Fassina Franco Vianello) la pulitura deve essere GRADUABILE, SELETTIVA E NON DANNOSA
3 puliture la semplicità e la completezza con cui le informazioni sono trasmesse da una mappa o da un buon capitolato speciale potrebbero far pensare che quella stessa semplicità sia prerogativa anche della fase decisionale e che a un problema di degrado corrisponda un unica soluzione tecnica le cose non stanno così a un problema di degrado corrispondono numerose soluzioni tecniche, spesso alternative tra loro la decisione del progettista dipende dalla propria impostazione teorico-metodologica non e dunque realistico pensare a un momento tecnico-operativo completamente sganciato da quello teorico-storico
4 nella voce di capitolato troveremo una descrizione dell operazione: rimozione, dalla superfice del manufatto, di depositi di varia natura (più o meno coerenti) tramite uno strumento (nella foto una microsabbiatrice) da effettuarsi rispettando determinati parametri: tempi, tipo di materiali da impiegare, temperature, ecc la descrizione, per quanto dettagliata, non puo dar conto di alcuni elementi: che cosa si intende per superficie del manufatto? fino a che punto devo spingere la pulitura? foto di L. De Marco la patina, in questo caso del marmo, e un deposito di sporco da eliminare oppure e la patina del tempo di cui parla Ruskin?
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7 puliture prodotti e procedure in uso nella pulitura devono possedere, per quanto possibile, le seguenti caratteristiche: non essere reattivi nei confronti dei materiali da conservare non provocare danni meccanici al manufatto (come erosioni, disgregazioni, distacchi, fessurazioni ecc.) non lasciare sulla superficie del manufatto o al suo interno residui permanenti o sottoprodotti di reazione potenzialmente dannosi per la sua conservazione assicurare il massimo controllo nella velocità di azione, in modo che l operazione possa essere bloccata in qualsiasi momento dar luogo a una superficie il più possibile liscia e non rugosa evitare la formazione di microfessure nella superficie trattata da La conservazione dei materiali lapidei (Vasco Fassina Franco Vianello)
8 puliture i sistemi di pulitura sono generalmente suddivisi in: sistemi meccanici e fisico-meccanici sistemi fisici laser ultrasuoni... spazzole / pennelli bisturi vibroincisori / microfrese sabbiature gommage microsabbiature... sistemi chimico - fisici sistemi chimici impacchi + solventi immersione enzimi... in base al principio di azione su cui si basano idrosabbiature acqua nebulizzata oppure atomizzata spray d acqua + vapore solventi + spazzole / pennelli Jos / Rotec
9 puliture con sistemi meccanici e fisico-meccanici a bisturi con microfrese per spazzolatura con martelletti
10 pulitura mediante spazzolatura la spazzolatura si basa sull azione abrasiva delle setole di spazzole e spazzolini che riescono a incidere e ad asportare i depositi (incoerenti e parzialmente coerenti) grazie allo strofinamento impresso manualmente o mediante un motore (spazzole rotanti) si usa per la pulitura di superfici di diversa natura per rimuovere depositi incoerenti o parzialmente coerenti non presenta particolari difficoltà di esecuzione, può essere usata a secco e a umido la scelta del tipo di spazzola è associata alla natura del deposito da rimuovere e allo stato di conservazione del substrato la spazzolatura è spesso usata in associazione con sistemi di pulitura di tipo chimico, per asportare i depositi ammorbiditi e per le rifiniture
11 pulitura a bisturi la pulitura con bisturi si basa sulla possibilità di inserire la lama, sottile e tagliente, tra lo strato da rimuovere e il supporto, in tal modo la materia sovramessa viene rimossa facendo leva il bisturi può anche essere usato come raschietto il metodo può essere estremamente selettivo, soprattutto se associato all uso del microscopio binoculare per ingrandire la parte sottoposta a pulitura si impiega per rimuovere strati sottili e molto aderenti al substrato, come depositi molto aderenti o tinteggiature, è infatti usato per riportare in vista fasi pittoriche coperte da tinteggiature successive il bisturi va usato orientandolo parallelamente alla superficie e procedendo scalzando i depositi dal substrato o assottigliandoli progressivamente la pulitura a bisturi si usa soprattutto per piccole aree di intervento, in quanto richiede tempi lunghi di esecuzione
12 sabbiatura e microsabbiatura foto di L. De Marco la sabbiatura a secco sfrutta l azione abrasiva di polveri sospese in un getto di aria compressa, emesso a pressioni variabili contro la superficie da pulire a mezzo di una lancia metallica parametri che incidono nell applicazione della tecnica sono: tipo, quantità, dimensioni e forma del materiale abrasivo pressione del getto distanza dell ugello dalla superficie angolo di impatto dell abrasivo per assicurare la controllabilità dell azione, gli effetti abrasivi devono essere lenti e la sezione del getto abrasivo deve essere piccola (pochi mm) e ulteriormente riducibile va impiegato su incrostazioni e croste spesse e su substrati in buono stato di conservazione
13 puliture: indagini prima, durante e dopo è sempre opportuno eseguire alcune indagini prima durante e dopo gli interventi di pulitura allo scopo di: verificare le condizioni del substrato prima e dopo l intervento verificare l efficacia del trattamento accertarsi che non produca danni al substrato durante l esecuzione In base al principio funzionale di base, alla natura sostanze solventi, al tipo di deposito o incrostazione da eliminare e alle caratteristiche e allo stato conservativo del substrato, sono diverse le indagini utili per definire modi e tempi delle puliture: osservazioni sulla morfologia della superficie misure della rugosità della superficie resistenza all attrito radente (puliture con sistemi meccanici) misure di assorbimento capillare (puliture con sistemi chimici) misura della porosità del materiale (puliture con sistemi chimici) misura del contenuto di sali solubili (puliture con sistemi chimici) contenuto di sali nelle acque reflue delle puliture
14 puliture con sistemi fisici con laser
15 pulitura laser L.a.s.e.r.*: classe di sorgenti di radiazione elettromagnetica che emettono un fascio di luce monocromatica, coerente e collimata *light amplification by stimulated emission of radiation si basa sull elevato e rapido riscaldamento della superficie colpita dal raggio che, in base al tipo di apparecchio laser, provoca la vaporizzazione o l improvvisa espansione dello strato riscaldato, con conseguente distacco dal substrato il metodo è caratterizzato da alta selettività e precisione e consente di rimuovere depositi da superfici anche molto degradate la pulitura laser è efficace soprattutto quando esiste una forte differenza nelle caratteristiche chimico-fisiche e cromatiche tra deposito e substrato, ad es. per croste nere su marmi o altre pietre chiare. L uso su superfici dipinte o materiali diversi da quelli lapidei è stato sperimentato ma pone ancora alcuni problemi applicativi per migliorare i risultati dell azione ablatrice si possono bagnare le superfici da trattare, in quanto l acqua abbassa il punto di vaporizzazione delle sostanze da asportare
16 pulitura laser
17 pulitura laser: indagini prima e dopo prima di effettuare una pulitura con il sistema laser è opportuno conoscere le proprietà ottiche, termiche e meccaniche delle sostanze da asportare, dei materiali del substrato e delle superfici da trattare. A tal fine è possibile eseguire una serie di prove, tra cui: osservazione al microscopio indagini mineralogico-petrografiche riflettometria ottica colorimetria rugosimetria in base ai risultati dei saggi è possibile accertare se il metodo è applicabile e definire i parametri dell intervento: il tipo di apparecchiatura laser da usare (a impulsi lunghi e bassa energia - SFR o impulsi più brevi e alta energia radiante - QS), la lunghezza d onda la fluenza (rapporto tra energia della radiazione e superficie irraggiata) della radiazione definiti i parametri è opportuno svolgere alcuni saggi di pulitura di verifica e taratura dell applicazione dopo l intervento è possibile verificare lo stato delle superfici mediante analisi di cui sopra
18 puliture con sistemi chimico-fisici foto di A. Nielsen foto di Canibus
19 pulitura con acqua nebulizzata oppure atomizzata la pulitura con acqua nebulizzata si basa sull azione solvente dell acqua che, ridotta in finissime goccioline, penetra all interno degli strati di deposito superficiale, solubilizzandolo è una pulitura graduabile e non provoca la formazione di sottoprodotti dannosi per il substrato si avvale di una serie di ugelli posti a intervalli regolari che nebulizzano l acqua è adatta alla pulitura di pietre silicatiche, calcari teneri e compatti mentre può risultare inadatta su pietre molto porose deve essere effettuata in estate e comunque con temperature esterne non inferiori ai 17 C la pulitura procede per fasce orizzontali dall alto al basso nella pulitura con acqua atomizzata, il getto d acqua è associato ad aria, accorgimento che diminuisce la dimensione delle goccioline e aumenta la superficie specifica dell acqua, consentendo una riduzione dei tempi di applicazione foto di Canibus
20 pulitura con acqua nebulizzata oppure atomizzata foto di A. Nielsen foto di A. Nielsen foto di A. Nielsen
21 pulitura con acqua nebulizzata oppure atomizzata foto di Canibus foto di Canibus foto di Canibus
22 pulitura con spray d acqua la tecnica sfrutta la capacità solvente dell acqua per rimuovere incrostazioni carboniose o altri depositi aderenti si avvale di ugelli usati per impianti di irrigazione o orticoltura ha il vantaggio di non richiedere impianto fisso ma solo un accurata selezione degli ugelli per garantire la gradualità e selettività dell operazione la pulitura va attuata dall alto verso il basso non va eseguita durante la stagione fredda il getto non deve essere orientato direttamente contro la superficie una variante della tecnica è costituita dall associazione con il vapore si riduce la quantità d acqua necessaria per la pulitura e si attenua la variazione di temperatura prodotta dal vapore
23 pulitura con idrosabbiatura - 1 è una variante della sabbiatura a secco e sfrutta la capacità abrasiva di granuli sospesi in acqua e quella solvente dell acqua l azione, prevalentemente di tipo meccanico, è prodotta da una miscela di acqua aria e inerti fini, spruzzata sulla superficie da pulire a bassa pressione il metodo è meno aggressivo della sabbiatura a secco consente la rimozione di depositi di varia natura e incrostazioni carboniose di una certa consistenza è impiegabile su pietre silicatiche e calcaree compatte, poco porose e in buono stato di conservazione non comporta la produzione di polveri nocive per gli operatori
24 l efficacia della tecnica migliora se il deposito viene prima ammorbidito con semplice nebulizzazione per eseguire in modo controllato la pulitura, occorre tener conto di alcuni parametri per l esecuzione dell intervento: quantità, dimensione, forma e durezza dell abrasivo pressione del getto pulitura con idrosabbiatura - 2 distanza dell ugello dalla superficie il metodo liquabrade è una variante più delicata delle normali idrosabbiature e può essere impiegato, se ben controllato, anche su calcari teneri o paramenti scolpiti
25 Chiesa della Ss Annunziata, Genova: pulitura del fronte Fenomeni presenti croste nere solfatazione depositi coerenti e aderenti erosione microfratturazioni della superficie
26 Chiesa della Ss Annunziata, Genova: pulitura del fronte la pulitura è stata eseguita con: microsabbiatura di precisione con microsfere di carbonato di calcio come abrasivo foto di L. De Marco impacco con AB57 (bicarbonato d ammonio, EDTA, desogen, carbossimetilcellulosa, acqua) per le parti più fragili e rifinitura a microsabbiatura le parti con croste nere e problemi di disgregazione sono state preconsolidate foto di L. De Marco
27 pulitura con sistemi Jos e Rotec la tecnica rappresenta un evoluzione della microsabbiatura: si basa sulla emissione di una miscela di aria e abrasivi (a secco) o aria, acqua e abrasivi (a umido) in cui il la traiettoria delle particelle è elicoidale ciò consente alle particelle di colpire la superficie da pulire tangenzialmente, riducendo l impatto sulla superficie e agendo per strofinio il metodo è graduabile, selettivo e molto delicato e può essere usato anche su metalli, legno, mosaici e pitture murali
28 Basilica di San Pietro, Roma: pulitura del fronte stato della superficie della pietra: croste nere, prevalentemente in zone protette, non soggette a dilavamento depositi coerenti, spesso accompagnati da puntinature scure solfatazione, in zone soggette a moderato dilavamento patine di ossalato Biofouling, (presenza di alghe e specie fungine) sistema Jos la tecnica è stata impiegata con un abrasivo tenero (particelle globulari di carbonato di calcio) in quanto assicurava gradualità e selettività, tenuto conto della presenza di tracce di coloriture
29 puliture con sistemi chimici impacco con AB57 impacco con carbonato d ammonio e polpa di carta impacco con carbonato d ammonio e polpa di carta impacco con sepiolite
30 puliture a impacco foto di L. De Marco impacco con AB57
31 puliture a impacco impacco con carbonato d ammonio e polpa di carta
32 Impacco con sepiolite puliture a impacco
33 puliture a impacco - 1 le puliture a impacco sono di tipo chimico. In esse il solvente è posto a contatto con la superficie da trattare per mezzo di una poltiglia che aderisce al supporto (polpa di cellulosa, argilla, carbossimetilcellulosa o silice micronizzata) l azione degli impacchi si esplica in due fasi: solubilizzazione dei composti di deposito assorbimento di quanto disciolto nell impacco, grazie al progressiva evaporazione dell acqua o del solvente negli impacchi di argilla, il potere adsorbente dell argilla (attapulgite o sepiolite) favorisce la migrazione delle sostanze disciolte dal solvente e degli ioni dei sali dal substrato verso l impacco fasi di applicazione: preparazione dell impacco stesura di fogli di carta giapponese sulla superficie da trattare stesura dell impacco; per aree estese è possibile usare reti di plastica per sostenerlo protezione dell impacco con fogli di polietilene a impacco essiccato, rimozione dello stesso e rifinitura superficie sono utilizzati per rimuovere depositi carboniosi coerenti ma non troppo spessi, è necessario ripetere più volte l operazione
34 puliture a impacco - 2 la pulitura con impacco biologico sfrutta l azione di colonie di nitrobatteri sviluppate da una soluzione acquosa di glicerina e urea, supportata da argilla. i batteri contribuiscono alla solubilizzazione del gesso e degli altri leganti delle croste nere a questa componente si associa la decomposizione dell urea in anidride carbonica e ammoniaca, composti in grado di reagire con i minerali costitutivi dei materiali lapidei il bio-pack è usato per la rimozione di depositi carboniosi coerenti e di un certo spessore si ricorre a una sola applicazione eseguita per periodi piuttosto lunghi (30-40 gg) al termine può essere opportuno un trattamento con biocida per bloccare l azione dei batteri ed evitare lo sviluppo di biodeteriogeni
35 puliture a impacco - 3 gli impacchi con carbonato di ammonio sfruttano l azione desolfatante di questa sostanza che reagisce con il gesso formando solfato di ammonio e carbonato di calcio l impacco agisce sullo strato da rimuovere ammorbidendolo, facendolo rigonfiare e distaccandolo dal substrato è utilizzato per rimuovere prodotti proteici e croste nere su marmi e intonaci le fasi operative sono: preparazione del supportante mediante imbibizione con acqua distillata fino ad ottenere una pasta addizione di carbonato di ammonio nella proporzione di 1/3 del peso dell impasto apposizione di fogli di velina sulla parte da trattare stesura dell impacco e protezione mediante fogli di polietilene o di alluminio rimozione dell impacco e successivo lavaggio per controllare meglio l azione pulente è opportuno stendere l impacco su aree di piccola estensione limiti d uso: alcuni pigmenti a base di rame (malachite azzurrite) reagiscono con il carbonato d ammonio virando di colore
36 affreschi del ciclo La leggenda della Vera Croce, Arezzo: pulitura con carbonato di ammonio le puliture e la desolfatazione sono state eseguite con impacchi di carbonato di ammonio (associato al consolidamento con idrossido di bario) resine a scambio ionico (zone con pigmenti a base di rame) solventi organici (per rimuovere i protettivi acrilici)
37 desalinazioni scopo delle desalinazioni è la riduzione del contenuto di sali solubili degli strati superficiali o profondi dei materiali può avvenire per lavaggio o mediante impacco desalinazione a impacco
38 desolfatazione mediante resine a scambio ionico si basa sulla capacità di determinate sostanze di scambiare ioni con lo strato da eliminare, svolgendo un azione pulente il processo di scambio non comporta alcuna trasformazione permanente di queste sostanze che possono essere riattivate mediante passaggio in un liquido contenente lo ione di cui si devono ricaricare le resine a scambio ionico si distinguono in anioniche e cationiche: le resine anioniche possiede ioni negativi incorporati nella struttura e quindi possono scambiare ioni positivi, viceversa per le resine cationiche le resine a scambio ionico: liberano ioni che conferiscono localmente acidità o basicità scindono i sali sono usate per rimuovere: solfati scialbature a base di calce patine di ossalati caseina le procedure di applicazione sono simili a quelle dell impacco
39 casi studio
40 Cappella degli Scrovegni, Padova: pulitura con resine a scambio ionico zolfo fino a 100 micron di profondità prima e dopo la pulitura
41 Ospedale di S. Maria della Misericordia, Albenga: pulitura con impacchi di polpa di cellulosa e carbonato di ammonio
42 Cupola della Chiesa del Gesù, Genova: pulitura con wishab e solvente
43 Battistero, Pisa: pulitura degli esterni fronte pulitura con microsabbiatura pulitura con impacco
44 Pietà di Carlo Cadorna nella Chiesa di S. Daniele in Castello, S. Daniele del Friuli: pulitura laser
45 I SEGNI DEL TEMPO E LA PATINA Tutte le cose el Tempo descoverze; Questa xè cosa chiara, e la savemo: Ma la Pitura contra lu medemo D un velo trasparente el la coverze, [ ] Così intravien aponto a la Pitura: La Patina del Tempo fa do efeti, I colori vien sempre più perfeti, e in mazor stima l istessa fatura Marco Boschini, La carta del navegar pitoresco, 1660 il passaggio dal concetto di patina in pittura a quello di patina del tempo in architettura non è così automatico
46 1877 RESTAURO DEI MARMI DI SAN MARCO A VENEZIA COLORE DEL TEMPO O SUDICIUME? mediante la raspa o la pomice, il marmo resta sbiadito. poroso, piu passivo alla umidita ed all assorbimento del salso. per lo contrario nei marmi ben levigati l acqua scivola e non rimane assorbita. la pattina del tempo, come una vernice secolare, difende, relativamnete, il marmo dal salso e dall umido. quando e levata dalla pomice e dalla raspa e terribile il progresso del corrodimento, specialmente se i marmi sono esposti ad una atmosfera pregna di sali e di emelenti tutt altro che conservatori. ( ) credo che se l architetto fosse artista, e potesse dare alle fabbriche che edifica, una patina, quale la danno i secoli, godrebbe di farlo. a. p. zorzi
47 il sudiciume e tutto superficiale ed affatto estrinseco al marmo su cui si deposita; il marmo dopo lavato e asciugato serba la sua lucentezza e mostra una tinta bellissima, incomparabilmente piu carica che aveva in origine e in perfetto accordo con l intonazione dei musaici; il sudiciume dunque svisa e poi nasconde la vera tinta del tempo; chi vuole la tinta del tempo deve necessariamente lavare. c. boito
48 PULITURA DELLA FACCIATA DELLA CHIESA DEI SS LUCA E MARTINA AL FORO ROMANO (FINE ANNI 60) GIUSEPPE ZANDER, UN ERRORE GRAVISSIMO NEL CAMPO DEL RESTAURO: RIPORTATA COME NUOVA LA FACCIATA DEI SS. LUCA E MARTINA, IN PALLADIO, N. I-IV, 1969 COSA VEDIAMO OGGI? NON L ANTICA FACCIATA, MA L APPARENZA DEL SUO MODELLO IN SCALA UNO A UNO, TOLTA LA PATINA COMPLETAMENTE, CHE NON ERA DEL TUTTO NERA, MA AVEVA AL CONTRARIO UN COLORE CALDO, BELLISSIMO, SULLA SUPERFICIE SCABRA CHE CARATTERIZZA LA PIETRA DELLE CAVE DEL BARCO E STATO SPALMATO UN BEVERONE A STUCCARNE LA TARLATURA, A CHIUDERNE I FORELLINI, A REGOLARIZZARNE GLI SPIGOLI. UNA TINTA NEUTRA: UNA SPECIE DEL CERONE CHE LE SIGNORE ANZIANE METTONO SUL VISO PER APPIANARE LE RUGHE E PER FAR POI ADERIRE LA CREMA O LA CIPRIA. IL PRESUNTO RINNOVAMENTO QUALE ASPETTO CI RESTITUISCE? NON CERTO QUELLO D ORIGINE. INNANZITUTTO E BEN RISAPUTO CHE TUTTI GLI ARCHITETTI DEL PASSATO, E ANCHE QUELLI D OGGI, QUANDO HANNO USATO UNA PIETRA, E MASSIME IL TRAVERTINO, HANNO PUNTATO SULL EFFETTO DELLA PROSSIMA PATINA D INVECCHIAMENTO. L OPERA ERA CALCOLATA PER ESSERE VISTA DI LI A UN CERTO NUMERO DI ANNI, A QUALCHE DECENNIO.
49 CESARE BRANDI E LA PULITURA DEL DUOMO DI MODENA (FINE ANNI 70) LA PIETRA DEI RILIEVI DI WILIGELMO È SOLO COPERTA DA UN TRIPLICE STRATO DI CROSTA IN PARTE FORMAZIONE ARTIFICIALE, IN PARTE NATURALE. ( ) LA CROSTA-VERNICE [SI STACCA] COME UNA FORMA E NON ASPORTA IL MINIMO STRATO DI PIETRA. PERCIO LA RIMOZIONE SAREBBE POSSIBILE E ANCHE ABBASTANZA FACILE. MA QUI NASCE UN PROBLEMA GRAVISSIMO UNA VOLTA PULITI I RILIEVI INFATTI QUESTI APPARIREBBERO BIANCHISSIMI E LIVIDI, PIÙ SIMILI AD UN CALCO CHE AD UN ORIGINALE: NELLA FACCIATA SCURA FUNZIONEREBBERO COME FRANCOBOLLI. L EFFETTO E AGGHIACCIANTE. NATURALMENTE SI E PENSATO DI PULIRE ANCHE LA FACCIATA: MA NON SI PUO PULIRE LA FACCIATA LASCIANDO SCURE LE FIANCATE NON C E RAGIONE PER RINGIOVANIRE UN MONUMENTO MEDIEVALE, TOGLIENDOGLI IL PASSAGGIO DEL TEMPO, LA SUA VETUSTA IMMAGINE SECOLARE, QUANDO QUESTA OPERAZIONE NON E RICHIESTA DALLA CONSERVAZIONE
50 QUESTA ASSURDA MODA DELLA PULITURA PER LA PULITURA, QUANDO NON CE N E ALCUN BISOGNO, NE PER LA CONSERVAZIONE NE PER LA PRESENTAZIONE ESTETICA, MENTRE SERVE SOLO A TOGLIERE, CON LA PATINA, IL SENSO DEL PASSAGGIO DEL TEMPO, E UNA DELLE MANIE PIU PERNICIOSE: LEGATA ALLA GRANDEUR DI DE GAULLE HA RIDOTTO PARIGI COME UN GABINETTO PULITO VON LA VARECHINA, E IL DUOMO DI MILANO AD UN TRISTE CEMENTO GRIGIO.
51 OPPURE COME E ACCADUTO PER IL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI ROMA, IL COSIDDETTO PALAZZACCIO, ALLA VIOLENTA SPELLATURA HA FATTO SEGUITO UNA TINTEGGIATURA ROSEA CHE NON SI PUO DIRE SE PIU RIDICOLA O OFFENSIVA: ANZI LE DUE COSE INSIEME. LA RIMOZIONE DEL COSIDDETTO SPORCO E OPERAZIONE AMMISSIBILE SOLO QUANDO, ALLO SPORCO, SI UNISCANO GLI ELEMENTI DISGREGANTI PER LA CONSERVAZIONE: POICHE LA RIMOZIONE DELLA PATINA E LA NEGAZIONE DEL PASSAGGIO DELL OPERA NEL TEMPO E IL RINGIOVANIMENTO ARTIFICIALE CHE PRODUCE ALL OPERA E DUNQUE UNA NEGAZIONE DELLA STORIA: CHE SI VENDICA CON L ASPETTO LIVIDO CHE ASSUME IL MONUMENTO, DONDE LE TINTEGGIATURE E LE PATINE ARTIFICIALI.
52 IL RISULTATO E QUELLO CHE OGNUNO PUO VEDERE ANDANDO A MODENA: LA SUPERFICIE DELLA FACCIATA E MIRACOLOSAMENTE INTATTA, DIVERSITA DI MATERIALI NON AFFIORANO: I MARMI DI WILIGELMO HANNO LO STESSO GRIGIO CENERINO MILITARE DEL RESTO DELLA FACCIATA: TANTI SECOLI SONO TRASCORSI, SENZA INCIDENZE DI SORTA.
53 DEPOSITI O SEGNI DEL TEMPO?
54 LA SCIENZA ENTRA NEL RESTAURO: DOPO L ALLUVIONE DI FIRENZE E VENEZIA NEL 1966 IL RESTAURO, DI FRONTE A DEVASTAZIONI DI ENORME PORTATA, CHIEDE AIUTO AL MONDO SCIENTIFICO CHE VI ENTRA MASSICCIAMENTE. QUESTO COMPORTA IL SUPERAMENTO DELLA CONFUSIONE ESISTENTE NELL INDIVIDUAZIONE DI PATINE, CROSTE E DEPOSITI E UN MIGLIORAMENTO NOTEVOLE DELLA QUALITA DELL INTERVENTO, DOVUTA ALL AFFINAMENTO DELLE TECNICHE DI CONTROLLO SUI PRODOTTI USATI E SULLA REAZIONE DEI MATERIALI AI TRATTAMENTI. MA ANCHE TRA I TECNICI, E NON POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI, ESISTE UNA CONSAPEVOLEZZA ESTETICA CHE LI PORTA AD AGIRE NON SOLTANTO PER RISOLVERE I PROBLEMI RIGUARDANTI PRODOTTI E TECNICHE, MA AD ASSUMERE IN PRIMA PERSONA RESPONSABILITÀ DI SCELTA SUL TIPO DI FINE DA RAGGIUNGERE CON L INTERVENTO «NON SOLO VOGLIAMO OPPORCI AL NATURALE INVECCHIAMENTO DI MATERIALI [ ] MA NELLA NOSTRA CIVILTÀ INDUSTRIALE VOGLIAMO CHE QUESTI MONUMENTI IN PIETRA ALL APERTO RESISTANO SENZA DANNI ALLE ATMOSFERE URBANE, ALLE PIOGGE ACIDE, E AI GUSTI DEI TEMPI. E COME SE TALI REQUISITI NON FOSSERO ANCORA ABBASTANZA CHALLENGING ABBIAMO AGGIUNTO DELLE BASILARI DIFFERENZE TRA LA CONSERVAZIONE DELLA NOBILE PATINA DEL TEMPO CHE RAPPRESENTA L AURA SPIRITUALE DELL OPERA E L ELIMINAZIONE DELLE INCROSTAZIONI INQUINANTI.» AMOROSO
55 «È POI OPINIONE DIFFUSA CHE LE ORRIBILI E DANNOSISSIME CROSTE NERE CHE DETURPANO LE FACCIATE DEGLI EDIFICI SITI IN CENTRI URBANI, SIANO DELLE PATINE NATURALI, ADDIRITTURA PROTETTIVE E PASSIVANTI NEI CONFRONTI DELL ALTERAZIONE. PER CUI SI TENDE A NON PULIRE I MONUMENTI, O A CONSERVARVI ALMENO IN PARTE QUESTE CROSTE PER NON SBIANCARE TROPPO, E FARLI SEMBRARE TROPPO NUOVI. [ ] TUTTO CIÒ IGNORANDO CHE LA PULITURA È INDISPENSABILE PER IL GODIMENTO E LA CORRETTA LETTURA DELLE OPERE D ARTE, NONCHÉ PER LA BUONA CONSERVAZIONE DEI MATERIALI CHE LE COMPONGONO. CON LA PULITURA SI RECUPERANO, INFATTI, I VALORI CROMATICI E CHIAROSCURALI DI UNA FACCIATA, CHE NON SARANNO CERTO QUELLI ORIGINALI, MA SENZ ALTRO PIÙ VICINI AD ESSI [ ]» LAZZARINI, LAURENZI TABASSO «SEBBENE APPARENTEMENTE RELEGATA IN SECONDO PIANO DALL URGENZA DELLE MOTIVAZIONI CONSERVATIVE, LA NECESSITÀ DI ASSICURARE UNA BUONA LEGGIBILITÀ DELL IMMAGINE RESTA COMUNQUE IMPORTANTE E SPESSO LA SOLUZIONE DI QUESTO PROBLEMA È QUELLA CHE DETERMINA IL SUCCESSO O L INSUCCESSO DI UN RESTAURO AGLI OCCHI DEL PUBBLICO. NEL CASO DELLE SUPERFICI ARCHITETTONICHE CI SI TROVA PERÒ DI FRONTE A UN DILEMMA CHE NEL CASO DEI DIPINTI QUASI NON SI PONE: QUAL È L IMMAGINE CHE SI VORREBBE FAR LEGGERE ALL OSSERVATORE? L IMMAGINE DEVE SUGGERIRE L OPERA COSÌ COME L AVEVA IDEATA IL SUO CREATORE OPPURE SI DESIDERA PRESENTARE L OPERA CONSOLIDATA SÌ MA CON TUTTI I SEGNI DEL TEMPO TRASCORSO (MANTENENDO OVVIAMENTE SOLO I SEGNI CHE SONO ACCETTABILI DAL PUNTO DI VISTA CONSERVATIVO)?» TORRACA LA PATINA DEL TEMPO CHE RICOPRE CON UNA CALDA TONALITA LE FREDDE E MINERALOGICHE SUPERFICI LAPIDEE, RAPPRESENTA QUASI UNA NATURALE EVOLUZIONE DELLA PIETRA, PARAGONABILE ALLO SVILUPPO DEL COLORE DA PARTE DEI FIORI PER ATTIRARE GLI INSETTI DA IMPOLLINARE. ( ) ESSA E PREROGATIVA DEI VECCHI EDIFICI IN PIETRA, MENTRE NULLA PUO SULLE MODERNE PARETI IN CEMENTO CHE CON IL PASSARE DEGLI ANNI DIVENTANO SOLO PIU BRUTTE E IMBRATTATE AMOROSO
56 AMEDEO BELLINI, LA SUPERFICIE REGISTRA IL MUTAMENTO: PERCIO DEVE ESSERE CONSERVATA, BRESSANONE 1990 IL CASO CHE PIU DI OGNI ALTRO METTE IN CHIARA LUCE I PROBLEMI DEL TRATTAMENTO DELLE SUPERFICI E STATO, PER IL RILIEVO CHE HA AVUTO IN PASSATO, QUELLO DELLA PRESENZA DELLE PATINE, ANCHE SE LA DISCUSSIONE SI E SVOLTA CON UNA PRECISA DIPENDENZA CON QUANTO ELABORATO IN PROPOZSITO DELLA PITTURA ED IN RIFERIMENTO AI MATERIALI COSIDDETTI NOBILI : PIETRE, MARMI, STUCCHI L AFFERMAZIONE DELLA NECESSITA DI ASSICURARE LA PERMANENZA E IN GENERE AFFERMATA SULLA BASE DI DUE CONSEIDERAZIONI: DA UN LATO COME SEGNI DEL TRASCORRERE DEL TEMPO E QUINDI DI UNA DIMENSINE SPIRITUALE DELL OEPERA CONNOTATA DAL MUTAMENTO DEL COLORE, DA UN ATTENUAZIONE DEI TONI E DEI CONTRASTI; D ALTRO LATO, E QUI SI RILEVA LA FALSA COSCIENZA DEL PROBLEMA DELL ORIGINALITA, SI E AFFERMATA LA TESI CHE IL FENOMENO, POICHE NOTO ALL ARTISTA E PREVISTO E QUINDI ELEMENTO COSTITUTIVO DELL OPERA. ( ) SI E INTRODOTTA UNA NON IRRILEVANTE RIFLESSIONE QUANDO I PROBLEMA E STATO PRELIMINARMENTE ESAMINATO SOTTO L ASPETTO FISICO; NON SI TRATTA DI UNA RIDUZIONE ALLA BANALITA NE DI UNA ELUSIONE DEGLI ASPETTI CRITICI CHE PURE SUSSISTONO E NON SONO TRASCURABILI. SI TRATTA INVECE DI ACCERTARE LA REALTA FISICA DEL FENOMENO PER DEFINIRE I MODI DEL SUO SVOLGERSI, PREVEDERE LE POSSIBILI EVOLUZIONI, IL CAMPO DELLE POSSIBILITA D AZIONE, IL FATTO SUL QUALE ESERCITARE I GIUDIZI CHE POTRANNO TRADURSI IN OPERATIVITA SOLTANTO QUANDO NECESSARIO. CIO E ESSENZIALE QUALSIASI AGGETTIVO SI VOGLIA AGGIUNGERE ALLA PAROLA GIUDIZIO. SI TRATTA DI UNA OSSERVAZIONE ELEMENTARE MA TUTT ALTRO CHE ACQUISITA TANTO CHE ANCORA OGGI RARAMENTE IL PROGETTO DI RESTAURO VIENE PRECEDUTO DA ANALISI TECNICHE, O VICEVERSA VENGONO ESEGUITE IN MODO INDISCRIMINATO
57 SEMBRA INSOMMA CHE L ACCERTAMENTO DEL FATTO, PROPRIA DELLO STORICISMO SIA IN VERSIONE POSITIVISTA CHE IDEALISTA NON ABBIA VERAMENTE INFLUITO SULLA QUESTION DEL RESTAURO, CHE TUTTAVIA DA QUELLA MATRICE HA ORIGNE. ( ) L ASSENZA DI PARAMETRI SELETTIVI STORICO ED ESTETICO [PROPRIO DELLA CONSERVAZIONE ] CONDUCE INEVITABILMENTE A CONSIDERARE L ASPETTO QUANTITATIVO E A QUESTO RISPONDE L ESIGENZA DI SUBORDINARE LA PERMANENZA DI UN PARTICOLARE A QUELLA DELL ASSIEME, MA NON SI TRATTA OVVIAMENTE DI UN ASPETTO CONSIDERABILE ISOLATAMENTE DAL SUO SIGNIFICATO PIU PREGNANTE CHE E QUELLO DI GARANTIRE LA PERMANENZA DELLE TESTIMONIANZE NELLA LORO PLURALITA, FATTO EMINENTEMENTE QUALITATIVO.
58 CONVEGNO DI BRESSANONE 1995 LA PULITURA DELLE SUPERFICI DELL ARCHITETTURA TORSELLO: SI METTE IN DUBBIO LA CAPACITA DELLA SCIENZA DI POTER DIRE COSA SIA LO SPORCO DA TOGLIERE COSA SI TOGLIE IN FASE DI PULITURA? IN LINEA DI MASSIMA SI DICE CHE QUESTA OPERAZIONE CONSISTE NELL ELIMINARE LO SPORCO CHE SI FORMA PER EFFETTO DI LENTI PROCESSI DI SEDIMENTAZIONE O PER ACCUMULI PIU O MENO RAPIDI DOVUTI A FATTORI INQUINANTI DI VARIA INTENSITA. SAPPIAMO CHE LA COSTITUZIONE DI STRATI RITENUTI GENERALMENTE ESTRANEI PRESENTA UNA CASISTICA MOLTO VARIA, IN UNO SPETTRO FENOMENICO CHE VA DAI SEMPLICI DEPOSITI DI POLVERE ALLE CROSTE ORGANICHE INCOERENTI O COMPATTE, DAL GUANO DEI VOLATILI ALLE CONCREZIONI CALCAREE, DALLE COLONIE DI MUSCHI E DI LICHENI ALLE EFFLORESCENZE SALINE, DALLE SCRITTE DETURPANTI ALLE RESINE RESIDUE DI VECCHI RESTAURI, INVESTENDO SVOLGIMENTI DI NATURA FISICA, CHIMICA E BIOLOGICA, ORGANICA E INORGANICA, DI ORIGINE AMBIENTALE O ENDOGENA. IL COSA TOGLIERE NON E DEFINIBILE SU UN PIANO ESCLUSIVAMENTE TECNICO, IN QUANTO QUELLA TAL COSA POSSIEDE QUALITA PROPRIE CHE LO RENDONO PIU O MENO INTRINSECO OPPURE ESTRANEO ALL ARCHITETTURA E PERCIO LA SUA ELIMINAZIONE IMPLICA UN ORDINE DI VALUTAZIONI CHE VA BEN OLTRE IL SEMPLICE FARE TECNICO. IL PASSAGGIO DALLA ESTRANEITA DELLE ACCUMULAZIONI SUPERFICIALI ALLA MATERIA ARCHITETTONICA E SPESSO SEGNATO DA STRATI PIU O MENO SOTTILI DI COAPPARTENENZA, NON ATTRIBUIBILI DEL TUTTO NE ALLE SOSTANZE AGGIUNTE NE AGLI SPESSORI INTRINSECI DELLE COMPONENTI EDILIZIE.
59 TUTTI SEMBRANO TAUTOLOGICAMENTE D ACCORDO CHE IL QUANTO DEVE ESSERE STABILITO PROPRIO SULLA BASE DI UN FINO A DOVE CHE COSTITUISCE LA SEPARAZIONE TRA SOSTANZA ESTRANEA E SUPERFICIE ARTEFATTA, OPPURE TRA STRATI AGGRESSIVI E INNOCUI. MA ESISTE SEMPRE TALE SEPARAZIONE? ED E SEMPRE INDIVIDUABILE CON CHIAREZZA? DI QUALI MEZZI DISPONIAMO E CI SERVIAMO PER L INDIVIDUAZIONE? PERCHE SI PULISCE? UNA RAGIONE FREQUENTE CHE SPINGE VERSO LA PULITURA E LA VOLONTA DI SCOPRIRE LE SUPERFICI OFFUSCATE DAI DEPOSITI, PER RIPORTARLE AD UN GRADO DI LEGGIBILITA PIENA E ALL APPREZZAMENTO COMPIUTO DELLE FORME NASCOSTE. IN TAL CASO L ESTRANEITA DEI MATERIALI E INTESA OCME ESTRANEITA FIGURALE, VALE A DIRE COME INQUINAMENTO ESTETICO DELL OPERA E LA DANNOSITA DELLE SOVRAPPOSIZIONI GIOCA UN RUOLO SECONDARIO, SE NON DEL TUTTO ASSENTE. INFLUENZA DELLA RICERCA ESTETICA SU QUELLA SCIENTIFICA. TANCREDI CARUNCHIO: QUAL E LA LINEA DI SEPARAZIONE TRA LA PATINA E LO STRATO DI POLVERE, DI QUALUNQUE NATURA ESSA SIA, CHE LA RICOPRE? IN CHE MODO INTERAGISCE LA POLVERE CON LA PATINA? E DA CONSIDERARE PATINA LA STESSA POLVERE? FINO A CHE PUNTO LA POLVERE E DA ASPORTARE NELLA SUA TOTALITA? SAPPIAMO CHE LE TECNICHE DI INTERVENTO OGGI DISPONIBILI CI PERMETTONO DI OTTENERE QUALUNQUE RISULTATO CHE SI VOGLIA RAGGIUNGERE. IN CIO PAVENTIAMO UN GRAVE PERICOLO, QUELLO DEL RIPRISTINO ACRITICO, CONSEGUITO CON LA FACILITA CON LA QUALE OGNI OPERAZIONE DI PULITURA, SOPRATTUTTO MECCANICA, PUO PORTARE, SE SPINTA A FONDO, A RIFARE LA PELLE DELLE SUPERFICI DELL ARCHITETTURA.
60 SOCIETA ALESSANDRI: L OPERAZIONE DELLA PULITURA E SENZ ALTRO LA PIU DELICATA E QUALIFICANTE DI UN RESTAURO. ESSA INFATTI SI REALIZZA SULLA SUPERFICIE DEI MANUFATTI ANTICHI, SU QUEL SOTTILE DIAFRAMMA, CIOÈ, CHE RACCHIUDE LA DEFINIZIONE FORMALE DELL OPERA E LE INFORMAZIONI DEL SUO PERCORSO STORICO E SEPARA LA MATERIA INFORME DALL OPERA D ARTE. SULLA SUPERFICIE DEL MANUFATTO IN POCHI MICRON DI SPESSORE, SI CONCENTRANO ED INTERSECANO NUMEROSI FATTORI QUALI LO SCAMBIO CON L AMBIENTE ESTERNO E GLI AGENTI DI DEGRADO, IL SUCCEDERSI DI MANUTENZIONI O TRATTAMENTI MIRATI A RAVVIVARE LE SUPERFICI ED ANCORA LE TRACCE DEGLI STRUMENTI DELLA LAVORAZIONE ORIGINALE ED EVIDENTI SEGNI DELLE TECNICHE IMPIEGATE NEL TRATTAMENTO DEI VARI MATERIALI. ( ) VA OSSERVATO CHE IL PROBLEMA DEI LIVELLI DI PULITURA NON SONO SOLO LEGATI ALLA FIGURA DELL OPERATORE MA ANCHE A FATTORI DI GUSTO INDIVIDUALE CHE TALVOLTA CONDIZIONANO LA RESA DEL RESTAURO. PATINE E PELLICOLE: IL PROBLEMA DELLE PELLICOLE AD OSSALATO DI CALCIO DOVE TALI STRATI SONO PRESENTI RISULTANO ANCORA CHIARAMENTE VISIBILI, SULLA PIETRA, LE TRACCE DELLA LAVORAZIONE ORIGINALE IN MONUMENTI CHE HANNO CINQUECENTO O DUEMILA ANNI. ALTRO ELEMENTO IMPORTANTISSIMO PIU VOLTE COMPROVATO DAGLI STIDI PETROGRAFICI CONDOTTI IN MERITO, E LA FORTE ADESIONE DELLE PELLICOLE AL LORO SUPPORTO IL CHE SIGNIFICA CHE PER RIMUOVERLE SI NUOVE ALLA PIETRA SOTTOSTANTE.
61 MANGANELLI DAL FA ET AL. : NEGLI INTERVENTI DI RESTAURO DEI MATERIALI LAPIDEI, IL PROCESSO DI PULITURA RIVESTE UN RUOLO PRIMARIO NEL RECUPERO ESTETICO. CON IL PASSARE DEGLI ANNI, INFATTI, SI PUO DETERMINARE UNA COMPLETA TRASFORMAZIONE DELLE CARATTERISTICHE CROMATICHE ORIGINALI CON PERDITA DI UNA LEGGIBILITA AUTENTICA IN SEGUITO ALL INSTAURARSI DI PROCESSI DI DEGRADO, ERRATI INTERVENTI DI RESTAURO, INCURIA, VANDALISMI, FORMAZIONE DI PATINE DI SPORCO, FENOMENI DI DILAVAMENTO. SI COMPRENDE QUINDI, LA NECESSITA E L IMPORTANZA CHE RIVESTE UN CORRETTO RECUPERO CROMATICO DI UN OPERA NEL CORSO DEL SUO RESTAURO.
62 RINALDI, BERLUCCHI: LA PULITURA DEL MATERIALE LAPIDEO, LEGATA GENERALMENTE ALLA NECESSITA DI UN SUCCESSIVO CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE DEL PARAMENTO PER RALLENTARE L AZIONE DI UN PROGRESSIVO DEGRADO, E OPERAZIONE DELICATA E IRREVERSIBILE. E ALTRESI OPERAZIONE COSMETICA, DI PROMOZIONE PER LA PROPRIETA E GLI EVENTURALI SPONSORS, TANTO DA ESSERE INCORAGGIATO SPESSO, ANCHE IN ASSENZA DI ANALISI PREVENTIVE E SCOLLEGATA DALLE ALTRE OPERAZIONI CONSERVATIVE. NEL CASO DEL BOTTICINO BRESCIANO CI SI E SPESSO IMBATTUTI IN SITUAZIONI OVE VI ERANO PROBLEMI DI IMMAGINE, MA UN DEGRADO PRESSOCHE INESISTENTE.
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