Il patto di stabilità interno per province e comuni

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1 Il patto di stabilità interno per province e comuni Francesco Bruno Esperto di Finanza locale, Presidente onorario A.R.D.E.L. Interamente riscritta dalla legge di stabilità 2012, la disciplina del patto di stabilità interno mantiene l impianto della competenza mista quale obiettivo da raggiungere da parte di ciascun Ente assoggettato, conferma la base di calcolo del saldo finanziario da conseguire nella media della spesa corrente e prevede un correttivo ed una variabile. Lo specifico obiettivo che province e comuni soggetti al patto di stabilità interno devono raggiungere è determinato in termini di saldo finanziario tra entrate finali e spese finali di competenza mista, costituito, sulla base dei dati certificati nel rendiconto, come segue: + accertamenti entrate correnti; - impegni spesa corrente; + riscossioni entrate in conto capitale, al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti; - pagamenti spese in conto capitale, al netto delle spese derivanti dalla concessione di crediti; = saldo finanziario. Le disposizioni del patto di stabilità interno costituiscono principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica, ai sensi degli articoli 117 e 119, secondo comma, della Costituzione. Le prescrizioni sui risultati da raggiungere costituiscono requisiti di regolarità contabile e di legittimità dei documenti di bilancio. Il bilancio di previsione degli enti soggetti al patto deve essere approvato iscrivendo le previsioni di entrata e di spesa di parte corrente in misura tale che, unitamente alle previsioni dei flussi di cassa di entrata e di spesa di parte capitale, al netto delle riscossioni e delle concessioni di crediti, sia garantito il raggiungimento dell obiettivo programmatico. Il bilancio di previsione deve, quindi, essere deliberato coerentemente ai risultati che si devono conseguire in ordine al patto di stabilità interno. 1

2 Perché sia rispettata la condizione, è necessario che le previsioni di entrata e di spesa del bilancio preventivo rispecchino l obiettivo del patto di stabilità interno, tenuto conto che non vanno considerate le previsioni escluse dall obiettivo del patto o che sono destinate a non tradursi in atti gestionali validi ai fini del patto (accertamenti e riscossioni; impegni e pagamenti) e, cioè, le previsioni relative a: - avanzo o disavanzo di amministrazione; - fondo di cassa; - riscossioni e concessioni di crediti; - accensione e rimborsi di mutui e prestiti; - servizi conto terzi; - fondo di ammortamento, fondo svalutazione crediti e fondo patto di stabilità interno. La contabilizzazione delle concessioni e riscossioni di crediti deve evitare illegittime traslazioni di pagamenti dall ente a società esterne partecipate. Al bilancio di previsione deve essere allegato un prospetto contenente le previsioni di competenza, per le entrate e le spese correnti, e le stime di cassa degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno, per le entrate e le spese in conto capitale. L obbligo del rispetto dell obiettivo del patto deve intendersi esteso anche alle successive variazioni di bilancio nel corso dell esercizio. Il funzionario che adotta provvedimenti che comportano impegni di spesa deve accertare preventivamente che il programma dei conseguenti pagamenti sia compatibile con i relativi stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica, per cui deve verificare la compatibilità della propria attività di pagamento con i limiti previsti dal patto di stabilità interno ed, in particolare, la coerenza rispetto al prospetto obbligatorio allegato al bilancio di previsione. Nello specifico, per le province e per i comuni soggetti al patto di stabilità interno, l obiettivo è quello del conseguimento, per ciascuno degli anni 2012 e successivi, di un saldo finanziario, in termini di competenza mista, determinato come segue. Per l anno 2012, ciascuna Provincia deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista non inferiore al 16,5% della media della spesa corrente registrata negli anni , così come desunta dai certificati di rendiconto, diminuito dell importo pari alla riduzione che sarà operata nell anno 2012 sui trasferimenti statali quale concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica: x 16,5% 2

3 Per l anno 2013 e successivi, ciascuna Provincia deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista non inferiore al 19,7% della media della spesa corrente registrata negli anni , così come desunta dai certificati di rendiconto, diminuito dell importo pari alla riduzione operata dall anno 2012 sui trasferimenti statali quale concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica: x 19,7% Per l anno 2012, ciascun Comune con popolazione superiore a abitanti deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista non inferiore al 15,6% della media della spesa corrente registrata negli anni , così come desunta dai certificati di rendiconto, diminuito dell importo pari alla riduzione che sarà operata dall anno 2012 sui trasferimenti statali quale concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica: x 15,6% Per l anno 2013 e successivi ciascun Comune con popolazione superiore a abitanti deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista non inferiore al 15,4% della media della spesa corrente registrata negli anni , così come desunta dai certificati di rendiconto, diminuito dell importo pari alla riduzione operata dall anno 2012 sui trasferimenti statali quale concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica: 3

4 x 15,4% Le percentuali applicate alla spesa media corrente sono valide nelle more dell adozione del D.M. economia e finanze di ripartizione degli enti nelle due classi di virtuosità. L obiettivo programmatico determinato come sopra è, quindi, provvisorio, in quanto dovrà essere incrementato a seguito dell emanazione del D.M. economia e finanze che consente di identificare gli enti soggetti al patto collocati nella prima classe di virtuosità. Per gli enti collocati nella classe più virtuosa, resta confermato l obiettivo programmatico come sopra determinato. Per gli enti che non risulteranno collocati nella prima classe di virtuosità, le percentuali applicate alla spesa media corrente saranno rideterminate in aumento con D.M. economia e finanze, entro un tetto massimo, che imporrà una rideterminazione del saldo finanziario obiettivo come segue. Per l anno 2012, ciascuna Provincia deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista almeno pari a: x 16,9% (max) Per l anno 2013 e successivi, ciascuna Provincia deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista almeno pari a: x 20,1% (max) 4

5 Per l anno 2012, ciascun Comune con popolazione superiore a abitanti deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista almeno pari a: x 16% (max) Per l anno 2013 e successivi ciascun Comune con popolazione superiore a abitanti deve conseguire un saldo finanziario di competenza mista almeno pari a: x 15,8% (max) Appare opportuno sottolineare che, nelle more della individuazione con D.M. degli enti virtuosi, la norma dispone la determinazione dell obiettivo programmatico con l applicazione alla media della spesa corrente della percentuale più bassa, ossia di quella destinata agli enti che saranno collocati nella prima classe di virtuosità. Poiché, tuttavia, questi ultimi saranno in numero assai limitato (plausibilmente non più del 2-3 per cento delle province e dei comuni), sarà bene, informalmente, sin da subito, preventivare l obbligo del raggiungimento del più gravoso obiettivo determinato applicando le percentuali più alte destinate agli enti non virtuosi. La macchinosa traduzione pratica della quantificazione dell obiettivo programmatico per ciascun ente ed il confermato meccanismo di competenza mista, è sostenuto da un sistema di regole più volte contestato dal mondo delle autonomie locali, in quanto difficilmente sostenibile, a rischio di compromettere la qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini e di non consentire il rispetto degli obblighi nei confronti delle imprese esecutrici di lavori. E sono, purtroppo, da riproporre le valutazioni già sottolineate dalle autonomie locali, per le quali, in un contesto economico, finanziario e sociale particolarmente grave e pur in presenza di note difficoltà di finanza pubblica, l effetto moltiplicatore sul sistema economico e sull occupazione prodotto dagli investimenti locali, oggi pressoché fermi, potrebbe, 5

6 sul piano macroeconomico, sostenere la domanda interna, ridurre la perdita di posti di lavoro e contenere il ricorso agli ammortizzatori sociali, con conseguente risparmio di risorse pubbliche statali, ed incidere positivamente sul PIL. 6

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