Nanà allo specchio: narcisismo e femme fatale

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1 Università degli Studi di Pisa Facoltà di Lettere e Filosofia Nanà allo specchio: narcisismo e femme fatale di Selene Montanaro Relatore Gianluigi Goggi A. A

2 INTRODUZIONE Lo specchio è un oggetto che da sempre ha colpito e stimolato l immaginario umano, entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli. È spesso legato al tema del doppio, dell universo alternativo, della bellezza e della divinazione. Può dunque incarnare una valenza positiva o negativa a seconda dei casi: in esso ci si perde o ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e ciò che è eterno (l essere), si distingue il simile dal dissimile. Lo specchio permette di vedere se stessi, di scoprire il proprio aspetto, ammirare la propria bellezza. Quest ultima, se intesa in chiave positiva, spinge alla contemplazione e conoscenza di sé; intesa in chiave negativa, invece, al narcisismo e all attaccamento a beni fugaci e terreni. Il tema della vanitas, già presente nell Antico Testamento (vanitas vanitatum 1 ), è rappresentato di frequente da donne colte nell atto di guardarsi allo specchio per pura vanità. Le stesse sirene, che incarnano una bellezza fatale, sono raffigurate con pettine e specchio. Lo specchio è associato anche alla verità (come nel caso dello Specchio Magico di Biancaneve) o all inverso della verità (in Don Quichotte, il Cavaliere degli Specchi è il nemico mortale dell Hidalgo). 1 Eccl., 12, 8. 3

3 Lo specchio è rivelatore di una tensione, all interno della coscienza del personaggio, fra termini correlativi e contrari (essere/apparire, dentro/fuori, ecc.) in cui si traducono altrettante dimensioni esistenziali, riconducibili e riassumibili fondamentalmente nella relazione: io/altro. Ma se lo specchio è indice per un verso di frattura e di scissione, si configura per altro anche come mezzo e strumento di una tentata ricomposizione, come ricerca di unità 2. Lo psicanalista Jacques Lacan definisce stadio dello specchio il momento in cui il bambino ha coscienza di vedere se stesso in uno specchio. Questa conoscenza di sé implica l entrata in gioco di diversi sentimenti, come l empatia, la fierezza, la vergogna, la negazione. Già Stendhal scriveva: Eh, monsieur, un roman est un miroir qui se promène sur une grande route. Tantôt il reflète à vos yeux l azur des cieux, tantôt la fange des bourbiers de la route. Et l homme qui porte le miroir dans sa hotte sera par vous accusé d être immoral! Son miroir montre la fange, et vous accusez le miroir! Accusez bien plutôt le grand chemin où est le bourbier, et plus encore l inspecteur des routes qui laisse l eau croupir et le bourbier se former 3. Il romanzo naturalista si configura proprio come specchio della realtà, sia quella interiore, rappresentata dall uomo, sia quella esteriore, rappresentata dalla natura. Del resto, ogni grande romanzo ha il desiderio di cambiare la realtà a 2 G. Goggi, La donna allo specchio in Pirandello o il rovescio di Nana, in Linguistica e Letteratura, V, p Stendhal, Le Rouge et le Noir, in Romans et nouvelles, vol. I, Bibliothèque de la Pléiade, Paris 1963, p

4 misura del sogno dell autore. Zola e Maupassant sono i creatori dei due personaggi femminili allo specchio, il cui paragone costituisce il punto di partenza dell analisi oggetto di questa tesi. Lo specchio è una caratteristica essenziale del romanzo naturalista, il simbolo di quell oggettività dell artista celebrata da Flaubert, come ci ricorda Maupassant: Il n admettait pas que l auteur fût même deviné, qu il laissât tomber dans une page, dans une ligne, dans un mot, une seule parcelle de son miroir des faits, mais un miroir qui les reproduisait en leur donnant ce reflet inexprimable, ce je ne sais quoi de presque divin qui est l art 4. Zola sfoglia in maniera metodica il dramma umano, con le sue grandi virtù e i suoi grandi crimini; incarna nei personaggi la società contemporanea, sia gli eroi, sia gli infami, dipingendo così tutta un età sociale, culturale e politica, ispirata ai canoni del determinismo positivistico. La scrittura di Zola si trasforma rispetto al reportage giornalistico (lui che era un eccezionale cronista), usando spesso metafore e simboli. Zola è l interprete, acuto e partecipe, di un mondo in rapida trasformazione che, nel suo frenetico camminare verso l avvenire, si porta dietro problemi, conflitti e angosce irrisolte. In questo senso, non solo dipinge, attraverso l epos delle masse, della folla, della vita collettiva, il movimento della storia, ma ricostruisce la condizione esistenziale dell uomo alle prese con la fatica di vivere e con il suo irrefrenabile bisogno di giustizia e felicità. Zola prende una posizione precisa nei confronti della società nei suoi romanzi, ben diversa dalle pagine dei suoi saggi teorici. Il romanzo è un genere indefinito, che può comprenderne altri. Può non essere solo una finzione narrativa, ma anche uno studio, un analisi. Dice che il suo romanzo è 4 G. Maupassant, Étude sur Gustave Flaubert, in Oeuvres Complétes, t. 16, pp

5 impersonale, che l autore è come qualcuno che registra senza commentare, senza trarre conclusioni. Ma queste considerazioni non trovano un applicazione reale nei suoi romanzi, dove il linguaggio fa trapelare la sua denuncia e la sua condanna. A Maupassant, tutto appare falso e fuggitivo; anche la sua satira sociale è lo specchio del profondo disagio di chi si trova a vivere in un mondo di finzioni e apparenza che non gli appartiene, ma è costretto a subire. Zola svela i corpi, non tanto nella loro anatomia, quanto nei loro istinti, nei loro desideri, nelle loro funzioni, nel loro malessere e nelle loro fatalità; mette a nudo non tanto i sessi quanto la sessualità; osa mostrare l onnipotenza del ventre, «véritable noeud gordien de signification 5», che unisce i valori del nutrimento e della fecondità, della sazietà digestiva e del piacere erotico, dell assorbimento, dell escrezione. Ma svela anche il popolo; non tanto come classe inferiore, povera, lavoratrice e sottomessa, ma nelle reali condizioni della sua esistenza, che ne fanno una classe sfruttata, e per questo pericolosa, miserabile, mostruosa: un mondo di sporcizia, di sudore, di grasso, d alcool e di stupro, un mondo dell apartheid. La sola possibile moralità di un opera è la sua verità: dipingere la vie telle qu elle est, laissant au lecteur le loisir de tirer [du] livre les enseignements qu il voudra 6. Il rapporto tra arte e realtà è spiegato da Zola nella teoria degli schermi: 5 J. Borie, Zola et les mythes. De la nausée au salut, Seuil, Paris Revue de l Instruction publique, 19 V 1864, c.r. de la conférence sur Manon Lescaut. 6

6 [<] toute oeuvre d art est comme une fenêtre ouverte sur la création; il y a [<] une sorte d Ecran transparent, à travers lequel on aperçoit les objects plus ou moins deformés, souffrant des changements plus ou moins sensibile dans leurs lignes et dans leurs couleurs [<] Nous voyons la création dans une oeuvre d art à travers l homme, à travers un tempérament, une personnalité [<] Ainsi, tout enfantement d une oeuvre consiste en ceci: l artiste se met en rapport direct avec la création, la voit à sa manière, s en laisse pénétrer, et nous en renvoie les rayons lumineux, après les avoir, comme le prisme, réfractés et colorés selon sa nature 7. Secondo Zola l arte deve, accanto alla scienza, prendere parte a «la grande enquête sur l homme et la société», studiare «le determinisme des phénomènes humains». E poiché la verité non si scopre che attraverso lo studio della realité, il compito dell arte e della letteratura consiste in una costante ricerca, attraverso ciò che è reale, effimero e particolare, di ciò che è vero, eterno e generale. La letteratura ha una funzione investigativa, sociale e morale. Anche in Maupassant, come in Zola, la descrizione è fondamentale. Per Maupassant, essa ha la funzione di «mettere in scena», di «far vedere» i personaggi, di creare «atmosfere speciali». Persuaso che «le monde est notre répresentation» e che «chacun de nous se fait donc simplement une illusion du monde», Maupassant non assegna alla letteratura alcuna funzione investigatrice: l écrivain n a d autre mission que de reproduire fidèlement [son] illusion avec tous les procédés d art qu il a appris e di farla recepire al lettore come realtà: 7 Le Correspondant, I/375, (a Valabrègue, 18 VIII 1864). 7