Indebitamento strutturale, crescita e cambiamento della base imponibile dell imposta sul reddito delle imprese.
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1 Indebitamento strutturale, crescita e cambiamento della base imponibile dell imposta sul reddito delle imprese. ANTONIO SOFIA Presidente ASFIM La filiera della moneta, 28 maggio 2012, CCIAA di Bari 1
2 Indebitamento strutturale, crescita e cambiamento della base imponibile dell imposta sul reddito delle imprese. Antonio Sofia La tassazione impone un onere che incide sulla profittabilità dei nuovi investimenti, influenzandone la realizzazione, la dimensione e la localizzazione. Sul piano finanziario ha un effetto sulla scelta delle fonti di finanziamento e in modo particolare nella decisione di coprire il fabbisogno finanziario con capitali di terzi o capitale proprio. In teoria il principio cardine cui la politica tributaria dovrebbe ispirarsi, è quello di garantire un prelievo il più possibile neutrale rispetto alle decisioni delle imprese. Sappiamo che questo non si verifica nella scelta fra debiti il cui costo è deducibile e capitale di rischio la cui remunerazione è interamente assoggettata a prelievo fiscale. In passato ci sono stati momenti in cui questa disparità di trattamento è stata attenuata quando è stata introdotta nel nostro ordinamento la DIT e la thin capitalization che aumentava il costo del ricorso al debito, stabilendo l indeducibilità degli interessi passivi per i finanziamenti con particolari caratteristiche. Nel 2008 entrò in vigore una riforma che stabilì una significativa riduzione delle aliquote dell Ires (dal 33 al 27,5 per cento) e dell IRAP (dal 4,25 al 3,9 per cento), accompagnata dall ampliamento delle basi imponibili. Nel caso dell Ires l ampliamento della base imponibile fu realizzato principalmente con l introduzione di un nuovo limite alla deducibilità degli interessi passivi e con l abolizione degli ammortamenti anticipati; l intervento sulla deducibilità degli interessi abrogò il regime della thin capitalization. La leva fiscale, unitamente ad altri fattori, ha determinato una struttura finanziaria delle imprese con un indebitamento che possiamo definire strutturale, nel senso che può esser pagato solo con sostituzione di debiti diventando uno dei fatti economici più rilevanti della nostra epoca. Il problema è che in genere questo squilibrio è dato per acquisito, mentre bisognerebbe sottoporlo a riflessione critica. In questo periodo di crisi le aziende, specialmente piccole e medie, in Italia stanno soffrendo la prudenza delle banche a erogare finanziamenti a imprese ritenute solvibili l anno prima, e molte sono costrette a chiudere o portare i libri in tribunale. Da uno studio della Banca d Italia (La situazione economico-finanziaria delle imprese italiane nel confronto internazionale, Antonio De Socio) emergono le principali differenze tra la struttura finanziaria delle imprese italiane e quella dei paesi europei nel periodo compreso tra il 2004 e il 2007, ossia negli anni che hanno preceduto la crisi finanziaria. Secondo questa indagine, le imprese italiane presentano diversi fattori di debolezza rispetto a quelle europee. In primo luogo, esse appaiono caratterizzate da una minore capacità di generare reddito dalla gestione operativa, benché nel periodo considerato abbiano registrato una espansione dei volumi di fatturato leggermente superiore. 2
3 In secondo luogo, un alto indebitamento, rispetto sia al fatturato sia al capitale di rischio, comporta una più elevata incidenza degli oneri finanziari. In terzo luogo, per le imprese italiane è maggiore il peso dell indebitamento a breve termine e minore la disponibilità di attività liquide. Infine, è assai elevata la quota di crediti commerciali sul totale dell attivo. Queste fragilità delle imprese italiane hanno verosimilmente svolto un ruolo anche nell attuale crisi, in cui il peggioramento nell accesso al credito ha riguardato principalmente le imprese di minore dimensione, solitamente meno capitalizzate. Il maggior peso degli oneri finanziari rispetto alle imprese europee implica una minore disponibilità di risorse interne da investire nell impresa e quindi la necessità di finanziare il capitale circolante o gli investimenti, ricorrendo al debito. La presenza di una liquidità inferiore e di una quota di debito a breve termine superiore rispetto alle imprese europee, aumentano le difficoltà in una situazione di crisi di liquidità e di difficoltà di rifinanziamento del debito. Un elemento di criticità è rappresentato dall elevato peso del debito commerciale: questo da un lato può essere positivo perchè consente alle aziende di dilazionare i propri pagamenti; dall altro può rappresentare un canale di propagazione della crisi, attraverso lo spostamento verso i propri fornitori delle difficoltà delle imprese di finanziare il capitale circolante. Con riferimento agli investimenti, il principio della neutralità è in larga misura recepito nell ordinamento con qualche correttivo nelle fasi del ciclo economico che richiedevano una politica anticiclica al fine di stimolare la crescita. Mi riferisco agli investimenti finanziati con capitale proprio nel 2000 o la detassazione degli utili reinvestiti sul modello della legge Tremonti del Analisi empiriche hanno messo in evidenza come gli effetti sugli investimenti siano stati rilevanti nel 1994 (anno di introduzione della legge Tremonti) e nel 1997 (riduzione dell aliquota di imposizione sui profitti per l abolizione dell Ilor e l introduzione della DIT), poco significativi nel 2000 (Gennari, Maurizi e Staderini, 2005). Incentivi agli investimenti sono stati dati anche sotto forma di sussidi indirizzati, in particolare alle aree depresse. È importante inoltre rilevare che la leva fiscale può essere utilizzata per favorire gli investimenti in settori con un più elevato contenuto tecnologico, prevedendo agevolazioni specifiche per l attività di R&S, ma gli interventi finora attuati in Italia sono stati frammentari, di portata limitata e sempre a carattere temporaneo. Un filone di analisi collegato alla relazione tra finanza e crescita, si è concentrato sugli investimenti delle imprese. I principali risultati, suggeriscono che gli investimenti delle aziende di minore dimensione e di quelle con minori attività reali da stanziare a garanzia dei prestiti dipendono, in maggior misura dalla disponibilità di risorse interne (Gaiotti e Generale, 2002; Franzosi, 2000) e che la reattività degli investimenti rispetto a variazioni del cash-flow è inferiore nel caso di imprese grandi (Galeotti, Schiantarelli e Jaramillo, 1991) o di imprese che hanno rapporti stabili con le banche (Bianco, 1997). La domanda che ci poniamo è se esiste un imponibile che diversamente da quello attuale, stimoli la riduzione dell indebitamento strutturale, e favorisca la crescita. 3
4 Effettivamente un tale imponibile esiste, e l oggetto di questo studio è dimostrare come determinarlo e come esso si rapporti all imponibile attuale dell imposta sul reddito d impresa. IL CAMBIAMENTO DI BASE IMPONIBILE La base imponibile proposta è di natura finanziaria, e fondata sul flusso di cassa disponibile una volta coperti i fabbisogni generati dalla crescita. Questo saldo appare in diverse configurazioni di rendiconto finanziario e in particolare in quello dei flussi di liquidità. Per la sua capacità esplicativa utilizzeremo il rendiconto secondo i principi contabili internazionali con metodo indiretto alternativo che parte dal fatturato e termina con la variazione di liquidità. Per agevolare la comprensione dei calcoli faremo uso di un esempio numerico: Conto economico 1 2 vendite acquisti rimanenze finali sevizi valore aggiunto costo del personale MOL ammortamenti Reddito operativo oneri finanziari -2-7 utile prima delle imposte imposte -10,2-19,7 Risultato di esercizio 18,5 35,0 4
5 Calcolo delle imposte 1 2 IRAP imponibile aliquota 0,0482 0,0482 imposta 2,7 5,4 IRES imponibile ante irap irap deducibile: costo del personale -1,2-2,4 oneri finanziari -0,1-0,3 imponibile IRES 27,4 51,9 aliquota 0,275 0,275 imposta 7,5 14,3 totale imposte 10,2 19,7 5
6 Stato patrimoniale 1 2 ATTIVO crediti commerciali rimanenze immobilizzazioni lorde (fondo ammortamento) immobilizzazioni nette TOTALE ATTIVO PASSIVO Debiti commerciali Debiti finanziari Debiti tributari anticipo di imposte -10 Capitale sociale riserve di utili 18 Risultato di esercizio TOTALE PASSIVO
7 Rendiconto finanziario vendite 200 acquisti -80 rimanenze finali 32 sevizi -20 valore aggiunto 132 costo del personale -50 MOL 82 v. crediti -30 v. magazzino -16 v. debiti commerciali 12 flusso di c. Gest. Corr. 48 investimenti -100 FGCA -52 imposte -21 oneri finanziari -7 FABBISOGNO FIN. -80 v. indebitamento finanz. 80 v. capitale sociale 0 Nell esempio proposto, l impresa ha effettuato i seguenti investimenti nella gestione caratteristica: Capitale circolante: crediti commerciali 30 rimanenze 16 debiti commerciali (12) capitale circolante netto 34 immobilizzazioni 100 totale 134 L autofinanziamento è stato di 82 pari al margine operativo lordo pertanto la base imponibile è data da: = 52 negativo che nel rendiconto finanziario corrisponde al flusso di cassa della gestione caratteristica (FGCA). 7
8 Nell esempio abbiamo un deficit di cassa che similmente alle perdite di esercizio si recupera con i risultati degli esercizi successivi. Tutto ciò che resta sotto il FGCA non rileva ai fini delle imposte sul reddito d impresa pertanto, gli oneri finanziari non sono deducibili rendendo in questo modo neutrale la scelta tra capitale di rischio e debiti finanziari mentre la crescita perderebbe qualsiasi freno alla sua corsa dipendendo unicamente dalle capacità imprenditoriali. Due diversi percorsi possono essere seguiti per il calcolo dell imponibile. A) partendo dalmargine operativo lordo (MOL): Margine operativo lordo 82 Meno variazione del capitale circolante -34 Meno investimenti -100 =Base imponibile (FGCA) -52 B) partendo dall base imponibile attuale: Utile prima delle imposte 55 Meno variazione del capitale cicolante -34 Meno investimenti -100 Più ammortamenti 20 Più oneri finanziari 7 meno proventi finanziari 0 Più svalutazioni 0 Meno rivalutazioni 0 =Base imponibile(fgca) -52 Rispetto alla base imponibile attuale abbiamo essenzialmente: un allargamento perché dalla remunerazione del capitale di rischio, si passa al reddito generato dal capitale investito, che ha come contropartita al passivo il capitale di terzi e il capitale netto; una riduzione poichè dal risultato della gestione caratteristica si deduce la parte che è reinvestita (immobilizzazioni e capitale circolante netto operativo). Ad un criterio d origine dei flussi, si sostituisce un criterio di impiego degli stessi (reinvestimento/distribuibilità). VANTAGGI DELLA BASE IMPONIBILE PROPOSTA. Semplicità La base imponibile proposta è di facile comprensione come è evidente nei due processi di calcolo che hanno, come concetto sottostante, i flussi monetari. Per le imprese del settore bancario e assicurativo, si tratta di definire i perimetri della gestione caratteristica. 8
9 Oggettività riguardo all oggettività i flussi di cassa sono osservabili in ogni momento anche giornalmente dopo la contabilizzazione quotidiana delle operazioni, e in ogni rendiconto mensile anche se sommario dato che la base imponibile proposta non richiede la valutazione delle rimanenze. In mancanza di qualsiasi forma di rendicondazione periodica, è sufficiente, con alcune elaborazioni, utilizzare i dati dell estratto conto bancario. Una oggettività che compromette le pratiche elusive in modo forse definitivo. Certamente sono neutralizzate tutte le politiche di bilancio che fanno perno su ammortamenti e valutazione delle rimanenze. Aderenza alla facoltà contributiva finanziaria delle imprese. Il metodo di calcolo dellabase imponibile, a partire dal margine operativo lordo (MOL) è a questo riguardo illuminante: esso mostra che la base imponibile proposta è ottenuta dopo la deduzione di tutta la parte reinvestita, cioè quella che non è più nella facoltà distributiva dell impresa. Quello che resta ( saldo positivo di FGCA ), è al contrario disponibile, distribuibile e quindi utilizzabile per il pagamento di imposte. Con FGCA come imponibile avremo accanto alle imprese che pagherebbero molto di più di quanto facciano attualmente, altre che pagherebbero meno in presenza di investimenti destinati alla crescita dell attività caratteristica. Rafforzamento progressivo del capitale di rischio, grazie alla riduzione alla propensione al prestito. Il merito essenziale della base imponibile considerata è di sopprimere la disuguaglianza di trattamento che esiste tra capitali propri e capitali di terzi. La soppressione di questa disuguaglianza di trattamento, combinata con l aderenza della base imponibile alla capacità contributiva finanziaria delle imprese, ridurrà la propensione all indebitamento finanziario e rafforzerà così progressivamente la capitalizzazione delle imprese di cui si invoca da più parti un miglioramento. Le imprese con un flusso di cassa positivo della gestione caratteristica (FGCA positivo) e quindi tassabile, non avranno più bisogno di chiedere un prestito per pagare le imposte anche con aliquote d imposta più elevate rispetto alle attuali. Se il tasso di crescita resta superiore al costo dell indebitamento, il saldo dei flussi di cassa disponibili può essere distribuito lasciando che gli oneri finanziari siano coperti con un incremento dell indebitamento. Sarà allora, che l indebitamento decrescerà progressivamente a beneficio del capitale netto e il sistema bancario ritroverà progressivamente la libertà di manovra indispensabile per esercitare efficacemente le scelte, a beneficio delle sole imprese di successo, o che presentano le condizioni serie di diventarlo. 9
10 Riduzione del credito interimprese. I crediti commerciali e i debiti verso fornitori, sono inclusi nel capitale circolante netto operativo il cui incremento è deducibile ai fini fiscali. Il primo effetto prevedibile, in un regime fiscale del tipo proposto, è quello di non avere convenienza a esercitare, oltre un certo limite, un potere negoziale verso i fonitori per allungare i termini di pagamanto poiché l incremento del debito verrebbe tassato a parità di altre condizioni. Sul piano fiscale converrebbe invece allungare i termini di incasso delle vendite perché l incremento del credito è deducibile in quanto parte del capitale circolante, ma questo interesse verrebbe controbilanciato dal costo di eventuali debiti finanziari che non sono deducibili. In definitiva se la dilazione di incasso rappresenta per l impresa che lo concede, un elemento di riduzione della base imponibile, diventa un incremento di imponibile per l impresa che gode del beneficio. A livello di sistema, si avrà una riduzione dell indebitamento finanziario, in modo particolare delle imprese minori in genere soccombenti nei rapporti commerciali con le imprese di grandi dimensioni. Lo stimolo all investimento Lo stimolo risulterà molto direttamente dal fatto che tutti gli investimenti, sia in immobilizzazioni che in capitale circolante, sono deducibili dalla nuova base imponibile. Gettito fiscale Il metodo proposto potrebbe determinare una riduzione del gettito fiscale: è il rischio da correre per favorire, attraverso l investimento la crescita tanto invocata. Per lo stato la crescita si traduce in: - un gettito di IVA piu alto pari all incremento del valore aggiunto generato dalla crescita moltiplicato per l aliquota IVA di settore; - maggiori contributi e ritenute sui compensi spettanti ai nuovi dipendenti, o sugli incrementi delle remunerazioni dei dipendenti esistenti. Nell esempio proposto il gettito fiscale da IVA e il costo del lavoro, compensano quello di competenza così come emerge dal prospetto seguente: 1 2 variazione aliquote gettito incrementale valore aggiunto ,21 13,86 costo del personale ,458 11,45 totale 25,31 10
11 E opportuno ricordare che in assenza di crescita o tassi di cresita modesti, il flusso di cassa della gestione caratteristica (FGCA), diventa pari al margine operativo lordo(mol) che è sicuramente molto più alto rispetto all imponibile attuale. Pertanto il minor gettito delle imprese che crescono verrebbe compensato dal gettito più consistente delle imprese mature. Il punto da notare qui è che la base imponibile proposta favorirà le migliori imprese per la crescita e lo stimolo all investimento, prende, quindi una colorazione fortemente qualitativa che corrisponde perfettamente a quella invocata da ogni parte in questo momento. L utilizzazione normale, è giustificata dell effetto di leva concernente prima di tutto le imprese di successo, che possono crescere a un tasso superiore alla redditività del capitale investito, che a sua volta deve essere superiore o pari al costo medio ponderato del capitale. In questo contesto di creazione di valore è ipotizzabile un uso supplementare della leva finanziaria, ma in favore questa volta di una più generosa distribuzione di dividendi. La tabella che segue, consente di osservare in modo organico le dinamiche dei flussi sia economici che di cassa e le relazioni tra essi e il prelievo fiscale La dinamica dei flussi. Stato patrimoniale Conto economico Fonti/impieghi Flussi di cassa Capitale investito (capitale circolante+immobilizzazioni) MOL variazione capitale investito debiti finanziari -oneri finanziari Variazione debiti finanziari -imposte FCGCA Flussi gestione finanziaria -imposte Capitale netto Autofinanziamento potenziale autofinanziamento Variazione della liquidità L analisi tradizionale consiste nel leggere questa tabella da sinistra a destra e da colonna a colonna. La seconda colonna fornisce la chiave dei risultati, dal margine operativo lordo (MOL) alla capacità detta di autofinanziamento potenziale e che viene chiamato impropriamente cashflow. La terza colonna costituisce la struttura di rendiconto finanziario del tipo di fonti/impieghi. Nel caso in cui la sola risorsa esterna di finanziamento è costituita 11
12 da debiti verso banche, sottoforma di incremento netto del debito finanziario totale, l autofinanziamento è costituito dalla differenza tra i fabbisogni generati dagli investimenti (variazione capitale circolante e immobilizzazioni della gestione caratteristica) e la risorsa esterna proveniente dal sistema bancario. La quarta colonna, quella dei saldi evidenzia la variazione delle liquidità come somma algebrica di flussi di cassa della gestione caratteristica, flussi da attività finanziarie e uscite per il pagamento delle imposte. Questo saldo è anche determinato orizzontalmente, dalla differenza tra capacità di autofinanziamento e autofinanziamento effettivo. Il funzionamento di questo saldo implica, nel caso in cui fosse negativo, la necessità per l impresa di dover colmare la differenza con un aumento del capitale di rischio e viceversa, di essere nelle condizioni di effettuare una distribuzione di dividendi. L approccio conforme all ottica delle dinamiche monetarie consiste al contrario nel leggere la tabella dall alto verso il basso, linea per linea. Per ogni riga, dal confronto tra una risorsa e un impiego, si ha un saldo monetario e la somma algebrica di questi saldi della quarta colonna permette allora di recuperare, in un altro modo, il saldo di gestione epressivo del reddito distribuibile agli azionisti. Il percorso consiste nell associare ad ogni riga una informazione tratta dal conto economico (sconda colonna ) ad un altro, tratta dalle variazioni dello stato patrimoniale (terza colonna fonti e impieghi ). Ma è precisamente questa associazione che costituisce l originalità dell ottica dei flussi, originalità che non è certamente la semplice armonia di una tabella che quadra. Ci troviamo di fronte a due livelli di analisi, manifestamente differenti l uno dall altro, e la gerarchia tra essi si impone per chi vede nell impresa la cellula elementare di tutta l economia. Ad ogni livello, una lettura riga per riga della tabella, attraverso il confronto di una risorsa e di un utilizzo, consente di cogliere, inscritta in filigrana la redditività degli investimenti e la loro crescita. Il binomio redditività/crescita che traspare, costituisce l anima stessa di un approccio dinamico all impresa. E evidente l espressione della la prima riga, quella dei capitali investiti, per i quali l ottimizzazione consiste nel massimizzare la crescita nei limiti della redditività ottenuta, ciò che fa di conseguenza tendere FGCA a zero. Per quanto concerne l indebitamento, è tuttavia il rigo seguente che presenta l interesse più immediato. La sua dinamica è determinata nel piano dei flussi dalla coesistenza ogni anno, di due flussi che sono normalmente in senso inverso l uno dall altro: - il flusso degli oneri finanziari, che va dall impresa alla banca; - il flusso di variazione netta del montante del debito, che è esso stesso sovente, il risultato di movimenti di segni opposti (rimborsi/nuovi prestiti). Quest ultimo flusso tenderà, al di là delle sue oscillazioni annuali, ad aggiustarsi sulla crescita effettiva dei capitali investiti di cui, costituirà allora, una parte stabile. Un argomento supplementare di grande peso, depone inoltre a favore di quanto proposto: quello del trattamento dell inflazione che i flussi monetari permettono di effettuare automaticamente. 12
13 A livello dei capitali investiti, il gonfiamento inflazionistico delmol è eliminato dalla deduzione da quest ultimo della variazione di capitale circolante netto, anch esso cresciuto per effetto dell inflazione in modo che il FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (FGCA) è un saldo di tesoreria esente da questo inconveniente. Per quanto riguarda l indebitamento strutturale, oggetto della nostra attenzione, il saldo bancario sarà un flusso netto dalla banca verso l impresa o dell impresa verso la banca secondo se il tasso di interesse reale sarà superiore o inferiore al tasso di crescita reale delle vendite e dei suoi capitali investiti, e dunque a struttura costante, dei capitali presi in prestito. La proposta di cambiamento di imponibile delle imposte sul reddito d impresa è strettamente connessa alla capacità contributiva finanziaria dell impresa che è diversa dalla capacità economica. La scelta poggia sulla considerazione che, la parte del risultato economico reinvestito, non fa parte del ritorno dell impresa perché, essendo resa indisponibile dal fatto stesso del suo reinvestimento, non fa più parte della sua capacità distributiva e pertanto diventa indisponibile. La dialettica redditività/crescita è dunque nel cuore stesso di questa proposta, e questa dialettica necessita, come abbiamo appena visto dell articolazione della tabella, della gerarchia dei livelli di analisi, che nella lettura orizzontale esprime in modo chiaro le dinamiche della crescita e dell indebitamento. Antonio Sofia 13
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