A-02 Relazione tecnica di dimensionamento. Elaborato A-02.doc Settembre Emissione Ing. Nicola Mori Ing. Cosimo Convertino Ing.

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1 A-02 Relazione tecnica Elaborato A-02.doc Settembre Emissione Ing. Nicola Mori Ing. Cosimo Convertino Ing. Remo Chiarini

2 Indice 1 Introduzione Normativa di riferimento Parametri dell impianto di depurazione e del collettore fognario Dati di progetto Parametri della procedura Rhizopur Il Collettore fognario di adduzione all impianto Descrizione della rete di progetto Verifica idraulica dei collettori a gravità I pozzetti scaricatori di piena Sollevamenti L impianto di trattamento delle acque reflue Dimensionamento dei processi di depurazione Grigliatura Sollevamento e ricircolo Filtro percolatore o letto batterico Pozzetto di by-pass dei letti di rizofiltrazione e partitore di portata Letti di rizofiltrazione Relazione tecnica Pagina 2

3 1 INTRODUZIONE La presente relazione dei calcoli statici e strutturali è parte integrante del progetto del nuovo depuratore di Ponte Buriano e dei relativi collettori fognari, redatto su incarico della società Nuove Acque S.p.a., gestore unico del Servizio Idrico Integrato per i comuni dell A.T.O. n 4 della Toscana (Alto Va ldarno). Il nuovo impianto di depurazione tratterà da subito le acque reflue urbane provenienti dai collettori misti e neri dei nuclei abitati di Ponte Buriano e C. Fischio nel comune di Arezzo, ma è dimensionato per ricevere e trattare in futuro gli ulteriori contributi che verranno addotti anche dalle frazioni di Cincelli e di Meliciano, per un totale di circa 600 a.e. 1.1 Normativa di riferimento Il progetto, stante la sua potenzialità nominale pari a 600 AE, non essendo riferibile alla tipologia Impianti di depurazione delle acque reflue con potenzialità superiore a abitanti equivalenti, di cui all allegato 3, elenco B, numero 7, lettera v) alla parte seconda del D.Lgs 152/2006, non rientra per dimensioni tra le opere da assoggettare alla procedura di V.I.A.. Sempre sotto il profilo delle norme di tutela ambientale, il progetto è stato invece redatto in ottemperanza a quanto disposto dal comma 3 dell art.6 della Direttiva Habitat n. 92/43/CEE in ragione della circostanza che l area contigua al fiume Arno nel tratto che va da Ponte Buriano fino all invaso artificiale della Penna è ricompresa nel perimetro di uno dei siti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000, identificato come Ponte Buriano e Penna, con codice IT , e denominato nel giugno 1995 Sito d Importanza Comunitaria proposto (psic). Tale classificazione fu disposta a norma dell art. 3 della direttiva Habitat che recepiva, a sua volta, la Direttiva Uccelli n. 79/409/CEE e che fu adottata in Italia nel 1997, mediante il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo Il nuovo depuratore ricade inoltre anche entro i confini della Riserva Naturale Regionale Ponte Buriano e Penna, in un area caratterizzata da boschi, arbusteti e coltivi prospicienti il fiume Arno e il suo bacino, pertanto verrà realizzato in accordo a quanto prescritto dal Regolamento delle Riserve Naturali Valle dell inferno e Relazione tecnica Pagina 3

4 Bandella e Ponte Buriano e Penna, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n.79 del (di cui all art. 16 della L.R. n.49 del ), che permette la realizzazione di opere e infrastrutture ritenute idonee e indispensabili per i miglioramenti ambientali e in generale per la realizzazione delle finalità della Riserva Naturale. L impianto di trattamento delle acque reflue in progetto, stante la potenzialità compresa fra 50 e 2000 AE, come stabilito nelle Indicazioni Generali dall Allegato 5 al D.Lgs 152/2006 cui rimanda l art.105 della legge medesima e dal D.P.G.R. Toscana 8 settembre 2008, n. 46/R Regolamento di attuazione della legge regionale 31 maggio 2006, n.20 Norme per la tutela delle acque dall inquinamento, è stato progettato utilizzando filtri percolatori (o letti batterici) e tecniche di depurazione naturale come la fitodepurazione, con l obiettivo di rendere semplice la manutenzione e la gestione, minimizzare i costi gestionali e abbattere l impatto ambientale. Il dimensionamento di tali trattamenti è stato condotto, in ottemperanza a quanto disposto dall articolo 24 del regolamento delle Riserve Naturali Regionali Valle dell Inferno e Bandella e Ponte Buriano e Penna, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n.79 del , in modo da raggiungere i limiti riportati in Tabella 1 dell Allegato 5 al D.Lgs 152/2006. Il dimensionamento del collettore fognario, al quale verranno allacciate le condotte fognarie attualmente esistenti, è stato basato sulla scorta delle previsioni di espansione demografica dei centri abitati di Ponte Buriano, C. Fischio, Meliciano e Cincelli (assumendo che anche queste ultime due località vengano successivamente allacciate al collettore di progetto) secondo i dati riportati in Tabella 1-1. Tabella 1-1 Numero degli Abitanti Equivalenti di ognuno dei centri abitati afferenti al nuovo collettore di progetto AE (Abitanti Equivalenti di progetto) Ponte Buriano est 100 Ponte Buriano sud 100 Ponte Buriano nord 50 C. Fischio e Meliciano 150 Cincelli 200 Totale 600 Stante la necessità di scaricare le portate eccedenti la portata massima di progetto della fognatura, al fine di salvaguardare l integrità e la funzionalità delle sue parti Relazione tecnica Pagina 4

5 costruttive e di non sovraccaricare l impianto di depurazione con portate che si potrebbero formare durante piogge intense, ogni allaccio della fognatura mista esistente alla fognatura di progetto sarà realizzato mediante la costruzione di pozzetti scaricatori di piena (vedi Figura 1-1) dimensionati per scolmare portate superiori a 6 volte la portata media nera in tempo secco, in conformità a quanto stabilito dall art. 16 L.R. n.20 del emanata ai sensi dell art. 113 del D. Lgs. 152/2006. Scaricatore di piena C. Fischio Scaricatore di piena Ponte Buriano Sollevamento 2 Sollevamento 1 Depuratore Figura 1-1: Corografia dell area interessata dai lavori Relazione tecnica Pagina 5

6 2 PARAMETRI DI DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO DI DEPURAZIONE E DEL COLLETTORE FOGNARIO 2.1 Dati di progetto Come già accennato in premessa il dimensionamento del collettore, al quale verranno allacciate le condotte fognarie attualmente esistenti, è stato basato sulla scorta delle previsioni di espansione demografica dei centri abitati di Ponte Buriano, C. Fischio, Cincelli e Meliciano (assumendo che anche queste ultime due località vengano successivamente allacciata al collettore di progetto) secondo i dati riportati in Tabella 1-1. La dotazione idrica procapite, stabilita in Di = 250 l/(ae gg), è stata desunta (vedi Tabella 2-1) maggiorando del 10% il valore delle previsioni contenute nel Piano d'ambito per l ATO 4 dell Alto Valdarno, relativamente ai fabbisogni idrici legati al raggiungimento degli obiettivi al 20 anno di gesti one (III livello di servizio, anno 2018), per comuni con popolazione residente inferiore a 5000 abitanti. Tabella 2-1 Dotazione idrica procapite prevista dal Piano d Ambito. Comuni con Ab. Dotazione idrica prevista per popolazione residente [litri/(abitante.giorno)] 1 anno di gestione (1 liv. di servizio) 10 anno di gestione (2 liv. di servizio) 20 anno di gestione (3 liv. di servizio) ab> <ab< <ab< <ab< ab.< Per il corretto dimensionamento dell impianto di trattamento delle acque reflue e del collettore fognario, è stato necessario determinare la portata media, la portata di punta nera e quella massima ammessa all impianto di depurazione, nonché le concentrazioni di inquinanti all interno del refluo. Per questo motivo è stato ipotizzato un coefficiente di afflusso in fogna pari a c f = 0.8, un coefficiente di punta c pn = 3 e un valore di portata ammessa all impianto pari a sei volte quella media. Inoltre, stante il fatto che nelle ore notturne la portata prodotta è molto ridotta rispetto a quelle diurne, la portata media oraria sarà calcolata dividendo la portata idrica giornaliera per un numero di ore pari a b=18. Considerando le ipotesi fatte, il valore della portata media oraria Q m si determina Relazione tecnica Pagina 6

7 con la seguente espressione: b dove: PN Di c f b è la potenzialità nominale dell impianto espressa in AE; è la dotazione idrica giornaliera procapite in l/(ae gg); è il coefficiente di afflusso in fogna; è il numero di ore sul quale viene calcolata la portata media. Stabilita la Q m è possibile calcolare la portata di punta nera Q pn e la portata massima ammessa all impianto Q max con le seguenti espressioni: Q c Q l s 5.56 l s 20 m h Q 6 Q l s l s 40 m h dove: Q m c pn è la portata media; è il coefficiente di punta. Nella tabella successiva sono riportati i valori dalla portata media Q m,i, della portata di punta nera Q pn,i, e della portata massima ammessa all impianto Q max,i generate da ogni singola area afferente al collettore di progetto nonché quelle relative alla potenzialità dell impianto di depurazione. Tabella 2-2 Numero degli Abitanti Equivalenti di ognuno dei centri abitati afferenti al nuovo collettore di progetto con indicazione della portata media Qm,i, della portata di punta nera Qpn,i e della portata massima ammessa in fogna Qmax,i. Potenzialità PN [AE] Portata media Q m,i [l/s] Portata di punta nera Q pn,i [l/s] Portata massima ammessa Q max,i [l/s] Ponte buriano est Ponte buriano sud Ponte buriano nord C. Fischio Cincelli Totale al depuratore Gli apporti unitari degli inquinanti A u,i espressi in termini di BOD 5 e Solidi Sospesi Totali (SST) sono rispettivamente pari a 60 g/(ae gg) e 75 g/(ae gg). Per ognuno di essi pertanto è possibile determinare il carico inquinante CI i, espresso in Kg/gg, e la concentrazione media c i, espressa in mg/l, con le seguenti espressioni: Relazione tecnica Pagina 7

8 CI A, PN c A, PN Q dove: PN A u,i Q m è la potenzialità nominale dell impianto espressa in AE; è l apporto unitario di inquinante; è la portata media; Nella tabella successiva (Tabella 2-3) si riportano i valori risultanti del carico inquinante e della concentrazione media nel refluo influente relativamente al BOD 5 e ai SST, nonché i valori limite della concentrazione degli inquinanti allo scarico fissati dalla Tabella 1 dell Allegato 5 al D.Lgs. 152/2006. Tabella 2-3 Valori del carico inquinante giornaliero e della concentrazione media del BOD 5 e dei SST con indicazione dei valori limite della concentrazione degli inquinanti allo scarico fissati dalla Tabella 1 dell Allegato 5 al D.Lgs. 152/2006 Apporto unitario inquinante ipotizzato Carico Inquinante Concentrazione media nel refluo influente Concentrazione media nel refluo effluente (limiti da Tab. 1 All. 5 D.Lgs. 152/2006 A u,i CI i c i c i [g/(ae*d)] [Kg/d] [mg/l] [mg/l] BOD SST Parametri della procedura Rhizopur Secondo quanto riportato nel rapporto d assistenza tecnica per il dimensionamento di piccole installazioni di depurazione ( Dimensionnement de petites installations d assainissement, Arezzo, Italie ) commissionato da Nuove Acque S.p.A. e redatto da DORE 1 di Suez Environnement in data , in cui si analizzavano diverse tipologie impiantistiche per il trattamento di acque reflue quali la tecnica di infiltrazione-percolazione, la fitodepurazione a flusso verticale, la procedura brevettata Rhizopur, la tecnologia dei biodischi, e l utilizzo di impianti a fanghi attivi compatti, si evince che, per potenzialità comprese tra 400 e 2000 AE, la procedura Rhizopur risulta essere la più conveniente tra quelle analizzate dal punto di vista rendimento/costi e, pertanto, su richiesta della stazione appaltante, il progetto 1 DORE: Direction des Operations de la Recherche et de l Environnement Relazione tecnica Pagina 8

9 prevede l adozione di tale tecnologia. I parametri fissati nel rapporto sopracitato necessari per il corretto dimensionamento degli elementi che costituiscono la procedura Rhizopur, affinché vengano rispettati i limiti stabili dalla Tabella 1 dell Allegato 5 al D.Lgs. 152/2006, sono riportati nella tabella seguente. Tabella 2-4 Parametri della procedura Rhizopur. Letto Batterico Carico idraulico superficiale massimo m 3 /(m 2 h) 2.50 Altezza minima del riempimento m 2.66 Carico organico superficiale giornaliero limite g BOD 5 /(m 2 gg) 6.00 Rizofiltrazione Superficie specifica del filtro AE/m Carico specifico massimo dei fanghi gss/(gg m 2 ) Carico idraulico superficiale massimo m 3 /(m 2 gg) 0.80 Altezza del blocco filtrante m 0.80 Superficie massima delle vasche m Tipo di canne Phragmites Australis Densità delle piante Piante/m Relazione tecnica Pagina 9

10 3 IL COLLETTORE FOGNARIO DI ADDUZIONE ALL IMPIANTO I nuovi collettori fognari saranno costituiti sia da rami a gravità che da rami in pressione. I primi saranno realizzati con tubazioni in PVC serie SN8-SDR34, conformi alla norma UNI EN , aventi diametro esterno pari a 200 mm e saranno dotati di opportuni pozzetti prefabbricati di ispezione, curva e salto in C.A.V. (vedi elaborato T-09); viceversa le condotte in pressione saranno realizzate in ghisa sferoidale conformi alla norma UNI EN 598 ed avranno un diametro nominale pari a 100 mm (per il tratto posto nel ramo A-B) e 150 mm (per il tratto in pressione del ramo B-F). Il progetto prevede che tutte le condotte di fognatura mista esistenti nell area d intervento siano allacciate al collettore in progetto. Tali allacci saranno costituiti da un pozzetto scaricatore di piena che, come meglio descritto nei paragrafi successivi e nella relazione tecnica (vedi elaborato A-02), avrà la funzione di scaricare le portate eccedenti la portata massima di progetto (pari a 6 volte la portata media nera in tempo secco Q pi = 6 Q mi ), al fine di salvaguardare l integrità e la funzionalità delle condotte e delle apparecchiature installate e di non sovraccaricare l impianto di depurazione con portate che si potrebbero formare durante piogge intense. Il collettore di progetto inoltre, sarà dotato di due impianti di sollevamento dei reflui necessari per superare i dislivelli che si hanno all interno della rete (vedi elaborato T-02). 3.1 Descrizione della rete di progetto Dall analisi dagli elaborati grafici (vedi elaborati T-02) si osserva chiaramente che la nuova rete sarà costituita da tre collettori principali (ramo A-B, ramo C-B e ramo B-F) aventi tratti sia in pressione che a gravità a pelo libero. In particolare ad est di Ponte Buriano, nella piazzola di sosta in prossimità dell incrocio fra la S.P. n.01 Setteponti e la S.P. n.56 dello Spicchio, verrà realizzato un pozzetto scaricatore di piena e, subito a valle, un impianto di sollevamento. Il pozzetto scaricatore intercetterà le portate generate dalla zona est di Ponte Buriano che il collettore fognario esistente sversa in Arno e, dopo aver scolmato le portate eccedenti la portata di progetto, le devierà nella vasca di carico del Relazione tecnica Pagina 10

11 sollevamento posto subito a valle. Da qui, per mezzo di una condotta in ghisa sferoidale DN 100 mm avente lunghezza di circa m e posta in opera lungo la S.P. n.01 che attraversa Ponte Buriano, le acque reflue verranno sollevate ad un pozzetto di carico ispezionabile,con scorrimento sul fondo posto a quota m s.l.m., realizzato nella carreggiata della S.P. Setteponti. Da tale pozzetto ripartirà il collettore a pelo libero che sarà realizzato con una condotta in PVC DE200 mm avente lunghezza di circa m e pendenza variabile tra 3.6% e 3.0 che addurrà i reflui fino ad una seconda stazione di sollevamento (che accoglierà anche il collettore proveniente da Casa al Fischio), necessaria per rilanciare i reflui all impianto di depurazione. Tra il pozzetto d ispezione sopra detto e la seconda stazione di sollevamento, a circa 33.0 m da quest ultima, la nuova condotta in PVC intersecherà un collettore in cls DI 500 mm esistente, per mezzo del quale vengono attualmente sversate, in un fosso afferente all Arno, le portate generate dalla zona sud di Ponte Buriano. In questo punto il progetto prevede la realizzazione di un pozzetto di salto e di un pozzetto scaricatore di piena: il primo manufatto servirà per far passare la tubazione in PVC sotto la condotta in cls esistente, il secondo invece intercetterà le portate che scorrono nel collettore esistente e le farà confluire nel collettore di progetto. Nella strada comunale che dalla S.P. n.1 porta a C. Fischio, verranno realizzati due pozzetti scaricatori di piena che intercettando due condotte in cls DI 400 mm esistenti e devieranno nel nuovo collettore le portate attualmente affluenti nel Borro dell Ontaneta. A valle di detti manufatti verrà posto un pozzetto di confluenza avente quota di scorrimento pari a m s.l.m. dal quale si svilupperà una condotta in PVC DE200 lunga circa m ed avente pendenza variabile tra 5.30% e 3.0 che, a gravità, porterà le acque di scarico fino al sollevamento di adduzione al depuratore. Nel tratto di condotta compreso tra tale sollevamento e i pozzetti realizzati nella zona di C. Fischio dovranno essere realizzati l attraversamento del Borro dell Ontaneta e, a circa m dalla stazione di sollevamento in questione, un pozzetto scolmatore che intercetterà le portate generate dalla zona nord di Ponte Buriano attualmente scaricate nel corso d acqua sopracitato. Poiché l attraversamento del borro dell Ontaneta non può essere realizzato Relazione tecnica Pagina 11

12 ponendo in opera la condotta nella carreggiata stradale del ponte, in quanto non è possibile garantire il ricoprimento minimo (pari ad un metro) imposto dalla Provincia di Arezzo senza dover procedere ad una parziale demolizione della volta in mattoni che costituisce la struttura, tale attraversamento verrà eseguito esternamente al ponte, staffando un tubo camicia in acciaio DN 250 all interno del quale verrà posta una condotta in PEAD DE 200. La condotta di mandata all impianto di depurazione sarà costituita da una tubazione in ghisa sferoidale DN150 che, in pressione per una lunghezza di 350 m, convoglierà i reflui a quota m s.l.m in corrispondenza di un pozzetto di ispezione posto nella strada di accesso al nuovo depuratore. Da qui una condotta in PVC DE 200, avente lunghezza di circa 98.0 m e pendenza compresa tra 4.0% e 4.0, porterà a gravità le acque reflue fino al processo di grigliatura. Nel tratto in cui il collettore di adduzione all impianto è in pressione, a circa m dal sollevamento, la condotta dovrà attraversare il borro dell Ontaneta. Analogamente a quanto già detto relativamente al tratto di collettore a gravità, l attraversamento sarà realizzato procedendo ad una staffatura sul lato di valle del ponte, di un tubo camicia in acciaio DN 200 al cui interno sarà posato un tubo in PEAD DE Verifica idraulica dei collettori a gravità Il dimensionamento delle condotte a gravità è stato eseguito facendo riferimento alla scala di deflusso di moto uniforme per le correnti a pelo libero. Tale ipotesi di lavoro è sufficientemente attendibile in quanto, per tratti omogenei di condotta, si ha uniformità di portata smaltita, diametro, pendenza del fondo e scabrezza, sempreché, come accade nel caso presente, le condizioni al contorno di valle non siano tali da generare significativi rigurgiti e la portata in ingresso da monte, nel caso dei tombini, non determini la saturazione dell imbocco. La formula di moto uniforme impiegata è quella di Chézy: dove V è la velocità media [m/s]; R è il raggio idraulico [m]; i è la pendenza del fondo [-]. χ è il coefficiente di scabrezza di Chezy valutato secondo la formula di Relazione tecnica Pagina 12

13 Manning 1 n è il parametro di scabrezza di Manning [m 1/3 s -1 ] Si ottiene così: 1 che, moltiplicata per l area Ω [m 2 ] della sezione trasversale occupata dal liquido, fornisce il valore della portata 1 Stabilito pertanto un diametro esterno minimo pari a 200 mm (in quanto si ritiene che con diametri inferiori si incrementi sensibilmente la probabilità di ostruzione delle tubazioni), la scabrezza e la pendenza minima delle condotte, nonché il grado di riempimento massimo dei tubi (come riportato nella tabella seguente), è stato determinato il diametro esterno delle condotte che sarà pari a 200 mm. Tabella 3-1 Parametri del collettore a gravità Diametro Esterno minimo DE min [mm] Scabrezza n [m 1/3 s] Pendenza minima i min [ ] 3.00 Grado di riempimento massimo r max [%] Il dimensionamento delle condotte prementi, in pressione, è stato compiuto valutando le perdite di carico totali date dalla somma di quelle distribuite, indotte dalla scabrezza interna, e di quelle concentrate, indotte dalla presenza di deviazioni angolari, bruschi allargamenti e restringimenti. Il calcolo delle perdite di carico distribuite lungo la condotta in pressione è stato eseguito utilizzando la formula di Darcy-Weisbach che esprime il gradiente idraulico j come: 2 dove: j è il gradiente idraulico; D è il diametro della condotta [mm]; U la velocità dell acqua [ms -1 ]; g è l accelerazione di gravità [ms -2 ]. λ è il coefficiente adimensionale di attrito [-], funzione del diametro, del numero di Relazione tecnica Pagina 13

14 Reynolds (Re) e della scabrezza delle pareti della condotta ε [mm]. Il coefficiente di attrito λ è stato valutato per mezzo della formula di Colebrook (valida in regime di moto turbolento, Re > 4000): 1 dove: log Re ε 3.71 λ è il coefficiente adimensionale di attrito [-]; Re D ε è il numero di Reynolds, che caratterizza il regime di moto e dipende dalla velocità del flusso U, dalla densità ρ e dalla viscosità dinamica µ (, viscosità cinematica del fluido) è il diametro della condotta [mm]; è l altezza equivalente della rugosità del tubo o scabrezza omogenea equivalente [mm] Nota la lunghezza L della condotta pertanto, è possibile ricavare la perdita di carico distribuita H d =j L. A tali perdite di carico distribuite devono essere aggiunte anche le perdite di carico concentrate che possono essere calcolate con la seguente formula: Δ ξ dove ξ è un coefficiente che dipende dal tipo di discontinuità e U è la velocità della corrente. Nel caso in esame, il tratto di collettore in pressione posto tra la prima stazione di sollevamento e la seconda, sarà realizzato con tubazioni in ghisa sferoidale DN100, mentre quella premente di mandata all impianto di depurazione sarà in ghisa sferoidale DN I pozzetti scaricatori di piena Come si evince dalla Figura 3-1, il progetto prevede la messa in opera di cinque pozzetti scaricatori di piena la cui localizzazione dipende principalmente dall assetto geometrico dell attuale sistema fognario. La loro realizzazione è legata pertanto al fatto che, per allacciare le condotte del sistema fognario misto esistente, è necessario un dispositivo che sia in grado di deviare le portate dalle tubazioni esistenti verso quelle in progetto e, contemporaneamente, riesca a scolmare le Relazione tecnica Pagina 14

15 portate eccedenti la portata massima di progetto del collettore. Durante gli eventi meteorici infatti, si realizzano diluizioni spinte delle acque nere convogliate nelle reti fognarie miste e diventa indispensabile, qualora ve ne sia l occasione, smaltire nel recapito più vicino parte delle acque in arrivo. Per questo motivo la rete viene dotata di partitori denominati scolmatori o scaricatori di piena la cui funzione è, appunto, quella di lasciar procedere nelle rete fognaria l intera portata in arrivo finché essa non è sufficientemente diluita e di scaricare nel recapito più vicino le portate eccedenti quella massima di progetto. C. Fischio Ponte Buriano Scaricatori di piena Figura 3-1 Planimetria di Ponte Buriano e posizionamento degli scaricatori di piena Gli scaricatori di piena adottati per allacciare le condotte attuali a quelle di progetto (vedi Figura 3-2), saranno realizzati in seguito alla demolizione di un tratto di tubazione esistente. Il funzionamento idraulico di questi manufatti prevede che la portata in arrivo dal collettore esistente (che nel caso in questione può avere un diametro variabile compreso fra 400 mm e 600 mm) sia in parte deviata in una nuova tubazione in PVC DE200 (che ha la funzione di derivatore) per mezzo di un raccordo avente diametro decrescente e in parte scolmata verso l emissario con uno sfioratore laterale a soglia inclinata. Una paratoia murale in acciaio inox DN200 posta a monte dell imbocco della condotta derivatrice, regolerà la portata in afflusso nel sistema fognario di progetto riducendo la sezione utile di passaggio. La portata eccedente quella massima di progetto sarà scolmata e, prima di defluire verso l emissario (costituito dal tratto di condotta attuale posta a valle del manufatto), attraverserà un Relazione tecnica Pagina 15

16 griglia in acciaio inox. Figura 3-2 Esempio di pozzetto scaricatore di piena 3.4 Sollevamenti Il nuovo collettore fognario avrà due stazioni di sollevamento (vedi ): la prima posta in prossimità dell incrocio fra la S.P. n.01 Setteponti e la S.P. n.56 dello Spicchio e la seconda nella zona sud del centro abitato lungo la S.P. n.01. Relazione tecnica Pagina 16

17 C. Fischio Stazione di sollevamento 1 Ponte Buriano Stazione di sollevamento 2 Figura 3-3 Planimetria di Ponte Buriano e posizionamento delle stazioni di sollevamento Il primo impianto di sollevamento sarà situato subito a valle di uno scaricatore di piena che intercetterà le portate generate dalla parte est di Ponte Buriano e da Cincelli (qualora la rete di quest ultimo centro abitato venga in futuro allacciata al collettore di progetto) e le devierà nella vasca di carico dell impianto. Figura 3-4 Sezione A-A dell impianto di sollevamento posto in prossimità dell incrocio fra la S.P. n.01 Setteponti e la S.P. n.56 dello Spicchio Dall analisi della Tabella 2-2 si evince che l impianto di sollevamento in questione, nel caso in cui anche la rete fognaria di Cincelli defluisca nel collettore di progetto, dovrà avere una potenzialità nominale di 300 AE. La portata media in arrivo dal Relazione tecnica Pagina 17

18 collettore è, pertanto, pari a Q ms1 =0.93 l/s, mentre quella massima ammessa all impianto di sollevamento è Q maxs1 =6 Q ms1 = 5.56 l/s = 20.00m 3 /h. La seconda stazione di sollevamento invece, sarà necessaria per inviare tutte le acque reflue prodotte dai tre centri abitati (Ponte Buriano, C. Fischi e Cincelli) all impianto di depurazione e, pertanto, avrà una potenzialità nominale di 600 AE. In questo caso la portata media in arrivo dal collettore è pari a Q ms2 =1.85 l/s, mentre quella massima ammessa all impianto di sollevamento è Q maxs2 =6 Q ms2 = l/s = 40.00m 3 /h. Entrambe le stazioni di sollevamento saranno realizzate in maniera analoga. In particolare, la vasca di carico in cui saranno alloggiate le pompe sarà a base quadrata ed avrà dimensione pari a 1.50m x 1.50m. Adiacente ad essa verrà realizzato un pozzetto profondo 1.60 m a base quadrata (1.50m x 1.50m) nel quale saranno installati i pezzi speciali (raccordi ghisa-acciaio, curve e raccordi a ti) e le apparecchiature (valvole di non ritorno e saracinesche). Come già accennato le condotte di mandata saranno in ghisa sferoidale ad eccezione dei tratti posti all interno delle vasche di carico che saranno in acciaio inox AISI 304 per resistere all aggressività delle acque reflue. Il dimensionamento dei due impianti di sollevamento è stato eseguito considerando la prevalenza e le perdite di carico indotte dal sistema di tubazioni 2 costituenti gli impianti stessi (in condizioni di tubi usati). In particolare, relativamente al sollevamento posto in prossimità dell incrocio fra la S.P. n.01 Setteponti e la S.P. n.56 dello Spicchio, considerando che la portata massima in arrivo è pari a 5.56 l/s, la prevalenza geodetica è approssimativamente 4.0 m e supponendo di adottare pompe Flygt NP tipo MT con curva caratteristica (o similari), si ottiene un punto di funzionamento identificato da una portata di 7.9 l/s e una prevalenza totale pari a 6.00 m. Il sollevamento verso l impianto di depurazione invece, avrà una prevalenza 2 Si prevedono condotte di mandata in acciaio inox AISI 304 per il tratto di collettore a contatto con i reflui da sollevare (DN 80 nella prima stazione di sollevamento e DN 100 nella seconda). Nel tratto seguente le condotte saranno in ghisa sferoidale (DN 80 a valle del primo impianto di sollevamento e DN 150 a valle del secondo), con valvole di non-ritorno, saracinesche, raccordi a T e curve a 90 fino al punto di consegna del refluo. Relazione tecnica Pagina 18

19 geodetica pari a circa m e, supponendo di utilizzare pompe Flygt NP tipo MT con curva caratteristica (o similari), si ottiene un punto di funzionamento identificato da una portata di 11.6 l/s e una prevalenza totale pari a m. Il volume utile delle vasche, cioè quello compreso fra il più alto livello di avviamento e quello più basso di arresto, deve essere tenuto al valore minimo necessario per garantire un soddisfacente lavoro delle elettropompe nelle condizioni più sfavorevoli del regime di afflusso, cioè quelle che generano il massimo numero di avviamenti orari delle elettropompe. Stante il fatto che la durata minima del ciclo di pompaggio si verifica quando la portata in afflusso Q in è la metà di quella in uscita Q out, nel caso di una sola pompa installata il volume utile V è dato dalla seguente espressione: 4 dove: V è il volume utile della vasca; Q out è la portata sollevata dalla pompa; z è il numero di avviamenti in un ora. Se la stazione è equipaggiata con due elettropompe uguali di cui una con funzione di riserva attiva, effettuando una permutazione automatica delle due elettropompe il volume utile V può essere dimezzato. Ipotizzando pertanto un numero di avviamenti orario massimo pari a z=4h -1 fissate le dimensioni in pianta delle vasche che hanno una superficie di 2.25 m 2, è possibile calcolare il volume utile che risulta essere pari a 0.89 m 3 impianto di sollevamento e circa 1.30 m 3 per il sollevamento al depuratore. e per il primo Nel caso si verificasse un interruzione dell alimentazione elettrica con conseguente arresto delle pompe, in entrambi gli impianti di sollevamento è previsto uno scarico di emergenza di troppo pieno. In particolare nella stazione situata in corrispondenza della piazzola di sosta ad est di Ponte Buriano, lo scarico di troppo pieno è posto a quota m s.l.m. e confluisce nel pozzetto di ispezione esistente. Viceversa, nella stazione di sollevamento che invierà i reflui al depuratore, lo scarico di troppo pieno è posto a quota m s.l.m. e, per mezzo di una condotta in PVC DE200 lunga circa 52 m e avente pendenza pari al 3, convogliarà Relazione tecnica Pagina 19

20 le portate in un pozzetto d ispezione esistente posto nei campi a sud di Ponte Buriano dal quale, attraverso una condotta in cls DI1000, le acque verranno fatte defluire in Arno. Relazione tecnica Pagina 20

21 4 L IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE Come ampiamente descritto anche nella relazione illustrativa (vedi elaborato A-01) e già accennato in premessa, il depuratore verrà realizzato in un area attualmente adibita ad uso agricolo e, sebbene ricada entro i confini di una Riserva Naturale e di un Sito d importanza Comunitaria, non sono presenti habitat di interesse naturalistico o di particolare vulnerabilità. Come descritto anche nella relazione illustrativa (vedi elaborato A-01), per impianti con potenzialità inferiore a 2000 AE la normativa vigente 3 consiglia l utilizzo di filtri percolatori o impianti ad ossidazione totale e di tecnologie di depurazione naturali come la fitodepurazione e il lagunaggio, in quanto il trattamento biologico dei reflui urbani attraverso l impiego di impianti di depurazione a fanghi attivi, per potenzialità inferiori a 2000 AE, presenta costi di investimento e di gestione eccessivi. Nel progetto verrà utilizzato un sistema combinato di procedure, denominato Rhizopur, che combina due tecniche di depurazione delle acque (letto batterico e infiltrazionepercolazione) e una di trattamento dei fanghi (rizocompostaggio). Tale metodo di trattamento prevede l impiego di un letto batterico con supporto in materiale plastico ad elevata superficie specifica. L impiego di questo tipo di riempimento all interno del percolatore, preceduto da un efficiente dispositivo di grigliatura, permette l eliminazione della sedimentazione primaria del refluo dalla filiera dei trattamenti. Inoltre, grazie alla differenza di temperatura che si stabilisce tra l ambiente esterno e il liquame all interno del letto batterico, la ventilazione del filtro avviene per effetto del tiraggio naturale rendendo così inutile l impiego di un impianto di aerazione e determinando un risparmio energetico notevole. Gli effluenti vengono successivamente trattati in letti di filtrazione a tre strati di materiale inerte, colonizzati da canneto (canne di palude tipo Phragmites Australis), nei quali si ha, oltre ad un ulteriore abbattimento del carico inquinante grazie ai processi naturali di fitodepurazione, anche l ispessimento e la stabilizzazione dei fanghi. Sulla superficie dei letti filtranti si forma pertanto una coltre fangosa che, periodicamente una volta ogni cinque anni, deve essere rimossa (compreso il carico 3 D.P.G.R. Toscana n.46/r del Regolamento di attuazione della Legge Regionale 31 maggio 2006, n.20 Relazione tecnica Pagina 21

22 vegetale) e trasportata verso punti di raccolta autorizzata. Il nuovo impianto di depurazione è stato dimensionato (vedi paragrafi successivi) per trattare una portata media in ingresso di 160 m 3 /gg, con portate nere massime ammesse al trattamento di 40 m 3 /h. Il punto di consegna dei reflui è posto nella zona nord-est dell impianto ed ha una quota pari a m s.lm. Come meglio descritto nei paragrafi successivi il pretrattamento dei reflui in arrivo all impianto è costituito da una grigliatura ottenuta a mezzo di una filtrococlea con compattatore integrato avente un cestello filtrante con luci di 3 mm. A valle della grigliatura sarà realizzato un sistema di sollevamento che sarà costituito da due pozzetti comunicanti, uno per l alimentazione del letto batterico e l altro per l alimentazione dei letti di canne. Tale impianto per il sollevamento dei reflui, preceduto da un pozzetto di by-pass dotato di paratoia murale in acciaio inox DN200, avrà un apposito sistema di sfioro delle portate che garantirà adeguatamente sia l alimentazione dei letti di canne che il ricircolo degli effluenti all interno del percolatore. Detto sistema di sfioro sarà costituito da condotte in acciaio AISI 304 DN150 che, nel caso in cui il serbatoio destinato al sollevamento dell effluente grezzo sia troppo pieno (ovvero quando il livello idrico avrà una quota maggiore di m s.l.m.), permetterà l accesso di parte dell effluente trattato dal letto batterico alla vasca di sollevamento che alimenta i letti di rizofiltrazione. Viceversa invece, nel caso in cui il battente idrico presente nel serbatoio per il sollevamento al percolatore sia inferiore a m s.l.m., l effluente trattato dal letto batterico non accederà alla vasca di sollevamento del letto di rizofiltrazione ma verrà ricircolato dal percolatore. Il pozzetto di alimentazione del letto batterico sarà dotato di due pompe, una delle quali di riserva attiva, che invieranno in modo continuo i reflui ad un distributore rotante a reazione dotato di 4 bracci tubolari in acciaio zincato, collocato in testa al serbatoio del letto batterico e alimentato centralmente. Il percolatore, costituito da un serbatoio avente un altezza fuori terra pari a 1.70 m e che sarà rivestito esternamente con muratura in pietra facciavista, sarà riempito con un materiale plastico (polipropilene o PVC) ad elevata superficie specifica (pari a circa 140 mq/mc) ed elevato indice dei vuoti (pari a circa il 94%). Quando il pozzetto destinato al sollevamento dell effluente grezzo sarà troppo pieno, parte degli effluenti trattati sul letto batterico accederanno al pozzetto di Relazione tecnica Pagina 22

23 alimentazione dei letti di canne. Da qui, per mezzo di due pompe, una delle quali di riserva attiva, i reflui verranno spinti attraverso una condotta in ghisa sferoidale DN100, verso un partitore che ripartirà equamente la portata sulle quattro vasche contenenti i letti di canne. Il refluo così suddiviso sarà distribuito sulla superficie dei filtri mediante un deflettore d acciaio inox suborizzontale (avente dimensioni in pianta di 1.5 m x 5.0 m) collocato in testa ad ognuna delle vasche e sostenuto da quattro pilastrini in c.a.. Sulla condotta premente posta tra il partitore di portata e la stazione di sollevamento saranno opportunamente installati degli organi di sezionamento che permetteranno, in caso di necessità, di bypassare contemporaneamente tutte le vasche e di inviare il refluo verso il pozzetto di uscita dell impianto. Ognuna delle quattro vasche per il trattamento di rizofiltrazione avrà dimensione in pianta pari a 10.0 m x 7.0 m ed una profondità rispetto al piano di calpestio di 2.45 m con fondo posto a quota m s.l.m.. Esse saranno riempite con un filtro di 80 cm di spessore costituito da tre diversi strati di materiale inerte aventi granulometria crescente verso il basso. Su tale filtro saranno piantate essenze macrofite emergenti, del tipo Phragmites Australis e sul fondo, al di sopra della platea in c.a., sarà disposto un sistema di drenaggio costituito da tubi microfessurati in PVC che convoglieranno le acque verso un pozzetto di scarico realizzato all esterno di ognuna delle vasche (per un totale di quattro pozzetti). Le vasche saranno dotate di una protezione perimetrale costituita da un muretto in c.a., avente altezza pari a 50 cm, rivestito esternamente con muratura in pietra facciavista e con cimasa in cls prefabbricata sulla quale verrà montato un parapetto in acciaio zincato alto 50 cm. Come si evince dall elaborato T-08, i quattro pozzetti di scarico delle vasche di rizofiltrazione sono collegati in serie con condotte in PVC DE200, pertanto ogni pozzetto confluisce in quello successivo. A valle dell ultimo pozzetto una tubazione in PVC DE200 convoglierà l effluente depurato verso il pozzetto di scarico dell impianto che è posto a quota m s.l.m.. Analogamente ai sollevamenti del collettore fognario, per garantire la tenuta idraulica delle strutture in c.a. e per impedire l eventuale infiltrazione delle acque da trattare nel terreno circostante, i manufatti costituenti l impianto di grigliatura, Relazione tecnica Pagina 23

24 l impianto di sollevamento, il letto batterico e le vasche di rizofiltrazione saranno eseguiti ponendo in opera un cordolo idroespandente in bentonite sodica nei punti di discontinuità di ripresa del getto ed impiegando calcestruzzo Rck 350, il quale sarà confezionato con fumi di silice per ottenere strutture ad alta impermeabilità e resistenti alle aggressioni chimiche (cloruri e fosfati) per garantire una maggiore durabilità dell opera. 4.1 Dimensionamento dei processi di depurazione Grigliatura La grigliatura dei reflui (vedi Figura 4-1 e Figura 4-2) sarà eseguita su due canali a sezione rettangolare aventi larghezza pari a 40 cm. Il ramo principale sarà profondo 80 cm e verrà attrezzato con una filtrococlea autopulente con compattatore integrato; l altro ramo invece, che funzionerà come by-pass del ramo principale, sarà profondo 65 cm e verrà dotato di una griglia fine di acciaio inox a pulizia manuale inclinata di 45 rispetto all orizzontale. Figura 4-1 Pianta del manufatto di grigliatura. Relazione tecnica Pagina 24

25 Figura 4-2 Sezione C-C della grigliatura con vista della filtrococlea. La filtrococlea installata sul ramo principale è un impianto compatto per la grigliatura fine dei reflui che riesce anche a pressare e disidratare i corpi solidi presenti nel liquame. È costituita da una zona di grigliatura, da una zona di sollevamento e da una di pressatura e disidratazione. La zona di grigliatura è costituita da un cestello filtrante di forma semicilindrica realizzato in lamiera forata (con ugelli aventi diametro pari a 3 mm) al cui interno ruota una spirale senza albero, equipaggiata sull esterno da una spazzola di pulizia del cestello. La parte centrale del macchinario, sulla quale appoggia e ruota la spirale, costituisce la zona di sollevamento. L ultima zona, composta dal compattatore, è quella in cui avviene la pressatura e la disidratazione dei corpi solidi. In questo tipo di griglia, l acqua da trattare viene fatta passare attraverso la lamiera forata della zona di grigliatura. La spirale interna, ruotando, asporta il materiale trattenuto dalla lamiera e lo trascina verso la zona di sollevamento, mentre la spazzola, solidale ad essa, effettua l operazione di pulizia. Nella zona di sollevamento, la spirale continua a trascinare i corpi solidi verso l alto fino al compattatore il quale, dopo averli pressati e disidratati, li scarica in appositi sacchi ( big bag ) omologati per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti. Per raccogliere il percolato dei solidi grigliati che accidentalmente può fuoriuscire durante l operazione di scarico nei sacconi (in quanto la compattazione può non eliminare tutta l acqua presente), si prevede la realizzazione di una tramoggia in cls avente dimensione in pianta di 2.0 x 2.0 m che convoglierà le acque verso il canale della grigliatura a valle Relazione tecnica Pagina 25

26 della filtrococlea. Nel caso in cui il canale di grigliatura principale venga chiuso tramite la paratoia presente (per esempio per l esecuzione di lavori di manutenzione al canale) o si abbia un malfunzionamento della filtrococlea che determini un eccessivo innalzamento del battente idrico a monte di essa 4, le portate in arrivo verranno fatte defluire nel canale di by-pass attraverso uno stramazzo posto a monte della filtrococlea ad una quota di 40 cm rispetto al fondo del canale principale. Considerando che la portata istantanea in arrivo alla grigliatura è pari a quella sollevata dall ultima stazione di sollevamento del collettore fognario a servizio dell impianto (pari a Q=11.30 l/s), la griglia installata nel suddetto canale è stata dimensionata verificando che, per tale portata, la velocità dei liquami attraverso le barre della griglia sia compresa tra 0.5 m/s e 1.2 m/s. La griglia fine installata sul canale di by-pass avrà un inclinazione di 45 rispetto all orizzontale e sarà costituita da barre in acciaio inox distanziate di b=1.00 cm, aventi spessore pari a s=1.00 cm. Data l inclinazione di detto canale e la sua larghezza al fondo pari, rispettivamente, a i=3 e a L=40 cm ed ipotizzando una scabrezza del canale pari a m 1/3 s è possibile stabilire, utilizzando la formula di Manning per il moto uniforme, l altezza del pelo libero, che risulta essere circa h a =0.06 m, e la velocità di avvicinamento alla griglia, pari a v a =0.52 m/s,. Per cui, chiamato n il numero delle barre costituenti la griglia, ed essendo n+1 il numero degli spazi vuoti tra le barre risulta: 1 dove: 20 n è il numero di barre costituenti la griglia; n+1 è il numero degli spazi vuoti tra le barre ; L è la larghezza al fondo del canale; b è la distanza tra le barre s è lo spessore delle barre 4 Il battente idrico massimo che si può stabilire a monte di questo tipo di filtrococlea, secondo le indicazioni fornite dal produttore M.A.IND. s.r.l., è 40 cm. Relazione tecnica Pagina 26

27 Determinato il numero di barre n è possibile stabilire la larghezza utile L u della griglia e la velocità di attraversamento v g della stessa: L v Q dove: Q L h 1.02 m s n+1 è il numero degli spazi vuoti tra le barre ; L è la larghezza al fondo del canale; b è la distanza tra le barre Q è la portata che attraversa la griglia S è la sezione utile L u è la larghezza utile h è l altezza del pelo libero a monte della griglia Sollevamento e ricircolo A valle del processo di grigliatura è posto l impianto di sollevamento necessario per l alimentazione del percolatore e dei letti di rizofiltrazione. Detto impianto è costituito da due pozzetti (che identificheremo per comodità in questo paragrafo come pozzetto n.1 e pozzetto n.2) aventi dimensioni interne in pianta di 1.50 x 1.50 m e profondità pari a 4.00 m (vedi Figura 4-3), all interno dei quali saranno installate due pompe in ghisa sferoidale. L effluente grigliato, dopo aver attraversato un pozzetto di by-pass in cui vi è installata una paratoia murale in acciaio inox DN200 necessaria per interrompere l afflusso dei reflui all impianto in caso di necessità, viene convogliato nel pozzetto n.1 che solleva il liquame al distributore rotante del letto percolatore per mezzo di due pompe in ghisa sferoidale, di cui una di riserva attiva. L effluente trattato nel letto batterico verrà convogliato in una condotta in PVC DE160 mm alla cui estremità sarà installato un sistema di condotte in acciaio inox AISI 304 DN150 mm che metterà in comunicazione il sollevamento al percolatore con il sollevamento ai letti di rizofiltrazione (vedi Figura 4-3 Sezione B-B). Tale sistema terminale di condotte in acciaio, quando il pozzetto n.1 destinato al sollevamento dell effluente grezzo sarà troppo pieno (ovvero quando il livello idrico avrà una quota maggiore di m s.l.m.), permetterà l accesso di parte dell effluente trattato dal letto batterico al pozzetto n.2. Viceversa invece, nel caso in Relazione tecnica Pagina 27

28 cui il battente idrico presente nel pozzetto n.1 sarà inferiore a m s.l.m., l effluente trattato dal letto batterico non accederà al pozzetto n.2 ma verrà ricircolato dal percolatore. 1 2 Figura 4-3 Piante e sezioni della stazione di sollevamento e ricircolo Il funzionamento di tale dispositivo di ricircolo prevede pertanto che, mediamente, la portata in ingresso al pozzetto n.2 sarà la stessa di quella che, attraverso la condotta in uscita dal processo di grigliatura, accederà al pozzetto n.1. È evidente che, per questo motivo, il livello del refluo all interno del pozzetto n.1 sarà Relazione tecnica Pagina 28

29 praticamente costante e, quindi, è necessario prevedere l installazione di un dispositivo temporizzatore che alterni il funzionamento delle due pompe presenti senza che si arrivi necessariamente al livello di stacco delle pompe posto a quota m s.l.m. Analogamente a quanto riportato nel 3.4, il dimensionamento delle due stazioni di sollevamento è stato eseguito considerando la prevalenza e le perdite di carico indotte dal sistema di tubazioni 5 costituenti gli impianti stessi (in condizioni di tubi usati). In particolare, relativamente al sollevamento del refluo al letto batterico, considerando che la portata di alimentazione del percolatore deve essere circa 11.0 l/s (per garantire un carico idraulico superficiale che sia circa 2.5 m 3 /(m 2 h)), la prevalenza geodetica è approssimativamente 5.0 m e supponendo di adottare pompe Flygt CP tipo LT con curva caratteristica , si ottiene un punto di funzionamento identificato da una portata di 11.7 l/s e una prevalenza totale pari a 5.90 m. Relativamente al sollevamento verso i letti di rizofiltrazione la prevalenza geodetica è pari a circa 3.2 m pertanto, supponendo pertanto di utilizzare pompe Flygt NP tipo MT con curva caratteristica , il punto di funzionamento (vedi appendice A) è identificato da una portata di 12.1 l/s e una prevalenza totale pari a 5.30 m. Il volume utile delle vasche, cioè quello compreso fra il più alto livello di avviamento e quello più basso di arresto, è stato calcolato, analogamente a quanto fatto per i sollevamenti del collettore fognario utilizzando la seguente espressione: 4 dove V è il volume utile della vasca; Q out è la portata sollevata dalla pompa; z è il numero di avviamenti in un ora. Se la stazione è equipaggiata con due elettropompe uguali di cui una con funzione di riserva attiva, effettuando una permutazione automatica delle due elettropompe il 5 Si prevedono condotte di mandata in acciaio inox AISI 304 DN 100 per il tratto di condotta a contatto con i reflui da sollevare e condotte in ghisa sferoidale DN 100, con valvole di non-ritorno, saracinesche, raccordi a T e curve a 90 fino al punto di consegna del refluo. Relazione tecnica Pagina 29

30 volume utile V può essere dimezzato. Ipotizzando pertanto un numero di avviamenti orario massimo pari a z=3h -1 e fissate le dimensioni in pianta delle vasche che hanno una superficie di 2.25 m 2, è possibile calcolare il volume utile che risulta essere pari a 1.75 m 3 per il sollevamento al letto batterico e 1.82 m 3 per il sollevamento alla rizofiltrazione. Nel caso si verificasse un interruzione dell alimentazione elettrica con conseguente arresto delle pompe, è stato previsto uno scarico di emergenza di troppo pieno posto nella vasca di sollevamento ai letti di rizofiltrazione a quota m s.l.m. che, per mezzo di una condotta in PVC DE200 avente pendenza 1%, scarica nel pozzetto utilizzato come by-pass dell impianto posto a monte della stazione di sollevamento Filtro percolatore o letto batterico I filtri percolatori (o letti percolatori, o letti batterici, o biofiltri) sono dei reattori nei quali il refluo da sottoporre a trattamento viene distribuito con continuità al di sopra del film biologico fisso non sommerso, che si forma sul materiale di riempimento fatto di roccia o, come nel caso in questione, di materiale plastico. Sono costituiti da una massa di materiale attraverso il quale il liquame percola per ruscellamento. In seguito all applicazione del liquame sulla superficie del materiale di riempimento, gradualmente si forma una pellicola mucillagginosa, o membrana biologica, dello spessore di 2 3 mm costituita da un associazione di batteri, funghi, protozoi ed alghe che adsorbono e degradano, con processi biologici essenzialmente aerobi, le sostanze organiche nutritizie, disciolte e colloidali, presenti nei liquami. Il filtro percolatore in progetto è di forma circolare e utilizza come riempimento materiale plastico (polipropilene o PVC) ad alta superficie specifica (140 m 2 /m 3 ). Oltre al riempimento sono presenti un sistema per l alimentazione dell influente, un sistema di drenaggio dell effluente e un sistema di aerazione (vedi Figura 4-4 e Figura 4-5). Relazione tecnica Pagina 30

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