Osservatorio Mercato del Lavoro. Nota congiunturale. anno 2009 n.0 PROVINCIA DI LIVORNO

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1 Osservatorio Mercato del Lavoro Nota congiunturale anno 2009 n.0 PROVINCIA DI LIVORNO

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3 INDICE 1. Presentazione La popolazione e la struttura dell occupazione a Livorno Il confronto con la Toscana e l Italia I Sistemi locali del lavoro (Sll) I flussi e gli stock del mercato del lavoro locale 13 Gli avviamenti 15 Le cessazioni 16 Il saldo tra avviamenti e cessazioni 17 In sintesi La cassa integrazione guadagni 19 Approfondimenti 19

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5 OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO PROVINCIA DI LIVORNO 1. Presentazione Con la pubblicazione della Nota congiunturale n.0, l Osservatorio del mercato del Lavoro della Provincia di Livorno intende mettere a disposizione della collettività (in particolare sindacati, associazioni economiche e imprenditoriali, istituzioni locali) dati relativi ai vari aspetti del mercato del lavoro (la domanda, l offerta, i flussi di lavoratori e di posti di lavoro) provenienti da diverse fonti (Istat, Inps, Centri per l impiego, ecc.) rafforzando così la cultura dello sviluppo territoriale tra tutti i soggetti interessati. L intenzione è stata quella di compiere un salto di qualità rispetto alle precedenti esperienze dell Osservatorio attraverso un operazione di strutturazione e valorizzazione delle molteplici informazioni disponibili al fine di fornire un quadro unitario del mercato del lavoro locale, coerente con le metodologie utilizzate da Regione, Ministero del lavoro e Comunità europea, e quindi confrontabile. Il valore dell iniziativa non sta solo nel contenuto informativo: mettere in evidenza i dati e le dinamiche reali del mercato del lavoro serve a rendere le politiche del lavoro sempre più mirate agli obiettivi che la collettività ritiene idonei a migliorare gli squilibri strutturali di domanda e offerta, e per rafforzare perciò le opportunità di sviluppo dell area. L attività dell Osservatorio si impernia attorno a due strumenti: il Rapporto annuale e la Nota congiunturale. Il primo, con cadenza annua, si concentrerà sugli aspetti strutturali del mercato del lavoro, comparativamente con il contesto regionale e nazionale: il ciclo economico e la domanda di lavoro; l offerta potenziale della popolazione e l offerta di lavoro per condizione occupazionale; il mercato del lavoro locale e i flussi dei posti di lavoro; il turn-over e la durata media dell occupazione e della disoccupazione; la struttura della disoccupazione; il capitale umano in ingresso; il lavoro temporaneo, precario, flessibile; gli infortuni sul lavoro e l attività ispettiva sugli appalti e sul lavoro irregolare. La Nota congiunturale trimestrale, di cui si inaugura il n.0, si basa sul rilascio trimestrale delle informazioni di stock e flusso contenute nella banca dati amministrativa dei Cpi. Il suo scopo è la rapida diffusione dei dati di assunzione e di cessazione dei rapporti di lavoro, in modo essenziale e senza eccessive elaborazioni. Tali informazioni sono disaggregate per Centro per l impiego, qualifica, età, genere, nazionalità, settore, tipo di contratto. Le serie trimestrali e i saldi tra avviamenti e cessazioni, informano sull andamento ciclico della domanda di lavoro, e sulla sua composizione settoriale. Infine, si da conto del numero di iscrizioni alle liste di disoccupazione (i.e. liste 181), di mobilità, delle ore di CIG ordinaria e straordinaria. Trattandosi del n.0 dell Osservatorio, la prima parte è dedicata a una breve rassegna degli elementi strutturali della situazione della provincia di Livorno, desunta dalla Rcfl Istat, e delle stime a livello di Sistema locale del lavoro, seguiti dai dati dei Centri per l impiego. 03

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7 2. La popolazione e la struttura dell occupazione a Livorno Negli anni dal 1991 al 2007 la popolazione della provincia di Livorno è cresciuta più lentamente (0,4%) rispetto alla regione e all Italia (0,6%). Si tratta di una popolazione mediamente più anziana: ogni cento giovani di età 0-14 si contano 208 anziani sopra i 65 anni (in Italia sono 142). Il numero medio di figli per donna (1,1) è più basso che in regione (1,2) e in Italia (1,3), mentre il tasso di mortalità è più elevato; il tasso di crescita naturale, negativo in tutto il paese (-0,24% in Toscana), a Livorno è comunque tra i più bassi (-0,37%). Grazie al contributo migratorio, il tasso di crescita della popolazione totale è comunque positivo (0,7%), anche se più contenuto rispetto a quello regionale. La definizione di condizione occupazionale è fornita da Istat, e coerente con Eurostat. Essa è rilevata trimestralmente nelle famiglie su base campionaria, attraverso la Rilevazione continua delle forze di lavoro. Le statistiche fornite sono significative per trimestre a livello regionale, e per anno a livello provinciale. L Istat inoltre rielabora tali stime per Sistema locale del lavoro. Nel riquadro è fornita una spiegazione sintetica dei principali indicatori utilizzati, e a cui si farà riferimento nel paragrafo. GLOSSARIO Le persone in cerca di occupazione sono persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che hanno effettuato almeno un azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni precedenti l intervista o inizieranno a lavorare entro tre mesi dalla data dell intervista; in entrambe le circostanze si dichiarano disponibili a lavorare entro due settimane. Gli occupati sono persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento hanno svolto almeno un ora di lavoro (per un corrispettivo monetario/in natura o senza retribuzione nella ditta di un familiare), o sono assenti dal lavoro (ad es. per ferie o malattia). Le forze di lavoro sono composte dall insieme degli occupati e delle persone in cerca di occupazione. Le persone che non fanno parte delle forze di lavoro rappresentano le non forze di lavoro (inattivi). 05

8 In base a tali definizioni, si riporta lo schema della struttura della popolazione di Livorno per condizione professionale nel 2008 (Istat-Rcfl). DIAGRAMMA AD ALBERO DELLA STRUTTURA OCCUPAZIONALE DELLA POPOLAZIONE DI LIVORNO - ANNO 2008 Popolazione 15 anni e oltre (M F ) Inattivi (TOT 51,8% F 59,2%) Attivi (TOT 48,2% F 40,8%) Inattivi anni (TOT 25,8% F 30,2%) Inattivi 65 anni e oltre (TOT 25,9% F 29,0%) In cerca di occupazione (TOT 2,5% F 3,2%) Occupati (TOT 45,7% F 37,6%) Dipendenti (33,8%) Autonomi (11,9%) 06

9 3. Il confronto con la Toscana e l Italia Il mercato del lavoro di Livorno rispecchia la specificità produttiva della provincia rispetto al territorio regionale e nazionale. Tale specificità spiega gran parte delle evidenze che emergono dall analisi dei dati relativi alla Rilevazione continua delle forze di lavoro degli ultimi anni 1. Consideriamo anzitutto il tasso di attività, che indica il livello di partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, pari a 48,2% nel Esso è inferiore a quello della Toscana, ma anche a quello italiano. Tale dato va ascritto prevalentemente all uscita dalle forze di lavoro dei maschi della classe anni. Nel 2008 il loro tasso di attività è pari a 19,2% contro un 23,6% medio regionale e un 23,1% nazionale. Per gli oltre 65 anni la situazione appare simile a quella regionale. Tra gli attivi, a Livorno si rileva una minor quota di laureati rispetto sia al dato regionale che a quello nazionale (nel 2008 il 14,7% contro il 16,6% dell Italia ed il 17% della Toscana). Tale dato risulta costante per tutto il periodo di osservazione e può dunque essere considerato una peculiarità dell area territoriale livornese. Tasso di attività (Pop. >15 anni) TOTALE Italia 49,4 49,0 49,2 48,9 49,3 Toscana 50,4 50,7 51,3 50,9 51,8 Livorno 46,3 45,2 47,5 45,5 48,2 FEMMINE Italia 38,3 37,9 38,1 38,0 38,7 Toscana 41,0 41,7 42,4 42,4 43,4 Livorno 37,8 36,4 38,2 36,2 40,8 Fonte: ISTAT RCFL In modo analogo, il tasso di occupazione è inferiore a quello regionale; ma nel 2008 ha raggiunto il livello nazionale, grazie soprattutto alla componente femminile, il cui tasso di occupazione in 12 mesi è aumentato di quasi quattro punti percentuali. Così come osservato per i livelli di attività, il tasso di occupazione dei laureati appare inferiore a quello regionale e nazionale. 1 Le serie di dati sono tratte dalle pubblicazioni Istat-Rilevazione continua sulle forze di lavoro (Rcfl) fino al 2008; l Osservatorio provinciale ha condotto ulteriori approfondimenti sulla scolarità e le classi di età, disponendo dei micro-dati Rcfl che l Istat ha messo a disposizione della Provincia. 07

10 Tasso di occupazione (Pop. >15 anni) TOTALE Italia 45,4 45,3 45,8 45,9 45,9 Toscana 47,8 48,0 48,9 48,7 49,2 Livorno 43,7 42,6 44,7 43,5 45,8 FEMMINE Italia 34,3 34,1 34,8 35,0 35,4 Toscana 38,0 38,6 39,4 39,8 40,3 Livorno 34,9 33,2 34,1 33,9 37,6 Fonte: ISTAT RCFL Alquanto diverso appare l andamento del livello di occupazione considerando la sola popolazione in età lavorativa: in tal caso il dato provinciale, pur inferiore a quello regionale, appare per tutto il periodo superiore o il linea con quello nazionale: la differenza con il dato nazionale si accresce considerando la sola popolazione femminile. Tasso di occupazione in età anni TOTALE Italia 57,4 57,5 58,4 58,7 58,7 Toscana 63,2 63,7 64,8 64,8 65,4 Livorno 58,8 57,6 59,9 58,8 61,2 FEMMINE Italia 45,2 45,3 46,3 46,6 47,2 Toscana 52,9 54,1 55,0 55,5 56,2 Livorno 48,9 47,1 48,0 47,5 52,4 Fonte: ISTAT RCFL 08 Le classi di età centrali (25-54 anni) presentano livelli di occupazione superiori a quelli nazionali. Diversa è la situazione della popolazione in ingresso (15-24), il cui dato appare altalenante; in tal caso occorre tener conto della bassa numerosità di tale sottoinsieme di individui e dunque dell aumento dell errore campionario.

11 Osservando i livelli di occupazione della popolazione in uscita dal mercato del lavoro (55 anni ed oltre) trova evidenza il fenomeno già riscontrato in relazione ai tassi di attività: la provincia di Livorno presenta tassi di occupazione inferiori a quelli regionali e nazionali, e ciò va attribuito alla componente maschile; il tasso di occupazione delle donne con 55 anni ed oltre è infatti sempre superiore a quello medio italiano, tranne nel Tasso di occupazione in età 55 anni e più TOTALE Italia 13,8 14,0 14,4 14,8 15,1 Toscana 14,0 15,1 15,4 15,4 16,0 Livorno 11,2 12,2 11,9 9,8 14,0 FEMMINE Italia Toscana Livorno 7,8 8,8 8,2 8,1 9,9 8,5 8,5 9,6 10,6 8,9 10,1 7,0 9,2 10,2 10,0 Fonte: ISTAT RCFL Si consideri ora il livello di disoccupazione. Nel 2008 si attesta al 5,1%, uguale al dato regionale, mentre in Italia è al 6,7%. Nel quinquennio a Livorno si registra una lieve diminuzione della disoccupazione. La disoccupazione delle donne è maggiore (7,8%), ma comunque più bassa di quella nazionale in tutto il periodo osservato. Tasso di disoccupazione TOTALE Italia 8,0 7,7 6,8 6,1 6,7 Toscana 5,2 5,3 4,8 4,3 5,0 Livorno 5,6 5,7 5,9 4,5 5,1 FEMMINE Italia 10,5 10,1 8,8 7,9 8,5 Toscana 7,3 7,3 7,0 6,3 7,3 Livorno 7,6 8,7 10,7 6,4 7,8 Fonte: ISTAT RCFL 09

12 La popolazione in cerca di lavoro a Livorno ha una caratteristica peculiare: la quota di disoccupati in possesso di laurea, laurea breve o dottorato è assai più consistente rispetto al contesto regionale e nazionale (nel 2008 rispettivamente 18,1%, 15,3% e 11,2%). Anche questo dato appare costante lungo l intero periodo di osservazione. La disoccupazione giovanile, più elevata di quella generale, non appare particolarmente critica nel territorio, sebbene vada ribadita la grande cautela necessaria nell interpretare i dati, quando riferiti a sottoinsiemi campionari poco numerosi, e per i quali si amplifica l oscillazione dell errore campionario. Tasso di disoccupazione in età anni TOTALE Italia Toscana Livorno ,5 16,0 11, ,0 16,7 19, ,6 15,4 21, ,3 13,7 16, ,3 14,4 11,0 FEMMINE Italia Toscana Livorno 27,2 21,7 9,4 27,4 20,5 24,0 25,3 17,8 28,0 23,3 17,6 25,5 24,7 16,8 15,3 Fonte: ISTAT RCFL Infine, la disoccupazione di lunga durata (che riguarda i lavoratori in cerca da 12 mesi ed oltre) appare meno acuta di quella nazionale, e in linea con quella regionale. Si tratta comunque di un 1,6%, quindi un terzo dei disoccupati. Tale dato inoltre cresce considerando la componente femminile, che anche in questo caso evidenzia maggiori problematiche di inserimento. In sintesi, le principali caratteristiche occupazionali della popolazione di Livorno, osservate nel periodo e confrontate con la regione e col Paese, sono le seguenti: i tassi di attività e di occupazione si concentrano nelle classi di età centrali (25-55 anni) il tasso di attività è particolarmente basso per gli over 55 anni; nel 2008 si è avuta una ripresa dell occupazione femminile, che comunque mantiene elementi di svantaggio rispetto a quella maschile; difficoltà all impiego di giovani laureati, risultante dal loro scarso impiego tra gli occupati e una consistente presenza tra coloro in cerca di lavoro. 10

13 4. I Sistemi locali del lavoro (Sll) Fin qui la popolazione della provincia è stata descritta come se il territorio provinciale fosse un unico e omogeneo mercato del lavoro, differente rispetto alla regione. In realtà, il territorio provinciale è articolato in poli a vocazione produttiva abbastanza differente, certo strettamente comunicanti tra loro, eppure con funzionamento autonomo. È utile pertanto disaggregare l analisi della condizione lavorativa nei diversi mercati locali del lavoro, con una opportuna unità di analisi, il Sistema locale del lavoro (Sll). Il Sll è l insieme di comuni in cui la maggior parte della popolazione residente può trovare lavoro (o cambiare lavoro) senza cambiare il luogo di residenza, e dove i datori di lavoro reclutano la maggior parte dei lavoratori, generando così la maggior parte degli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Il Sll è quindi adatto allo studio dei mercati locali del lavoro, poiché il concetto base utilizzato da Istat per determinare la mappatura dei Sll è l auto-contenimento, cioè la capacità di una certa area di contenere una massa significativa di relazioni definita sia sul lato della domanda che dell offerta di lavoro. L Istat stabilisce un valore di auto-contenimento soglia del 50% al di sotto del quale non può parlarsi di approssimazione di un sistema locale ed un livello del 75% come appropriato per il riconoscimento di un sistema locale. Il sistema locale del lavoro è quindi per costruzione il luogo in cui domanda e offerta di lavoro si incontrano, dove la popolazione lavora e abita; si tratta di un luogo di forte interazione sociale ed economica, in grado di riflettere, in maniera accurata e significativa, mercati locali del lavoro. Grazie a questa scomposizione, possiamo ad esempio osservare come Portoferraio, Cecina e Castagneto C. abbiano un tasso di attività più elevato rispetto a Livorno e Piombino 2. Il tasso di occupazione è più elevato a Porto Azzurro e Cecina, mentre la disoccupazione è più bassa a Piombino e più elevata a Livorno e Portoferraio. PRINCIPALI INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO DELLA PROVINCIA DI LIVORNO PER SISTEMA LOCALE DEL LAVORO ANNO 2007 Denominazione Popolazione residente legale 2007 Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione CASTAGNETO CARDUCCI ,1 44,2 4,2 CECINA ,5 44,5 4,2 LIVORNO ,4 43,1 4,9 PIOMBINO ,3 42,6 3,9 PORTO AZZURRO ,0 46,8 4,5 PORTOFERRAIO ,3 44,1 4,7 Toscana Media ,7 47,6 4,2 Fonte: ISTAT RCFL 2 Riportiamo di seguito i comuni che compongono i Sll dell area livornese (in corsivo quelli esterni alla provincia): Castagneto Carducci (Castagneto Carducci, Sassetta), Cecina (Bibbona, Casale Marittimo, Castellina Marittima, Cecina, Guardistallo, Montescudaio, Orciano Pisano, Riparbella, Rosignano Marittimo, Santa Luce) Livorno (Capraia Isola, Collesalvetti, Fauglia, Livorno, Lorenzana), Piombino (Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo, Suvereto), Porto Azzurro (Capoliveri, Porto Azzurro) Portoferraio (Campo nell Elba, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio, Rio Marina, Rio nell Elba) 11

14 La velocità di crescita maggiore della popolazione, nel periodo , si è registrata a Porto Azzurro, Livorno e Cecina. Ma ad essa non ha corrisposto una analoga crescita dell attività economica, per cui i tassi di attività sono calati, al contrario di quanto accaduto in regione. I tassi di occupazione sono rimasti stabili a Cecina e Livorno, mentre sono diminuiti negli altri sistemi locali. Infine, anche il tasso di disoccupazione è calato in modo abbastanza omogeneo tra i sistemi locali. Una parte di popolazione pare dunque rinunciare alla ricerca di una occupazione, scontando una aspettativa di esito negativo. VARIAZIONE MEDIA ANNUA DELLA POPOLAZIONE E DELLA STRUTTURA OCCUPAZIONALE IN PROVINCIA DI LIVORNO, PER SISTEMA LOCALE DEL LAVORO. PERIODO Denominazione Popolazione 0-14 anni Non forze di lavoro in età 15 anni e più Popolazione di 15 anni o più Popolazione totale Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione CASTAGNETO CARDUCCI 2.8% 1.2% 0.5% 0.8% -0.8% -0.4% -6.9% CECINA 0.9% 1.2% 0.9% 0.9% -0.3% 0.1% -6.3% LIVORNO 1.4% 1.2% 0.9% 0.9% -0.4% 0.0% -6.9% PIOMBINO 2.1% 1.1% 0.3% 0.5% -0.9% -0.6% -6.4% PORTO AZZURRO PORTOFERRAIO 1.9% 0.0% 3.2% 1.6% 2.2% 0.8% 2.1% 0.7% -1.1% -0.9% -0.7% -0.5% -6.7% -6.5% Toscana Media 0.9% -0.1% 0.5% 0.5% 0.6% 0.9% -5.5% Fonte: ISTAT RCFL 12

15 5. I flussi e gli stock del mercato del lavoro locale In questo paragrafo si utilizzeranno i dati delle comunicazioni obbligatorie delle imprese ai Centri per l impiego per descrivere il funzionamento del mercato del lavoro in base ai movimenti dei rapporti di lavoro, nonché i dati delle iscrizioni alle liste di disoccupazione e di mobilità. La principale differenza con i dati Istat dei paragrafi precedenti è che i tassi di attività e inattività sono stimati con campionamento tra tutte le famiglie, e comprendono sia il lavoro autonomo che dipendente. I dati dei centri per l impiego non sono campionari, ma sono circoscritti al lavoro dipendente (che rappresenta il 75% dell occupazione) e ad una parte del lavoro autonomo (quello parasubordinato). Gli iscritti alle liste di disoccupazione e mobilità Gli iscritti alle liste di disoccupazione ai sensi del D.Lgs 297/02 rappresentano lo stock e il flusso di offerta di lavoro. Mentre il dato di disoccupazione Istat è di tipo economico e pone condizioni molto stringenti per la definizione di disoccupato (sottostimando il fenomeno), il dato amministrativo ha una definizione più larga di disoccupazione, e ne fornisce una rappresentazione che potremmo definire sociale (sovrastimando il fenomeno). Al 31 marzo 2009 gli iscritti alle liste di disoccupazione sono , di cui il 62% donne. Di questi, il 25,9% è comunque occupato (per lavori che non superino un tetto annuale di reddito è possibile mantenere l iscrizione nelle liste) e il 20,4% non è mai stato occupato prima. PERSONE IN STATO DI DISOCCUPAZIONE (D.LGS. 297/02) PER STATO OCCUPAZIONALE E SESSO AL 31 MARZO 2009 Valori assoluti Valori percentuali maschi femmine totale maschi femmine totale DISOCCUPATO ,5% 52,0% 53,7% INOCCUPATO ,9% 22,5% 20,4% OCCUPATO ,6% 25,5% 25,9% TOTALE ,0% 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL 13

16 Rispetto allo stesso trimestre del 2008, le iscrizioni in provincia sono cresciute quasi di un terzo, soprattutto a Piombino e Rosignano, il che ha incrementato del 10% lo stock degli iscritti rispetto al 31/12/2008. Per quanto riguarda la classe di età degli iscritti, il 38% sono giovani fino a 34 anni; il 30% sono iscritti di età compresa tra i 35 e 44 anni; infine, il 32% sono persone con oltre 44 anni. Prevalgono le persone con titolo di studio basso 3, ben il 56% con licenza elementare e media; il 31% ha il diploma e 6,8% è laureato. Un 5% non dichiara il titolo di studio. La cittadinanza degli iscritti è per l 85% italiana; il 5% sono stranieri di paesi appartenenti all Unione europea, e il 10% sono stranieri extra-comunitari. In questa categoria gli uomini sono presenti in percentuale nettamente superiore alle donne. ISCRITTI ALLE LISTE DI DISOCCUPAZIONE AI SENSI DEL D.LGS. 297/02 Classe di età Titolo di studio 12,8% 10,0% 5,3% 6,8% 19,4% 27,6% 31,6% 56,3% 30,2% anni anni anni anni 55 anni o più Lic.elem entare/m edia Laurea Dip lom a Non indicato Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL Anche in relazione alle iscrizioni nelle liste di mobilità si deve rilevare un consistente aumento rispetto allo stesso trimestre del 2008 (+61,9%). Fra gennaio e marzo di quest anno le iscrizioni alla mobilità sono state 531, ed hanno interessato in prevalenza uomini (323 pari al 60,8% del totale). Per la componente maschile la variazione rispetto al 2008 risulta assai più marcata di quella della componente femminile. ISCRIZIONI NELLE LISTE DI MOBILITÀ PER SESSO. CONFRONTO I TRIM SESSO I trim I trim Var % MASCHI ,5% FEMMINE ,4% TOTALE ,9% Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL 3 La licenza media è stata attribuita anche ai soggetti (circa l 8% del totale) che non avevano dichiarato il titolo di studio posseduto ma che avevano comunque dichiarato di aver assolto l obbligo scolastico, per cui questa classe potrebbe essere leggermente sovrastimata nell analisi. 14

17 Gli avviamenti Gli avviamenti rappresentano tutte le comunicazioni di attivazione di un rapporto di lavoro dipendente o parasubordinato in un determinato periodo. Rapportati allo stock di occupati, sono un indicatore della forza e della qualità della domanda in un territorio, e della forza del ciclo economico. Nel primo trimestre 2009 si sono registrati avviamenti, circa in meno rispetto allo stesso trimestre del Si tratta di una riduzione dei nuovi rapporti di lavoro in provincia che raggiunge in media il -26,6%, con punte negative a Portoferraio e Livorno. AVVIAMENTI PER SESSO E CPI CONFRONTO I TRIM Flussi I trim Flussi I trim Var.% I 2008-I 2009 CENTRO PER L IMPIEGO maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale LIVORNO ,8% -25,4% -30,9% PIOMBINO ,8% -21,8% -28,2% PORTOFERRAIO ,4% -42,6% -35,6% ROSIGNANO MARITTIMO ,3% -35,6% -26,1% ESTERNI ,7% 44,2% -3,0% TOTALE ,8% -24,0% -26,6% Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL Per quanto riguarda le classi di età degli avviati, la riduzione maggiore (-32,7%) interessa la classe anni. Gli stranieri risentono delle difficoltà di avviamento molto più degli italiani: per loro gli avviamenti calano di oltre il 35%, contro il -25% degli italiani. Consideriamo ora gli avviamenti per tipo di contratto. Si riducono fortemente, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, gli avviamenti a tempo indeterminato (-44,4%) e quelli di apprendistato (-37%). Gli avviamenti a tempo determinato (incluso interinale) diminuiscono ma meno della media (-22%). Infine, gli avviamenti con contratti di collaborazione occasionale e/o a progetto aumentano del 6% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. I settori di attività economica che riducono gli avviamenti rispetto all anno precedente più della media sono il commercio (-42%) e il manifatturiero (-38%). I settori che riducono la domanda, ma meno della media, sono le attività di servizi alle persone (-22%), alberghi e ristorazione (-21%) e costruzioni (-14%). Un numero limitato di avviamenti superiore al periodo di confronto avviene nel settore sanità e servizi sociali, e attività sportive. 15

18 Le cessazioni Le comunicazioni di cessazione di un rapporto indicano quanti lavoratori si sono separati dall impresa presso cui prestavano lavoro, per qualsiasi motivo, nei tre mesi considerati. In questo periodo le cessazioni sono state , il 21% in meno rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Ciò è coerente con il rallentamento dell economia, già emerso nell esame degli avviamenti. La riduzione maggiore si registra a Portoferraio e Rosignano, mentre un aumento delle cessazioni si verifica solo nella voce esterne : si tratta di cessazioni effettuate da imprese con sede fuori provincia, ma relative a lavoratori residenti in provincia. CESSAZIONI PER SESSO E CPI CONFRONTO I TRIM Flussi I trim Flussi I trim Var.% I 2008-I 2009 CENTRO PER L IMPIEGO maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale LIVORNO ,7% -23,0% -26,2% PIOMBINO ,2% -25,6% -22,9% PORTOFERRAIO ,5% -39,2% -34,0% ROSIGNANO MARITTIMO ,8% -38,6% -28,7% ESTERNI ,7% 2,0% 24,3% TOTALE ,1% -25,2% -21,0% Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL Circa la metà delle cessazioni è conseguenza della fine di un rapporto di lavoro a termine, ma tale quota è molto più elevata per le donne (60%); circa un quinto è causata da scelte individuali di dimissioni; ma anche qui si può notare una forte differenziazione di genere: le donne che si dimettono spontaneamente sono una quota molto inferiore (14%) di quella maschile (26%). I licenziamenti, infine, rappresentano meno del 10% delle cessazioni. 16

19 Il saldo tra avviamenti e cessazioni Naturalmente non tutti gli avviamenti si traducono in aumento dell occupazione, così come non tutte le separazioni tra lavoratore e impresa si traducono in aumento della disoccupazione. Oltre al ciclo economico, nei movimenti influisce il ciclo stagionale in alcuni settori e la maggiore o minor durata dei lavori temporanei. Solo il saldo cumulato mese dopo mese indica il risultato positivo o negativo sull occupazione delle forze contrastanti che si fronteggiano sul mercato. Nel primo trimestre 2009 si registra un saldo positivo dei rapporti di lavoro di movimenti. Tale saldo è però ampiamente inferiore a quello dello stesso periodo 2008, ove i movimenti positivi erano stati 6.008, il che fornisce la dimensione della riduzione delle opportunità lavorative indotta dal ciclo recessivo. Tale saldo positivo è per due terzi generato nel settore dei servizi, per il 22% in agricoltura e per il 12% dall industria. SALDO TRA AVVIAMENTI E CESSAZIONI PRIMO TRIMESTRE 2009 Gennaio Febbraio Marzo Totale AVVIAMENTI CESSAZIONI SALDO SETTORI AGRICOLTURA INDUSTRIA SERVIZI NON INDICATO Fonte: Elaborazioni SIAML su dati IDOL 17

20 In sintesi I dati dei Cpi consentono di conoscere con un elevato livello di dettaglio le dinamiche occupazionali del territorio provinciale. Si è illustrata la situazione dell offerta (iscritti alle liste) e della domanda di lavoro (avviamenti e cessazioni) relativa al primo trimestre 2009, comparativamente allo stesso periodo del I dati evidenziano la crescente pesantezza della congiuntura economica. Le iscrizioni alle liste di disoccupazione nei primi tre mesi del 2009 sono infatti cresciute di quasi un terzo rispetto allo stesso periodo del I contratti di lavoro attivati sono diminuiti del 26,6%, e quelli terminati del 22%; si riducono soprattutto gli avviamenti di lavoratori stranieri. Le imprese adeguano le politiche di personale al flusso degli ordinativi, soprattutto nell industria. Comunque, il saldo tra contratti avviati e cessati, anche se ridotto rispetto al I trim. 2008, nei primi tre mesi dell anno rimane positivo per contratti, con il contributo principale fornito dal settore dei servizi. Si deve però notare che il margine mensile, ancora positivo si sta velocemente assottigliando. Come interpretare il saldo occupazionale attivo del primo trimestre 2009? Da un lato, sia pure a ritmo ridotto, l economia livornese, ha generato nuove opportunità. Dall altro, si deve tenere presente la ciclicità annua di gran parte delle assunzioni: a inizio anno si attivano nuovi contratti che entro l anno si esauriscono. Pertanto, se il saldo attivo di inizio anno è quasi dimezzato rispetto allo stesso periodo 2008 (è questo il confronto che conta), sono fondate le preoccupazioni per i livelli occupazionali dei prossimi trimestri

21 6. La cassa integrazione guadagni In tal senso appare utile far anche riferimento alle ore di Cig ordinaria e straordinaria autorizzate dall Inps, che sono un indicatore importante dell andamento della congiuntura produttiva. La Cassa integrazione guadagni ordinaria è un indicatore delle difficoltà ordinarie di mercato delle imprese manifatturiere. Si distingue dalla Cig straordinaria, la quale fronteggia situazioni di crisi aziendale. La Cig ordinaria serve a fronteggiare un calo di ordini temporaneo (max 13 settimane, oggi prorogabili), mentre quella straordinaria fronteggia situazioni di crisi aziendali o ristrutturazioni. Nel primo caso sono ammesse le imprese industriali e edili con oltre 15 addetti, nel secondo anche alcuni settori dei servizi con oltre 50 addetti. Ne restano comunque esclusi, salvo specifici accordi, gli apprendisti. L importo massimo è di circa 850 euro per retribuzioni fino a euro lordi, di circa euro per retribuzioni superiori. L impresa deve anticipare l integrazione, rivalendosi poi sui contributi da versare all Inps (se una impresa non è in regola con i versamenti contributivi, non può usufruire della integrazione). La copertura effettiva è del 65% del netto (se si è maturato rateo 13^), del 50% diversamente. Una situazione di Cig prolungata è un indicatore anticipatore di possibili conseguenze occupazionali. Il grafico confronta i primi quattro mesi del 2009 con quelli del Si può notare che il mese di gennaio ha comportato nei due anni un numero pressoché identico di ore lavorative integrate (adeguamento scorte e piani produttivi); mentre da febbraio 2009, dopo una lieve flessione, si osserva un aumento del monte ore integrato, fino alle 800mila di aprile. Tale andamento è per la quasi totalità riferibile all industria, che avevamo visto essere il settore con maggiori difficoltà di tenuta occupazionale, in temini di saldo fra assunazioni e cessazioni. ANDAMENTO DELLE ORE DI CIG ORDINARIA IN PROVINCIA DI LIVORNO (GEN-APR 2009) (primi 4 me 2008 (primi 4 me Gennaio Febbraio Marzo Aprile Fonte: INPS Approfondimenti Le elaborazioni complete relative ai dati di fonte amministrativa (avviamenti e cessazioni per sesso, classi di età, sistema locale di lavoro, titolo di studio, ecc.) sono scaricabili in formato excel dal sito provinciale. 19

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23 La ricerca è stata finanziata con il contributo del Fondo sociale europeo, e realizzata dalla S.E.T. srl Impaginazione ed editing: Conform srl Stampa: Benvenuti&Cavaciocchi Livorno, 5 giugno 2009

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