CARITAS DIOCESANA PROGRAMMA PER I CENTRI DI ASCOLTO

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1 CARITAS DIOCESANA Tema dell anno pastorale 2012/13 CON LE FAMIGLIE EDUCHIAMOCI ALLA FEDE NELLA CARITA Per un patto educativo tra comunità cristiana e territorio PROGRAMMA PER I CENTRI DI ASCOLTO La Caritas Diocesana ha determinato il tema dell anno pastorale 2012/13 che servirà da filo conduttore per tutte le proprie azioni CON LE FAMIGLIE EDUCHIAMOCI ALLA FEDE NELLA CARITA - Per un patto educativo tra comunità cristiana e territorio. Questo tema trae spunto dagli Orientamenti pastorali dell Episcopato italiano per il decennio ed in particolare dagli Orientamenti pastorali 2011/2014 dell Arcivescovo di Messina che vedono per il prossimo anno la famiglia come soggetto dell azione pastorale. Il prossimo anno pastorale inoltre è l anno della fede, indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, che così ci esorta: Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Per meglio comprendere il senso del tema proposto dalla Caritas si riportano qui di seguito ampi stralci dei documenti citati al fine di approfondire il significato ed il messaggio che la Chiesa italiana intende proporci. Tratto dalla Lettera apostolica del Santo Padre BENEDETTO XVI con la quale si indice l anno della fede: 14. L Anno della fede sarà anche un occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità. Ricorda san Paolo: Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Cor 13,13). Con parole ancora più forti - che da sempre impegnano i cristiani - l apostolo Giacomo affermava: A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Gc 2,14-18). La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l una permette all altra di attuare il suo cammino. Non pochi cristiani, infatti, dedicano la loro vita con amore a chi è solo, emarginato o escluso come a colui che è il primo verso cui andare e il più importante da sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto stesso di Cristo. Grazie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il volto del Signore risorto. Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l avete fatto a me (Mt 25,40): queste sue parole sono un monito da non dimenticare ed un invito perenne a ridonare quell amore con cui Egli si prende cura di noi. E la fede che permette di riconoscere Cristo ed è il suo stesso amore che spinge a soccorrerlo ogni volta che si fa nostro prossimo nel cammino della vita. Sostenuti dalla fede, guardiamo con speranza al nostro impegno nel mondo, in attesa di nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia (2Pt 3,13; cfr Ap 21,1).

2 Dagli Orientamenti pastorali 2011/2014 dell Arcivescovo di Messina: La comunità educante Ogni battezzato riceve da Dio una personale chiamata a vantaggio del bene comune: apostoli, profeti, pastori, maestri, genitori tutti concorrono all edificazione dell unico corpo di Cristo, che è la Chiesa, alla sua vita e alla sua crescita12. Diversi sono gli ambiti della vita (familiare, presbiterale, consacrata, laicale) ma è unico l impegno, nello spirito di comunione e di unità. Senza dubbio è la famiglia la prima comunità educante. La comunità/parrocchia, costituita da un insieme di famiglie, diventa a sua volta crocevia delle istanze educative, attraverso la catechesi, la liturgia e la testimonianza della carità, in sinergia con le istituzioni religiose e civili, le associazioni, i movimenti e i diversi gruppi ecclesiali. Ciascuno e insieme diventiamo così educatori della stessa Chiesa. Attraverso quest alleanza educativa13 possiamo dare un volto più umano alla nostra società, mentre la separazione e la reciproca estraneità dei cammini formativi produce sterilità e talvolta persino sofferenza. Dobbiamo rinnovare la coscienza di essere pietre vive di un unico edificio spirituale, cellule vive di un unico organismo ecclesiale, attingere da questa appartenenza la missione e la grazia di lavorare per il Regno di Dio, già presente e in cammino verso il compimento14. Confidiamo in particolare nella forza dell Eucaristia: la partecipazione alla mensa della Parola e del Pane è la corrente ascensionale che rende capaci di operare il bene, costruisce la comunione con Dio e tra di noi, ci fa lavorare in una rete di intese secondo il suo cuore. La disponibilità a lasciarci trasformare dall Eucaristia esige da noi realismo e speranza, libertà e ascesi rinnovata fiducia in Dio e simpatia per le persone che incontriamo. Vescovo, presbiteri, diaconi, consacrati, catechisti, operatori caritas, animatori a diverso livello e titolo: tutti abbiamo bisogno di essere guardati con quella simpatia e stima che mette le ali all azione e non fa più misurare la stanchezza e il prezzo da pagare. La comunità familiare La relazione con il tu, l altro, è costitutiva della persona e trova nella comunità familiare la sua più incisiva e compiuta manifestazione. Primario ed autentico spazio relazionale, attraverso la comunicazione e la condivisione quotidiana della vita, la famiglia è il naturale ambiente educativo. La vita familiare consente alla persona di sperimentare valori, acquisire consapevolezze e significati, maturare fiducia in se stessa e nel futuro. All interno delle sue relazioni inizia, e non solo cronologicamente, la costruzione della persona umana, creandosi le condizioni che favoriscono lo sviluppo delle potenzialità individuali, quali l esperienza dell identità e complementarietà, la crescita e il manifestarsi della personalità individuale, la sicurezza emotiva, la quotidiana mediazione e interpretazione significativa delle proposte e delle esperienze di vita. Dal sacramento del matrimonio, il compito educativo della famiglia cristiana riceve la vocazione e la dignità di un vero e proprio ministero della Chiesa a servizio della edificazione dei figli. La famiglia, piccola chiesa domestica, è luogo privilegiato per la trasmissione della fede, per vivere l esperienza fondante dell amore incondizionato e duraturo, per maturare competenze e serena disponibilità all accoglienza. Le fragilità della famiglia, oggi La famiglia vive oggi grosse difficoltà in ordine al suo ruolo educativo. Negli ultimi decenni l istituto familiare ha stravolto la sua immagine e la sua funzione nella società. Nel nostro tempo, infatti, lo stesso concetto di famiglia ha subito una profonda modificazione. Si parla oggi di famiglia allargata, di costellazione di famiglie, poiché è cambiata la composizione del nucleo familiare, i modelli organizzativi e i percorsi educativi. Nell attuale contesto socio- culturale, situazioni sofferte, problemi e ampie questioni si abbattono sulla famiglia e ne causano la fragilità: le separazioni coniugali in crescita e il conseguente venir meno dei punti di riferimento e delle stesse figure genitoriali; l occupazione della donna in campo lavorativo e sociale, la sua assenza spesso prolungata, riempita dai figli con sostitutivi per lo meno discutibili a livello culturale ed etico; l affievolirsi dell autorevolezza del ruolo paterno e materno e il danno della conseguente non appartenenza e malintesa autonomia dei figli;

3 le pressanti difficoltà economiche di questi ultimi anni che tanto incidono nella vita e nelle scelte di molte e sempre più numerose famiglie. Mai dobbiamo dimenticare che l impronta formativa data dalla famiglia è quella che, di fatto, rimane nel tempo e condiziona altri interventi educativi. Nella delicata e preoccupante situazione in cui versano molte delle nostre famiglie, è oggi assolutamente necessario sostenere i genitori nel loro ruolo di educatori, abilitarli e aiutarli nel loro insostituibile compito. Sostenere la famiglia La comunità parrocchiale è la prima ad essere interpellata nel sostenere le famiglie nel loro compito educativo. Diversi sono i suggerimenti concreti offerti dal documento dell episcopato italiano per un rinnovato impegno pastorale in tale senso: formazione permanente degli adulti e delle famiglie; coinvolgimento nell itinerario dell iniziazione cristiana dei figli; attenzione e cura dei genitori rimasti soli; preparazione delle coppie al matrimonio; accompagnamento degli sposi soprattutto nelle fasi iniziali della vita coniugale; coinvolgimento della famiglia come soggetto attivo della pastorale progressiva trasformazione della parrocchia in famiglia di famiglie. Invito le comunità parrocchiali, nello specifico quadro socioculturale in cui operano, ad individuare le priorità su cui concentrare la propria attenzione nel programmare l azione pastorale del triennio. Piste di impegno In ordine alla pastorale familiare, la collaborazione tra parrocchie viciniori dovrebbe portare alla realizzazione di progetti comuni, realisticamente proporzionati alle forze e alle risorse disponibili in loco. Propongo alcune piste percorribili: organizzazione di un gruppo di competenze professionali (psicologi, docenti, sociologi, avvocati, teologi, catechisti) per favorire un azione pastorale rivolta alle coppie in difficoltà; un centro di ascolto per la coppia, con il compito di educare alla relazione, prevenire i conflitti, mediare i rapporti difficili, contenere il senso di solitudine, motivo di grande fragilità e con sbocchi a volte drammatici; una scuola per genitori, per la loro formazione e l accompagnamento, la condivisione di criteri pedagogici di discernimento e di intervento significativo nell educazione dei figli. l offerta di spazi di riflessione e di confronto con la Parola di Dio e dialogo sulla difficile, delicata e affascinante arte di educare secondo la pedagogia di Gesù Maestro. l aggregazione di famiglie della parrocchia, opportunamente preparate per sostenere quelle situazioni di difficoltà anche materiali, e pronte ad intervenire perché siano riconosciuti e tutelati i diritti della famiglia, anche dalle istituzioni sociali e civili. Tratto dagli Orientamenti pastorali dell Episcopato italiano per il decennio Il primato educativo della famiglia 36. Nell orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato61. Educare in famiglia è oggi un arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale.

4 Padri e madri faticano a proporre con passione ragioni profonde per vivere e, soprattutto, a dire dei no con l autorevolezza necessaria. Il legame con i figli rischia di oscillare tra la scarsa cura e atteggiamenti possessivi che tendono a soffocarne la creatività e a perpetuarne la dipendenza62. Occorre ritrovare la virtù della fortezza nell assumere e sostenere decisioni fondamentali, pur nella consapevolezza che altri soggetti dispongono di mezzi potenti, in grado di esercitare un influenza penetrante. La famiglia, a un tempo, è forte e fragile. La sua debolezza non deriva solo da motivi interni alla vita della coppia e al rapporto tra genitori e figli. Molto più pesanti sono i condizionamenti esterni: il sostegno inadeguato al desiderio di maternità e paternità, pur a fronte del grave problema demografico; la difficoltà a conciliare l impegno lavorativo con la vita familiare, a prendersi cura dei soggetti più deboli, a costruire rapporti sereni in condizioni abitative e urbanistiche sfavorevoli. A ciò si aggiunga il numero crescente delle convivenze di fatto, delle separazioni coniugali e dei divorzi, come pure gli ostacoli di un quadro economico, fiscale e sociale che disincentiva la procreazione. Non si possono trascurare, tra i fattori destabilizzanti, il diffondersi di stili di vita che rifuggono dalla creazione di legami affettivi stabili e i tentativi di equiparare alla famiglia forme di convivenza tra persone dello stesso sesso. Nonostante questi aspetti, l istituzione familiare mantiene la sua missione e la responsabilità primaria per la trasmissione dei valori e della fede. Se è vero che la famiglia non è la sola agenzia educatrice, soprattutto nei confronti dei figli adolescenti, dobbiamo ribadire con chiarezza che c è un impronta che essa sola può dare e che rimane nel tempo. La Chiesa, pertanto, si impegna a sostenere i genitori nel loro ruolo di educatori, promuovendone la competenza mediante corsi di formazione, incontri, gruppi di confronto e di mutuo sostegno. 37. L educazione alla fede avviene nel contesto di un esperienza concreta e condivisa. Il figlio vive all interno di una rete di relazioni educanti che fin dall inizio ne segna la personalità futura. Anche l immagine di Dio, che egli porterà dentro di sé, sarà caratterizzata dall esperienza religiosa vissuta nei primi anni di vita. Di qui l importanza che i genitori si interroghino sul loro compito educativo in ordine alla fede: «come viviamo la fede in famiglia?»; «quale esperienza cristiana sperimentano i nostri figli?»; «come li educhiamo alla preghiera?». Esemplare punto di riferimento resta la famiglia di Nazaret, dove Gesù «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata, all interno della capacità di generare alla fede propria della Chiesa. A essa sacerdoti, catechisti e animatori devono riferirsi, per una stretta collaborazione e in spirito di servizio. L impegno della comunità, in particolare nell itinerario dell iniziazione cristiana, è fondamentale per offrire alle famiglie il necessario supporto. Spetta ai genitori, insieme agli altri educatori, promuovere il cammino vocazionale dei figli, anche attraverso esperienze condivise, nelle quali i ragazzi possano affrontare i temi della crescita fisica, affettiva, relazionale per una positiva educazione all amore casto e responsabile63. Una particolare attenzione dovrà essere offerta, inoltre, ai genitori rimasti soli, per sostenerli nel loro compito. La preparazione al matrimonio deve assumere i tratti di un itinerario di riscoperta della fede e di inserimento nella vita della comunità ecclesiale64. Il tempo del fidanzamento può essere valorizzato come un occasione unica per introdurli alla bellezza del Vangelo, che essi possono percepire in modo più profondo perché la sperimentano nella ricerca di una relazione d amore. È quindi auspicabile che nelle comunità parrocchiali incontrino coppie mature da cui essere incoraggiate e sostenute nel passo decisivo. La cura delle giovani coppie è altrettanto importante: si tratta di custodire le fasi iniziali della vita coniugale, di farsi loro compagni e di porre le basi di un cammino di formazione che duri per tutta la vita. 38. La famiglia va dunque amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell educazione non solo per i figli, ma per l intera comunità. Deve crescere la consapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l uomo e la donna a essere segno dell amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio65. Corroborate da specifici itinerari di spiritualità, le famiglie devono a loro volta aiutare la parrocchia a diventare «famiglia di famiglie»66. Gruppi di sposi possono costituire modelli di riferimento anche per le coppie in difficoltà, oltre che aprirsi al servizio verso i fidanzati e i genitori che chiedono il battesimo per i figli, verso le famiglie segnate da gravi difficoltà, disabilità e sofferenze. Si sente il bisogno di coppie cristiane che affrontino i temi sociali e politici che toccano l istituto familiare, i figli e gli anziani. Sostenere

5 adeguatamente la famiglia, con scelte politiche ed economiche appropriate, attente in particolare ai nuclei numerosi, diventa un servizio all intera collettività. Nel cantiere dell educazione cristiana 39. Ogni Chiesa particolare dispone di un potenziale educativo straordinario, grazie alla sua capillare presenza nel territorio. In quanto luogo d incontro con il Signore Gesù e di comunione tra fratelli, la comunità cristiana alimenta un autentica relazione con Dio; favorisce la formazione della coscienza adulta; propone esperienze di libera e cordiale appartenenza, di servizio e di promozione sociale, di aggregazione e di festa. La parrocchia, in particolare, vicina al vissuto delle persone e agli ambienti di vita, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, essa offre gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita in Cristo. La catechesi, primo atto educativo della Chiesa nell ambito della sua missione evangelizzatrice, accompagna la crescita del cristiano dall infanzia all età adulta e ha come sua specifica finalità «non solo di trasmettere i contenuti della fede, ma di educare la mentalità di fede, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita»67. Per questo la catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti, perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni. La liturgia è scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto, «luogo educativo e rivelativo»68 in cui la fede prende forma e viene trasmessa. Nella celebrazione liturgica il cristiano impara a «gustare com è buono il Signore» (Sal 34,9; cfr 1Pt 2,3), passando dal nutrimento del latte al cibo solido (cfr Eb 5,12-14), «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Tra le numerose azioni svolte dalla parrocchia, «nessuna è tanto vitale o formativa della comunità quanto la celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia»69. La carità educa il cuore dei fedeli e svela agli occhi di tutti il volto di una comunità che testimonia la comunione, si apre al servizio, si mette alla scuola dei poveri e degli ultimi, impara a riconoscere la presenza di Dio nell affamato e nell assetato, nello straniero e nel carcerato, nell ammalato e in ogni bisognoso. La comunità cristiana è pronta ad accogliere e valorizzare ogni persona, anche quelle che vivono in stato di disabilità o svantaggio. Per questo vanno incentivate proposte educative e percorsi di volontariato adeguati all età e alla condizione delle persone, mediante l azione della Caritas e delle altre realtà ecclesiali che operano in questo ambito, anche a fianco dei missionari. 40. Esperienza fondamentale dell educazione alla vita di fede è l iniziazione cristiana, che «non è quindi una delle tante attività della comunità cristiana, ma l attività che qualifica l esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre»70. Essa ha gradualmente assunto un ispirazione catecumenale, che conduce le persone a una progressiva consapevolezza della fede, mediante itinerari differenziati di catechesi e di esperienza di vita cristiana. La celebrazione dei sacramenti dell iniziazione cristiana, seguita da un adeguata mistagogia, rappresenta il compimento di questo cammino verso la piena maturità cristiana. In un ambiente spesso indifferente se non addirittura ostile al messaggio del Vangelo, la Chiesa riscopre il linguaggio originario dell annuncio, che ha in sé due caratteristiche educative straordinarie: la dimensione del dono e l appello alla conversione continua. Il primo annuncio della fede rappresenta l anima di ogni azione pastorale. Anche l iniziazione cristiana deve basarsi su questa evangelizzazione iniziale, da mantenere viva negli itinerari di catechesi, proponendo relazioni capaci di coinvolgere le famiglie e integrate nell esperienza dell anno liturgico. Il primo annuncio è rivolto in modo privilegiato agli adulti e ai giovani, soprattutto in particolari momenti di vita come la preparazione al matrimonio, l attesa dei figli, il catecumenato per gli adulti71. La parrocchia, crocevia delle istanze educative 41. Solo una comunità accogliente e dialogante può trovare le vie per instaurare rapporti di amicizia e offrire risposte alla sete di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo72. Oggi si impone la ricerca di nuovi linguaggi, non autoreferenziali e arricchiti dalle acquisizioni di quanti operano nell ambito della comunicazione, della cultura e dell arte73. Per questo è necessario educare a una fede più motivata, capace di dialogare anche con chi si avvicina alla Chiesa solo occasionalmente, con i credenti di altre religioni e con i non credenti. In tale prospettiva, il progetto culturale orientato in senso cristiano stimola in

6 ciascun battezzato e in ogni comunità l approfondimento di una fede consapevole, che abbia piena cittadinanza nel nostro tempo, così da contribuire anche alla crescita della società74. La parrocchia Chiesa che vive tra le case degli uomini continua a essere il luogo fondamentale per la comunicazione del Vangelo e la formazione della coscienza credente; rappresenta nel territorio il riferimento immediato per l educazione e la vita cristiana a un livello accessibile a tutti; favorisce lo scambio e il confronto tra le diverse generazioni; dialoga con le istituzioni locali e costruisce alleanze educative per servire l uomo. Essa è animata dal contributo di educatori, animatori e catechisti, autentici testimoni di gratuità, accoglienza e servizio. La formazione di tali figure costituisce un impegno prioritario per la comunità parrocchiale, attenta a curarne, insieme alla crescita umana e spirituale, la competenza teologica, culturale e pedagogica. Questo obiettivo resterà disatteso se non si riuscirà a dar vita a una pastorale integrata secondo modalità adatte ai territori e alle circostanze, come già avviene in talune sperimentazioni avviate a livello diocesano75. Attività per il Centri di Ascolto Caritas Il tema dell anno pastorale 2012/13 CON LE FAMIGLIE EDUCHIAMOCI ALLA FEDE NELLA CARITA - Per un patto educativo tra comunità cristiana e territorio ci consente di mettere profondamente in discussione le motivazioni che ci spingono ad accogliere ed ascoltare i più poveri, ma anche a rivedere il nostro modello organizzativo e le alleanze che abbiamo costruito per fronteggiare le difficoltà quotidiane. educhiamoci alla fede nella carità : Ancora una volta la Chiesa ci chiede di dimostrare con le opere la nostra fede, ma all interno di un processo dinamico di trasformazione, educhiamoci infatti presuppone una volontà al cambiamento ed alla ricerca di soluzioni nuove. Il nostro fare però deve essere sostenuto e rinvigorito dal nostro essere. Essere cristiani oggi, nelle difficoltà di oggi, nella crisi economica e di valori che stiano attraversando. Per questo l anno pastorale 2012/13 deve servirci da momento propizio per verificare le nostre motivazioni più intime di impegno. L anno della Fede ci aiuterà a mettere a fuoco questi aspetti, i CDA e le comunità parrocchiali potranno ricalibrare i propri servizi anche in funzione di una pastorale integrata e di nuove attività che tengano strettamente legate liturgia, catechesi e carità. Con le famiglie : il tema proposto ci spinge a mettere al centro la famiglia, i documenti della Chiesa riportati in precedenza ci spiegano il senso e le motivazioni di tale necessità. Anche i CDA quindi devono riscoprire il ruolo delle famiglie anche nella relazione di aiuto con i più poveri. La rete familiare come strumento di sostegno delle persone più povere, ma anche le famiglie della comunità come soggetti attivi della carità (coinvolgimento della pastorale familiare nel CDA, immaginare attività comuni). La comunità parrocchiale come famiglia di famiglie si assume la presa in carico dei suoi componenti più poveri e li segue nel percorso di aiuto. patto educativo : la costruzione di reti e di legami stabili è uno dei fini prioritari della Caritas e dei CDA, quali strumenti pastorali che accolgono ed ascoltano le necessità presenti nella comunità. Costruire legami che abbiano uno scopo ed un azione educativa è lo sforzo in più che può permetterci di compiere quel salto di qualità che ci porti dall assistenza alla promozione umana. tra comunità cristiana e territorio : Il nostro fare quotidiano, l aiuto ed il sostegno ai poveri, non deve farci dimenticare che i destinatari della Caritas sono e restano tre: poveri, Chiesa e Territorio/mondo. I CDA sono chiamati ad essere strumento di promozione di reti e legami soprattutto sul territorio con le istituzioni ed i servizi pubblici e privati presenti. I CDA quindi

7 dovranno rilanciare questa missione propria di mediazione nella comunità cristiana e tra questa e il territorio: nella comunità cristiana rinsaldando i rapporti di collaborazione e dialogo tra i CDA, i parroci e gli operatori pastorali; allo stesso tempo essere seminatori di buone relazioni con gli attori sociali più significativi del territorio (scuole, consultori, associazioni, patronati, sindacati, circoscrizioni) perché le distanze ed i tempi siano abbattuti e sia messa al centro la persona con i suoi bisogni. Formazione permanente 2012/13 Contenuti: Concetti fondamentali del metodo Caritas; Immigrazione, criticità e risorsa; Le dipendenze oggi (droghe, gioco, alcol); Preghiera comune. Organizzazione incontri: Fine settembre riunione Referenti CDA Incontro riservato ai soli referenti per condividere il programma formativo. Ottobre incontro (metodo Caritas e spiritualità) Le tre fasi del CDA: Ascolto, Discernimento, Progetto; Adorazione (cappella sede Caritas) Dicembre incontro Tema Immigrazione docente Santino Tornesi; Come leggere un passaporto estero, il permesso di soggiorno, normativa sulla permanenza in Italia, i richiedenti asilo, compiti e funzioni delle Questure, ruolo della Chiesa nell accoglienza in Italia; Febbraio incontro (metodo Caritas e spiritualità) La presa in carico e l accompagnamento personalizzato Adorazione (cappella sede Caritas) Aprile incontro Tema vecchie e nuove dipendenze docente Annamaria Garufi Droghe leggere e pesanti, la diffusione dell alcol tra i giovani, la dipendenza da gioco; Maggio 2013 stage di volontariato I corsisti divisi in piccoli gruppi svolgeranno delle visite guidate presso alcune opere- segno: Help Center; Comunità psichiatrica Zafferia; Casa d accoglienza Don Orione ;

8 Centro Servizi Immigrati; Casa di Jessica, Nizza; Mense S. Antonio e Padre Annibale ; Comunità di recupero LELAT. Ottobre 2012 a giugno 2013: esperienza pratica di formazione permanente all Ascolto presso il CDA Diocesano con la partecipazione a turno di volontari dei CDA parrocchiali. Giugno 2013 Giornata conclusiva Restituzione in plenaria delle esperienze fatte dai gruppi, verifica e programmazione, fraternità (pranzo a sacco).

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