Laboratorio Gestione della classe Formazione Neoassunti giornata mondiale dei calzini spaia. Dott.ssa Maurizia Caldara

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1 Laboratorio Gestione della classe Formazione Neoassunti giornata mondiale dei calzini spaia Dott.ssa Maurizia Caldara

2 IN Premessa Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini e degli adolescenti a un progetto educativo condiviso. La formazione di importanti legami di gruppo non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno. coinvolgimento in questo compito di tutte le componenti

3 IN Scuola Infanzia Il curricolo della scuola dell infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche [ ] ma si esplica in un equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della giornata e si offrono come base sicura per nuove esperienze e nuove sollecitazioni. [ ] Nella relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e di confronto diffuso. L organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell ambiente educativo

4 Gestione della classe. Da dove partire? - Se il docente è un professionista riflessivo, come può operare in classe affinché i suoi personali stili di insegnamento favoriscano le relazioni e l apprendimento dei suoi allievi? Il ripercorrere il cammino lavorativo permette di rendersi conto che il processo educativo non è mai neutro, neutrale. -Il processo educativo nella scuola si costruisce, in primo luogo, nella comunicazione tra docente e studente, ma si arricchisce in virtù dello scambio con la comunità che opera dentro e fuori la scuola. La partecipazione al progetto scolastico da parte dei genitori è un contributo fondamentale, ma la condivisione delle scelte con i colleghi del team è altrettanto importante

5 Il docente L' agire di ogni docente è frutto della relazione fra intenzionalità, progetto, senso, ma anche di tutta la parte implicita di visione del mondo, rappresentazioni e teorie. Esercitazione 1

6 Rapporto fra stili di insegnamento e strategie dell insegnante Ogni insegnante ha il suo stile di insegnamento frutto della propria storia

7 Idea di bambino, di scuola e di società Il modo in cui si insegna porta con sé l'idea di bambino, di formazione, di adulto, di scuola, di società propri di chi sta insegnando.

8 PROMOZIONE DEL CLIMA DI CLASSE L insegnante saggio sa che 55 minuti di lavoro, più 5 minuti di risate, valgono il doppio di 60 minuti di lavoro costante. (Anonimo)

9 La complessità della classe Ogni studente suona il suo strumento, non c è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un orchestra che prova la stessa sinfonia. (Pennac D., 2008 )

10 Differenziare La domanda che ci si deve porre non è tanto perché differenziare, bensì su quali basi e secondo quali criteri farlo.

11 Valorizzare le differenze -Preconoscenze, non sottovalutiamole - Stile di apprendimento - Diverse intelligenze di Gardner - Temperamento

12 Esistono strategie magiche? Non esistono strategie giuste a priori, perché non è detto che quello che ha funzionato anche con gli stessi alunni possa funzionare sempre. Occorre conoscere più strategie e sperimentarle Parole d'ordine : motivazione -flessibilità

13 Alcune strategie Salutare appena si entra per creare un clima positivo Instaurare momenti di routine--- trasmettono sicurezza Teoria dei neuroni a specchio Condividere regole chiare ( appese, facili da ricordare, non imposte, ma negoziate) Dare senso a ciò che si fa Lavorare in prossimità, usare toni pacati della voce

14 Girare, non stare sempre dietro alla cattedra Usare linguaggio chiaro e semplice Avere sempre un atteggiamento positivo di fronte alle difficoltà dei nostri alunni Non intimidire gli studenti con il linguaggio corporeo Nelle situazioni di difficoltà prevedere una pausa Evitare di far sentire i ragazzi in difficoltà di fronte ai compagni e di farli diventare il capro espiatorio

15 Mantenere una certa distanza emozionale Programmare la lezione Ammettere gli errori Evitare tempi morti Vestirsi in modo rispettoso e adeguato al contesto Essere in sintonia con i colleghi per condividere una linea comune

16 Di fronte ad un episodio critico Ovviamente non possiamo prevedere quali comportamenti metteranno in atto i nostri studenti, ma possiamo decidere come rispondere a comportamenti inaccettabili. Mantenere il controllo di ciò che accade -Intervenire in base all'importanza, cercando di appianare i problemi -Smontare l'episodio evidenziandone gli aspetti negativi, non far finta di nulla -Ascoltare -Non rivolgerci solo a chi ci ascolta -Rinunciare a una parte di lezione e affrontare con i bambini una discussione -Evitare di etichettare gli studenti -Con il responsabile si può riprendere l'accaduto successivamente

17 Come gestisco queste situazioni? ESERCITAZIONE 2

18 Aula, gestione dello spazio fisico ma non solo Banchi Cattedra Sussidi ( LIM, computer, libri, giochi ecc. ) accessibili a tutti, assegnare incarichi per esempio dà importanza al loro valore, assicurarsi prima dell'inizio della lezione che funzionino ) Avere sempre pronto un piano B Lavori dei bambini/ragazzi appesi alle pareti Disordine fisico---disordine relazionale

19 Gli alleati nella gestione: le famiglie Carl R. Rogers: l educatore è un facilitatore della comunicazione... ma è sempre così?

20 Nuovi modi di danzare la relazione con i genitori - Condividere regole, obiettivi, scelte e mission - Calendarizzare altri momenti di incontro con le famiglie oltre a quelli canonici - Assumere una posizione non giudicante, allontanamento dagli stereotipi - porre attenzione verso l'altro non solo con gli occhi, ma con l'intero corpo e mente nel sistema.

21 Conclusione Non mantenere la disciplina Non riprendere il singolo Non richiamare chi si muove in continuazione Non richiamare chi parla Non vivere i genitori come la controparte...ma ciò che l'insegnante mette in atto Allestire un produttivo ambiente di lavoro, promuovendo la motivazione ad apprendere Promuovere l'interesse e il coinvolgimento dei bambini/ragazzi Incoraggiare la partecipazione Danzare la relazione con loro

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