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Rosangela Campo
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1 St rica L A B O R A T O R I O D I S T O R I A ALMA MATER STUDIORUM Università di Bologna Dipartimento di Storia Culture Civiltà biblioteca

2 storicamente.org Laboratorio di Storia Lorenzo Barberini Stefano Gasparri, Italia longobarda. Il regno, i Franchi, il papato, Roma-Bari, Laterza, 2012, XIII-194 pp. Numero ISSN: X Art. 13 pp. 1-3 DOI: /stor560 Editore: BraDypUS Data di pubblicazione: 08/07/2014 Sezione: Biblioteca

3 Stefano Gasparri, Italia longobarda. Il regno, i Franchi, il papato Roma-Bari, Laterza, 2012, XIII-194 pp. Lorenzo Barberini Da oltre trent anni la riflessione dell a. si è concentrata sulla vicenda dei Longobardi in Italia, leggendola nella molteplicità di forme in cui una esperienza storica si realizza: istituzionali, sociali, culturali e politiche. Questo libro costituisce una sintesi di quel lavoro e ne traduce la portata novatrice in un organico quadro d insieme. Oggetto ne è la costruzione di una individualità storica (l Italia longobarda, appunto), i cui destini furono segnati, come annuncia immediatamente il sottotitolo, da una dialettica triangolare fra il regno longobardo, il regno franco e l emergente autorità politica dei pontefici romani. L avvicinamento a questo problema, fra i più decisivi per la storia d Italia, è facilitato dall andamento cronologico dell esposizione. Così il primo capitolo si apre con l ingresso dei Longobardi (569) in Italia, una provincia dell impero romano-bizantino devastata dalla guerra greco-gotica, da una decadenza economica secolare, dalla crisi profonda delle sue classi dirigenti. Un ingresso certo non pacifico, ma i cui effetti si svolsero tutto sommato nel corso di quelle trasformazioni del mondo romano che, con profonde modulazioni regionali, segnarono tutta la prima storia europea. L insediamento dei conquistatori non ebbe d altronde quel carattere d occu-

4 2 Storicamente Biblioteca pazione militare che gli è stato attribuito dalla storiografia fino a oggi, ciò che permise una collaborazione relativamente rapida soprattutto ai livelli intermedi e favorita dalle gerarchie ecclesiastiche. Le strutture sociali che si possono cominciare a vedere in filigrana a partire dall Editto di Rotari (643) mostrano caratteri fluidi, in cui la posizione individuale molto deve al legame politico con il regno. L assenza di identità etniche definite, di barbari di fronte a romani e la marginalità del problema religioso (Romani cattolici e Longobardi ariani, cioè eretici) permette di cogliere processi aperti di integrazione, inquadrati con vieppiù sicurezza dalle istituzioni regie e distanti da logiche oppositive dominatori/dominati. L VIII secolo (capitolo secondo) dà un immagine di crescente articolazione del corpo sociale cresce contestualmente il numero delle fonti documentarie attraverso il quale la ricchezza tende a farsi più mobile e a concentrarsi, favorendo lo sviluppo di aristocrazie legate sempre più strettamente alle istituzioni ecclesiastiche. Parallelamente il regno conosce l apogeo della sua potenza sotto re Liutprando. Tuttavia, quel processo di verticalizzazione rimane lontano dal modificare profondamente una società il cui tessuto, sicuramente compatto, ma militarmente inadeguato, era formato da piccoli e medi proprietari fondiari. Un carattere proprio di questa Italia longobarda, che ormai si delinea con nettezza di tratto, ma che la condanna alla debolezza di fronte alla potenza franca. E qui diviene decisiva la congiuntura politica (capitolo terzo). Negli anni 20 infatti la crisi iconoclasta sconvolge gli equilibri internazionali ed interviene come fattore di catalizzazione dei processi di maturazione politica. Se da un lato essa condannava alla marginalità l impero bizantino sullo scenario italiano e offriva spazio al re longobardo per attuare quelle aspirazioni unitarie che erano l esito più conseguente di un secolo di rafforzamento ininterrotto della monarchia, dall altro essa scopriva un vuoto che i pontefici romani avvertirono con urgenza. Il Liber pontificalis disegna sotto il profilo concettuale il dipanarsi di una consapevolezza che a partire dalla difesa di interessi patrimoniali raggiunge la certezza di una funzione politica autonoma. Ciò che

5 Lorenzo Barberini Stefano Gasparri, Italia longobarda. Il regno, i Franchi, il papato 3 conta d altra parte è che lo scontro fra Roma e Pavia non ha nulla della necessità in ragione di una insuperabile diversità delle parti. Esso venne configurandosi sul piano rapido e imprevedibile degli eventi politici, che furono tutt altro che lineari, anche a seguito della complicazione delle dialettiche con l ingresso di un terzo interlocutore, il regno franco (quarto capitolo). In ultima analisi le possibilità di un azione politica efficace si chiusero per re Desiderio solamente poco avanti la discesa di Carlomagno in Italia, che interruppe la storia del regno longobardo indipendente (773). Va da sè che l evoluzione sociale conobbe altre cronologie, e occorre attendere circa un cinquantennio perché si possano manifestare quelle profonde trasformazioni che integrarono il regno nella compagine carolingia. L ultimo capitolo si concentra a smontare le fonti fino a mostrarne l opera di selezione dei fatti e di elaborazione di memoria politicamente orientata. Ciò che seguì la sconfitta militare del progetto politico longobardo, fu infatti la stigmatizzazione di quella esperienza in termini di totale negatività, quando non fu parzialmente espunta dai resoconti ufficiali. La memoria dell appartenenza al regno la si può cogliere per frammenti dispersi, attestazione ulteriore della sua fragilità fondamentale. A questo punto l alternativa longobarda è davvero scartata, consegnata alla meditazione storiografica come un percorso possibile, ma interrotto, della storia d Italia.

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