Provincia di Chieti ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIFESA DEL SUOLO Comitato Provinciale di Chieti
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1 Provincia di Chieti ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIFESA DEL SUOLO Comitato Provinciale di Chieti SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE E DIFESA DEL SUOLO 1. Censimento dissesti Convegno SIGEA Abruzzo I DISSESTI IDROGEOLOGICI RECENTI IN ABRUZZO Aeroporto Abruzzo-Pescara Relazione Censimento e monitoraggio dissesti -Interventi a basso impatto ambientale- Ing. Giovanni Masciarelli Responsabile Servizio Protezione Civile e Difesa del Suolo della Provincia di Chieti masciarelli@polotecnico.ch.it Socio Fondatore e Coordinatore Comitato Provincia di Chieti A.Di.S.- Associazione per la Difesa del Suolo Gennaio Le intense precipitazioni piovose, al disotto dei 1000 m s.l.m., e nevose, in montagna, sottopongo i nostri territori ad uno stato di emergenza. I fiumi ed i torrenti si gonfiano, vanno in piena, gli argini cedono, le acque straripano, le aree golenali e limitrofe si allagano. Nei fossi e nelle campagne i ruscellamenti superficiali si accentuano, le acque prima erodono e trasportano a valle i terreni, poi invadono le strade ed i centri abitati. I pendii ed i versanti, sottoposti alle incensanti ed intense precipitazioni si caricano d acqua, si appesantiscono e scivolano verso valle. Si riattivano le frane quiescenti, le abitazioni presentano le prime lesioni e sono invase dal fango, le strade cedono e sono chiuse al traffico. Il territorio è in uno stato d emergenza. Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 1
2 Un evento come quello del Gennaio 2003, pur se rilevante, è stato limitato nella sua entità ad eccezione di qualche area nel vastese. Questa calamità ha evidenziato, ancora una volta (se ve n era bisogno), l importanza di un idonea gestione del territorio sotto il punto di vista della previsione e della prevenzione. Una delle attività fondamentali, per un adeguata programmazione di previsione e prevenzione, è il censimento sistematico dei dissesti sia in fase di quiescenza che a seguito di una calamità. Il censimento dei dissesti deve essere esteso a tipologie di interventi di ogni ordine e grado, dalle sponde dei fiumi ai versanti, dalle strade ai centri abitati. Suddiviso per caratterizzazione geomorfologica: erosione superficiale, frana: di crollo (caduta massi), di rotolamento (massi o zolle voluminose), di ribaltamento, di cedimento, di scivolamento (colata gravitativa),.. Classificato per formazione geologica, estensione, influenza e interessamento infrastrutture e centri abitati. Il censimento, sia durante le fase di rilevamento che di restituzione dati va eseguito con i supporti informatici. Per l ubicazione puntuale del dissesto, qualora l estensione è limitata, o per la sua perimetrazione, una strumento di rilievo essenziale è il GPS. Questo permetterà immediatamente la georeferenzazione del dissesto su supporto cartografico informatizzato. Per un adeguato controllo del lavoro è necessario munirsi di software per la gestione di cartografie e date base che possono interagire tra loro. Il Servizio di Protezione Civile della Provincia di Chieti, si è dotato del S.I.T.P.C. costituito dai due software Arcview ed Azimut. Con il primo è possibile l ubicazione cartografica del movimento franoso su grafo stradale, con il secondo è possibile appoggiare ad ogni Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 2
3 dissesto una scheda per la caratterizzazione del dissesto stesso (vedi esempi tabelle censimento e monitoraggio allegate). Nella scheda vanno riportati oltre i dati generici (eventualmente accompagnati da documentazione fotografica) e caratterizzazione del dissesto anche quelli relativi agli interventi. Su questo grafo stradale sono stati già riportati tutti i ponticelli, i ponti, i viadotti e le gallerie sia delle strade provinciali (SP) che delle strade regionali a gestione provinciale (SRP). Effettuato il censimento di base dei dissesti, riportando quelli inventariati da precedenti lavori (Progetto AVI Perimetrazione aree a rischio idrogeologico) e quelli degli eventi più recenti, si passerà ad una fase di aggiornamento continuo dei dati per i dissesti già censiti e all inserimento di quelli che si manifesteranno. 2. Monitoraggio Il censimento costante dei dissesti diventa a sua volta una continuo monitoraggio del territorio, nel contempo il monitoraggio di dissesti rilevanti permette un afflusso di dati al data base del movimento franoso che facilitano la programmazione di interventi preventivi per ridurre il rischio di dissesti, quindi ridurre la vulnerabilità del territorio. Tramite il censimento sarà possibile individuare il ripetersi di un dissesto in un determinato punto, magari già interessato da uno o più interventi. Questo individua se la tipologia di lavoro effettuato si è rilevato inefficace (pertanto andrà prevista un altra soluzione progettuale di assetto) o magari se l estensione del dissesto è ben più ampia (quindi sarà necessario procedere ad un approfondimento geologico-geognostico dell area prima di procedere ad ulteriore progetto di sistemazione). Il monitoraggio si dividerà in due momenti, il primo subito dopo il censimento attraverso la scelta dei dissesti di particolare rilevanza per tipologia e interferenza in un particolare contesto (centro abitato, tratto viabile, immobile ecc.), il secondo in seguito a intervento progettuale di recupero. Le metodologie ed i strumenti per tale attività possono essere diversi a seconda della tipologia e rilevanza del dissesto, della disponibilità economica, della programmazione a piccola e a grande scala. Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 3
4 3. Interventi a basso impatto ambientale Le locuzioni tutela dell ambiente e impatto ambientale sono entrate nel linguaggio comune di quanti, esprimendo il desiderio e la necessità di salvaguardare l ambiente in cui vivono e che li circonda, sono consapevoli del limite degli equilibri ambientali e dell ecosistema e consci dello spessore e della delicatezza del rapporto fra l uomo, le sue molteplici attività ed il sistema ambiente in cui si praticano. La protezione del sistema ambiente, nella sua complessità, investe ormai numerose discipline: giuridico, scientifico, tecnologico, urbanistico, progettuale, formativo e non ultimo sociale. La ricerca e gli investimenti per migliorare le tecnologie e la progettualità a basso impatto ambientale non è solo un dovere nei confronti dell ambiente ma anche un ineludibile tributo alla Terra che ci ospita. In generale esiste un rapporto causa-effetti tra gli eventi meteorici ed il manifestarsi di movimenti di massa nei versanti e sulle sponde fluviali. Vi sono dissesti gravitativi profondi e frane di scivolamento planare che si estendono dell ordine di decine di metri. Per questi è difficile ipotizzare interventi risolutivi atti a fermare il fenomeno. Sono prevedibili interventi volti a monitorare il dissesto per il controllo degli spostamenti delle masse coinvolte, la loro evoluzione nel tempo e il possibile interessamento degli insediamenti antropici. Monitoraggio da un lato strumentale da effettuarsi con l utilizzo delle diverse tecniche tradizionali (inclinometrico, piezometrico, topografico, ecc.) e moderne (GPS), dall altro di telerilevamento (aerofogrammetrico, satellitare). I dissesti più superficiali possono avere un approccio tale da stabilizzare o, almeno, rallentare il fenomeno. Molto di questi, provocati anche dall azione antropica o di reazione della natura a ciò che l uomo ha cercato di stravolgere rispetto al corso naturale, sono inevitabilmente affrontabili con interventi di sistemazione con tecniche d ingegneria tradizionale: paratie tirantate e non, muri di sostegno e di contenimento, chiodature, tiranti, micropali, briglie, muri spondali, gabbionate. In questa categoria si intendono classificare l insieme di quelle opere passive o attive di contenimento, consolidamento e protezione dagli eventi di instabilità, tramite la realizzazione di opere e manufatti in cemento armato, acciaio, muratura, gabbionate e consolidamenti che prevedono la realizzazione di micropali e tiranti. Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 4
5 In questi casi, dove le tecniche di ingegneria tradizionale sono indispensabili, si deve estendere lo studio e le opere a soluzioni che tendono a mitigarne l impatto ambientale. Gli interventi tradizionali vanno affiancati da opere passive e, ove possibile, da sistemi attivi di rivestimento o ricostruzione strutturale dei versanti o spondale con materiali naturali (pietrame, legname) e con tecniche naturalistiche. Per dissesti meno rilevanti, che interessano la coltre superficiale, in relazione alla estensione del fenomeno, della natura della formazione, della dinamica del movimento, dell intensità delle spinte e dei cinematismi in atto, delle componenti esterne che entrano in gioco, si possono adottare sistemazioni con tecniche di ingegneria naturalistica. Tali tecniche risultano più efficaci quanto più la coltre è superficiale e sono rilevanti gli effetti drenanti, leggerezza e funzione antierosiva dell intervento. In alcune situazioni, di più complessa soluzione per l estensione e la profondità del dissesto, pur non adottando tecniche del tipo tradizionali, l ingegneria naturalistica può essere integrata e complementata con soluzioni dell ingegneria civile e geotecnica (geosintetici, biostuoie, reti, ancoraggi, sistemi drenanti, ecc. Palena (CH) - Guado di Coccia Intervento di sottoscarpa con gabbionata mitigata con terreno di riporto, geostuia rinforzata e biostuoia di juta fine intervento Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 5
6 Nel quadro che segue vengono correlate le tipologie di intervento, tradizionali e naturalistiche, con i diversi fenomeni di instabilità. Correlazione dissesti-tipologia di intervento Geodinamica del dissesto Sistemazione con tecniche tradizionali Sistemazione con tecniche di ingegneria naturalistica Altri interventi primari o complementari Rotolii e Crolli Tiranti, barriere paramassi statiche (muratura, c.a., metalliche), gallerie artificiali paramassi Reti d acciaio attive e reti metalliche passive con eventuali geosintetici e bioreti antierosivi, paramassi dinamici, rilevati paramassi in terra rinforzata Decespugliamento e taglio vegetazione senza asportare l apparato radicale, disgaggi, riprofilatura pendii. Ribaltamenti (Toppling) Chiodatura, tiranti, muri di sostegno Reti d acciaio attive, sistemazione e rivegetazione del solo accumulo Disgaggi, riprofilatura parete, Debris-flow Barriere e briglie (muratura, c.a., metalliche) Paramassi dinamici, rimboschimenti Cedimenti Paratie, muri di sostegno Regimazione acque e sistemi drenanti con tecniche naturalistiche, terre rinforzate Mitigazione opere tradizionali Scivolamenti planari Trincee drenanti profonde Sistemi drenanti con tecniche naturalistiche Regimazione acque superficiali, monitoraggio inclinometrico e piezometrico Scivolamenti rotazionali Gabbionate, muri di sostegno, paratie anche tirantate, consolidamenti con micropali Palificate di sostegno in legname morto e vivo, scogliere di contenimento rivegetate, terre rinforzate di sostegno e per ricostruzione pendii, sistemi antierosivi e rivegetazione della superficie sistemata Rinterro gabbionate, rimodellamento versanti con riduzione pendenza, regimazione e captazione acque superficiali e profonde, trincee drenanti Scivolamenti coltre (Soil slips) Stabilizzazione attiva bidimensionale con reti di acciaio, graticciate, viminate, palificate in legno, geosintetici e fibre naturali con funzioni di protezione dall erosione, cespugliamenti e inerbimento Riprofilatura pendii regimazione acque superficiali Colate Muri di contenimento, briglie di rallentamento e regimazione meccanismo Palificate semplici, viminate, graticciate, cespugliamenti consolidanti, inerbimento Sistemi drenanti, raccolta e regimazione acque superficiali Trasporti Briglie in c.a., briglie con gabbionate e materassi filtranti Briglie in legname e pietrame Casse di laminazione, barriere dinamiche in acciaio anti-debris Erosioni di scarpate Muri di protezione in c.a., muratura e gabbionate Palificate di sostegno in legno semplici o doppie, graticciate vive, geosintetici e fibre naturali di protezione dall erosione, stabilizzazione attiva con reti di acciaio Riprofilatura scarpate, rinterro gabbionate, reti metalliche passive Erosioni di sponda Muri spondali e pennelli in c.a., muratura e gabbionate Scogliere con massi vincolati, difese con massi e rivegetazione dei vuoti, palificate vive di sostegno, geogriglie, rivegetazione spondali Rinaturalizzazione degli alvei, allargamento delle sezioni di deflusso, Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 6
7 San Martino sulla Marrucina (CH) Intervento su sabbie cementate e lenti conglomeratiche Stabilizzazione attiva bidimensionale con rete d acciaio e gestuoia rinforzata fine intervento dopo 3 mesi fine intervento dopo un anno fine intervento Intervenire nei fenomeni d instabilità, significa non solo ristabilire o ripristinare delle condizioni di sicurezza per l uomo, ma avere anche l obiettivo della salvaguardia dell ambiente, intesa come riequilibrio dell ecosistema tramite l innesco di processi evolutivi naturali che portino ad un nuovo equilibrio dinamico in grado di garantire una maggiore stabilità ed un miglioramento dei valori paesaggistici dell ambiente. Per sostenere le progettazioni e gli interventi in tale direzione, sia con tecniche di ingegneria tradizionale che naturalistica e la integrazione di queste, è necessaria un attività legislativa e programmatica per favorire l approvvigionamento e l impiego del materiale vegetale morto e vivo, nonché la produzione di sementi autoctone per la pratica delle idrosemine. Necessitano direttive concernenti criteri ed indirizzi per l attuazione degli interventi naturalistici e di mitigazione delle opere con tecniche tradizionali. A queste direttive vanno affiancati indirizzi per l impiego dei materiali vegetali e quaderno per interventi tipo di mitigazione e sistemazione dei dissesti e del territorio in generale con tecniche di ingegneria naturalistica. Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 7
8 Inoltre la problematica, da un lato connessa al reperimento di cave (ove prelevare materiale inerti di pregio, misto frantoiato, ghiaia e sabbia, sempre più rari e costosi), dall altro lo smaltimento delle terre e delle rocce provenienti dagli scavi, richiede direttive, nel rispetto della Legge Ronchi (D.Leg.vo 22/97), atte al recupero ed al riutilizzo delle terre da scavo. Per i piccoli lavori, compresi i dissesti, è necessario programmare aree di stoccaggio delle terre da scavo e incoraggiare, magari con contributo pubblico, attività di lavorazione che provvedano, sin a monte, alla lavorazione delle terre con materiale organico, calce, cemento a seconda della tipologia di terreno e successivo riutilizzo. Borrello (CH) Lavori di bonifica,e stabilizzazione attiva bidimensionale con barre di ancoraggio di ml 3.00 e rete d acciaio ancorata con piastre di raccordo alle barre; dopo un anno ultimazione lavori (scarpata consolidata e rinverdita) Attraverso l impiego di tecniche di ingegneria naturalistica o tradizionale integrata con quella naturalistica, nonchè l impiego di tecniche per il recupero del materiale e su base biologica possono essere perseguite molteplici finalità: NATURALISTICHE Favorire l attecchimento spontaneo Ricostruzione di ambienti naturali con innesco di ecosistemi mediante l impiego di specie autoctone. PAESISTICA Inserimento nel paesaggio circostante Recupero ambientale sotto l aspetto estetico-visivo Rivalutazione storico-culturale TECNICO-FUNZIONALI Azioni fisiche che le piante inducono sul suolo nel processo di consolidamento dei terreni sotto l aspetto idrogeologico Funzioni di filtrazioni dei solidi sospesi e degli inquinanti di origine diffusa (fitodepurazione) Recupero materiale da smaltire SOCIO-ECONOMICA Strutture integrative, alternative e competitive di opere d ingegneria di alto impatto Volano del beneficio sociale legato all oculata gestione economica delle risorse naturali Ottimizzazione delle risorse disponibili nel territorio e contenimento dei costi Rivitalizzazione vecchie professionalità Sviluppo dell occupazione Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 8
9 Esempi di sistemazione fluviale Alla base di un adeguato utilizzo delle tecniche naturalistiche di sistemazione dei dissesti vi è l innovazione, la qualità tecnologica, nonchè quelle complesse operazioni multidisciplinari preliminari che sono necessarie e fondamentali sia per la messa in sicurezza del cantiere, ad evitare ulteriori dissesti, al fine della realizzazione dei lavori previsti, sia per la riuscita nel tempo delle opere. Chieti Gennaio 2005 Ing. Giovanni Masciarelli Bibliografia REGIONE LOMBARDIA, Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica REGIONE PIEMONTE, Interventi di sistemazione del territorio con tecniche di Ingegneria Naturalistica, Torino 2003 MASCIARELLI G., Interventi nella Provincia di Chieti, Relazione convegno Consolidamento delle terre e delle rocce, Campobasso 2002 MASCIARELLI G., Stabilizzazione attiva dei terreni per la protezione dei versanti stradali con interventi a basso impatto ambientale, Relazione convegno Pendii e versanti stradali, Ortona (CH) 2003 MASCIARELLI G., Riutilizzo dei terreni di scavo nelle terre rinforzate, Atti seminario A.Di.S.-Associazione per la Difesa del Suolo - Strutture in terra rinforzata, applicazioni e metodologie di calcolo, Chieti 2003 Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 9
10 Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 10
11 Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 11
12 Ing. Giovanni Masciarelli Provincia di Chieti A.Di.S. 12
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