L'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO Legge 9 gennaio 2004, n. 6

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1 L'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO Legge 9 gennaio 2004, n. 6 Antonio Gorgoni Ricercatore di Diritto privato Facoltà di Giurisprudenza Firenze Edvard Munch L'urlo ( ) Persona e Mercato Associazione di Promozione Sociale

2 Nuovo titolo XII del libro I Vecchio titolo XII: Dell infermità, dell interdizione e dell inabilitazione. Nuovo titolo XII: Delle misure di protezione delle persone prive in tutto o in parte di autonomia. Il sistema non si concentra più soltanto sull infermità, ma sulla protezione della persona prescindendo dalla causa che la rende debole. Cosa è cambiato?

3 Ragioni della novella Perché è stata introdotta l amministrazione di sostegno? 1) l'interdizione attribuiva rilevanza solo all infermità mentale e non anche ad altre patologie che rendevano la persona ugualmente bisognosa di protezione; 2) l'interdizione e l'inabilitazione precostituivano gli effetti limitativi della capacità d agire (l interdetto perdeva del tutto la capacità d agire, l inabilitato poteva compiere solo gli atti di ordinaria amministrazione). Il sistema non consentiva di graduare l intervento limitativo della capacità d agire.

4 Profili di incostituzionalità del vecchio sistema L'interdizione e l'inabilitazione, precostituendo la limitazione della capacità d'agire, violavano: 1) il principio di uguaglianza formale in quanto trattavano in modo uguale situazioni diverse (art. 3 co. 1 Cost.). 2) il principio di uguaglianza sostanziale (art. 3 co. 2 Cost.) perché lo Stato non si adoperava per creare un sistema protettivo dei soggetti deboli che garantisse loro il pieno sviluppo della persona della umana. L'interdizione comportava la morte civile. COMMENTO La disciplina dell'interdizione e dell'inabilitazione obbedisce alla logica degli status personali dotati di rigidità e di assolutezza al di là di ragionevoli esigenze di misura (P. Rescigno).

5 Conseguenze del sistema rigido I consociati rifuggivano dall'interdizione e dall'inabilitazione perché, in molti casi, tali istituti apparivano eccessivi rispetto alla patologia che affliggeva il soggetto. Chi era affetto da malattia psichica o da ritardo mentale lieve restava sprovvisto di un'efficace protezione. Poteva, se sussistevano i presupposti, avvalersi dell'annullamento per incapacità naturale (art. 428 c.c.)

6 Il nuovo principio della minore limitazione possibile della capacità d'agire Art. 1 legge n. 6/2004: 1. La presente legge ha la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente. E' il principio cardine che informa il sistema delle misure di protezione: ADS, interdizione e inabilitazione.

7 Nuovo art. 427 comma 1 c.c. Questa norma applica il principio della minore limitazione possibile della capacità d'agire stabilendo che l'autorità giudiziaria, nella sentenza di interdizione o di inabilitazione o in successivi provvedimenti, può stabilire che: 1) taluni atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti dall'interdetto senza l'intervento o con l'assistenza del tutore; 2) taluni atti eccedenti l'ordinaria amministrazione atti eccedenti l'ordinaria amministrazione possono essere compiuti dall'inabilitato senza l'assistenza del curatore.

8 Presupposti per la nomina dell'amministratore di sostegno Art. 404 c.c. 1) Infermità o menomazione fisica o psichica, in base alle quali la persona 2) si trova nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi infermità menomazione oligofrenico demente demenza senile epilettico depresso morbo di Parkinson Ictus morente minorato fisico sindrome di Down autistico muto,sordo,sordomuto, cieco, alcoolista e tossicodipendente

9 Indicazioni nel decreto di nomina dell'amministratore di sostegno (art.( 405 co. 5 c.c.) n. 3 1) oggetto dell'incarico 2) atti che l'ads può compiere in nome e per conto del beneficiario (rappresentanza) n. 4 atti che il beneficiario può compiere solo con l'assistenza dell'ads art. 409 co. 1 c.c. Il beneficiario conserva la capacità d'agire per tutti gli che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l'assistenza necessaria dell'ads

10 Altre limitazioni alla capacità d'agire (art. 411 ult. co. c.c.) Il g.t. può estendere al beneficiario determinati effetti, limitazioni o decadenze previsti da disposizioni di legge per l'interdetto o l'inabilitato. Tale provvedimento deve aver riguardo all'interesse del beneficiario e deve essere motivato. effetti limitazioni - art. 183 co. 2 c.c. (esclusione dall'amministrazione dei beni della comunione legale) - art c.c. (scioglimento del contratto di affitto) - art. 85 c.c. (impedimento a contrarre matrimonio) - art. 591 co. 2 n. 2 c.c. (incapacità di testare) - art. 774 c.c. (incapacità di donare) decadenze - art c.c. (decadenza da amministratore della spa)

11 Due caratteri fondamentali della nuova disciplina 1) Diminuzione della capacità d'agire proporzio- nata all'infermità/menomazione e modulazione dell'intervento protettivo sull'esigenze de beneficiario (flessibilità): 2) Valorizzazione dell'autodeterminazione della persona e delle residue energie psicofisiche della persona: art. 1 l. n.6/2004 art. 405 co. 5 n. 3 e n. 4 art. 411 ult. co. art. 407 co. 4 art. 414 art. 406 co.1 art. 408 co.1 art. 410 co. 2

12 Problema dell'ambito applicativo dell'ads rispetto a quello del'interdizione e all'inabilitazione Perché è sorto questo problema? Perché l'art. 404 prevede,tra i presupposti dell'ads, l'infermità così come l'art. 414 per l'interdizione e l'art. 415 co. 1 per l'inabilitazione. interdizione: infermità grave e abituale (art. 414 e 415 co. 1) Più precisamente inabilitazione: infermità non così grave da far luogo all'interdizione (art. 415) ads: l'infermità non è graduata, quindi essa può coincidere con quella dell'interdizione o dell'inabilitazione

13 Quale istituto si applica in caso di infermità? La normativa sancisce un principio fondamentale: residualità dell'interdizione: l'art. 414 stabilisce che l'interdizione può essere pronunciata solo quando è è necessario per assicurare adeguata protezione (novità introdotta dalla l. n. 6/2004). Significa che l'infermità non implica necessariamente interdizione. Tale principio consegue all'altro principio della minore limitazione possibile della capacità d'agire (art. 1 l. n. 6/2004). dell'inabilitazione: si ricava dagli artt. 413 ult. co., 418 ult. co. e 429 ult. co.

14 Il principio appena visto necessitava di criteri applicativi Per quali ragioni? 1) Il giudice appariva libero di applicare l'ads, l'interdizione o l'inabilitazione, il che prefigurava ingiustificate disparità di trattamento con conseguente lesione della libertà e dell'autodeterminazione della persona; 2) l'interdizione non sembrava mai necessaria perché l'art. 405 co. 5 n. 3 e n. 4 avrebbe consentito (secondo un'interpretazione) di attribuire all'amministratore di sostegno tutti i poteri del tutore o del curatore. E l'art. 411 ult. co., inoltre, avrebbe permesso di equiparare la posizione del beneficiario a quella dell'interdetto e dell'inabilitato. E' stata sollevata questione di legittimità costituzionale degli artt. 404, 405 co. 5 n. 3 e n. 4 e 409

15 Intervento della Corte costituzionale (sent. n. 440/2005) La Consulta ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale e ha affermato che in nessun caso i poteri dell'amministratore di sostegno possono coincidere integralmente con quelli del tutore o del curatore. Cosa consegue a tale affermazione?

16 Conseguenze L'art. 405 co. 5 n. 3) e 4) non consentono: 1) di attribuire all'amministratore di sostegno il potere rappresentativo di compiere nel nome del beneficiario tutti gli atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione; 2) di attribuire all'amministratore di sostegno il potere di assistere il beneficiario nel compimento di tutti gli atti di straordinaria amministrazione. avremmo coincidenza con i poteri del tutore (artt. 424 co. 1 e 357 c.c.) avremmo coincidenza con i poteri del curatore (artt. 424 co. 1 e 394 c.c.)

17 Intervento della Cass. (sent. n /2006) La sentenza della Corte cost. chiarisce solo che i tre istituti si distinguono per la diversità degli effetti sulla capacità d'agire (più lievi nell'ads), ma non chiarisce quando l'interdizione è necessaria per assicurare adeguata protezione. La Cass. respinge la tesi secondo cui se il soggetto infermo non è capace di comprendere alcunché deve essere interdetto (c.d. criterio quantitativo). Essa indica i criteri da seguire per decidere tra Ads, interdizione e inabilitazione.

18 Criteri orientativi nella scelta tra ads e interdizione Secondo la Cass. determinante della scelta tra gli istituti applicabili è il tipo di attività da svolgere in nome dell'interessato. Essa afferma che deve essere applicata l'ads se l'attività è minima, estremamente semplice, e tale da non rischiare di pregiudicare gli interessi del soggetto [alla luce] della scarsa consistenza del patrimonio, [della] semplicità delle operazioni da svolgere (ad es.: gestione ordinaria del reddito da pensione) e dell'attitudine [del beneficiario] a non mettere in discussione i risultati dell'attività di sostegno. In questa valutazione, secondo la Cass., occorre tener conto anche della gravità e durata della malattia, della natura e durata dell'impedimento e di tutte le altre circostanze caratterizzanti la fattispecie.

19 Casi in cui applicare l'interdizione Secondo la Cass. si deve applicare l'interdizione quando: 1) occorre gestire un'attività di una certa complessità, da svolgere in una molteplicità di direzioni ; 2) appare necessario impedire al soggetto da tutelare di compiere atti pregiudizievoli per sé, eventualmente anche in considerazione della permanenza di un minimum di vita di relazione che porti detto soggetto ad avere contatti con l'esterno ; 3) in ogni altra ipotesi in cui il giudice di merito, in base ad una valutazione che solo a lui compete, ritenga che l'intedizione sia l'unico strumento idoneo ad assicurare quell'adeguata protezione degli interessi della persona che la legge richiede (valutazione incensurabile in sede di legittimità, se logicamente e congruamente motivata).

20 Caso concreto in cui non è necessaria l'interdizione Tizio, grave infermo di mente, del tutto incapace di intendere e di volere, ha necessità di compiere solo pochi atti: vendere la casa di abitazione; impiegare la pensione e parte del ricavato della vendita della casa per pagare la retta della casa di riposo in cui è ricoverato. E' sufficiente, per assicurare adeguata protezione, attribuire all'amministratore di sostegno il potere rappresentativo di alienare l'immobile e di utilizzare il prezzo ricavato, unitamente al reddito da pensione, per saldare le rette della casa di riposo e per le esigenze personali del beneficiario. N.B. Il beneficiario rimane capace di agire per tutti gli altri atti non indicati nel decreto di nomina, ma si tratta di una capacità che non potrà essere esercitata alla luce della rete di protezione che circonda il beneficiario stesso.

21 Doveri dell'amministratore di sostegno L'art. 411 co. 1 richiama alcune norme in materia di tutela che prevedono i seguenti doveri a carico dell'amministratore: Amministrare il patrimonio del beneficiario con la diligenza del buon padre di famiglia, pena il risarcimento di ogni danno cagionato al beneficiario (art. 382); tenere regolare contabilità dell'amministrazione e renderne conto ogni anno al g.t. (art. 380); Altri doveri dell'amministratore previsti dalla normativa sull'ads: riferire al g.t. circa l'attività svolta e le condizioni di vita personale e sociale del beneficiario. Nel decreto si indica la periodicità di tale dovere (art.405 co. 5 n.6); tener conto, nello svolgimento dei compiti, dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario (art. 410 co. 1); informare tempestivamente il beneficiario circa gli atti da compiere nonché il g.t. in caso di dissenso del beneficiario stesso (art. 410 co. 2).

22 Violazione dei doveri contrasto (tra beneficiario e amministratore) Secondo l'art. 410 co. 2, in caso di: scelte o di atti dannosi negligenza nel perseguire l'interesse o nel soddisfare i bisogni o le richieste del beneficiario Il beneficiario, il pubblico ministero o gli altri soggetti di cui all'art. 406 [che, a sua volta richiama l'art. 417] possono ricorrere al g.t., che adotta con decreto motivato gli opportuni provvedimenti. Quali possono essere questi opportuni provvedimenti?

23 Rimozione e sospensione dell'amministratore L'art. 411 co. 1 c.c. richiama l'art. 384 c.c. Il quale prevede due misure a tutela del beneficiario: 1) rimozione: quando il tutore (l'amministratore di sostegno) si è reso colpevole di negligenza o abbia abusato dei suoi poteri, o si sia dimostrato inetto all'adempimento di essi, o sia divenuto immeritevole dell'ufficio per atti anche estranei alla tutela (all'amministrazione di sostegno), ovvero sia divenuto insolvente. La rimozione necessita della previa audizione o citazione del tutore (o dell'amministratore di sostegno). 2) sospensione (dall'esercizio): nei casi che non ammettono dilazione: