RELAZIONE SPECIALISTICA

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1 ISO 9001:2000 Provincia di Firenze Ufficio Gestione Rifiuti e Bonifica Siti Inquinati OGGETTO: PROGETTO ESECUTIVO DEL SISTEMA DI BONIFICA DEL SITO INDUSTRIALE DI PIANVALLICO FI021 COMUNI DI SCARPERIA SAN PIERO A SIEVE (FI) ELABORATO: B RELAZIONE SPECIALISTICA FILE: B_RELAZIONE_SPECIALISTICA.PDF PROTOCOLLO: 345/2/97 DIRETTORE TECNICO Prof. Geol. Eros AIELLO RESPONSABILE Dott. Enrico GUASTALDI COLLABORATORI: Dott. Fabio Nunzio Antonio BROGNA Dott. Gianni LIALI Angela SOGGIA Dott. Alessio BARBAGLI REVISIONE DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO 0 15/11/2012 Prima emissione Dott. Brogna Dott. Guastaldi Prof.Geol. E.Aiello 1 22/03/2013 Revisione ai sensi Dott. Brogna Dott. Guastaldi Prof.Geol. del D.P.R. 207/2010 E.Aiello 2 10/05/2013 Revisione ai sensi del D.P.R. 207/2010 Dott. Brogna Dott. Guastaldi Prof.Geol. E.Aiello

2 Protocollo x Progetto 97 INDICE 1 Normativa di Riferimento Premessa Indagini a supporto della progettazione Indagine georadar finalizzata alla ricerca dei sottoservizi... 9 Osservazione C-Scan: area Osservazione C-Scan: area Configurazione Impiantistica Impianto di Air Sparging Impianto di Soil Vapor Extraction Impianti di trattamento aria Dimensionamento degli impianti Premessa Impianto di Air Sparging Impianto di SVE Considerazioni tecnico/economiche Realizzazione/Dimensionamento dei pozzi barriera Autorizzazione allo scarico delle acque emunte dall impianto di estrazione Dimensionamento della messa in sicurezza della sorgente S Bilancio di massa Nuova rete di monitoraggio Programma di monitoraggio dell'impianto ASO Monitoraggio dell'impianto ASO Monitoraggio della sorgente S Verifica della qualità dei terreni in corso d opera Redazione di Report trimestrali

3 Protocollo x Progetto Modulistica di campo e di Laboratorio Protocollo di campionamento per le matrici ambientali Campionamento terreni Campionamento acque di falda Campionamento matrice aeriforme Monitoraggio dei principali parametri chimico fisici e della piezometria Collaudo finale dell'intervento di bonifica Dismissione degli impianti Programma dei lavori

4 1 Normativa di Riferimento DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, n. 81 (Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 Aprile Supplemento Ordinario n. 108) "Attuazione dell articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123,in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro." LEGGE 3 AGOSTO 2007, n 123 artt. 1, 8, 9, 10, 11, 12 (Gazzetta Ufficiale n. 185 del 10 agosto 2007) Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia" CIRCOLARE MIN. LAVORO n 4 del 28 febbraio 2007 Problematiche inerenti alla sicurezza dei lavoratori nel caso di mere forniture di materiali in un cantiere edile o di ingegneria civile. DECRETO LEGISLATIVO 12 APRILE 2006, n. 163 (Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio Supplemento Ordinario n. 107) "Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE" DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006, n.152 Disposizioni di indirizzo in materia di siti contaminati. Norme in materia ambientale. Ministero Ambiente Tutela Territorio. Titolo V, Parte IV DECRETO LEGISLATIVO 8 LUGLIO 2003, n. 235 "Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori." D.M. INFRASTRUTTURE E TRASPORTI (Gazzetta Ufficiale S.O. nr.226 del ) 3

5 Disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo. D.P.R nr.462 Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra d impianti e di impianti elettrici pericolosi. LEGGE REGIONALE 18 MAGGIO 1998, n. 25 Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati LEGGE 18 NOVEMBRE 1998, N.415 (Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 4 Dicembre 1998, n.284) Modifiche alla Legge 11 febbraio 1994, n.109, e ulteriori disposizioni in materia di lavori pubblici. D.M. 10 Marzo 1998 Criteri di sicurezza antincendio per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro DECRETO MINISTERIALE 17 GENNAIO 1997 (Gazzetta Ufficiale 6 Febbraio 1997, n. 30) Elenco di norme armonizzate concernente l'attuazione della direttiva 89/686/CEE relativa ai dispositivi di protezione individuale. DECRETO LEGISLATIVO 2 GENNAIO 1997 N.10 (Gazzetta Ufficiale 30 Gennaio 1997, n. 24) Attuazione delle direttive 93/68/CEE, 93/95/CEE e 96/58/CEE relative ai dispositivi di protezione individuale DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 LUGLIO 1996, N. 459 (Gazzetta Ufficiale 6 Settembre 1996, n Suppl.) 4

6 Regolamento per l'attuazione delle direttive 89/392/CEE, 9/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative alle macchine. DECRETO MINISTERIALE 9 GIUGNO 1995 (Gazzetta Ufficiale 27 Luglio 1995, n. 174) Disciplinare tecnico sulle prescrizioni relative ad indumenti e dispositivi autonomi per rendere visibili a distanza il personale impegnato su strada in condizioni di scarsa visibilità. LEGGE 2 GIUGNO 1995, N. 216 Art.31 (Gazzetta Ufficiale 2 Giugno 1995, n. 127) Conversione in legge con modificazioni e integrazioni, del Decreto Legge 3 Aprile 1995, n 101 concernente norme urgenti in materia di lavori pubblici. DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 DICEMBRE 1992, N. 495 (Gazzetta Ufficiale 28 Dicembre 1992, n.303) Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada. DECRETO LEGISLATIVO 4 DICEMBRE 1992, N. 475 (Gazzetta Ufficiale 9 Dicembre 1992, n. 289-Suppl.) Attuazione della direttiva 89/686/CEE del consiglio del 21 Dicembre 1989 in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale DECRETO LEGISLATIVO 30 APRILE 1992, N. 285 (Testo aggiornato riportato sul S.O. Gazzetta Ufficiale del 22 Marzo 1994) Nuovo codice della strada DECRETO PRESIDENTE CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 MARZO 1991 (Gazzetta Ufficiale 8 Marzo 1991, n. 57) Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno 5

7 LEGGE 19 MARZO 1990, N. 55 Art.18 (Gazzetta Ufficiale 23 Marzo 1990, n. 69) Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre forme di manifestazione di pericolosità sociale DECRETO MINISTERO DELL'INTERNO 19 MARZO 1990 (Gazzetta Ufficiale 31 Marzo 1990, n. 76) Norme per il rifornimento di carburanti, a mezzo di contenitori-distributori mobili, per macchine in uso presso aziende agricole, cave e cantieri LEGGE 5 MARZO 1990, N. 46 artt. 8, 14, 16 (Gazzetta Ufficiale 12 Marzo 1990, n. 59) Norme per la sicurezza degli impianti. DECRETO 10 MAGGIO 1988, N. 347 (Gazzetta Ufficiale 13 Agosto 1988, n. 190) Riconoscimento di efficacia dei mezzi e sistemi relativi alla costruzione ed all'impiego di radiocomandi per l'azionamento di gru, argani e paranchi. DECRETO MINISTERIALE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 LUGLIO 1982, N.673 (Gazzetta Ufficiale 23 Settembre 1982, n. 263) Attuazione delle direttive (CEE) n. 73/361 relativa alla attestazione e al contrassegno di funi metalliche, catene e ganci e n. 76/434 per l'adeguamento al progresso tecnico della direttiva n. 73/361. DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 MARZO 1956, N. 302 (Gazzetta Ufficiale 30 Aprile 1956, n. 105-Suppl.) Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro integrative di quelle generali emanate con Decreto del Presidente della Repubblica 27 Aprile 1955 n

8 DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 OTTOBRE 2010, N. 207 (Gazzetta Ufficiale 10 Dicembre 2010, n S.O.) Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 Aprile 2006, n 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE. 7

9 2 Premessa Il presente elaborato costituisce la Relazione Specialistica redatta per illustrare gli impianti di Air Sparging con ozono, Soil Vapor Extraction e l'impianto costituito da una barriera idraulica come sbarramento del plume di contaminazione verso valle, nell ambito del Progetto Esecutivo di Bonifica delle acque di falda del sito industriale di Pianvallico situato tra i Comuni di Scarperia e San Piero a Sieve (FI). Alla luce dei risultati del test pilota che hanno permesso di valutare il raggio di influenza di ciascun impianto, i punti di insufflazione e di estrazione del contaminante sono stati distribuiti in modo da intercettare tutto il plume di contaminazione che migra verso valle. Secondo quanto riportato nella Relazione Tecnica del Test Pilota (Allegato 4) e quindi sulla base dei dati ottenuti dal test di campo, la configurazione impiantistica e il dimensionamento degli impianti in termini di portate insufflate, portate estratte, raggi d'influenza e impiantistica dei pozzi barriera, sono stati ritarati rispetto a quanto riportato nella Relazione Tecnica del Progetto Operativo (Allegato 3). Sulla base delle specifiche tecniche, della logistica d'impianto e sulla base di valutazioni tecnico economiche è stato previsto che l'intero esercizio dell'impianto di bonifica funzionerà in maniera tale da non modificare l'obiettivi di bonifica previsti in fase progettuale. L oggetto della presente relazione è quindi la descrizione di dettaglio ed il dimensionamento dei suddetti impianti previsti in fase di progettazione operativa e che dovranno, quindi, assicurare il loro funzionamento nel rispetto delle specifiche fornite dalla stazione appaltante. 8

10 3 Indagini a supporto della progettazione 3.1 Indagine georadar finalizzata alla ricerca dei sottoservizi La finalità di questo lavoro consiste nella rilevazione di eventuali sotto servizi in sotto superficie nei due piazzali posti all interno dell'area di intervento in quanto il sito in cui verrà istallato il sistema di bonifica è operativo e vi è la presenza di sotto servizi che potrebbero interferire con le operazioni di cantierizzazione e istallazione dell'impianto di bonifica, come mostrato nella Tavola 5. L intero sito è caratterizzato da una superficie asfaltata per lo più pianeggiante impostata su materiale di riporto frammisto a limi sabbiosi. L eterogeneità del mezzo superficiale rappresenta un limite per la presente indagine in relazione alla penetrazione del segnale. Per l esecuzione di questo lavoro si è utilizzato il metodo di acquisizione a griglia ; tale metodo prevede la realizzazione di diverse scansioni longitudinali e trasversali con interdistanza l una dall altra di 50 cm, garantendo quindi un acquisizione a copertura completa dell area investigata. Le indagini sono state eseguite in un due diversi piazzali (area 1 compresa tra gli stabilimenti SAMOA e I.P.T. e area 2 adiacente all Outlet Antonella Immobiliare ) realizzando più griglie per ogni piazzale (Figura 1 e Figura 2) a causa della presenza di ostacoli fisici inamovibili sul terreno (aiuole e recinzioni metalliche di separazione delle pertinenze dei diversi stabilimenti) ed in funzione degli obiettivi preposti. 9

11 CGT Figura 1: Area di studio 1 con le tre diverse zone di indagine Figura 2: Area di studio 2 con le due diverse zone di indagine 10

12 Nei prossimi paragrafi verranno analizzate dapprima le mappe C-Scan per comprendere l allineamento riscontrato; verranno quindi evidenziate diverse zone, sia quelle in cui gli echi radar fanno presupporre la presenza di particolari target che quelle in cui non è stato riscontrato alcun segnale particolare, il tutto accompagnato e dettagliatamente illustrato dalle sezioni radar (B-Scan) rappresentative, mostranti i target individuati. Si è poi ritenuto utile segnalare le caratteristiche principali individuate nelle singole mappe radar, considerando la correlazione esistente tra scansioni parallele. Per la stima della profondità si è scelto di utilizzare un valore di velocità intermedio tra i valori estremi misurati nelle singole scansioni radar per ottenere un buon compromesso nella stima della localizzazione dei target. Per un analisi completa di tutti i risultati si rimanda all allegato di questa relazione tecnica presente in formato digitale. Quanto sopra descritto resta ovviamente valido in relazione alla profondità di penetrazione del segnale. Osservazione C-Scan: area 1 Per la zona 1 della prima area, la C-scan di Figura 3 mostra la chiara presenza di un primo sotto servizio (S1 ) nei primi 20 cm di sottosuolo. Alla stessa profondità a circa 7 m lungo la coordinata y e tra 10 e 20 m lungo la coordinata x, l indagine GPR ha evidenziato un altro allineamento di riflessioni che è anch esso attribuibile ad un sottoservizio (S2) sia perché chiaramente visibile sia perché collega i tombini T1 e T2 rilevati in superficie. Scendendo in profondità a 5 ns, circa 25 cm (Figura 4), gli echi radar mostrano che il sottoservizio S2 devia di 90 gradi correndo quasi parallelamente all asse y dal tombino T1 ai tombini presenti nell aiuola che delimita la parte inferiore della griglia. Dalla C scan estrapolata ad 8 ns (Figura 5) si riesce a distinguere un solo chiaro allineamento di echi radar (S3), ma è lecito ritenere che ci sia più di un sottoservizio date le numerose riflessioni visibili nelle singole B scan (Figura 6); la risposta elettromagnetica in questa zona è molto caotica e non consente di definire una chiara geometria degli 11

13 oggetti sepolti individuati sia per interferenza tra i diversi pattern iperbolici che per probabile eterogeneità del materiale riporto in cui sono inseriti. A profondità maggiori non si riescono a distinguere forti evidenze di sottoservizi, tuttavia esistono zone a maggiore intensità della risposta radar, come quelle indicata in Figura 7 a 12 ns (circa 60 cm) e quelle riportate in Figura 8 a 17 ns (85 cm). Per la zona 2 della prima area, in Figura 9 si riporta la C Scan a 2 ns (circa 10 cm di profondità in cui sono evidenti le posizioni dei tre tombini rilevati in superficie T5 e T6 e T7) e un primo allineamento di echi radar (S4) che ha origine nel punto di coordinate (14 m, 10 m) ed è orientato verso il tombino T6; tale oggetto è quindi riconducibile ad un sottoservizio. Nella stessa time slice si nota inoltre una zona ristretta (rettangolo nero tratteggiato) con riflessioni regolari a descrivere un piccolo grigliato ed è la risposta tipica di una rete metallica. Scendendo a 5 ns, corrispondenti a circa 25 cm (Figura 10) si delinea un secondo oggetto allungato (S5) subparallelo al precedente che ha origine dal tombino T5, ma non si interrompe in corrispondenza di un altro tombino. A 7 ns (Figura 11) si nota la condotta (S6) che parte dal tombino T7 e finisce dentro l aiuola che delimita la parte nord della griglia; inoltre in basso nel riquadro rosso si nota un allineamento molto sottile di echi radar (F1) che potrebbe corrispondere ad una barra di armatura longitudinale che termina contro il grigliato individuato in Figura 7 ed ancora visibile. Si evidenzia anche il sottoservizio S3 individuato nell analisi delle C Scan della zona 1. A 13 ns, circa 65 cm (Figura 12), si rileva una seconda tubazione che parte dal tombino T7 e prosegue parallela all asse delle ordinate, ma non si riesce a visualizzare la parte terminale. A 16 ns, circa 80 cm (Figura 13), si nota un ulteriore elemento lineare (S7) e riflessioni di oggetti provvisti di armatura metallica (nei riquadri neri tratteggiati). Nella zona 3, infine, si evidenziano ulteriori allineamenti di echi radar oltre ad evidenze di strutture con armature metalliche; nei primi 10 cm di profondità (Figura 14) si individua un 12

14 primo allineamento (S8), mentre il riquadro rosso indica un area dove si riscontrano numerosi diffrazioni che può essere considerata la prosecuzione della zona analoga riportata in figura 25 per la zona 1; altri tre allineamenti si individuano a profondità leggermente superiori: il primo (S8) risulta visibile, ma non in maniera chiara e netta, a 6 ns cioè a circa 35 cm (Figura 15), il secondo (S9) è visibile nella stessa time slice, ma anche nelle time slice successive per profondità comprese tra 30 e 50 cm, l ultimo (S10), infine, si rileva a 11 ns, cioè a circa 60 cm (Figura 16). Per profondità maggiori anche nella zona 3 si rilevano anomalie elettromagnetiche riconducibili ad oggetti provvisti di armature metalliche (Figura 17). Figura 3: Time slice a 2 ns (circa 10 cm) Area 1, zona 1 13

15 Figura 4: Time slice a 5 ns (circa 25 cm) Area 1, zona 1 14

16 Figura 5: Time slice a 8 ns (circa 40 cm) Area 1, zona 1 15

17 Figura 6: B scan trasversali dell area 1, zona 1 in cui si vedono diverse diffrazioni iperboliche. 16

18 Figura 7: Time slice a 12 ns (circa 60 cm) Area 1, zona 1 17

19 Figura 8: Time slice a 17 ns (circa 85 cm) Area 1, zona 1 Figura 9: Time slice a 2 ns (circa 10 cm) Area 1, zona 2 18

20 Figura 10: Time slice a 5 ns (circa 25 cm) Area 1, zona 2 Figura 11: Time slice a 7 ns (circa 35 cm) Area 1, zona 2 Figura 12: Time slice a 13 ns (circa 65 cm) Area 1, zona 2 19

21 Figura 13: Time slice a 16 ns (circa 80 cm) Area 1, zona 2 Figura 14: Time slice a 2 ns (circa 10 cm) Area 1, zona 3 20

22 Figura 15: Time slice a 6 ns (circa 30 cm) Area 1, zona 3 Figura 16: Time slice a 11 ns (circa 55 cm) Area 1, zona 3 21

23 Figura 17: Time slice a 24 ns (circa 120 cm) Area 1, zona 3 Osservazione C-Scan: area 2 Per quanto riguarda l area 2 in entrambe le griglie la presenza di una rete elettrosaldata ha rappresentato un ostacolo per la propagazione delle onde elettromagnetiche sia perchè il metallo è fortemente riflettetene sia perché le maglie erano sufficientemente piccole da creare numerose diffrazioni superficiali che mascherano le riflessioni degli oggetti sottostanti. Nella indagine eseguita lateralmente all edificio dell Outlet si sono riscontrati deboli allineamenti di diffrazioni iperboliche in prossimità di alcuni tombini (Figura 19), ma non sono stati rilevati alcuni dei sottoservizi osservati durante il rilievo su campo che corrono parallelamente all asse dell ordinate della griglia (in tratteggio rosso in Figura 18). Nel piazzale di fronte all edificio dell Outlet le scansioni longitudinali eseguite per un corridoio ampio un paio di metri rilevando solo un paio di allineamenti di echi radar al di fuori della copertura della rete elettrosaldata (in evidenza in Figura 20). 22

24 Figura 18: Time slice a 15 ns (circa 75 cm) della griglia eseguita lateralmente all Outlet. Figura 19: B scan trasversali della della griglia eseguita lateralmente all Outlet Figura 20: Time slice a 6 ns (circa 30 cm) della griglia eseguita di fronte all Outlet. 23

25 In sintesi nella prima area, l indagine GPR ha rilevato la presenza di diversi allineamenti di echi radar alcuni dei quali riconducibili ai sottoservizi che collegano i tombini presenti nell area; si riscontrano ulteriori allineamenti di riflessioni di onde elettromagnetiche di intensità comparabile, ma di interpretazione più incerta, a causa della improvvisa interruzione in alcuni casi e della distribuzione irregolare delle riflessioni in altri. Le C-Scan riportate nei paragrafi precedenti, infine, hanno evidenziato anche zone a maggiore coefficiente di riflessione riconducibili in alcuni casi a strutture dotate di armatura metallica. Nella seconda area, invece, la presenza di una rete elettrosaldata ha reso indistinguibili le riflessioni dovute ad eventuali tubazioni consentendo un riconoscimento parziale solo di alcune delle tubature osservate durante il rilievo visivo sul campo. 4 Configurazione Impiantistica 4.1 Impianto di Air Sparging L'insufflazione dell'aria all'interno della zona satura contaminata sarà garantita da un impianto di Air Sparging (AS) e ozono, costituito essenzialmente dai seguenti componenti principali: Una rete di distribuzione, ovvero il sistema di adduzione per i 22 pozzi di iniezione dove ogni singolo pozzo sarà collegato al gruppo di regolazione mediante una singola linea. Le linee di distribuzione primarie saranno costituite da tubazioni in HDPE di diametro esterno DE 40 mm e convoglieranno il flusso d'aria alle stazioni di regolazione. Ciascuna stazione di regolazione costituirà, quindi, il punto di gestione dei flussi d'aria dei pozzetti ad essa afferenti. Un impianto per la produzione di ozono in grado di fornire una quantità di ozono per singolo pozzo di 300 g/h Un impianto di compressione installato all'interno di un apposito box di tipo marino, insonorizzato, dotato di n. 2 porte ed n.1 nicchia esterna per alloggiamento del 24

26 quadro elettrico. Il box sarà inoltre dotato di prese d aria, ventilatori per l'areazione e luci interne. Nell'ambito della presente relazione di calcolo è stato previsto l'utilizzo di tubazioni PN16 avendo supposto che la posa della rete di distribuzione avvenga cosi come indicato nel progetto esecutivo di bonifica, ovvero annegando le tubazioni nel terreno attraverso delle trincee che convoglieranno ogni singola tubazione all'impianto. Per tutte le specifiche tecniche riguardanti l'impianto ASO3 si rimanda al Capitolato Speciale d Appalto Parte II, al P&I Allegato 5, e alla Tavola Impianto di Soil Vapor Extraction Come già accennato in precedenza, l'estrazione dei vapori dal terreno sarà affidata a n. 6 circuiti indipendenti di Soil Vapor Extraction (SVE), ciascuno dei quali consterà dei seguenti componenti principali: Una rete di distribuzione primaria, ovvero il sistema di convogliamento dell aria estratta compreso tra l impianto di aspirazione ed i singoli gruppi di regolazione (n. 6 elementi) accentrati su di un unico asse primario. I collettori primari saranno costituiti da tubazioni di diametro esterno DE 125 mm. Impianto di aspirazione; questo sarà installato all interno di apposito container insonorizzato; Per tutte le specifiche tecniche riguardanti l'impianto SVE si rimanda al Capitolato Speciale d Appalto Parte II, al P&I - Allegato 6, e alla Tavola Impianti di trattamento aria Oggetto della presente relazione è la fornitura e l installazione dell impianto di filtri a carboni attivi; in particolare saranno installati n. 2 filtri a carboni attivi in PP per una carica da 1500 kg ciascuno. In virtù della portata totale da inviare ai filtri pari a m 3 /h, ciascuno di questi avrà una diametro N2000 mm ed una altezza HF 2000 mm. 25

27 I filtri saranno disposti in serie 1-2 e 2-1 e saranno collegati tramite tubazioni flessibili termoresistenti di tipo KLL/125 avente diametro interno pari a 254 mm. L efficacia del sistema di filtraggio e quindi la sostituzione dei filtri dovrà essere valutata in base agli esiti del monitoraggio periodico delle emissioni secondo le cadenze previste dal Cronoprogramma del Monitoraggio presente in Allegato 2. 5 Dimensionamento degli impianti 5.1 Premessa In via del tutto generale, il dimensionamento degli impianti è stato effettuato sulla base delle relazioni di fluidodinamica disponibili in letteratura e della comune prassi ingegneristica. In particolare, è stata assunta l ipotesi che il regime di moto interno alle condotte sia di tipo stazionario, ovvero che la velocità della corrente in una determinata sezione si possa assumere costante nel tempo. Si specifica sin da subito che, alla luce delle varie pressioni di esercizio a cui sarà soggetto il fluido nell impianto (i.e. nelle tubazioni di mandata, in testa pozzo, nelle macchine, ecc) le portate di riferimento saranno ricondotte alle condizioni normali. 5.2 Impianto di Air Sparging Per il seguente progetto è stato dimensionato un impianto di Air Sparging composto da n 22 pozzi aventi le seguenti caratteristiche: n 3 pozzi eseguiti a carotaggio continuo con diametro minimo di perforazione di 101 mm n 19 pozzi eseguiti a distruzione di nucleo con diametro minimo di perforazione di 127 mm Quota del fondo foro: 10.5 m 26

28 n 3 cassette catalogatrici per conservare 5 m di carota, compresa la documentazione fotografica in duplice copia e realizzazione delle stratigrafie di dettaglio Fornitura e posa di tubo con T sommitale DE 40 serie S5, con flangia cieca e presa di campionamento con rubinetto 1/2 Posa in opera di pozzetto prefabbricato con dimensioni: 0.50 x 0.50 x 0.50 m Le specifiche progettuali fornite dalla stazione appaltante prevedono di iniettare in ciascun pozzo una quantità d aria compressa pari a m 3 /h alla sovrappressione di 1.3 bar rispetto alla pressione atmosferica; in sostanza, sono stati assunti i seguenti parametri di dimensionamento in testa pozzo: Portata singolo pozzo (q pozzo): m 3 /h Pressione relativa al pozzo: 1.3 bar Diametro pozzi AS: DE 63 PN 16 Materiale tubo: HDPE PE 80 Lunghezza tratto fenestrato: 0.5 m Le tubazioni previste per la rete di distribuzione saranno realizzate in Polietilene ad alta densità (HDPE o PEAD) di tipo PE100, con le seguenti caratteristiche: COLLETTORI PRIMARI: Diametro esterno: 40 mm Inoltre seguirà il ripristino dei piazzali mediante ricolmatura dello scavo con materiale anidro di fiume compattato, formazione di massicciata con misto granulare stabilizzato (spessore cm 10), manto bituminoso (spessore cm 8 rullato), comprese le rullature con rullo da t 12, e successiva asfaltatura che ripristini le condizioni iniziali dei piazzali. Per ogni ulteriore dettaglio sulla geometria dell impianto si rimanda all elaborato grafico (Tavola 7) e al Capitolato Speciale d Appalto Parte II. 27

29 5.3 Impianto di SVE Le specifiche progettuali fornite dalla stazione appaltante prevedono di aspirare da ciascun pozzo una quantità d aria pari a m 3 /h imponendo una depressione di mbar rispetto alla pressione atmosferica; in sostanza, sono stati assunti i seguenti parametri di dimensionamento in testa pozzo: Portata singolo pozzo (q pozzo): m 3 /h Pressione relativa al pozzo: -35 mbar Estrazione in testa pari a circa volte l'as Diametro tubo fessurato: DE 125 PN 12.5 Le tubazioni prescelte per la rete di aspirazione saranno realizzate in Polietilene ad alta densità (HDPE o PEAD) di tipo PE100. Di seguito sono indicate le attività per la realizzazione e ripristino delle trincee dove saranno alloggiate le tubazioni per l estrazione dei gas: 1. Le trincee per l alloggiamento dell impianto di estrazione dei gas saranno realizzate a sezione ristretta obbligata continua (larghezza fino a m 1,50) eseguito con mezzi meccanici, compreso accatastamento nell'ambito del cantiere, in terreni sciolti fino alla profondità di m 1, Le trincee saranno realizzate attraverso la fornitura e la posa in opera di materiale sabbioso di riempimento per la posa delle tubazioni. 3. Fornitura e posa in opera di strato di materiale per il completamento delle trincee di drenaggio SVE (0.6 m3). 4. Posa in opera di pozzetto prefabbricato in cls armato, di dimensioni 80x80x80 cm, composto da base, anello e calotta; escluso lo scavo; compreso il sottofondo, il trasporto, la posa del chiusino in ghisa, la malta cementizia ed ogni altro onere. 5. Fornitura e posa di tubazioni in HDPE tipo PE100 per drenaggio, rispondenti alle norme UNI EN DN125, completa di raccordi, curve, manicotti e 28

30 viti di fissaggio (lunghezza 10.0 m), circa a 90 e pezzo speciale dritto con T sommitale DE125 PN12.5 (altezza da valutare in relazione alla profondità del tubo drenante) con flangia cieca e presa di campionamento. 6. Fornitura e posa di tubazioni in HDPE per gas tipo S8, rispondenti alle norme UNI ISO 4437 e UNI EN 1555 DN125, compresa saldatura per fusione, presa staffa con valvola m/f 1", raccordi, curve, cartelle, flange, bulloneria e guarnizioni (lunghezza 40.0 m). 7. Inoltre seguirà il ripristino dei piazzali mediante ricolmatura dello scavo con materiale anidro di fiume compattato, formazione di massicciata con misto granulare stabilizzato (spessore cm 10), manto bituminoso (spessore cm 8 rullato), comprese le rullature con rullo da t 12, e successiva asfaltatura che ripristini le condizioni iniziali dei piazzali. Per ogni ulteriore dettaglio sulla geometria dell impianto si rimanda all elaborato grafico (Tavola 7) e al Capitolato Speciale d Appalto Parte II. 5.4 Considerazioni tecnico/economiche I criteri che hanno condotto alla scelta dell apparecchiatura in questione sono essenzialmente i seguenti: garantire la portata complessiva, la portata ai singoli pozzi e la sovrappressione minima al fine di assicurare il corretto svolgimento dell intervento di bonifica; ridurre al minimo gli sprechi in termini di portata immessa e di sovrappressioni applicate nell impianto, che si traducono in una riduzione considerevole dei costi elettrici e dei costi generali di bonifica. 5.5 Realizzazione/Dimensionamento dei pozzi barriera In fase di progettazione operativa erano stati previsti 4 pozzi barriera atti a garantire lo sbarramento del plume della contaminazione verso valle. 29

31 Dai dati ottenuti dal test pilota e sulla base di considerazioni tecnico-economiche, in sede di progettazione esecutiva si è deciso di procedere all'esecuzione di 2 pozzi barriera. I pozzi verranno attrezzati in modo tale da estrarre 1304 m 3 per tutto il periodo della bonifica come definito in fase di progettazione esecutiva. I pozzi barriera avranno le seguenti caratteristiche e specifiche tecniche: Profondità: 11 metri Diametro del foro: 200 mm Diametro del tubo: 140 mm Materiale tubo: HDPE Tratto fenestrato: da 10 metri a 6,5 metri dal p.c. Dimensione dei fori tratto fenestrato: 0.3 Pompa da ½ CV Il funzionamento del sistema di estrazione, in termini di portate emunte, è stato diviso in due periodi in funzione della stagionalità in modo tale da non interferire sia con il sistema naturale sia con i pozzi ubicati a valle del sistema di estrazione: Periodo di Magra: Spessore del livello saturo pari a 2 metri Portate di esercizio pari a 1,40 m 3 /g Abbassamenti in foro pari a 0,75 metri Raggio di influenza pari a 30 metri Periodo di Morbida: Spessore del livello saturo pari a 4 metri Portate di esercizio pari 2,8 m 3 /g Abbassamenti in foro pari a 1,5 metri Raggio di influenza pari a 30 metri 30

32 Il tutto verrà eseguito al di sotto del piazzale in oggetto e quindi al termine delle operazioni di istallazione dei vari impianti il piazzale sarà ripristinato alle condizioni iniziali ante operam. In particolare, sarà effettuato il ripristino dei piazzali mediante ricolmatura dello scavo con materiale anidro di fiume compattato, formazione di massicciata con misto granulare stabilizzato (spessore cm 10), manto bituminoso (spessore cm 8 rullato), comprese le rullature con rullo da t 12, e successiva asfaltatura che ripristini le condizioni iniziali dei piazzali. Per le ulteriori specifiche tecniche riguardanti la realizzazione e la messa in opera dell'impianto di sollevamento dell'acqua si rimanda al computo metrico e al capitolato speciale d'appalto parte II. Per tutte le specifiche tecniche riguardanti l'impianto di trattamento si rimanda al P&I (Allegato 7) e alla Tavola Autorizzazione allo scarico delle acque emunte dall impianto di estrazione Come riportato nel paragrafo 5.5 Dimensionamento dei pozzi barriera, l autorizzazione allo scarico deve essere redatta dall Appaltatore facendo richiesta all Autorità competente in materia di scarichi in fognatura. In particolare, all interno dell Elaborato L1 Capitolato Speciale d Appalto Parte I, paragrafo 28.2, l appaltatore dovra seguire quanto stabilito da Pubbliacqua per quanto riguarda le modalità di smaltimento delle acque in uscita dal sistema di emungimento. Il quantitativo d acqua estratto dai pozzi barriera e scaricato in fognatura, previo trattamento con filtri a carboni attivi, è stato stimato in 1304 m 3 per tutta la durata dell intervento. Al termine della realizzazione dei pozzi di emungimento, e prima di assemblare il sistema per lo smaltimento delle acque in fognatura, verrà effettuato un campionamento iniziale con lo scopo di accertare in maniera precisa la quantità di contaminanti disciolti in falda e 31

33 accertare anche la durata dei carboni attivi in modo da essere efficienti per tutta la durata dell intervento. L efficacia del sistema di filtraggio e quindi la sostituzione dei filtri dovrà essere valutata in base agli esiti del monitoraggio periodico delle acque emunte secondo le cadenze previste dal Cronoprogramma del Monitoraggio presente in Allegato 2. Per le ulteriori specifiche tecniche riguardanti la realizzazione e la messa in opera dell'impianto di sollevamento dell'acqua si rimanda al computo metrico e al capitolato speciale d'appalto parte II. Per tutte le specifiche tecniche riguardanti l'impianto di trattamento si rimanda al P&I (Allegato 7) e alla Tavola Dimensionamento della messa in sicurezza della sorgente S57 La messa in sicurezza di emergenza sarà effettuata con due unità di filtrazione a GAC di dimensioni 30*30*100 per il trattamento di 0,15 l/s di portata di acqua contaminata da solventi clorurati, comprensiva delle opere edili per il posizionamento degli impianti e la sistemazione dei collegamenti con i manufatti di stoccaggio presenti nel sito. Il tutto sarà corredato da un attività di monitoraggio (Allegato 2) annuale e manutenzione dell impianto a carboni attivi. In particolare, l efficienza del sistema sarà monitorata periodicamente tramite analisi dell acqua in uscita dall impianto (come da cronoprogramma del monitoraggio riportato in Allegato 2) ed in relazione ai risultati dovrà essere effettuata la sostituzione dei carboni attivi in modo da garantirne la massima efficienza per tutta la durata del trattamento. La sostituzione dell impianto a carboni attivi (GAC) sarà eseguita durante il periodo di trattamento tenendo in considerazione la quantità iniziale di contaminante disciolto in falda. L efficacia del sistema di filtraggio e quindi la sostituzione dei filtri dovrà essere valutata in base agli esiti del monitoraggio periodico delle acque secondo le cadenze previste dal Cronoprogramma del Monitoraggio presente in Allegato 2. 32

34 Al termine dell attività di messa in sicurezza della sorgente sarà effettuata la rimozione dell impianto e il ripristino delle condizioni iniziali del sito. 6 Bilancio di massa Le indagini eseguite nel sito dal 2008 al gennaio 2012, hanno permesso di definire lo stato di contaminazione presente nel sottosuolo a carico dei terreni saturi della zona centrale del sito. In base ai risultati delle indagini è stato possibile individuare le seguenti tipologie principali di contaminanti delle matrici citate le cui concentrazioni eccedono il limite normativo previsto dal D.Lgs. 152/2006, riportate in Allegato 5, Tabella 2, per i siti ad uso commerciale/industriale): Percloroetilene (PCE), le cui concentrazioni massime sono state accertate in corrispondenza della zona satura ed assumono valori di 500 microg/l, da confrontare con limite normativo di 1,1 microg/l; Tricloroetilene (TCE), le cui concentrazioni risultano meno elevate rispetto al PCE. Tale parametro è stato riscontrato in concentrazioni eccedenti il rispettivo limite normativo pari a 1,5 microg/l), nella metà dei punti di indagine eseguiti e rappresenta la contaminazione di minor estensione sia areale, sia volumetria. 1,1,1 Tricloroetano (TCA), i cui superamenti dei limiti (pari a 0,2 microg/l) risultano essere circoscritti in pochi punti di monitoraggio. Nell ambito del Progetto Esecutivo, l'area da bonificare è stata suddivisa in n. 3 sub-aree con i seguenti gradi medi di contaminazione: area ad elevata concentrazione di contaminante: 500 microg/l; area a media concentrazione di contaminante: 250 microg/l; area a bassa concentrazione di contaminante: 50 microg/l. 33

35 Come già ampliamente discusso nell ambito dei dimensionamenti idraulici, sulla base dei risultati dei test pilota, in ciascuno dei n. 6 punti di aspirazione viene richiesto di garantire una portata in continuo pari a m 3 /h, con depressioni teoriche in testa pozzo pari a -35 mbar (depressione peraltro non ottenuta nel test pilota); tale portata garantisce un richiamo sufficiente di VOC dal sottosuolo insaturo e permetterà un ricambio del volume dei pori pari ad almeno 3 volumi al giorno. In contemporanea sarà assicurata una portata di insufflazione pari a m 3 /h per singolo pozzo (in discontinuo ed a rotazione sui n.8 gruppi di regolazione). Come altresì specificato nel progetto operativo, una stima più precisa della massa di contaminante estratto e dei conseguenti tempi di bonifica, può avvenire solo in fase di esecuzione della stessa, a mezzo di un idoneo monitoraggio chimico dei vapori estratti. 6.1 Nuova rete di monitoraggio Per valutare l impatto degli interventi di bonifica sulle acque sotterranee si prevede la realizzazione di 3 nuovi piezometri, Pz11, Pz12 e Pz13, come riportato nella Tavola 9. Essi saranno ubicati parallelamente alla direzione di falda in modo tale da poter monitorare l eventuale estensione laterale del pennacchio di contaminazione da monte a valle. In particolare: un piezometro sarà ubicato a monte dell area di trattamento, per caratterizzare lo stato delle acque in arrivo all area di trattamento; il secondo piezometro sarà ubicato immediatamente a valle dell area di trattamento per monitorare l efficacia del trattamento di ASO3 e SVE; l ultimo verrà posizionato a valle dei due pozzi di emungimento per verificare l efficacia della barriera idraulica nel contenimento di eventuali flussi idrici inquinati. I piezometri di monitoraggio avranno le seguenti caratteristiche tecniche: Perforazione a carotaggio continuo Diametro di perforazione: 101 mm 34

36 Compilazione e fornitura di cassette catalogatrici per la conservazione di 5 m di carote, compresa documentazione fotografica in duplice copia (due cassette) Profondità di perforazione: 10 metri Istallazione di tubo piezometrico aperto in HDPE di diametro 63 mm compresi di dreno e tappi Lunghezza tratto fenestrato: 1 metro, da 9.5 a 8.5 dal piano campagna Fornitura e posa in opera di chiusino a protezione del piezometro 7 Programma di monitoraggio dell'impianto ASO3 7.1 Monitoraggio dell'impianto ASO3 Sarà necessario predisporre di una rete di monitoraggio per valutare l efficacia del sistema, controllare la qualità sia delle acque sia dei gas estratti sottoposti al trattamento. Devono quindi essere periodicamente monitorate le concentrazioni dei contaminanti e dei prodotti di degradazione sia nelle acque di falda che nei gas interstiziali della zona vadosa. Il monitoraggio viene eseguito in fase preliminare, durante il processo e dopo il processo di bonifica. Si distinguono pertanto più tipologie: Monitoraggio eseguito prima dell'avvio del trattamento; Monitoraggio eseguito durante il trattamento; Monitoraggio di chiusura. La durata della fase di monitoraggio sarà di 23 (ventitre) mesi, di cui 13 (tredici) mesi per la fase di avviamento e bonifica e 13 (tredici mesi) per la parte post operativa. Il monitoraggio eseguito durante la fase preliminare, cioè prima dell'avvio del sistema di trattamento, e durante il processo di bonifica assumono un ruolo fondamentale poiché 35

37 danno una stima dell applicabilità, dell efficacia, della sicurezza, del tempo di completamento, della potenziale ricomparsa della contaminazione e dei costi finali. Il monitoraggio consente inoltre di dimensionare in corso d opera parametri come le portate di iniezione e di aspirazione e la concentrazione dell ossidante da iniettare. Il monitoraggio eseguito dopo il trattamento e quello di chiusura vengono eseguiti per verificare se gli obiettivi del trattamento sono stati raggiunti o meno. Vengono quindi analizzati parametri come la temperatura, la presenza di ossidante residuo e il LEL (limite minimo di esplosione) che aiutano a determinare se le reazioni chimiche sono completate. Si stabilisce un monitoraggio secondo le modalità riportate nell'allegato 2 per tutta la durata del trattamento. Una volta staccato l impianto a seguito degli obiettivi di bonifica, si procederà con il prolungamento del monitoraggio per un ulteriore anno dove verrà verificata l eventuale presenza di effetti rebound. Per ogni campagna verranno raccolti 8 (otto) campioni di acqua direttamente dai piezometri, dai pozzi di controllo e campioni di gas dai fori utilizzati per l aspirazione opportunamente attrezzati per il campionamento. I punti di campionamento e controllo delle acque di falda sono ubicati a monte del sistema di bonifica, all'interno dell'area di intervento e a valle idrogeologico del sistema stesso. Di seguito vengono elencati i punti di controllo delle acque di falda, visualizzati nella Tavola 9 relativo al piano di monitoraggio: Pz11 Pz12 Pz13 PAS (piezometro utilizzato durante la fase del Test Pilota) P17 P18 P16 P10 36

38 Al fine di valutare l efficienza del sistema e l andamento della bonifica dovranno essere eseguite le seguenti attività di monitoraggio: campionamento di acque dai piezometri e dai pozzi e successive analisi di laboratorio per la ricerca dei parametri Solventi Clorurati, Ossigeno disciolto e Ferro disciolto; verifica dei parametri chimico fisici (temperatura, ph, ossigeno disciolto e in percentuale, potenziale redox, conducibilità specifica, salinità); verifica dei gas estratti mediante adsorbimento su fiale a carbone attivo o sacchetti campionatori e successiva analisi chimica per la determinazione dei maggiori Solventi Clorurati; verifica della qualità dei terreni in corso di bonifica, compresa successiva sigillatura dei fori di sondaggio e analisi chimiche di laboratorio per la determinazione dei maggiori Solventi Clorurati; misura dei livelli piezometrici da monte e a valle del sistema di bonifica in modo da monitorare le influenze dovute sia all'impianto ASO3 sia ai pozzi che costituiscono la barriera idraulica. redazione di report tecnici trimestrali e redazione della relazione tecnica finale. Le tempistiche con cui eseguire le attività di cui sopra sono riportate in Allegato 2 unitamente ai quantitativi. Per quanto riguarda la misura dei livelli piezometrici, essa deve estendersi a tutti i pozzi limitrofi alla zona di bonifica ed essere eseguita nel minor tempo possibile affinché le variazioni di carico siano spaziali e non temporali. Si deve inoltre sottolineare che non devono essere considerati i dati piezometrici derivanti dai pozzi in pompaggio in quanto influenzati dalle perdite di carico. Sarà necessario un monitoraggio ed un test di verifica nella fase di avviamento del sistema e durante la fase di variazione stagionale dello schema di funzionamento, vedi paragrafo relativo al dimensionamento dei pozzi barriera. In particolare verranno eseguiti dei test di interferenza, per verificare gli effetti della variazione della portata prelevata, sia in fase di 37

39 avviamento del sistema che in corso d opera della stessa. Questo permetterà di verificare l entità dei valori di velocità di propagazione della depressione piezometrica, che dipende, in regime transitorio, dalla diffusività idraulica, cioè dal rapporto T=S ove T è la trasmissività dell acquifero ed S il coefficiente di immagazzinamento, e dei valori della velocità effettiva della falda (data da Ki=n essendo K, i ed n rispettivamente la conducibilità idraulica, il gradiente idraulico e la porosità efficace). Il campionamento delle acque dovrà essere preceduto dallo spurgo e che le operazioni dovranno essere registrate su apposito modulo di campo. Per quanto riguarda le modalità di spurgo, campionamento e analisi chimiche da eseguire sui campioni di acqua si rimanda al Capitolo 7. I campioni prelevati dovranno essere inviati al laboratorio con le stesse modalità di cui al paragrafo 7.2 della presente specifica. Le acque di spurgo dovranno essere gestite come rifiuti e stoccate in apposite taniche di contenimento (Bulk). Un campione rappresentativo dello stesso dovrà essere sottoposto ad analisi chimiche di laboratorio per la definizione dell esatto codice C.E.R., delle classi di pericolo, del tipo di impianto indicato per lo smaltimento. Nel certificato di analisi dovranno essere indicati i seguenti elementi: nominativo del produttore codice C.E.R. assegnato eventuali caratteristiche di pericolo tipologia di impianto a cui il rifiuto è conferibile. Lo smaltimento delle acque di spurgo sarà a carico dell APPALTATORE. Per quanto riguarda la verifica dei parametri chimico/fisici dovranno essere utilizzati strumenti di campo e i rilievi dovranno essere registrati su appositi moduli di campo. In merito alla verifica dei gas estratti mediante analisi su fiale a carbone attivo o sacchetto campionatore di volume 1litro si precisa che le operazioni di campionamento dovranno essere eseguite secondo le tempistiche riportate in Allegato 2. In apposito modulo di campionamento dovranno essere riportate data e ora di campionamento e litri di gas aspirati per fiala o sacchetto campionatore. Per quanto riguarda le modalità di 38

40 campionamento e le analisi chimiche da effettuare sui campioni prelevati si rimanda al Capitolo 7. I campioni prelevati dovranno essere inviati al laboratorio con le stesse modalità di cui al paragrafo 7.2 della presente specifica. 7.1 Monitoraggio della sorgente S57 Per quanto riguarda il monitoraggio della sorgente S57 soggetta a Messa in Sicurezza d Emergenza, le tempistiche sono riportate in Allegato 2 Cronoprogramma del Monitoraggio, ed ha una durata di 12 mesi specificata dal Cronoprogramma delle fasi in Allegato Verifica della qualità dei terreni in corso d opera In merito alla verifica della qualità dei terreni in corso d opera si precisa che le operazioni di verifica dovranno essere eseguite secondo le tempistiche riportate in Allegato 2. I sondaggi dovranno essere eseguiti a carotaggio continuo senza l ausilio di fluidi di circolazione. Il prelievo dei campioni di terreno dovrà essere eseguito prima della ricostruzione stratigrafica. In apposito modulo di campo dovranno essere riportati i dati relativi alla data di esecuzione del sondaggio, nome del sondaggio, litologie attraversate, eventuali anomalie riscontrate, nome del campione prelevato, diametro di perforazione, eventuale diametro di rivestimento e coordinate Gauss-Boaga del punto. Per ogni cassetta catalogatrice dovrà essere scattata una foto in cui dovranno essere visibili il nome del sondaggio e i metri di perforazione. Per quanto riguarda le modalità di esecuzione dei sondaggi, di campionamento e le analisi chimiche da effettuare sui campioni di terreno si rimanda al paragrafo 7.1 I campioni prelevati dovranno essere inviati al laboratorio con le stesse modalità di cui al paragrafo 7.1 della presente specifica. 7.3 Redazione di Report trimestrali In merito alla redazione dei report trimestrali si precisa che dovranno essere emessi con la cadenza riportata in Allegato 2. 39

41 Nei report trimestrali dovranno essere riportati i dati ricavati dalle analisi di laboratorio e dalle misure di campo. Inoltre i dati dovranno essere interpretati al fine di valutare il decorso dell intervento di bonifica e intraprendere eventuali misure correttive sul sistema. 7.4 Modulistica di campo e di Laboratorio Durante le operazioni di campionamento dei terreni, dei gas e delle acque sarà predisposta una scheda di campionamento contenente le seguenti informazioni: tipologia del campione; nominativo del campione (sigla dell area e delle tipologia di prelievo); data e ora di prelievo; condizioni atmosferiche; tipologia di campionamento effettuato; caratteristiche litologiche tratto campionato; anomalie organolettiche rilevate eventuali note aggiuntive. L APPALTATORE documenterà i vari passaggi dal confezionamento all analisi in laboratorio a cui sarà sottoposto ogni singolo campione. L APPALTATORE nominerà un responsabile dei campioni, le cui responsabilità saranno le seguenti: verificare che tutti i campioni arrivati siano integri; verificare che i campioni arrivati siano in accordo a quelli elencati nell'apposito Allegato; verificare che il tempo intercorso fra la spedizione e la ricezione dei campioni sia entro il limite di 24 ore; 40

42 firmare, apporre il numero di accettazione e trasmettere via fax una copia della chain of custody al referente, indicando la temperatura di ricevimento; riporre i campioni in apposita cella frigorifera; inserire i campioni in un sistema informatizzato, che contenga come minimo le seguenti informazioni: numero di accettazione, numero del campione, tipo del campione, analisi richiesto, data di ricezione in laboratorio, data di campionamento, data di inizio analisi, data di fine analisi. Il laboratorio prescelto per l esecuzione delle analisi chimiche dovrà essere accreditato SINAL e seguirà le buone pratiche di laboratorio; essendo a conoscenza del fatto che la rintracciabilità dei dati analitici è basilare, le informazioni principali che dovranno essere messe a disposizione della COMMITTENTE, se da quest ultima richieste sono le seguenti: file Chain of custody ; metodi di analisi; schede delle procedure preparative; limite di rivelabilità di ogni metodo; sommario delle incertezze di misura. I risultati delle analisi dovranno essere spediti in formato excel alla COMMITTENTE prima dell emissione del certificato analitico, al fine di verificare la corretta emissione dei nomi dei campioni, delle determinazioni analitiche richieste e di tutte le informazioni ad esse correlate. Entro 10 gg lavorativi dal ricevimento dei campioni presso il laboratorio, sarà cura dell APPALTATORE trasmettere alla COMMITTENTE la comunicazione dei risultati delle analisi effettuate; su richiesta della COMMITTENTE, saranno altresì consegnati i documenti relativi all esecuzione delle analisi, i tracciati strumentali relativi alle analisi effettuate, nonché la documentazione relativa alle analisi di controllo e di calibrazione. I certificati di prova originali delle analisi effettuate saranno consegnati alla COMMITTENTE entro 10 giorni dalla data in cui ne verrà inoltrata la richiesta. 41

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