CORSO INTERNO ATS DELLA BRIANZA

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1 CORSO INTERNO ATS DELLA BRIANZA IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI: la professione di aiuto e integrazione a servizio delle persone, famiglie, gruppi e comunità nel processo di cambiamento della riforma lombarda Renata Ghisalberti 1 ETIMOLOGIA Dal latino sociale, deriv. di socius socio PROFESSIONI SOCIALI.. MA COSA E IL SOCIALE? DEFINIZIONE Che vive in società, in comunità organizzate Che riguarda la società umana, in particolare i rapporti tra individui e gruppi entro una determinata comunità Nel linguaggio politico ed economico: che tende a migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti a realizzare una maggiore perequazione tra le varie componenti di una società Es. stato sociale:.. SERVIZI SOCIALI Serie di attività organizzate volte a favorire il reciproco adattamento tra gli individui e il loro ambiente sociale. in termini estensivi: la generalità delle prestazioni dei sistemi di welfare, con esclusione delle prestazioni pensionistiche e delle politiche del lavoro; in termini restrittivi: le attività di social work, ossia di aiuto e sostegno dirette a soggetti caratterizzati da motivi/cause e gradi di intensità differenti di fragilità, deprivazione e marginalità sociale con il fine di favorirne l integrazione delle collettività in cui vivono L.E.A.? 2 1 1

2 PROFESSIONI SOCIALI.. MA COSA E IL SOCIALE? SERVIZI SOCIALI Cogliere esigenze degli individui che si trovano in condizioni socio-economiche e relazionali problematiche; Agevolare l accesso alle risorse di welfare da parte dei soggetti che per ragioni anagrafiche, economiche, sociali e culturali possono incontrare particolari difficoltà nella loro fruizione; Sostenere persone e famiglie nello sviluppo delle capacità necessarie alla risoluzione di loro problemi di adattamento rispetto alla società in cui vivono; Stimolare l attuazione ed, eventualmente, il potenziamento dei programmi di intervento sociale posti in essere in ambito pubblico/privato. 3 RIFORMA: una parola usata e abusata DEFINIZIONE modificazione sostanziale, ma attuata con metodo non violento, di uno stato di cose, un istituzione, un ordinamento, rispondente a varie necessità ma soprattutto a esigenze di rinnovamento e di adeguamento ai tempi; l effetto, il risultato stesso di tale attività (TRECCANI) Cambiamento posto in essere per migliorare qualcosa di non tangibile (WIKIDIZIONARIO) Riformare, modificare in modo profondo uno stato di cose, un istituzione, ecc.; legge o complesso organico di leggi che ha l obiettivo di trasformare un ordinamento legislativo o una struttura amministrativa (GARZANTI) ETIMOLOGIA Re-formare: re (=ripetersi) + formare, dare forma 4 1 2

3 RIFORMA DEL WELFARE 1978: RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO LEGGE 833/1978 RIFORMA DEL SISTEMA PSICHIATRICO 1992: RIFORMA DELLA RIFORMA SANITARIA D.LGS 502/1992 L.E.A. 1999: ULTERIORE RIFORMA BINDI 2000: LEGGE N. 328/2000 RIFORMA SOCIALE DEI SERVIZI E PRESTAZIONI SOCIALI 2001: RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE LIVEAS? LEPS? 5 LA RIFORMA IN ITINERE DEL WELFARE IN LOMBARDIA L.R. N. 23 DEL EVOLUZIONE DEL SISTEMA SOCIO-SANITARIO LOMBARDO: MODIFICHE AL TITOLO I E TITOLO II DELLA L.R. N. 33 DEL DGR N DEL DGR N DEL REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI, ASSEMBLEA DEI SINDACI DI DISTRETTO, DELL ASSEMBLEA DEI SINDACI DELL AMBITO DISTRETTUALE QUALE CONNESSIONE CON IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE NORMATO DAL D.LGS 502/1992? 6 1 3

4 LA RIFORMA IN ITINERE DEL WELFARE IN LOMBARDIA PAROLE-CHIAVE INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA Proviamo a trovare una definizione teorica pratica in questa nuova realtà organizzativa ATS POAS? Dare forma organizzativa ad uno scopo istituzionale Fine o mezzo? 7 LA RIFORMA IN ITINERE DEL WELFARE IN LOMBARDIA QUALE CONNESSIONE TRA IL LIVELLO REGIONALE E IL LIVELLO LOCALE? DGR 5507/2016 IL RUOLO DELL ENTE LOCALE: Formula proposte nella Programmazione/Organizzazione dell attività socio-sanitaria e socio-assistenziale con parere obbligatorio per le linee-guida per l integrazione sociosanitaria e sociale Partecipa alla definizione dei piani sociosanitari e sociale (cabine di regia in ambito DIP PIPSSS). E altro. ATS DELLA BRIANZA ACCORDO TERRITORIALE PER UN WELFARE PARTECIPATO ( ) QUALE RUOLO DEI PROFESSIONISTI NEL NUOVO ASSETTO ORGANIZZATIVO? Area del Servizio Sociale Professionale 8 1 4

5 DOCUMENTO DEL GRUPPO PROFESSIONALE ALLA ATS DELLA BRIANZA (stralcio) Le competenze degli Assistenti Sociali sono indispensabili e funzionali al raggiungimento delle finalità della riforma e alla realizzazione dei suoi aspetti innovativi : continuità tra ospedale e territorio appropriato e adeguato utilizzo delle risorse nell ambito della cronicità Funzioni connesse alle competenze: Realizzazione del collegamento del sistema sociosanitario al sistema sanitario: il passaggio dal curare al prendersi cura nella cronicità ( sia nel livello erogativo dei servizi che a livello di programmazione) Conoscenza della rete dei servizi sanitari- sociosanitari e sociali di un territorio che prefigurano e identificano i percorsi assistenziali per le persone con patologie croniche e fragilità sociali, integrando gli interventi socio-sanitari con quelli sociali Assicurare la valutazione della dimensione sociale nella valutazione multidimensionale necessaria per la costruzione di progetti assistenziale fattibile ed efficaci (richiamare la necessità che nell ipotesi di VMD affidata a enti accreditati sia posto il vincolo della presenza dell assistente sociale) svolgere la funzione di case manager prevista dalla R.I.C.C.A. per la gestione delle situazioni complesse, croniche e in situazioni di vulnerabilità (riprendere il concetto coniugare la fragilità alla vulnerabilità ) accompagnare le persone e le famiglie nei percorsi integrati di cura ( PreSST e altro) La valutazione e/o presa in carico attuate con la presenza degli assistenti sociali evita la medicalizzazione e la sanitarizzazione dei percorsi che invece troverebbero ampia applicazione se la gestione dei percorsi fosse riconosciuta solo a figure sanitarie medico/infermiere Proposta Gli assistenti sociali devono essere presenti nei luoghi strategici posti a diversi livelli, delle ATS e ASST, nei quali si attua la riforma. In questa fase di avvio della riforma è necessario identificare i luoghi prioritari nei quali porre le basi per poi costruire altri collegamenti sia a livello. Presenza funzionale a livello di Direzioni Necessità di strutturare nel piani organizzativo oggetto della d.g.r 5311/2015 il Servizio Sociale professionale, al fine di assicurare un azione coordinata ed efficace degli assistenti sociali collocati nei diverse articolazioni aziendali e nei punti delle reti territoriali ( RICCA, RIMI ecc) in linea con le finalità e agli obiettivi dei Piani strategici adottati in attuazione della legge di riforma stabilire funzioni e responsabilità chiaramente definite Proporre l organizzazione del Servizio Sociale Professionale all interno del sistema sociosanitario in un ottica sperimentale, prevedendo un percorso con la direzione generale welfare di verifica e monitoraggio. Richiamare esperienze e modelli organizzativi di con Servizio Sociale Professionale già attuati nelle ex ASL o AO ( ASL 9 Bergamo, AO Mantova, ecc.) COSA E UNA PROFESSIONE? Requisiti di una Professione: Corpo di teorie Formazione specifica Riconoscimento di utilità sociale Campo di intervento specifico Autoregolamentazione e controllo sull esercizio della professione = codice deontologico ESERCIZIO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI La legge determina le professioni intellettuali per il cui esercizio è necessaria l iscrizione in appositi albi o elenchi DEONTOLOGIA = insieme delle regole morali che disciplinano l esercizio di una determinata professione (diz. Devoto-Oli) METODOLOGIA = intervento professionale

6 COSA CARATTERIZZA UNA PROFESSIONE INTELLETTUALE? SENSO del MANDATO INTERNO PROFESSIONALE non e mandato dell ente - contrattuale o legislativo SENSO di APPARTENENZA alla COMUNITA PROFESSIONALE CONDIVISIONE DI TEORIE DI RIFERIMENTO - CRITERI DI SCIENTIFICITA consolidare l apparato deontologico di ricerca scientifica di autonomia di ruolo di confronto con altre professioni e discipline ARTE creatività SCIENZA coerenza metodologica 11 COSA E UN ORDINE PROFESSIONALE? COSTITUZIONE ART. 33 prescrive un esame di stato per l abilitazione all esercizio professionale CODICE CIVILE ART afferma che sono da considerare professioni intellettuali solo quelle riconosciute come tali dalla legge e per il cui esercizio è necessaria l iscrizione in appositi albi o elenchi; Inoltre demanda agli ordini alcuni compiti come: - l accertamento dei requisiti per l iscrizione negli Albi e Elenchi - la tenuta dell albo e elenco - il potere disciplinare sugli iscritti PROFESSIONE ORDINISTICA = professione organizzata in ordini e collegi, disciplinata da norme statali che ne subordinano l esercizio al possesso di determinati requisiti, al superamento di un esame e all iscrizione a un albo o collegio QUALI SONO LE PROFESSIONI? Tre tipologie: Iscrizione obbligatoria Non iscrizione obbligatoria ma sono disciplinati da leggi Non regolamentate

7 QUAL E LA FINALITA DI UN ORDINE PROFESSIONALE? = GESTIONE DELL ALBO PROFESSIONALE cosa significa? ATTIVITA DI TUTELA DELLA PROFESSIONE (esempio: esercizio abusivo della professione; lesione ) chi vuol fare il nostro lavoro? PROMOZIONE DELL IMMAGINE -RAPPORTO CON I MASS-MEDIA chi sparla di noi? ATTIVITA DI CONTROLLO SULLA PROFESSIONE chi non fa bene, in modo corretto il suo lavoro? FORMAZIONE PERMANENTE chi non apprende per tutto l arco della sua vita? SVILUPPO DELLE TEORIE E DELLE PRASSI PROFESSIONALI (attenzione a nuove modalità di svolgimento della professione ) TUTELA DEI CITTADINI utenti/clienti (deontologia professionale) 13 La responsabilità professionale dell assistente sociale: il codice deontologico come vincolo e come risorsa RESPONSABILITA PROFESSIONALE PENAL E CIVILE AMMINISTRATIVA DEONTOLOGICA 1 7

8 La responsabilità professionale dell assistente sociale: il codice deontologico come vincolo e come risorsa DEONTOLOGIA PROFESSIONALE E Milena Diomede Canevini, in Dal Prà Ponticelli (diretto da) Dizionario di Servizio Sociale RESPONSABILITA POSITIVA Il complesso dei doveri e delle regole di comportamento, eticamente fondati, espressi in forma sintetica e chiara, raccolti in codici etici e/o deontologici, che impegnano una professione e i suoi professionisti nei confronti della società e delle persone con le quali entrano in relazione = accezione positiva in quanto consente una previsione dell errore/danno possibile RESPONSABILITA NEGATIVA La deontologia professionale ha valore giuridico e consente l esercizio della potestà disciplinare da parte degli organismi rappresentativi della professione qualora i doveri e le regole non vengano rispettati = accezione negativa in quanto emerge quando l errore/danno è avvenuto La responsabilità professionale dell assistente sociale: il codice deontologico come vincolo e come risorsa dal latino respònsus, RESPONSABILITA participio passato del verbo respòndere, rispondere impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano 1 8

9 DEONTOLOGIA DEON-ONTOS = CIO CHE VA FATTO, DOVERE LOGOS = DISCORSO Dottrina che tratta dei doveri da compiere da parte di una determinata categoria o classe di persone E il complesso dei doveri e delle regole di comportamento eticamente fondati di solito raccolti in codici etici e/o deontologici Parola chiave RESPONSABILITA 17 METODOLOGIA Significa riflessione, ragionamento, discorso sul metodo Metodo = percorso Modelli teorico-operativi che abbiano obiettivi conoscitivi e obiettivi operativi Relazionalità come sintesi di azione/riflessione

10 Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia L ORDINE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI CONSIGLI REGIONALI 20 (sede nei capoluoghi regionali) Uno per ogni regione In base al numero degli iscritti SEZIONI A e B ELETTO DAGLI ISCRITTI Mandato quadriennale CONSIGLIO NAZIONALE 1 (sede a Roma) Costituito da membri eletti dai consigli regionali 15 ELETTO DAI CONSIGLI REGIONALI Mandato quinquennale COMPITI DIVERSI COMPLEMENTARI 19 Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia DA CHI E COMPOSTO IL CONSIGLIO REGIONALE DEGLI A.S. Cariche (Ufficio di presidenza) Consiglieri Norme e Regolamenti (L. 84/1993 D.P.R. 328/2001) CODICE DEONTOLOGICO D.M. 615 del 11 ottobre 1994 aggiornato da DPR 6 luglio 2005 n. 169 D.P.R. 169 del 8 luglio 2005 Compiti istituzionali e di mandato per i professionisti eletti COMMISSIONI INTERNE (solo as eletti) deontologica-disciplinare iscrizioni-cancellazionitrasferimenti tecnico patrimoniale UFFICIO DI SEGRETERIA GRUPPI DI LAVORO (anche as iscritti non eletti) Regolamento sanzioni disciplinari e procedimento art. 17 D.M. 615/94 approvato dal C. N. dell Ordine 11 maggio 2002 Regolamento interno C.R. approvato nel 1997, modificato 2001 e nel 2002 Regolamento attuativo L. 241/1990 e successive modifiche approvato da C. R. con delibera n.140 del 10 agosto 2005 RAPPRESENTANZA/RAPPRESENTATIVITA In base a a decisioni di Consiglio, fatto salvo la rappresentanza ex lege della Presidenza/ufficio di presidenza rapporti intra-ordine (nazionale e regionali): presenza a commissioni nazionali rapporti con la professione organizzata (sunas, aidoss, assnas, casg ecc.) rapporti con livelli extra-ordine: istituzioni politiche Regione;Comuni/ANCI; partiti Province;ministeri ordini altre professioni/cup università

11 IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI PAROLE CHIAVE TITOLO III Responsabilità dell as nei confronti della persona utente e cliente CAPO I CAPO II CAPO III Diritti degli utenti e dei clienti autodeterminazione informazione = accesso /riservatezza salvaguardia degli interessi (incapaci minori persone in situazione di impedimento) omissioni e errori Regole generali di comportamento dell as decoro e dignità aggiornamento professionale consultare altri professionisti trasferimento ad altro collega informazione all utente di funzioni di controllo e tutela (magistratura e norme) Riservatezza e segreto professionale diritto dovere natura fiduciaria della relazione consenso (ad eccezione.) astensione da testimonianza salvo i casi previsti dalla legge riservatezza della documentazione segreto d ufficio stampa banche dati collaborazioni altri soggetti 21 IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI PAROLE CHIAVE TITOLO III Responsabilità dell as nei confronti della persona utente e cliente CAPO III Riservatezza e segreto professionale (L. 119/2001) OBBLIGO A NON RIVELARE FATTI E COSE AVENTI NATURA DI SEGRETO SALVO PER GLI OBLIGHI DI LEGGE E NEI CASI SPECIFICATI Rischio di grave danno a utente o a terzi in particolare minori incapaci o persone impedite per condizioni fisiche, psichiche o ambientali Richiesta scritta e motivata dei legali rappresentanti Autorizzazione dell interessato/legali rappresentanti Rischio incolumità per l as

12 IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI PAROLE CHIAVE TITOLO VI Responsabilità dell as nei confronti dell organizzazione di lavoro CAPO I L assistente sociale nei confronti dell organizzazione di lavoro Art. 44 = L as deve esigere il rispetto del suo profilo professionale, la tutela anche giuridica nell esercizio delle sue funzioni professionali e il rispetto del segreto professionale e del segreto d ufficio. Art. 45 = L as deve impegnare la propria competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell organizzazione di lavoro, all efficacia, all efficienza, all economicità ed alla qualità degli interventi e delle prestazioni professionali. Deve altresì contribuire all individuazione di standards di qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione, nonché al razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione. Art. 46= L as non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o che possano compromettere gravemente la qualità e gli obiettivi degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti e ai clienti. Art. 47 = L as deve adoperarsi affinchè le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare interventi qualificati ed efficaci ed in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell utente e del cliente. Art. 48 = L as deve segnalare all organizzazione di lavoro o evitare nell esercizio della libera professione l eccessivo cumulo di incarichi e di prestazioni quando questo torni di pregiudizio all utente o al cliente 23 IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI PAROLE CHIAVE TITOLO VI Responsabilità dell as nei confronti dell organizzazione di lavoro CAPO I L assistente sociale nei confronti dell organizzazione di lavoro Art. 49 = L as che svolge compiti di direzione o coordinamento è tenuto a rispettare l autonomia tecnica e di giudizio dei colleghi, a promuovere la loro formazione, la cooperazione e la crescita professionale, favorendo il confronto tra professionisti. Si adopera per valorizzare esperienze e modelli innovativi di intervento, valorizzando altresì l immagine del servizio sociale, sia all interno che all esterno dell organizzazione. Art. 50 = il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a 2 livelli di responsabilità: verso la professione e verso l organizzazione e deve essere improntato al rispetto reciproco e delle specifiche funzioni. Nel caso in cui non esista un ordine funzionale gerarchico della professione, l as risponde ai responsabili dell organizzazione di lavoro per gli aspetti amministrativi, salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio Art. 51= L as deve richiedere opportunità di aggiornamento e di formazione e adoperarsi affinchè si sviluppi la supervisione professionale mandato prsidente Renata Ghisalberti

13 IL CODICE DEONTOLOGICO: LA LEVA DI ARCHIMEDE (edito 2002) RAPPORTO TRA ORDINE E ISCRITTI LA CLASSIFICAZIONE E ANALISI DEI QUESITI POSTI DA ASSISTENTI SOCIALI E DA UTENTI/ENTI/ALTRI PROFESSIONISTI ALL ORDINE REGIONALE SONO ARTICOLATE SU DIVERSI PARAMETRI I DATI SONO RIFERITI AL periodo (due mandati 1995/1998 e ); ora 4 mandato Non sono stati aggiornati i dati relativi al periodo successivo ISCRITTI 1996 = = = 4O14 NUMERO DI QUESITI = 185 TIPO DI QUESITO: posto da un professionista o da più soggetti tema unico o più problematiche ASPETTATIVA segnalazione di un problema richiesta di un parere segnalazione di un atto lesivo richiesta di un intervento PROVENIENZA geografica ente di appartenenza contrattuale servizio e settore operativo ITER DI RISPOSTA DA PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE 25 AREE TRATTATE DAI QUESITI LESIONE DELL AUTONOMIA PROFESSIONALE Ruolo tecnico e rapporti con ruolo politico Rapporti gerarchici con colleghi/altre professioni Gli aspetti amministrativi nella gestione del ruolo professionale RICHIESTE IMPROPRIE RISPETTO AL PROFILO PROFESSIONALE SEGRETO PROFESSIONALE Documentazione professionale Testimonianza in ambito giudiziario Generalità dell as (DOMICILIO SPECIALE) TUTELA DELL IMMAGINE E PRESTIGIO DELLA PROFESSIONE Aggressioni/minacce ai colleghi da parte di utenti Rapporti con gli organi di stampa/mass media in genere QUESITI IMPROPRI (non rientranti nei doveri/poteri ordinistici) Rapporto con le organizzazioni sindacali

14 LA PROFESSIONE E UNA ATTIVITA PRESTIGIOSA DAL PUNTO DI VISTA SOCIALE CHE CONTROLLA IL PROPRIO TRAINING, IL RECLUTAMENTO E LA PRATICA, CHE APPLICA DELLE CONOSCENZE SPECIALIZZATE, SOTTO LA GUIDA DI UN CODICE ETICO, AI PROBLEMI INDIVIDUALI E SOCIALI ROBERTSON A. Da Professionalizzazione e compiti del servizio sociale in Bianchi e Folgheraiter (a cura di): L assistente sociale nella nuova realtà dei servizi ed. F. Angeli MI NORMATIVA COSTITUTIVA LA PROFESSIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI (tratto da www. cnoas.it - www. ordineaslombardia.it) LEGGE N. 84 del 23 marzo 1993 ORDINAMENTO DELLA PROFESSIONE DI ASSISTENTE SOCIALE E ISTITUZIONE DELL ALBO PROFESSIONALE D.P.R. N. 14 del 15 gennaio 1987 VALORE ABILITANTE DEL DIPLOMA DI ASSISTENTE SOCIALE *** DM GRAZIA E GIUSTIZIA N. 615 del 11 ottobre 1994 REGOLAMENTO RECANTE LE NORME RELATIVE ALL ISTITUZIONE DELLE SEDI REGIONALI O INTERREGIONALI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI LEGGE N. 119 del 3 aprile DISPOSIZIONI CONCERNENTI L OBBLIGO DEL SEGRETO PROFESSIONALE PER GLI ASSISTENTI SOCIALI D.P.R. N. 328 del 5 giugno RIFORMA ACCESSO AGLI ALBI LEGGE N. 1 del 8 gennaio 2002 RICONOSCIMENTO DEI DIPLOMI DI ASSISTENTE SOCIALE PER L ACCESSO ALLA LAUREA SPECIALISTICA LEGGE N.173 del 1 agosto 2002 CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO- LEGGE 10/06/02 N. 107, RECANTE DIPOSIZIONI IN MATERIA DI ACCESSO ALLE PROFESSIONI LEGGE N. 251 del 10 agosto 2000 e sue modifiche LEGGE N. 138 del 26 maggio 2004 CONFERIMENTO DI INCARICHI DI DIRIGENTE AGLI ASSISTENTI SOCIALI NELLE ASL

15 DPR 5 GIUGNO 2001, N REGOLAMENTO ATTUATIVO DELL ART. 1 COM.18, LEGGE 4/1999 Art. 21. Attività professionali dell a.s. e dell a.s.sp. 1. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione A, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, oltre alle attività indicate nel comma 2, le seguenti attività professionali: a) elaborazione e direzione di programmi nel campo delle politiche e dei servizi sociali; b) pianificazione, organizzazione e gestione manageriale nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) direzione di servizi che gestisconointerventi complessi nel campo delle politiche e dei servizi sociali; d) analisi e valutazione della qualità degli interventinei servizi e nelle politiche del serviziosociale; e) supervisione dell'attività' di tirocinio degli studenti dei corsi di laurea specialistica della classe 57/S - Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali; f) ricerca sociale e di serviziosociale; g) attività didattico-formativa connessa alla programmazione e gestione delle politiche del serviziosociale. 2. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione B, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, le seguenti attività: a) attività, con autonomia tecnico-professionale e di giudizio, in tutte le fasi dell'intervento sociale per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio, anche promuovendo e gestendola collaborazione con organizzazionidi volontariatoe del terzo settore; b) compiti di gestione, di collaborazione all'organizzazione e alla programmazione; coordinamento e direzione di interventi specifici nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) attività di informazione e comunicazione nei servizi socialie sui diritti degli utenti; d) attività didattico formativa connessa al servizio sociale e supervisione del tirocinio di studenti dei corsi di laurea della classe 6 - Scienze del serviziosociale; e) attività di raccolta ed elaborazione di dati sociali e psicosociali ai fini di ricerca. mandato presidente Renata Ghisalberti

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