RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 31 Ottobre / 1-2 Novembre 2015

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1 Pagina 1 di 9 rassegna stampa 31 Ottobre / 1-2 Novembre 2015 IL CITTADINO Lodi Elemosina molesta, denunciata (31/10 1/11/2015) Diabete, è allarme per le liste d attesa (31/10 1/11/2015) Morti di tumore, il Lodigiano resta ai vertici della classifica (2/11/2015) «Cure palliative, l importanza di non sentirsi abbandonati» (2/11/2015) Codogno Sant Angelo Lodigiano Come evitare il tumore alla pelle Casalpusterlengo IL GIORNO Lodi Codogno Sant Angelo Lodigiano Casalpusterlengo

2 Pagina 2 di 9 Elemosina molesta, denunciata Si è finta disabile per chiedere l elemosina all ingresso dell ospedale. Ma la polizia l ha smascherata e le ha rifilato una contravvenzione per accattonaggio molesto e un foglio di via dalla città. Nei guai è finita una donna romena di 41 anni, L.N. le iniziali, domiciliata in un campo rom di Milano. Già alcune settimane fa era stata pizzicata da una volante della polizia in un atteggiamento analogo ed era già stata sanzionata, ma nonostante questo è tornata come se niente fosse all ingresso dell ospedale. L ultimo controllo è avvenuto giovedì pomeriggio, intorno alle 16. La pattuglia è transitata in via Secondo Cremonesi, dove si trova l ingresso secondario dell ospedale, e ha notato la donna, che si era piazzata davanti alle scale simulando anche evidenti difficoltà di deambulazione e tenendo in mano un santino. I poliziotti hanno verificato però che stava benissimo e così per accertamenti l hanno accompagnata negli uffici della questura. Visti i suoi modi insistenti e molesti (ma non minacciosi) nei confronti degli utenti dell ospedale che le passavano davanti, è stata sanzionata. Dopo di che è stata avviata la procedura per l emissione di un foglio di via obbligatorio dalla città.

3 Pagina 3 di 9 Il presidente Lo Conte chiede all Azienda ospedaliera di potenziare il servizio, intanto parte la campagna associativa per il Nel lodigiano sono 12mila i pazienti seguiti dalle strutture pubbliche Diabete, è allarme per le liste d attesa di Cristina Vercellone L associazione lodigiana dei malati alza la voce: «Se il personale fosse di più non bisognerebbe aspettare sei mesi per il controllo di routine» Attese troppo lunghe per i pazienti diabetici. L allarme arriva dal presidente della sede di Lodi dell Associazione italiana diabetici Silvio Lo Conte. «Sei mesi per un controllo sono troppi - commenta quest ultimo -. Se gli operatori non avessero così tante ferie arretrate da recuperare e il personale fosse di più, i tempi dei controlli si potrebbero accorciare. Quando un paziente cambia terapia, per esempio, non può aspettare 6 mesi. Ho guardato le cartelle vecchie, a volte facevo addirittura due visite nell arco dello stesso mese. Oltre a questo, poi, si aggiunge un altro problema, che è quello degli appuntamenti che si sovrappongono: quando si prenota una visita al Cup, infatti, viene assegnata la stessa ora, nello stesso giorno, a tre pazienti contemporaneamente. Se uno ha l appuntamento alle 9, ma viene visitato per terzo, rischia di aspettare più di un ora, anche due. I diabetici hanno molte problematiche contemporaneamente da sottoporre al medico. Ne ho parlato anche con la direttrice sanitaria di presidio Angela Bocconi: lei si stava interessando, ma è chiaro che non si risolve il problema dall oggi al domani. La Bocconi ci è sempre stata vicina e insieme stiamo cercando di risolvere questo problema delle lunghe attese per accedere al centro diabetologico,sia per i controlli quotidiani che per le visite. Da tempo, come noto, ci battiamo per la confusione che regna al Centro diabetologico. Nel Lodigiano sono 12mila circa i malati divisi tra Lodi. Codogno, Casale e Sant Angelo. Il maggior numero di pazienti però gravita sul capoluogo. Negli altri ospedali della provincia, è capitato anche che in seguito a un impegno dell unico medico disponibile, le visite siano saltate. Se anche a Lodi ci potesse essere almeno un medico in più le liste si snellirebbero. Una volta c erano i medici del reparto di medicina che andavano a dare una mano; adesso, invece, ci sono tre medici soltanto che si occupano della diabetologia. Motivo? Il reparto è sotto organico. Ho saputo che negli ospedali di altre province c è una equipe più ampia, fatta da diabetologi, infermieri e dietisti che hanno modo di consultarsi tra loro e studiare i casi per trovare delle cure condivise. I pazienti si sentono più coccolati. Per parlare con la dietista poi la coda è infinita». L associazione, in questo periodo, sta

4 Pagina 4 di 9 lanciando la campagna associativa per raccogliere iscritti che si diano da fare per il bene degli ammalati. Periodicamente il gruppo guidato da Lo Conte organizza anche giornate di prevenzione gratuita per la popolazione. Oggi [31 Ottobre, ndr] dalle 9 alle 11, presso l ex bar dell ospedale di Lodi si terrà un incontro educativo rivolto ai pazienti diabetici e ai loro familiari. Sostenibilità nutrizionale nel diabete: quali spunti da Expo 2015 è il titolo della relazione coordinata dalla diabetologa Viviana Baggi. L iniziativa è patrocinata dall Azienda ospedaliera di Lodi. Per informazioni sull associazione e adesioni telefonare allo 0371/31226; fandlodioutlook.it.

5 Pagina 5 di 9 La provincia è quinta in Italia per i decessi provocati dal cancro Morti di tumore, il Lodigiano resta ai vertici della classifica di Cristina Vercellone L indagine Istat basata sugli ultimi dati disponibili (2011) conferma il record negativo: ogni anno circa 600 persone muoiono a causa di malattie oncologiche Tumori, a Lodi si muore ancora più che altrove. A dirlo è l ultima indagine Istat. Nello studio stilato nel 2015, i dati parlano chiaro. La provincia di Lodi è quinta su 110, in tutta Italia, per mortalità causata dal cancro. L analisi, che si riferisce agli ultimi dati disponibili, cioè quelli del 2011, non mette in evidenza quali siano i tumori per i quali si muore di più, ma storicamente gli organi più colpiti, nel nostro territorio, sono i polmoni. La ricerca ha standardizzato i dati, li ha resi cioè, per ragioni scientifiche, confrontabili tra loro per evitare che alcune caratteristiche più o meno prevalenti in una popolazione, a partire per esempio dal maggiore o minore numero di anziani, inficino i risultati dello studio. Ebbene, nel Lodigiano, il tasso standardizzato di mortalità per tumori è di 28,7. Ogni 10mila abitanti ne muoiono, cioè, oltre 28. Ogni anno i decessi da malattia oncologica, nel nostro territorio, coinvolgono tra le 500 e le 600 persone. A detenere il primato di mortalità nazionale è Pavia con il tasso del 30, seguono Gorizia (29,9), Sondrio (29,7), Napoli (28,9) e poi Lodi appunto, insieme a Bergamo, anch essa al 28,7. La provincia nella quale si vive meglio - secondo la statistica - è quella di Vibo Valentia, anche se ovviamente non tiene conto del livello della sanità. Qui il tasso di mortalità è del 20,2. Il Sud e il Centro dell Italia sono, in generale, tranne che in qualche provincia, più fortunati rispetto al Nord. A detenere la maglia nera si conferma ancora una volta la pianura padana. Il presidente dell ordine dei medici di Lodi Massimo Vajani si dice preoccupato. «Lavorando nella commissione invalidi - commenta - vediamo percentuali molto elevate. Bisogna fare analisi mirate sulla qualità degli alimenti e anche sull alimentazione animale. Prendiamo la polemica sulla carne rossa, è la qualità della carne che va monitorata». Dai monitoraggi Arpa sulla qualità dell aria è emerso come a Lodi, alla fine di ottobre, ci siano stati 5 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi al metro cubo di polveri sottili. In alcuni casi la centralina, in provincia di Lodi, ha sfiorato addirittura i 100 microgrammi. «La qualità dell aria incide sicuramente sulla patologia tumorale- annota Vajani - ma è l Arpa che se ne deve occupare. Bisognerebbe passare alle auto a idrogeno o elettriche, oppure non usare combustibili, ma come si fa? È la politica

6 Pagina 6 di 9 che deve intervenire. Eliminiamo il trasporto su ruote e privilegiamo le rotaie? Sono discorsi complessi. Quello che spetta a noi medici è di spingere i nostri assistiti ad aderire agli screening e a fare prevenzione primaria. Mi rendo conto però che la risposta della popolazione è positiva da questo punto di vista. Poi dobbiamo spingere i lodigiani a migliorare i loro stili di vita: non fumare, fare movimento e curare l alimentazione».

7 Pagina 7 di 9 «Cure palliative, l importanza di non sentirsi abbandonati» di Federico Gaudenzi Si tratta di cambiare radicalmente l idea della cura, accostando con sempre maggiore impegno, nei casi gravi di carattere oncologico o malattie degenerative, i normali trattamenti medici alle cure palliative, per permettere al paziente di vivere gli ultimi anni, mesi o giorni con dignità. Di questo si è discusso al convegno di sabato mattina all auditorium Bpl, affollato da qualche centinaio di operatori del settore, e a cui è intervenuto anche l assessore regionale Mario Melazzini, che oltre ad essere amministratore e medico è affetto in prima persona da una malattia degenerativa: «Ho avuto la possibilità di vedere la situazione dal punto di vista del medico e del paziente - ha spiegato -. Questo mi ha permesso di capire l importanza di queste cure, l importanza di non sentirsi abbandonati». Le cure palliative, secondo Melazzini, si fondano sulla capacità del medico di non vedere solo la malattia, ma il malato in sé, e di assicurare la qualità della vita piuttosto che la sopravvivenza. Luciano Orsi, direttore dell Unità operativa di Cure palliative di Mantova, ha parlato dell evoluzione di questi trattamenti, e dell organizzazione lombarda, incentrata sia sul malato che sulla sua famiglia. Ha quindi accennato all importanza di considerare il fine vita in base ai suoi risvolti etici, e quindi di non utilizzare strumenti clinici, imponendo trattamenti invasivi e inutili, ma strumenti etici, ponendo al centro la volontà del malato e della sua famiglia. Lodi, da questo punto di vista, sta facendo dei passi avanti, come ha spiegato Giovanni Ucci, direttore del Dipartimento medico-oncologico dell Azienda ospedaliera di Lodi, che ha organizzato il convegno: «Possiamo dire che ad oggi il 30 per cento dei 2000 decessi annui in Provincia di Lodi sono assistiti, rispetto al 5 per cento del 2008». Il convegno è proseguito con una tavola rotonda moderata dal direttore de «Il Cittadino», Ferruccio Pallavera, che ha sottolineato il disappunto nel non vedere in sala il direttore generale dell Azienda ospedaliera. Al dibattito è intervenuto il vescovo Maurizio

8 Pagina 8 di 9 Malvestiti, che ha rimarcato la questione etica: «Dobbiamo riconciliare la contrapposizione tra l etica della sacralità della vita, e quella della sua qualità, con la consapevolezza della delicatezza della questione» ha detto, sostenendo l importanza di creare una rete di realtà per trovare la scelta migliore, la scelta più umana per il malato. Importante anche l intervento dell assessore Silvana Cesani, sul ruolo della famiglia, spesso messa a dura prova. Al dibattito hanno partecipato altri esperti del settore, come Roberto Franchi, volontario oncologico, il dottor Pietro Belloni, Egidio Marangoni dell Unità operativa di Cardiologia, Daniele Savian, familiare di un paziente sottoposto a questo tipo di cure, Francesco Tursi, dell Associazione lodigiana ossigenoterapia riabilitativa, e Domenico Furiosi, direttore dell Unità operativa Cure Palliative di Lodi, che ha sottolineato come l Unità di Cure palliative sia giovane, nata nel 2013, ma stia facendo grandi progressi nel trattamento di malati non oncologici.

9 Pagina 9 di 9 Come evitare il tumore alla pelle di Ross. Mung. Il nemico numero uno, silenzioso e con le potenzialità di essere letale, è il melanoma. L età media delle vittime è più bassa rispetto agli altri tumori della pelle, l incidenza è cresciuta negli anni e ci si ammala più al Nord che al Sud Italia, perché nel mirino finisce più frequente chi ha carnagione e colori di occhi e capelli chiari. Riflettori accesi, venerdì sera a Sant Angelo, sui tumori della pelle, per capire come riconoscerli e sconfiggerli, con la prevenzione e la diagnosi precoce. Grazie al Rotary Club Belgioioso Sant Angelo e al service di prevenzione, apparecchiato nella sala conferenze della filiale di via Mazzini della Banca Popolare di Lodi venerdì sera. Già al lavoro in anni passati sulla prevenzione cardiovascolare, questa volta si sono analizzati i differenti tumori della pelle, con la consulenza specifica del dottor Daniele Blandini, responsabile dell unità operativa di Chirurgia Plastica dell Ospedale Maggiore di Lodi. Un viaggio a 360 gradi per tracciare una mappa conoscitiva e capire quali fenomeni vanno temuti e quali invece possono solo causare fastidi o inestetismi, come la cheratosi attinica, ispessimento della pelle dovuta all esposizione massiccia ai raggi solari, tipica per chi passa molte ore all aperto e polaroid ricorrente nel secolo scorso. Di diversa natura i tumori epiteliali, che possono essere basocellulari, a lento accrescimento o con possibilità rara di metastasi, o squamocellulari, che spesso sorgono su distretti specifici come labbra e cuoio capelluto. Ampio lo spazio dedicato al melanoma e ai fattori di rischio ambientali e costituzionali, come l ampia presenza di nei congeniti, la carnagione chiara, l esposizione al sole. Se contro il melanoma l unico atto terapeutico è la chirurgia, il dottor Blandini ha anche illustrato le più diffuse tecniche di riparazione delle incisioni chirurgiche per esportazione. Per mostrare come si possa tornare alla normalità dopo un interventi di rimozione. A spiegare le finalità della serata, il presidente del Rotary Club Belgioioso Sant Angelo Mauro Oldani; per i presenti c era la possibilità di iscriversi a una visita gratuita di prevenzione, in agenda il prossimo 7 novembre, negli ambulatori dell Ospedale Delmati di Sant Angelo.

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