Razze autoctone e piccole popolazioni

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1 Razze autoctone e piccole popolazioni

2 Introduzione Dall età della domesticazione dei primi animali ad oggi, quasi 8000 razze di animali sono state sviluppate dall uomo a fini agricoli in ambienti ed epoche diverse. Queste razze rappresentano delle combinazioni geniche uniche e sono il risultato dell intervento diretto dell uomo nella loro selezione. Tali razze si sono co-evolute con l uomo e, pertanto, con i sistemi economici, culturali e di conoscenze che si sono sviluppate nei secoli. A differenza delle specie selvatiche, gli animali domestici richiedono il continuo intervento dell uomo nella gestione delle popolazioni Le risorse genetiche animali sono speso mantenute in situ dagli agricoltori come parte integrata del sistema agricolo, economico, culturale ed ambientale.

3 Introduzione Queste risorse non solo forniscono alimenti, ma spesso svolgono un ruolo chiave nei miti, nelle culture, nelle religioni e nelle tradizioni delle diverse società. Attualmente le produzioni animali contribuiscono per circa il 30% alla produzione lorda vendibile agricola dei paesi in via di sviluppo e si prevede che entro il 2030 arrivi al 39%. Solo 14 delle circa 40 specie di animali domestici contribuiscono a fornire più del 90% degli alimenti di origine animale per l uomo. Di queste 14, cinque sono quelle che danno il maggior contributo: Bovini Ovini Caprini Suini Avicoli Nell ambito di queste 5 specie esistono poche razze altamente specializzate che sono diffuse in quasi tutto il pianeta e contribuiscono a fornire la maggior quota delle produzioni.

4 Per biodiversità animale s intende la variabilità tra organismi di specie diverse o della stessa specie riguardo ai differenti ecosistemi e ambienti in cui essi vivono, con particolare riferimento alla biodiversità genetica che, essendo quella ereditabile di generazione in generazione, offre maggiori potenzialità di sopravvivenza per il futuro.

5 Progetto FAO (inizio anni 90) salvaguardia delle risorse genetiche animali Obiettivi Inventario risorse Strumenti per la tutela e la valorizzazione Introduzione accesso sicuro al cibo per tutti mantenimento delle basi economiche, sociali e culturali delle società rurali salvaguardia dell ambiente Ad oggi la banca dati FAO dispone informazioni in merito a 7616 razze di animali domestici. Circa il 20% di queste razze sono considerate a rischio di estinzione e negli ultimi 6 anni si sono certamente estinte 62 razze (con il ritmo di quasi una razza al mese).

6 Ragioni: molteplici, ma nei paesi sviluppati il motivo prevalente è legato alla sostituzione delle razze autoctone polifunzionali (anche mediante piani di incrocio incontrollati) con razze altamente specializzate e più produttive, spesso di provenienza esterna. Nel1990, circa il 50% dei circa 5000 tori di razza Frisona presenti sul mercato internazionale delle dosi di seme, era figlio di soli 5 tori.

7 In Italia la FAO ha censito 287 razze di animali domestici differenti, di cui 252 autoctone. Pecore 27% Asini 5% Bovini e Bufali 21% Avicoli 2% Suini 16% Cavalli 11% 65 (il 27%) di queste razze sono già estinte: Il 56% delle razze suine Il 40% delle razze bovine Il 26% delle razze asinine Il 23% delle razze ovine Per le altre specie i valori sono sotto il 10%. Capre 18%

8 Solo il 25% delle razze attualmente presenti non sarebbero a rischio e di queste buona parte sono le razze cosmopolite altamente specializzate estinte 27% senza informazioni 4% non a rischio 25% in via di estinzione 23% a rischio 21%

9 In Toscana esistono attualmente 19 razze autoctone di cui solo 2 non a rischio di estinzione o reliquia Pecore 26% Asini 5% Bovini e Bufali 21% Suini 11% Cavalli 11% Capre 11% Avicoli 5% Classificazione FAO N Fattrici N Tori Razze non a rischio Massese Chianina Reliquia < 100 <5 A rischio Non a rischio Tra 100 e 1000 Tra 5 e 20 > 1000 > 20

10 Criteri per la scelta della razza Produttivi Benessere dell animale Qualità del prodotto

11 Reg. CE n.1804/99, che completa, per le produzione animali, il reg. CEE 2092/91 considerazioni generali punto 9): Occorre promuovere un ampia diversità biologica e la scelta delle razze dovrebbe essere operata in funzione della loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali esistenti punto 3.1 dell allegato Nella scelta della razza o della varietà si deve tener conto della capacità di adattarsi alle condizioni locali nonché della loro vitalità e resistenza alle malattie. Inoltre le razze o le varietà devono essere selezionate al fine di evitare malattie specifiche o problemi sanitari connessi con alcune razze o varietà utilizzate nella produzione intensiva dando la preferenza a razze e varietà autoctone

12 Tre razze dell arco alpino Grigio alpina Rendena Valdostana Razze autoctone Razze Bianche Chianina Romagnola Marchigiana Maremmana Podolica Razze in estinzione (iscritte al Registro anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata diffusione ) (In toscana) Mucca Pisana Pontremolese Garfagnina Calvana

13 Consistenze Libro Genealogico TOTALE ALLEVAMENTI RAZZA MARCHIGIANA CHIANINA ROMAGNOLA MAREMMANA PODOLICA TOTALE

14 Capi iscritti RAZZA MARCHIGIANA CHIANINA ROMAGNOLA MAREMMANA PODOLICA TOTALE

15 La razza CHIANINA ORIGINI E STORIA la Chianina, secondo alcuni autori deriva dal "Bos Indicus", secondo altri, invece, ha subito l'apporto di sangue podolico. Il bove chianino era molto apprezzato dagli Etruschi e dai Romani dai quali veniva utilizzato per i cortei trionfali e per i sacrifici agli dei (se ne trovano raffigurazioni in bronzetti e bassorilievi romani tra cui quello dell Arco di Tito nel Foro Imperiale). E allevata da almeno 22 secoli nella media valle del Tevere e nella Val di Chiana. Oggi può essere considerata una razza cosmopolita in quanto è presente in molti paesi oltreoceano come il Brasile (che ha rotto l'isolamento biotico della razza nel 1951) gli USA (in cui il primo seme fu importato nel 1971), il Canada, l'argentina, ma anche in Europa (ad esempio in Gran Bretagna ed in Germania) ed in Asia (in Giappone).

16 Diffusione della razza

17 La razza bovina Chianina La Chianina è caratterizzata da gigantismo somatico (è la più grande delle razze bovine conosciute nel mondo), nei tori adulti raggiunge i 2 metri di altezza al garrese e supera i 17 quintali di peso (le femmine 10). In passato era una razza a duplice attitudine (carne e lavoro). Ottima adattabilità al pascolo in diverse condizioni perché ottima utilizzatrice dei foraggi e resistente alle malattie ed agli ectoparassiti. Il mantello è di colore bianco porcellana in entrambi i sessi. Nel maschio presenza di peli neri nel treno posteriore (sfumature grigie). A volte peli neri attorno agli occhi. I vitelli dalla nascita a 4-6 mesi sono fromentini. Musello, lingua, palato e aperture naturali pigmentate nere. Testa leggera ed elegante, più allungata nelle vacche, con fronte ampia nei tori. Collo di media lunghezza e provvisto di scarsa giogaia. Corna medio corte e grossolane, nere in punta. Gli arti lunghi, ma robusti e con ottimi appiombi; piede un poco piccolo ma con unghioni duri e resistenti (caratteristica importante per il lavoro). La pelle è sottile e pigmentata. Ottima qualità della carne (marezzate e tenere). La produzione di latte è appena sufficiente per il vitello. Oggi la selezione è orientata verso la precocità di sviluppo e il maggior rendimento di carne dei tagli più pregiati (soprattutto la regione dorso-lombare dalla quale si ottengono le rinomate bistecche alla fiorentina).

18 Aspetto morfologico Pigmentazione del musello e della lingua Gigantismo somatico: elevata altezza al garrese Dorso e lombi larghi Mantello bianco porcellana Arti lunghi Tronco lungo e cilindrico

19 I vitelli, che nascono del peso di circa 40 kg, alla nascita hanno un mantello color fromentino, che evolverà gradualmente verso il colore bianco porcellana caratteristico dell animale adulto. Tale caratteristica è comune a tutte le razze podolico-derivate

20 La razza bovina Maremmana

21 La razza bovina Maremmana Origine e diffusione La razza Maremmana è discendente dalla razza grigia della steppa o Podolica. Tale razza è rustica e frugale, resistente alle malattie e alle difficoltà climatiche e si adatta ai foraggi scadenti; ha contraddistinto per secoli le zone paludose della Maremma e si dimostra particolarmente adatta all'allevamento allo stato brado in ambienti marginali. Consistenza circa capi (Lazio e Toscana). Il minor impiego degli animali per lavoro hanno ridotto l'interesse per tale razza. Ultimamente la maremmana ha suscitato nuovi interessi da parte di allevatori meridionali, spagnoli e centro-americani per le sue caratteristiche idonee ad ambienti caldi e ostili, ma anche per la recente introduzione della zootecnia biologica. Libro genealogico nel L'Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani Carne A.N.A.B.I.C. gestisce, dal 1966, i libri genealogici delle razze bianche italiane (Chianina, Romagnola, Marchigiana, Maremmana, Podolica).

22 MANTELLO grigio, più scuro nei maschi, più chiaro nelle femmine, mentre i piccoli nascono color fomentino ed acquistano il colore tipico a 4-6 mesi di età Le CORNA lunghe (70 ed anche 100 cm) e caratteristiche si presentano a semiluna nei maschi e a lira nelle femmine. Lo SVILUPPO SCHELETRICO è imponente e conferisce all animale un aspetto di grande solidità e robustezza, reso maestoso dallo sviluppo del treno anteriore con torace ampio, alto e profondo; il collo è corto e muscoloso con abbondante pagliolaia gli ARTI solidissimi, gli unghioni di eccezionale durezza, gli appiombi spesso perfetti. il TRONCO è lungo e profondo con cassa toracica assai sviluppata, il dorso e i lombi rettilinei e muscolosi; la groppa larga, lunga e muscolosa tendente alla forma quadrata La PIGMENTAZIONE di musello, ciglia, lingua, palato, mucose della vulva e dell'ano, punta della coda, nappa, unghioni, fondo dello scroto, pisciolare e punta delle corna, è ardesia.

23 Le vacche hanno una mammella ben conformata e forniscono un abbondante produzione di latte (10-12 l) che assicura un accrescimento giornaliero del vitellino di 1 Kg. Sono bovini longevi e rustici (raggiungono i anni di età), ma economicamente tardivi in quanto a 18 mesi pesano soltanto Kg (invece di 600 Kg), mentre da adulti i tori pesano Kg e le vacche Kg. Tuttavia costa pochissimo il loro mantenimento poiché nella loro dieta rientrano foraggi scadentissimi come la cannuccia palustre.

24 La Mucca Pisana è una razza autoctona a forte rischio di estinzione (al 31/12/2004, 400 capi in totale) capi

25 originariamente a triplice attitudine oggi solo per la produzione della carne

26 Carente dal punto di vista delle performance, si distingue per fecondità, vitalità, longevità e resistenza alle malattie ma soprattutto per lo spiccato istinto materno

27 MANTELLO color castano con riga dorsale spigatura) rossiccia CIUFFO ed ORlATURA DELLE ORECCHIE color fulvo MUSELLO, PALATO, LINGUA color ardesia REGIONE MAMMARIA, PERIANALE, PERIVULVARE, PADGLIONE AURICOLARE color fulvo chiaro

28 Origine e diffusione La razza bovina Calvana La razza Calvana, originaria dei Monti della Calvana in provincia di Prato, fa parte dei bovini del ceppo podolico italico, probabilmente si è originata dalla razza Chianina, della quale viene considerata una varietà di montagna di dimensioni più ridotte. Il periodo di maggior splendore della Calvana si è avuto nei primi decenni di questo secolo, prima che la meccanizzazione e l esodo rurale segnassero l inizio del suo declino. È una razza a duplice attitudine che dispone di doti di frugalità, rusticità, resistenza alle avversità che risultano dall adattamento alle condizioni abbastanza difficili del suo habitat e dal suo sistema di allevamento.

29 DORSO, LOMBI e GROPPA sono muscolosi e sviluppati in larghezza e lunghezza MANTELLO nei soggetti adulti è bianco porcellana (peli bianchi su cute ardesia) con pigmentazione apicale nera nei piccoli il mantello è fromentino CUTE è pigmentata sottile e facilmente sollevabile, mucose pigmentate nere TESTA leggera con profilo fronto-nasale rettilineo corna corte a sezione ellittica diritte lateralmente e in avanti COSCE e NATICA presentano masse muscolari ben sviluppate a profilo convesso nei maschi e rettilineo nelle femmine COLLO corto e muscoloso con gibbosità pronunciata nei tori presenta una giogaia leggera

30 L età al primo parto è di 33 mesi e l interparto medio di 14 mesi. Attualmente la consistenza numerica della razza è di 124 capi di cui 72 fattrici, distribuiti in 14 allevamenti L attitudine prevalente è la produzione di carne che risulta magra e di eccellente qualità. Questa razza può essere considerata interessante sia per l allevamento in purezza (produzioni tipiche di nicchia), sia come razza incrociante su razze autoctone poco produttive soprattutto in paesi in via di sviluppo

31 Origine e Diffusione La razza Garfagnina Originaria della Garfagnana (provincia di Lucca). deriverebbe dal ceppo asiatico, è allevata dai tempi più lontani nell alta valle del Serchio. A cavallo degli anni trenta la razza era diffusa oltre che in provincia di Lucca, anche nel territorio della provincia di Massa Carrara, Reggio Emilia e Modena. La razza ha subito una drastica riduzione dopo la seconda guerra mondiale,oggi è ridotta a poche centinaia di capi.

32 Groppa: larga anteriormente, stretta e spiovente posteriormente, complessivamente scarna. Coscia:non piatta nei maschi è abbastanza muscolosa Mantello: grigio (brinato), con estremità delle corna, palpebre, musello, mucose e fiocco della coda neri. Testa:nelle femmine di media lunghezza e leggera,nei maschi corta e larga, ma non tozza. Peso: nei maschi Kg, nelle femmine Kg

33 In origine veniva considerata una razza a triplice attitudine, anche se l attitudine lattifera è stata sempre quella prevalente Latte eccellente, ricco di grasso (addirittura il 4.5%) e di caseina, con il quale si ottenevano ottimi formaggi la cui commercializzazione avveniva tradizionalmente in occasione della fiera che si teneva e si tiene a Castelnuovo Garfagnana nel mese di settembre.

34 La razza si distingue per la buona capacità di utilizzo di foraggi scadenti come ricacci del sottobosco e dei castagneti da frutto e ben si è adattata alle condizioni climatiche delle zone di allevamento. La produzione di carne è apprezzabile soprattutto se il vitello viene macellato precocemente.gli allevatori di questa razza sono soliti macellare i vitelli a 14 mesi di età. La carne dei vitelli da latte è di colore chiaro e di eccellente sapore, i vitelli grazie all elevato valore del latte materno presentano incrementi medi giornalieri maggiori ad 1 kg.

35 La razza bovina Pontremolese Origine e diffusione La culla di origine della razza si può situare nella montagna appenninica, preappenninica e nelle valli dei fiumi Magra e Vara, situate nelle province di Massa Carrara e La Spezia. Attualmente piccoli nuclei morfologicamente attribuiti a questa razza sono presenti solo un allevamento in Garfagnana

36 Mantello rosso (fromentino carico)con striscia chiara lungo la linea lombare, occhiaie nere Lombi e groppa brevi, larghi robusti ben attaccati alla groppa che appare spiovente e con spina sopraelevata Testa leggera con profilo rettilineo, corna rivolte in avanti ed in alto a forma di lira, musello ardesia Coscia poco muscolosa Collo e Spalle robusti, forti e ben attaccati

37 La razza Pontremolese ha buone caratteristiche riproduttive, partorisce un vitello all anno Attualmente viene utilizzata solo per la produzione di carne, allevate allo stato brado o semibrado per l utilizzo delle risorse foraggere delle zone montane più impervie

38 Numerosità effettiva della popolazione Per poter operare selezione nell ambito delle piccole popolazioni senza incorrere in rischi di perdita di variabilità genetica ed aumento della consanguineità, è necessario, come primo passo, definire la numerosità effettiva della popolazione e verificare quale soglia di questo parametro consente di minimizzare i rischi.

39 Classificazione FAO delle razze a limitata diffusione Fattrici Tori Popolazione Reliquia < 100 <5 Leggermente al di sopra di 100 ma con una leggere tendenza alla diminuzione e con femmine riprodotte in purezza al di sotto dell 80% A rischio Tra 100 e 1000 Tra 5 e 20 Leggermente al di sopra di 100 con una tendenza alla crescita e con un numero di femmine riprodotte in purezza superiore all 80% Non a rischio > 1000 > 20 Vicina a 1000 capi totali e con un numero di femmine riprodotte in purezza vicino al 100%

40 Secondo l articolo 3 della L.R. 50/97 ("Tutela delle risorse genetiche autoctone ), strumento normativo con il quale la Regione Toscana intende salvaguardare e valorizzare il germoplasma animale e vegetale toscano, "...Possono essere considerate autoctone, iscrivibili negli appositi Repertori regionali, anche specie, razze, varietà e cultivar di origine esterna, introdotte da lungo tempo nel territorio della regione ed integrate tradizionalmente nella sua agricoltura e/o nel suo allevamento, nonché tutte le specie, razze, varietà, cultivar, popolazioni ed ecotipi derivanti dalle precedenti per selezione massale sulla base di scelte fenotipiche oltre quelle già autoctone ma attualmente scomparse in Toscana e conservate in orti botanici, allevamenti o centri di ricerca in altre regioni o paesi..

41 Numerosità effettiva della popolazione (2) Ne = 4 x Nm x Nf Nm + Nf La numerosità effettiva della popolazione è funzione del rapporto tra riproduttori maschi e femmine e influenza direttamente l incremento generazionale di consanguineità che dipende dal grado di parentela medio esistente nella popolazione.

42 Variazione di Ne in funzione della variazione del rapporto fra i riproduttori dei due sessi Rapporto tra i riproduttori Maschi Femmine Ne

43 Stima della parentela media nella popolazione. a = 1/4 a mm + 1/2 a mf + 1/4 a ff Se tale parametro si misura tra una generazione e l altra e si divide per il numero di anni che intercorrono tra le due generazioni si calcola Δa, cioè l incremento medio annuo di parentela nella popolazione. L incremento medio annuo di consanguineità Δf = Δa e ambedue sono inversamente proporzionali a Ne: Δa = Δf = 1/(2 x Ne) Il livello minimo di Ne non dovrebbe mai scendere sotto i 50.

44 Nell ambito delle piccole popolazioni operare una selezione familiare volta a massimizzare il valore genetico degli animali selezionati come avviene per le grandi popolazioni porta a decrementi della numerosità effettiva dal 25% al 75% a seconda del criterio di stima degli indici utilizzato. Per questo motivo la selezione nelle piccole popolazioni deve essere condotta utilizzando un indice composto che considera valore genetico e parentela opportunamente pesati in modo da controllare gli spostamenti di numerosità effettiva senza rinunciare a selezionare gli animali migliori per le caratteristiche prescelte. NB: Il livello minimo di Ne non dovrebbe mai scendere sotto i 50.

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