Riviviamo il centro storico

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1 Anno IX N. 1 Gennaio-Febbraio 2013 Periodico dell Istituto Comprensivo Arzachena 1&2 Distribuzione gratuita La crisi che stiamo vivendo si ripercuote inesorabilemente sulla possibilità di spesa delle nostre famiglie tanto che, a risentirne maggiormente, sono quei piccoli negozi che, da sempre, hanno dato vita alla parte antica delle nostre cittadine foto di Michele Moretto Riviviamo il centro storico

2 Sommario Editoriali - 3 Crediamoci e ce la faremo - 4 Centro storico, tra crisi ed abbandono - 5 In visita da Amici - 6 Solidarietà: aiutiamo gli altri - 7 Come produrre il Compost - L Orto Botanico 8 Una serata a teatro - 10 Sondaggio: I regali di Natale Tradizioni locali - 14 Itinerari storico-culturali: il Centro Storico di Arzachena - 15 Slender-X Factor-Madagascar Sport: Karate - 20 Ginnastica artistica - 21 Salute & sicurezza - 22 Libri Il cruciverba di Goretto Rossi

3 editoriali Non rinunciatevi Ciò che dobbiamo imparare a fare lo impariamo facendo. E questo lo scopo che si dovrebbero prefiggere coloro i quali, in futuro, volessero cimentarsi nel mondo del piccolo giornalista. Sono passati ormai nove anni da quando, nel lontano Marzo del 2005, è nata la Gazzetta Scolastica. Quelli erano gli anni in cui, ci raccontano gli insegnanti, quest attività cominciava a prendere piede all interno della scuola. Con questo mezzo si cercava di coinvolgere i ragazzi a far parte del nuovo progetto che li avrebbe aiutati a migliorare la conoscenza della lingua italiana, della comunicazione con gli altri e del voler scoprire, nel dettaglio, ciò che accadeva intorno a loro. Da quegli anni ad oggi è passato tanto tempo e noi, come i nostri compagni di allora, continuiamo a fare il nostro giornale, riempendo le sue pagine di notizie, curiosità, sondaggi e giochi. Il tempo che dedichiamo a questa attività, non solo ci dà modo di conoscere le problematiche sociali che riguardano le scuola, la comunità Arzachenese e il nostro territorio, ma anche di dividere un momento di incontro e di confronto tra ragazzi. Esso ci consente, inoltre, di apprendere nuove tecniche di scrittura e ricevere consigli utili per migliorare l italiano, arricchendolo di nuove parole e modi di dire. Il giornalino è diventato per noi piccoli giornalisti un mezzo attraverso il quale diventiamo liberi di esprimere la nostra opinione su fatti e avvenimenti attuali, ma anche di raccontare il nostro mondo, le nostre sensazioni, i nostri hobby e i nostri interessi. Scrivere un articolo non è solo prendere carta e penna e scopiazzare qualcosa da internet ma, soprattutto, metterci qualcosa di nostro, di personale. Il mondo della scrittura è molto complicato ma basta un po di impegno per raggiungere ottimi risultati e, alla fine, si viene ripagati di tutto l impegno posto, dall orgoglio di sapere che sul giornale c è un tuo articolo. E chiaro che da soli non potremo mai farcela e, proprio grazie al sostegno dell insegnante e della sua cura degli articoli, che riusciamo ad imparare dai nostri errori. In un giornale conta molto la qualità dell articolo che deve comunicare al lettore un messaggio chiaro e significativo. Crearlo richiede impegno ma, soprattutto, tempo. Cosa che non tutti sono disposti ad impegnare in quest attività. Ai ragazzi diciamo, perciò, che partecipare a questa nuova esperienza è un modo efficace per esternare i propri punti di vista e le proprie sensazioni sui fatti quotidiani, perché in ogni articolo emerga una parte di noi e del nostro modo di essere. Ma, soprattutto, per dare sfogo alla nostra curiosità e far conoscere a tutti la realtà che ci circonda vista con gli occhi dei ragazzi! Ilaria Codina & Ivan Pardu Quel futuro sempre più incerto Sono passati quasi nove anni da quando, insieme a Prof. Salvatore Usai, decidemmo di fondare la Gazzetta Scolastica di Arzachena. Nove anni di intenso lavoro, di sfide continue ma anche di grandi soddisfazioni. Basti pensare a quando, deciso di iniziare, avevamo a nostra disposizione soltanto i nostri computer personali e l allora Amministrazione Comunale, vista la situazione, ce ne regalò alcuni, dismessi ma ancora utilizzabili, insieme a qualche scrivania dove poter lavorare. I ragazzi ne erano entusiasti e noi più di loro. La scuola ci aveva messo a disposizione i locali della biblioteca e ogni martedì e giovedì ci riunivamo tutti insieme a discutere su come fare il giornale e quali argomenti trattare. Ad ognuno, poi, veniva assegnato un compito che, puntualmente, era svolto con passione e diligenza. Tutto ciò fino al momento finale, quello dedicato alla piegatura e alla distribuzione nelle classi e nelle edicole del paese, del quale tutti si sentivano parte integrante. Ogni famiglia ne aveva una copia e grazie al nostro giornale, aveva modo di conoscere meglio e di più la realtà in cui viveva. I ragazzi erano orgogliosi di aver contribuito alla sua realizzazione e andavano in giro fieri del loro lavoro. In paese non si parlava d altro e, numero dopo numero, la sua consistenza diventava sempre maggiore. La stessa Amministrazione Comunale si dimostrò molto sensibile al progetto tanto che, dopo alcuni anni, grazie a un suo contributo, ci mise in condizione di operare come qualsiasi altro giornale. Venne creata una vera redazione dove i ragazzi potevano accedere non solo nei due giorni settimanali ma anche durante il tempo scuola. Finalmente erano state create le condizioni per sviluppare l idea del giornale in tutta la sua interezza. I ragazzi cominciavano a familiarizzare con gli attacchi, i sinonimi, i titoli i catenacci, facendo ricorso sempre più a sinonimi e nuove parole tanto da arricchire enormemente il loro bagaglio lessicale. Abbiamo passato ore, fianco a fianco, al computer a discutere, sezionare e ricomporre i testi fino alla stesura finale del pezzo da pubblicare. Quell articolo che avrebbe incuriosito, suscitato interesse o semplicemente scosso gli animi per la sua sensibilità nell affrontare certi argomenti. Perché questo ha fatto in nove anni il nostro giornale. Si è posto dalla parte della gente, dei ragazzi e delle loro famiglie, affrontando argomenti sul decoro urbano, la raccolta differenziata, la gestione degli spazi pubblici, la condizione degli anziani, l integrazione e i problemi del mondo. Argomenti affrontati nella misura in cui li vedono i ragazzi, sempre dimostratisi sensibili ai cambiamenti della società e a tutto ciò che gira loro intorno. Ecco perché, arrivati fin qua, mi domando se continueremo ad andare avanti. La crisi, i tagli alla scuola e le quotidiane difficoltà di una gestione provvisoria, mi fanno pensare che, forse, non arriveremo a festeggiare un decennio di presenza nel territorio. Peccato! Perché se così sarà, i nostri ragazzi avranno uno strumento in meno per inserirsi con più consapevolezza nella società e affrontare meglio il loro futuro. Federico Barbarossa Direttore Responsabile 3

4 attualità La crisi mondiale - Il fatto - l ambiente Crediamoci, e ce la faremo di Ivan Pardu La speranza è l ultima a morire. La vita è fatta così e se associamo questo concetto alle nostre scelte nessuno può impedirci di sperare che, presto, questo difficile momento sarà soltanto un lontano ricordo. Nessun italiano è intenzionato a mollare e dopo lo scrutinio elettorale, sapremo se la nostra fiducia sarà premiata. Solo allora sapremo se questo 2013 sarà l anno del riscatto. Perché per tutto c è un inizio e una fine! Occorre credere che ci sia il modo di uscirne: lavoro, occupazione, innovazione tecnologica, incentivi alla cultura, competitività. Pare siano queste le ricette per ritrovare stabilità economica e speranza per il futuro e credere che ci sia il modo per uscirne è un dovere di tutti. Così come tutti dovremo collaborare a debellare questa condizione di povertà, i problemi di sempre presenti ancora oggi. Così non va! Dobbiamo reagire! Non serve disperarsi o chiudersi in se stessi, non dobbiamo perdere mai la speranza, anzi, dobbiamo pensare ad un Italia migliore, la nostra Italia! Non ci sono soldi e si pagano troppe tasse. Gli stipendi sono sempre bassi e non in linea con quelli delle altre nazioni europee. La gente lavora sempre meno e le aziende chiudono o vanno a produrre all estero. Di conseguenza, senza lavoro non ci sono stipendi, quindi, nessun consumo. Pertanto, i commercianti chiudono bottega e licenziano il personale. I piccoli centri si spopolano e la gente comincia ad emigrare come agli inizi del secolo scorso. La concorrenza è diventata insostenibile e, mentre in altri Paesi i costi di produzione sono contenuti, in Italia, tra la spesa per l energia e la tassazione elevatissima, non si riesce più a produrre. In paesi come Cina, India e tutti i Paesi dell Est il lavoro costa dieci volte meno che in Italia, le tasse sono al 27% mentre in Italia vanno oltre il 47%. Ora, però, dobbiamo andare avanti. Non ci possiamo più fermare alla sola analisi ma cercare, al più presto, soluzioni che possano far ripartire la nostra economia. E per farlo, dobbiamo fare leva su diversi elementi quali noi stessi, le nostre idee e i nostri progetti, uniti alla determinazione 4 Cosa sanno veramente i ragazzi della crisi che stiamo vivendo? E, soprattutto, in quale maniera l affrontano quotidianamente a casa, a scuola e con i loro amici? e alla forza di rinascere. Saranno i nostri giovani a prendere in mano le redini dell Italia e, grazie all istruzione e ad una buona dose di creatività e voglia di novità, riusciranno a trovare soluzioni e idee per la crescita e la ripresa. Per questo motivo è necessario sostenere ogni nuova iniziativa indirizzata allo sviluppo e alla crescita sociale, convinti che solo la forza dell intera comunità possa creare un tipo di vita migliore. L anno appena iniziato è pieno di aspettative: vorremmo innovazione, benessere maggiore per tutte le classi sociali, un cambiamento politico e sociale, una distribuzione più equilibrata della ricchezza e delle tasse. Speriamo sia anche un anno di svago, un anno che ci permetta di ridimensionare i problemi, un anno ricco di fiducia e ottimismo. Non crediamo, anche se siamo ragazzi, alle favole ma meritiamo di vivere in un paese più civile e democratico. Tutto questo sarà presto possibile se ci metteremo ancor più d impegno e se non ci lasceremo scoraggiare dagli ostacoli che ci si porranno davanti. Per adesso, però, non resta che rimboccarsi le maniche e lavorar sodo perché ciò avvenga.

5 il fatto Arzachena e la sua storia Centro storico tra crisi ed abbandono Dopo il barlume natalizio, il centro storico è tornato ad essere quello di sempre: vuoto e desolante... di Michele Moretto Durante le festività natalizie si è potuto notare che, dopo molti anni, il centro storico di Arzachena si è rianimato. Grazie all impegno delle associazioni si sono organizzati giochi ricreativi e una serie di manifestazioni che hanno offerto agli abitanti di un paese, all apparenza disabitato, di ritrovarsi a festeggiare insieme Natale e Capodanno. Il centro storico era variopinto e addobbato con tante stelle filanti e luci di ogni genere. In queste settimane si sono alternati diversi spettacoli di vario genere tra cui Pino e gli anticorpi. Peccato, però, che finite le feste si è tornati alla situazione di prima: il vuoto. Un paese fantasma all interno di un altro che piano, piano, si sta espandendo sempre di più trasferendo ogni attività nella periferia del paese. Basta fare una passeggiata lungo tutto il corso e piazza Risorgimento per capire quanto sia triste questa situazione: ci sono pochissime persone in giro, i negozi sono vuoti così come i bar e le pizzerie. Un vuoto terribile causato dal trasferimento di attività commerciali e di interesse comune lontano dal centro storico dove, forse, è più comodo arrivare anche in macchina. Si sa che la comodità nel trovare ampi spazi per i bambini e la praticità di reperire un parcheggio quando si va a fare la spesa o a fare acquisti, hanno reso alcune zone periferiche più apetibili di quelle dei centri storici. Tutto ciò, però, ha causato un altro problema legato alla vivibilità della parte vecchia del paese e degli abitanti che quotidianamente per spostarsi devono prendere la macchina e fare la spesa. Perché, al di là, del fornaio, il verduraio, il barbiere e qualche sporadico negozio di abbigliamento, non è rimasto altro. Per fortuna, c è ancora il mercatino del mercoledì che, tra una cosa e l altra, riesce ad accontentare chi non può spostarsi con facilità. Al mattino la frequentazione di Piazza Risorgimento è data soltanto da pochi anziani che si ritrovano per chiacchierare del più e del meno e da quei pochi visitatori che per qualche motivo sono costretti ad andare in comune a sbrigare qualche pratica. Per il resto, i bar della piazza registrano la presenza dei loro clienti abituali o di chi passa lì per caso. Eppure, è convinzione di tanti che se si facesse qualche sforzo in più, forse, si potrebbe ridare vitalità al nostro beneamato centro storico. Qualche piccolo accorgimento per modificare le abitudini dei cittadini che, per propria comodità, vorrebbero che nulla cambiasse. Si potrebbe, ad esempio, estendere il divieto che impone agli automobilisti di passare attraverso la piazza e in tutto il corso Garibaldi. In questo modo le persone potrebbero tranquillamente passeggiare per le vie del centro e i ragazzi e i bambini sarebbero più protetti dal traffico e dai malintenzionati. I genitori, siamo sicuri, avrebbero piacere di portare i loro figli in giro mentre loro fanno shopping nelle vie del centro così come si fa in tutte le belle cittadine. Inoltre sarebbe un modo per far ritrovare gli abitanti e far conoscere quelli nuovi. Un luogo dove trascorrere un po di tempo insieme e magari, anche discutere delle cose che accadono intorno a noi. A questo il comune in collaborazione con le associazioni locali, dovrebbe promuovere delle manifestazioni di ogni genere per gli adulti e per i giovani. Non sarebbe male adibire uno spazio dedicato a videogiochi, i computer, la musica e altre attività adatte ai giovani di oggi. L idea delle bancarelle è stato un modo molto apprezzato per far ritrovare la gente del posto in piazza a mangiare e bere qualcosa in compagnia, tanto che ci si chiede perché non riproporlo anche per il resto dell anno. Solo allora i negozianti non si vedrebbero costretti a chiudere le loro attività, ma ad aprirne delle altre. Il Centro Storico diventerebbe il vero salotto di Arzachena dove tutti vorrebbero stare per dare vita alle loro frequentazioni. Si incentiverebbe, infine, quel rapporto fra persone che è il vero sale della vita tra le persone di diverse culture e di ogni ceto sociale. 5

6 attualità Arzachena. Sociale In visita da amici di Sascha Fohner Aiutare i disabili non è un gesto da fare con la testa ma con il cuore. Perché ognuno di noi dovrebbe sentire forte nel suo animo di provare questa grande emozione. Deve essere stato cosi per gli alunni della classe 3 A dell istituto comprensivo 1 di Arzachena che una settimana fa, sono andati a vistare i ragazzi dell associazione Amici di Nemo, ospitati nei locali della scuola di via Nenni. In quest aula lavorano i ragazzi diversamente abili grandi e piccoli, che svolgono diverse attività durante la giornata. C è chi fa braccialetti, collane, c è anche chi disegna, chi realizza bambole, pupazzi e tante altre belle cose sotto l occhio vigile di alcuni assistenti sociali. Questi ragazzi sono persone molto sensibili e molto brave tanto che ci hanno mostrato tutti i loro lavori che verranno esposti negli stand del mercatino di Natale. È questa la dimostrazione di quanto Agostino Azara dice quotidianamente a tutti i ragazzi arzachenesi nelle sue visite scolastiche. Grazie ad una delle sue iniziative, ha deciso di realizzare dei video con i ragazzi della scuola che potessero aiutare a capire il problema di questi ragazzi. Agostino è partito con il filmato dall aula della 3 A fino ai locali degli Amici di Nemo, situati al piano inferiore della stessa scuola. Il fi lmato è partito con Sascha Fohner e Emanuele Garau che andavano verso l aula da visitare. I ragazzi sono scesi dalle scale principali e in un paio di minuti sono arrivati dagli Amici di Nemo che li aspettavano con impazienza. Giunti nell aula i ragazzi hanno fatto le prime domande a Gianni, il padre Ci sono momenti nella vita che mettono a dura prova la sensibilità di ognuno di noi. Capita spesso, però, che a vincere questo apparente disagio, sia proprio chi è diverso da noi. Riecco il Vespino di Giulia, una ragazza ospite del centro. A lui hanno chiesto chi erano gli Amici di Nemo e cosa facessero durante la giornata, e cosa significasse La spiaggia amica. Egli ha risposto dicendo che durante la loro attività costruivano piccoli oggetti per tenere impegnati questi ragazzi e stimolare la loro fantasia. Per quanto riguarda la Spiaggia Amica ha detto che i comuni di Palau e Arzachena avevano concesso ai ragazzi l utilizzo della spiaggia amica delle saline. In questo fi lmato si vedono tutte le fasi della lavorazione di questi oggetti e tutto l impegno messo dai ragazzi. Si vedono anche le diverse fasi della visita dove appare evidente l imbarazzo degli studenti che poi man mano si è dissolto grazie all accoglienza di questi ragazzi. Alcuni di loro hanno abbracciato gli studenti mettendoli a loro agio e mostrando loro tutto ciò che avevano fatto fino ad allora. È stato un bellissimo gesto che ha mostrato tutta la loro sensibilità venuto da chi, invece, questi gesti dovrebbe ricevere. di Gianmario Demuro Wroom wroom, calca il pedale e via. Così si accendevano le vespette o meglio i vespini negli anni 50. Il famoso scooter della Piaggio che era diventato oltre che un mezzo di trasporto, uno status symbol dei giovani di allora. E per festeggiare quei bei momenti, Mario Filigheddu, un appassionato arzachenese, ha deciso di organizzare un motoraduno di tutti vespini del territorio intorno ad Arzachena. È stato, addirittura, fondato un Club dei Vespini con l intenzione di raccogliere tutti quelli disponibili nel territorio gallurese così da riunirsi, poi, tutti insieme nei luoghi che si decideranno in seguito. L invito è stato esteso a tutti i Galluresi, tanto che si aspettano adesioni dai comuni di Arzachena, Luogosanto, Sant Antonio, Palau, Olbia, Bassacutena. Per iscriversi è necessario rimettere in sesto il vecchio vespino e, rigorosamente, soltanto con pezzi originali. Il costo dell iscrizione è di 30,00 e ogni socio rice- verà una tessera di appartenenza. Si parla già di una riunione in Piazza Risorgimento ad Arzachena con tutti i vespini 50 e i loro conduttori da tenersi in primavera, non appena le giornate cominceranno a essere migliori. 6

7 attualità Arzachena. Solidarietà Aiutiamo gli altri... Grazie all iniziativa promossa dalla scuola Media di Arzachena, i ragazzi hanno avuto modo di conoscere meglio uno dei valori più importanti nella vita dell essere umano: la solidarietà. di Francesca Mancini & Alessia Innocenti All inizio di questo anno scolastico la Scuola Media di Arzachena ha dato vitaad un progetto riguardante la solidarietà. L iniziativa, organizzata dal professor Fara e mandata avanti dalle sue cinque classi, ha visto ognuno dei ragazzi portare a scuola una maglietta che, con l aiuto dell insegnante, ha appeso l una accanto all altra come se si tenessero per mano. Queste magliette ci fanno capire che siamo tutti uguali, seppure con le nostre diversità. La solidarietà è un valore molto importante e, anche noi, nel nostro piccolo, dovremmo manifestarla con i nostri compagni e in famiglia. Isolare chi ha problemi o chi è diverso da noi, non è giusto, anzi, dovremmo aiutare maggiormente queste persone in modo che non si sentano escluse. Uno sforzo al quale sono chiamati tutti, grandi e piccoli tanto da coinvolgere queste persone in qualsiasi attività sociale per farle sentire integrate nella società in cui tutti noi viviamo. Per approfondire questo argomento si è tenuta a Dicembre, nell Aula Magna della Scuola Media, una manifestazione proprio su questo argomento. Ospite dell incontro è stato il parroco Don Ottavio Cossu che ha intrattenuto i ragazzi mostrando loro dei video che parlavano della sua esperienza in Mozambico. Queste immagini raccontano la vita di alcuni ragazzi che, grazie all aiuto del parroco, sono riusciti a sopravvivere alle malattie, alle carestie e alla miseria. Grazie alla generosità e alla solidarietà di tante persone, questi ragazzi vanno ora a scuola, giocano, e cosa molto importante, hanno cibo a sufficienza. Don Ottavio e gli altri missionari portano dall Italia vestiti, cibo, materiale scolastico e vaccini. Stanno inoltre costruendo edifici necessari per la comunità in tutta quella zona, che racchiude circa 40 villaggi. A colpire maggiormente i ragazzi durante la proiezione è stato il momento della consegna del premio al vincitore della caccia al tesoro organizzata dai missionari, quando, appunto, nella gioia di aver trovato il tesoro scoprivano che si trattava di una grande scatola piena di matite, penne e quaderni, per loro una ricchezza inestimabile. Alla fine della manifestazione il professor Fara ha concluso dicendo che la scuola è molto importante per la crescita di ogni popolo e i ragazzi devono capire che grazie ad essa potranno salvare il loro futuro e quello degli altri. 7

8 attualità Arzachena. Iniziative ambientali & decoro urbano Come produrre il compost a Gianmario Demuro Si dice, in genere, che nessuno sia profeta in patria, ma in questo caso, dovremmo tutti ricrederci! E capitato che un signore arzachenese si sia fatto venire una brillante idea, nel riciclare i residui della potatura degli alberi dei giardini delle ville e la stessa erba tosata nei prati. Questo signore ha ben pensato che con questo materiale si potesse produrre un concime naturale per il terreno. Stefano Ciudino, da circa un anno ha attivato la sua azienda di compostaggio di rifiuti verdi ad Arzachena, la terza in tutta la Gallura. La passione per l ambiente e la certezza che la sua sfida sarebbe stata vincente, hanno convinto questo imprenditore arzachenese ad andare avanti, tanto che oggi, continua ad avere successo in tutta l isola. Come tutti sappiamo, la maggior parte dei rifiuti verdi confluiscono in discarica, e inutilizzabili perché mescolati a quelli del secco, Fra tante iniziative messe in cantiere dai ragazzi ce n è una, particolarmente interessante, sotto l aspetto del decoro urbano e di quello ecologico-culturale Da una brillante idea di un arzachenese è nata l iniziativa economica di riciclare i rifiuti verdi per produrre un fertilizzante naturale ad alto potere nutritivo per le piante. indifferenziato. Buona parte di questi rifiuti veniva smaltito nelle campagne o in giro lungo le strade del paese. Alla fine, convinto come era e, grazie alla consulenza di qualche esperto, Stefano Ciudino ha studiato i punti deboli del sistema e le vere necessità di una cittadina come Arzachena. Dalla macinatura e macerazione del verde, Ciudino produce il compost, un fertilizzante naturale ad alto potere nutritivo per le piante. Un ciclo virtuoso che dalla terra riporta alla terra, alleggerendo le discariche e riducendo i costi di smaltimento a carico del Comune e dei cittadini. In un anno la sua azienda ha prodotto mille tonnellate di prezioso humus, ma con qualche risorsa in più a disposizione, i risvolti positivi per l azienda, per l occupazione e per il territorio sarebbero molti di più. Avete mai pensato di creare un Orto Botanico? di Sara Pidinchedda- Emma Pasella & Anna Maria Filippeddu La classe 2 C della Scuola Media di Arzachena, su proposta di Agostino Azara, assistente dell associazione A.V.I.S., insieme alla professoressa Marina Pala, ha deciso di fare un progetto per realizzare un giardino botanico ad Arzachena. A spingere i ragazzi a realizzare questo progetto è stato il desiderio di migliorare l ambiente e regalare ai cittadini e ai turisti un posto dove poter conoscere diverse specie vegetali. Si è scelto di farlo dietro il comune nuovo di Arzachena intorno a quella bellissima fontana esistente. Il progetto prevede la suddivisione di piante mediterranee che saranno messe a dimora intorno alla fontana e in un pezzo di terreno vicino alla strada. I ragazzi 8 hanno deciso di utilizzare quei determinati posti perché la vegetazione è scarsa e pensano di piantare gerani e altri fiori della Sardegna. Ai fiori aggiungeranno alberi di Leccio, arbusti, olivastri, Salici di Gallura, Lavanda, Rosmarino e infine due tipi di Ginestre: quella Spinosa e quella Corsicana. Vicino a ciascuna pianta metteranno l apposito cartello con il nome gallurese, quello sardo e il nome scientifico. All ingresso del parco ci sarà un pannello didattico con tutte le caratteristiche e i dettagli del giardino. Con questo progetto si potrà rendere la fontana ancora più visibile cosicché possa diventare un luogo di interesse comune per tutto l arco dell anno. Prima di dare vita a questo progetto la classe 2 C, è andata a visitare il posto prescelto il 23 novembre, con la professoressa Pala. Da questa prima ispezione i ragazzi hanno notato che intorno alla fontana c erano dei buchi nella terra, dei funghi e tante erbacce. Per cominciare i ragazzi disegneranno il loro progetto e uno schema tecnico con un cartellone, sempre seguiti dalla professoressa. Il primo passo, però, sarà quello di chiedere al Comune il permesso di attuazione, sperando che ci consenta di portare avanti questa nostra iniziativa.

9 attualità Visita guidata al a Sassari per assistere al Nabucco Una serata a teatro di Ilaria Careddu & Elisa Ghilardi Incredibile, non credavamo possibile potesse piacerci così tanto! Scenografia esilarante, musiche coinvolgenti, costumi d altri tempi e interpretazione sublime. Sono queste alcune delle sensazioni che si provano ad assistere ad una rappresentazione teatrale di questo genere. Quando, poi, si tratta del Nabucco di Verdi si capisce il perché. Così ci raccontano i ragazzi delle terze A, B, C e D della Scuola Media di Arzachena che hanno assistito all opera lirica verdiana messa in scena al teatro Comunale di Sassari Il 5 dicembre Ad accompagnare i ragazzi c erano le professoresse Demuro, Zazzara, Pala, Carboni e Briguglio che, dopo aver fatto un lungo viaggio sono arrivati a Sassari poco prima dello spettacolo, giusto in tempo per consumare un pasto frugale. Il teatro Comunale di Sassari è in grado di ospitare qualsiasi tipo di spettacolo e, in particolar modo, le opere liriche grazie alle qualità acustiche della struttura. L orchestra che suona dal vivo, il coro che inneggia alto i canti dell opera e ogni singolo interprete, che con il proprio assolo, ti fanno scorrere i brividi sulla schiena, assorbendoti dentro la musica con tutte le note. Così è il teatro raccontano i ragazzi che ancora sentono viva questa loro esperienza vissuta in quella serata. È stata per loro una nuova esperienza che vorrebbero ripetere in futuro. Siamo stati coinvolti dall inizio alla fine continuano nel loro racconto e l intera opera ci ha preso così tanto da non renderci conto di quello che ci circondava. L opera divisa in quattro atti, è la terza opera di Verdi e narra la storia della prigionia degli Ebrei sotto l impero Babilonese. Questa rappresentazione teatrale è la sintesi del periodo di schiavitù ebraica sotto Nabuccodonosor, nella quale a recitare la parte di protagonisti sono Ismaele, conteso dall amore di Fenena e Abigaille, figlie del re babilonese Nabudoccodosor. Un amore da egli ricambiato a Fenena, vera figlia naturale del re che si convertirà alla religione ebraica. Abigaille, invece, figlia di una schiava, diventerà invece regina reggente, usurpando il trono alla sorella e spodestando il re Nabuccodonosor. In quest opera si intrecciano le diverse personalità tra Zaccaria, il Gran sacerdote di Israele, Ismaele, Abigaille, Fenena e lo stesso Nabuccodonosor che tra conversioni, amori e tradimenti, segnano il difficile periodo storico del popolo ebraico. Soltanto un miracolo divino libererà definitivamente il popolo ebraico dalla schiavitù Babilonese, che nel suo trionfo, dà vita ad una scena bellissima alla fine dell opera. La rappresentazione al Comunale di Sassari è stata affidata alla regia di Leo Muscato, e ha rappresentato un evento di rilievo di questa stagione, costituendo anche la prima coproduzione con la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. L opera, inoltre, anticipa i programmi per il 2013 quando anche l Ente di viale Umberto per la Settantesima stagione lirica celebrerà il Bicentenario verdiano. Fra i protagonisti vanno ricordati Ivan Inverardi, il giovane tenore Alessandro Liberatore nel ruolo di Ismaele, il basso tedesco Andreas Bauer al suo debutto nel ruolo di Zaccaria, il soprano Raffaella Angeletti nel ruolo di Abigaille, Lara Rotili nel ruolo di Fenena, e ancora Dario Russo nella parte del gran sacerdote di Belo, Andrea Giovannini in quello di Abdallo e la giovane Vittoria Lai in Anna. Tantissimi applausi sono andati all orchestra dell Ente Concerti e per il direttore Gaetano D Espinosa. Sul palco inoltre ha ben figurato anche il coro dell Ente Concerti diretto dal maestro Antonio Costa. 9

10 attualità Arzachena. Scuola Concorso fotografico Si è appena conclusa la gara tra i piccoli fotografi delle scuole arzachenesi bandito dal Comune alcuni mesi fa. di Tommaso Gemelli Le classi 1C, 2C, 3C, 3A di Arzachena e la 3A di Abbiadori, hanno partecipato all iniziativa promossa dal comune, Scatta una foto. Il concorso invitava le varie classi a scattare delle foto in diverse zone di interesse pubblico, storico e archeologico e a personaggi di diverso genere residenti nel comune di Arzachena. I ragazzi si sono sparsi un po ovunque nel paese e nei dintorni alla ricerca dell obbiettivo da immortalare, raccogliendo tantissime immagini. Le classi 1C e 2C sono andate a visitare le bellissime aree naturali e di interesse storico di Li Conchi, Nuraghe Albucciu, La Prisgiona e, ultimo ma non meno importante, Le tombe dei giganti di Coddu Ecchju. La 3C è andata a Contra di Picia e nel centro storico di Arzachena. La 3A ha visitato alcune coste nord-est della Sardegna, mentre la 3A di Abbiadori ha fotografato varie zone costiere sempre sulla fascia nord-est dell isola alla ricerca di immagini uniche e singolari. Complimenti ai ragazzi di Abbiadori per essere andati a scovare e, poi, fotografare di persona i delfini dell Arcipelago di La Maddalena in questo particolare periodo dell anno! Alla fine, la commissione incaricata ha scelto le foto migliori, invitando tutti i partecipanti all Auditorium comunale di Arzachena per consegnare il premio al vincitore. La classe vincitrice del concorso è stata la 1C della Scuola Media di Arzachena che, dopo aver ricevuto in premio una vacanza di due giorni in un resort di Arbatax, ha festeggiato la vittoria durante il tragitto tra l auditorium e la scuola media. E morta Rita Levi Montalcini Una vita per la ricerca di Ilaria Codina Le persone importanti non vivranno per sempre, ma le loro scoperte rimarranno in eterno importanti. Una di queste persone è Rita Levi Montalcini nata a Torino il 22 aprile Dopo aver ottenuto una laurea alla scuola medica di Levi, ella è pronta per intraprendere una carriera accademica in neurologia e in psichiatria. A causa però delle leggi razziali Rita Levi Montalcini insieme a Giuseppe Levi è costretta ad emigrare in Belgio nel 1938, dove proseguirà i suoi studi autonomamente. In seguito Rita si trasferì insieme a Levi nella città natale dove ricevette una proposta da parte della Washington Uni- 10 versity. Ella accettò, proseguendo i suoi studi e trasferendosi in America per circa 30 anni. Dopo un po di tempo Rita Levi Montalcini divenne una professoressa di neurobiologia. La fama di questa donna non solo è data dalla sua voglia di conoscere ma anche dalla sua scoperta che ha letteralmente rivoluzionato il mondo della scienza. I suoi studi erano, infatti concentrati specialmente sui neuroni e la scoperta di un esistente fattore di crescita nervoso (N.G.F.) ha portato alla cura di gravi malattie. Per questo Rita ottenne nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina e nel 2001 la nomina di senatore a vita da Carlo Azelio Ciampi. La sua brillante carriera si concluse poco tempo prima della sua morte, più precisamente il trenta dicembre dell anno scorso. Rita Levi Montalcini ha dedicato tutta la sua via alla scienza, e per questo e per quello che ci ha dato le saremo per sempre riconoscenti.

11 attualità dal mondo Sono sempre meno le speranze di trovare in vita i passeggeri dell aereo precipitato in Venezuela, nel tratto di mare tra Los Roques e Caracas Los Roques e gli aerei scomparsi di Federica Casu Continuano da diversi giorni le ricerche dell aereo scomparso tra Los Roques e Caracas, in Venezuela, subito dopo il suo decollo con a bordo quattro italiani fra cui il figlio del famoso stilista Ottavio Missoni. Insieme a lui erano a bordo dell aereo Maurizia Castiglioni, Elda Scalvenzi e Guido Foresti. L aereo, partito alle ore dall aereoporto di Los Roques non è mai arrivato a destinazione: la città venezuelana di Maiquetia. Dalle notizie giunte a noi finora, l ultimo contatto con la torre di controllo è stato alle ore dopo di che, il nulla. I tentativi di comunicare con l aereo e con i suoi passeggeri sono stati inutili, tanto che il cellulare di una delle persone scomparse è rimasto irraggiungibile per parecchi giorni. Le autorità venezuelane hanno messo a disposizione alcuni aerei civili, motoscafi della Guardia Costiera, tre elicotteri, impegnando circa novanta uomini in una vasta area di mare. Tra sabato 5 e domenica 6 nel cellulare del figlio minore di Guido Foresti, uno dei passeggeri dell aereo, è arrivato un messaggio sul telefono che affermava lo stato di raggiungibilità da parte del padre, ma non appena inoltrata la chiamata il cellulare ha perso il segnale, proprio come quello degli altri passeggeri. Fra le diverse ipotesi c è quella del dirottamento da parte dei narco- trafficanti, che spesso utilizzano quel tipo di aereo per i loro traffici. Ma, dopo il passare dei giorni si fa sempre più forte la convinzione che l aereo sia precipitato in mare dopo essere stato colpito da un fulmine. Quel tratto di mare è molto profondo e la speranza di trovare il relitto a metri di profondità è altamente improbabile. In aggiunta, l aereo scomparso aveva alle spalle 45 anni di voli ed è stato uno dei più venduti negli ultimi tempi perché considerato molto leggero. Il 4 gennaio 2008 un altro aereo con a bordo 8 italiani scomparve nelle acque di Los Roques e di quell aereo non si è mai saputo nulla. Si teme che anche stavolta possa essere capitata la stessa cosa e, sebbene la speranza sia l ultima a morire, restano veramente poche le possibilità che i passeggeri possano essersi salvati. Arzachena. Salute & Solidarità AIRC e Le arance della salute di Federica Casu & Ivan Pardu L Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) è pronta per la prima iniziativa del 2013: le Arance della salute. L appuntamento è per venerdì 25 e sabato 26 gennaio, giornata in cui oltre tra piazze e scuole, si coloreranno di arancio in ragione della distribuzione di migliaia di Arance rosse di Sicilia Igp : simbolo di un alimentazione sana e protettiva contro il cancro, grazie al patrimonio di antiossidanti - soprattutto antociani - presente in questi agrumi. Come sempre saranno i volontari di Airc a chiamare a raccolta i sostenitori della ricerca, offrendo loro circa 370mila reticelle di arance di 2,5 kg ciascuna, per un contributo di 9 euro. L obbiettivo di questo progetto è sensibilizzare al massimo le scuole e i giovani in modo tale da renderli anche un po protagonisti. AIRC sostiene la ricerca oncologica e diffonde le informazioni per mantenersi in salute e limitare l incidenza dei tumori. È nella scuola che questi due obbiettivi sono più facilmente raggiungibili perché gli stili di vita salutari si acquisiscono in giovane età. Allo stesso tempo si acquisisce la consapevolezza dell importanza della scienza per lo sviluppo di un Paese per trovare una soluzione alle grandi malattie che affl iggono l uomo. Un aspetto che deve essere parte del bagaglio culturale dei giovani che, nell adolescenza sono cruciali per coltivare interessi e vocazioni. Attraverso il lavoro degli insegnanti di ogni ordine e grado si possono informare i bambini e i ragazzi che, a loro volta, diventano ambasciatori presso le loro famiglie. L AIRC ha istituito un concorso per dare una lezione vera e propria al cancro, con il progetto Cancro io ti boccio, offrendo ad una scuola la possibilità di vincere dieci personal computer con stampanti laser. Per meglio gestire questo progetto AIRC propone alle Scuole dell Infanzia un kit di schede didattiche, un elenco di attività suggerite e una lezione con un pedagogista sul tema dell alimentazione; mentre per le Scuole Primarie e Secondarie mette a disposizione una pubblicazione che riassume in forma semplice e accattivante i principi di base di una sana alimentazione. Come ogni anno, a farsi carico dell iniziativa sarà la Prof.ssa Donatella Zazzara che distribuirà ai ragazzi e alle loro famiglie, oltre 100 confezioni di arance della salute. 11

12 il sondaggio Sapersi accontentare i nostri grafici sulle rilevazioni fatte 1) Hai ricevuto dei regali per Natale? La crisi economica che stiamo vivendo ha condizionato certamente la spesa di Babbo Natale nell accontentare le richieste dei ragazzi. Molti genitori, tuttavia, pur facendo dei sacrifi ci, hanno voluto garantire ai propri fi gli un loro pensiero... di Giorgia Macioce Che sarà mai se quest anno non abbiamo avuto i regali che avevamo chiesto! Forse dovremmo cominciare a accontentarci di quello che ci regalano i nostri genitori e apprezzarlo di più, sapendo che in questo periodo si fanno tanti sacrifici. Forse, questo Natale ci è servito a capire i veri valori di questa festività: non guardare solo il regalo e il suo valore, ma anche il suo significato. Capire che ciò che conta è che i nostri parenti abbiano pensato a noi nonostante questa crisi e che si può stare insieme senza bisogno di un regalo. Nonostante tutto, i nostri genitori hanno cercato di accontentarci, facendoci dei regali in base alle possibilità del momento. Purtroppo, oltre i ragazzi che hanno capito il momento di difficoltà che il nostro Paese sta passando, c è anche chi ha avuto il coraggio di lamentarsi per non aver ricevuto ciò che desiderava. E sebbene il 76% di noi ragazzi abbia ricevuto comunque dei regali, dal nostro sondaggio risulta che gli insoddisfatti sono il 10%. Da questo nostro sondaggio emerge, però, che i regali tecnologici (38%), superano quelli culturali (8%). Ecco perché ci domandiamo tutti: Se c è così tanta crisi, invece di regalare un iphone non si regala qualcosa di meno costoso ma ugualmente utile? Probabilmente, molti di noi non apprezzano così facilmente le cose proprio perché sono sempre stati abituati a ricevere molto. E di questi tempi, si resta delusi se la mattina del 25 Dicembre invece dei soliti regali, si trova qualcosa di diverso. 2) Se si, di quale genere? 3) Hai avuto in regalo ciò che ti aspettavi? 12

13 la domanda Pensi che la crisi possa aver condizionato i tuoi genitori nella scelta del regalo? Se si, in che modo? Si, perché ho contribuito nelle spese dei regali. Gabriele Aiana. LE RISPOSTE DEGLI ALUNNI Si, perché quando ero piccolo mi riempivano sempre di regali ma adesso mi devo accontentare di una semplice cosa. Giorgia Cherchi. Si, in qualche modo la crisi ha condizionato la scelta del regalo anche se io mi aspettavo un Natale molto più magro ma dopotutto non è stato un brutto Natale. Samuele Pinna. Non penso che la crisi abbia condizionato i miei genitori nella scelta del regalo, infatti, ho ricevuto quello che volevo. Lorenzo Sanna. Ai miei genitori non ho chiesto niente pensando al momento di crisi, però, loro mi hanno sorpreso con dei bellissimi regali. Lorenzo Demontis. Possiamo dire che la crisi ha infl uenzato la vita di tutti. Io penso che i miei genitori abbiano fatto un piccolo sacrifi cio regalandomi quello che volevo. Questo regalo mi sarà utile in futuro per la mia passione e la professione che vorrei fare: La fotografi a. Michele Moretto. No, nella mia famiglia di solito i regali di Natale sono piccoli. Per noi non importa il dono ma basta il significato che gli dà il destinatario. A Natale in molti sanno che un camino acceso dei biscotti sul tavolo e tante facce sorridenti è per tutti il regalo più bello. Giacomo Costanzi. Pur avendo ricevuto il regalo che volevo non sono contenta perché penso sempre ai bambini poveri che non possono ricevere un regalo. Secondo me dobbiamo fare un sacrifi cio e rinunciare ai regali per dare qualcosa ai bambini più poveri che non hanno neppure una casa dove vivere. Lorena Peptine. Si, e secondo me anche molto è perchè con la crisi ci si deve accontentare. I miei genitori devono pagare il vaccino del cane che costa un sacco di soldi e quindi mi sono accontentato lo stesso. Gianni Orecchioni. Secondo me no. A Natale bisogna fare un regalo con un prezzo basso. Non c è bisogno di spendere tanto non avevo chiesto nulla ma i miei genitori me lo hanno fatto lo stesso. Araceli Lupo. No, non nel mio caso visto che a me piace molto leggere e non desidero avere i giochi elettronici. Un buon libro è per me il regalo migliore. Riccardo Muzzu. Beh, da una parte si, non mi potevo aspettare chissà cosa però hanno fatto di tutto per accontentarmi pur non essendoci tanto soldi. Lorenzo Cito. Penso di si, perché si cerca sempre di comprare cose utili spendendo poco, accontentando tutti quanti. Non dimentichiamo che il Natale non signifi ca solo regali ma anche una giornata dove si sta insieme e ci si diverte. Antonio Dettori. No, non li ha condizionati ma per il regalo ho fatto anche io un po di sacrifi ci. Marco Fadda. No, perché il regalo che mi hanno fatto era perfetto e mi è piaciuto tantissimo. Alice Spada. Li ha condizionati molto poco perché io non ho chiesto molto. Sara Spano. Si, perché con tutte le cose che devono pagare non si riesce a comprare tutto quello che vuoi. Mattia Matta. Io penso che in questo periodo siamo tutti un po in crisi ma credo che i nostri genitori abbiano fatto un piccolo sforzo per accontentarci rinunciando loro a qualcosa che avrebbero desiderato comprarsi. Federico Careddu. 13

14 tradizioni San Pantaleo: le fi abe galluresi Un tuffo nel passato di Bianca Curreli Il modo di pensare, di operare e, soprattutto, le fiabe e i racconti popolari differenziano le caratteristiche di ciascun popolo, nazione e casta sociale. Il progresso, la moderna civiltà e la globalizzazione, che positivamente affratellano i popoli, negativamente tendono a far sparire anche se lentamente, gli usi e i costumi, le credenze e le superstizioni, le leggende e le fiabe. La nostra Gallura ha una lunga tradizione di racconti e fiabe come il resto della Sardegna ma vista la sua diversità dal resto dell isola, dovuta all origine corsa, le fiabe hanno caratteristiche specifiche ben definite. Anche il modo di vivere organizzato in stazzi dei pastori e dei contadini abituati a vivere in solitudine per la maggior parte del tempo, ha influito sulla nascita e sulla modifica di numerose fiabe che venivano, poi, raccontate nelle occasioni in cui ci si ritrovava insieme. Erano queste le nozze, il Natale, le feste campestri, la vendemmia, l uccisione del maiale, la trebbiatura la tosatura delle pecore o anche semplicemente il riunirsi attorno al focolare nelle lunghe serate invernali dagli anziani ai bambini. La vita isolata e dura dei pastori e contadini galluresi faceva si che per sopravvivere, la gente avesse bisogno di racconti soprannaturali che rendevano vere le credenze di una possibile vita nascosta e misteriosa dopo la morte. Nella tradizione gallurese c erano e ci sono ancora tuttora, scongiuri per togliere il malocchio, formule magiche per proteggere la casa, le greggi. Fra queste, la più importante era quella delle dodici parole che, secondo la tradizione, era stata tramandata direttamente da Gesù Cristo a una donna di grande fede. Molto spesso negli stazzi venivano invitati i cantadori, cantanti dialettali che, in cambio di ospitalità, portavano notizie e 14 La storia del piccolo borgo gallurese che, una volta divenuto frazione di Olbia, ha mantenuto intatte tutte le sue tradizioni dell Alta Gallura diffondevano fiabe e leggende note come i conti di fuchili (i racconti del focolare). Erano racconti di fatti del passato in veste fiabesca e modificati dai cantori stessi che parlavano di storie di leggendari banditi, amori romantici e genitori che si opponevano alle nozze; ma i più interessanti erano le fiabe che facevano paura e parlavano di delitti, di paurosi incontri notturni con spiriti maligni che uscivano di notte per disturbare gli abitanti degli stazzi. I personaggi macabri che popolavano questi racconti erano ad esempio, la processione di anime penitenti (Reula) che a mezzanotte lasciavano le loro tombe con indosso una lunga camicia bianca e vagavano per i paesi e le campagne, spaventando le persone che incontravano. Questi mal capitati ricevevano così tante botte che per mettersi in salvo, dovevano inginocchiarsi sul bordo della strada, farsi il segno della croce e recitare le dodici parole. Spesso queste anime cantavano e ballavano nelle chiese e nelle strade e chi capitava in mezzo a loro poteva anche morire. Un altro personaggio spettrale era la fuglietta (folletto femmina) con sembianze femminili dalla vita in su e di capra nel resto del corpo, che era solita rapire i bambini. Nei racconti si ritrova spesso anche un folletto dispettoso come quello della fiaba Il pundaccio dalle sette berrette che opprime con il suo peso il petto dei dormienti e che è il custode di un tesoro. La favola narra che un uomo accortosi di avere il pundaccio sul petto riesce a rubargli uno dei suoi berretti e a nasconderlo in un pentola fuligginosa impossessandosi del tesoro. Altri personaggi delle fiabe e favole sarde e soprattutto galluresi, sono il diavolo e la morte ma non mancano racconti molto interessanti che spiegano l origine della nostra isola, di un monte, di sorgenti o pietre come la bellissima ossidiana. Tornado alla Gallura i racconti umoristici e divertenti ricoprono un posto importante come le storie sugli sciocchi e sui furbi e sulla fedeltà coniugale. In conclusione, si può dire che come in tutto il resto del mondo, molte nostre fiabe sono simili ad altre che si incontrano in tutt Europa, esse servivano e servono ancora ad aiutare i bambini e gli adulti a sfuggire, a volte, dalla realtà che può sembrare dura e difficile.

15 itinerari Arzachena: alla scoperta del nostro territorio Il Centro storico di Tommaso Gemelli, Rossella Roggero, Andreea Petrache, Gloria Carletti Arzachena è una cittadina di circa abitanti situata in Gallura, una zona del nord Sardegna. La sua origine risale al 1716, anno in cui sono datati alcuni documenti ritrovati nei suoi archivi storici. Le prime costruzioni abitative risalgono a quel periodo e tutte edificate intorno alla chiesa di Santa Maria. I primi insediamenti, però, sono molto più vecchi e risalenti al periodo Nuragico. I ritrovamenti archeologici intorno al suo territorio garantiscono la presenza dell uomo fin da quel periodo. Ci sono, infatti, nuraghi, tombe dei giganti, necropoli, tempietti e un infinità di reperti storici esposti nei vari musei della Sardegna. Il nostro percorso è dedicato alla scoperta del Centro Storico cittadino dove la tipologia delle costruzioni si sposta dal tipico Stazzo gallurese, costruzione popolare edificata su un solo piano, al Palazzotto Gallurese, costruito, invece, su due piani e ad appannaggio dei soli benestanti. Le strade del Corso Garibaldi e di buona parte di quelle circostanti sono in lastroni di granito, pietra tipica gallurese della quale questa zona ha in abbondanza. Lasciata via Ruzittu ci incamminiamo verso Piazza Risorgimento, vero punto d incontro dei cittadini arzachenesi e dove ogni mercoledì c è il mercatino locale, per proseguire verso il primo piccolo tafone all interno del paese dove vi è riposta una statua di San Giacomo. Poco più avanti ci imbattiamo nel monumento naturalistico più conosciuto, il Fungo. Un espressione storiconaturale che si trova nel centro abitato di Arzachena, chiamata da tutti Lu monti Incappiddatu. Viene così definito per la sua forma di cappello appoggiato su una roccia granitica sottostante. Di notevole interesse naturalistico è la zona di Contra di Picia anch essa composta da roccia granitica modellata dal vento e dalla pioggia. Situata al nord di Arzachena, nel Rione San Tommaso, la località è circondata dalla tipica vegetazione mediterranea con piante di Erica, Cristo, Olivastro, Mirto, Felce e Corbezzolo. Lasciati questi bellissimi luoghi scendiamo giù verso il piazzale della chiesa di Santa Lucia, una delle chiese che si trovano nel Centro Storico di Arzachena. Essa dispone di un entrata molto particolare composta da gradoni di granito; la sua suggestiva gradinata richiama l antico stile Romano Aracoeli. Lasciata la gradinata ci imbattiamo in Corso Garibaldi, luogo ideale per la passeggiata e lo shopping cittadino. Sono ancora presenti alcuni negozi tipici, come la pasticceria, il panificio, il fruttivendolo, il barbiere, il negozio di abbigliamento e il trova tutto. Poco prima della piazza troviamo sulla destra il Vecchio Tempio, una bellissima chiesa risalente al 1.700, con un bellissimo campanile dal quale vengono scandite le ore della giornata. La costruzione è fatta in blocchi di granito mentre al suo interno si trovano alcune raffigurazione su legno e il tetto completamente in travi e listoni di legno di ginepro e castagno. Sempre nella stessa piazza troviamo la vecchia Casa Parrocchiale, la residenza del Sindaco, il Palazzo Comunale e la chiesa di San Pietro, rimasta per lungo tempo sconsacrata e oggi riabilitata al culto. La sua costruzione risale al XVIII secolo e al suo interno sono presenti affreschi e raffigurazioni di diversi santi. Lo stesso Palazzo Comunale e la Residenza del sindaco appartengono, invece, al periodo Fascista. La nostra escursione nel Centro Storico finisce qui. Vi rimandiamo al prossimo numero nel quale vi presenteremo un altra bellissima parte del territorio arzachenese. 15

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