Gli anni 80. Dott.ssa Chiara Mazzocchi Corso PSR Università degli studi Milano-Bicocca

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1 Gli anni 80 Dott.ssa Chiara Mazzocchi Corso PSR Università degli studi Milano-Bicocca

2 Strumenti legislativi UE Regolamento: obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile a ciascuno degli stati membri Decisione: obbligatoria in tutti i suoi elementi ma solo per i destinatari da essa designati Direttiva: vincola al risultato da raggiungere gli stati membri che possono ottenerlo però scegliendo i mezzi e la forma Raccomandazioni e pareri: non sono vincolanti hanno carattere di orientamento

3 1972: le direttive socio-strutturali e la politica strutturale per il settore agricolo 159/72 Piano di sviluppo aziendale 160/72 161/72 1) ristrutturazione dell azienda attraverso gli investimenti; 2) finanziamento della cessazione della attività (sul modello del prepensionamento industriale) 3) finanziamento della formazione professionale e l informazione socioeconomica.

4 Accanto a queste vengono introdotte: la direttiva 268/75 per le zone svantaggiate il regolamento 355/77 per la trasforme commdei prodotti agricoli il regolamento 1380/78 sulle associazioni dei produttori

5 Gli strumenti finanziari della PAC Lo strumento finanziario creato dalla PAC per il sostegno agli agricoltori è il Fondo europeo agricolo d'orientamento e di garanzia (FEAOG). Il FEAOG è stato istituito nel 1962 e suddiviso nel 1964 in due sezioni: la sezione "orientamento", che fa parte dei Fondi strutturali e che contribuisce alle riforme agricole strutturali e allo sviluppo delle zone rurali (ad esempio, tramite investimenti nelle nuove attrezzature e tecnologie);finanziamento interventi sulle strutture, migliorare efficienza produttiva, diminuire i costi di produzione la sezione "garanzia", che finanzia le spese inerenti l'organizzazione comune dei mercati (ad esempio, tramite l'acquisto o lo stoccaggio delle eccedenze e la promozione delle esportazioni dei prodotti agricoli). Finanziamento interventi sui mercati agricoli, sostegno ai prezzi agricoli per garantire redditi soddisfacenti agli agricoltori.

6 Due riforme importanti: 1992: riforma Mc Sharry, la prima vera riforma della PAC 1988: Prima riforma dei Fondi Strutturali, a cui seguirà la Seconda (1993). entrambe le riforme producono un mutamento di rotta nel percorso della modernizzazione tradizionale vista finora (modello settoriale)

7 Nel fissare i prezzi la Commissione tenne conto del giusto principio che, tra i prezzi delle produzioni alternative, dovesse sussistere un ponderato rapporto per mantenere costanti gli indirizzi produttivi e i rapporti di convenienza tra le varie colture. Il Consiglio, dopo una laboriosa trattativa di carattere politico e tecnico, optò per un riallineamento dei prezzi al livello più elevato

8 sostenibilità PAC Le spese della sezione garanzia, che nel 1964 erano di 77 milioni di uc, nel 1969 superavano i 2000 milioni di uc, milioni di ucnel : la Commissione presentò una comunicazione in seguito alla quale i Capi di Stato e di Governo adottarono misure concrete: riducendo l aumento del prezzo indicativo e del prezzo d intervento se la produzione superava un volume globale; limitando gli aiuti pagati nell ambito della organizzazione di mercato; prevedendo la partecipazione dei produttori, mediante prelievi, alle spese di smaltimento della produzione eccedente; istituendo quote sul piano nazionale o a livello dell impresa.

9 politiche di sostegno-politiche strutturali Nel 1988 la Commissione presentò un pacchetto di misure in base alle quali il Consiglio pervenne ad importanti decisioni: l obiettivo finale era però promuovere una migliore articolazione tra le misure di sostegno generalizzato dei mercati e dei prezzi e le misure di carattere strutturale o di sostegno dei redditi, destinate alle aziende economicamente più deboli.

10 Riforma dei fondi strutturali Verso la metà degli anni Ottanta, dalla loro originaria versione di politiche rivolte esclusivamente alle imprese, si inseriscono nel contesto più ampio della strategia complessiva di sviluppo delle aree rurali. Reg. 797/85 ristrutturazione aziendale non più attuata solo con l aumento delle superfici ma: -riduzione dei costi -miglioramento qualità dei prodotti -diversificazione delle attività

11 Reg. 797/85 L azione è di vasta portata e si fonda su: un regime d aiuto agli investimenti nelle aziende agricole; misure a favore dell introduzione della tenuta della contabilità, nonché della costituzione di associazioni destinate a for-nire servizi alle aziende; misure a favore dell agricoltura esercitata in zone svantaggiate e di montagna; misure forestali a favore delle aziende agricole; formazione professionale. attuare le misure strutturali in sintonia con la situazione dei mercati agricoli europei ponendo l accento sulla necessità di favorire quegli investimenti che aumentano la produttività senza però stimolare l incremento della produzione e la formazione di ulteriori eccedenze

12 Reg. 797/85 Il regime di aiuti è a favore di quegli imprenditori agricoli che: svolgono l attività agricola a titolo principale; posseggono una sufficiente capacità professionale; presentano un piano aziendale che, attraverso la descrizione della situazione iniziale, la previsione in base ad un bilancio preventivo della probabile situazione a piano ultimato e tramite l indicazione delle misure e degli investimenti previsti, dimostri un miglioramento della situazione aziendale tale da portare il reddito da lavoro per unità di lavoro umano (ULU) ad un livello non inferiore al reddito di riferimento (individuato dagli Stati membri nel salario medio percepito dai lavoratori non agricoli della regione ove è situata l azienda).

13 Il Reg. 797 è accompagnato seconda metà degli anni 80 dal Reg. 1760/87, che concerne l adeguamento dell agricoltura alla nuova situazione dei mercati: modifiche in relazione al sostegno all agricoltura in alcune zone svantaggiate, per il mantenimento degli equilibri sociali e per la tutela dell ambiente e del paesaggio agrario MA ANCHE estensivazione prod. eccedentarie e riconversione prod. agricole

14 Riforma dei fondi strutturali Reg. 2088/85 Programmi Integrati Mediterranei Reg. 2052/88 1^ Riforma FS Reg. 2085/93 2^ Riforma FS -riguardano la riforma del FEOGA-Orientamento -riguardano la riforma delle strutture -la 2^riforma contiene vincoli alla produzione ancora più stringenti della 1^ Segue alla 2^ riforma una Decisione della CE che introduce il meccanismo del bilanciamento regionale

15 1^Riforma dei fondi strutturali Attuata da 5 regolamenti di cui il 2052/88 è quello quadro Principi fondamentali: Concentrazione geografica degli interventi Partnership (compartecipazione) Programmazione pluriennale degli interventi Addizionalità.

16 Obiettivi prioritari FS obiettivo 1: sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo; obiettivo 2: riconversione delle regioni o parti di regioni gravemente colpite dal declino industriale; obiettivo 3: lotta contro la disoccupazione di lunga durata (più di 12 mesi); obiettivo 4: inserimento professionale dei giovani (con meno di 25 anni); obiettivo 5a: accelerazione dell adattamento delle strutture agricole; obiettivo 5b: sviluppo delle zone rurali.

17 1^Riforma dei fondi strutturali: principi A) Concentrazione geografica degli interventi: alcuni obiettivi sono territorialmente individuati mentre altri danno luogo ad interventi sull intero territorio comunitario. Gli obiettivi 1, 2 e 5b sono concentrati in quanto si riferiscono ad aree territoriali individuate in base a determinati parametri, mentre gli obiettivi 3, 4 e 5a danno luogo ad interventi su tutto il territorio comunitario. B) Partnership: implica una stretta concertazione tra la Commissione e tutte le competenti autorità nazionali, regionali o locali. C) Programmazione: il periodo di programmazione secondo il regolamento è fissato in cinque anni (1988/1993) tranne che per l obiettivo 2 la cui durata è di tre anni. D) Addizionalità: è istituito dalla riforma per evitare che le risorse dei Fondi strutturali comunitari vengano semplicemente a sostituirsi agli aiuti nazionali. I Fondi sono complementari a quelli stanziati dagli Stati nazionali.

18 PIM: Reg 2088/85 Motivazioni: perché il Mediterraneo? Il sostegno dei prezzi e dei mercati non è stato uniforme ha privilegiato in modo particolare i prodotti delle colture continentali Cereali e seminativi Latte, carne bovina e suina al contrario, le colture mediterranee, pur rappresentando il 25% della produzione agricola dell Ue, ricevono solo il 12% del totale della spesa Questa caratteristica che è rimasta una costante della Pacha provocato disparità a vantaggio delle regionie delle aziendemaggiormente interessate alle produzioni continentali

19 PIM: Reg 2088/85 Caratteristiche fondamentali -programmi non progetti (max 7 anni) -approccio intersettoriale -coinvolgimento di tutti i FS -dialogo tra Comunità europea e comunità locali Difficoltà: complessità iter burocratico, scarsi mezzi Novità: metodo; politica strutturale con un approccio integrato e di tipo territoriale

20 La modernizzazione vincolata La strategia riguarda anche le strutture vere e proprie, grazie alla 1^ rif. fondi strutt. (Reg. 2052/88) Il regolamento prevede rilevanti vincoli e/o restrizioni agli investimenti anche in campo agro-industriale Orientamenti agli stati membri: evitare l ampliamento della capacità produttiva Comparti: carne bovina e suina, lattiero caseario, zucchero, vino

21 Riforma dei fondi strutturali Reg. 2052/88 Reg. 2085/93 -riguardano la riforma del FEOGA-Orientamento -riguardano la riforma delle strutture -la 2^riforma contiene vincoli alla produzione ancora più stringenti della 1^ Segue alla 2^ riforma una Decisione della CE che introduce il meccanismo del bilanciamento regionale

22 Novità della riforma dei FS -politica strutturale ha trovato un effettivo aggancio con le politiche dei prezzi e dei mercati -programmazione pluriennale degli interventi (5 anni) -dialogo continuo tra CE, stato, regioni -cambia la strategia di sviluppo: non più modernizzazione spinta nella direzione di parità intersettoriale dei redditi né del binomio aumento di scala/intensificazione produttiva

23 Lo sviluppo integrato Il futuro del mondo rurale, 1988, documento della Commissione Europea Raccoglie sinteticamente tutti gli elementi della nuova impostazione delle politiche comunitarie. Parte da un analisi dei mutamenti del mondo rurale in CE: -ristrutturazione settore agricolo -forte diversificazione economica dell agricoltura -inversione di tendenza all abbandono delle aree rurali (contro esodo) -movimenti interregionali verso i piccoli centri urbani

24 Previsioni 1) a livello agricolo le prospettive di espansione dell agricoltura convenzionale sono alquanto limitate, mentre è prevedibile che la ristrutturazione del settore agricolo continui; 2) a livello economico generale è prevedibile che investimenti esogeninelle regioni rurali, soprattutto sottoforma di impianto di unità di produzione, divengano più rari e selettivi. La diversificazione delle economie rurali dovrà dunque basarsi più che in passato sulla valorizzazione del potenziale di sviluppo endogeno e, in tale contesto, sullo sviluppo di piccole e medie imprese 3) nello spazio rurale è quindi prevedibile che le attività secondarie e terziarie si svilupperanno con una maggiore tendenza a raggrupparsi in sottopoli di sviluppo costituiti dalle piccole città e dai centri regionali (intermedi):

25 Il futuro del mondo rurale Il documento propone la definizione di soluzioni differenziate a seconda della tipologia di aree rurali, che individua in: 1) aree a forte pressione antropica ed economica ob: tutela ambiente, tutela suoli 2) aree a forte declino rurale ob: creazione di posti di lavoro fuori agricolt., sviluppo agric. 3) aree marginalizzate e di difficile accesso (periferiche) ob: sviluppo territoriale

26 L idea di territorio ne Il Futuro del mondo rurale Quello che emerge è l idea che più che una politica strutturale agricola con connotati nuovi (la modernizzazione vincolata) sia necessario una vera e propria politica di sviluppo rurale integrato modello territoriale Attualmente non esistono a livello comunitario vere e proprie politiche di sviluppo delle zone rurali. Va detto che gli interventi della Comunità nel mondo rurale sono stati finora isolati: in parte si è trattato di misure che potevano avere un impatto sullo sviluppo ma che nella maggior parte dei casi non perseguivano in modo sistematico questo obiettivo

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