Il latte dei disonesti Una naturalista a passeggio In difesa di CO 2 Museo dell acqua diffuso sul Carso Siamo quello che mangiamo

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1 Il mensile del vivere naturale Il latte dei disonesti Una naturalista a passeggio In difesa di CO 2 Museo dell acqua diffuso sul Carso Siamo quello che mangiamo distribuzione gratuita N.198 LUGLIO-AGOSTO 2014

2 !"#$%&$'()#$'*+,-)'./'+0#1$#)'+'-.&-)$*+2"*$)#+ In corso Saba 16 la salute e il benessere attraverso le antiche arti e tradizioni erboristiche si fondono con le arti figurative, con la poesia e con la musica. Oltre ai consigli personalizzati per ogni esigenza, nella nuova sede di Antichi segreti potete trovare un vasto assortimento di piante medicinali e di tisane personalizzate, composte secondo principi di una tradizione consolidata. Da sempre impegnata nella trasmissione della conoscenza erboristica attraverso corsi e conferenze, nella nuova sede di corso Saba, Raffaela realizza il suo sogno: la fusione tra un mondo affascinante, suggestivo e misterioso, ricco di segreti qual è il mondo dell'erboristeria e la diffusione di un patrimonio artistico culturale. Negli aperitivi in musica il profumo del tè si compone in note musicali; il profumo delle spezie accompagna lo sguardo che può posarsi sui quadri degli artisti che espongono gratuitamente le loro opere. Il profumo dell'arte si posa sulle nostre anime. La condivisione della poesia abbraccia la mente donando benessere all'anima e al corpo. Il dono dell'accoglienza e della gentilezza vi accompagnerà passo dopo passo in questo viaggio meraviglioso che l'erboristeria Antichi Segreti è in grado di offrire. La collaborazione con gli artisti è totale.

3 Da venticinque anni questo giornale è realizzato da un gruppo di esseri umani non infallibili, che cercano di scoprire cosa è successo nel mondo, spesso interrogando altre persone che a volte sono riluttanti a parlare, a volte oppongono un deciso ostruzionismo e in altre occasioni parlano troppo. I costi di KONRAD sono interamente ricoperti dagli annunci e dalle inserzioni esplicitamente pubblicitarie. Ma la sua uscita sarebbe impossibile se tutta la redazione, direttore compreso, non collaborasse gratuitamente. Sommario 4 Il latte dei disonesti 4 Il mais OGM non è una soluzione! 5 Up patriots to arms 6 In ricordo di Andrey Mironov 7 La controproposta del fare bene 8 In difesa Di Co 2 9 Una naturalista a passeggio 10 Arte: Rosignano, lo sguardo su Trieste 10 A Gorizia una mostra sugli animali protagonisti della Grande Guerra 11 Museo dell acqua diffuso sul Carso 12 Libri: Il silenzio mm: La sposa 13 Musica dell avvenire 14 Amori, morte e miniere nella valle dei Mòcheni Il Konrad dei piccoli 20 L Italia che piange se stessa 21 Tradizione orale carsolina (1) 22 Alimentazione: siamo quello che mangiamo? 22 Pillole di cucina naturale 23 Il filo di paglia: Io mangio come voi 24 Cinema: Viaggi su treni pericolosi: dalla Siberia alla fine del mondo 25 Teatri di confine: Il Festival Europeo di teatro giovane a Trieste 26 Fisioterapia Ortopedica 27 Senza guinzaglio: I meccanismi di apprendimento 29 Gli appuntamenti di luglio e agosto è on line il nuovo sito di Konrad! ambiente, società, cultura, diritti, arte, cinema, benessere, cibi e vini critici, ricette veggie/golose e l amatissimo konrad dei piccoli naviga su commenta gli articoli, inviaci i tuoi contributi scritti o disegnati e le tue ricette sei anche tu! Ti aspettiamo in rete! KONRAD 198 luglio-agosto 2014 Konrad Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall Associazione Konrad via Corti 2a Trieste konrad@konradnews.org Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste Direttore editoriale: Roberto Valerio Direttore responsabile: Dario Predonzan Pubblicità: cell pubblicita@konradnews.org Hanno collaborato: Beatrice Achille, Sonia Sudic Bauzon, Maria Grazia Beinat, Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Vanna Coslovich, Stefano Crisafulli, Stefano De Franceschi, Giorgio Dendi, Giovanna de Marzano, Sergio Franco, Francesco Gizdic, Simonetta Lorigliola, Simonetta Marenzi, Annalisa Metus, Eleonora Molea, Luisella Pacco, Laura Paris, Lisa Peratoner, Claudio Pettirosso, Claudio Petracco, Valentina Pieri, Giuliano Prandini, Riccardo Ravalli, Riccardo Redivo, Fabiana Salvador, Lino Santoro, Marco Segina, Gianni Ursini, Francesca Versienti, Barbara Žetko Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste-Bologna edizionierratacorrige@gmail.com In copertina: Illustrazione di Giuliano Comelli Stampa: La Tipografica srl Campoformido (UD) Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell editore. È vietata la riproduzione e l utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell Editore. Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l invio del giornale. Ai sensi dell art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione. 3 KONRAD MAGGIO 2014

4 4 IL LATTE DEI DISONESTI Un nuovo scandalo aflatossine in Friuli Il sistema è tipicamente all italiana, una delle tante sfumature di quell ingegno del riciclaggio che da sempre consente, ovunque nel Belpaese e non solo nel sud Italia, ai più furbi e ai più disonesti di piazzare sul mercato prodotti contraffatti, nocivi alla salute e all ambiente o frutto di attività illecite, semplicemente mescolandoli o confondendoli con altri perfettamente a norma di legge. Questa volta ad essere ripulite, evidentemente non abbastanza, sono state ingenti partite di latte contaminato da aflatossine M1 fino a cinque volte superiori ai limiti consentiti che, invece di essere distrutte come prevede la normativa, sono state miscelate insieme ad altro latte e poi commercializzate. Questa almeno è l ipotesi degli inquirenti che indagano sul caso Latterie Friulane, il consorzio di Campoformido che produce latte per diversi marchi tra cui Carnia, Coop Ca, Bianca bontà, Cadoro, Crai, Carso, Lessinia e Soligo, al centro della seconda inchiesta che ha investito la zootecnia friulana nel giro di un anno dopo quello della Cospalat, finito alla ribalta delle cronache nel giugno A finire agli arresti domiciliari un anno fa il presidente di Cospalat Renato Zampa andò invece in carcere è stato il responsabile dell approvvigionamento del latte di Latterie Friulane, Rino Della Bianca, mentre altre 13 persone, sempre con l accusa di adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari, sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura di Udine: i vertici del consorzio di Campoformido e i vari responsabili della gestione del latte, alcuni addetti al laboratorio, allevatori e un autotrasportatore. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nas, ognuno degli indagati avrebbe avuto un ruolo nell elusione dei risultati delle analisi di laboratorio che, in decine di casi, avevano evidenziato la contaminazione da aflatossine e che non sono state comunicate, come prevede la legge, all Azienda sanitaria, e ancor peggio, nell immissione del latte tossico sul mercato dopo averlo miscelato, nei silos o direttamente nelle autocisterne, con partite di latte sano. Quasi identico il caso Cospalat di un anno fa: anche qui il vertice del consorzio avrebbe, anche grazie alla complicità dei laboratori di analisi, sistematicamente insabbiato i risultati scomodi indicanti percentuali di aflatossine fuori norma e in un caso anche di antibiotici, e inviato il latte contraffatto a caseifici compiacenti. «Sembra quasi si abbia a che fare con un sistema difficile da disarticolare ha osservato il comandante dei Nas che ha condotto l operazione Latterie Friulane pensavamo che l attività dell anno scorso riguardante un altro noto consorzio avesse lanciato un segnale importante. E invece si è continuato ad agire con pervicacia e incuranza. Nella loro inquietante somiglianza, le due inchieste d altronde fanno emergere che, al di là dell atteggiamento criminale di alcuni che rischia di danneggiare i tanti produttori onesti, il comparto zootecnico presenta alcune falle evidenti a cui è necessario porre rimedio. Innanzitutto il sistema dei controlli e l affidabilità di chi è ad essi deputato (i laboratori esterni pagati dalle aziende). In secondo luogo, ed anche più importante, il problema dell origine e della presenza, evidentemente diffusa, delle aflatossine nel latte vaccino le quali, com è noto, sono micro funghi che attaccano le piante di mais e vengono poi metabolizzati dalle vacche alimentate con il cereale contaminato. All origine di tutto, insomma, c è quella politica di agricoltura intensiva basata sulla monocoltura del mais, che ormai da decenni imperversa nelle nostre campagne. Un problema evidenziato, proprio in occasione del caso Cospalat, da Aiab e WWF che hanno puntato il dito contro l agricoltura di rapina che risponde a logiche commerciali di corto periodo per le quali si coltiva la stessa specie per decenni sulla stessa superficie, favorendo l insediamento di specie fungine, e si utilizzano concimi e varietà idonee ad accrescere la quantità ma a scapito della qualità, con conseguenze gravissime come quelle a cui stiamo assistendo. Le soluzioni, secondo le associazioni, ci sono: rotazione delle colture, diversificazione delle specie coltivate, riduzione della concimazione azotata, scelta varietale, aumento delle produzioni foraggere a scapito dei cereali e modernizzazione dei sistemi di raccolta e stoccaggio dei cereali. Di qui la richiesta alle istituzioni affinché introducano norme più stringenti per favorire le rotazioni e soprattutto non cedano alle richieste, da parte dei grandi proprietari terrieri, di innalzare i limiti di contaminazione, che andrebbero contro l interesse della collettività. Lisa Peratoner Chi afferma che gli Ogm risolverebbero il problema della aflatossine nel latte è ignorante o in malafede: è questo il senso dell intervento congiunto di Legambiente, WWF, Aiab e Isde in risposta alle affermazioni di chi ha approfittato del caso Latterie Friulane per rilanciare la bontà del mais geneticamente modificato. Gli OGM ribattono le associazioni non solo non sono una garanzia per la salute e per l ambiente, ma neppure salverebbero IL MAIS OGM NON È UNA SOLUZIONE! il mais dalla piralide e dalle micotossine, poiché queste possono insediarsi nelle piante e nei semi in ogni momento del ciclo produttivo; infatti, ogni minima ferita dei tessuti vegetali è un punto di ingresso di questi micro funghi, e fratture, ferite o lacerazioni si possono produrre per grandine, durante il raccolto, il trasporto, lo stoccaggio ( ) La soluzione al problema c è ed è vecchia quanto il mondo insistono gli ambientalisti semplice quanto ben nota agli agricoltori e si chiama rotazione delle colture : alternare la coltura di mais con

5 UP PATRIOTS TO ARMS La politica economica contemporanea mi butta giù All inizio del mese di giugno la Commissione Europea ha pubblicato le periodiche raccomandazioni in termini di politica economica per i 28 stati membri. La Commissione nel suo linguaggio aderenziale (suggerimento: andare a rivedere In Nome del Popolo Italiano di Dino Risi) usa il bastone e la carota con i vari paesi, nessuno escluso. L Italia, che è uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo nel 2013, si trova in una sorta di limbo come paese con elevati squilibri macroeconomici, in compagnia di Croazia e Slovenia. Come dire che non siamo in zona retrocessione, ma pericolosamente vicini. Il documento si snoda in otto punti, di cui il più importante è quello che riguarda il raggiungimento del pareggio di bilancio. La UE sottolinea infatti come ci sia una differenza tra quanto messo in campo dall Italia rispetto ai requisiti del patto di stabilità e crescita. Si rileva come sarebbe necessario un intervento pari allo 0.7% del Pil, mentre le misure adottate dall Italia arrivano allo 0.1%. L obiettivo è il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio: ma che significa? Il pareggio strutturale si consegue con l equivalenza tra entrate ed uscite nel bilancio dello Stato, senza considerare le spese classificate come non ricorrenti. Dunque non si tratta di azzerare il deficit pubblico in ogni singolo anno, ma di far sì che questo oscilli attorno allo zero, nell arco del ciclo economico. Questo implica che l Italia dovrebbe avere stabilmente un avanzo primario, cioè entrate che superino le uscite, prima di prendere in considerazione la spesa per gli interessi sul debito pubblico. In considerazione dell elevato stock di debito pubblico italiano e della proporzionale elevata spesa per interessi, lo sforzo richiesto è significativo. Meno elevata che nel pieno della crisi, considerando il notevole abbattimento dello spread e la discesa del costo complessivo del debito grazie all efficace potere dissuasivo esercitato da Mario Draghi che, con il suo ormai celeberrimo discorso dell estate 2012, ha messo un enorme cerotto al problema dei debiti sovrani. Lo scarto dalla strada maestra del pareggio strutturale, come lo chiama la UE, è quindi nell ordine di 0.6 punti di Pil pari a circa 9.3 miliardi di euro. Le raccomandazioni per ridurlo fanno perlomeno rimanere perplessi: spostamento del carico fiscale dai fattori produttivi (riduzione della tassazione per lavoratori ed imprese) verso i consumi (aumento dell Iva) e i beni immobili (aumento delle tasse sulla casa). La UE caldeggia anche l abbattimento del debito pubblico, a cui consiglia di destinare le risorse derivanti dalle dismissioni del patrimonio pubblico (0.7 punti di Pil all anno nel quadriennio ). Inoltre raccomandazioni più generiche arrivano circa la lotta all evasione, la riforma della pubblica amministrazione, lo snellimento del mercato del lavoro, l ammodernamento del sistema scolastico. Si può guardare il bicchiere mezzo pieno osservando che non si tratta di bocciatura e che molte delle riforme auspicate sono già in cantiere. Oppure il bicchiere mezzo vuoto, rilevando come 9.3 miliardi di euro, da recuperare entro il 2015, sono tanti e che le soluzioni prospettate ricordano in pieno le classiche ricette di austerity già sperimentate con scarso successo. Di certo questo è un documento interlocutorio, dato che è stato redatto da una Commissione in scadenza. E difatti la bocciatura a ben guardare c è, ma è rimasta confinata nell allegato tecnico che non ha rilevanza, frutto probabilmente del maggior peso politico dell Italia post-risultati elettorali ed alla soglia del semestre di presidenza. La seconda metà dell anno sarà dunque cruciale per capire cosa ci aspetta. La sensazione è che, senza un cambio di passo dettato dagli equilibri che partoriranno la nuova Europa, si prospetti un futuro incerto per l Italia. Quello che servirebbe come la manna dal cielo sarebbe un po di crescita economica, che almeno non disattenda le stime del Governo. Ma per ora di sorprese positive dalla crescita, nemmeno l ombra. El Dievel 5 altri cereali e, possibilmente, con qualche foraggera, in modo che le larve di piralide e diabrotica muoiano semplicemente per fame!. Altro che festa degli Ogm concludono le associazioni la festa, quella vera, bisogna farla a chi sceglie di fare agricoltura secondo natura e a chi è in grado di ripensare a fondo i rischi e i limiti dell agricoltura industriale, asservita alle multinazionali, per servire un Italia che vuol fare del suo cibo e dei suoi prodotti la bandiera di un mercato sano e di qualità. Konrad ha dedicato al problema del mais la copertina del numero 191 (novembre 2013) in cui si può leggere Povero mais, povera terra di Simonetta Lorigliola, consultabile anche su LA VIGNETTA DI COLUCCI

6 6 IN RICORDO DI ANDREY MIRONOV Il noto difensore dei diritti umani, già condannato in regime sovietico e ad oggi perseguitato dai servizi russi, accompagnava il reporter italiano Andrea Rocchelli. Entrambi sono stati uccisi nei pressi di Sloviansk. Non ci sono ancora notizie ufficiali sulle dinamiche dell accaduto (NdR). Avrei voluto raccontartelo Andrey, durante una delle nostre lunghe telefonate in cui parlavamo di storia, letteratura, di Futurismo, dell esodo di Istriani e Dalmati, di Valentin Rasputin e degli scrittori di villaggio russi. Telefonate con i tuoi aggiornamenti sulle violazioni in Russia (il caso Bolotnaya), sulle Pussy Riot, sugli arresti degli ecologisti durante i giochi di Soci. Avrei voluto dirti che a Udine, alle conferenze sull Ucraina presentate da vicino/lontano, mi aveva colpito il resoconto e la pacatezza dell ucraino Oleg Rumjantsev: fattori interni hanno portato a Majdan: la stagnazione economica, la corruzione, l autoritarismo di Andrey Mironov ( ) ex prigioniero politico sovietico, difensore dei diritti umani stato. E tu, che hai lottato da pacifista tutta la vita contro le ingiustizie in Russia, Nagorno Karabakh, Tagikistan, Cecenia, Afghanistan, avresti condiviso l aspirazione a uno stato di diritto europeo. Per l Ucraina l Europa più che una forza cui unirsi rappresenta un simbolo di democrazia cui tendere. E ti avrebbe fatto piacere sentire che gli ucraini hanno dato a questa protesta il nome di rivoluzione della dignità. Sugli ultranazionalisti di Pravyj Sector e Svoboda, Rumjantsev diceva che è solo una piccola parte della protesta, e il voto del 25 maggio lo ha confermato, ma le inquietudini restano. Del tuo connazionale Sergej Startsev l analisi sui rapporti internazionali è stata conclusiva: Obama ha costretto la Russia a occuparsi del suo giardino di casa. Ha creato vicino ai confini della Russia un focolaio di instabilità che rischia di diventare un Medio Oriente europeo per tanti anni... Lo scopo di Obama è stato realizzato in maniera brillante. Ma la soluzione federale appoggiata dai russi lascia dubbiosi: tra qualche anno un referendum, come in Crimea, potrebbe portare le regioni sudorientali a staccarsi da Kiev. Quando ascoltavo Sergio Canciani pensavo a te e alla tua condanna al gulag quando eri stato arrestato anche con l accusa di aver rivelato una notevole diminuzione dell estrazione di petrolio, da cui l economia sovietica dipendeva totalmente. Putin è preso da un fuoco nazionalista, vuole ricostruire la grande Russia che fu. Ha affermato che la più grande tragedia del XX secolo fu il crollo dell Unione Sovietica. È uno che deve andare per forza con l Occidente, per sopravvivere economicamente. La Russia ha bisogno di modernizzazione, tecnologia che costa e che Putin deve importare dall Occidente con l esportazione di quello che ha: idrocarburi. Sono passati trent anni e nulla è cambiato. Gian Paolo Caselli ha riassunto la tragedia ucraina: le classi dirigenti, a qualsiasi partito appartenessero, si sono dimostrate inadeguate, corrotte e hanno impedito la costruzione di uno Stato e di un economia efficienti, in grado di migliorare il tenore di vita dei cittadini. Il fallimento più rilevante è stato la mancata costruzione di uno Stato unitario con una sua identità definita. Il deficit dello Stato è quasi del 9%, la bilancia commerciale è in passivo, la grivna è stata pesantemente svalutata, il reddito medio è sceso a meno del 40% di quello polacco, dal 1991 hanno lasciato il paese otto milioni di cittadini, e resta il pesantissimo debito sugli idrocarburi con la Russia. Di tutto questo avrei voluto parlare con te, Andrey. Quando alla fine dello scorso anno eri venuto a Trieste per una serie di incontri sui diritti umani in Russia, avevamo anche sorriso: Mi hanno arrestato nel 1985, ma per più di un anno mi hanno seguito giorno e notte, c erano sempre tre automobili con quattro persone a bordo. Quanti soldi hanno speso per me! Avrebbero potuto costruirci un asilo... L ufficiale del Kgb era impassibile, hanno tutti gli occhi uguali, senza espressione, proprio come Putin, senso dell umorismo zero... Tornato in libertà dopo quasi due anni, dichiaravi: Sono un turista che ha visitato il gulag. Da alcune settimane Andrey era in Ucraina, accompagnava giornalisti in zone difficili, facilitava i loro contatti. Era un costruttore di pace, la missione della sua vita era far emergere la verità, la sua ossessione far sì che i criminali di guerra venissero assicurati alla giustizia. Nella zona di Sloviansk, Andrey Mironov ha trovato la morte con il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli. Ricorderò la sua integrità, la profonda cultura, l attivismo instancabile, lo stile di vita frugale, l umiltà, la discrezione ma anche il suo senso dell umorismo. Per tutti noi è una perdita incolmabile. Konrad aveva pubblicato un articolo (Gorbaciov Inedito) su Andrey Mironov nel numero di Maggio Giuliano Prandini Donatella Acconciature uomo donna Via Dell Istria 74/b tel Trieste Tagli di s le, moda, colori e soluzioni naturali per i tuoi capelli! Qui trovi prodo a base di oli essenziali e detergen deriva dagli zuccheri (quanto di più naturale esistente oggi in commercio) SENZA deriva dal petrolio, coloran, sls, sles, profumi chimici. Tra amen mira di salute e bellezza, semplici da usare anche a casa. Pashe essenziale è distribuita ai professionis da Lu.AL Tel

7 LA CONTROPROPOSTA DEL FARE BENE Maurizio Pallante, fondatore del Movimento della Decrescita Felice, a Trieste Il 21 maggio la libreria Lovat di Trieste ha ospitato il coordinatore nazionale del Movimento della Decrescita Felice, Maurizio fa riflettere Pallante. Che diventa profetico: Noi viviamo la fine non ha le risorse, oppure chi ha meno soldi ma ha le risorse? ci Pallante, per presentare il suo ultimo libro Monasteri del Terzo dell epoca industriale. Non resta che crollare, oppure superarla Millennio(Lindau, 2013) alla presenza di Jacopo Rothenaisler, con un evoluzione in positivo, che sia culturale più che politica. E presidente del Circolo della Decrescita Felice di Muggia e della sfatiamo una buona volta il mito secondo cui la crescita crea occupazione: è soltanto uno stratagemma per produrre di più con meno Il Movimento di Pallante conta sul territorio nazionale circa un giornalista Tiziana Belloni. migliaio di soci, o meglio belle intelligenze a servizio di un idea etica, suddivisi in 18 circoli, di cui ben l 80% sono sotto i trent anni. L idea etica, come spiega nel libro, si basa sul fatto che sviluppo sostenibile, bioeconomia, green o blue economy non sono modelli nuovi, sono semplicemente dei correttivi per spostare l attenzione ad altri settori merceologici che prevedono in ogni caso la crescita economica e produttiva. Non è una soluzione, Maurizio Pallante che invece risiede nel pensare a un modello diverso, che risponda alle esigenze della popolazione. Ormai è risaputo: lo sviluppo non è compatibile con la biosfera. E nemmeno con la pace, date le continue guerre per il controllo delle risorse. L unica crescita su cui è opportuno investire è quella qualitativa ed è necessario, ha ribadito Pallante, costruire una nuova narrazione del mondo che sia una spinta interiore da attuare con scelte quotidiane. Se il nostro problema è la dismisura, fa notare Jacopo Rothenaisler, bisognerebbe riappropriarsi del senso del limite. La storia ci insegna: volgiamo lo sguardo alla memoria geografica, a come vengono raccontati i contesti. Tomasi di Lampedusa descriveva (La Sirena, 1958) Priolo, tra Siracusa e Catania, come il paesaggio più bello della Sicilia. Questo luogo ora è irriconoscibile. Vi si sono insediate delle industrie tra le più nocive: 20 chilometri di mare non balneabile e alte percentuali di tumori. Dopo che queste fabbriche verranno dismesse, cosa rimarrà a quel territorio? Si proporrà di rilanciare nel turismo, come per Termini Imerese? Suona bizzarro. Bizzarro come il fatto che l industria abbia modellato il nostro immaginario collettivo, tanto da propinarci l idea di progresso per il quale era meglio distruggere la campagna per consentire alle persone di lavorare in fabbrica. È più ricco uno che ha soldi ma persone. Mettiamo sullo stesso piatto TAV e le energie rinnovabili: è meglio dare più posti di lavoro, oppure sistemare 15 mila scuole dal punto di vista energetico (con un risparmio e un guadagno dell intera comunità)? Ma poi, si deve davvero comprare tutto? Una società che mercifica ogni cosa, rischia di perdere le relazioni sociali, che danno davvero la felicità. È un salto culturale importante: la gente pensa che lo scopo della vita sia avere più soldi possibile. Per questo è bene riappropriarsi di antichi valori, come quelli di un monastero: oltre all autosufficienza e alla mutua solidarietà, l ora et labora nel senso di fare come mezzo e contemplazione come fine. È fare bene, non fare sempre di più. Il Movimento ha tante idee e proposte, che sta già applicando. Esiste infatti un agrivillaggio, a Vigo Fertile, in cui 200 persone vivono in perfetta armonia con la natura, attuando buone pratiche, riducendo gli sprechi in autosufficienza (e autofinanziamento) energetica e alimentare nel rispetto della biodiversità. Sia chiaro, non è un contesto chiuso: è a disposizione anche una Scuola della Decrescita, per espandere la conoscenza e la responsabilità sociale. Il giorno seguente, il 22 maggio, si è tenuto a Muggia un incontro pubblico sul tema Strategia Rifiuti Zero. Gli interventi hanno aperto un confronto su un importante questione ambientale, economica, sanitaria e civile, partendo dalla considerazione che quella delle discariche e degli inceneritori è una strada senza uscita e occorre dunque progettare un altra strategia. Pallante sul tema degli inceneritori propone di ridurre il consumo e di sostenere la raccolta differenziata che, se fatta in modo accurato, potrebbe limitare gli sprechi delle risorse e rivendere, creando così occupazione. Sulla stessa linea Paolo Contò, direttore Consorzio Priula (TV) che ha riportato la sua diretta esperienza di successo in 14 anni di gestione dei rifiuti, una gestione che si basa sulla responsabilità che è principalmente informazione, educazione e azione tramite regole precise ed efficienti. È davvero utopico il Rifiuto zero? O è più utopico pensare che le risorse siano infinite? Riflettiamo, dati alla mano: il Consorzio Priula realizza l 85% di raccolta differenziata. E nella nostra realtà, cosa possiamo fare per raggiungere questi stessi risultati? Il presidente di Querciambiente, Dario Parisini, e Jacopo Rothenaisler auspicano si prosegua sulla strada della mutualità e della cooperazione, ma anche della riduzione e della responsabilità dei cittadini e delle amministrazioni. E si lancia la proposta di una soluzione alternativa: la costruzione di un impianto per raccogliere l umido, accanto al nuovo Ecocentro di Muggia. Concludendo, con le parole di Rothenaisler: È ancora possibile trasformare i ritardi in ricchezza, utilizziamo le migliori esperienze dei vicini per migliorare la nostra provincia Eleonora Molea 7

8 8 IN DIFESA DI CO2 Per la vita e contro l economia di mercato che genera una CO2.0 La CO 2 (anidride carbonica) non è solo il principale gas serra ma è anche, e soprattutto, il mattone principale della vita sul nostro pianeta. Con la fotosintesi clorofilliana diventa sostanza organica (autotrofia): dai microrganismi e dagli organismi autotrofi ai microrganismi e agli organismi eterotrofi a costituire l intero ecosistema naturale. Le emissioni annue dal ciclo globale naturale ammontano a 440 Gt (miliardi di ton), che però vengono riassorbite attraverso i processi di fotosintesi, così come gli oceani rilasciano 330 Gt ma in compenso ne assorbono 340. È l economia di mercato, non la CO 2 il nemico della vita: con la sua logica di rapina delle risorse disponibili sul pianeta, l ha condotta sul banco degli imputati del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Il conflitto in corso è fra la natura che utilizza la CO 2 per costruire la vita e i processi industriali non controllati che ne accelerano la produzione e l accumulo nella troposfera. Le emissioni antropogeniche di CO 2 contabilizzate dalla IEA (Agenzia Internazionale dell Energia) ammontano attualmente a circa 35 Gt/anno, di cui 27 Gt derivate dall uso dei combustibili fossili; le proiezioni stimano 40 Gt nel 2030, e 50 GT nel 2050 in assenza di efficaci politiche di contenimento. In qualsiasi scenario che si voglia rappresentare per contenere e ridurre le emissioni di gas serra, è possibile individuare un portfolio di tecnologie disponibili. La prima è il ricorso a fonti energetiche alternative a quelle fossili, la seconda è il risparmio e l efficientamento tecnologico nell utilizzo delle fonti convenzionali. Esistono inoltre una serie di tecnologie CCR (carbon capture and recycling), che portano a chiudere il ciclo del carbonio con la trasformazione della CO 2 in nuovi materiali con medio o lungo ciclo di vita. La tecnologia come complemento alle politiche di riduzione delle emissioni Attualmente circa 150 Mt (milioni di ton) di CO 2 vengono trasformate industrialmente in urea, metanolo ed acido salicilico. Sono in fase di ricerca e sviluppo tecnologie per un utilizzo efficiente nella refrigerazione e nello sfruttamento di pozzi petroliferi in via di esaurimento (EOR: enhanced oil recovery), mentre il potenziale dei processi di CCS (carbon capture and storage) è stimato dall IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) in 3,6 Gt/anno. Secondo IPCC è determinante, nel caso del CCR, valutare il tempo di vita dei prodotti ricavati dalla CO 2 cioè il lasso di tempo fra la produzione e la loro degradazione, che può variare da mesi ad anni. La LCA (analisi del ciclo di vita) è necessaria per esaminare le conseguenze dello stoccaggio (CCS) negli strati geologici o negli oceani e la durata di prodotti ottenuti da processi industriali di conversione in altri prodotti. Nei cementifici viene prodotta CO 2 pari a 3 Gt/anno. La cattura di questa enorme quantità è un obiettivo raggiungibile attraverso il trattamento con idrossidi che trasformano la CO 2 in idrogenocarbonati (soda Solvay). La CO 2 reagisce con i silicati ricchi di olivina e serpentina, per cui il CCS in depositi sotterranei che contengono tali minerali potrebbe costituire una trappola permanente, se sono note le caratteristiche geologiche degli strati. Esistono prodotti della chimica organica (acrilati, lattoni, acidi organici, isocianati) che si possono ottenere con tecnologie innovative di trattamento di CO 2. Dalla copolimerizzazione con altri composti organici è possibile produrre importanti polimeri, come il policarbonato, usato in numerosi prodotti tecnologici (ad esempio le lenti ottiche). Si stanno ottimizzando tecnologie già note per la conversione in metano e altre olefine, sia per riduzione chimica, sia elettrochimica. L uso di CO 2, in fase fluida supercritica (fase con caratteristiche intermedie fra liquido e gas), in sostituzione dei classici solventi (in diversa misura pericolosi o tossici), risulta estremamente interessante in molte reazioni di sintesi e in molti processi di polimerizzazione, proprio per le caratteristiche di sicurezza e di stabilità. Uno dei più promettenti percorsi di cattura di CO 2 è la trasformazione in biomassa con la coltivazione di alghe e microalghe. E implicito che in tutte le ipotesi formulate tecnologia e costi vadano misurati con attenzione, perché la conversione di CO 2 deve caratterizzarsi per processi efficienti, soprattutto dal punto di vista energetico. Le tecnologie passate in rassegna hanno il potenziale di ridurre le emissioni almeno di 3,7 Gt/anno, pari a circa il 10% delle attuali emissioni antropogeniche, ma rappresentano solo un interessante complemento alle politiche di efficienza energetica e di sostituzione dei combustibili fossili al fine di tamponare il riscaldamento globale. Lino Santoro dott. Majaron Leonarda Bilanciamento craniosacrale - Cromopuntura Test intolleranze alimentari - Fiori di Bach Dieta Psicosomatica Associazione Regionale Biodinamica Cranio Sacrale Via San Lazzaro, 7 - Trieste Centro Trattamento e Formazione info@bcstrieste.it La Bottega delle Spezie erboristeria dott. 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9 UNA NATURALISTA A PASSEGGIO Intervista a Chiara Veranić Chiara Veranić, naturalista e giornalista, è un appassionata divulgatrice della bellezza e dell unicità dei luoghi che sceglie come meta delle esplorazioni tra litorale, isole ed entroterra nelle vicine Croazia e Slovenia. Di queste esplorazioni scrive su La Voce del popolo di Fiume nella seguitissima rubrica Una naturalista a passeggio. È un titolo azzeccato per i suoi reportage dal taglio personalissimo, dai quali erompe il gran desiderio di comunicare tutto ciò che i suoi occhi curiosi e attenti hanno potuto osservare. I suoi articoli non mancano d indagare anche i disequilibri, che, purtroppo, le attività antropiche arrecano all ambiente. La diffusione delle specie aliene è una delle grandi minacce alla biodiversità. Lei ne parla in alcuni dei suoi reportage e il problema riguarda anche il Carso Triestino. Quali e quanti danni provocano le specie alloctone? Le specie aliene sono il frutto della globalizzazione, anche se molte si sono insediate in ambienti che non sono i loro già da parecchio tempo, soprattutto a causa dell uomo. Si tratta di specie animali e vegetali che, una volta varcato un un territorio nuovo, entrano in competizione con i vecchi residenti, sottraendo spazio vitale, nutrimento o provocando danni enormi in quanto non esiste un nemico naturale che ne freni l invasione. Si assiste così alla scomparsa o alla rarefazione di specie autoctone o a gravi squilibri negli ecosistemi, spesso irreparabili. L inverno scorso, il gelicidio ha arrecato danni catastrofici al patrimonio boschivo sia in Slovenia, sia in Croazia. Con la bella stagione gli alberi compromessi dal gelicidio diventano il terreno ideale per una proliferazione incontrollabile di parassiti. Com è attualmente la situazione? Ho attraversato parte del Gorski kotar due giorni fa. La situazione è tremenda. Le foglie sono spuntate sui monconi, ma non so se le piante colpite riusciranno a sopravvivere. È uno spettacolo terrificante vedere i rami delle betulle piegati a terra, spezzati eppure in parte verdi. Come dicono gli studiosi competenti, ci vorranno decine di anni affinché il bosco riviva. Si sono salvate solo le conifere. Tutte le latifoglie sono invece danneggiate o sono morte. 9 Buongiorno Chiara. Da dove nasce questa grande voglia di esplorare e comunicare la bellezza dei luoghi? Dal desiderio infinito di conoscenza, dalla mia indole curiosa, dall amore per tutto quello che esiste in natura e forse anche dal fatto che sin da piccola sono stata educata ad amare sia il mare (in riva al quale sono praticamente nata) e la montagna, che è sempre stata la passione dei miei genitori, soprattutto di mio padre. Ho imparato a nuotare prestissimo e a cinque anni mi sono state regalate maschera e pinne dalle quali non mi sono più separata, neanche oggi che di anni ne ho quasi sessanta. Comunicare agli altri la bellezza è stata un idea che ho potuto realizzare da quando sono andata in pensione. Scrivere è un impegno che occupa una grossa fetta del mio tempo libero. La ricchezza di particolari e la delicatezza con cui descrive gli ambienti naturali testimoniano, oltre alla passione per la sua terra e per la natura in genere, una lunga frequentazione dei luoghi e una solida formazione naturalistica. Per conoscere e apprezzare la natura, quanto è importante l osservazione diretta e quanto invece uno studio sistematico? Va da sé che chi ama la natura e tutti i fenomeni legati a essa desidera in qualche modo approfondire le proprie conoscenze. Osservazione e studio vanno quindi di pari passo, indipendentemente da ciò che si preferisce. La maggior parte degli amanti della montagna conosce infatti almeno un po di flora e sa quali sono le specie protette;; lo stesso dicasi degli amanti del mare. La Croazia sembra aver scoperto delle grosse quantità di gas e di petrolio nell Adriatico e intende sfruttarle. Ricerche e sfruttamento di petrolio e metano in Adriatico da un lato e sviluppo turistico delle coste dall altro, possono conciliarsi con la salvaguardia dell ambiente marino? Come vede il futuro dell Alto Adriatico? Le riserve di gas nell Adriatico settentrionale probabilmente ci sono (i bromboli della costa istriana sono stati descritti già negli anni Quaranta del secolo scorso). Conciliare estrazione e turismo e mantenere l equilibrio naturale sarà impossibile. Si è già visto con la baia di Buccari e l ex cokeria (smantellata) e la parte settentrionale di Veglia con gli impianti dell ex Dina (per ora in quiescenza). In generale, l Alto Adriatico è molto minacciato, soprattutto da un infinita quantità di rifiuti che vanno dai cottonfioc a cose che nemmeno ci s immagina d incontrare sott acqua o sulla costa. Per la conferenza che terrà il 4 luglio a Trieste (Museo del Mare) ha scelto come tema il Parco Naturale del Velebit. Può darci qualche piccola anticipazione? Ho scelto il Velebit perché è splendido, oserei dire mistico. È un area di contrasti, bellezze naturali, endemismi, che lascia senza fiato. Chi lo visita non lo dimentica. Io ci vado almeno un paio di volte all anno e ne ho visto solo una parte. Non si finisce mai di scoprirlo, incanta, affascina e incute un gran senso di rispetto verso fenomeni naturali che nemmeno ci si può immaginare. Sonia Sudic Bauzon

10 10 Arte ROSIGNANO, LO SGUARDO SU TRIESTE Come si può interiorizzare una realtà, se non vi ci accostiamo cercando di capirla, amarla, soffrirla? E quale migliore mezzo che il disegno? Il fatto di trovarsi davanti al foglio bianco, nella concentrazione più completa, e tentare di cogliere una sagoma, di rubare un atteggiamento più vero e totale, è già un atto d amore, di partecipazione;; del quale oggi, davvero se ne avverte il bisogno. Livio Rosignano (agosto 1973) Inaugurata lo scorso 10 giugno e visitabile sino al 9 luglio presso la Sala Veruda di Palazzo Costanzi, la mostra monografica di Livio Rosignano (Pinguente, 1924) dal titolo 70 anni di pittura, negli umori, nei caratteri, nelle sfumature di Trieste è un occasione da cogliere per assaporare attraverso lo sguardo dell artista, un lato malinconico, ma molto umano della nostra città. Seppur costretti in uno spazio insufficiente, che non permette loro di esprimersi appieno, i 33 dipinti della rassegna, che include opere degli anni Cinquanta in poi, delineano con chiarezza l ideale pittorico di questo artista. Un ideale che respinge qualsiasi tipo di retorica e si rivolge con partecipazione ed empatia ad osservare, fissare e raccontare scene quotidiane, scorci familiari, persone comuni, emarginate, figure in cui ciascuno spettatore può riconoscersi intento nei gesti di ogni giorno. La pennellata è rapida, a tratti nervosa e la stesura pittorica a volte materica, molto più spesso velata, resa con inconsistenti sfumature stratificate che con delicatezza delineano sagome definite seppur evanescenti. Diverse, ma sempre mediate attraverso un interpretazione molto personale, le suggestioni che si affacciano nella produzione di Rosignano. Ampia anche la gamma tonale che dall irruenza espressionista e post-impressionista delle prime opere, sembra nelle tele più recenti volgersi ad una sfumata, fredda e bassa gamma tonale che ricorda certi esiti del realismo magico. La malinconia e la solitudine pervadono sottilmente gran parte dei dipinti, specie degli interni, tra cui si segnalano Nudo nella stanza (che molto deve alle nature morte cubiste e alle atmosfere di Casorati), Interno con figura ed Esattoria. Intensi, sinceri e sentiti, come può concepirli solo chi ha vissuto in prima persona l esperienza della deportazione, Memorie di Dachau e Inverno a Dachau (sembra di udire in sottofondo la voce di Guccini che canta la neve e il freddo degli inverni nei campi di concentramento). Di notevole impatto visivo è Bora in Piazza, in cui il gesto dell anziana protagonista che sorregge con abile inclinazione l ombrello per opporsi alle raffiche del vento, rivela una caratteristica tutta autoctona che non può non strapparci un sorriso. Introspezione e discreta curiosità, infine, scaturiscono dallo sguardo dell Autoritratto giovanile (del 1952) che accoglie al suo ingresso il visitatore e da lui si congeda auspicando che abbia potuto trovare, più che un appagamento estetico fine a se stesso, un momento di riflessione e di emozione. Dove: Sala Veruda, Palazzo Costanzi (Piazza Piccola 2) Quando: Tutti i giorni, e Ingresso libero N.B. In concomitanza della mostra alcuni disegni di Rosignano saranno esposti presso il Caffè San Marco (Via Battisti 18 - da martedì a domenica, dalle 9 alle 20). Laura Paris In occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra a Gorizia è possibile visitare fino al prossimo 30 settembre una mostra davvero interessante e soprattutto originale: si tratta di un esposizione fotografica dedicata interamente agli animali che svolsero, insieme ai soldati, un ruolo altrettanto importante per le sorti del conflitto. Una nutrita serie di straordinarie fotografie tutte originali testimoniano e raccontano, a tratti in modo commovente, l utilizzo degli animali nelle tattiche belliche ma anche lo stretto rapporto di interdipendenza A GORIZIA UNA MOSTRA SUGLI ANIMALI PROTAGONISTI DELLA GRANDE GUERRA e spesso anche di affezione che si instaurò nel binomio soldato/animale. Curata da Serenella Ferrari e Mario Muto, la mostra 1914/18: la guerra e gli animali. Truppe silenziose al servizio degli eserciti è organizzata dal Comitato Amici dell Arte Felice in collaborazione con l Associazione Centro per le Ricerche Archeologiche e Storiche del Goriziano, con l Associazione Gruppo Isonzo Ricerca Storica e può essere visitata presso l Hic Caffè di via don Bosco 165, un locale che da qualche anno organizza nei propri spazi concerti, mostre ed eventi culturali.

11 MUSEO DELL ACQUA DIFFUSO SUL CARSO La cisterna di Gropada 11 Cisterna di Gropada Trebiciano, Gropada e Basovizza in Italia; l equile di Lipica e l abitato di Orlek in Slovenia. Una zona rimasta a dir poco immutata dalla fine della seconda guerra mondiale. Il confine fra i due Stati e la mancanza di valichi di una certa importanza hanno contribuito all isolamento di questo territorio, ma anche alla sua conservazione dal punto di vista naturalistico e ambientale. La strada lunga circa sette chilometri che collega Basovizza a Sežana, costruita nella prima metà dell Ottocento, ha mantenuto i suoi muri di sostegno in pietra, i paracarri, i muretti di contenimento e i canali di scolo, come erano stati progettati e realizzati originariamente. L assenza di costruzioni di notevoli dimensioni, se si escludono alcuni ruderi della polveriera vicino ad Orlek in Slovenia e le batterie antiaeree del Monte Franco vicino a Trebiciano e del Monte Gaja nei pressi di Gropada, rende l area ancora inalterata, immersa nel verde e nel suo passato silenzioso. Un progetto transfrontaliero, nell ambito dell Interreg Italia-Slovenia , l ha riqualificata in ottica slow tourism. Realizzati l itinerario cicloturistico Opicina-Trebiciano, il sentiero naturalistico Josef Ressel a Basovizza attrezzato anche per gli ipovedenti, il ripristino di alcuni sentieri. Di fondamentale importanza, sempre a Basovizza, il rinomato Centro didattico naturalistico gestito dal Corpo Forestale Regionale, con la sua esposizione multimediale sul Carso e sulle sue caratteristiche, inaugurato nel 2008 e purtroppo spesso a rischio di chiusura per mancanza di fondi. A Trebiciano, è stata restaurata una tipica casetta carsica ( casa di Ljenčka ), utilizzata anche per l allestimento di mostre. Posizionati numerosi pannelli informativi con descrizioni puntuali, fotografie, cenni storici, disegni ed immagini poco note. Nei dintorni di Gropada è stato messo a disposizione un percorso fisso di orienteering, il cosiddetto sport dei boschi. Di recente attuazione, il Museo dell Acqua diffuso sul Carso propone un itinerario a tema che in pochi chilometri riesce a riassumere l essenza del territorio carsico triestino, in un avvicinamento all ambiente naturale e al patrimonio storico-culturale. Coinvolge Basovizza, Gropada, Padriciano, Trebiciano, Banne. Si focalizza sull approvvigionamento dell acqua, questione cruciale per lo sviluppo di una comunità. In Carso la permeabilità del suolo e la conseguente quasi totale assenza di acque superficiali, resero fondamentale la raccolta delle acque meteoriche. Per l abbeveraggio degli animali, venivano usati sia contenitori naturali quali vasche nelle rocce o laghetti naturali, sia contenitori artificiali quali stagni e cisterne. Per il consumo umano l acqua migliore era quella proveniente dalle cisterne, meglio conservata per le temperature più basse e l assenza di luce. Sul Carso le cisterne si contavano a centinaia e si possono suddividere in due categorie principali: quelle private e quelle pubbliche o comunali (komunska štierna), in numero variabile a seconda della grandezza del paese. Tre erano le sottocategorie delle cisterne: quelle che raccoglievano le acque meteoriche dai tetti, quelle che raccoglievano le acque provenienti dalle strade e quelle ibride. La loro costruzione ebbe inizio agli inizi del XIX secolo e si intensificò tra il 1850 e il 1870 a causa del notevole incremento demografico. Gropada contava quattro cisterne comunali, di cui se ne sono conservate tre, una per tipologia. Di particolare interesse risulta la Štjerna Ciganka, restaurata di recente nell ambito del progetto Carso-Kras;; fu costruita nel 1862 (la data è scolpita sulla struttura) ai margini del paese e relativamente lontana dalle case del tempo. Di dimensioni notevoli, ha un diametro di 7,25 m e una profondità di quasi 8 m. Un terzo circa è in rilevato. Il muro è in blocchi di pietra ben squadrati e intonacati, mentre il cono di chiusura è del tipo a tholos a vista. La vera è composta da cinque conci. Raccoglieva unicamente le acque provenienti dalla strada. Fu utilizzata per l abbeveraggio degli animali fino all ultimo conflitto mondiale, quando un ragazzo del paese vi gettò una bomba a mano danneggiando le pareti interne e il cono di copertura. Da allora la cisterna venne abbandonata e rimase nel degrado più totale, usata come discarica e parzialmente riempita di materiali da demolizioni e rifiuti di vario genere. Nel febbraio 2014 è stata vuotata dai rifiuti, ripulita e valorizzata. Il museo dell acqua diffuso si configura come un interessante approccio al Carso. Alla sua natura, alla sua cultura, alla sua storia. Da conoscere. Da conservare. Da beneficiare con rispetto e non solo in chiave escursionistica e ricreativa. Fabiana Salvador Nel corso della prima guerra mondiale, nonostante l impiego di armi sempre più sofisticate e trasporti motorizzati, l uomo non poté fare a meno degli animali mobilitandone oltre 16 milioni, un vero e proprio esercito impiegato per sostenere le truppe di tutti gli eserciti: cavalli, buoi, cani, gatti, muli e piccioni, animali da lavoro, da cibo e da affezione in guerra CON e PER l uomo, trasportando armi, munizioni, equipaggiamenti ma anche liberando le trincee dai ratti, ritrovando e soccorrendo i feriti o facendo giungere ordini e comunicazioni da e per il fronte. Nelle trincee furono ospitati anche migliaia di animali domestici, abbandonati dai contadini e civili in fuga, ma anche molti animali selvatici che rimanevano bloccati in mezzo al fronte: spesso aiutarono i soldati a sopravvivere nell inferno bellico diventando amici da proteggere ma anche custodi e fedeli servitori grazie a quel rapporto ancestrale che li ha sempre legati all uomo, trasformandosi in veri e propri soldati. Il rapporto che spesso si instaurò tra animali e soldati investiva anche la sfera dei sentimenti, una sorta di moderna Pet Therapy che consentiva di creare momenti di affetto che raramente potevano emergere in una società militare e maschile fortemente gerarchizzata. Info: hiccaffe@libero.it; R. V.

12 12 Libri IL SILENZIO In una lettera del 1964 ad una giornalista, Italo Calvino scriveva: Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente). Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all altra. Mi chieda pure quel che vuol sapere, e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo può star sicura. Ricordo sempre con piacere queste parole, in un mondo di boriosi che ci tengono molto a descrivere se stessi ad un pubblico inesistente che nulla vuol sapere. Le quarte di copertina dei libri più miserevoli, la pagina Chi sono io dei blog più autoreferenziali, pullulano di informazioni che servono solo dare peso e pancia alla vanità. Chi sono, dove sono nato, dove vivo, cosa ho studiato, di cosa mi occupo... Recentemente sono rimasta ancor più impressionata dalle parole di Francesco Biamonti ( ), lette casualmente nel risvolto di copertina de Il silenzio. Io sono da cancellare. La mia vita non conta nulla;; i miei natali non hanno importanza;; il mio paese è insignificante. Si fa della letteratura perché non si è contenti della propria vita. [ ] Non credo nelle biografie. A convincermi alla lettura del libretto sono state proprio queste righe, nobili e chiare, ferme quanto un testamento. Per poi scoprire che leggerlo avrebbe fatto molto male, come tutto ciò che è parola crudele, crudele destino postumo. Francesco Biamonti ( ), schivo e solitario autore di L angelo di Avrigue, Vento largo, Attesa sul mare, Le parole la notte (tutti editi da Einaudi), scriveva questo racconto quando era già molto malato e sapeva di esserlo. Dopo la sua morte, furono ritrovate ventinove cartelle, senza un titolo, con i segni criptici tipici di Biamonti che, ad esempio, se cambiava idea su una parola, non la sostituiva mai del tutto. Ne scriveva una sopra l altra, senza cancellare niente. E così, noi che ne sappiamo di quale parola infine avrebbe scelto per la versione definitiva? Non lo sapremo mai, appunto. Questo è un libro di poche pagine che doveva averne tante più di più. È un libro di pochi concetti che invece voleva trattarne di molti e gravi. È un racconto smilzo che doveva essere romanzo. È un libro di dialoghi tra ombre, di personaggi non ben definiti. È un libro di errori non cancellati, perché ad essere cancellato anzitempo è stato l autore. La sensazione è struggente e cattiva. Tre, quattro, cinque volte, per poterlo capire, o per capire che non c è nulla da capire. Tre, quattro, cinque volte, a rileggerlo. Certo non ci vuol niente, è così breve. L unica cosa che ci vuole è un po di abitudine alla sofferenza, un po di pelo sullo stomaco, per accettare l inaccettabile della letteratura come della vita: che si crepa come galline, e che certe cose restano a metà;; che un pensiero raffinato, un gesto artistico sono stati strappati via e non ci sarà mai dato di conoscerli per intero. Leggere qualcosa di incompiuto, che l autore non ha avuto tempo e modo di finire e sistemare come avrebbe sognato, ha in sé qualcosa di profondamente doloroso. È un ingannevole illusione, una battaglia senza speranza. È fare a botte con la morte. Biamonti negli ultimi mesi aveva parlato di questo lavoro, e soltanto grazie alle sue parole sappiamo che (forse) la sua idea di titolo sarebbe stata Il silenzio ( ma spesso lo modifico... me ne viene in mente uno al giorno, sono titoli labili che vanno via... ) e tale è stata la scelta dell editore. Così come solo grazie alle interviste conosciamo i temi che Biamonti voleva trattare, e l ampiezza del progetto che aveva in mente: doveva essere un romanzo sulle ideologie morenti, sui conflitti generazionali, sulla passione, sul legame con la terra. Persino su Dio. Materialmente, ciò che rimane in quelle ventinove cartelle è un brevissimo e ambiguo racconto d amore. Edoardo, marinaio (Sono troppo abituato a star solo), incontra Lisa che si trova nel piccolo paese con l amica Hélène. Perché sono giunte qui? Tra i due nasce qualcosa di muto, fatale e improvviso. Entrambi chiusi, misteriosi a sé e all altro. Edoardo è malato di mare. Partivo sempre, per necessità, partivo come voi cambiate amore. E avrei voluto una vita senza partenze: calpestare sempre lo stesso suolo. Gli sarebbe piaciuto fare il capraio o coltivare gli ulivi. Ma non a tutti è consentito di stare lieti e sicuri su un fazzoletto di terra. Lisa, vedova di un terrorista, è Francesco Biamonti Il silenzio Einaudi (collana L Arcipelago), 2013 pp. 43, 7,00 una donna dalle passioni controverse che prima cavalca oscene emozioni e poi chiede: Perché non mi hai fermata?. È con questa domanda che si chiude il racconto che non sapremo mai come sarebbe proseguito. Presente fino all eccesso (ma chissà quante cancellazioni, correzioni, variazioni sarebbero intervenute) è il riferimento al paesaggio. Mare, cielo, nuvole, terra, azzurro, sono parole che si ripetono quasi incessantemente. È un luogo dell anima, questo paesino ligure aspro e verticale, un luogo dove terra e cielo cozzavano l uno contro l altro, di luce forte che non serviva a niente. È un confine. Un confine fisico che si fa spirituale, metafora di una continua ricerca di senso, sul limite dell abisso... spiegava Biamonti in una delle ultime interviste. Quale fosse l abisso, lui già lo sapeva. Luisella Pacco luisellapacco.wordpress.com 50 MM racconti brevissimi LA SPOSA Il corpo non dimentica, il corpo si difende, il corpo parla. Ha cominciato a sentire dolore all alba, e poi mentre si truccava e si pettinava. Il male è aumentato sensibilmente quando è entrata in chiesa appesa al braccio del padre. E per tutto il tempo è andato peggiorando. Quando infine è arrivato il momento, ha sentito quella fitta farsi ancora più lancinante. Ha reclinato la testa di lato, come per ascoltare meglio il messaggio. Allora ha capito di avere una sola scelta, una sola sillaba. Il tono di voce è rimasto sereno, il viso talmente quieto e normale nella mimica che per un istante sia il prete che gli altri hanno creduto che fosse un sì. La più rapida a capire è stata una damigella, il viso tondo e contento, a cui è sfuggito un gridolino alto e perplesso, la mano a coprirsi la bocca per lo stupore.

13 MUSICA DELL AVVENIRE Il Corridoio Adriatico Flavio Boscacci e Giuseppe Passoni sono gli autori dello studio Logistica fluvio-marittima in Europa. La rilevanza europea del corridoio Adriatico (Franco Angeli Editore, 2008, Euro 32), dedicato al cosiddetto Corridoio Adriatico. Il primo autore è ordinario di Economia Applicata presso il Politecnico di Milano, il secondo dottore di ricerca e docente di Ingegneria Idraulica presso il medesimo Politecnico. L idea progettuale appartiene però al professor Antonio Migliacci, presidente del Consorzio per l ingegneria strutturale in Europa. Si tratta di un progetto ardito, avveniristico, che mira a creare un collegamento diretto fra i porti dell Alto Adriatico ed il sistema idroviario europeo mediante la costruzione di un canale navigabile tra Trieste e Bratislava, sul Danubio nei pressi di Vienna. Una tale opera consentirebbe la completa integrazione dell attuale sistema idroviario europeo con tutti i mari del continente, valorizzando in particolare le due sponde dell Adriatico e le regioni centro-europee e balcaniche. L idrovia avrebbe come capisaldi Trieste e Bratislava (Slovacchia). Il superamento delle asperità orografiche del sistema Carso-Alpi Giulie può avvenire solo a mezzo di una galleria navigabile mentre per la restante parte del percorso si potrà adottare una classica idrovia a cielo aperto. L individuazione del tracciato ottimale è problema geopolitico e tecnologico assieme, poiché il possibile percorso prevede un alternativa in territorio sloveno e una in territorio croato. Basti qui dire che il superamento delle montagne tra Trieste e Lubiana comporterebbe una galleria ad asse orizzontale posta a 250 metri sul livello del mare con uno sviluppo di circa 90 km ed una sezione di sbocco nella immediata periferia est della capitale slovena. Da qui si svilupperebbe lungo il corso della Sava sino all abitato di Zidani Most, per poi deviare verso nord sino al confine con l Ungheria. Qui Trasporti e ambiente l idrovia discenderebbe verso la pianura ad ovest del lago Balaton, sino a connettersi con il Danubio, in corrispondenza del suo affluente Raba. A parte le difficoltà tecniche, la realizzazione sarebbe certamente molto costosa: il tratto tra l Adriatico e il corso della Sava comporterebbe una spesa di circa un miliardo di euro per il solo impianto di sollevamento delle navi, mentre le altre opere idrauliche tra Trieste e Bratislava richiederebbero una spesa di circa 17 miliardi. Interessante notare che la movimentazione delle navi in galleria avverrebbe in modo totalmente automatico, a mezzo di opportuni trattori elettrici dotati di motori lineari teleguidati (!) senza impiego di personale. Questo è soltanto un particolare fra i tanti dati tecnici che lo studio di Boscacci e Passoni offre in abbondanza e per i quali non resta che rinviare il lettore al libro. I vantaggi futuri, una volta che l avveniristica opera venisse realizzata, sarebbero cospicui: i costi del transito attraverso il corridoio Adriatico sarebbero ridotti del 50% rispetto alla rotta tradizionale Suez/Gibilterra/porti del Nord Europa. Infatti le navi che transitano dal canale di Suez dirette ai porti del Nord Europa impiegano circa 8,5 giorni per giungere a Rotterdam e altri 7 giorni di navigazione per Bratislava, mentre nella soluzione via Adriatico il tempo impiegato, si dimezzerebbe. Nella prefazione al libro il prof. Migliacci ricorda che ogni secolo del passato ha visto realizzata una grande opera idraulica finalizzata al potenziamento dei trasporti ed allo sviluppo della civiltà, come i canali di Suez e Panama. Attendiamo allora, dico io, gli uomini capaci in futuro di dare vita al sogno di unire tutta l Europa attraverso il mare e i suoi fiumi, con un progetto certamente difficile e costoso, ma dotato di grande fascino agli occhi di chi crede nella possibilità di trasformare talvolta l utopia in realtà. Per il momento voglio sperare che il discorso rimanga aperto al contributo di tecnici e politici dei Paesi interessati (Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Austria) per un economia sempre più integrata. Sergio Franco 13 pensati come scatti fotografici, ritratti di un momento rubato... È stato forse questo a far trasalire il prete, che si è fermato un attimo, grattandosi la gola, e ha formulato di nuovo la domanda. No, non voglio. Improvvisamente, dopo mesi di pretesa felicità, di illusione e di preparativi, tutto tornava alla mente. Il primo e il secondo schiaffo. Le prime e le seconde scuse. La lesione al timpano sinistro. Poi più nulla, solo tenerezza. Credeva di aver perdonato. Invece ora sentiva l orecchio, da mesi guarito, pulsarle di rinnovato tormento. Era la memoria del corpo che veniva ad avvisarla. Il prete ha allargato le braccia, lo sposo si è voltato a guardarla. Ma lei era così ferma risoluta e tranquilla da levare le parole ad entrambi. Senza imbarazzo, senza fretta, si è girata sistemandosi il vestito e ha camminato fiera lungo la navata. Nella piazzetta assolata del sabato, è salita in macchina e ha chiesto all autista di portarla via. Rilassandosi sul sedile, con la mano a conchiglia si copre delicatamente l orecchio che già non duole più e continua a carezzarlo con gratitudine. Dal finestrino spalancato entrano aria fresca, luce e la promessa di cose buone. elle.pi

14 14 AMORI, MORTE E MINIERE NELLA VALLE DEI MÒCHENI Al tempo della Prima Guerra Mondiale, nelle pagine di Robert Musil Grigia, racconto poco noto di Musil, pubblicato nel 1921, è ambientato nella Valle del Fersina, in uno scampolo di medioevo, conservatosi tra l Adige e il Brenta della Valsugana, nei pressi della bella zona del Lagorai. Laggiù raccolse vari appunti, scritti a margine della Prima guerra, relativi anche ad eventi apparentemente insignificanti quali la morte di una mosca. Forse per lui non c era poi questa grande differenza tra le sorti di insetti e di uomini, a vario modo entrambi travolti da eventi molto più grandi. Scrittore per scelta, multiforme testimone di quel periodo, coltivò molteplici interessi che spaziavano dall ingegneria alla psicologia della Gestalt. Si considerava anche poeta, pur se venne definito troppo intelligente per esserlo. Ha pure partecipato attivamente al conflitto con la qualifica di tenente dell esercito asburgico, venendo anche decorato, mutando progressivamente il suo atteggiamento in ironica opposizione. Nei suoi scritti offre un contributo relativo ad un territorio appena sfiorato da questo cataclisma. Qui, in un ambito rimasto appartato per millenni, sono sopravvissute popolazioni tedesche, i Mòcheni appunto, che conservano tuttora usi e costumi tardo medievali, a cominciare dalla lingua, tramandatasi quasi solo oralmente. Erano minatori Nelle immagini, dall alto: La valle dei mòcheni negli anni 60. ( F. Faganello) Carnevale e costumi mòcheni Particolare archittetura rurale della Valle bavaresi che la storia e le necessità quotidiane spinsero in queste terre, come si riscontra anche in altre parti delle Alpi. Dovremmo abituarci a ricordare ed approfondire i tanti aspetti storici, anche nascosti, legati in particolare a questi luoghi, al centenario ed alle celebrazioni della prima delle carneficine che il Novecento ci ha regalato perché le loro conseguenze perdurano tuttora. Basti pensare al ruolo attuale e futuro dell Europa, che ha garantito una certa pace, pur con indubbi limiti. Nel racconto di Musil Homo, emblematico protagonista, viene coinvolto come geologo nel progetto di ricerca di una mitica miniera d oro veneziana. L esplorazione passa però presto in secondo piano, rispetto alla descrizione di un mondo arcano e alla sua storia d amore con Grigia, una contadina del posto. Questo legame rappresenta il progressivo distacco di Musil - Homo dal mondo da cui proviene e dai valori incarnati dai suoi compagni di spedizione forse i soldati, nella realtà portatori dei valori distruttivi della civiltà europea dell epoca. Ulteriori connotati simbolici sono legati al crollo di certezze plurisecolari, al rifiuto dell istinto distruttivo e allo stesso tempo alla ricerca di valori fondanti autentici, in luoghi ancora intatti ed arcani, come in questa Valle incantata. Questo rapporto con un mondo arcaico si fa via via più intenso, con un finale tragico, come forse la realtà che viveva lo stesso Musil, come forse tutta la sua esistenza, in continuo bilico tra ragione e sentimento. La miniera non viene riaperta, anzi il geologo vi si lascia morire, evento interpretato come una liberazione. Questo territorio ha conservato la sua magia e consente escursioni estive o invernali, in un incredibile mondo minerale con gemme che quasi spuntano dal terreno come fiori: un microcosmo di peculiari abitudini e tradizioni. Per divulgare la conoscenza degli aspetti storici, sono state realizzate alcune esposizioni, tra le quali Der Gesang des Todes, Robert Musil und der Erste Weltkrieg (Il canto della morte, Robert Musil e la Prima Guerra mondiale) alla Literaturhaus di Monaco di Baviera, chiusasi lo scorso 22 giugno. Tenuto conto del groviglio di etnie e confini, talvolta ancora subdolamente vivi dentro di noi, mi è parso quasi automatico collegare quei lontani eventi al presente e alle recenti elezioni europee, snobbate e considerate dai più come un inutile perdita di tempo, spronato dalla testimonianza storica di Musil, a non essere solo un osservatore passivo. Gli dei gli hanno risparmiato il finale, il secondo tempo del conflitto mondiale. Ma cosa avrebbe ancora scritto, a fronte dei tragici eventi successivi? Noi tutti dovremo fare tesoro, assorbire e, in un certo senso, rivivere e rielaborare quelle lontane esperienze, grazie al ricco patrimonio di veri e propri libri parlanti, che permangono, nonostante lo svanire dei protagonisti diretti. Potremo quindi coerentemente valutare e scegliere il nostro futuro. Superiamo l istinto che alimenta l egoismo delle Nazioni, sempre più bulimico e forse principale causa di molti problemi attuali. Esploriamo altre strade, con strumenti nuovi e pacifici, risolvendo i dissidi di un matrimonio, nato più per interesse che per amore. La posta in gioco è vitale: passare da una democrazia (ed un economia) a scala comunale a quella del continente. È il momento di giovani con passioni, energie e strumenti, anche culturali, adeguati ad affrontare e realizzare quel che alcuni nostri predecessori hanno sognato e con fatica impostato. Riccardo Ravalli

15 ilkonraddeipiccoli, PIANGE? CHE PIANGA, SENNò SI VIZIA! Capita spesso di sentire bambini urlanti chiusi dentro carrozzine o legati sui passeggini, mentre i loro genitori continuano a camminare, parlare al telefono, chiacchierare con gli amici. Succede anche in casa, dove i bambini piccolissimi vengono lasciati piangere nei loro lettini prima di addormentarsi, fino a che non chiudono gli occhietti per sfinimento. Metodo Fate la nanna, per chi lo conosce. Fate la nanna che è un po come Arbeit mach frei, per capirci. L importante è non cedere. Non prenderli in braccio, se piangono senza un chiaro motivo. La ragione è incontrovertibile: meglio che piangano perché altrimenti si viziano. Qualcuno, con nozioni pedagogiche alla mano, mi dovrebbe spiegare in base a quale assunto un bambino di pochi mesi potrebbe diventare dedito al vizio. Il vizio è roba seria. La Treccani così lo descrive: Incapacità del bene, e abitudine e pratica del male;; il concetto del vizio, sul piano morale, è strettamente correlativo a quello della virtù, di cui costituisce la negazione. Non mi verrete a dire che un bambino piccolo possa assumere comportamenti derivanti da tali ragionamenti etico-filosofici! Non ci arrivano nemmeno la maggior parte dei papà e delle mamme. Che piuttosto semplicemente si conformano. Ai genitori accade di farlo spesso. Adattarsi a pratiche abitudinarie consente di risparmiare energie nel definirle, evitando di soppesare criticamente se stessi e la relazione con il figlio. C è già tanto da fare: nutrirlo, lavarlo, cambiarlo. Non è abbastanza? Per il resto, i genitori fanno un po quel che fanno tutti. Ma la tradizione, vecchia o meno la fata carabina vecchia, non rappresenta sempre una garanzia di efficacia. Gli studi più autorevoli e più recenti hanno ampiamente dimostrato che il contatto fisico per un bambino piccolo è un esigenza essenziale. Quasi biologica. Come nutrirsi e dormire, per capirci. Prendere in braccio il proprio bimbo, quando piange, è importante come dargli da mangiare quando ha fame o da bere quando ha sete. Le ragioni sono molteplici. La più importante riguarda la formazione nel bambino di una sicurezza che lo accompagnerà per tutta la vita, sostenendolo nei momenti difficili e gratificandolo nella vita quotidiana. Rendendolo felice, insomma. Vi pare poco? Il contatto infatti è la risposta ad un bisogno. Il bambino ci lancia un segnale con il pianto. Ci sta chiamando. Vuole comunicare. Non ha altro modo, se la cosa da comunicare è per lui urgente. D altra parte un esserino di pochi mesi ha una nozione di importanza non corrispondente a quella di un adulto. Importante, per lui, è tutto perché sta scoprendo la vita ed il mondo. Se piange, chiama. Vuole dirci qualcosa. Ignorarlo perchè altrimenti si vizia equivale a inviargli un messaggio chiaro ed incontrovertibile: non ti ascoltiamo, non ti capiamo, non ci interessa quello che hai da dire. Il bimbo piangerà una volta, la seconda e fino alla trentesima. Poi, se nessuno lo baderà, smetterà e non lo farà più. Vittoria della virtù sul vizio? No. Semplice e triste rassegnazione. Se questa diventa la prassi dei genitori, crescerà con loro un bambino rassegnato al fatto che comunicare è una cosa difficile, che le proprie richieste sono destinate ad essere ignorate. Tutto questo si sedimenterà in lui, segnandolo per tutta la vita. Non si ricorderà nulla, ma i suoi comportamenti diventeranno automatici. Potrà essere, domani, un ragazzo ed un uomo che avrà grandi difficoltà ad esprimere con serenità i suoi bisogni e desideri. Si rassegnerà, ancora, a subire, gli altri. Sarà predisposto a farlo. E i suoi desideri e le sue richieste in qualche maniera resteranno sopite oppure, chissà, provocheranno una qualche pericolosa esplosione non prevedibile. Non sarà un adulto felice. E allora? Mamme e papà, prendete in braccio i vostri bimbi e invece di pensare che si viziano, pensate che vi state reciprocamente godendo una felicità, presente e futura, insostituibile. un magico saluto dalla Fata Carabina

16 16 ilkonraddeipiccoli, BIENNALE EDUCATIONAL: I PICCOLI CREATIVI CRESCONO Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco. Entrando negli spazi del Settore Educational della Biennale di Venezia durante l inaugurazione della XIV Mostra Internazionale di Architettura, curata da Rem Koolhaas, mi è venuto in mente il famoso proverbio cinese citato spesso da Bruno Munari: Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco. Lo spazio, alle Tese dei Soppalchi in Arsenale, occupa più di 500 mq ed è dedicato esclusivamente alla didattica. Si tratta di una vera fucina-laboratorio nata nel 2011 per volontà del Presidente della Biennale Paolo Baratta, con lo scopo di favorire la conoscenza diretta del mondo delle arti da parte dei giovani. Oltre a promuovere la consuetudine della visita alla Biennale, fin dalla giovane età, Biennale Educational ha instaurato una collaborazione molto stretta con gli insegnanti per favorire nell ambito della scuola il fare creativo come parte integrante del percorso educativo. Lo spazio è suddiviso in varie aree polifunzionali. Si passa dalle postazioni dedicate ai laboratori multimediali, alle aree per i laboratori creativi e di carattere interattivo/corporeo. E quando arriva il momento del pranzo o della merenda? Hanno pensato anche a quello. C è una zona allestita con sedie e sgabelli che può ospitare fino a 100 studenti contemporaneamente. Il programma Educational di quest anno prevede due percorsi dedicati, uno ai Giardini e uno all Arsenale. Al Padiglione Centrale ai Giardini, per i più piccoli, il tema proposto da Koolhaas Elements of Architecture, la storia degli elementi fondamentali dell architettura, la porta, il pavimento, il soffitto viene presentato come una sorta di viaggio nel tempo. I bambini vengono condotti attraverso le stanze del Padiglione, sperimentano gli spazi, e lavorano sulla corrispondenza materiali/temporalità: una ricerca di elementi che compongono ipotetiche case del passato, del presente o del futuro, per andare poi a costruire in laboratorio una sorta di casa del tempo. Anche in Arsenale si propone una riflessione sugli elementi basilari del territorio e sulla loro stratificazione, che è stata semplificata e resa leggibile dall uomo attraverso le mappe. Essendo presente nella sezione Monditalia la riproduzione della Tabula Peutingeriana, la nostra penisola diventerà elemento simbolico di territorio mondo inteso come piano foglio su cui l uomo si è insediato e ha costruito edifici, spianato territori, tracciato reticoli di strade. Un evento molto importante da segnare in agenda è l open day del 3, 4 e 5 settembre. In questa occasione sarà possibile visitare la XIV Mostra Internazionale di Architettura con operatori specializzati, e assistere a una panoramica delle speciali attività educational e di laboratorio che verranno attivate per le scuole. L iscrizione, può avvenire su Info: Settore Educational la Biennale di Venezia Responsabile Valentina Borsato promozione@labiennale.org Vanna Coslovich

17 , CRESCERE PARTECIPANDO Presto anche Trieste potrà contare su un organo di rappresentanza dei suoi giovani cittadini. Grazie al progetto Se io fossi il sindaco e all impegno del Comune (Area Educazione, Università, Ricerca, Cultura e Sport), Trieste avrà, come altri centri in Italia, il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi. Una notizia importante: la scelta dell amministrazione vuole valorizzare la dimensione della democrazia. 25 ragazze e ragazzi dai 9 ai 14 anni, provenienti da 12 scuole cittadine (6 primarie e 6 secondarie di primo grado, pubbliche e private) guidati da una ventina di entusiasti insegnanti, che hanno coinvolto i ragazzi, hanno partecipato ad una formazione, organizzato le elezioni e individuato i consiglieri, facilitati nei percorsi di espressione partecipata dall associazione Kallipolis. Partner del Comune, oltre alla Regione Fvg Ufficio del Garante dell Infanzia e dell Adolescenza della Direzione Centrale Cultura, Sport e Solidarietà, l Ufficio Scolastico Regionale e Unicef Comitato Provinciale di Trieste. Il percorso educativo (consultabile sul sito del Comune di Trieste), ha visto da gennaio l avvio dei lavori del CCRR, con tre incontri nella sede ufficiale, la scuola Bergamas, e la presentazione al sindaco lo scorso 6 giugno delle proposte sugli spazi cittadini. Un progetto entusiasmante ma anche molto impegnativo, perchè richiede consapevolezza da parte dei ragazzi e a volte un vero cambiamento di mentalità da parte degli adulti che, come recita l articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti dell Infanzia e ilkonraddeipiccoli Il Consiglio Comunale delle ragazze e dei ragazzi a Trieste dell Adolescenza, devono imparare ad ascoltare quello che i ragazzi dicono e a prenderlo molto seriamente: gli stati garantiscono al bambino ( ) il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, ( ) tenendo conto della sua età ( ) Si darà in particolare la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo riguarda (CRC, art. 12), Infine va ribadito che esercitare fin da piccoli il diritto alla partecipazione rafforza l autostima e la capacità di comunicazione, abilità che coincidono con le life skills indicate dall OMS, che devono costituire il fulcro di tutte le iniziative sulla promozione della salute e del benessere di bambini e adolescenti. La vera scommessa del progetto quindi sarà per noi adulti riuscire a riporre nei ragazzi reale fiducia, attribuendo loro dignità di soggetti attivi e competenti, a volte scomodi perché sinceri. 17 Donatella Rocco

18 18 ilkonraddeipiccoli RICREATORI, NIDI E SCUOLE DELL INFANZIA PUBBLICI DI TRIESTE A SERIO RISCHIO Con la protesta di lavoratori e cittadini è partita anche una raccolta di firme con una proposta di soluzione Il servizio educativo è il fondamento della società civile. La centralità del processo formativo è essenziale al mantenimento e al miglioramento dei valori sociali che dovrebbero essere capisaldi di una comunità civile, evoluta e preparata ad affrontare un mondo sempre più complesso. Chi può gestire i servizi educativi se non chi la comunità governa - e dovrebbe governare- per i i diritti di tutti? O vogliamo delegare il futuro della società a soggetti privati che perseguono i loro più o meno sacrosanti obiettivi privati e non certo il bene pubblico, poiché quello non è nel loro statuto ontologico? Il servizio educativo deve restare pubblico perché pubblica è la comunità che ne usufruisce. E pubblica deve restare la responsabilità di accompagnare i bambini ed i ragazzi all interno della società, il che dovrebbe essere il fine ultimo del servizio educativo. Ma di questo ci si dimentica troppo facilmente. Sulla scuola e sull educazione chi investe? Il Governo? La Regione? Il Comune? Eppure è facile il ragionamento secondo cui un paese che crede nella formazione del senso civico e nell appartenenza alla comunità può con successo ricostruire un etica comune e, ad esempio, prevenire la corruzione. Quella stessa che ammorba ogni livello dell amministrazione pubblica. La situazione a Trieste Partiamo da una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime le assunzioni effettuate nel Comparto Unico (nel pubblico) in deroga ai limiti di spesa posti dalla normativa nazionale. Il Comune di Trieste non può più assumere personale a tempo determinato a partire da settembre, causa mancanza di copertura economica. Si rivolge allora alla Regione che stila una proposta di legge regionale che va sottoposta al Governo. La proposta chiede semplicemente una deroga. Da Roma per ora nessuna risposta. C è tempo fino a fine luglio. 250 lavoratori precari dei servizi educativi (Ricreatori, Nidi e Scuole dell infanzia) dopo aver garantito per lunghi anni l erogazione di servizi essenziali per la comunità, a settembre si ritroveranno in strada. Mettendo a rischio 1/3 dei servizi erogati, come spiegano, con estrema chiarezza, i rappresentanti sindacali USB dei lavoratori: Il loro licenziamento comporterà un tracollo dei servizi educativi, che si ritroveranno ridimensionati, smantellati e, ben che vada, parzialmente privatizzati tramite un appalto alle cooperative. Cooperative? Lo spirito cooperativistico ha nobili origini, ma di quelle non si sa quanto sopravvive oggi. I proventi f seguici su facebook vengono destinati ad una equa suddivisione tra lavoratori? La macchina burocratica cooperativistica deve sopravvivere e lo spirito iniziale si è dileguato quasi del tutto. Anche le cooperative, inoltre, sono giuridicamente un soggetto privato. La gestione diretta e pubblica del servizio educativo è irrinunciabile, per i motivi descritti. La soluzione possibile Una soluzione c è e sulla proposta formulata dai lavoratori è partita una raccolta di firme (circa 1800 ad oggi quelle raccolte): Dichiariamo il servizio educativo essenziale ed infungibile (che poi vuol dire insostituibile NdR) nello Statuto comunale. Questo ne garantirebbe la continuazione. Così, dicono ancora i rappresentanti USB, è successo al Comune di Napoli, sindaco De Magistris. Adottando questa prassi, nella città partenopea il servizio educativo continua ad essere pubblico e garantito. È una concreta e funzionale opportunità. Non una dichiarazione di principio. Lo sanno Sindaco, Governatore e Primo ministro? Governo, Regione Friuli Venezia Giulia e Comune di Trieste, ad oggi, in una triade storicamente unica, sono tutti capeggiati da esponenti del centro-sinistra. È l occasione per chiarire concretamente che la sinistra istituzionale maggioritaria non predica bene e razzola male, ma mette in atto ciò che propaganda. Ci hanno detto, durante le ultime campagne elettorali, che formazione, scuola ed educazione andavano rimessi al centro. Ebbene, ora ci diano dimostrazione reale che non si trattava di parole al vento: il caso attuale dei servizi educativi a Trieste è un banco di prova concreto e facilmente verificabile dagli elettori. S. L.

19 , CARSIANA: LA FLORA E GLI AMBIENTI DEL CARSO A disposizione interessanti visite guidate fino al 12 ottobre Prosegue la stagione di visite a Carsiana, il giardino botanico della flora e degli ambienti del Carso. Collocato lungo la strada provinciale tra Sgonico e Gabrovizza, in provincia di Trieste, raccoglie quasi 600 specie vegetali del Carso italiano e sloveno, collocate nei rispettivi ambienti naturali appositamente ricostruiti in una dolina. Centro naturalistico di proprietà della Provincia di Trieste, Carsiana è un luogo ricco di fascino e unico nel suo genere; le attività vengono curate dalla cooperativa Curiosi di natura. Le caratteristiche ecologiche della flora e degli ambienti vengono illustrate tramite visite guidate per adulti e bambini e materiali informativi in italiano, inglese, tedesco e sloveno. Per le famiglie con bambini ogni giorno, durante tutto l orario di apertura, è anche disponibile la caccia al tesoro a sfondo ambientale Talpa od occhio di lince, concepita per stimolare le capacità di osservazione della natura. Nell ambito del progetto Sigma 2, Rete transfrontaliera per la gestione sostenibile dell ambiente e la biodiversità promosso dalla Provincia, a Carsiana è anche visitabile gratuitamente ogni giorno il Giardino mediterraneo. Realizzato di recente, vi sono ospitate delle specie che prediligono gli ambienti caldi dell Istria meridionale, Quarnero e Dalmazia, fino al Mediterraneo. Carsiana è aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13; sabato e i festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso. Fino al 12 ottobre visite guidate i giorni feriali alle ore 10.30, e il sabato e i festivi alle 10.30, e Ingressi interi 3 euro, ridotti 2. Il Giardino botanico si trova a Sgonico, ed è raggiungibile in macchina dall uscita autostradale per Prosecco. Da Trieste ilkonraddeipiccoli 19 si arriva con gli autobus da Piazza Oberdan con 42 e 44 fino, a Prosecco, e poi da lì con la linea 46 fino alla fermata prima di Sgonico. Informazioni Prenotazioni curiosidinatura@gmail.com tel M. B. le illustrazioni di questo numero di konraddeipiccoli sono di Maurizio Stagni Siamo tutti intelligenti BUON VIAGGIO Ci avviciniamo all estate, si va in ferie, e si fanno dei viaggi. Il viaggio funziona così: si parte da un posto e si arriva in un altro posto. Vogliamo andare ad esempio da Milano a Torino? Milano Torino stranamente le due parole hanno entrambe sei lettere, e allora proviamo a fare il nostro viaggio non fra una città e l altra, ma fra una parola e l altra. Mettiamo la regola seguente: si può cambiare una sola lettera alla volta e tutte le parole usate devono avere un senso compiuto. Ecco che il nostro viaggio diventa MILANO MIRANO TIRANO TIRI- NO TORINO. Esiste un viaggio più breve che collega le due città? Non lo so, ma non credo sia possibile. Le parole di partenza e arrivo non devono essere necessariamente due nomi di città: andiamo da NUOTO a TUFFI? NUOTO RUOTO RUTTO RATTO TATTO TANTO TANFO TANFI BANFI BAFFI BUFFI TUFFI. Si può passare più facilmente da un animale ad un altro. Esempi. Da LEONE a TIGRE: LEONE LEONI LEGNI SEGNI SOGNI TOGNI TOGNA TIGNA PIGNA PIGRA PIGRE TIGRE. Da POLLO a GALLO: POLLO COLLO COLTO MOL- TO MALTO MALLO GALLO, ma anche POLLO COL- LO CALLO GALLO. Da CORVO a CERVO: CORVO CERVO. Con questo ultimo esempio abbiamo visto che esistono anche giochi adatti ai pigri come me. Però per i lunghi viaggi in auto è meglio usare coppie che non hanno lettere in comune, come CORVO-TIGRE. Ci sono poi TESTA-PIEDI, ARANCE-LIMONI, GATTO- PESCE, o terne come ROSSO-VIOLA-VERDE e tutte quelle che vi verranno in mente. Buon viaggio! Giorgio Dendi

20 20 L ITALIA CHE PIANGE SE STESSA MOSE è l acronimo per Modulo Sperimentale Elettromeccanico, un progetto avviato nel 2003 il cui costo iniziale, approvato nel 2002 dal Magistrato delle acque, ammontava a milioni di euro, con previsione L ennesimo malaffare, tutto italiano, dietro a EXPO e MOSE di fine lavori per il Nel 2005 il costo complessivo viene aggiornato a milioni e la previsione di fine lavori slitta a fine Nel 2010 il Magistrato delle acque certifica un ulteriore aumento di costo per 1,2 miliardi di euro e l ulteriore slittamento della consegna dei lavori a fine L intero progetto è finanziato con risorse pubbliche statali, cioè denaro dei contribuenti. Il MOSE è solo l ultimo esempio, in ordine di tempo, di una gestione inappropriata del denaro pubblico. Lo scandalo dell EXPO sembra un pallido ricordo, sebbene sia esploso soltanto un mese prima. Per l EXPO, riuscire a trovare la previsione di spesa è un impresa. Le cifre variano tra i 7 ed i 14 miliardi di euro. Più precisamente nel 2008 viene calcolato un costo di 7 miliardi, per passare agli 11,8 del 2011 e per concludere con le previsioni attuali di 14 miliardi. Già questa informazione fa capire quanto sia facile spendere i soldi pubblici senza preventivi certi, chiari e stabili. Quale privato accetterebbe un approssimazione del 100% nella stima di preventivi di spesa e una data di consegna dell opera così incerta? A cosa sono dovuti i rincari del 60 o del 100%? Previsioni di spesa sbagliate? Preventivi sommari? Nel settore privato se ci sono ritardi nella consegna dei lavori scattano delle penali, in modo da incentivare il rispetto dei termini contrattuali, ed il valore pattuito non subisce flessioni. Ma per la cosa pubblica non valgono gli stessi principi. Tanto che problema c è. Se i soldi non bastano aumentiamo le tasse, inventiamo una Tarsu, Tares, Ici, Imu; basta un po di fantasia per spaventare i contribuenti indicando l incidenza della nuova pressione fiscale e, dopo qualche giorno, ritoccare al ribasso la percentuale della nuova imposta, così sono tutti contenti. Sebbene MOSE ed EXPO abbiano finalità diverse, di salvaguardia e protezione il primo, di esposizione ed immagine il secondo, in comune hanno la provenienza delle risorse finanziarie, e la gestione delle risorse, affidate ad una classe politica che evidentemente non ha le capacità o l interesse per farlo. É oramai evidente, dati i reiterati casi giudiziari scoppiati intorno alla realizzazione delle opere pubbliche, che il sistema non funziona. E non funziona per la tendenza tipicamente italiana a privilegiare non il merito, l efficienza, le capacità, l economicità intesa come capacità di realizzare il massimo vantaggio con il minor dispendio di energie ma l interesse personale e la creazione di reti vantaggiose solo per pochi. Inoltre c è la percezione che se il denaro è pubblico non appartenga a nessuno e pertanto dilapidare risorse finanziarie, anche semplicemente attraverso contratti troppo elastici, non sia così grave. Ma il debito pubblico parla chiaro, purtroppo. Poiché stiamo parlando di inclinazioni umane, sono sempre più convinta che sia il caso di incrementare le risorse a favore dell educazione e formazione, intese nel senso più ampio del termine. Piuttosto che aumentare i controlli, creare nuove regole e procedure di aggiudicazione degli appalti, si potrebbe cominciare con il rendere partecipative tutte le informazioni, in ogni fase di proposta, realizzazione e avanzamento di un progetto, attraverso la possibilità di visionare on line i diversi progetti e relativi budget proposti dai fornitori interessati all appalto, le motivazioni di aggiudicazione, i contratti, le scadenze, i disegni tecnici, i pareri degli esperti, etc. Ogni progetto diventerebbe trasparente con possibilità di diventare al contempo formativo, ad esempio per gli studenti. Questo significherebbe coinvolgere i cittadini sulle questioni attinenti la gestione della cosa pubblica. Significherebbe aumentare la trasparenza e ridurre così il potere di quei membri della classe politica, burocratica ed economica tentati ad ingrossare il portafoglio personale. Molte aziende lamentano l assenza di liberismo, ma il vero liberismo comporterebbe una partecipazione ridotta dello Stato nella vita economica del Paese e una più incisiva capacità nello svolgimento delle sue funzioni: legislativa, esecutiva e giudiziaria. Per concludere vorrei ricordare, riferendomi in particolare all EXPO, che il senso di un opera di interesse comune sta nella sua capacità di favorire il benessere del numero più vasto possibile di persone e per il maggior tempo possibile. Ed il benessere non equivale al PIL;; questo è solo uno degli indicatori usati per quantificarlo. Il benessere include la capacità di spesa, la salute, la possibilità di conciliare vita e lavoro, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca ed innovazione, qualità dei servizi istruzione e formazione. L Italia non riparte perchè non investe sul benessere del Paese, ma spende cercando al contempo di mantenere in piedi un sistema che è la causa del suo male. Simonetta Marenzi Musica LA MUSICA, LINGUAGGIO UNIVERSALE OLTRE OGNI BARRIERA Due Festival internazionali in Regione (e oltre) La musica arriva al cuore delle persone in modo diretto, indistintamente, forse di più rispetto ad altre forme d arte o di comunicazione ed espressione. E lo sa bene l Associazione Progetto Musica, che da vent anni promuove la musica come linguaggio universale che trascende i confini fisici, immateriali, linguistici e culturali. Nei Suoni e Nei Luoghi (12 luglio - 27 dicembre), giunto alla sua XVI edizione propone 28 concerti in diversi Comuni del Friuli Venezia Giulia ai quali si aggiungono una tappa in Slovenia e tre nel Veneto orientale. Il carattere internazionale e interregionale del festival è dato dalla collaborazione con il Kulturni Dom di Nova Gorica, alla sua capacità di portare in Italia le eccellenze delle Accademie dei Paesi Balcanici e alla collaborazione con la Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro. In calendario orchestre jazz, ampie e originali formazioni cameristiche, ensemble strumentali, che proporranno un repertorio prevalentemente classico con qualche incursione nel contemporaneo. Ad impreziosire il già ricco programma, è l offerta enogastronomica di assaggi locali, affiancata da eventi a tema. Lunedì 14 luglio alle ore 21 al Giardino del Castello di Udine si espanderanno le sonorità di Stefan Milenkovich & Marko Hatlak Tango Compás: un progetto che vede Milenkovich, violista precocisssmo, e il versatile fisarmonicista Hatlak, collaborare con Marko Črnčec (piano) e Luka Herman Gaiser (contrabbasso). L inaugurazione del Festival si terrà il 10 luglio alle ore 21 alla Casa della Comunità di Conoglano (Cassacco, UD) con il trio Bossa Nova. Promozione del territorio e attenzione ai giovani sono le radici di Echoes (1 luglio - 28 agosto) Festival Musicale Transfrontaliero che porterà

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