Articolo 32 della Costituzione - Diritto alla salute - e riforme in sanità Rosario Calanni Avvocato

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Articolo 32 della Costituzione - Diritto alla salute - e riforme in sanità Rosario Calanni Avvocato"

Transcript

1 Articolo 32 della Costituzione - Diritto alla salute - e riforme in sanità Rosario Calanni Avvocato L articolo 32 della Costituzione Italiana, nel sancire la tutela della salute come diritto fondamentale dell individuo e interesse della collettività, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità; atteso che il mantenimento di uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l uomo, anche preminente interesse della collettività. Sul piano giuridico si ha che tale norma è, nel contempo: a) programmatica in quanto impegna il legislatore a promuovere sul piano, oltre che della ricerca e della sperimentazione, anche burocratico-organizzativo, idonee iniziative volte all attuazione di un compiuto sistema di tutela adeguato alle esigenze di una società che cresce e che progredisce; b) precettiva in quanto l individuo, come cittadino, vanta nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della propria salute intesa non solo come bene personale, ma anche come bene dell intera collettività. Il governo della sanità nel tempo, ha fatto ricorso a diversi sistemi e discipline, a seconda della interpretazione data all articolo 32 della Costituzione Italiana. La tutela della salute invero, ritenendosi che l articolo 32 della Costituzione avesse solo contenuto programmatico e non anche precettivo, è stata in un primo momento garantita dal sistema mutualistico la cui fonte era costituita dall articolo 38 della stessa Costituzione che, fondandosi sulla obbligatorietà dell assicurazione sociale contro le malattie in favore dei lavoratori e dei pensionati, garantiva, al verificarsi del rischio di malattia, appropriate cure agli assistiti. Tale sistema garantiva, però, l assistenza ai soli iscritti (lavoratori in attività di servizio, loro familiari e, di converso, anche pensionati e loro familiari) con esclusione di ogni altro soggetto non ricompreso nelle categorie suddette e con oneri a totale carico dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori tenuti al versamento di specifici contributi. L assistenza erogata era, inoltre, limitata alle sole cure riferite alla patologia insorta e non comprendeva prestazioni di riabilitazione e di recupero. 1

2 Parallelamente, per il tramite degli Enti Locali e talune istituzioni all uopo istituite (Consorzi sanitari, Laboratori Igiene e Profilassi, ecc.), iniziarono a svilupparsi iniziative di sanità pubblica indirizzate alla collettività (prevenzione), ed a soggetti particolarmente bisognosi iscritti in apposite liste (condotta medica e domicilio di soccorso) la cui fonte era costituita dalla legge 5843 del 1888 (legge Crispi) e successive integrazioni. Tale sistema di governo della sanità, iniziatosi sul finire dell ottocento durò fino alla metà degli anni settanta. Successivamente, il disposto di cui all articolo 32 del dettato costituzionale, in sede di ulteriore interpretazione, venne considerato non solo programmatico, ma anche immediatamente precettivo con la conseguenza che il diritto vantato dall individuo alla tutela della salute era da considerarsi assoluto e fondamentale in quanto finalizzato al mantenimento della propria integrità fisica e, pertanto, meritevole di tutela prioritaria con diritto a qualsiasi prestazione assistenziale. Da ciò l obbligo dello Stato a fornire ogni servizio ritenuto utile, essenziale e indispensabile alla tutela della salute mediante l utilizzazione di risorse necessarie e senza alcuna limitazione. Venne così istituito, con la legge 833 del 1978, il Servizio Sanitario Nazionale che, colmando una grossa lacuna nel nostro ordinamento (ossia la mancanza di una disciplina ordinata ed articolata in una materia, quale quella sanitaria, disciplinata dalla Costituzione), avviò per la prima volta nel paese, un processo di riordino della sanità dai contenuti fortemente innovativi rispetto al passato e di grande significato sul piano dei valori e dei principi. La tutela della salute, assumendo un contenuto essenzialmente precettivo, oltre che programmatico, venne così estesa a tutti e non fu più limitata a talune categorie (lavoratori, pensionati, loro familiari e soggetti particolarmente bisognosi privi di tutela assicurativa obbligatoria). Il Servizio Sanitario Nazionale è infatti definito dalla stessa legge che lo ha istituito, come il complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione alcuna e secondo modalità che assicurino l eguaglianza dei cittadini verso il servizio. Sul piano dei contenuti vennero così, solennemente ad affermarsi i principi della generalità dei destinatari (tutti i cittadini indistintamente), della globalità delle prestazioni (prevenzione, cura e riabilitazione) e della uguaglianza di trattamento. Principi che costituiscono le fondamenta e l essenza di un moderno sistema finalizzato alla tutela e salvaguardia della salute dei singoli e dell intera collettività. 2

3 Il Servizio Sanitario Nazionale venne quindi, articolato sul territorio, in Unità Sanitarie Locali intese quali organi di gestione, privi di personalità giuridica, strettamente vincolati ad una gestione tecnico-amministrativa di natura politica. Ogni Unità Sanitaria Locale aveva, infatti, propri organi (Presidente, Comitato di Gestione ed Assemblea Generale) di estrazione essenzialmente partitica, mentre, sul piano operativo, i nuovi organismi si avvalevano delle strutture e dei servizi ereditati dal pregresso sistema mutualistico, dagli Enti Locali e dagli ospedali con oneri a totale carico dello Stato previa istituzione di uno specifico fondo (Fondo Sanitario Nazionale). Il dare tutto a tutti in modo spesso disarticolato, disomogeneo, frammentario, la mancanza di un reale collegamento tra politica sanitaria e politica finanziaria e l inserimento delle Unità Sanitarie Locali nell ordinamento degli Enti Locali gestite con le procedure, i tempi e l eccessiva burocrazia degli enti territoriali portarono presto l intero sistema a momenti di profonda crisi e di rottura sul piano organizzativo, erogativo e finanziario, oltre che ad indebitamenti non sempre giustificati da interventi appropriati e necessari. Per tale ragione, verso la fine degli anni ottanta si avvertì la necessità di un ulteriore riordino della sanità per meglio assolvere le finalità perseguite ed armonizzare l intero sistema attesa la complessità e la particolarità della materia. Le spinte riformatrici portarono, così, ad interpretare diversamente l articolo 32 ritenendo che il principio enunciato fosse relativamente precettivo nel senso che il cittadino vanta pur sempre un diritto alla tutela della salute, ma che tale diritto non è assoluto, ma relativo in quanto limitato, di fatto, dalle risorse economiche a tale fine destinate. Tali spinte riformatrici caratterizzarono il finire degli anni ottanta e l inizio degli anni novanta e portarono, fermo restando i principi di generalità, globalità ed uguaglianza, ispiratori della prima riforma ex legge numero 833/78, ad una ulteriore revisione del Servizio Sanitario Nazionale operata coi decreti legislativi 502/1992 e 229/1999 e successive integrazioni e modificazioni, il cui assetto organizzativo venne profondamente innovato con l aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali. Le Aziende U.S.L. più precisamente, sono state dotate di personalità giuridica pubblica, di autonomia imprenditoriale, di strumenti operativi innovativi largamente mutuati dal settore privato (gestione per obiettivi, contabilità economica, contabilità analitica per centri di costo e di responsabilità, controllo di gestione, rilevazione e misurazione dei costi e dei risultati) e improntando la gestione delle risorse economiche, strumentali ed umane a criteri di efficienza, efficacia ed economicità. Le vecchie Unità sanitarie locali vennero soppresse e al loro posto vennero costituite nuove aziende con la distinzione delle stesse in Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere. 3

4 Le prime sono chiamate ad erogare prestazioni sanitarie in un contesto territoriale ben definito dalle rispettive Regioni. Le prestazioni erogate sono fornite da strutture pubbliche e private accreditate presso il Servizio Sanitario Nazionale o sono prodotte dalle stesse aziende, come nel caso di prestazioni specialistiche ambulatoriali od ospedaliere. Le stesse sono, inoltre, chiamate a gestire direttamente tutta una serie di servizi preposti ad attività finalizzate alla prevenzione ed alla riabilitazione nei diversi campi e con riferimento ai diversi utenti (anziani, tossicodipendenti, malati psichici, ecc.). Le aziende sanitarie sono, altresì, chiamate a garantire i livelli essenziali di assistenza quali definiti dal piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute espresso, dell equità nell accesso all assistenza, della qualità della cura, della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell economicità nell impiego delle risorse disponibili per il miglior uso possibile delle stesse in un contesto fortemente caratterizzato da bisogni crescenti a fronte di risorse non sempre sufficienti a garantire risposte immediate e rispondenti alle attese. Il finanziamento non è, pertanto, più in relazione alla quantità delle prestazioni erogate, ma per quota capitaria in relazione, cioè, al numero dei cittadini ricompresi nel bacino di utenza delle singole aziende locali. Da qui la necessità di programmare le attività fissando priorità ed obiettivi specifici al fine di meglio utilizzare le risorse disponibili, eliminare le aree di spreco e massimizzare sia l efficienza gestionale (volta a conseguire un maggior livello di risultati a parità di risorse utilizzate) che l efficacia gestionale (tendere al maggior grado possibile di ottenimento del risultato). Le Aziende Ospedaliere sono invece chiamate a produrre prestazioni sanitarie di ricovero ed ambulatoriali specialistiche e la loro attività è remunerata a prestazione (DRG e tariffe predeterminate). Tali Aziende sono diversamente dimensionate non tanto con riferimento al bacino di utenza quanto in relazione al tipo ed alla complessità della prestazione prodotta. Per tale ragione le aziende ospedaliere sono state distinte in centri di riferimento provinciale, regionale o nazionale. Nel riordino cambiano anche gli organi di gestione; non più organi di nomina politico-partitica, ma organi tecnici monocratici (Direttore Generale col supporto, ciascuno, di un Direttore Sanitario e di un Direttore Amministrativo) unici responsabili della gestione aziendale. Il Direttore Generale è nominato dalla Regione e viene scelto tra dirigenti, pubblici e privati, che, ritenuti idonei all incarico da parte di apposita commissione, risultano inseriti in uno specifico elenco periodicamente aggiornato. 4

5 Il Direttore Generale, una volta nominato, all atto del suo insediamento sceglie, poi, i Direttori Sanitario e Amministrativo che lo affiancheranno nella gestione dell azienda. Va ancora osservato che il processo di aziendalizzazione iniziatosi con il decreto legislativo 502/92 (che rappresenta la seconda fase del riordino del Servizio Sanitario Nazionale istituito con la legge 833/78) e continuato con il decreto legislativo 229/99 (che, come noto, costituisce la terza fase del riordino del Servizio Sanitario Nazionale con la previsione, in particolare, che l organizzazione ed il funzionamento delle aziende sanitarie siano disciplinati con atto aziendale di diritto privato adottato dalle stesse aziende), è tuttora in corso con l approntamento di nuove regole e la previsione di ulteriori aggiustamenti richiesti dall evolversi della società e del bisogno di salute manifestato, con sempre maggiore intensità, dai singoli e dall intera collettività. L esigenza di coniugare costantemente la domanda crescente di salute, propria di una società che si evolve e mira al conseguimento del massimo benessere possibile, con la limitatezza delle risorse disponibili, circostanza questa comune ad ogni società civile, porta necessariamente ad un nuovo modo di pensare l assistenza sanitaria. La spesa del Servizio sanitario nazionale (S.S.N.) è quella sostenuta dalle strutture pubbliche del S.S.N. (Aziende unità sanitarie locali e Aziende ospedaliere), da quelle private accreditate (tra cui Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico IRCCS e Policlinici universitari, sia pubblici che privati) e da altri enti (tra cui Croce rossa italiana, Istituti zooprofilattici sperimentali) per l erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), così come individuati dal D.P.C.M. del 29 novembre 2001, e per il raggiungimento di altri specifici obiettivi di sanità pubblica previsti dalla vigente legislazione. Non si ricomprendono, pertanto, i costi sostenuti dai cittadini per acquisti di prestazioni sanitarie presso strutture private non accreditate. Attualmente, il finanziamento del S.S.N. proviene, per il 95% circa, dall imposizione fiscale diretta (sui redditi delle imprese e delle persone fisiche) e da quella indiretta (sui consumi) e, per la rimanente parte, da ricavi ed entrate proprie delle varie aziende sanitarie nonché dalla compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria pubblica. In particolare, dopo l entrata in vigore del decreto legislativo 56/2000 sul federalismo fiscale le fonti di finanziamento del S.S.N., in relazione alla loro origine, sono rappresentate da: a) risorse regionali, quali IRAP e addizionale IRPEF, compartecipazione all IVA, accise sulla benzina, ulteriori trasferimenti dal settore pubblico (regioni, province, comuni, etc.) e da quello privato, risorse proprie delle aziende sanitarie (tra cui i ticket versati dai cittadini); b) risorse statali, quali il Fondo Sanitario Nazionale per il finanziamento di quota parte dei costi per i LEA delle sole regioni Sicilia e Sardegna, per quelli derivanti da accordi inter- 5

6 nazionali, dal funzionamento di alcuni enti particolari del S.S.N. e dalla realizzazione di specifici obiettivi previsti da leggi speciali. In base alla normativa in vigore, le regioni Valle d Aosta e Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e di Bolzano provvedono al finanziamento dell assistenza sanitaria pubblica esclusivamente con risorse a carico dei propri bilanci senza alcun onere a carico dello Stato, mentre le regioni Sicilia e Sardegna devono concorrere al fabbisogno finanziario suddetto con ulteriori proprie risorse. Sotto il profilo finanziario, si è assistiti, nel corso degli anni, attraverso numerosi interventi del legislatore nazionale e regionale, a diverse modalità di approvvigionamento delle risorse necessarie per far funzionare le diverse strutture sanitarie presenti sul territorio nazionale. Diverse sono state anche le relative implicazioni: si è passati, infatti, da strutture erogatrici di servizi sanitari caratterizzati da deresponsabilizzazioni latenti, con lo Stato impegnato nella costante opera di appianamento, a strutture dotate di una sempre maggiore autonomia cui fa da contraltare un aumento delle responsabilità in capo agli organi di vertice. È necessario precisare che l aziendalizzazione, avviata col decreto legislativo 502/1992 e perfezionata con il decreto 229/1999, non ha l obiettivo di far risparmiare il S.S.N., in quanto la riforma mira piuttosto a far sì che vengano consumate tutte le risorse comprese nei fondi sanitari regionali: infatti, nessun soggetto istituzionale richiede delle restituzioni di eventuali risparmi sul fondo sanitario regionale. L obiettivo del legislatore è che le risorse vengano consumate interamente, ma che nel fare ciò si riesca a massimizzare il beneficio sociale complessivo che si è in grado di estrarre dalle risorse definite. Se l obiettivo non è il risparmio, ma l ottimizzazione sociale delle risorse date, le politiche e le scelte operative dovrebbero ispirarsi ai seguenti tre principi: 1. Ricerca sistematica e strutturata di prestazioni e servizi efficaci Il solo aumento delle prestazioni sanitarie non garantisce un aumento della salute complessiva, ciò può essere, invece, sicuramente favorito dalla ricerca dell efficacia. Perciò è necessario ripensare gli strumenti di gestione che non dovranno più essere concentrati su aspetti quantitativi della dinamica produttiva, ma dovranno essere capaci di indirizzare verso la qualità e l efficacia complessiva dell azione medica, senza quindi limitarsi a favorire la massimizzazione dei volumi o la sola riduzione dei costi. 2. Nel caso di efficacia paragonabile, ottimizzazione del rapporto efficacia-costi Volendo massimizzare il beneficio complessivo di risorse date non basta ricercare le prestazioni e i servizi più efficaci e sostituirli con quelli inefficaci, ma laddove tale efficacia risulti paragonabile, individuare il percorso che massimizzi il rapporto efficacia-costi. 6

7 Ciò non rappresenta un problema se l efficacia di due soluzioni operative alternative è la stessa, lo può viceversa rappresentare laddove vi sia un modesto differenziale di efficacia correlato ad un significativo differenziale di costo. Necessaria, in quest ultima ipotesi, una valutazione dell utilità alternativa che si potrebbe ottenere optando per la soluzione meno costosa, ma al tempo stesso meno efficace: se il differenziale di costo consente l erogazione di prestazioni e servizi in altri ambiti molto più utili rispetto al differenziale di efficacia a cui si rinuncia, si potrebbe optare per la soluzione meno efficace, altrimenti vale il contrario. 3. In caso di insufficienza delle risorse, esplicitazione della questione sulle priorità sociali Sono possibili situazioni in cui a fronte di bisogni infiniti vi sia un ammontare scarso di risorse da impiegare. Ciò induce a dei pesanti conflitti etici. In effetti la scelta e il conflitto etico fanno parte del bagaglio di esperienze degli attori del S.S.N. (infatti, un cardiochirurgo con un anno di lista d attesa è costantemente chiamato a scegliere tra urgenze, semi-urgenze e attese ordinarie): costoro, a fronte di quanto richiede la nuova logica del S.S.N., dovranno maggiormente esplicitare questo loro bagaglio di esperienze al fine di evitare scelte implicite o non analizzate, che potrebbero non ottimizzare il beneficio sociale. Il contenimento della spesa passa necessariamente attraverso la responsabilizzazione economica di ogni livello istituzionale e l abolizione di qualsiasi meccanismo di finanziamento a pié di lista. Orbene, a circa dodici anni, dall emanazione del decreto legislativo 502/1992, e a cinque dal 229/1999, possiamo riscontrare quattro modelli regionali presenti nel S.S.N.: 1) il modello a centralità Azienda U.s.l.; 2) il modello a centralità regionale; 3) il modello a separazione tra acquirenti e fornitori; 4) il modello conservatore o di transizione. Nel primo modello (tipico delle realtà evolute del centronord quali: Veneto, Emilia, Toscana) l azienda U.s.l. ha la doppia funzione di erogatore diretto di prestazioni e di acquirente di prestazioni. In questo sistema, infatti, la quasi totalità dei servizi e in particolare quelli ospedalieri sono integrati all interno dell Aziende U.s.l.. Essa è finanziata mediante quota capitaria pesata, per cui, al livello dei rapporti Aziende-Regione, si ripropone la stessa modalità prevista nel rapporto Stato-Regioni.= L azienda U.s.l. ha, poi, l onere di pagare la mobilità sanitaria in uscita dei propri residenti. 7

8 Nel modello a centralità regionale (Sicilia e altre piccole regioni, inizialmente) la Regione appunto finanzia i produttori con il meccanismo della tariffa per prestazioni. La Regione sotto tale profilo, ha tre opzioni: - Negoziare con ogni produttore il mix e i volumi delle prestazioni, stabilendo, a priori, cosa e quanto ogni Azienda deve erogare; - Imporre ad ogni produttore un tetto di finanziamento massimo, riservandosi poi di influire sulle tariffe (rendendo più appetibili alcune e meno convenienti altre), affinché si realizzino mix di prestazioni giudicati virtuosi dalla Regione; - Fissare un tetto finanziario massimo all insieme dei produttori, in modo tale da spingerli a «dividersi» il mercato e le relative risorse e ad autodeterminare, dal basso, un tetto di finanziamento per ogni produttore. Il terzo modello esprime la realtà perseguita dalla Regione Lombardia, la quale ha tentato di realizzare una separazione tra acquirenti e fornitori. L Azienda U.s.l. è finanziata a quota capitaria, ma non eroga prestazioni ospedaliere e specialistiche, in quanto le relative funzioni sono state scorporate da essa. Le uniche funzioni che l Azienda U.s.l. svolge sono quelle di igiene pubblica e veterinaria, di medicina di base, e sociosanitarie. Compito dell Azienda U.s.l. è pagare le prestazioni erogate dalle aziende di produzione pubbliche e private. Il modello conservatore infine, è tipico di quelle Regioni che non sono state in grado di modificare il sistema di finanziamento del passato per mancanza di strumenti di supporto gestionale e della relativa cultura (Lazio, Sardegna, Campania), per cui continuano a finanziare le aziende in base al costo storico che a fine esercizio si trasforma sistematicamente in un ripiano a piè di lista. Il sistema tariffario costituisce, dunque, il rovescio della medaglia del sistema di finanziamento: determina il passaggio ad un sistema di introiti non più a corpo, bensì a misura, da un modello di gestione a consuntivo ad uno a budget, esteso non solo agli aspetti finanziari, ma anche all analisi strutturale, dei risultati e della qualità. In sintesi, un sistema più razionale. Grazie a questi meccanismi di finanziamento, le Aziende U.s.l. possono esprimere la loro responsabilizzazione nel momento in cui le Regioni specificano i livelli assistenziali con riferimento al volume atteso di prestazioni in termini di qualità e quantità, in relazione alle quote capitarie di finanziamento. L obiettivo di perseguire l efficienza nell utilizzo delle risorse è connesso al superamento dei sistemi di pagamento di tipo retrospettivo o a pié di lista, i quali, rimborsando la 8

9 totalità dei costi sostenuti dai soggetti erogatori, risultano essere deresponsabilizzanti e non induttivi di comportamenti efficienti. La discussione sempre accesa sui differenti modelli regionali, tema questo destinato a riscaldarsi ulteriormente col progredire dei processi di federalismo e devolution, rischia di defocalizzare l attenzione, nel tentativo di dimostrare la validità di un modello rispetto ad una altro, da un diverso aspetto del problema: quello della coerenza interna del modello stesso. Non basta infatti esplicitare un modello per garantirne il funzionamento in astratto; è necessario che le scelte conseguenti siano coerenti col modello di riferimento. A complicare il quadro, c è poi da precisare che i vari modelli non sono da interpretare come scatole chiuse, ma come una sorta di continuum da un estremo all altro. La regione Emilia Romagna, che pur mantiene il modello a centralità Aziende U.s.l. come finanziamento, ha poi configurato l organizzazione interna delle Aziende Sanitarie stesse come a separazione tra committenza e produzione - per inciso è quanto contenuto nella linee guida all Atto Aziendale della Regione Campania - modello questo che agisce trasferendo, in ambito aziendale, la separazione acquirente/ fornitore della Lombardia. E la regione Toscana, con le aree vaste, ha reinterpretato i riferimenti relativi alla mobilità infraregionale; e con le società della salute sostanzia la forte opzione sul sociosanitario. Quello che va in ogni caso stigmatizzato, è che il pagamento sullo storico rappresenta davvero la sconfitta del cambiamento, perché inquina i vettori del management aziendale, determinando, come avviene in Campania, distorsioni profondissime e rischio di autentici disastri economici. Non bisogna dimenticare che, essendo l intenzione di fondo del legislatore quella di contenere gli sprechi e di porre un limite alla spesa sanitaria pubblica, la cui crescita abnorme è dovuta in buona parte alla presenza di inefficienze varie, occorre definire strumenti di controllo che, in assenza di una effettiva e chiara possibilità di valutazione dell output prodotto dai medici, consentano la responsabilizzazione dei professionisti circa l utilizzo delle risorse in relazione ai risultati che vogliono ottenere. Uno di questi strumenti può essere l Activity Based Management, che consente di associare ad ogni prodotto/processo un costo. Si supera così la visione del controllo inteso quale attività contabile-amministrativa, e si giunge a considerarlo mezzo che spinge verso un miglioramento continuo della performance. Ma lo strumento principe risulta naturalmente essere il budget che è, al tempo stesso, la novità più rilevante della riforma ter del Servizio Sanitario Nazionale. 9

10 Il legislatore sembra aver in questo modo fatto proprie le osservazioni di quanti ritenevano che una gestione efficiente del servizio non può prescindere dall attività di chi quel servizio è chiamato ad offrire. La gestione aziendale delle U.s.l. inoltre, basata su una logica budgetaria di contrattazione degli obiettivi e di verifica dei risultati voluta dal decreto legislativo 502/1992, richiede, necessariamente, un articolazione dell assetto delle responsabilità, coerentemente con i livelli di autonomia decisionale attribuiti ai singoli dirigenti. L adozione del sistema di budget è una scelta che accoglie i rilievi e i suggerimenti espressi da gran parte della letteratura di settore, ma non bisogna cadere nella facile illusione che tale scelta rappresenti la soluzione di tutti i problemi della sanità. Certo il budget è uno strumento potentissimo, in grado di responsabilizzare tutti i livelli aziendali, con il prevedibile conseguente ritorno in termini di contenimento della spesa sanitaria ma, soprattutto, in termini di appropriatezza sia clinica che di ambito di cura. In questa opzione, il raccordo con la medicina generale e i pediatri di libera scelta risulta fondamentale, sostanziandosi tale accezione strategica come l effettivo salto di paradigma culturale prima e poi gestionale. Occorre però che il budget, che nasce nell esperienza economica privata, non sia inquinato dalle logiche spesso verticistiche che caratterizzano il servizio pubblico. Tale strumento deve rimanere quello che è, ossia il frutto della negoziazione di obiettivi e di risorse che servono a raggiungere tali obiettivi, e non deve essere invece, imposto dall alto: così facendo, infatti, si crea un rifiuto da parte di coloro che sono i destinatari delle risorse, i quali vengono disincentivati a tenere un comportamento più consono all esigenza di economicità del servizio sanitario. Il budget deve essere invece, uno strumento che preveda una negoziazione diffusa all interno dell Azienda e che consenta di meglio governare il forte fabbisogno di integrazione e di coordinamento proprio delle Aziende sanitarie, in cui non c è quasi mai un autonomia assoluta di centro di responsabilità nel produrre un bene o un servizio, ma si evidenziano molteplici relazioni di interdipendenza. Il budget non può essere inteso in senso restrittivo, come mero strumento di controllo, bensì dovrebbe assurgere al rango di vera e propria filosofia di gestione (la sua importanza è stata tra l altro esplicitata, in quanto rende possibile una gestione per processi), è sicuramente un mezzo potente per il coordinamento di attività complesse. Ciò permette che i «centri di responsabilità» esplicitino: - sia gli obiettivi che si propongono di raggiungere; - sia i programmi, ossia le azioni con cui ottenere questi obiettivi; 10

11 - sia le risorse necessarie e richieste. La forza del budget sta appunto nell evidenziare il rapporto tra risorse impiegate e risultati ottenuti, nonché nel mantenimento dell equilibrio tra responsabilità ed autonomia dei singoli professionisti e nell aumento della partecipazione di diversi soggetti ad importanti momenti decisionali. Per questi motivi il sistema di budget si dimostra perfettamente coerente all interno di un sistema organizzativo basato sull autonomia e sulla discrezionalità. È necessario, infine, aggiungere che il budget non deve assurgere a strumento utilizzato per punire i professionisti inadempienti o semplicemente inefficaci, in quanto, in primis, tale possibilità è contrattualmente impraticabile (salvo che per giusta causa). L obiettivo invece, deve essere inteso nella necessità di far crescere professionalmente tutti i membri dell Azienda, valorizzando e riempiendo di contenuti positivi lo spazio immenso dell autonomia professionale, per riuscire a sviluppare i comportamenti dei singoli e dell Azienda. 11

DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA SALUTE

DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA SALUTE DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA SALUTE ART. 32 COSTITUZIONE ART. 32 COSTITUZIONE La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite

Dettagli

IL FINANZIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE. Dott.ssa Laura Gatto

IL FINANZIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE. Dott.ssa Laura Gatto IL FINANZIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE Dott.ssa Laura Gatto IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE Il SSN è lo strumento operativo per garantire la tutela della salute. Il SSN è costituito dal complesso

Dettagli

Le leggi di riordino del SSN: l aziendalizzazione

Le leggi di riordino del SSN: l aziendalizzazione Le leggi di riordino del SSN: l aziendalizzazione Stefano Tardivo Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica Università degli Studi di Verona Legge 833/78 Principi guida del SSN (art. 2, 3 e 32 della Costituzione):

Dettagli

EVOLUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

EVOLUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE EVOLUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Elementi di politica sanitaria Annalisa Ornaghi 1 Obiettivi: Fornire un quadro concettuale di riferimento per la comprensione del SSN; Descrivere il funzionamento

Dettagli

La Legge 833/78. Sotto il profilo tecnico le più importanti innovazioni nell'istituzione del SSN sono rappresentate da: l'unificazione dei numerosi

La Legge 833/78. Sotto il profilo tecnico le più importanti innovazioni nell'istituzione del SSN sono rappresentate da: l'unificazione dei numerosi La Legge 833/78. Sotto il profilo tecnico le più importanti innovazioni nell'istituzione del SSN sono rappresentate da: l'unificazione dei numerosi Enti che in epoca pre-riforma assicuravano la prevenzione

Dettagli

APPROPRIATEZZA EFFICACIA EFFICIENZA in Sanità

APPROPRIATEZZA EFFICACIA EFFICIENZA in Sanità Corso di Alta Formazione Modulo 2 APPROPRIATEZZA EFFICACIA EFFICIENZA in Sanità Dott.ssa F.Camilli Il Paradigma della gestione della qualità ECONOMICITA EFFICIENZA EFFICACIA Economicità Per ogni tipologia

Dettagli

ETICA DEI COMPORTAMENTI E UMANIZZAZIONE DELL ASSISTENZA NELLE AZIENDE SANITARIE

ETICA DEI COMPORTAMENTI E UMANIZZAZIONE DELL ASSISTENZA NELLE AZIENDE SANITARIE ETICA DEI COMPORTAMENTI E UMANIZZAZIONE DELL ASSISTENZA NELLE AZIENDE SANITARIE SEMINARIO DI ALTA FORMAZIONE L ETICA NELLE PROFESSIONI SANITARIE. ROMA 6 MAGGIO 2013 Elio Borgonovi Università Bocconi UNA

Dettagli

EVOLUZIONE ORDINAMENTO SANITARIO ITALIANO

EVOLUZIONE ORDINAMENTO SANITARIO ITALIANO EVOLUZIONE ORDINAMENTO SANITARIO ITALIANO 1865 Obbligatorietà dei Comuni assistenza ai poveri 1888 Legge Crispi Pagliani organizzazione sanitaria; riconoscimento giuridico della condotta medica; assistenza

Dettagli

IL PROGETTO MATTONI DEL SSN

IL PROGETTO MATTONI DEL SSN IL PROGETTO MATTONI DEL SSN Corso: Bioingegneria Docente: prof. Mauro Giacomini INTRODUZIONE Nel 2002 il Ministero della Salute avvia la progettazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), con

Dettagli

SISTEMI SANITARI. Sistema Privatistico o Liberista Sistema Assicurativo Sistema Sanitario Nazionale

SISTEMI SANITARI. Sistema Privatistico o Liberista Sistema Assicurativo Sistema Sanitario Nazionale SISTEMI SANITARI Sistema Privatistico o Liberista Sistema Assicurativo Sistema Sanitario Nazionale SISTEMI SANITARI Liberista/ Assicurativo/ S.S.N. Liberista (bricolage della malattia) Assicurativo (diritto

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE E DELL ORDINAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA COMITATO PERMANENTE PER LA VERIFICA DELL EROGAZIONE

Dettagli

Dott. Stefano Tardivo

Dott. Stefano Tardivo IL GOVERNO CLINICO BASATO SULL APPROPRIATEZZA Dott. Stefano Tardivo AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI VERONA REGIONE VENETO Elementi delle organizzazioni sanitarie Le organizzazioni sanitarie sono caratterizzate

Dettagli

Le cure primarie nella definizione dei LEA

Le cure primarie nella definizione dei LEA Le cure primarie nella definizione dei LEA Filippo Palumbo Ministero della salute, Dipartimento della qualità Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi

Dettagli

LA FINANZIABILITÀ DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO

LA FINANZIABILITÀ DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO LA FINANZIABILITA DEI SERVIZI SANITARI Bressanone - 16 giugno 2006 LA FINANZIABILITÀ DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO Carlo Favaretti, direttore generale Committed to Excellence in Europe Azienda Provinciale

Dettagli

CORSO OPERATORE SOCIOSANITARIO. Elementi di legislazione sanitaria ed organizzazione dei servizi

CORSO OPERATORE SOCIOSANITARIO. Elementi di legislazione sanitaria ed organizzazione dei servizi CORSO OPERATORE SOCIOSANITARIO ANNO SCOLASTICO 2015 Elementi di legislazione sanitaria ed organizzazione dei servizi Dott. Franco Caracciolo Dirigente Responsabile Ufficio Coordinamento Verifiche Prestazionali

Dettagli

Linee di Indirizzo per la Programmazione Sociale ( Piani di Zona)

Linee di Indirizzo per la Programmazione Sociale ( Piani di Zona) Linee di Indirizzo per la Programmazione Sociale 2015-2017 ( Piani di Zona) 1 Lo scenario di partenza per la nuova programmazione sociale: I principali esiti del monitoraggio di attuazione del triennio

Dettagli

EVOLUZIONE DEL SISTEMA SANITARIO IN ITALIA

EVOLUZIONE DEL SISTEMA SANITARIO IN ITALIA EVOLUZIONE DEL SISTEMA SANITARIO IN ITALIA Paolo Villari paolo.villari@uniroma1.it Cattedra di Igiene Dip.to di Sanità Pubblica e Malattie Infettive Sapienza Università di Roma I 3 Modelli di base dei

Dettagli

ECONOMIA AZIENDALE L'analisi dell'ambiente esterno: l'evoluzione del sistema sanitario italiano

ECONOMIA AZIENDALE L'analisi dell'ambiente esterno: l'evoluzione del sistema sanitario italiano ECONOMIA AZIENDALE L'analisi dell'ambiente esterno: l'evoluzione del sistema sanitario italiano (traccia II) Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un sistema di tipo solidaristico istituito nel 1978

Dettagli

a) popolazione residente, risultante dall ultima rilevazione disponibile, tenuto conto delle

a) popolazione residente, risultante dall ultima rilevazione disponibile, tenuto conto delle Allegati alla Delib.G.R. n. 41/ 19 del 17.10.2007 ALLEGATO 1 Criteri per il riparto del fondo sanitario regionale 2007 tra le Aziende Sanitarie. I criteri per il riparto annuale del Fondo sanitario regionale

Dettagli

Il sistema di pianificazione e controllo

Il sistema di pianificazione e controllo Il sistema di pianificazione e controllo Meccanismo operativo di ausilio all alta direzione per la corretta formulazione delle decisioni strategiche ed operative, al monitoraggio dei risultati e alla responsabilizzazione

Dettagli

Azienda USL di Rieti Corso di alta formazione

Azienda USL di Rieti Corso di alta formazione Azienda USL di Rieti Corso di alta formazione L ASSETTO ISTITUZIONALE DELL AZIENDA USL Dr.ssa Maria Rotili ORGANIZZAZIONE DELLE USL Le regioni, attraverso le unità sanitarie locali, assicurano i livelli

Dettagli

IL SISTEMA DI RELAZIONI FINANZIARIE

IL SISTEMA DI RELAZIONI FINANZIARIE Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche IL SISTEMA DI RELAZIONI FINANZIARIE Anno Accademico 2002-2003 LEZIONE 5 1 OBIETTIVI 1. Definire cosa si intende per finanziamento della gestione.

Dettagli

11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE

11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE 11 novembre 2013 QUALITA DI VITA NELLA MALATTIA IN FASE TERMINALE La legge 38 del 2010 La rete delle cure palliative Il CeAD Il Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative LEGGE 38 DEL 15 MARZO 2010

Dettagli

Scenari di letteratura e programmazione nazionale. Andrea Vanner Assessorato Bilancio Regione Piemonte

Scenari di letteratura e programmazione nazionale. Andrea Vanner Assessorato Bilancio Regione Piemonte Scenari di letteratura e programmazione nazionale Andrea Vanner Assessorato Bilancio Regione Piemonte FINANZIAMENTO SSN dopo l entrata in vigore del D.Lgs 56/2000 sul federalismo fiscale, le fonti di finanziamento

Dettagli

Sanità Privata Lombarda III COMMISSIONE SANITÀ 8 APRILE 2015

Sanità Privata Lombarda III COMMISSIONE SANITÀ 8 APRILE 2015 Sanità Privata Lombarda III COMMISSIONE SANITÀ 8 APRILE 2015 I numeri della componente privata della sanità regionale 500 mila ricoveri all anno erogati per il servizio sanitario regionale (su un totale

Dettagli

Un applicazione delle tecniche di sintesi in sanità

Un applicazione delle tecniche di sintesi in sanità Un applicazione delle tecniche di sintesi in sanità Alessandra Burgio e Alessandro Solipaca DCIS SAN Metodi di sintesi per la misurazione della dotazione u Il Servizio Sanitario Nazionale (1) STATO Disegna

Dettagli

COMPETENZE GESTIONALI E CONTROLLO DI QUALITA

COMPETENZE GESTIONALI E CONTROLLO DI QUALITA COMPETENZE GESTIONALI E CONTROLLO DI QUALITA Ostetrica Capo Maria Grazia Pellegrini Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina-Roma PERCHE I PROFESSIONISTI SANITARI DOVREBBERO AVERE E SERVIRSI DELLE COMPETENZE

Dettagli

Il controllo economico e il ruolo del budget: aspetti organizzativi

Il controllo economico e il ruolo del budget: aspetti organizzativi Capitolo 11 Il controllo economico e il ruolo del budget: aspetti organizzativi di Laura Zoni Il controllo economico e il ruolo del budget: aspetti organizzativi (Cap. 11) OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Comprendere

Dettagli

QUALITÁ E APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI OSPEDALIERE

QUALITÁ E APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI OSPEDALIERE Padova, 24 maggio 2002 SANITÁ: EVOLUZIONE OBBLIGATA QUALITÁ E APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI OSPEDALIERE Carlo Favaretti Direttore generale Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari - Trento QUALITÀ

Dettagli

Tutela della Salute proposta della Regione Lombardia. Tutela della Salute proposta. Tutela della Salute proposta della Regione Veneto.

Tutela della Salute proposta della Regione Lombardia. Tutela della Salute proposta. Tutela della Salute proposta della Regione Veneto. Regione Lombardia Art. 24 - Tutela salute 1. È attribuita alla Regione Lombardia, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire sul territorio nazionale, la potestà legislativa e amministrativa

Dettagli

CONTRATTO DI FORNITURA TRA AZIENDA USL DI IMOLA E OSPEDALE PRIVATO SAN FRANCESCO IN MATERIA DI PRESTAZIONI DI RICOVERO E ASSISTENZA SPECIALISTICA

CONTRATTO DI FORNITURA TRA AZIENDA USL DI IMOLA E OSPEDALE PRIVATO SAN FRANCESCO IN MATERIA DI PRESTAZIONI DI RICOVERO E ASSISTENZA SPECIALISTICA CONTRATTO DI FORNITURA TRA AZIENDA USL DI IMOLA E OSPEDALE PRIVATO SAN FRANCESCO IN MATERIA DI PRESTAZIONI DI RICOVERO E ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE ANNI 2014 e 2015 PREMESSA Il presente accordo

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA

LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA ED I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA Programmazione Programmare significa adattare od orientare un sistema organizzato affinché produca determinati risultati: predisponendo

Dettagli

Il Fascicolo Sanitario Elettronico

Il Fascicolo Sanitario Elettronico Il Fascicolo Sanitario Elettronico Dott.ssa Antonella Di Giacinto, Dott.ssa Maria Pia Randazzo Ufficio Coordinamento e sviluppo NSIS Direzione generale del Sistema informativo Ministero del Lavoro, della

Dettagli

Dinamica della spesa sanitaria italiana e meccanismi di finanziame. Politiche Pubbliche - - Prof. Leonzio Rizzo

Dinamica della spesa sanitaria italiana e meccanismi di finanziame. Politiche Pubbliche - - Prof. Leonzio Rizzo Dinamica della spesa sanitaria italiana e meccanismi di finanziamento - Economia e Politiche Pubbliche - - Prof. Leonzio Rizzo 20 aprile 2016 Sommario 1 Forme di finanziamento dei livelli inferiori di

Dettagli

Andamento spesa sanitaria regionale Abruzzo

Andamento spesa sanitaria regionale Abruzzo Stralci da Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali Andamento spesa sanitaria regionale Abruzzo2008-2014 Il documento propone un estratto dei dati sulla spesa sanitaria regionale relativi al

Dettagli

Medicina di genere IV Edizione Libro bianco - La salute delle donne. Roma, 10 Dicembre Tiziana Sabetta

Medicina di genere IV Edizione Libro bianco - La salute delle donne. Roma, 10 Dicembre Tiziana Sabetta Medicina di genere IV Edizione Libro bianco - La salute delle donne Roma, 10 Dicembre 2013 Tiziana Sabetta La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività

Dettagli

INDICE PARTE PRIMA L AMBIENTE ESTERNO E IL CONTESTO NORMATIVO

INDICE PARTE PRIMA L AMBIENTE ESTERNO E IL CONTESTO NORMATIVO INDICE AUTORI PRESENTAZIONE INTRODUZIONE XIII XVII XIX PARTE PRIMA L AMBIENTE ESTERNO E IL CONTESTO NORMATIVO Capitolo Primo Scenari e modelli di competizione in Sanità 1.1 Premessa 1.2 Tipologie e caratteristiche

Dettagli

Tabella 1 Andamento della spesa corrente (Milioni di euro)

Tabella 1 Andamento della spesa corrente (Milioni di euro) Il federalismo si ispira ad un principio di responsabilizzazione delle amministrazioni locali ed è una scelta istituzionale efficiente se riesce a favorire una migliore gestione delle politiche pubbliche,

Dettagli

Corso di sociologia

Corso di sociologia Corso di sociologia 2008-09 A cura di Daniela Teagno Riferimenti bibliografici: D. Rei, Sociologia e welfare, Ellissi, Napoli, 2008 M. Ferrera, Le politiche sociali, Il Mulino, Bologna, 2006 P. Ferrario,

Dettagli

Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia. Anna Banchero

Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia. Anna Banchero Dopo trent anni di servizio sanitario la sfida per la salute nella Regione Sicilia Anna Banchero Il Servizio sanitario nazionale è stata una conquista in materia di diritti di cittadinanza Ha ordinato

Dettagli

Accordo per la regolazione dei flussi finanziari connessi alla mobilità degli assistiti tra le Regioni per gli anni

Accordo per la regolazione dei flussi finanziari connessi alla mobilità degli assistiti tra le Regioni per gli anni 16/104/CR7a/C7 Accordo per la regolazione dei flussi finanziari connessi alla mobilità degli assistiti tra le Regioni per gli anni 2014-2015 Premessa La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE. Obiettivi del seminario:

PROGRAMMAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE. Obiettivi del seminario: PROGRAMMAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE Obiettivi del seminario: Fornire un quadro concettuale di riferimento per la comprensione del Servizio Sanitario Regionale Descrivere il

Dettagli

CAPITOLO 1.0. ANALISI SRUTTURALE 1.1.L AZIENDA Analisi strutturale del CIC

CAPITOLO 1.0. ANALISI SRUTTURALE 1.1.L AZIENDA Analisi strutturale del CIC PREMESSA Con la legge 833/78, che istituisce il Sistema Sanitario Nazionale, con il Decreto legislativo 502/92, definito la Riforma della Riforma e, in seguito, con il Decreto legislativo 517/93, s introduce

Dettagli

Migrazione sanitaria e sostenibilità

Migrazione sanitaria e sostenibilità 14 Dicembre 2012 Migrazione sanitaria e sostenibilità Sergio Lodato 1 Contesto normativi Con l entrata in vigore del D. Lgs. 502/92 che introduce, tra l altro, il riparto del FSN per quota capitaria, la

Dettagli

Finanziamento intraregionale : criteri e modalità di distribuzione delle risorse dalle Regioni alle Aziende sanitarie

Finanziamento intraregionale : criteri e modalità di distribuzione delle risorse dalle Regioni alle Aziende sanitarie Finanziamento intraregionale : criteri e modalità di distribuzione delle risorse dalle Regioni alle Aziende sanitarie Federico Spandonaro CREA Sanità Università di Roma Tor Vergata Obiettivi a. le modalità

Dettagli

il D. Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e integrazioni;

il D. Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e integrazioni; Oggetto DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLA MISURA INNOVATIVA A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA PER I CARICHI DI CURA ACCESSORI DELLA PERSONA RICOVERATA IN UNITÀ D OFFERTA RESIDENZIALI PER ANZIANI VISTI: il D. Lgs.

Dettagli

Una Sanità rinnovata per la Liguria

Una Sanità rinnovata per la Liguria LA REGIONE LIGURIA 1 Una Sanità rinnovata per la Liguria Istituzione di A.Li.Sa. e indirizzi per il riordino del S.S.R. Riordino del Servizio Sociosanitario Regionale (ASL Aziende Sociosanitarie Liguri)

Dettagli

POLITICA AZIENDALE DESTRI S.R.L.

POLITICA AZIENDALE DESTRI S.R.L. Pag. 1 di 5 DESTRI S.R.L. Destri S.r.l., consapevole dell importanza della Qualità del servizio reso ai propri clienti, del miglioramento della Sicurezza dei propri lavoratori e della protezione dell ambiente,

Dettagli

Riordino della medicina penitenziaria a norma dell articolo 5, della legge 30 novembre 1998, n. 419

Riordino della medicina penitenziaria a norma dell articolo 5, della legge 30 novembre 1998, n. 419 Testo aggiornato al 13 gennaio 2006 Decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230 Gazzetta Ufficiale 16 luglio 1999, n. 165, S. O. n. 132/L Riordino della medicina penitenziaria a norma dell articolo 5, della

Dettagli

CONVEGNO OASI 2016 Il Rapporto OASI 2016

CONVEGNO OASI 2016 Il Rapporto OASI 2016 CONVEGNO OASI 2016 Il Rapporto OASI 2016 La gestione centralizzata degli acquisti in sanità Fabio Amatucci G. Callea, M. Marsilio CERGAS e SDA Bocconi Milano, 14.11.2016 Obiettivi e programma dell intervento

Dettagli

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA DELIBERA 29 aprile 2015. Fondo sanitario nazionale 2014. Ripartizione tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano della quota indistinta. (Delibera n. 52/2015). IL COMITATO INTERMINISTERIALE

Dettagli

PROGETTO INTERAZIENDALE PER LA GESTIONE DELLA PATOLOGIA UROLOGICA NELL AREA DEL NORD SARDEGNA

PROGETTO INTERAZIENDALE PER LA GESTIONE DELLA PATOLOGIA UROLOGICA NELL AREA DEL NORD SARDEGNA PROGETTO INTERAZIENDALE PER LA GESTIONE DELLA PATOLOGIA UROLOGICA NELL AREA DEL NORD SARDEGNA (AOU SASSARI & ASL OLBIA) Avvio fase Sperimentale A cura di: AOU SS ASL 2 OLBIA (BOZZA) Febbraio 2016 1 Premessa:

Dettagli

Il ruolo del privato in sanità. La situazione nel Lazio Prof. Giuseppe Garofalo

Il ruolo del privato in sanità. La situazione nel Lazio Prof. Giuseppe Garofalo Il ruolo del privato in sanità. La situazione nel Lazio Prof. Giuseppe Garofalo Dipartimento di Economia e impresa Università della Tuscia Sanità: settore delicato rapporto di agenzia tra medico e paziente;

Dettagli

Il quadro statistico: un settore in espansione e sempre più articolato

Il quadro statistico: un settore in espansione e sempre più articolato Censimento permanente Istituzioni non profit Il quadro statistico: un settore in espansione e sempre più articolato Roberto Monducci Istat Direttore del Dipartimento per la produzione statistica ROMA 23

Dettagli

Risultati ottenuti dall Asl di Brescia nel processo di miglioramento della gestione dell assistenza sanitaria

Risultati ottenuti dall Asl di Brescia nel processo di miglioramento della gestione dell assistenza sanitaria Risultati ottenuti dall Asl di Brescia nel processo di miglioramento della gestione dell assistenza sanitaria Con la sottoscrizione dei contratti con le strutture sanitarie erogatrici pubbliche e private

Dettagli

Il Sistema Sanitario Nazionale. N. Nante

Il Sistema Sanitario Nazionale. N. Nante Il Sistema Sanitario Nazionale N. Nante Costituzione della Repubblica Italiana Art. 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività e garantisce

Dettagli

PROMEMORIA ITER SOCIETÀ DELLA SALUTE DELL AREA SOCIO SANITARIA GROSSETANA

PROMEMORIA ITER SOCIETÀ DELLA SALUTE DELL AREA SOCIO SANITARIA GROSSETANA PROMEMORIA ITER Redazione definitiva patti parasociali (accordo interpretativo) novembre 2009 Approvazione patti parasociali in Assemblea straordinaria del COeSO entro 4 dicembre 2009 Approvazione patti

Dettagli

Consensus Conference Team Multidisciplinare (TMD) Uro-Oncologico Milano dicembre 2017

Consensus Conference Team Multidisciplinare (TMD) Uro-Oncologico Milano dicembre 2017 Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali Consensus Conference Team Multidisciplinare (TMD) Uro-Oncologico Milano 12-13 dicembre 2017 PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLE RETI ONCOLOGICHE REGIONALI

Dettagli

NUOVI LINEAMENTI DEL PRINCIPIO CONTABILE N. 1 (aprile 2009)

NUOVI LINEAMENTI DEL PRINCIPIO CONTABILE N. 1 (aprile 2009) NUOVI LINEAMENTI DEL PRINCIPIO CONTABILE N. 1 (aprile 2009) a cura di: Prof. Luca Bisio: Professore di Economia e gestione delle imprese pubbliche presso la Facoltà di economia dell Università statale

Dettagli

Note integrative al Disegno di legge di Bilancio Brevi analisi.

Note integrative al Disegno di legge di Bilancio Brevi analisi. Note integrative al Disegno di legge di Bilancio 2015 2017. Brevi analisi. Nell ambito degli adempimenti per la definizione del progetto di bilancio per l anno 2015 e per il triennio 2015 2017, particolare

Dettagli

CONVEGNO OASI ANNI DI SSN CERGAS & SSN 40 ANNI INSIEME. Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano

CONVEGNO OASI ANNI DI SSN CERGAS & SSN 40 ANNI INSIEME. Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano Con il contributo incondizionato di CONVEGNO Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano CERGAS & SSN 40 ANNI INSIEME 40 ANNI DI SSN Giovanni Fattore CERGAS, SDA Bocconi 29 novembre 2 I

Dettagli

Tiziana Frittelli. Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare

Tiziana Frittelli. Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare Tiziana Frittelli Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare Criticita interne Grave deficit Organizzazione tradizionale per reparti specialistici Scarsa cultura di processo Forte urgenza

Dettagli

proposta di legge n. 449

proposta di legge n. 449 REGIONE MARCHE 1 ASSEMBLEA LEGISLATIVA proposta di legge n. 449 (proposta di legge statutaria) a iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Traversini, Ortenzi, Sciapichetti, Pieroni, Bellabarba, Badiali, Busilacchi

Dettagli

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA DELIBERA 10 novembre 2014. Fondo sanitario nazionale 2013 - Ripartizione tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano della quota indistinta. (Delibera n. 53/2014). IL COMITATO INTERMINISTERIALE

Dettagli

PARTE I LEGGI, REGOLAMENTI ED ATTI DELLA REGIONE ATTI DELIBERAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE GIUNTA REGIONALE. Omissis

PARTE I LEGGI, REGOLAMENTI ED ATTI DELLA REGIONE ATTI DELIBERAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE GIUNTA REGIONALE. Omissis Pag. 4 Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo Anno XXXVII - N. 67 Speciale (14.07.2006) PARTE I LEGGI, REGOLAMENTI ED ATTI DELLA REGIONE ATTI DELIBERAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE GIUNTA REGIONALE Omissis

Dettagli

OSPEDALE TERRITORIO PERCORSI PER LA SALUTE CONTINUITA DELLE CURE E ASSISTENZA Udine 20 giugno 2011 SISTEMI TERRITORIALI, SALUTE E FEDERALISMO

OSPEDALE TERRITORIO PERCORSI PER LA SALUTE CONTINUITA DELLE CURE E ASSISTENZA Udine 20 giugno 2011 SISTEMI TERRITORIALI, SALUTE E FEDERALISMO OSPEDALE TERRITORIO PERCORSI PER LA SALUTE CONTINUITA DELLE CURE E ASSISTENZA Udine 20 giugno 2011 SISTEMI TERRITORIALI, SALUTE E FEDERALISMO Anna Banchero 1 IL SISTEMA DI WELFARE IN ITALIA Il sistema

Dettagli

ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI CONTABILI E DEGLI SCHEMI DI BILANCIO

ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI CONTABILI E DEGLI SCHEMI DI BILANCIO RAPPORTO SULL ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE CAPITOLO 10 ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI CONTABILI E DEGLI SCHEMI DI BILANCIO Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 Disposizioni in materia di armonizzazione

Dettagli

Modelli istituzionali di tutela della salute

Modelli istituzionali di tutela della salute Modelli istituzionali di tutela della salute Questi modelli possono essere guardati da diversi punti di vista: - Modelli di produzione dei servizi/erogatore di prestazioni e servizi - Modelli di finanziamento

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 34/ 9 DEL

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 34/ 9 DEL DELIBERAZIONE N. 34/ 9 Oggetto: Revisione del nomenclatore tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale emanato con la Delib.G.R. n. 19/ 6 del 28 aprile 1998. Primo riequilibrio delle tariffe

Dettagli

FEDERALISMO E IMPOSTE LOCALI Ufficio Studi

FEDERALISMO E IMPOSTE LOCALI Ufficio Studi FEDERALISMO E IMPOSTE LOCALI Ufficio Studi Luglio 2013 Negli ultimi 20 anni la spesa corrente delle amministrazioni centrali (Stato e altri enti) è cresciuta del 53%. La spesa di regioni, province e comuni

Dettagli

LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI

LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI CORSO DI FORMAZIONE PER REVISORI PROFESSIONISTI SEGRETARI E DIRIGENTI ENTI LOCALI LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI Torino, 18 ottobre 2003 Art. 3, comma 4: i Comuni e le Province hanno autonomia: statutaria

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 41/19 DEL

DELIBERAZIONE N. 41/19 DEL Oggetto: Determinazione dei tetti di spesa per la stipula di contratti tra le ASL e gli erogatori privati per l erogazione di prestazioni di riabilitazione globale per gli anni 2016, 2017 e 2018. Legge

Dettagli

REGOLAMENTO - DPS 1. - DPS

REGOLAMENTO - DPS 1. - DPS ALLEGATI REGOLAMENTO Direzioni Professioni Sanitarie - DPS 1. La Direzione Professioni Sanitarie - DPS La Direzione delle Professioni Sanitarie (DPS), di cui alla Legge 251/2000, è una struttura complessa

Dettagli

Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto. F.A. Compostella Direttore ARSS Veneto

Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto. F.A. Compostella Direttore ARSS Veneto Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto Innovazione gestionale in Sanità. Riorganizzazione sovra aziendale dei processi di approvvigionamento e logistica della Regione Veneto F.A. Compostella Direttore

Dettagli

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA delibera: 2. di provvedere, in relazione al finanziamento sanitario ordinario corrente anno 2014, ai sensi dell art. 14 della L.R. 20 dicembre 2013, n. 29, alle necessarie

Dettagli

CODICE DELLE AUTONOMIE

CODICE DELLE AUTONOMIE Presidenza del Consiglio dei Ministri CODICE DELLE AUTONOMIE Disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle

Dettagli

Una proposta di classificazione dei modelli welfare regionali

Una proposta di classificazione dei modelli welfare regionali Una proposta di classificazione dei modelli welfare regionali Proposta di G.Bertin Proposta di classificazione dei modelli di welfare regionali secondo 4 dimensioni: ruolo dello stato nei processi di regolazione;

Dettagli

CAPO I CAPO II CAPO I

CAPO I CAPO II CAPO I LEGGE REGIONALE 16/05/2007, N. 010 Pagina 1 di 6 Disposizioni in materia di valorizzazione nell'ambito del Servizio sanitario regionale delle professioni sanitarie e della professione di assistente sociale,

Dettagli

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nel processo di attuazione dell art. 119 Cost.

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nel processo di attuazione dell art. 119 Cost. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nel processo di attuazione dell art. 119 Cost. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione Centrale finanze, patrimonio e programmazione Filippo Cacciaguerra

Dettagli

Evoluzione del sistema sociosanitario

Evoluzione del sistema sociosanitario Evoluzione del sistema sociosanitario Patto per la Salute 2014-2016 Regolamento per la definizione degli standard dell assistenza ospedaliera Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo Il Patto per

Dettagli

A.N.P.O. XXVII CONGRESSO NAZIONALE. D. leg.502/92, D.leg. 229/99 FEDERALISMO E DEVOLUZIONE IN SANITA

A.N.P.O. XXVII CONGRESSO NAZIONALE. D. leg.502/92, D.leg. 229/99 FEDERALISMO E DEVOLUZIONE IN SANITA A.N.P.O. XXVII CONGRESSO NAZIONALE FEDERALISMO E DEVOLUZIONE IN SANITA IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO E UN SISTEMA DI ASSISTENZA DI TIPO UNIVERSALISTICO E LA SALUTE E CONSIDERATA UN DIRITTO DELL INTERA

Dettagli

Il percorso di cambiamento

Il percorso di cambiamento Il percorso di cambiamento Dal 1990 negli Enti locali è iniziato un percorso di cambiamento molto significativo. Questo processo di cambiamento focalizza l attenzione sui risultati conseguiti (l equilibrio

Dettagli

Dispensa di Diritto e Legislazione Socio-Sanitaria

Dispensa di Diritto e Legislazione Socio-Sanitaria Dispensa di Diritto e Legislazione Socio-Sanitaria Classe 4^ Istituto Professionale per i servizi socio-sanitari 1 Programma: MODULO 1: Ordinamento amministrativo: struttura e finalità della P.A.. MODULO

Dettagli

LE STRUTTURE NEL CONTESTO AZIENDALE

LE STRUTTURE NEL CONTESTO AZIENDALE LE STRUTTURE NEL CONTESTO AZIENDALE DPR 27 Marzo 1969 n.128 Ordinamento interno dei servizi ospedalieri Capo III Sezione II: Servizi speciali di diagnosi e cura Art. 34 : Servizio di Fisica Sanitaria Negli

Dettagli

Co-payment: quale e quanto? Claudio Zanon

Co-payment: quale e quanto? Claudio Zanon Co-payment: quale e quanto? Claudio Zanon SSN Italiano Equo? Universale? Sostenibile? Di qualità? Caratteristiche LEA nazionali ma disomogeneità qualitativa ed economica Non sempre chi spende di più da

Dettagli

CONTROLLO DI GESTIONE NELLE PMI. Misurare per conoscere Conoscere per governare Governare per ottimizzare

CONTROLLO DI GESTIONE NELLE PMI. Misurare per conoscere Conoscere per governare Governare per ottimizzare CONTROLLO DI GESTIONE NELLE PMI Misurare per conoscere Conoscere per governare Governare per ottimizzare Il contesto attuale caratterizzato da numerosi e veloci cambiamenti a livello economico, culturale,

Dettagli

STORIA DELL ASSISTENZA SANITARIA IN ITALIA

STORIA DELL ASSISTENZA SANITARIA IN ITALIA STORIA DELL ASSISTENZA SANITARIA IN ITALIA Prime fasi nell assistenza sanitaria Rapporto individuale fra medico e paziente a pagamento -> classi abbienti enti caritatevoli religiosi o da singoli benefattori

Dettagli

L AUTONOMIA FINANZIARIA LE ENTRATE SECONDO LA PROVENIENZA LE ENTRATE TRIBUTARIE RIPARTIZIONE DELLA SPESA PER FUNZIONI LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI

L AUTONOMIA FINANZIARIA LE ENTRATE SECONDO LA PROVENIENZA LE ENTRATE TRIBUTARIE RIPARTIZIONE DELLA SPESA PER FUNZIONI LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI 2006 L AUTONOMIA FINANZIARIA LE ENTRATE SECONDO LA PROVENIENZA LE ENTRATE TRIBUTARIE LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI DESTINAZIONE ECONOMICA DELLA SPESA RIPARTIZIONE DELLA SPESA PER FUNZIONI AUTONOMIA FINANZIARIA

Dettagli

Il settore sociale in Italia: gli attori, i servizi, le risorse. roberta montanelli

Il settore sociale in Italia: gli attori, i servizi, le risorse. roberta montanelli Il settore sociale in Italia: gli attori, i servizi, le risorse roberta montanelli I Comuni in Italia Abitanti Numero dei comuni Percentuale sul totale < 5.000 5.840 72,10% 5.000-10.000 1.174 14,49% 10.000-50.000

Dettagli

Fondo Sanitario FSN 2008

Fondo Sanitario FSN 2008 Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti Politiche della Salute Fondo Sanitario FSN 2008 o TABELLA 1: Riepilogo risorse totali SSN 2008 o TABELLA 2: Risorse vincolate SSN 2008 o TABELLA 3: Riparto fabbisogno

Dettagli

25 anni di ricerca e formazione al servizio della salute dei cittadini

25 anni di ricerca e formazione al servizio della salute dei cittadini CERGAS Centro di Ricerche sulla Gestione dell Assistenza Sanitaria e Sociale 25 anni di ricerca e formazione al servizio della salute dei cittadini 22-23 aprile 2004 Milano Università Bocconi Lo stato

Dettagli

I requisiti La qualificazione del personale La qualificazione dei soggetti

I requisiti La qualificazione del personale La qualificazione dei soggetti L avvio dell accreditamento per i servizi sociosanitari: governo del processo, criteri, procedure, standard. I requisiti La zione del personale La zione dei soggetti Raffaele Fabrizio Direzione Sanità

Dettagli

E1 - Contenimento dei tempi d'attesa secondo le disposizioni della DGR 320/2013

E1 - Contenimento dei tempi d'attesa secondo le disposizioni della DGR 320/2013 OBIETTIVI DI SALUTE DGR n.2533 /2013 E1 - Contenimento dei tempi d'attesa secondo le disposizioni della DGR 320/2013 E2 - Mantenimento o Riduzione del Numero di prestazioni per Abitante al di sotto di

Dettagli

Il Volontariato nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: una lettura economico-aziendale

Il Volontariato nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: una lettura economico-aziendale Presentazione del volume Il Volontariato nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: una lettura economico-aziendale Lecce, 15 gennaio 2010 Roberta Garganese Università del Salento e collaboratrice dell

Dettagli

Legge di evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo

Legge di evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo Legge di evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo Agenzie di Tutela della Salute (ATS) in numero di 8, rispetto alle precedenti 15 ASL. Hanno compiti di programmazione dell'offerta sanitaria, di

Dettagli

Ticket: effetti sull assistenza specialistica in Toscana

Ticket: effetti sull assistenza specialistica in Toscana Ticket: effetti sull assistenza specialistica in Toscana Ricorso ai servizi, prestazioni e copayment Manuele Falcone Osservatorio per la Qualità e l Equità manuele.falcone@ars.toscana.it Agenzia regionale

Dettagli

Data e orario Area tematica e argomenti con relative metodologie Docenti e testimoni Materiali didattici. Attilio Gugiatti (SDA Bocconi)

Data e orario Area tematica e argomenti con relative metodologie Docenti e testimoni Materiali didattici. Attilio Gugiatti (SDA Bocconi) CORSO DI FORMAZIONE MANAGERIALE PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DI DIREZIONE SANITARIA E DI DIREZIONE DI STRUTTURE COMPLESSE Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali della Regione Autonoma Valle

Dettagli