Anno III - Numero Giovedì 18 dicembre 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno III - Numero Giovedì 18 dicembre 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Vilipendio Palma e Gasparri: Avanti per abrogarlo Traboni a pag. 2 Marò Richiamato l ambasciatore Colosimo a pag. 3 Garlasco La Corte d Appello condanna Stasi Fruch a pag. 9 LA REGIONE LAZIO UMILIA LA SICUREZZA NEL BILANCIO, I VERTICI DEM AVVISANO IL PREFETTO di Francesco Storace Le professioni di fede antimafia dovrebbero essere supportate da azioni conseguenti. Quando, nel Lazio, su un bilancio annuo di circa 30 miliardi di euro, si destina solo lo 0,01 per cento, 3 milioni, per la lotta alla criminalità, questo significa fare una lotta di belle parole e poca sostanza, da fifoni o quaquaraquà. Se per il Patto per il Lazio sicuro, lo stanziamento in bilancio è di 150mila euro, la domanda diviene: quale convegno verrà organizzato? Perché con 150mila euro non è che si rende il Lazio sicuro: la stessa cifra viene stanziata per far funzionare l Osservatorio regionale sulla Legalità. Forse, si può riuscire a rendere sicuro al massimo il Comune di Mercetelli, che conta 78 abitanti! L inchiesta Mafia Capitale va avanti: la Procura prosegue nelle indagini, i Ros negli arresti. I Commissari di Governo nell esame degli atti del Comune. Suonano assai strane le dichiarazioni rese da Matteo Orfini, mandato da Renzi a fare pulizia nel partito romano scosso fin nelle sua fondamenta. Fondamenta scosse non solo e non tanto dall inchiesta e dai suoi risvolti penali, quanto da quelli politici: mazzette, primarie e parlamentarie farlocche, collaterali al sistema Buzzi. Fatti che seguono, di pochissimo tempo, la messa sotto indagine di tutti i membri del Gruppo Pd in Regione nella scorsa legislatura per l uso dei fondi pubblici nello scandalo Fiorito; e il caso Di Stefano. Suona strano che Orfini, subito sostenuto dalla claque di partito (Khalid Chaouki), non trovi nulla di meglio da fare che mandare messaggi di stampo pizzinico - ci si perdoni la battuta ironica ma non offensiva - al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, la cui correttezza e il cui ossequio alle leggi sono sempre state riconosciute come assolute da tutto il mondo politico. Come dimenticare i festeggiamenti del Pd quando Pecoraro adottò misure che andavano, nel rispetto delle leggi, a danno delle decisioni prese dalla Giunta Alemanno? Oggi, visto questo fuoco di sbarramento ad opera del ripulitore del Pd romano (e di PD SENZA VERGOGNA Intollerabili le pressioni del ripulitore Orfini su Pecoraro Ma l inchiesta mafia capitale semina il panico nel partito altre strane situazioni di cui si mormora nei palazzi), ci si deve per forza domandare quanto terrore alberghi nel Pd per queste ispezioni. Che senso ha che la presidente del I Municipio, la piddina Alfonsi, predisponga un dossier sugli appalti del suo territorio e che porti queste carte al Sindaco? Se si suppongono notizie di reato, si va in Procura, non dal Sindaco. E come l ha presa questa mossa l ex presidente dello stesso Municipio I, il piddino Corsetti che fino a ieri guidava il territorio affiancato da quel Politano, prima nominato da Marino stesso come controllore della trasparenza e poi rimosso perché coinvolto nell inchiesta Mafia Capitale? E come dimenticare che nella stessa inchiesta vi è un personaggio, Luca Odevaine, che oggi si trova ospite delle patrie galere e ieri si occupava di nomadi e immigrati, l altro ieri di guidare la Polizia Provinciale di Zingaretti, e l altro ieri ancora di fare il vicecapo di gabinetto in Comune con Veltroni? C è forse terrore che qualcuno parli? Che venga fuori qualcosa? Intanto, aspettiamo ancora di avere da Zingaretti le carte sulla gara da 1 miliardo e mezzo, oggi nel limbo della sospensione. Non defletteremo: chiediamo il conto. INDAGA LA PROCURA DI PALERMO Isis in Sicilia: grazie Mare Nostrum a pag 10 SCAMBIO DI PRIGIONIERI E RIAPERTURA DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA I DUE PAESI Usa e Cuba si tendono la mano di Robert Vignola Una distensione benedetta da Papa Francesco. È quella che è andata in scena, dopo segnali che si potevano leggere ormai da mesi, tra Usa e Cuba, che hanno praticamente riavviato dopo mezzo secolo le relazioni diplomatiche. Il mattone sul quale dovrebbero fondarsi nuovi rapporti tra i due dirimpettai è stato uno scambio di prigionieri, come al tempo della guerra fredda. Sono tornati negli Stati Uniti Alan Gross e un ignoto agente cubano della Cia che era stato condannato a 20 anni di carcere. In cambio, gli Usa hanno rilasciato tre 007 dell Avana: Gerardo Hernandez, Ramon Labanino e Antonio Guerrero. Ma ci sono soprattutto le ammissioni di Barack Obama, secondo il quale da un lato cinquant anni di isolazionismo non hanno portato a nulla, dall altro l embargo ha fallito. Attraverso questi cambiamenti, vogliamo creare più opportunità per il popolo americano e per quello cubano e avviare un nuovo capitolo nelle relazioni tra i Paesi delle Americhe, arrischiando anche un todos somos americanos, detto in spagnolo, forse per rifare il verso a Kennedy e al suo Ich bin ein berliner. Certamente, da cancellare c è proprio quella stagione di crisi continua inaugurata con la Baia dei Porci proprio dal suo illustre predecessore democratico. Ma dietro le quinte, grande importanza si dà anche alla mediazione diplomatica che avrebbe operato Papa Francesco, ringraziato sia da Obama che da Fidel Castro. Il Pontefice dal canto suo ha espresso vivo compiacimento attraverso il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Il presidente cubano ha invece sottolineato che la decisione di Obama di far rientrare a Cuba i tre agenti segreti ha dato una gioia enorme alle loro famiglie e a tutto il popolo cubano e per questo il presidente Usa (che potrebbe addirittura visitare presto L Avana) merita rispetto e gratitudine. Quella che però i numerosi dissidenti cubani, riparati soprattutto in Florida, non sembrano voler mostrare all inquilino della Casa Bianca. Sul piano interno, insomma, non è detto che Obama abbia fatto un capolavoro per la sua immagine: forse, a livello geopolitico, c è qualcosa che conta di più. RUSSIA: ATTACCO DEI MERCATI Rublo, record negativo Poi recupera Il peggio è passato? Difficile dirlo. Certamente in Russia c è tuttora grande apprensione, anche se le ultime ore della giornata di ieri, grazie alle manovre straordinarie messe in campo, ha consentito di correre ai ripari. Dopo la decisione, adottata d urgenza dalla Banca Centrale della Russia, di aumentare il tasso fino al 17% annuo, il rublo ha registrato la più drastica caduta dopo il default del A metà giornata il dollaro è salito fino a 80,1 rubli, mentre l euro ha superato i 100 rubli. Durante la giornata i balzi del cambio del dollaro arrivavano a 30 rubli. È verso la sera che la situazione si è stabilizzata e il rublo ha recuperato una parte delle perdite. La situazione è precipitata nel corso degli ultimi mesi a causa da una parte del prezzo del greggio in picchiata, dall altra dalle sanzioni inflitte per la crisi ucraina. Un doppio attacco che molti considerano non casuale. Bruno Rossi

2 2 Attualità VILIPENDIO: PARLANO IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA E L AUTORE DEL TESTO DI RIFORMA Palma: Clima costruttivo attorno all argomento La commissione Giustizia del Senato l altro ieri ha licenziato il testo sulla depenalizzazione del reato di vilipendio, tema divenuto d'attualità dopo la vicenda che ha visto protagonista il leader de La Destra Francesco Storace, condannato in primo grado a sei mesi (pena sospesa). In base al ddl approvato in commissione, non c'è più il carcere a punire l offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica - a meno che non ci sia l'attribuzione di un fatto determinato, il che porterebbe la pena detentiva a due anni Al senatore Nitto Francesco Palma, del gruppo di Forza Italia, già ministro della Giustizia nel 2011 con Berlusconi premier e ora presidente della Commissione Giustizia del Senato, abbiamo rivolto alcune domande per saperne di più. Presidente, innanzitutto: si ritiene soddisfatto per quanto fatto dalla Commissione? Direi proprio di sì. Il testo è stato approvato all unanimità, con la sola astensione dei due membri del movimento 5 stelle. Ma soprattutto vorrei rimarcare il lavoro fatto, in un clima costruttivo e di grande collaborazione. Adesso si va in Aula, ma con quali tempi? Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere la calendarizzazione. Non so dirle se il tutto avverrà entro breve tempo. Comunque, si tratta di un provvedimento abbastanza snello. Sono possibili ulteriori modifiche, ad iniziare dalla depenalizzazione dei giudizi espressi in sede più marcatamente politica? Vedremo in Aula. Però ci tengo a ribadire proprio il clima costruttivo che si sta creando attorno all argomento. Anche se magari si è perso un po di tempo, in generale e non tanto in Commissione, e senza il caso Storace chissà se ci sarebbe stata questa accelerazione, non crede? Tutto sommato, la Commissione ha esperito il suo lavoro in meno di due mesi, considerando che c erano varie altre urgenze, ad iniziare dallo svuota-carceri. Certo, credo che il caso Storace possa aver inciso sulla trattazione del provvedimento, laddove parliamo sempre di un reato di opinione che, nella sua essenza, prevede una pena grave. Ig.Tr. Gasparri: Adesso tempi veloci in Senato Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, è l autore della proposta di legge per l abolizione del reato di vilipendio e che è stata sostanzialmente assolta dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Senatore Gasparri, può dunque ritenersi soddisfatto per quanto stabilito in Commissione? Sicuramente mi sento di esprimere grande soddisfazione per l'approvazione in commissione Giustizia al Senato di un nuovo testo sul vilipendio. Di fatto si cancella il carcere. E questo è uno dei punti qualificanti della sua azione Sì, è quanto avevo chiesto con la mia proposta di legge. Ora il carcere rimane solo nel caso di accuse su specifici punti. Ora però mi auguro che si vada anche oltre, con la non punibilità di valutazioni politiche, come peraltro previsto da una sentenza della Corte di Giustizia europea. Adesso, quale sarà l iter del testo e quali tempi occorreranno? Ora in Aula al Senato si dovrà approfondire l'intera questione, anche - ripeto - inserendo una generale salvaguardia in caso di critiche politiche. E a tal proposito ringrazio il presidente Palma per il suo impegno su questo tema delicato che mi auguro sarà rapidamente affrontato in Aula. A proposito di tempi, chiederò alla riunione dei capigruppo una rapida calendarizzazione". Entro gennaio, dunque? Penso e spero di sì Ma non le resta un po l amaro in bocca per una vicenda che tutto sommato poteva chiudersi prima e che solo il caso-storace ha riportato in prima pagina? Non c è dubbio: si poteva e si doveva fare prima. Diciamo che lo hanno impedito certe alchimie da parte di chi, a sinistra, ha scientificamente provato ad evitare la soluzione. Ecco, anche per questo sono doppiamente soddisfatto per il grande risultato che fin qui abbiamo ottenuto. Ig.Tr. L ENI A FINE ANNO CHIUDERÀ I RUBINETTI AGLI ALTIFORNI. E MANCANO PURE I SOLDI PER GLI STIPENDI Taranto: l Ilva è alla canna del gas La storia del settore metallurgico italiano rischia di finire in farsa, per quanto tragica. Perché l Ilva di Taranto chiuderò per non aver pagato la bolletta del gas. Sembra impossibile, ma è così: a fine anno scadranno le forniture di gas all Ilva. È stata l Eni ad avvertire chi di dovere, diramando ieri un significativo comunicati. "Non avendo Ilva concluso alcun accordo commerciale né con Eni né con altri fornitori gas, dal 1 ottobre 2014 è entrata in regime di fornitura di default. Tale regime ha peraltro una durata massima di 90 giorni e pertanto scadrà a fine anno" si legge nella nota. "Eni sottolinea il comunicato ha provveduto 30 giorni prima della scadenza del servizio alla comunicazione formale di cessazione della fornitura di default. Resta ferma sottolineano da Eni la possibilità per Ilva di individuare eventuali fornitori di gas a condizioni commerciali di mercato incluse adeguate garanzie di pagamento". Non mancano riferimenti al cul de sac nel quale, complice l inchiesta giudiziaria, l Ilva si è cacciata, laddove viene sottolineato che "il significativo rischio credito e la mancanza di un adeguata garanzia da parte di Ilva sono condizioni che contravvengono i criteri commerciali che Eni applica a tutti i suoi clienti gas. Questo è in linea con quanto avviene nel settore gas in Italia ed in Europa per forniture di questa importanza, ed è a tutela dell azienda e dei suoi azionisti, in particolare in quanto azienda quotata". Gli altiforni insomma presto resteranno a secco e chi dovrebbe rifornirli di gas ha avvertito, pure per tempo. Ma il commissario dell Ilva Piero Gnudi sembra cadere dal pero. "Non credo che Eni cesserà forniture, sarebbe una catastrofe", ha detto in audizione alla Camera. "L'Eni - ha aggiunto - ci ha chiesto una fideiussione di 240 milioni. Noi non possiamo farlo: abbiamo chiesto di poter pagare settimana per settimana in anticipo e anche questo non ci è stato concesso. Ma finora abbiamo pagato tutte le fatture". Una lettura che fa a pugni con le ammissioni dello stesso Gnudi su un altra catastrofe che si sta per abbattere sull Ilva: l insolvenza verso i propri stessi dipendenti. "Oggi purtroppo i denari in cassa li abbiamo finiti. Possiamo pagare stipendi di dicembre e forse gennaio ma più in là non si può andare". D altronde Gnudi aveva anche definito esaurito il suo compito, cercando comunque al contempo di fugare il sospetto che voglia abbandonare la nave alla deriva: "Non è che lascio, si esaurisce una fase che è quella della gestione del commissario governativo e si apre una seconda fase nei modi e nelle forme che deciderà il governo nei prossimi giorni". Una fase senza soldi per pagare gli stipendi né le fatture per far funzionare gli altiforni: come chiamarla? La fase della canna del gas Robert Vignola PD E FORZA ITALIA LITIGANO PER L AGENDA DELLA LEGGE LEGGE ELETTORALE Il Patto del Nazareno adesso scricchiola Il Patto del Nazareno vacilla. E lo fa nelle giornate, quasi ormai ore, che segnano la spasmodica attesa per un discorso di fine anno, quello di Giorgio Napolitano, dal quale si attendono le coordinate temporali che dovranno fare da stella polare al cammino delle riforme nei primi mesi del Che il percorso debba essere il più possibile comune è auspicio sempre ripetuto da tutti. Ma i segnali di nervosismo si moltiplicano. Ve ne sono stati anche alla cena di Forza Italia che ha visto a capotavola Silvio Berlusconi, secondo il quale il Quirinale è comunque parte integrante del Patto stipulato con Renzi. E ciò è stato ribadito davanti ai suoi parlamentari, per andare quindi a rafforzare quella convinzione che è stata minata da parole, opere e omissioni (soprattutto incontri con Romano Prodi) del premier e delle voci a lui più fedeli all interno del Pd. Che però deve fare i conti con un Parlamento che, oltre a esser stato eletto con una legge incostituzionale, è balcanizzato ben al di là della stessa tripartizione (con Pd, Forza Italia e Cinque Stelle a farla da padroni). Né servirà a molto continuare sulla politica di piccolo cabotaggio, all inseguimento di eventuali dissidenti dei grillini. La battaglia insomma si sta velocemente spostandosi sull Italicum, soprattutto sui suoi tempi. Ieri Forza Italia aveva chiesto di rimandarne l approvazione all indomani del passaggio di consegne al Quirinale, ma il Pd ha avuto una reazione al limite dello scomposto. Riforme e Presidenza della Repubblica sono su due piani da tenere ben distinti. Nessuno scambio e nessun ricatto può essere accettato, è stata la risposta secca del capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza. Seguita dalla velina giunta dall interno del partito: l ìapprovazione della legge elettorale è "assolutamente stringente e urgente. Se Forza Italia o altri hanno intenzione di andare per le lunghe o fare melina, deve essere chiaro hanno dettato alle agenzie anonime fonti interne ai dem - che il Partito democratico andrà avanti lo stesso per cambiare la legge elettorale, forte dei numeri e della determinazione riformatrice di cui l'italia ha bisogno". Pronta le replica di Renato Brunetta: Melina a chi? Renzi ha bloccato la legge elettorale in Senato per 8 mesi. Perché tanta fretta adesso se si vota nel 2018? Ah, saperlo, il suo messaggio. Messaggio di chi, evidentemente, la sa lunga. R.V. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità ALMENO A PAROLE L ESECUTIVO CAMBIA STRATEGIA. RICHIAMATO L AMBASCIATORE IN INDIA Marò, l Italia mostra i muscoli: ma servono i risultati Dopo la Pinotti anche Gentiloni alza la voce. Tocca a Renzi dimostrare di non essere come i suoi predecessori: il Premier deve far valere le ragioni di uno Stato sovrano che difende i suoi soldati di Federico Colosimo alza la voce e cambia totalmente strategia di fronte all ennesimo no della Corte suprema indiana sui Marò. Mostra L Italia i muscoli (almeno a parole) e sceglie di adottare la linea dura contro il governo indiano. Meglio tardi che mai. Dopo l ennesima doccia gelata, con una decisione incomprensibile, serviva una reazione ferma, decisa. Lo sfogo del ministro della Difesa Federica Pinotti è seguito a ruota da quello del titolare degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha deciso di richiamare l ambasciatore in India, Daniele Mancini, per consultazioni. Un gesto significativo, che nei rapporti diplomatici segna tradizionalmente una rottura tra 2 Paesi. Abbiamo l obbligo di reagire ha spiegato Gentiloni al Parlamento - e mi auguro la reazione sia determinata e unitaria. Lo dobbiamo fare senza improvvisazione e con il necessario equilibrio. Dopo anni di soprusi, cattiverie, porcherie, l ordine del giorno sembra essere cambiato. Ma adesso dalle chiacchiere bisogna passare ai fatti. Il primo step fondamentale riguarda Massimiliano Latorre, che non può assolutamente tornare in India. Così facendo si rischierebbe di ripetere il clamoroso autogol messo a segno 2 anni fa dal governo Monti. Deve curarsi in Italia, ce lo dicono i medici, ha spiegato la Pinotti. Ma non è questo il punto. Deve restare a casa nostra, senza se e senza ma. Parlare di irritazione e di obbligo di reagire, oltre a richiamare l ambasciatore, non basta. Può essere un primo messaggio da mandare al premier indù Modi. Perché il timore, concreto, è che dei toni alti usati dal nostro esecutivo possa rimanere solo un eco lontanissima. Il secondo passo lo deve fare Renzi. Che deve volare in India, trattare con il suo omologo indiano e riprendersi pure Girone. La nota del Quirinale, con il quale Napolitano ha fatto sapere di essere fortemente contrariato dalla decisione della magistratura, non farà certo tremare i polsi alle autorità indiane. Che dopo 3 anni di ingiustizie non sono riusciti ancora a formalizzare un accusa per i 2 Marò. Non sciogliendo peraltro il dubbio su chi abbia la titolarità dell indagine, l anti-terrorismo o la polizia investigativa. Con i militari che operavano in nome e per conto dell Italia in balia di incapaci. Perché è di questo che si tratta. Il Premier tiri fuori gli attributi e faccia valere le ragioni di uno Stato sovrano, che difende e non abbandona i suoi uomini. E dimostri finalmente di essere più capace dei suoi predecessori (Monti e Letta), che non sono stati in grado di risolvere un braccio di ferro che si è protratto già troppo a lungo. di Marcello Calvo CONDANNATI A 3 ANNI E 6 MESI I 4 ATTIVISTI NO TAV PROTAGONISTI DEI FATTACCI AL CANTIERE DI CHIOMONTE NEL 2013 Assaltano cantieri e autostrade: ma non sono terroristi La Corte di Assise di Torino assolve gli imputati dall accusa più grave. Per festeggiare un gruppo di militanti blocca l A32 occupando anche un treno, costringendo i viaggiatori a scendere Assaltare il cantiere di Chiomonte dopo aver marciato i boschi di Giaglione incappucciati, lanciando pietre, bottiglie, fuochi d artificio, molotov, bengala, bombe carta, mandando a fuoco un compressore mentre gli operai stanno lavorando, non è un atto dalle finalità terroristiche. Almeno secondo la Corte d Assise di Torino, che ha condannato 4 attivisti No Tav dell area anarco-insurrezionalista a 3 anni e 6 mesi (oltre al pagamento di una multa da 5 mila euro) di reclusione, ma li ha assolti dall accusa più grave. I protagonisti dei fattacci avvenuti la notte del 13 maggio 2013 sono stati ritenuti colpevoli di danneggiamento, fabbricazione e trasporto di armi e resistenza a pubblico ufficiale. E basta. Pensare che la pubblica accusa aveva chiesto per loro la condanna a 9 anni e mezzo di carcere. Di diverso avviso la Corte, che con questa sentenza rischia di creare un pericoloso precedente. Applausi scroscianti e urla di gioia nell aula bunker del carcere Vallette di Torino, quando il presidente Pietro Capello ha pronunciato il verdetto. Con una donna che ha perfino urlato i terroristi siete voi, rivolgendosi probabilmente ai pm. Alla lettura del dispositivo un altra decina di simpatizzanti presenti hanno intonato il coro buffoni, accompagnato da una richiesta esplicita: libertà. Negato un indennizzo sia all Avvocatura dello Stato che a un sindacato di polizia, costituitisi entrambi parte civile. Oltre il danno la beffa, verrebbe da dire. Perché non contenti, un gruppo costituito da una ventina di No Tav incappucciati, dopo l assoluzione dei loro 4 compagni dall accusa di terrorismo, ha bloccato l autostrada Torino-Frejus all altezza della galleria di Giaglione, in direzione Francia. Srotolando pure uno striscione. Dopo una breve manifestazione, sul posto è arrivata la polizia che ha fatto liberare la strada. Ma non è ancora finita. Altri attivisti hanno invece occupato il treno regionale 2012 Milano-Torino su cui stavano viaggiando. Costringendo i passeggeri a scendere alla stazione di Novara per proseguire con un altro convoglio. Assaltano cantieri e autostrade. Occupano mezzi ferroviari a suon di minacce, ma non sono terroristi. Chiamateli vandali. O meglio, criminali. CRISI Ripresa graduale nel 2015, boom della disoccupazione Leggeri miglioramenti per il prossimo anno secondo il Centro studi di Confindustria di Giuseppe Sarra Pil stagnante. La crescita, forse, arriverà soltanto nel 2016, graduale secondo la previsione del Centro studi di Confindustria (Csc) per il prossimo anno. Attestando un altra battuta d arresto: il Csc, infatti, corregge leggermente al ribasso la stima elaborata a settembre sul prodotto interno lordo italiano del 2014: da -0,4% a -0,5%. Il Paese è fermo. Inoltre, il Centro studi ha calcolato l impatto negativo della corruzione sul Pil: un aumento di un punto dell indice del fenomeno è correlato con una diminuzione del tasso di crescita annuo del Pil pro capite di 0,8 punti percentuali. Intanto l esercito dei senza lavoro continua ad aumentare. Parliamo di oltre 8,6 milioni di disoccupati. Cambierà poco o nulla nel 2015 sul piano occupazionale. E infatti il tasso di disoccupazione in Italia per il prossimo anno rimarrà ancorato sugli alti livelli di fine 2014, salendo ancora dal 12,7% previsto in media d anno al 12,9%. Mentre scenderà, assicura il Csc, progressivamente nel 2016 di pari passo con la ripresa dell occupazione, registrando un 12,6% in media d anno (12,4% nel quarto trimestre). In particolare, l occupazione tornerà a crescere dalla primavera 2015, dopo essere rimasta pressoché ferma per tutto il 2014 e nel primo trimestre del prossimo anno sui livelli minimi di fine 2013 (-1 milione e 681 mila unità rispetto a fine 2007, -6,8%). Ovviamente l intensità del recupero, dapprima molto debole - spiega il Csc - si consoliderà solo nel Il biennio previsivo si chiuderà con 1 milione e 416mila unità di lavoro (Ula) in meno rispetto a fine 2007 (-5,6%). In miglioramento anche i dati sugli ammortizzatori sociali: secondo Csc lo stock di cassa integrazione si sgonfierà a partire da inizio dell anno prossimo, quando cominceranno a calare gli interventi straordinari. A fine 2016, tuttavia, nell intera economia la Cig (Cassa integrazione guadagni) interesserà ancora l equivalente di circa 210mila Ula, un livello superiore rispetto a quello di inizio Ci sarà un miglioramento leggero per i consumi secondo le previsioni del Centro studi di Confindustria. La spesa delle famiglie nel 2014 aumenterà poco (+0,2%), ma l incremento accelererà al +0,5% nel 2015 e al +0,8% nel A spingere la ripresa, invece, contribuisce il crollo del prezzo del petrolio. Crollato di oltre un terzo nell arco di alcune settimane, Confindustria spiega che per l Italia significa un guadagno di 14 miliardi annui, con un impatto di +0,3% sul Pil 2015 ed un altro +0,5% nel Il calo - fa notare il Csc - comporta il trasferimento di oltre mille miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissimo numero di produttori, con enormi ricchezze, ad un ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più alta propensione alla spesa. Stima positiva per i conti pubblici da parte di Confindustria, con un deficit al 3% nel 2014 che calerà poi al 2,7% l anno prossimo e al 2,5% per il Mentre il debito salirà ancora: dal 132,2% di quest anno al 133,8% per il 2015.

4 4 Attualità PER LA PRIMA VOLTA GLI ITALIANI SPENDERANNO DI PIÙ PER IL CIBO CHE PER I DONI A Natale niente più soldi per i regali Arriva un altro segnale inquietante dalla già tanto disastrata economia italiana: per la prima volta dall'inizio della crisi l'agroalimentare sorpassa i regali e diventa la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,1 miliardi di euro e una mazzata tremenda al resto del commercio, e dunque dalla produzione, che esula da quello che mettiamo sulle tavole. E questo quanto emerge dall'analisi Coldiretti/Ixè Il Natale sulle tavole degli italiani'', presentata all''assemblea nazionale, dalla quale si evidenzia che la quota della spesa per il cibo risulta pari al 35 per cento del budget rispetto a quella per i regali, che quest anno si ferma al 25 per cento. Un terzo della spesa di Natale come emerge sempre dall analisi statistica - è destinata a pranzi, cenoni e regali con un aumento del 10 per cento rispetto allo scorso per l''effetto congiunto della crisi che porta a ridimensionare le spese per i regali e a concentrarsi su spese utili, ma anche - sottolinea la Coldiretti - del boom dell''enogastronomia. C è poi da considerare un 9 per cento degli italiani che taglierà quest'anno la spesa per generi alimentari, sempre ovviamente per i morsi della crisi (erano il 12 per cento nel 2013), mentre ben il 40 per cento risparmierà sulle vacanze (con il settore che dunque ne risentirà più degli altri in maniera particolare) il 38 per cento sui divertimenti e il 36 per cento sull'abbigliamento, mentre il 35 per cento si comporterà come lo scorso anno. Che comunque non fu un Natale per niente allegro. Non si rinuncia quindi a preparare pranzi e cenoni o a gratificare parenti e amici con gustosi omaggi utili ma si qualifica la spesa, con una netta preferenza di prodotti del territorio locali e made in Italy. Si assiste a una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio e secondo l'indagine Coldiretti/Ixè il 69 per cento degli italiani responsabili della preparazione dei pasti porterà in tavola prodotti made in Italy, il 27 per cento addirittura locali o a chilometri zero e il 10 per cento prodotti biologici, mentre un 17 per cento guardera'' alle offerte e al basso prezzo. "Acquistare prodotti italiani in un difficile momento di crisi significa anche sostenere il lavoro, l''economia e il territorio", afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che "l'agricoltura e l''alimentazione sono tra gli elementi di distintività del Paese che possono offrire un grande contributo ad una ripresa sostenibile e duratura che fa bene all''economia all'ambiente e alla salute". SCEGLIENDO IL MENU TRADIZIONALE E il made in Italy salva trentamila posti di lavoro La scelta di un menu italiano per i pranzi ed i cenoni delle feste, ma anche quella del regalo enogastronomico veramente made in Italy da mettere sotto l'albero, salva circa trentamila posti di lavoro. E' quanto emerge dall''analisi Coldiretti ''Il Natale sulle tavole degli italiani'', dalla quale si evidenzia che dalle scelte di Natale degli italiani dipendono anche i posti i lavoro di una parte consistente dell''economia made in Italy, condizionando addirittura l'esistenza di interi comparti, dal pandoro al panettone, dai cotechini alle lenticchie, dalle stelle di Natale fino, in parte, agli spumanti. Dal low cost al lusso, dal tradizionale all''innovativo, dal solidale al sostenibile sono molte le opportunità offerte dall''agricoltura italiana per caratterizzare la tavola, distinguersi nei regali e aiutare l''economia, il lavoro e l''ambiente del proprio Paese in un difficile momento di crisi. Una tendenza condivisa - precisa la Coldiretti - da quattro italiani su dieci (il 39 per cento) che acquisteranno quest'anno prodotti alimentari confezionati anche nei tradizionali cesti dove i prodotti più gettonati sono lo spumante (66 per cento), i dolci (62 per cento), la frutta secca (57 per cento), i salumi (55 per cento), le lenticchie (51 per cento) e l''olio extravergine (48 per cento) che quest'anno è una vera rarità considerata l''annata particolarmente difficile. E per distinguersi nel Natale sottolinea la Coldiretti - gli esempi di cesti alternativi sono tanti come quello innovativo con l'alga spirulina antistress nelle sue diverse composizioni, dalle scaglie alle compresse, dalla cioccolata ai formaggi. E, ancora, quello ambientale composto da tanti prodotti salvati dall''estinzione come il salame di mora romagnola, i fagioli del Purgatorio e la bagna caoda. I più gettonati sono però i cesti tradizionali dove non possono mancare le lenticchia di Castelluccio, il cotechino e lo spumante.

5 5 Esteri IL VOTO DELL EUROPARLAMENTO SOSTIENE IN LINEA DI PRINCIPIO IL RICONOSCIMENTO Palestina stato, dall Ue il primo passo Grillini spaccati, Forza Italia assente. Pasticciaccio in tema Hamas: per la Corte di Bruxelles non va considerata organizzazione terroristica, per il Consiglio sì di Robert Vignola si muove sulla questione palestinese e lo fa con un voto storico L europa che ha visto d'accordo gran parte delle forze politiche rappresentate a Strasburgo. Il Parlamento Ue ha approvato a ampia maggioranza una risoluzione sottoscritta da quasi tutti i gruppi che sostiene "in linea di principio" il riconoscimento dello Stato della Palestina sulla base dei confini del 1967, appoggia la soluzione di due Stati con Gerusalemme capitale e esorta la ripresa dei colloqui di pace. La decisione arriva dopo il riconoscimento della Palestina da parte della Svezia (si tratta del primo paese europeo) e la mozione (non vincolante) dell'assemblea nazionale francese dello scorso 2 dicembre. La risoluzione è stata approvata con 498 sì, 88 no e 111 astensioni e ha visto la convergenza dei testi presentanti da cinque gruppi, quello del Ppe, del S&D, della sinistra Unita (Gue), dei liberali e dei Verdi, appoggiata anche da alcuni esponenti 'grillini' come Massimo Castaldo e Ignazio Corrao. È la prima volta che il Parlamento Ue assume una determinazione del genere, anche se il voto difficilmente avrà conseguenze concrete: la mozione infatti non sollecita gli Stati membri a riconoscere lo Stato palestinese senza condizioni. Tra i contrari si segnala il leader degli euroscettici inglesi Nigel Farage, secondo il quale "il riconoscimento degli Stati è di competenza delle nazioni, non del Parlamento europeo che non ha questo potere: questo voto va annullato". La delegazione di Forza Italia ha invece preferito uscire dall'aula al momento del voto. Non solo, però, perché praticamente in contemporanea il Tribunale dell Unione Europea che ha cancellato il nome del movimento della resistenza islamico palestinese dalla lista nera. La mossa - spiega il Tribunale - è per motivi procedurali, anche se ne mantiene temporaneamente in vigore gli effetti per garantire il congelamento dei beni, un provvedimento preso invece considerando elementi esaminati concretamente e decisi dalle autorità nazionali competenti. Il tribunale Ue ha, in sostanza, ammesso il suo errore di aver inserito Hamas tra le organizzazioni terroristiche, 13 anni fa, nel 2001, solo in base alle accuse e alle propagande mediatiche. Ma il Consiglio d Europa ha subito frenato, dando una volta di più quell impressione di un complesso istituzionale studiato malissimo e che andrebbe riformato, per non incappare in continue figuracce in ambito internazionale. La portavoce dell'alto rappresentante per la politica estera, Maja Kocijancic, ha così detto che la decisione della Corte su Hamas "è una sentenza legale, non una decisione politica". Probabile a questo punto che sia il Consiglio d Europa a fare appello, ma nel frattempo "le misure restrittive restano in atto: questo significa che la Ue continua a considerare Hamas un'organizzazione terroristica". Ormai il potere mondialista si muove con la "maschera calata", senza nascondere più di tanto tattiche e strategie. Tanto da spingere noti ex funzionari, giornalisti e premier politici a frenare le politiche estere ed militari di Washington. È un'altra volta "sceso in campo" il 91enne, ma ancora potentissimo, Henry Kissinger, uno dei veterani della diplomazia e della politica estera americana. L'ex segretario di Stato ha parlato di guerra e di pace, di IL VETERANO DELLA POLITICA ESTERA STATUNITENSE CRITICO VERSO LA GESTIONE DELLA CRISI UCRAINA Anche Kissinger avverte gli Usa: Sbagliato aggredire la Russia Ucraina e Crimea, di errori commessi da Stati Uniti e Europa mentre attuavano la loro politica nei confronti di Mosca. Kissinger, come è noto, non è mai stato un amico della Russia. Al contrario, ha sempre fatto del suo meglio per indebolire l'urss e poi la Russia, nella convinzione che questo rispondesse agli interessi degli Stati Uniti. Quindi la sua opinione ha un certo peso. Kissinger è certo che Washington e Bruxelles sono responsabili per l'escalation della situazione in Ucraina. Queste le sue parole: "L'Europa e l'america non hanno capito l'impatto di questi eventi, a cominciare dai negoziati sulle relazioni economiche tra l'ucraina e l'unione europea e culminati con le manifestazioni a Kiev. Queste negoziazioni, e il loro impatto, avrebbero dovuto essere oggetto di un dialogo con la Russia. L'Ucraina ha sempre avuto un significato particolare per la Russia. È stato un errore non rendersi conto di questo". Comunque secondo Kissinger, l'america può ancora evitare un conflitto con la Russia: "Dobbiamo ricordare che la Russia è una parte importante del sistema internazionale, e quindi utile per risolvere ogni sorta di altre crisi, ad esempio nell'accordo sulla proliferazione nucleare con l'iran o sulla Siria. Questo deve avere la preferenza su un escalation tattica in un caso specifico". Ma nonostante i "campanelli" di Kissinger, la Camera dei Rappresentanti ha portato il mondo un passo più vicino alla tragedia dalla quale un veterano della politica estera qual è Kissinger ci ha messo in guardia. In questi giorni i rappresentanti hanno approvato la risoluzione N. 758 con 411 voti favorevoli e 10 contrari. La risoluzione ha accusato la Russia di scatenare un'aggressione militare contro l'ucraina, la Georgia e la Moldavia e chiede aiuti militari e di intelligence per l'ucraina. Il documento inoltre ha chiesto agli alleati della NATO, ai partner degli Stati Uniti in Europa e alle nazioni in tutto il mondo "di sospendere ogni forma di cooperazione militare con la Russia, e di vietare la vendita al governo russo di materiale militare letale e non letale". La Camera dei Rappresentanti vuole che l'ucraina e l Unione europea frenino l'interazione con la Russia e inaspriscano le sanzioni. Inoltre, si invitano l'ucraina e l'unione europea a respingere le forniture energetiche russe. I rappresentanti hanno minacciato direttamente la Federazione russa e l'hanno accusata di violare il trattato INF, Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty. Infine, la Camera ha suggerito che gli Stati Uniti intensifichino la guerra d'informazione contro la Russia. Nel documento si "invitano il Presidente e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a sviluppare una strategia di coordinamento multilaterale per la produzione o comunque la diffusione di notizie e informazioni in lingua russa nei paesi con significative minoranze di lingua russa". Giuliano Castellino DAL CASO MATTEI ALLA BANCA CENTRALE SGANCIATA DAL TESORO, PER FINIRE CON LA SCELTA DELL EURO Assedio all Italia: i misteri del Dopoguerra Il primo colpo storico contro l'italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall'allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e "nonno" della Grande Privatizzazione che ha smantellato l'industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. È il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d'italia dal Ministero del Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell'italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l'est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all'euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi, l'italia. A confermare questa tesi c'è Nino Galloni, già docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato. All'epoca, nel fatidico 1989, Galloni era consulente del governo su invito dell'eterno Andreotti, il primo statista europeo che ebbe la prontezza di affermare di temere la riunificazione tedesca. Non era "provincialismo storico": Andreotti era al corrente del piano contro l'italia e tentò di opporvisi, finche poté. Poi a Roma arrivò una telefonata del cancelliere Kohl, che si lamentò col ministro Guido Carli: qualcuno "remava contro" il piano franco-tedesco. Galloni si era appena scontrato con Mario Monti alla Bocconi e il suo gruppo aveva ricevuto pressioni da Bankitalia, dalla Fondazione Agnelli (facenti anche loro parte del gruppo Bilderberg) e da Confindustria. La telefonata di Kohl fu decisiva per indurre il governo a metterlo fuori gioco. "Ottenni dal ministro la verità", racconta l'ex super-consulente, ridottosi a comunicare con l'aiuto di "pizzini" perché il ministro "temeva ci fossero dei microfoni". Sul pezzetto di carta scrisse la domanda decisiva: "Ci sono state pressioni anche dalla Germania sul ministro Carli perché io smetta di fare quello che stiamo facendo?". Eccome: "Lui mi fece di sì con la testa". Questa, riassume Galloni, è l'origine della "inspiegabile" tragedia nazionale nella quale stiamo sprofondando. I super-poteri egemonici, prima atlantici e poi europei, hanno sempre temuto l'italia. Lo dimostrano due episodi chiave. Il primo è l'omicidio di Enrico Mattei, stratega del boom industriale italiano grazie alla leva energetica propiziata dalla sua politica filo-araba, in competizione con le "Sette Sorelle". E il secondo è l'eliminazione di Aldo Moro, l'uomo del compromesso storico col Pci di Berlinguer assassinato dalle "seconde Br": non più l'organizzazione eversiva fondata da Renato Curcio, ma le Br di Mario Moretti, "fortemente collegate con i servizi, con deviazioni dei servizi, con i servizi americani e israeliani". Il leader della Dc era nel mirino di killer molto più potenti dei neo-brigatisti: "Kissinger gliel'aveva giurata, aveva minacciato Moro di morte poco tempo prima" (Kissinger è anche l'assassino di Salvador Allende). Tragico preambolo, la strana uccisione di Pier Paolo Pasolini, che nel romanzo "Petrolio" aveva denunciato i mandanti dell'omicidio Mattei, a lungo presentato come incidente aereo. Inoltre recenti inchieste collegano alla morte del fondatore dell'eni quella del giornalista siciliano Mauro De Mauro. Probabilmente, De Mauro aveva scoperto una pista "francese": agenti dell'ex Oas inquadrati dalla Cia nell'organizzazione terroristica "Stay Behind" (in Italia, "Gladio") avrebbero sabotato l'aereo di Mattei con l'aiuto di manovalanza mafiosa. Poi, su tutto, a congelare la democrazia italiana avrebbe provveduto la strategia della tensione, quella delle stragi nelle piazze. Questo è solo il primo round di un match giocato tutto contro l'italia, che una volta occupata doveva solo recitare il ruolo di vassallo e diventare l'estremo sud dell'europa. Gli atlantici sapevano e continuano a sapere che quando Roma diventa faro del Vecchio Continente e cuore del Mediterraneo difficilmente l'europa non rinasce. A domani per il secondo round. G.Cas.

6 6 Storia IL GIORNALE D ITALIA E MUSSOLINI / 10 Aldo Lusignoli e l Associazione del Pubblico Impiego L Ente viene creato con decreto del capo del Governo nel febbraio del 1927: bilancio dei primi mesi di attività di Emma Moriconi Prosegue il nostro viaggio tra le pagine ingiallite del nostro quotidiano di 85 anni fa. Oggi parliamo di un intervista rilasciata al Giornale d Italia dall on. Aldo Lusignoli il 15 giugno Come sempre, però, iniziamo con il presentare il nostro ospite ai nostri lettori: Aldo Lusignoli nel 1929 è iscritto all Albo degli avvocati di Roma, conduce una intensa attività giornalistica come redattore dell Idea Nazionale e del Lavoro d Italia. È inoltre direttore del quindicinale La Corporazione dell Impiego che già nel 1929 aveva mutato titolo in Il Pubblico Impiego, una pubblicazione che tratta argomenti relativi ai problemi amministrativi, organizzativi e culturali in genere che interessano i dipendenti degli Enti pubblici e gli Enti pubblici stessi. È proprio attraverso quelle pagine che Lusignoli aveva portato alla ribalta il problema annoso della riforma della burocrazia. Lusignoli è anche redattore della Stirpe, del Medico Condotto, della Rassegna Giudiziaria, del Bollettino dei Concorsi, del Bollettino amministrativo e infine della Rassegna Legislativa. Nel 1919 era stato Presidente del Fascio Romano Universitario, nel 1920 Membro della Commissione Elettorale del Comune di Roma, tra il 21 il 22 Fondatore e Segretario Generale dell Ufficio Nazionale del Lavoro, tra il 1923 e il 26 Segretario Generale della Corporazione Fascista dell Impiego Pubblico e Privato, nel 24 Commissario Straordinario della federazione Sindacale fascista di Firenze, nel 25 aveva ricoperto lo stesso incarico a Trento ed era stato Membro della Commissione dei Dieci per le controversie sul lavoro. Ancora, nel 1926 era stato Commissario della Federazione Sindacale Fascista di Napoli, Direttore dell Ufficio Legale della Confederazione delle Corporazioni fasciste; Segretario generale della Federazione Nazionale dei Sindacati fascisti bancari, e poi nel Membro del CdA e del Comitato Esecutivo della Cassa Nazionale per le Associazioni Sociali. Aveva rivestito poi una serie di altre cariche, tutte relative a vicende inerenti l impiego e l assistenza. Nella 28esima legislatura, poi, era diventato deputato. Per quanto riguarda invece il tema di oggi, nell articolo che proponiamo ai nostri lettori l articolista scrive: L Associazione Nazionale Fascista del pubblico impiego fu autorizzata, in seguito all applicazione della legge sindacale, con decreto del Capo del Governo del febbraio del 1927, e iniziò subito la sua attività, separandosi dalla Confederazione dei Sindacati fascisti dei lavoratori e passando, per ciò che si riferisce alla disciplina politica, alle dirette dipendenze del Partito fascista. Ad essa furono attribuite continua per l inquadramento, tutte le categorie dei dipendenti dello Stato (esclusi gli impiegati dei Ministeri dell Interno, degli Esteri, delle Colonie e delle Corporazioni, gli insegnanti, i ferrovieri, i postelegrafonici e gli addetti ai monopoli industriali) dei dipendenti degli Enti loali e parastatali e in seguito i pensionati delle stesse categorie. Segue dunque l intervista a Lusignoli, il quale riferisce che l Associazione, quando fu riconosciuta, contava dai 60 ai 70 mila aderenti, che alla fine del 1927 salirono a 150 mila e oggi (dunque alla metà del 1929, ndr), divisi in 4 Sezioni Nazionali che corrispondono approssimativamente alle Federazioni Nazionali dei Sindacati in 27 Associazioni Nazionali di categoria, in 92 Associazioni provinciali, raggiungono la cospicua cifra di 250 mila. Il Partito continua Lusignoli al centro come alla periferia, ci ha dato l appoggio più vigoroso e cordiale. Lo stesso dicasi delle Amministrazioni centrali, dei prefetti e delle altre Amministrazioni in genere. In tre anni di organizzazione si sono sostituiti, in seguito a rapporti dei prefetti, solo tre Segretari provinciali. Non conosciamo crisi interne di alcun genere. La valutazione di questi aspetti è sommamente interessante anche perché viene fatta a meno di sette anni dall insediamento di Mussolini ai vertici dello Stato, e in un epoca estremamente difficile in termini sociali ed economici: la Grande Guerra è finita da appena dieci anni, l Italia ha riportato una vittoria ma si fa per dire, il mondo ha da fare i conti con la crisi del 29, la povertà e l analfabetismo sono questioni gravi sulle quali il Fascismo ha iniziato a lavorare immediatamente ma sulle quali c è ancora molto da fare, per non parlare dei problemi legati alle malattie, che il Regime combatte strenuamente ottenendo eccellenti risultati in pochissimo tempo. Nella prossima puntata approfondiremo i temi del rapporto tra impiegati pubblici e amministrazioni, il tema della necessità di snellire la burocrazia, ma anche della nuova coscienza dell impiegato, quindi andremo ad esaminare i lavori alla Camera e al Senato, sempre attraverso il lavoro della nostra redazione dell epoca. Si tratta di un mezzo insolito di rievocare le vicende storiche, ma estremamente utile, perché consente un vero e proprio viaggio nella mentalità e nello stile del tempo, oltre che nella quotidianità. ( continua ) emoriconi@ilgiornaleditalia.org

7 7 Da Roma e dal Lazio MAFIA CAPITALE Salvatore Buzzi al Riesame: Nessun illecito con Carminati Intanto Orfini (Pd) attacca il prefetto Pecoraro. Storace: Se a sinistra c è il terrore di quest inchiesta non è un motivo per sabotare la prefettura di Giuseppe Sarra Ho incontrato Massimo Carminati per la prima volta nel Non abbiamo commesso alcun illecito. Lo ha riferito ieri il presidente della cooperativa 29 giugno, Salvatore Buzzi, nel corso di dichiarazioni spontanee al tribunale del Riesame. Oltre a quella di Buzzi, i giudici del tribunale della Libertà devono vagliare le istanze presentate dai legali di altri sedici indagati tra cui l ex amministrazione delegato dell ente Eur Riccardo Mancini, il dirigente di Ama Giovanni Fiscon e Giovanni De Carlo, detto Giovannone e strettamente legato a Carminati, i quali chiedono che venga annullato l ordine di custodia cautelare. Ma ieri si sono riservati. In una memoria, l avvocato Alessandro Diddi, difensore del numero uno della 29 giugno, scrive che Buzzi è un imprenditore che ha saputo creare una struttura di cooperative di lavoro attraverso le quali non solo ha dato lavoro e speranza a tanti detenuti, ex detenuti e a persone disagiate, ma ha creato tante occasioni di lavoro che non possono essere considerate espressione di metodo mafioso o di attività illecita. Mentre gli ispettori sono al lavoro in Campidoglio per verificare se vi siano state infiltrazioni di stampo mafioso, sarebbero circa 120 gli appalti opachi contenuti nel dossier che il sindaco Ignazio Marino ha consegnato al presidente dell Anticorruzione, Raffaele Cantone. Nell occhio del ciclone sono finiti gare d appalto che riguardano tre settori: sociale, emergenza abitativa e verde pubblico. Ispezioni che stanno andando in scena anche al ministero dello Sviluppo economico, come annunciato dal ministro Federica Guidi, volte a ricostruire la mappa delle società cooperative e dei consorzi la cui governance vede il coinvolgimento dei soggetti interessati dall inchiesta Mondo di mezzo. Intanto Ama, azienda della nettezza urbana di Roma Capitale, si costituirà persona offesa e, sulla stessa lunghezza d onda di Confindustria, come parte civile nel procedimento avviato dalla procura capitolina nell ambito dell indagine sullo scandalo Mafia Capitale. Anche ieri non sono mancate le polemiche. A scatenare il mondo politico è stato il commissario del Pd romano e presidente del partito di Matteo Renzi, Matteo Orfini, che su Twitter ha lanciato una bordata contro il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Tra le tante curiosità della situazione romana - ha cinguettato - c è anche quella di aver un prefetto che fa più interviste e dichiarazioni di Salvini. A prendere le difese del prefetto Pecoraro è stato il leader de La Destra, Francesco Storace, con ironico riferimento al Mondo di mezzo dell inchiesta. Dal mondo di sottosopra - ha detto Storace - è giunto il segnale minaccioso al prefetto. Orfini ha dettato i compiti a Pecoraro. Alfano abbia un sussulto di dignità dica a Renzi di zittire i suoi uomini. Se a sinistra c è il terrore di Buzzi e Odevaine - ha concluso il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio - non è un motivo per sabotare la prefettura. GARBATELLA Violenta la moglie, arrestato un egiziano LATINA Sorpresi impiegati pubblici a spasso FROSINONE Fermata la banda dei tir, sei arrestati La violenza domestica, purtroppo, è una realtà sempre più frequente nella nostra società. Spesso e volentieri le donne non hanno il coraggio di denunciare quanto sono costrette a subire. Il presunto uomo violento, questa volta, non l ha fatta franca. A denunciarlo è stata la moglie, di origini egiziane, stanca dei maltrattamenti e degli abusi sessuali da parte del marito, anche lui egiziano. Le indagini dei carabinieri di via in Selci hanno potuto accertare le ragioni della donna, esasperata dalle continue angherie subite dal marito che la picchiava e la violentava sistematicamente. La vittima ha così di rivolgersi ad una struttura parrocchiale romana che ha attivato il Telefono Rosa e, quindi, l autorità giudiziaria. L attività investigativa ha fatto piena luce sui ripetuti e frequenti episodi di violenza fisica e psicologica che la donna, ma anche i figli della coppia di 10 e 12 anni, hanno dovuto sopportare tra le mura domestiche, sia in Egitto che in Italia dal 2008 al L uomo, da tempo residente a Roma in zona Garbatella, fioraio, è stato immediatamente rintracciato e arrestato dai militari del nucleo investigativo di Roma. Si trova nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell'autorità Giudiziaria. Dovrà scrollarsi di dosso l accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati, lesioni personali aggravate e violenza sessuale aggravata. Malgrado fossero a lavoro, si allontanavano senza alcuna giustificazione. Sono stati scoperti dalle fiamme gialle del comando provinciale di Latina. Si tratta di quattro dipendenti del giudice di pace di Latina. L indagine, iniziata sul finire del 2013, è sfociata nell ottobre scorso con l arresto del commesso D.P. per peculato, ora ai domiciliari. L attività investigativa è stata poi estesa nei confronti di altri dipendenti dell ufficio attraverso una serie di appostamenti e pedinamenti volti a individuare eventuali assenze ingiustificate dal posto di lavoro. Il successivo riscontro effettuato con il registro delle presenze giornaliero, sul quale ciascun dipendente annota l orario di entrata ed uscita dall ufficio, ha permesso ai militari della Guardia di finanza di rilevare un malcostume da parte di alcuni impiegati i quali attestavano falsamente la loro presenza sul posto di lavoro mentre in realtà se ne allontanavano senza alcuna giustificazione. Oltre a sbrigare faccende private, sono stati ripresi mentre tornavano anzitempo presso le rispettive abitazioni. Tutto questo avveniva con una complicità reciproca, come nel caso in cui un dipendente apponeva la firma al posto del collega che si era allontanato o, come rilevato nel corso di alcune intercettazioni, attraverso appostamenti da vedetta al fine di comunicare al collega assente la mancata presenza di chi evidentemente era preposto al controllo. Per A.L., M.P., e C.A.D., queste le loro iniziali, il gip ha disposto la misura di presentazione alla polizia nei giorni di lavoro per due volte al giorno. Sono accusati di truffa ai danni dello Stato e falso. Dopo un attenta attività di indagine sono stati arrestati dalla polizia stradale in flagranza di reato per rapina e sequestro di persona. Si tratta di sei pregiudicati, originari di Napoli alcuni dei quali considerati legati a clan camorristici locali, che hanno sequestrato un autotrasportatore spagnolo nel parcheggio per mezzi pesanti sulla Ss 155 R ad Anagni (Frosinone). Una volta imbavagliato, hanno preso possesso del camion che trasportava un carico di pesce congelato di elevato valore commerciale destinato per lo scarico in alcune località della Campania. L atteggiamento dei sei al casello di Nola della A30, a bordo di due auto, ha insospettito gli agenti della polizia stradale. A quel punto il controllo è diventato più approfondito. Le stesse vetture sono state poi avvistate alle nella zona industriale di Nola, dove hanno perlustrato delle aree riservate al parcheggio dei mezzi commerciali per diverse ore. Hanno poi percorso la A1 fino a giungere, alle 00.45, lo svincolo di Anagni. Successivamente i due veicoli si sono diretti al parcheggio per mezzi pesanti, nelle vicinanze del casello. Dopo alcune ore, le auto sono uscite dal parcheggio seguite da un tir di nazionalità spagnola. E dunque scattato l intervento della polizia stradale. Ne è nato un inseguimento sulla A30, terminato con il tentativo di fuga a piedi dei rapitori, bloccati dalla polizia nelle campagne adiacenti la sede autostradale. All interno della cabina gli agenti hanno trovato l autista ancora imbavagliato e legato, curato poi sul posto per le lesioni dovute alle percosse subite al momento della rapina.

8 8 Dall Italia ALLO SPALLANZANI DI ROMA Ebola, migliora il medico ricoverato Il paziente, spostato in degenza ordinaria, potrebbe essere dimesso nei prossimi giorni Dopo i momenti di paura della scorsa settimana, quando si era resa necessaria l assistenza respiratoria, migliorano le condizioni del medico italiano di Emergency che ha contratto il virus di Ebola in Sierra Leone e si trova ricoverato da fine novembre all'ospedale Spallanzani di Roma. Il 13 dicembre il paziente è infatti stato spostato dalla terapia intensiva alla degenza ordinaria e mancherebbe poco perché i medici dichiarino sconfitto il virus. Non è ancora definita alcuna strategia per le dimissioni - ha affermato il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito - Le condizioni del paziente vengono valutate di giorno in giorno. Complessivamente il quadro clinico è migliorato negli ultimi giorni ma attendiamo il nuovo bollettino medico di domani (oggi,ndr). Ma che il peggio sembri essere passato lo conferma anche la presidente di Emergency, Cecilia Strada: 'Il nostro medico è sempre ricoverato ma sta molto meglio; possiamo davvero dire che iniziamo a vedere la fine del tunnel. Affrontare Ebola - ha aggiunto a margine della firma della convenzione per la concessione di uno spazio all'associazione nell'isola a Giudecca, a Venezia - non è certo una passeggiata, ma adesso siamo piuttosto tranquilli, molto molto positivi". Intanto ieri il medico ricoverato è stato contattato telefonicamente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il rischio al quale lei si è sottoposto merita l'ammirazione del nostro Paese ha detto il Capo dello Stato, esprimendo solidarietà all uomo. M.M. LA PROCURA APRE UN INCHIESTA Isis, allarme terrorismo in Sicilia possibili infiltrati tra gli immigrati I magistrati di Palermo indagano su presunti estremisti arrivati in Italia dopo essersi camuffati da disperati che raggiungono l Europa con i barconi Anche estremisti legati all Isis, il gruppo jiadista attivo in Iraq e Siria, tra gli immigrati sbarcato negli ultimi mesi sulle coste siciliane. È questo il sospetto della Procura di Palermo, che ha aperto un indagine su possibili infiltrazioni. A segnalare il rischio sarebbero stati ambienti dei servizi segreti. In particolare, si apprende da fonti investigative, i presunti islamisti giunti in Italia sarebbero di nazionalità libica e siriana. Lo spunto per l'indagine, ancora nella sua fase iniziale, è arrivato dopo lo sbarco di extracomunitari a Lampedusa dello scorso 3 ottobre. Al momento si tratta solo di un monitoraggio ha spiegato il procuratore Leonardo Agueci che, fino ad ora, non ha dato alcun esito concreto. Se ne sta occupando la Digos. Nei mesi scorsi il ministro dell Interno Angelino Alfano aveva accennato al rischio infiltrazioni terroristiche. E aveva indicato proprio nella Sicilia la porta d ingresso di possibili membri dell'isis. Solo nel 2014 sull'isola sono approdati 197mila migranti: un numero enorme di persone - dicono gli inquirenti - che moltiplica il pericolo. Le informazioni riservate raccolte dalla Procura di Palermo, che ha affidato l'inchiesta coordinata dal pm Gery Ferrara al pool antiterrorismo, vanno oltre l'allarme generico. Alcuni dei sospetti avrebbero già lasciato il territorio italiano, altri si troverebbero ancora nella Penisola. È da mesi ormai che la procura di Palermo si sta occupando della questione immigratoria avendo costituito anche un gruppo di lavoro contro la tratta degli immigrati che ha messo a punto metodologie investigative per riuscire a risalire alle organizzazioni che gestiscono i flussi. L obiettivo infatti è quello di riuscire ad individuare e smantellare le associazioni criminali che gestiscono il lucroso traffico dei profughi africani. E ora, si dovrà far luce anche sulle possibili infiltrazioni terroristiche. Barbara Fruch IMPERIA Lo gettò in mare, ritrovato Symon Il corpo del piccolo ucciso dalla madre è riemerso sulla spiaggia a Saint Tropez PALERMO Giallo a Carini, donna trovata morta La 56enne, rinvenuta dalla figlia in camera da letto, è stata strangolata con una calza MILANO E FERRARA Traffico in tilt, tra acqua e incidenti Nel capoluogo milanese bloccata la metro In Emilia un treno deraglia, non ci sono feriti Apparterrebbe al bimbo russo di 10 mesi ucciso dalla mamma la settimana scorsa nell Imperiese, a Bussana, il corpo ritrovato ieri mattina sulla spiaggia di Salines a Saint Tropez, in Costa Azzurra. La Gendarmeria ha recuperato il corpicino e insieme agli inquirenti italiani è stato verificato che l'età corrisponderebbe. Si tratta infatti, come si legge in una nota, di maschietto di circa un anno che sarebbe stato portato dal mare. Non solo. Il piccolo aveva addosso una tutina identica a quella che indossava Semyon il giorno in cui è stato affogato dalla madre, lo scorso 11 dicembre. A lanciare l allarme era stata una donna che passeggiava sulla spiaggia. Ricevuta la notizia del ritrovamento, l'autorità giudiziaria italiana ha preso subito contatti con i colleghi transalpini per il riconoscimento. La vicenda viene seguita dalla Procura di Imperia in stretta sinergia con l'omologo ufficio di Draguignan, in Francia. La madre del piccolo Semyon, Natalia Sotnikova, rea confessa, arrestata poco dopo l'omicidio, si trova in carcere a Genova Pontedecimo con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Con il recupero del corpo di Semyon, le indagini possono considerarsi chiuse. Una volta che le autorità francesi lo avranno identificato, potremo chiederne il trasferimento in Italia ha detto il procuratore di Imperia Giuseppa Geremia che ha aggiunto come sarà necessario valutare lo stato di conservazione del corpo. A volte è difficile identificare un adulto, figuriamoci un bambino che ha trascorso quasi una settimana in mare. B.F. Giallo nel Palermitano. Una 56enne, Rosalba Simonetti, è stata trovata morta nel suo appartamento a Carini, a una ventina di chilometri dal capoluogo siciliano. La donne è stata rinvenuta senza vita nella sua camera da letto dalla figlia che si era recata in casa della mamma preoccupata perché da due giorni non aveva avuto sue notizie, neppure telefonicamente. Alla vista del corpo ha immediatamente chiamato i soccorsi. I sanitari del 118 giunti sul posto però non hanno potuto fare niente a parte constatare il decesso della donna e avvertire i carabinieri. Secondo i primi rilievi del medico legale che è arrivato sul posto, la donna sarebbe stata strangolata con una calza serrata attorno al collo e ritrovata nella stanza. Sul posto oltre ai militari dell arma, che ora indagano sul caso, anche il sostituto procuratore della Repubblica Sergio De Montis. Divorziata da 8 anni, la 54enne viveva sola nell'appartamento al primo piano di una palazzina in via Palermo. La casa, secondo quanto reso noto dai militari, non è stata trovata a soqquadro e non sono stati trovati segni di effrazione né alle porte né alle finestre. Al momento non è esclusa nessuna ipotesi da quella di un suicidio a quella di omicidio: l assassino, in quel caso, potrebbe essere una persona che la vittima conosceva. B.F. Metropolitana allagata e servizio bloccato. Succede a Milano, ma questa volta, i disagi non sono dovuti al maltempo, quello che nelle scorse settimane ha fatto straripare, diverse volte, il Seveso e il Lambro. Ieri la circolazione della linea 3 è rimasta sospesa per ore tra Centrale e Porta Romana per infiltrazioni d'acqua dovute alla falda in galleria. Con tutte le conseguenze immaginabili per la viabilità cittadina, a una settimana dal Natale. Tutta colpa di un problema a una delle idrovore che pompano via l'acqua dalle gallerie del metrò, spiegano all'atm, che ha fatto intervenire le sue squadre e quelle dei vigili del fuoco per risolvere il problema, attivando in superficie un collegamento di 50 bus sostitutivi. Intanto però non sono mancate le lamentele e gli sfottò sui social network per Atm e Comune. Con inevitabili riferimenti all'expo che avanza e alle infiltrazioni che legano Milano e Roma. Acquifere da una parte, mafiose dall'altra, ma sempre di infiltrazioni si tratta. Imprevisto nei trasposti anche nel Ferrarese, dove un treno locale della linea Ferrara-Codigoro che trasportava soprattutto studenti pendolari è deragliato ieri pomeriggio nei pressi della stazione di Quartesana. Non ci sono stati feriti. Il convoglio della Fer/Tper viaggiava a velocità moderata proprio per la prossimità della stazione. Le cause dell incidente sono ora al vaglio dei tecnici dell'azienda trasporti giunti sul posto insieme ai carabinieri di Baura-Contrapò e agli agenti della Polfer. B.F.

9 9 Dall Italia RIBALTATE LE DUE PRECEDENTI SENTENZE CHE LO AVEVANO ASSOLTO Omicidio di Garlasco, Stasi condannato a sedici anni La decisione è stata presa della Corte d Assise di Milano. Non riconosciuta all imputato l aggravante della crudeltà né le attenuanti generiche Stasi è colpevole. La corte d'appello di Milano lo ha condannato a Alberto 16 anni di reclusione ribaltando le precedenti due sentenze che lo avevano sempre assolto. Per i giudici dunque è stato lui ad uccidere Chiara Poggi. La condanna è arrivata nel processo d'appello bis per l'omicidio della fidanzata, avvenuto nel 2007 a Garlasco (Pavia). Stasi era stato assolto in primo e secondo grado dalla stessa accusa prima che la Cassazione annullasse la sentenza di appello. Oltre alla pena del carcere, Stasi dovrà anche a versare 350mila euro di risarcimento a ciascuno dei genitori di Chiara e 300mila euro al fratello Marco, un milione di euro in tutto. Una condanna, quest ultima, che è immediatamente esecutiva. La pena inflitta risulta inferiore a quella richiesta dall accusa in quanto non è stata riconosciuta all imputato l'aggravante della crudeltà, contestatagli invece dal sostituto pg, che aveva chiesto una condanna a trent'anni. Neanche le attenuanti sono state riconosciute dai giudici, nemmeno quelle "generiche": il delitto è stato dunque qualificato come omicidio "semplice". Il calcolo della pena è stato fatto partendo dalla pena base per l'omicidio non aggravato: 24 anni, ridotti di un terzo (otto anni) essendo il processo stato definito con rito abbreviato. Risultato finale: 16 anni. L'impugnazione, scontata, della sentenza in Cassazione eviterà per ora a Stasi di finire in carcere. I giudici, tuttavia, potrebbero in qualsiasi momento adottare una misura cautelare se fosse ravvisato un pericolo di fuga dell'imputato. Soddisfatti e commossi i genitori di Chiara Poggi: Dopo 7 anni finalmente è stata fatta giustizia - hanno detto - Non ci interessava la pena, ci interessava la verità. Ringraziamo gli avvocati che sono riusciti a far fare giustizia. Stasera guarderemo Chiara in foto e le diremo ce l'hai fatta. Dopo la lettura della sentenza papà e mamma Poggi, visibilmente commossi, hanno abbracciato il legale di parte civile, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni. Ci aspettavamo la verità per Chiara ha detto Gian Luigi Tizzoni e oggi abbiamo avuto una risposta. Sconvolto invece Stasi, a detta delle persone a lui vicine. Quando il presidente della Corte aveva chiesto se avesse dichiarazioni da fare, si era alzato e aveva detto: Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente. Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. È accaduto a me e non ad altri. Perché? Mi appello alle vostre coscienze: spero che mi assolviate. L esito, invece, è stato un altro. Barbara Fruch Avent anni dalla scomparsa è stata dichiarata morta. Si chiude così, dopo due decenni, la vicenda di Ylenia Carrisi, una delle figlie di Al Bano e Romina Power, sparita da New Orleans il 31 dicembre Il Tribunale di Brindisi ne ha dichiarato il 1 dicembre scorso (la notizia è stata diffusa solo ieri) infatti la morte presunta. Il ricorso presentato dallo stesso Al Bano, curato dall'avvocato Sandro Caforio, risale al novembre del La sentenza può essere pronunciata dopo l'assenza di notizie per 10 anni. Lo stesso Tribunale aveva disposto la pubblicazione, come per prassi, dell'avviso con il quale si dava notizia dell'avvenuta richiesta di un familiare. Veniva indicata la data di nascita, il luogo della scomparsa e l'ultima residenza, in contrada Bosco, a Cellino San Marco (Brindisi). Nessuno ha nel frattempo risposto all'invito a chiunque abbia notizie a farle pervenire entro sei mesi dall'ultima pubblicazione. Si è poi celebrata nelle scorse settimane una udienza nel corso della quale BRINDISI Ylenia Carrisi è ufficialmente morta A vent anni dalla scomparsa della figlia di Al Bano e Romina la sentenza del tribunale tutte le persone coinvolte, e cioè i familiari della scomparsa, avrebbero potuto produrre osservazioni riguardo alla procedura. L'istituto della morte presunta produce gli stessi effetti della morte della persona fisica, ed è rilevante in termini di successione e per statuire come ripartire le eredità. Cesserebbero di avere effetto gli effetti della morte presunta nel caso in cui la persona in questione venga torni a dare qualche cenno della propria esistenza in vita. Si chiude così, da un punto di vista giuridico, un caso che è rimasto avvolto del mistero per vent'anni. Nel giugno del 2011 era stata diffusa la notizia su un settimanale tedesco della presunta riapertura delle indagini e di una tesi secondo cui la donna si trovasse in realtà in convento. L'unica testimonianza utile alla polizia americana fu quella del guardiano dell'acquario Comunale di New Orleans raccontò di aver visto una donna che rispecchiava l'identikit di Ylenia buttarsi nel fiume Mississippi. Nessun corpo fu mai ritrovato. C.B. BREMBATE Bossetti, il furgone vicino alla palestra Le telecamere lo riprendono più volte il giorno della scomparsa di Yara Gambirasio RAGUSA Oggi i funerali del piccolo Loris Assente la madre, accusata del delitto, che continua a professarsi innocente TARANTO La famiglia Scazzi perdona Corona È stata ritirata la querela per violazione di domicilio nei confronti del noto fotografo Un dettaglio che va ad aggiungersi all impianto accusatorio della Procura, aggravando ulteriormente la posizione di Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato per l omicidio di Yara Gambirasio. Il furgone dell uomo, avrebbe girato per circa un ora intorno al centro sportivo di Brembate, per poi allontanarsi subito dopo l uscita della ragazza dalla palestra, il 26 novembre del 2010 (giorno in cui scomparve la tredicenne). Il mezzo, stando alle indagini dei carabinieri, è stato ripreso più volte da alcune telecamere: prima quelle di una banca e poi quelle del distributore della Shell. Ma c'è di più. Un testimone, sentito per due volte nelle indagini, ha inoltre raccontato di aver visto un furgone bianco cassonato, del tutto simile a quello di Bossetti, che, a velocità sostenuta, aveva svoltato per via Morlotti, proveniente da via Locatelli a Brembate tra le 18,40 e le 18,45, negli istanti, quindi, in cui Yara stava uscendo dalla palestra. Il teste è stato sentito nel 2010 e ha confermato la sua versione anche dopo l arresto del muratore del 44enne di Mapello. Un dettaglio che pesa. Dopo le 19 di quella sera del 26 novembre, infatti, ovvero quando Yara viene rapita nel tragitto tra la palestra e la sua abitazione di via Rampinelli, il furgone di Bossetti sparisce dalle inquadrature delle telecamere. Passavo sempre di lì quando tornavo dal cantiere per andare a casa si era difeso Bossetti davanti al pm Letizia Ruggeri in carcere. Ma quel 26 novembre Bossetti non era andato al lavoro. C.B. Oggi l ultimo addio al piccolo Loris, il bambino di 8 anni della cui morte per strangolamento è accusata la madre Veronica Panare. I funerali saranno celebrati dal vescovo di Ragusa monsignor Paolo Urso alle 15 nella chiesa San Giovanni Battista di Santa Croce Camerina. È probabile che, per problemi di ordine pubblico, il feretro venga condotto direttamente in chiesa per le esequie. Veronica non parteciperà ai funerali. Nonostante lei insista per potervi assistere, il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, dopo averla incontrata in carcere a Catania, ha ribadito che non presenterà l'istanza per motivi di opportunità. Intanto la donna, nel ribadire la sua innocenza, scrive una lettera a suo marito. Come puoi credere che io abbia potuto uccidere nostro figlio? scrive Tu sai che mamma sono stata io e quale affetto abbia avuto per i nostri bambini [ ] Mi sento sola e abbandonata da tutti. [ ] Sono innocente, assolutamente innocente ti prego di credermi. Per far luce sulla dinamica dell omicidio del piccolo, intanto, continuano le indagini. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono tre le ipotesi su cui si lavora: Veronica potrebbe aver agito da sola o con un complice. Quest'ultimo potrebbe essere stato chiamato in causa solo per aiutare la donna a nascondere il corpo o potrebbe aver preso parte attiva all'omicidio. Al momento tuttavia l'ipotesi del complice non ha trovato riscontri né nelle testimonianze di vicini e conoscenti, né nelle immagini delle telecamere e neppure dalle utenze telefoniche. B.F. La madre di Sarah Scazzi, Concetta Serrano Spagnolo, ha ritirato la querela per violazione di domicilio nei confronti del fotografo dei vip Fabrizio Corona. Secondo quanto denunciato dalla mamma della ragazzina uccisa ad Avetrana, in provincia di Taranto il 26 agosto del 2010, Corona si era introdotto nella sua abitazione il 26 febbraio del La donna aveva sentito dei rumori e se l'era trovato davanti. Lui si era accomodato in cucina, aveva tirato fuori un registratore dicendole di volerla intervistare. In cambio le offriva fino a 100mila euro. Concetta Serrano rimase spaventata dalla presenza improvvisa dell uomo intrufolatosi nella sua abitazione. Il reato ipotizzato era quello di violazione di domicilio ma qualche mese fa è stato raggiunto un accordo tra le parti che prevede anche un risarcimento da parte dello stesso Corona (che si era scusato per lo spiacevole episodio) a favore della donna che andrà a compensare le spese. L'udienza fissata per ieri in tribunale a Taranto, dopo diversi rinvii, è stata cancellata. I guai di Corona con il tribunale di Taranto, però, non si sono limitati solo a questo episodio. Il chiacchieratissimo fotografo che sta scontando in carcere un cumulo di pene rimediate in diversi procedimenti penali, è stato condannato in primo grado dal giudice Benedetto Ruberto a 5 mesi per violazione degli obblighi di sorveglianza speciale. Corona fu denunciato per aver partecipato a una serata in discoteca a Martina Franca, in un orario in cui non poteva allontanarsi da casa. C.B.

10 10 Società UNO STUDIO DELL UNIVERSITÀ DI GRENOBLE HA SCOPERTO CHE CHI AMA I CIBI SPEZIATI HA UN LIVELLO PIÙ ELEVATO DI TESTOSTERONE Francia: Al maschio piace piccante Confermate le intuizioni della cultura popolare: chi ama il peperoncino gode di maggiore virilità di Chantal Capasso Non è un caso se alla parola piccante viene associato ad un qualcosa di proibito o di sessualmente accattivante. Già, nomen omen, è il caso del peperoncino, gli uomini più sessualmente attivi amano i cibi piccanti e sono attirati dai cibi speziati, quindi tutte le dicerie sul macho latino sembrano veritiere. Gli uomini che amano il rischio sembra lo facciano anche a tavola. A dimostrarlo sono i livelli di testosterone di chi ama i cibi piccanti: gli uomini che amano i piatti in cui viene aggiunto peperoncino sono gli stessi caratterizzati dai livelli più elevati dell'ormone maschile per eccellenza, responsabile dello sviluppo di una muscolatura possente, della forza, di una buona densità ossea e di pressoché tutte le altre caratteristiche tipicamente maschili che iniziano a svilupparsi a partire dalla pubertà. La teoria è corroborata da uno studio fatto dell Università di Grenoble pubblicata su Physiology and Behavior. Secondo gli studiosi francesi chi ha un alto livello di testosterone tende a scegliere cibi piccanti. I ricercatori dell Università di Grenoble (Francia) hanno condotto uno studio scientifico, ora pubblicato sul numero di febbraio 2015 della rivistaphysiology & Behavior, dall esauriente titolo A qualcuno piace piccante ( Some like it hot ). Hanno misurato attraverso un campione di saliva i livelli di testosterone di 114 volontari di età compresa tra 18 e 44 anni. Poi, i partecipanti sono stati invitati a gustare sia un piatto di purè con Tabasco e che uno solo con sale. Chiedendo a ciascuno quanto apprezzasse i cibi piccanti e misurando i livelli di testosterone nella sua saliva i ricercatori hanno scoperto che gli uomini con i livelli di ormone più elevati erano quelli che amavano di più il purè piccante, ma non solo. Tanto maggiore era il livello di testosterone nella saliva tanto maggiore era la quantità di salsa piccante che i partecipanti consumavano volontariamente e spontaneamente. Del testosterone spiegano gli esperti: Questo ormone è stato descritto dal professore americano James Dabbs, come l ormone di eroi, cattivi e amanti, afferma Laurent Begue, coautore dello studio e professore di psicologia sociale all Università Pierre Mendes -Francia Grenoble. Questo ormone spinge a cercare la sensazione e questa ricerca della sensazione porta a frequentare gruppi sociali più stimolanti, e porta ad assumere rischi in settori molto diversi. Inoltre E possibile, inoltre, che il consumo regolare di cibi piccanti aiuti ad aumentare i livelli di testosterone, anche se è stato dimostrato solo nei roditori. Secondo un'altra ipotesi, invece, quella nei confronti del cibo piccante potrebbe essere una vera e propria attrazione. Studi condotti in passato suggeriscono infatti che il colore rosso e aggressivo delle salse al peperoncino può attrarre gli uomini con livelli di testosterone elevato. Infine, non è da escludere che chi cresce mangiando piccante si ritrovi con livelli di ormoni maggiori. Per il momento, però, tutte queste restano pura teoria e la scelta di rischiare a tavola va semplicemente a sommarsi a quella di assumere altri comportamenti rischiosi tipica degli uomini con più testosterone rispetto agli altri. UNO STUDIO SUI NUOVI GIOCHI DIGITALI: ALLA RICERCA DI UN ALTERNATIVA PIÙ SALUBRE È allarme: sempre più bambini sono schermo-dipendenti Il record negativo l ha raggiunto la Campania, anche se c è chi al tablet preferisce la corsa nel parco in bicicletta Sempre più bambini trascorrono il loro tempo davanti allo schermo di una televisione, di un computer, di un tablet o di uno smartphone. Se un tempo esisteva l amico immaginario, ora viene sostituito con una laconica immagine virtuale. Nei ricordi di infanzia dei nostri bambini non scorreranno le immagini dei volti familiari di mamma o papà che ci leggono una fiaba, o dell amichetto col quale ci si sporcava le dita con i pennarelli, le macchinine, le bambole, le corse nei prati, anche sbucciarsi il ginocchio, od ancora i rimproveri dei nostri genitori che ci richiamavano all ordine, perché eravamo troppo sudati (per l aver giocato troppo) e potevamo ammalarci. Questo non c è nella loro memoria, ora nei ricordi dei bambini esistono anonimi pupazzetti senza anima e l unica ricerca è quella di verificare se in zona esista un collegamento wi-fi. E i bambini campani, in questo, sono tra i peggiori d Italia. Circa un bambino su tre (il 31 per cento) residente in Campania passa più di 3 ore e mezza del suo tempo davanti a uno schermo, a fronte di una media del 22,7 per cento rilevata in Italia e del 9,3 per cento rilevata in Inghilterra, Germania, Russia e Francia. È il dato che emerge da una ricerca commissionata da Duracell per comprendere le abitudini di gioco delle famiglie di oggi. Secondo quanto rilevato, il 90 per cento degli intervistati in Campania ammette di giocare sempre più sui dispositivi dotati di video a discapito di altre attività più tradizionali. La ricerca, condotta da Censuswide, ha rilevato la forte crescita dei nuovi giochi digitali ma anche il desiderio da parte delle famiglie campane di trovare un alternativa. Così, nonostante i giochi su schermo siano i protagonisti indiscussi dei pomeriggi in casa, il 62 per cento delle famiglie intervistate in Campania si dichiara disponibile ad accogliere un alternativa diversa dal gioco digitale e a trascorrere più tempo all aria aperta. Un dato interessante riguarda il fatto di voler condividere maggiormente il tempo con i figli, infatti quasi il 38 per cento dei genitori vorrebbe leggere più favole ai propri bambini, mentre il 48,5 per cento giocherebbe ai classici giochi di società. Inoltre, molti di loro sono amanti dei parchi tematici e condividono volentieri con i figli questa attività (30 per cento), mentre altri preferiscono gite più culturali (26 per cento) Ma quali sono le alternative ai giochi digitali preferite proprio dai bambini campani? Tra i giochi attivi riscontrano un grande successo le attività all aria aperta, come la bicicletta (34 per cento) precedute da un importante 49,5 per cento di bambini ancora molto legati al gioco delle costruzioni. Le macchinine e i trenini sono sempre apprezzati (rispettivamente 26 per cento e 29 per cento), infine rimangono alte in classifica anche attività come il disegno (36 per cento) e il fare dolci con i propri genitori (35 per cento). Anche se nelle case campane gli unici luoghi digital free, sono: la vasca da bagno (49,5 per cento), i servizi igienici (50,5 per cento) e il letto (29 per cento). Ch.C. ALLARME DELL OSSERVATORIO NAZIONALE DELLA SANITÀ Ubriacarsi è ormai da minorenni Sono sempre più i giovani che abusano di alcolici, con grave rischio per il cervello Si e drasticamente abbassata la soglia d età dei giovani che si rivolgono ai servizi sociali per problemi di abuso di alcol. Negli ultimi anni e aumentata la percentuale delle persone con problemi di alcol e nel caso dei giovani si e assistito ad un cambiamento dello stile di assunzione dell alcol che si avvicina sempre più al modello anglosassone e si esplicita nel fenomeno del binge drinking, ossia l assumere alcol in modo compulsivo fino ad ubriacarsi. Ad oggi ci sono casi di quattordicenni alcolisti. Gli effetti deleteri dell abuso di alcol viene spiegato da Emanuele Scafato, presidente della Società italiana di alcologia e direttore dell Osservatorio nazionale alcol dell Istituto Superiore di Sanità: Consumare 6 o più bicchieri in poche ore e anche una sola volta a settimana conduce, al di sotto dei 25 anni, nel giro di poco tempo, a una riduzione del volume dell ippocampo, parte del cervello deputata all orientamento e alla memoria. Il cervello tra i 16 ed i 25 anni va incontro a un rimodellamento che porta alla definizione del cervello adulto, ma l alcol consumato in questa finestra di massima vulnerabilità interferisce sul suo sviluppo, cristallizzando le modalità cognitive e comportamentali in una fase in cui prevale l attività cerebrale legata all impulsività e all emotività, tipiche della gioventù spiega ancora il presidente. Secondo i dati dell Osservatorio nazionale alcol dell Istituto Superiore di Sanita, nel 2009, si contavano in Italia 36 milioni di persone che assumono bevande alcoliche secondo una modalita definita rischiosa o dannosa. Per Emanuele Scafato, presidente della Societa italiana di Alcologia, queste percentuali corrispondono a circa 9 milioni di consumatori a rischio, di cui circa un milione e mezzo sono giovani e la metà di questi sono sotto minorenni. Ch.C.

11 11 Società AL FORUM INTERNAZIONALE DELLA SALUTE DI ROMA PER PARLARE DELL ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE, EQUILIBRIO FRA CIBO E AMBIENTE Sanit: Mangiare sano è low cost Aumenta la consapevolezza degli italiani dell'importanza di una nutrizione sicura che rispetta il benessere del pianeta di Chantal Capasso Dell'importanza di creare nuovi sistemi alimentari sostenibili se ne è parlato in occasione dell'11 edizione del SANIT - Forum Internazionale della Salute (14 al 17 Dicembre, Palazzo dei Congressi di Roma) durante il convegno Sostenibilità dei sistemi alimentari: come combinare salute, nutrizione e protezione dell ambiente, in collaborazione con: CRA - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura e IAMB - Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari. Negli ultimi anni il dibattito su un'alimentazione consapevole e sana e, in generale sul benessere degli individui si è fatto preponderante agli occhi dell'opinione pubblica italiana, complice anche la crisi economica che sta costringendo a rivedere il sistema alimentare globale, verso una maggiore sostenibilità. Cambiano quindi anche i comportamenti, oltre la metà degli italiani (51%) ma ancor più al Sud (59%), dichiara di aver diminuito gli sprechi alimentari ed il 78% della popolazione è consapevole dell'importanza di un'alimentazione sana e sostenibile per il pianeta (dati Ispol). Esponenti delle più prestigiose istituzioni scientifiche italiane (CRA, CI- HEAM-BARI,ENEA, CNR), hanno sottolineato le rilevanti conseguenze dirette che la produzione e il consumo di cibo hanno sulla salute e sullo status nutrizionale dei consumatori, ma anche quelle indirette, sulle risorse naturali, l ambiente, la cultura alimentare, l economia e la società. La sostenibilità (ambientale, economica, socio-culturale, nutrizionale-salutistica) dei moderni sistemi alimentari e dei prodotti agroalimentari che ne sono alla base è fondamentale per assicurare la sicurezza alimentare e nutrizionale alle presenti e future generazioni nonché per lo stato di salute del pianeta. Anche se, ancora oggi, l'opinione comune è portata a credere che perseguire un'alimentazione corretta sia troppo dispendioso, ma non è così, l'importante è seguire alcune semplici regole: scegliere prodotti più economici senza rinunciare alla qualità, leggere attentamente le etichette, a volte il cibo che costa di più è meno nutriente; consumare frutta e verdura che forniscono un ottimo apporto nutrizionale a un costo moderato; acquistare alimenti di stagione e prodotti a KM0. "Quest'anno il leitmotiv del SANIT è Alimentare la Salute. Con il termine alimentare non solo si è mirato a trattare il tema della nutrizione del corpo e della salubrità degli alimenti, ma si è voluto dare spazio anche alla cura della persona, alla prevenzione e la promozione di stili di vita salutari, lo sport, il benessere psicofisico" - ha dichiarato Andrea Costanzo, Presidente SANIT. Quest anno è un'edizione speciale quella del SANIT che vede tra i suoi patrocinatori anche Expo 2015, oltre alla Commissione Europea, al Ministero della Salute, Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, Regione Lazio, Roma Capitale, Coni, Unioncamere e Farmindustria. La sostenibilità (ambientale, economica, socio-culturale, nutrizionale-salutistica) dei moderni sistemi alimentari e dei prodotti agroalimentari che ne sono alla base e fondamentale per assicurare la sicurezza alimentare e nutrizionale alle presenti e future generazioni nonché per lo stato di salute del pianeta. DAGLI STATI UNITI ARRIVA L ALLARME PER UN AUMENTO DI CASI DI AVVELENAMENTO DA BEVANDE ENERGETICHE TRA I PICCOLI Non fate bere energy drink ai bambini Il fenomeno coinvolge anche il nostro paese, considerate delle semplici bibite gassate sono nocive anche per gli adulti Molti le ritengono delle semplici bibite gassate, ma sono un vero attentato alla salute. Tra l altro, se normalmente il caffè non viene dato ai bambini, perché mai si dovrebbe permettere loro di bere una bevanda che contenga caffeina, sostanza che può causare dipendenza come una vera e propria droga. Stiamo parlando degli energy drink, bibite ad alto contenuto di caffeina e taurina pericolose per il cuore. Eppure il loro utilizzo avviene molto più spesso di quanto si pensi, secondo quanto emerso durante il convegno annuale dell American Heart Association. L eco dell allarme oltreoceano sembra ripercuotesi anche in Italia, dove dal 2010 al 2013 sono aumentate le richieste di aiuto nei centri antiveleni per bimbi intossicati da energy drink: ben chiamate (circa il 42 per cento delle segnalazioni) negli ultimi 3 anni. Ma sono dati che non rispecchiano la realtà, secondo quanto affermano gli esperti. L indagine, infatti, sembra non considerare i casi arrivati direttamente in ospedale o pronto soccorso, quelli giunti ai medici di base e tutti quelli che non hanno mai ricevuto assistenza medica. L utilizzo inconsapevole di tali bevande è legato spesso ad una disinformazione: non tutti sanno che possono contenere anche 150 milligrammi di caffeina, un quantità che supera di molto quella di una tazzina di caffè espresso, che varia dai 40 ai 100 mg. Molti comprano queste bevande considerandole comuni bibite gassate o integratori salini, senza curarsi degli ingredienti contenuti negli energy drink, potenzialmente pericolosi, non solo per i bambini ma anche per gli adulti. I sintomi di intossicazione più frequenti sono manifestazioni neurologiche (convulsioni, agitazione), alterazioni del battito o della funzione cardiaca e disturbi digestivi. Tra le varie sostanze nocive per l organismo dei più piccoli,, che non dovrebbe essere mai assunta dai bambini in quanto una dose superiore a 2,5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo può essere tossica per l organismo. Se per un adulto consumare 4 tazzine di caffè al giorno sembra possa tenere lontano il diabete, per i bambini basta pochissima caffeina per comprometterne gravemente la salute. Ma nemmeno gli adulti sono certo immuni dagli effetti negativi di queste bevande, che possono dare problemi cardiaci o neurologici. Gli esperti concludono spiegando che la caffeina non è comunque l unica sostanza dannosa per i più piccoli, nelle bevande energizzanti sono presenti anche altri ingredienti la cui sicurezza non è stata testata nei bambini. Ch.C. IL DEMOGRAFO MASSIMO LIVI BACCI ESPONE I PERICOLI DETERMINATI DALLA CRESCITA DISOMOGENEA DELLA POPOLAZIONE Nel 2050 sulla Terra saremo in troppi La natalità è maggiore nei paesi in via di sviluppo, rischi sulla distribuzione alimentare e sui flussi migratori Notizie poco confortanti per il nostro Pianeta, visto che le previsioni danno una crescita senza freni entro il Secondo il demografo Massimo Livi Bacci, la popolazione mondiale crescerà di altri due miliardi e mezzo di abitanti entro il 2050, una crescita che potrebbe arrecare parecchi danni ambientali e alimentari e problemi relativi ai flussi migratori. Uno dei problemi affrontati da Massimo Livi Bacci, sarebbe la crescita demografica che non avviene in modo omogeneo in tutti i Paesi, ovvero ci sarebbero dei Paesi con un alto tasso di crescita ed altri con uno minore. A tal riguardo il demografo, nel corso di una lezione tenuta all Accademia dei Lincei, ha dichiarato: Ci sarà stazionarietà nei paesi ricchi, un incremento del 30% nei paesi meno poveri nelle aree in via di sviluppo e addirittura un raddoppio nei paesi poverissimi, in gran parte nell Africa sub-sahariana. Un altra minaccia è rappresentata dalle conseguenze della crescita demografica sugli equilibri ambientali, ed ancora la terza minaccia, secondo il docente Bacci sta nella mancanza di un governo internazionale delle migrazioni, che crescono di volume, ma con flussi disordinati, e migranti in balia di regole decise dai paesi di origine e dai paesi di destinazione, sensibili agli interessi nazionali ma non ai diritti dei migranti. Inoltre, riguardo la crescita demografica, Massimo Livi Bacciha dichiarato quanto segue: La questione demografica è stata al centro del dibattito internazionale nel secondo dopoguerra. Nei paesi poveri il tasso di crescita annuo ha superato il 2% nella seconda parte del secolo scorso ponendo a rischio la scolarizzazione dei bambini, il lavoro dei giovani, i livelli di alimentazione e la produzione di cibo, gli equilibri ambientali. Di fronte a questa situazione la comunità internazionale e il sistema delle Nazioni Unite, si è impegnata nel sostegno di politiche tendenti a moderare la crescita, ritenuta un ostacolo ad un equilibrato sviluppo, ha sostenuto Massimo Livi Bacci. Ch. C.

12 12 Cinema NEL FILM IL SEGRETO DI ITALIA È SANTE FONTANA, PODESTÀ DI CODEVIGO E PADRE DEL GIOVANE FARINACCI Amedeo Gagliardi, artista a tutto tondo Speaker radiofonico, presentatore, attore, nel lungometraggio di Belluco interpreta tutta l ansia di quei maledetti giorni del 1945 di Emma Moriconi Prosegue il nostro viaggio sul set de Il Segreto di Italia, il lungometraggio di Antonello Belluco che sta facendo il tutto esaurito nelle sale in cui viene proiettato e che ha suscitato non poche polemiche nelle fila dell Anpi. Il Segreto di Italia racconta infatti una delle più brutte verità storiche della guerra civile in Italia, in cui emergono atroci responsabilità dei partigiani, colpevoli di un orribile eccidio, quello di Codevigo. In questa pellicola discussa e meravigliosa, Amedeo Gagliardi interpreta Sante Fontana: è il Podestà di Codevigo, padre del giovane Farinacci (Alberto Vetri), che vede crollare il proprio mondo intorno a sé quando arriva la primavera del Amedeo Gagliardi è un volto noto dello spettacolo: è speaker radiofonico, presentatore, conduttore, attore e cantante. Ha frequentato la scuola di teatro di Nin Scolari ed ecco cosa dice di sé: Mi è sempre mancata la grande occasione, anche se spesso l ho sfiorata. È stato infatti sul punto di entrare a far parte dell Orchestra Italiana di Renzo Arbore, si è distinto come attore di Forum su Rete 4 e di Scherzi a parte su Canale 5. Ha presentato poi varie serate di spettacolo, in piazza e in tv, è stato direttore artistico di La9tv ed ha realizzato due cd musicali. Nella vita privata si definisce innamorato delle cose belle, curioso della vita e pieno di interessi, adora infatti cucinare, cantare e viaggiare. Nel ruolo di Sante Fontana Amedeo dà il meglio di sé, la sua interpretazione è intensissima, riuscendo a caratterizzare l atmosfera di ciascun momento storico: quella di quotidianità relativamente ordinaria dell inizio del film, in cui, seduto alla sua scrivania, provvede a firmare carte e a gestire le abituali beghe di tutti i giorni, ma anche quella tragica, spossante, drammaticissima delle ore che precedono la fine. Quell ansia, quel turbamento, quella preoccupazione per se stesso prima di tutto, emergono tutti in un interpretazione calda e appassionata. Ed ecco come ci descrive il suo approccio a Il Segreto di Italia, una storia dolorosa e difficile, con un ruolo, il suo, estremamente drammatico e non facile da gestire: Fin dalla prima lettura del copione ho amato il mio personaggio dice Sante Fontana, padre di Farinacci, che non viene annoverato tra i cattivi, come l immaginario collettivo (quello studiato sui libri di storia, intendo) è abituato ad identificare; anzi, ne esce almeno spero di aver trasmesso questo un profilo di uomo buono, radicato ai valori, tutto sommato umanamente codardo ed incapace di gestire freddamente una situazione drammatica come quella in cui si ritrova calato. Ecco, sin dalle prime battute dell intervista che stiamo per proporvi, Amedeo Gagliardi centra il punto: quell immaginario collettivo che dipinge ogni camicia nera come il cattivo e ogni fazzoletto rosso come l eroe non regge più. Non esistono i fascisti cattivi e i partigiani buoni in senso assoluto: esistono gli uomini, che sono buoni o cattivi, o entrambe le cose con differenti emergenze, e lo sono a prescindere dal colore che portano indosso. Ecco uno degli aspetti essenziali della pellicola di Belluco: riportare le vicende umane sul piano umano. Storico, prima di tutto. Quella storia che, presto o tardi, è destinata a diventare un bene comune a tutti gli italiani. L INTERVISTA Emozioni e piccoli frammenti di vita sul set C è una scena che resta particolarmente impressa nella mente dello spettatore: è quella del panico in cui ti trova Italia mentre cerchi disperatamente di trovare una via d uscita ad una situazione che ti fa sentire stretto all angolo. È così? Cioè, secondo te è questo il momento di maggiore pathos del tuo personaggio? Raccontaci le emozioni del tuo Sante. Si, con Gloria Rizzato (Italia giovane) abbiamo provato moltissimo quella scena ed il regista Antonello Belluco, prima di girarla, mi ha fatto correre su e giù per le scale molte volte affinché montassi il fiatone, un grande aiuto per l ansimazione ed il tremolio. Devo però confessarti che mi è piaciuta molto la scena in cui Franco Martin (Giovanni Capalbo) dice a Sante che Italia è preoccupata per Farinacci ecco, in quello sguardo spero di aver trasmesso al tempo stesso angoscia, impotenza, paura, dolore. Mi ha onorato, infine, sapere che Giovanni Androtta (direttore della fotografia, molto apprezzato da tutti insieme a Paolo Agostini, compositore della colonna sonora) a ritenuto una delle mie scene la più bella cinematograficamente. Le difficoltà nella realizzazione di questo film sono state moltissime: ostacoli, imprevisti e chi più ne ha più ne metta. Eppure tutti avete mantenuto il punto: una costanza non indifferente, grazie alla quale, alla fine, il film ha visto la luce. Come hai vissuto, insieme ai tuoi colleghi, le difficoltà incontrate? Offrendo il mio contributo fattivo anche dietro le quinte e facendo del mio meglio. Ma ci sono stati anche momenti romantici... ad esempio quando ho fatto assaggiare a Romina Power una particolare mortadella artigianale... le brillavano gli occhi... oppure quando, verso le 5 del mattino, dopo una giornata e mezza ininterrotta di lavorazione, ed in attesa di girare l'ultima scena, Romina (che persona meravigliosa!) si è messa a giocare con la troupe a biliardino... era esilarante! Abbiamo visto sui social network molte belle foto di un evento recente che ti ha visto protagonista: ce lo vuoi raccontare? Si, volentieri... a Roma, all' hotel Westin Excelsior, ho condotto, assieme ad Elenoire Casalegno e con Nina Moric, la finale mondiale del concorso The Look Of The Year, il più prestigioso per top model. È stata un'esperienza bellissima. E ora che cosa ha in ballo Amedeo Gagliardi? Sono in attesa della convocazione per girare "L'evanescente orbita delle stelle", prodotto dalla Michelle Production, con Giancarlo Giannini, Sergio Castellitto ed una star americana di cui non posso ancora rivelare il nome... è la storia di Bruno Poli, esperto di sottrazione di minori all'estero... un tema al quale sono profondamente legato, per averlo vissuto... ma questo ve lo racconto un'altra volta. emoriconi@ilgiornaleditalia.org

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

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