IL CONSIGLIO REGIONALE IN EUROPA. Approfondimento LA POLITICA DI COESIONE

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1 IL CONSIGLIO REGIONALE IN EUROPA Approfondimento LA POLITICA DI COESIONE Aggiornamento marzo 2017

2 La politica di coesione economica e sociale dell Unione Europea rappresenta una delle 13 politiche settoriali dell Unione europea; essa è finalizzata a promuovere uno sviluppo equilibrato, armonioso e sostenibile della Comunità, riducendo le disuguaglianze tra le diverse regioni europee. Essa è l espressione della solidarietà tra gli Stati membri intesa a rendere le regioni dell UE luoghi più attraenti, innovativi e competitivi dove vivere e lavorare. La necessità di garantire uno sviluppo armonioso del territorio comunitario figurava già nel preambolo del Trattato di Roma del 1957, ma è solo nel 1986, con l Atto Unico europeo che la coesione economica e sociale diviene espressamente un obiettivo prioritario della comunità, per essere infine riconosciuta come politica dal Trattato di Maastricht del 1992, negli articoli da 158 a 162 del Trattato CE. I riferimenti normativi attuali sono rappresentati dal Trattato sul funzionamento dell Unione europea (articolo 174) e, a livello italiano, dall'articolo 119, comma 5 della Costituzione. Le politiche di coesione sono finanziate dai fondi strutturali europei (Fondo europeo per lo sviluppo regionale - Fesr e Fondo sociale europeo - Fse) e dal cofinanziamento pubblico nazionale e regionale. A queste risorse lo Stato italiano affianca quelle del Fondo per lo sviluppo e coesione - Fsc. Anche le risorse della politica di coesione contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 per una crescita sostenibile, inclusiva e intelligente. Alla politica di coesione per il periodo è destinato un terzo delle risorse previste nel bilancio complessivo dell Unione europea pari ad un investimento di 351,8 miliardi di euro. Nel periodo l Italia riceverà complessivamente circa 32,2 miliardi di euro provenienti dai fondi della politica di coesione. L utilizzo dei fondi comunitari e del relativo cofinanziamento nazionale avviene sulla base di un Accordo di partenariato e di Programmi operativi da concordare con la Commissione europea. 1 1 Fonte: Commissione Europea, Politica Regionale. 2

3 Nel periodo l Italia riceverà complessivamente circa 32,2 miliardi di EUR (al valore attuale) provenienti dai fondi della politica di coesione: 22,2 miliardi di EUR sono destinati alle regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). 1,3 miliardi di EUR sono destinati alle regioni in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise). 7,6 miliardi di EUR sono destinati alle regioni più sviluppate (Valle d Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio). 1,1 miliardi di EUR sono destinati alla Cooperazione territoriale europea. 567,5 milioni di EUR sono destinati all Iniziativa a favore dell occupazione giovanile. Degli importi indicati, il FSE coprirà almeno 10,5 miliardi di EUR, per tenere conto delle specifiche sfide che il paese deve affrontare nelle aree interessate dal FSE. Fonte dei dati: Dipartimento per le politiche di coesione Presidenza del Consiglio dei Ministri Finanziamenti monitorati: 2,6 miliardi di euro Progetti monitorati:

4 Le politiche per la coesione relative al ciclo di programmazione sono finanziate sia da fondi europei, ai quali è associato un co-finanziamento nazionale, sia da fondi nazionali. La principale fonte di risorse comunitarie è rappresentata dai Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (SIE) che, rispetto al ciclo , includono anche le risorse per lo sviluppo rurale e per la politica marittima e della pesca. Complessivamente, le risorse finanziarie disponibili riferite al ammontano a circa 123 miliardi di euro per il settennio e costituiscono un universo in parte ancora in fase di programmazione. I cinque obiettivi che l Unione europea intende raggiungere entro il 2020 sono: 1. Occupazione: il 75 % dei cittadini di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un impiego 2. Ricerca e sviluppo: il 3 % del PIL dell UE deve essere investito in ricerca e sviluppo 3. Cambiamento climatico e sostenibilità energetica: 4. Istruzione: 20 % in meno di emissioni di gas serra in UE rispetto ai livelli del % di energia da fonti rinnovabili 20 % di aumento dell efficienza energetica riduzione dei tassi di abbandono scolastico prematuro al di sotto del 10 % almeno 20 milioni in meno di cittadini in condizioni o a rischio di povertà o esclusione sociale 5. Lotta alla povertà e all esclusione sociale: almeno 20 milioni in meno di cittadini in condizioni o a rischio di povertà o esclusione sociale I principali elementi della politica di coesione sono i seguenti: la concentrazione delle risorse sugli obiettivi e traguardi della strategia Europa 2020, grazie ad una nuova governance multilivello che prevede: un Quadro Strategico Comune per tutti i Fondi strutturali e di investimento Fondi ESI (Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) che tradurrà gli obiettivi di Europa 2020 in priorità di investimento; un Accordo di partenariato che, basandosi sul Quadro Strategico Comune, stabilirà per ogni Stato Membro, le priorità di investimento, l allocazione delle risorse 4

5 nazionali e dell Unione Europea tra i settori e i programmi prioritari, e il coordinamento tra i fondi a livello nazionale; i Programmi Operativi che tradurranno i documenti strategici in concrete priorità d investimento corredate da obiettivi chiari e misurabili. I programmi operativi dovranno diventare strumenti più snelli, meno descrittivi, rispondenti a una politica di coesione più fortemente orientata ai risultati; la concentrazione tematica: i programmi dovranno concentrare le risorse su una quantità limitata di obiettivi tematici indicati dai regolamenti; le condizionalità ex-ante: per garantire che sussistano le condizioni quadro (programmatiche, regolatorie, di pianificazione e strumentazione operativa) necessarie ad assicurare l efficacia degli investimenti i regolamenti individuano specifiche condizionalità-ex ante che devono essere soddisfatte fin dall inizio della programmazione e come pre-requisito per la spesa dei Fondi; il quadro di riferimento dei risultati: al fine di monitorare i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi generali e specifici dei programmi, ogni programma dovrà impegnarsi a rispettare un quadro di performance, definito in termini di realizzazioni e risultati, nonché di tappe salienti nel percorso di avvicinamento ai risultati previsti. Sulla base di una verifica di metà percorso dell effettivo rispetto degli impegni assunti verranno definite sia possibili sanzioni (sospensioni dei pagamenti, ma anche correzioni finanziarie) sia l attribuzione di una riserva di performance. l orientamento ai risultati: saranno stabiliti ex-ante obiettivi e indicatori chiari e misurabili, la valutazione dovrebbe fare un maggiore uso di metodologie rigorose in linea con gli standard internazionali come la valutazione dell'impatto; l'uso rafforzato degli strumenti finanziari: sarà incoraggiato il ricorso a nuovi strumenti di ingegneria finanziaria che trasformino le semplici sovvenzioni in fondi di rotazione, più sostenibili nel lungo periodo; il rafforzamento della coesione territoriale: nei nuovi programmi, si darà particolare risalto al ruolo delle città, alle aree geografiche funzionali ed a quelle che affrontano specifici problemi geografici o demografici e infine alle strategie macroregionali. Sono previsti e normati specifici strumenti dedicati allo sviluppo territoriale (Community led Local Development e Integrated Territorial Investment) che possono essere sostenuti da tutti i fondi ESI, consentendo di raggiungere una migliore integrazione territoriale degli investimenti in favore dello sviluppo locale e urbano; 5

6 la semplificazione delle procedure: le procedure saranno semplificate, più trasparenti e informatizzate e saranno previste azioni specifiche per la riduzione degli oneri amministrativi a carico dei beneficiari; l architettura della futura politica di coesione: nel i Fondi ESI sono rivolti a due soli obiettivi: (a) l obiettivo Investimenti per la crescita e l occupazione che interverrà in tutto il territorio UE, graduando l intensità degli investimenti a seconda che si tratti di regioni meno sviluppate (il cui PIL pro-capite medio è inferiore al 75% della media UE), più sviluppate (il cui PIL pro-capite medio è superiore al 90% della media UE) o in transizione (il cui PIL pro-capite medio è compreso tra il 75 e il 90% della media UE); (b) l obiettivo Cooperazione territoriale europea che interverrà in specifiche aree frontaliere, dislocate lungo i confini interni ed esterni dell UE o transnazionali, che riguardano vaste porzioni del territorio europeo e in alcuni casi coincidono con il territorio delle Strategie macroregionali europee. il rafforzamento del principio di partenariato: per favorire un armonizzazione dell applicazione di questo principio a livello europeo e un costante coinvolgimento dei partner nella stesura, nell attuazione, nel controllo e nella valutazione degli accordi di partenariato e dei programmi, la Commissione adotterà un codice di condotta, che definisce gli obiettivi e i criteri per sostenere l attuazione del partenariato e agevolare lo scambio di informazioni, esperienze, risultati e buone pratiche fra gli Stati membri. Gli strumenti finanziari che la politica regionale e di coesione utilizza per il finanziare i suoi interventi sono i Fondi strutturali e di investimento europei (SIE). Ogni fondo SIE persegue un obiettivo ed in particolare: il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) mira a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita al fine di migliorare la competitività, creare posti di lavoro e correggere gli squilibri fra le regioni; il Fondo Sociale Europeo (FSE) dedicato alla crescita della competitività attraverso la creazione e l'utilizzo della conoscenza, nonché a consolidare e migliorare gli attuali livelli di occupazione, qualità del lavoro e coesione sociale. 6

7 Non sono strumenti della politica regionale e di coesione ma lavorano in sinergia con i suoi strumenti finanziari: il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) che rappresenta lo strumento di finanziamento della politica di sviluppo rurale attuato mediante il Programma di Sviluppo Rurale regionale (PSR) il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) sostiene i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile; aiuterà le comunità costiere a diversificare le loro economie; finanzia i progetti che creano nuovi posti di lavoro e migliorano la qualità della vita nelle regioni costiere europee. il Fondo di Coesione (FC), che interviene nei settori delle reti trans-europee di trasporto e della tutela dell ambiente nei seguenti Stati membri: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. La politica di coesione ha stabilito 11 obiettivi tematici a sostegno della crescita per il periodo : 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; 2. Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime; 3. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell'acquacoltura (per il FEAMP); 4. Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; 5. Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; 6. Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse; 7. Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete; 8. Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori; 9. Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà; 10. Investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente; 11. Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente. 2 2 Fonte: Agenzia per la coesione territoriale 7

8 Il pacchetto legislativo che ha definito le linee della politica di coesione dell UE per il periodo , si compone: di una proposta di regolamento per l armonizzazione delle norme di gestione dei fondi a finalità strutturale FSE (Fondo Sociale Europeo: incentiva l'occupazione e all'accesso al lavoro, all'educazione e alla reintegrazione delle fasce più svantaggiate), FESR (Fondo per lo sviluppo regionale europeo: corregge gli squilibri tra le regioni attraverso gli aiuti alle imprese, investimenti infrastrutturali, sostiene lo sviluppo regionale e la cooperazione tra regioni)) e Fondo di Coesione (finanzia le reti di trasporto trans-europee, le fonti di energia rinnovabile e i trasporti pubblici), e del FEAMP (Fondo europeo della pesca marittima: sostiene l'industria della pesca e le comunità costiere a diventare ecologicamente sostenibili) (modifica al Regolamento 1083/2006). Di una proposta di modifica del regolamento per ciascun Fondo Strutturale (FESR Reg. 1080/2006, FSE Reg. 1081/2006, Fondo di Coesione Reg. 1084/2006). Di proposte di regolamento per la modifica di strumenti finanziari integrativi ai fondi strutturali, ma già esistenti, quali il Fondo Europeo di supporto alla globalizzazione (EGF), il Fondo Europeo di solidarietà (EUSF), il Programma di cambiamento sociale ed innovazione (PSCI), il Gruppo di cooperazione territoriale europeo (GECT). Ripartizione dei territori Il criterio in base al quale ripartire i territori dell Unione Europea all interno della politica di coesione è il PIL pro capite. Viene criticata da più parti l inadeguatezza di questo criterio in quanto produrrebbe effetti distorsivi sulla corretta concentrazione delle risorse da destinare ai diversi territori. Pur non contestando la necessità di concentrare le risorse della politica di coesione in quei territori economicamente meno sviluppati, l utilizzo del PIL pro capite produrrebbe effetti distorsivi legati alle procedure di calcolo utilizzate. In particolare il calcolo dell indicatore non terrebbe in considerazione il differenziale di prezzo tra territori all interno degli Stati membri, l indice di prezzo utilizzato è sulla base nazionale, oltre a non considerare correttamente il fenomeno dell economia sommersa che in alcuni territori ed in particolare modo in quelli economicamente meno sviluppati assume forte rilevanza. La Commissione ha confermato l utilizzo del PIL pro capite come criterio per la ripartizione, modificando però la classificazione dei territori con l introduzione di una categoria intermedia. I territori dell Unione sono quindi suddivisi in tre categorie: regioni meno sviluppate con PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-27 (per l Italia Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) 8

9 regioni in transizione con PIL pro capite compreso tra il 75% ed il 90% della media UE- 27 (per l Italia Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise) regioni più sviluppate: tutti i restanti territori (PIL pro capite maggiore del 90% della media UE-27). L obiettivo del nuovo sistema di classificazione ed in particolare l introduzione di una categoria intermedia è di trattare regioni con un simile livello economico allo stesso modo. 9

10 La nuova politica di coesione prevede la concentrazione delle risorse per meglio contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, tra cui il raggiungimento di un tasso di occupazione in Europa del 75% (tra i 20 ed i 64 anni), l investimento del 3% del PIL in ricerca e sviluppo, la diminuzione del 20% delle emissioni di gas serra, il 20% di produzione di energie rinnovabili e la diminuzione del rischio di povertà per almeno 20 milioni di persone. Per concentrare le risorse la Commissione ha proposto l introduzione di quote minime di fondi strutturali da investire obbligatoriamente in settori strategici legati agli obiettivi della strategia Europa 2020, quali le energie rinnovabili, l efficienza energetica, innovazione nelle piccole e medie imprese. Tali quote prevedono per le regioni in transizione che l 80% delle risorse del fondo europeo di sviluppo regionale siano destinate a tali settori, quota che scende al 50% per le regioni meno sviluppate. I fondi della politica di coesione sono per lo più concentrati nei paesi e nelle regioni in ritardo di sviluppo affinché possano mettersi in pari, riducendo le disparità economiche, sociali e territoriali tuttora esistenti in Unione europea. Politica di Coesione : Regolamenti e norme I regolamenti alla base della politica di coesione europea per il periodo sono stati approvati formalmente dal Consiglio dell Unione europea e sono entrati in vigore il 20 dicembre 2013 a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell Unione europea. La politica di coesione esercita un ruolo fondamentale nel perseguire la Strategia Europa 2020 ed è un elemento essenziale del Quadro Finanziario Pluriennale europeo per il periodo , il quale definisce l'allocazione finanziaria delle risorse per gli Stati Membri, pubblicato nel Regolamento (UE, EURATOM) n. 1311/2013 del Consiglio del 2 dicembre I Regolamenti di rilievo comprendono: Regolamento (UE) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo ; Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo 10

11 europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, GUCE L 347/320 del ; Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006, GUCE L 347/289 del ; Regolamento (UE) N. 1299/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all'obiettivo di cooperazione territoriale europea, GUCE L 347/259 del ; Regolamento (UE) N. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio, GUCE L 347/470 del ; Regolamento (UE) N. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale(feasr) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, GUCE L 347/487 del Molte regole semplificano la gestione dei fondi strutturali oltre alla previsione di armonizzare il più possibile obiettivi e norme che disciplinano i diversi fondi sia con finalità strutturali (FSE, FESR, Fondo di Coesione) che non (Fondo Europeo per lo sviluppo rurale, Fondo Europeo per la pesca). Il coordinamento avviene attraverso la creazione di un unico quadro di riferimento (Common Strategic Framework) che definisce priorità comuni a tutti i fondi. In termini di semplificazione delle procedure le proposte della Commissione prevedono regole di rimborso semplificate, l utilizzo di procedure informatiche per l invio e la richiesta di documenti da parte dei beneficiari e delle autorità e l introduzione di categorie di costo semplificate come i flat rates e lump sum. La programmazione di investimenti pluriennali tiene conto della crisi finanziaria e della mutabilità degli scenari economico sociali e perciò, per aumentare la capacità di assorbimento dei fondi strutturali da parte degli Stati membri è stata proposta la possibilità di un aumento temporaneo dei tassi di partecipazione dei fondi strutturali per l attuazione degli interventi previsti rispetto al principio di addizionalità. In particolare la Commissione propone un aumento temporaneo del 10% del tasso di partecipazione rispetto a quelli prefissati dai regolamenti (Tasso di partecipazione per le regioni meno sviluppate 75-85%, per le regioni in transizione 60%, per le regioni più sviluppate 50%). Inoltre si segnala il deciso rafforzamento delle condizioni che gli Stati membri devono rispettare per poter utilizzare i fondi strutturali rispetto alle programmazioni precedenti a quella attuale. L obiettivo della Commissione è quello di incrementare l efficienza e l efficacia dei fondi 11

12 strutturali attraverso l imposizione di specifici vincoli ex ante ed ex post a cui condizionare lo stanziamento dei fondi previsti o addizionali. In questo contesto assumono particolare rilevanza le condizioni ex ante che la Commissione pone agli Stati membri per poter utilizzare i Fondi. L erogazione dei Fondi viene condizionata al soddisfacimento di determinati requisiti sia in termini gestionali che legislativi. Tra i primi, ad esempio, la presenza di un affidabile sistema di acquisti pubblici in linea con le direttive europee, oppure, in termini strettamente legislativi, il recepimento di tutte le direttive europee relative ad un settore per poter utilizzare i Fondi strutturali in attuazione di progetti in quel tal settore. Per quanto riguarda le condizionalità ex post, per poter accedere ad uno stanziamento aggiuntivo (nella misura del 5% del totale degli stanziamenti) lo Stato membro deve aver raggiunto, in sede di valutazione intermedia, determinati obiettivi concordati con la Commissione all inizio della programmazione. In data 14 dicembre 2011 la 14ma Commissione della Camera dei Deputati si è pronunciata sui soli profili di sussidiarietà degli atti della Commissione Europea in esame e ha prodotto un parere motivato relativo al solo articolo 21 della proposta recante norme trasversali applicabili al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, al fondo Sociale europeo e al Fondo di coesione, ravvisando la non conformità delle disposizioni in esso contenute alla base giuridica correttamente individuata nell articolo 177 del Trattato sul funzionamento del l Unione Europea (TFUE) relativo alla politica di coesione, riservandosi di intervenire in un secondo tempo sul merito. Il 1 febbraio 2012 la 14ma Commissione permanente del Senato ha esaminato gli atti della Commissione e le proposte relative alla politica di coesione e ha espresso alcune osservazioni tenendo conto anche dei documenti di indirizzo votati dai Consigli regionali (Emilia Romagna, Veneto, Calabria, Marche e Sardegna), dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, del parere della Camera dei Deputati, delle comunicazioni rese da parte del Governo in Parlamento. La Commissione esprime, per quanto di competenza, osservazioni complessivamente favorevoli anche se rileva come il pacchetto di coesione contenga diversi aspetti problematici in merito ai requisiti per l attribuzione dei finanziamenti ( condizionalità ), alla ripartizione dei Fondi stessi e al nuovo strumento del partenariato. Per quanto riguarda i nuovi criteri di ripartizione dei Fondi, si rileva un calo comparativo della quota destinata alle Regioni dell obiettivo convergenza a vantaggio soprattutto delle Regioni in transizione. Per quanto concerne questa nuova categoria che include quattro Regioni italiane, appare senza dubbio apprezzabile il principio di equità e continuità d intervento che ne ha governato l istituzione, ma non va sottovalutato che il suo impatto in termini finanziari, creerà un beneficio proprio per quei grandi Paesi (Francia, Gran Bretagna, Germania) che maggiori resistenze hanno manifestato verso un mantenimento della politica di coesione e della relativa dotazione sui livelli del precedente ciclo pluriennale. Il nuovo contratto di partenariato (rilevato anche dai Consigli regionali che si sono espressi sul pacchetto coesione), nella sua formulazione 12

13 attuale, non prevede un coinvolgimento adeguato degli enti territoriali e locali. La proposta di regolamento trasversale attribuisce loro il medesimo ruolo riconosciuto alle parti economiche e sociali e alle associazioni della società civile, realizzando in tal modo una assimilazione che non corrisponde alle responsabilità di gestione che il sistema delle autonomie locali, in particolare le Regioni, assume nell ambito della politica di coesione. Inoltre viene rilevato che la previsione di condizionalità di tipo strutturale sulle condizionalità ex ante ed ex post dovrebbe essere rivista. Per quanto riguarda le regole ex ante dovrebbero essere ancora più cogenti prevedendo nella predisposizione del contratto di partenariato l obbligo per i Paesi destinatari di Fondi strutturali di apportare tutte le modifiche che garantiscano la capacità istituzionale necessaria per dare attuazione ai programmi, anziché un generico impegno in tal senso. Le condizionalità ex post sono invece legate al rispetto degli impegni assunti con il Patto di stabilità e al rafforzamento del coordinamento della governante economica: criteri d sicura importanza, ma che ne l caso della politica di coesione rischiano di risultare controproducenti, nella misura in cui le azioni finanziate attraverso i Fondi strutturali hanno tra le loro finalità proprio quella di rilanciare l economia e gli investimenti e di incrementare le opportunità di sviluppo. Inoltre la Commissione 14 del Senato condivide il rilievo formulato dai Consigli regionali secondo i quali la condizionalità macroeconomica non attiene di per sé alle regole di gestione di spesa efficiente delle risorse, ma a questioni che regolano i rapporti tra Stati membri; esse non sono, quindi, variabili imputabili alle Regioni, che rischiano tuttavia di restarne penalizzate indipendentemente dalla loro virtuosità. Viene sottolineato che l introduzione di una riserva di premialità a livello europeo, con accantonamento del 5% dei fondi, rischi di determinare scelte arbitrarie, anche in considerazione delle difficoltà di individuare criteri e indicatori di riferimento validi in modo uguale per tutti gli Stati membri. La Commissione del Senato ha fatto propri i rilievi formulati dai Consigli regionali per quanto riguarda la regola del N+2 che prevede il disimpegno automatico dei fondi stanziati sul Bilancio UE se non vengono utilizzati entro due anni dal loro impegno. Tale riflessione dovrebbe concentrarsi sull impatto della regola sugli ordinamenti in cui la gestione delle risorse europee è assegnata alle Regioni, soprattutto per quanto attiene alle competenze che discendono dalla Carta costituzionale. Richiama e condivide il documento della conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative che nello specifico cita: Si ritiene che il disimpegno causato da una minore capacità di spesa di una Regione non debba tradursi nella perdita dei fondi per tutto il sistema nazionale. Quindi andrebbe previsto un sistema in base al quale i fondi eventualmente non utilizzati restino assegnati allo Stato membro, in vista di un successivo riparto tra le Regioni in grado di mantenere costanti i propri ritmi di realizzazione della spesa. 13

14 La Commissione del Senato ha espresso perplessità sulla gestione finanziaria dei Fondi, con particolare riferimento a quanto previsto dall articolo 120 della proposta di regolamento trasversale (COM 2011/615), nel punto in cui si prevede che la Commissione rimborsi, a titolo di pagamento intermedio, il 90% dell importo risultante dall applicazione del tasso di cofinanziamento riservandosi margini di disimpegno per il rimanente 10%: questo approccio rischia di apparire inutilmente e preventivamente sanzionatorio. Dubbi ulteriori sono stati suscitati dal sistema di liquidazione dei conti su base annuale, destinato a comportare un inevitabile aumento dei costi di gestione da parte dei soggetti demandati all attuazione dei progetti cofinanziati, con un effetto contrario a quello di semplificazione gestionale cui è improntata l intera filosofia del pacchetto di coesione. Nel complesso la politica di coesione riformata permetterà di mobilitare fino a 351,8 miliardi di euro destinati alle regioni e alle città dell'ue e all'economia reale. È principalmente tramite questo strumento d'investimento che l'unione realizzerà gli obiettivi della strategia Europa 2020: crescita e occupazione, lotta contro i cambiamenti climatici e riduzione della dipendenza energetica, della povertà e dell esclusione sociale. Il Fondo europeo di sviluppo regionale concorrerà alla realizzazione di questi obiettivi indirizzando le proprie risorse verso priorità fondamentali, quali il sostegno per le piccole e medie imprese, con l obiettivo di raddoppiare i fondi da 70 a 140 miliardi di euro in 7 anni. Tutti i fondi strutturali e d'investimento europei saranno maggiormente orientati ai risultati e avranno una nuova riserva di efficacia e efficienza che incentiverà la qualità dei progetti. Infine, l efficienza del Fondo di coesione e dei Fondi per lo sviluppo rurale e per la pesca sarà collegata alla governance economica in modo da incentivare gli Stati membri a dare seguito alle raccomandazioni dell UE nel quadro del semestre europeo. 14

15 A che punto siamo in Lombardia Aggiornamento 2017 Estratto: Relazione Programmatica sulla partecipazione della Regione alle politiche dell Unione europea (l.r. 17/11) PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014/2020 La Politica di coesione e la Politica di Sviluppo Rurale dell Unione Europea I PROGRAMMI OPERATIVI REGIONALI FESR E FSE A seguito dell approvazione da parte della Commissione Europea del Programma Operativo Regionale (POR) a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE) (Decisione C(2014) del 17/12/2014) e del Programma Operativo Regionale (POR) a valere sul fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) (Decisione C(2015) 923 del 12/02/2015), ha avuto avvio la fase attuativa dei due Programmi Operativi. Anche per il 2017, in coerenza con la strategia delineata nel POR FSE , l azione regionale sarà finalizzata ad assicurare migliori prospettive occupazionali, favorendo la domanda di lavoro e rafforzando le competenze dei lavoratori, in particolar modo delle categorie più svantaggiate (giovani, donne, disoccupati di lunga durata e lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale). Risponderà anche alle nuove forme di marginalità e povertà promuovendo l inclusione sociale e il miglioramento della qualità dei servizi alla persona per garantire alle persone svantaggiate o a rischio di povertà un effettivo inserimento non solo nel mercato del lavoro ma anche nella società. Sosterrà inoltre l istruzione e la formazione professionale, promuovendo percorsi orientati alla efficacia e alla qualità per agevolare l ingresso nel mercato del lavoro, e il miglioramento della performance della Pubblica Amministrazione e degli attori coinvolti nella buona riuscita delle politiche pubbliche. In coerenza con la strategia delineata nel POR FESR , anche per il 2017 verranno attivate misure finalizzate a sostenere la competitività del sistema economico lombardo. In particolare, nel quadro di una crescita intelligente, le misure future, nel solco di quanto già implementato nel biennio precedente, saranno focalizzate su un forte sostegno agli investimenti delle imprese in ricerca, sviluppo e innovazione (Asse I), nel quadro della Strategia di specializzazione intelligente regionale e della L.r. n. 29/2016, sulla diffusione della connettività alla Banda Ultra-larga del territorio lombardo, tramite l attuazione del Progetto Strategico Agenda Digitale per la Banda Ultra Larga in Lombardia (Asse II), e sul sostegno ad una maggiore competitività del sistema imprenditoriale (Asse III). 15

16 Nel quadro della crescita sostenibile, proseguirà il sostegno a favore, da un lato, della riduzione dei consumi energetici e, dall altro, dell aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane. Proseguirà inoltre la sperimentazione di politiche di sviluppo territoriale focalizzate, in ambito urbano (Comune di Milano e di Bollate), sul tema dell abitare sociale e dell inclusione attiva e, in alcune delle aree interne (Valchiavenna, Alta Valtellina, Oltrepo Pavese e Alto Lago di Como e Valli del Lario), sullo sviluppo del territorio attraverso processi di co-progettazione sostenute per competenza da entrambi i programmi operativi FESR e FSE. Nel corso del 2017, inoltre, proseguirà il presidio regionale delle tematiche gestite a livello nazionale riguardanti i Programmi Operativi Nazionali [PON Inclusione, PON Per la Scuola e PON Sistemi di politiche attive per l occupazione ; PON Governance e Capacità Amministrativa e PON Città Metropolitane ]. Regione Lombardia inoltre presidierà, anche in collaborazione con la Delegazione di Bruxelles, il dibattito sulla futura nuova programmazione europea post 2020 che ha preso avvio nel corso del LO STATO DI ATTUZIONE DEI POR FSE E FESR Nell ambito del POR FSE sono individuate le priorità strategiche d'intervento, gli obiettivi da perseguire nel ciclo di programmazione e le iniziative da sostenere per rafforzare le politiche a sostegno dell occupazione, del lavoro, dell istruzione, della formazione e dell inclusione sociale, nonché a migliorare la performance della PA per la buona riuscita delle politiche pubbliche. Queste priorità sono articolate in 4 assi prioritari più un asse dedicato all Assistenza Tecnica. Le priorità strategiche del POR FSE sono state declinate come segue: 1. Occupazione (ASSE 1): le priorità individuate sono volte a promuovere il rilancio delle dinamiche occupazionali per contrastare gli effetti negativi della crisi soprattutto con riferimento alle categorie più vulnerabili quali i giovani, le donne, i disoccupati di lunga durata ed i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendali, per rispondere ai bisogni territoriale in termini di rilevanza sociale ed economica. Nel 2015 e 2016, a valere su quest Asse, sono state attivate le seguenti iniziative: Dote Unica Lavoro: il "reddito di autonomia" per le politiche attive del lavoro (15 M ). Il "reddito di autonomia" per le politiche attive del lavoro (denominato "Progetto di inserimento lavorativo - PIL) si concretizza in un contributo economico per i disoccupati che partecipano alle attività di orientamento e formazione di Dote Unica Lavoro e che si trovano in situazione di particolare difficoltà economica. L'iniziativa è finalizzata ad agevolare la fruizione dei servizi di orientamento, formazione e 16

17 accompagnamento alla ricerca e all occupazione a favore di soggetti in condizioni di particolare svantaggio. Dote Unica Lavoro 2016 (70 M ), volta a rafforzare la personalizzazione, rispetto ai bisogni della persona, dei servizi di orientamento, formazione e accompagnamento alla ricerca e all occupazione. E rivolta ai giovani disoccupati dai 15 ai 29 anni compiuti, disoccupati dai trent'anni compiuti, occupati sospesi da aziende ubicate in Lombardia, iscritti ad un Master universitario di I e II livello per la Dote in fascia 4, militari congedandi e personale delle Forze dell ordine operante sul territorio lombardo. Sono state assegnate doti con un importo complessivo concesso e liquidato pari a 11,4 M. Formazione Continua Fase IV (24 M ) finalizzata a favorire lo sviluppo del capitale umano delle imprese lombarde, promuovendone le condizioni per assicurare l effettività del diritto alla formazione lungo tutto l arco della vita, a garanzia sostanziale dell occupabilità e del reddito. Sono state attivate 832 operazioni, tra progetti di tipo aziendale, interaziendale e strategico, per un importo concesso pari a oltre 17 M. Con la DGR 6004 del 19/12/2016 sono state inoltre approvate le linee guida degli nterventi di formazione continua e l avvio della FASE V, prevedendo un rifinanziamento di 10 M. L iniziativa è incentrata sui temi dell innovazione volti a sostenere le persone e le imprese nei processi di cambiamento, accompagnare i processi di riorganizzazione a fronte di uovi investimenti tecnologici, promuovere lo sviluppo di conoscenze e competenze ad alto contenuto tecnico/manageriali, favorire approcci e strategie innovative di sviluppo aziendale con particolare riferimento alla diffusione dell ICT nei processi produttivi. Quest Asse concorre anche all attuazione della strategia di sviluppo delle Aree Interne lombarde con 1,5 M destinate alle nuove aree Oltrepo Pavese e Alto Lago di Como e Valli del Lario. 2. Inclusione Sociale (ASSE 2): la lotta alla povertà e all esclusione sociale è basata sulla crescita e l inclusione attiva, sulla qualità dei servizi alla persona e sul superamento delle situazioni di marginalità estrema, con interventi innovativi di inclusione attiva per garantire alle persone disabili o alle persone molto svantaggiate e a rischio di povertà un effettivo inserimento nel mercato del lavoro e nella società. Nel 2015 e 2016, a valere su quest Asse sono state attivate le seguenti iniziative: Percorsi di Istruzione e Formazione Professionale percorsi personalizzati per allievi disabili (3,45 M ). L'iniziativa è volta a sostenere percorsi personalizzati per allievi disabili volti a sviluppare e potenziare le capacità cognitive, le conoscenze, le 17

18 competenze professionali e le abilità possedute dagli studenti, nonché a favorire il loro inserimento socio-lavorativo e l assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione professionale. Sono state attivate 48 operazioni per un importo concesso pari a oltre 3,30 M. Interventi psico-socio-educativi a famiglie con adolescenti in difficoltà per favorire processi di inclusione sociale e di contrasto alla povertà (3 M ). L'iniziativa è finalizzata a potenziare la finalità inclusiva dei percorsi territoriali mediante la realizzazione di un modello d intervento flessibile e integrato con le risorse del territorio, in risposta alle problematiche di rischio educativo delle famiglie con giovani e adolescenti in difficoltà di età compresa fra i 13 e i 25 anni. Sono state attivate operazioni corrispondenti a circa a 1,7 M, di cui è stato concesso un importo pari a Avviso pubblico per la fruizione dell'offerta formativa anno formativo 2016/ percorsi personalizzati per allievi disabili (5,59 M ). L iniziativa è volta alla fruizione di percorsi di istruzione e formazione professionale da avviare nell'anno scolastico2016/2017. Nell ambito della DGR 4155 dell 8/10/2015 relativa all avvio della sperimentazione del reddito di autonomia in Lombardia: o Avviso per lo sviluppo di autonomia finalizzata all'inclusione sociale delle persone disabili, in attuazione del Reddito di autonomia (2,3 M ). L'iniziativa è finalizzata a sostenere i percorsi di autonomia delle persone disabili. Sono state attivate 61 progetti per un importo concesso pari a M. o Avviso per l'implementazione di interventi volti a migliorare la qualità della vita delle famiglie e delle persone anziane con limitazione dell'autonomia, in attuazione del Reddito di autonomia (2,5 M ). L'iniziativa è finalizzata a garantire alle famiglie, in condizione di vulnerabilità socio-economica, la possibilità di mantenere al domicilio il proprio congiunto anziano, mediante l attivazione di voucher che garantiscano l integrazione/implementazione dell attuale rete dei servizi. Sono stati attivati 40 progetti per un importo concesso pari a Con DGR n. 6083/2016, sempre nell ambito delle misure per il reddito di autonomia, è stata attivata la seconda apertura relativa all implementazione di interventi volti a migliorare la qualità della vita delle famiglie e delle persone anziane con limitazione dell autonomia e sviluppo di autonomia finalizzata all inclusione sociale delle persone 18

19 disabili (oltre 10 M ). L iniziativa è finalizzata a proseguire il percorso innovativo già avviato a protezione della persona fragile e delle famiglie vulnerabili, attraverso percorsi individualizzati di presa in carico e accompagnamento finalizzati rispettivamente ad assicurare l autonomia personale e relazionale delle persone anziane ed a sostenere percorsi di autonomia ed inclusione sociale delle persone disabili. La prima fase del bando si è chiusa il 13 gennaio 2017; Avviso per lo sviluppo di interventi a favore di giovani/persone abusatori di sostanze in situazione di grave marginalità (1,75 M ). L'iniziativa è volta a sostenere interventi in aree urbane caratterizzate da tensioni sociali, da alta concentrazione di luoghi aggregativi e/o di consumo o in luoghi del divertimento non classici e con presenza di giovani consumatori di sostanze, per innescare processi virtuosi di inclusione sociale a livello della comunità, offrendo opportunità di recupero e riduzione del danno da dipendenza nei riguardi di giovani e persone adulte che vivono situazioni di marginalità. Sono state attivate 22 operazioni per un importo concesso quasi pari alla dotazione messa a disposizione. Completamento territoriale dei percorsi di inclusione sociale a favore di giovani e persone con problemi di abuso a grave rischio di marginalità (1,3 M ). L iniziativa segue e completa, a livello territoriale, quanto avviato con l avviso precedente promuovendo la diminuzione delle tensioni sociali in situazioni ed in contesti di rischio e fragilità, innescando processi virtuosi di inclusione sociale a livello della comunità, offrendo opportunità di presa in carico per il recupero e la riduzione del danno nell ottica di assunzione di responsabilità individuale e consapevole. Sono state attivate 11 operazioni per un importo concesso pari a oltre 1,05 M. Adulti e minori sottoposti a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria (9 M ). L iniziativa promuove un progetto di reinserimento per le persone sottoposte a provvedimenti dell Autorità giudiziaria (adulti e minori) attraverso una programmazione di servizi integrata e condivisa tra i diversi soggetti territoriali, la promozione di azioni per uno sviluppo sostenibile di un insieme di interventi finalizzati al miglioramento dell offerta di servizi e di percorsi che si realizzano già nel corso del periodo di detenzione in una prospettiva di piena integrazione di politiche e risorse, al fine di supportare il mantenimento di abilità e risorse individuali utilizzabili nel mercato del lavoro e più in generale nel percorso di inclusione sociale. E stata approvata la graduatoria dei progetti presentati (47 operazioni attivate) per un importo concesso pari alla dotazione messa a disposizione. 19

20 Sono state inoltre istituite le seguenti iniziative, la cui attivazione è prevista nel corso del 2017: Interventi di accompagnamento all inclusione socio lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria (minori e adulti) e per l implementazione dei programmi di giustizia riparativa (1 M ). L iniziativa sostiene un programma di giustizia riparativa aperto a percorsi differenti dalla sola mediazione reo/vittima, come per esempio la mediazione con vittima a- specifica, i dialoghi allargati fra vittime, autori di reato, rappresentanti della comunità, agendo anche in ottica preventiva, per lo sviluppo e la tessitura di relazioni, basate sulla sensibilizzazione del territorio nel contrasto alla conflittualità sociale, agendo in un contesto che rafforzi le condizioni del vivere quotidiano al fine di contrastare e prevenire l emergere di situazioni critiche; Con DGR 6082 del 29/12/2016, al fine di garantire un completamento di tutto il territorio regionale, sono stati previsti interventi di accompagnamento all inclusione socio lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria (minori e adulti) investendo ulteriori risorse complessivamente pari ad 1 M. Quest Asse concorre anche all attuazione delle politiche territoriali di sviluppo locale destinando alla strategia delle Aree Interne 2,55 M e alla strategia di sviluppo urbano sostenibile oltre 2,5 M. 3. Istruzione e Formazione (ASSE 3): la strategia punta sull 'investimento in capitale umano per sostenere lo sviluppo, con la prevenzione e la riduzione dell abbandono precoce degli studi, la partecipazione all istruzione universitaria e il miglioramento della qualità dell istruzione e della formazione, mediante percorsi di formazione efficaci e di qualità al fine di dotare i giovani delle competenze e delle qualifiche necessarie per un ingresso più agevole nel mercato del lavoro. Nel 2015 e 2016, a valere su quest Asse sono state avviate le seguenti iniziative: nell ambito della programmazione del sistema Dote Scuola per i servizi di istruzione e formazione professionale sono stati pubblicati per l anno scolastico 2015/2016 (DGR n. 3143/2015): o Avviso per la fruizione dell offerta formativa dei percorsi di qualifica triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) III Anno - Bando IFP Anno formativo 2015/2016 (19,3 M ). L'iniziativa, approvata con è volta a sostenere l offerta formativa dei percorsi di qualifica triennali di istruzione e formazione professionale per l assolvimento del diritto dovere di istruzione e formazione professionale. Sono stati attivati 196 progetti per un importo concesso e liquidato pari a 20

21 oltre 20 M utilizzando economie a valere sull'avviso del IV anno in attuazione e nel rispetto del limite dello stanziamento previsto dalla DGR n. 3143/2015. o Avvio di percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) IV Anno Anno formativo (20 M ). L'iniziativa è finalizzata a sostenere percorsi di istruzione e formazione professionale di IV annualità che fanno parte del sistema di IFP regionale, finalizzati all acquisizione di un diploma professionale e disciplinati dalle indicazioni regionali per l offerta formativa di Istruzione e formazione. Sono stati attivati 220 progetti per un importo concesso e liquidato pari a circa 19 M. Gli stessi avvisi sono stati attivati anche per l anno scolastico 2016/2017 (DGR n. 7836/2016): o Avviso pubblico per la fruizione dell'offerta formativa anno formativo 2016/ percorsi triennali (19,3 M ) o Avviso pubblico per la fruizione dell'offerta formativa anno formativo 2016/ percorsi di IV anno (25,5 M ) Avviso per nuovi progetti di Istruzione Tecnica Superiore (ITS) per l anno formativo 2015/2016 (4,85 M ). L'iniziativa è volta a sostenere l offerta formativa di Istruzione Tecnica Superiore per l a.f. 2015/2016 per i percorsi delle Fondazioni ITS già costituite e a sostenere l offerta formativa di Istruzione Tecnica Superiore per l a.f. 2016/2017 attraverso la costituzione di nuove Fondazioni ITS e la conseguente realizzazione dei nuovi percorsi. Sono state attivate 18 operazioni per le Fondazioni già costituite pari a circa 4,40 M e 2 operazioni per le nuove Fondazioni per un importo pari a circa E stato attivato anche un ulteriore avviso per l offerta formativa ITS per l anno formativo 2016/2017 con analogo importo (4,88 M ). In continuità con la Programmazione Comunitaria 2007/2013 sono state attivate le iniziative previste con DGR n. 125/2013 di programmazione degli interventi di istruzione tecnica superiore (ITS) e dell istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), per il triennio 2013/2015, nel territorio lombardo, relativamente a: o Approvazione di nuovi progetti di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) per l anno formativo 2015/2016. L'iniziativa è finalizzata a sostenere percorsi di specializzazione tecnica superiore post-diploma con una qualificazione finalizzata ad un rapido inserimento lavorativo, strettamente legata ai fabbisogni territoriali contingenti. E già stata approvata con decreto n. 6655/2015 la graduatoria per 35 progetti finanziati per o Bando ITS (Nuove Fondazioni) per la realizzazione dei percorsi di Istruzione Tecnica 21

22 Superiore per l'anno formativo E già stata approvata con decreto n. 8798/2015 la graduatoria per 13 progetti per o Bando ITS (Fondazioni costituite) per la realizzazione dei percorsi di Istruzione Tecnica Superiore E già stata approvata con decreto n /2015 la graduatoria per 7 progetti per L avviso per nuovi progetti di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) è stato attivato anche per l anno formativo 2016/2017 (2,5 M ) finanziando 46 operazioni per un importo concesso pari alla dotazione messa a bando. Con DGR n. 4336/2015 sono state approvate le linee guida per la realizzazione dell'iniziativa Lombardia Plus a sostegno dello sviluppo delle politiche integrate di Istruzione, Formazione e Lavoro per il triennio 2016/2018 (10 M ). Sono stati attivati avvisi per gli anni 2016 e 2017, ciascuno di 3,4 M : l avviso 2016 ha finanziato 29 operazioni concedendo 3,37 M ed erogando ad oggi oltre Anche quest Asse concorre all attuazione della strategia delle Aree Interne lombarde per un importo pari a 6,65 M. 4. Capacità amministrativa (ASSE 4): la strategia è finalizzata a sviluppare le condizioni per migliorare la performance della Pubblica amministrazione nel suo complesso e dell intera filiera di attori coinvolti nella buona riuscita delle politiche pubbliche. Nel corso del 2016, a valere su quest Asse sono state avviate le seguenti iniziative a regia regionale: digitalizzazione del patrimonio culturale regionale e divulgazione a Enti Locali, scuole e università (5,50 M ). Il progetto intende arricchire le risorse informative digitali presenti nella Biblioteca Digitale Lombarda e nell'archivio di etnografia e storia sociale al fine di sviluppare e ampliare i servizi di accesso all informazione e fruizione web delle collezioni digitali a disposizione dell utenza. completamento del Database topografico digitale del territorio (3,30 M ). Il progetto è finalizzato alla difesa del territorio e alla prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico, al fine di costituire la base geografica di riferimento di tutti gli strumenti di pianificazione predisposti sia dagli enti locali che dalla Regione. programma di formazione per gli operatori di polizia locale denominato CAMPUS ( ). L iniziativa è volta a favorire l accrescimento professionale ed operativo dei sevizi di polizia locale, promuovendo, al contempo, anche modalità di cooperazione e collaborazione tra enti territoriali per elevare la risposta di sicurezza dei 22

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