LA MONARCHIA ATENIESE

Transcript

1 LA CRISI DELLA SOCIETÀ ARISTOCRATICA PROF. VINCENZO BARRA

2 Indice 1 LA MONARCHIA ATENIESE LA SOCIETÀ ARISTOCRATICA LA CRISI BIBLIOGRAFIA di 7

3 1 La monarchia ateniese A differenza delle altre città, lo sviluppo interno dell Attica è abbastanza noto grazie alla memorabile scoperta, nel 1891, del papiro contenente l opera di Aristotele sullo Stato degli Ateniesi. Ancora una volta, Atene costituisce quindi il paradigma dell evoluzione politicoistituzionale della città-stato greca, con l unica eccezione di Sparta. Nell età arcaica, soprattutto in Attica, si conservò la libera proprietà della terra, sia che già esistesse in età micenea sia che si fosse sviluppata più tardi. Nondimeno, i clan aristocratici conservarono la loro posizione dominante nelle campagne, e soprattutto dopo che i loro capi si trasferirono nelle sedi dei re, essi si distinguevano orgogliosamente come i nati da un buon padre, gli Eupatridi. Essi si definivano anche, orgogliosamente, con il termine di àristoi, cioè i migliori. La monarchia ateniese, che aveva realizzato l unificazione dell Attica e aveva respinto le tribù venute dal nord, visse senza indebolirsi fin nell avanzato IX secolo, e negli ultimi tempi il potere restò, per via ereditaria, al clan dei Medontidi. I signori delle campagne vivevano alla corte del re e ne formavano la naturale compagnia, banchettando, cacciando con lui e assistendolo nei giudizi. Il fatto che gli eupatridi cominciassero a ritenere la propria influenza e la loro partecipazione agli affari di governo come un diritto nei confronti del sovrano, che finirono col considerare un semplice primo tra eguali, rappresentò un passo importante verso la formazione dello Stato. Divenne infatti inevitabile il progressivo esautoramento della monarchia, che si realizzò gradualmente tra il IX e l VIII secolo. 3 di 7

4 2 La società aristocratica Per prima cosa al potere monarchico fu tolta l ereditarietà, e la scelta della persona passò alla collettività delle famiglie aristocratiche. Fasi ulteriori furono la limitazione della carica a dieci anni e l elezione annuale, dal 683, e quindi la trasformazione della monarchia in una semplice magistratura. Da allora in poi soltanto il più alto funzionario religioso porterà per ragioni di culto il titolo di re, mentre il capo annuale dello Stato avrà il titolo di arconte. Il comando militare fu affidato ad un polemarco, anch egli elettivo. Il Consiglio, un tempo di nomina regia e ora composto da coloro che avevano rivestite le cariche maggiori, divenne il Consiglio dell Areopago, dal luogo delle riunioni, posto sul colle posto alla salita dell Acropoli. Esso aveva non solo il diritto di punire i delitti, ma esercitava una tutela generale sulla comunità e sulle sue magistrature. Nel frattempo, si accentuava sempre più il carattere urbano della città, grazie all incremento demografico, allo sviluppo delle attività e l immigrazione dalle campagne. Un tempo si chiamava polis soltanto la rocca del re, sotto la cui protezione stava l abitato, in genere privo di mura; ma successivamente il nome passò alla comunità cittadina. Quanto alla rocca, che in seguito diventerà la residenza solo degli dei, da allora in poi fu chiamata città alta, Acropoli. 4 di 7

5 3 La crisi Ma questo quadro politico-istituzionale entrò nel VII secolo in una crisi profonda, causata dalla crescente avidità di potere e di guadagno dell aristocrazia. I fattori della crisi della società aristocratica furono essenzialmente tre: 1. la crisi agraria 2. la tecnica militare degli opliti 3. l invenzione della moneta. La crisi colpì in primo luogo i piccoli proprietari agricoli, che nel corso delle generazioni si erano sempre più indebitati nei confronti degli aristocratici, ipotecando i loro terreni. Il debitore, inoltre, garantiva il debito con la sua persona e con la sua famiglia. In sostanza, il contadino diventava un vero e proprio servo della gleba, e accadeva persino che alcuni membri della sua famiglia fossero venduti come schiavi. Intorno al 600, come c informa Aristotele, tutto il territorio dell Attica era ridotto nelle mani di pochi. Questa catastrofe sociale era però intollerabile poiché depotenziava gravemente la capacità difensiva della comunità, che si basava soprattutto sugli opliti, ossia sul ceto contadino libero. A partire dal VII secolo la tecnica militare adottata da alcune città era cambiata e si basava sulla formazione oplitica a falange. L oplita era un fante armato di corazza, elmo a cimiero, lancia e scudo rotondo. La falange era una formazione di battaglia attraverso cui il combattimento diventava collettivo e che escludeva l iniziativa individuale di stampo omerico. Tutti i cittadini che potevano permettersi di armarsi e servivano come opliti, iniziarono a reclamare una spartizione egualitaria delle terre e dei bottini, divenendo un fattore di destabilizzazione per la struttura economica e sociale, e insieme portatori del principio di uguaglianza all interno della città-stato. 5 di 7

6 La moneta apparve nel VII secolo nella Grecia d Asia, che ne appresero l uso dai re di Lidia, rimasti nella tradizione di una ricchezza divenuta proverbiale. Si è ipotizzato che la diffusione della moneta abbia creato una altra fonte di ricchezza oltre quella fondiaria tradizionale, nelle mani di artigiani e commercianti, i quali si misero perciò a contendere il potere politico con gli aristocratici. Anche se probabilmente la moneta non creò comunque la crisi della società, contribuì però a cambiarla in un momento di già grave instabilità social, politica ed economica. Elemento non meno decisivo, difatti, fu che la coscienza sociale della popolazione agricola si ribellava ormai apertamente agli abusi dei potenti. Persino i nobili di più alta condizione dovettero riconoscere il pericolo e l insostenibilità della situazione. Nel 594/93 fu quindi eletto arconte con poteri straordinari Solone, esponente alla stirpe regia dei Medontidi, che già da tempo aveva rimproverato ai membri della sua classe la loro hybris temeraria e alla città la sicura rovina. Per prima cosa, mediante una legge retroattiva, Solone condonò tutti i debiti, tanto pubblici che privati, abolendo pure la servitù dei contadini. La terra fu liberata dai pesi, mentre un altra legge vietava la garanzia del prestito sulla persona, eliminando quindi la servitù per debito. Dopo aver restituito ai contadini la libertà e i beni, Solone provvide ad estendere la cittadinanza a tutti, senza tener conto della proprietà. A tutti fu concesso il diritto politico fondamentale, la partecipazione alle assemblee, anche se solo gli appartenenti alle prime tre classi di reddito, cioè quelli che prestavano servizio militare, potevano essere eletti alle cariche. Inoltre, accanto all Areopago, che conservò le sue competenze giudiziarie, fu istituito il Consiglio dei Quattrocento, eletto dall assemblea popolare. Il passaggio, dalla monarchia all aristocrazia e infine alla democrazia, attraverso la fase intermedia della tirannide, quale si realizzò nei decenni successivi, era ormai divenuto, nell Atene di Solone, un fatto compiuto. 6 di 7

7 Bibliografia V. Eherenberg, Lo Stato dei Greci, La Nuova Italia, Firenze 1967; G. De Sanctis, Atthis. Storia della Repubblica ateniese dalle origini all età di Pericle,Torino 1912; Id., Storia dei Greci dalle origini alla fine del V secolo, vv. 2, La Nuova Italia, Firenze 1954; Ch. Meier, Atene, Garzanti, Milano di 7