Guida ai servizi per la prima infanzia / la strategia

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1 Premessa La presa in carico globale del bambino tra asili nido e servizi integrativi Il Piano regionale: un approccio multidimensionale nell'ottica della famiglia I dati Istat 2012 dicono che la Campania con i suoi bambini al di sotto dei tre anni è la prima regione dopo il Trentino Alto Adige come popolazione da 0 a 36 mesi. In termini statistici, parliamo di uno 0,3 per cento in più rispetto alla media nazionale: il 4 per cento a fronte del 3,7 dell'italia. Ciò rende necessaria una riflessione che aiuti a comprendere a fondo cosa si è fatto sinora e cosa si intende fare per rispondere alla domanda di servizi che proviene da una fetta così consistente e rappresentativa di utenza. Una analisi del contesto in cui la strategia regionale si inserisce suggerisce di mettere in relazione i parametri appena descritti con altri legati alla composizione della popolazione della Campania, a partire dalla presenza giovanile (0-14 anni), che in proporzione alle altre regioni rappresenta una voce senz altro importante ( unità, pari al 16,1%), in grado di sopravanzare, unica eccezione in Italia, il trend relativo ad anziani ultrasessantacinquenni. La Campania si conferma, insomma, la regione più giovane d Italia ed anche quella che invecchia più lentamente rispetto ad altre. Ciò restituisce agli attori pubblici e privati che operano nel settore delle politiche rivolte all infanzia una fotografia dell esistente fatta di grandi numeri e di grandi aspettative, che sembra sempre più incoraggiare un approccio integrato e multidimensionale alla sfera dei bisogni relativi alla cosiddetta "prima infanzia", incentivando la capacità, da parte soprattutto delle istituzioni pubbliche, di rintracciare e potenziare punti di contatto utili a far interagire i servizi per i minori al di sotto dei 3 anni con le misure dirette ai bambini fino ai 12 anni o, ancora, l esigenza, mai sufficientemente dibattuta nel nostro Paese, di promuovere il tema dell occupabilità delle donne collegandolo a quello del riequilibrio familiare, una frontiera possibile se declinata correttamente con efficaci politiche di family friendly e di conciliazione di tempi di vita e di lavoro. Sin dal 2008, la Regione Campania ha colto il significato profondo di tale approccio, che si è detto essere integrato e multidimensionale, riuscendo, al di là dei numeri e degli indicatori ponderati, ad offrire ai propri target di utenza, sia nella qualità di genitori che nella qualità di destinatari finali dei servizi, un programma di interventi volto ad intercettare la domanda di cura e presa in carico di bambini fino a 36 mesi. La strategia regionale, pur tenendo in considerazione i parametri degli Obiettivi di Servizio S.04 (Diffusione dei servizi per la prima infanzia) e S.05 (Presa in carico degli 1

2 utenti dei servizi per l infanzia), ha preso le mosse dalla consapevolezza che l efficacia dell azione pubblica in Campania avrebbe potuto produrre risultati soltanto se legata all interazione di campi di azione diversi: quello relativo al potenziamento dell offerta tradizionale, quello riguardante il rapporto tra iniziative pubbliche e private, quello infine orientato ad una differenziazione e qualificazione dell offerta complessiva rivolta ai minori al di sotto dei 3 anni. Sono queste le premesse che hanno consentito di dar vita al primo Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, approvato dalla Regione Campania con la deliberazione n del 23 dicembre 2008 e promosso in ossequio alla Finanziaria del 2007, che a sua volta aveva demandato alle Regioni, attraverso la Conferenza Unificata Stato-Regioni del 26 settembre 2007, l attuazione di quanto stabilito nel Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 per attenuare gli squilibri esistenti tra le diverse aree del Paese. Appena approvato, l obiettivo del Piano appare subito scontato, favorire la creazione di una rete integrata, estesa, qualificata e differenziata ( ) di servizi socio-educativi per la prima infanzia, volti a promuovere il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno del ruolo educativo dei genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, anche se il raggiungimento degli obiettivi fissati nel QSN (Quadro Strategico Nazionale) , riguardanti il perseguimento dei target degli indicatori S.04 ed S.05, evidenzierà molto presto una discrepanza. Balza immediatamente agli occhi dei dirigenti regionali, infatti, il rapporto impari tra la diffusione dei servizi e quello della presa in carico. Nel primo caso infatti raggiungere il target atteso per il 2013, la copertura del 35 per cento sul territorio regionale, non è un problema (partendo dalla baseline del 2004 del 30 per cento, si soddisferà il parametro già alla lettura dei dati del 2005). Nel Rapporto annuale di esecuzione degli obiettivi di servizio del 2011, Raos, si dirà chiaramente che la situazione in Campania ha subìto una significativa impennata dal 2004 al 2005, raggiungendo una copertura geografica del 39% con un incremento degli asili nido pari al 120% e dei servizi integrativi e/o innovativi per l infanzia intorno al 16%", crescita a cui però "non ha corrisposto un altrettanta adeguata capacità di presa in carico dell utenza che, di contro, nel 2005 è cresciuta di solo 18 punti percentuali rispetto all anno precedente, con un andamento discontinuo ed altalenante nel tempo. Ma da questo trend incerto ed altalenante parte anche il Piano in allegato alla delibera 2067 del 23 dicembre Piano regionale che individua come punti di debolezza del sistema campano dell offerta di servizi socio-educativi per l infanzia quattro criticità: 1) la limitata capacità ricettiva delle strutture pubbliche; 2) la sperequazione nella distribuzione territoriale dei servizi, a scapito soprattutto dei centri minori e rurali, contro l elevata concentrazione dell offerta nelle città 2

3 capoluogo; 3) la scarsa flessibilità e diversificazione dei servizi esistenti, in relazione alle mutate esigenze di conciliazione, soprattutto della famiglie monoparentali e/o con madri lavoratrici; 4) la necessità di intervenire non solo sugli aspetti quantitativi dell offerta, ma anche sulla qualità delle strutture e dei servizi erogati, mediante l attivazione di procedure di accreditamento/autorizzazione e la proceduralizzazione di carte dei servizi. Ciò è quanto si pensava a fine Qualche anno dopo il già citato Raos 2011 qualche spiegazione in più la dà. Il gap, pare dire, ancora esistente e per certi versi dirimente, tra diffusione dei servizi (S.04) e presa in carico (S.05) è dato da una "ambivalenza, si legge, che sembrerebbe essere dovuta a due fattori, i quali agiscono, sia distintamente che in concorso tra loro, a determinare la condizione descritta. Da un lato, ad una situazione di presenza diffusa di asili nido e altre tipologie di presa in carico presso i comuni campani e presso gli ambiti non corrisponde un adeguata capienza dei servizi offerti, per cui gran parte della domanda resta insoddisfatta. D altra parte, la stessa costruzione dell indicatore statistico S.04 favorisce una sovrastima dell offerta di servizi: per esempio, se un Comune aderisce in forma associata ad una qualunque forma di prestazione del servizio, anche se lascia insoddisfatti i bisogni di gran parte della sua utenza potenziale, viene contabilizzato tra quelli in cui i servizi risultano presenti. I tecnici di Palazzo Armieri non mancano tuttavia di sottolineare come la realtà campana sia ben rappresentata dall indicatore S.05, che denota una carenza generalizzata di infrastrutturazione sul territorio, fino a situazioni sub-territoriali di totale assenza del servizio. Il riferimento in questo caso è relativo alla Campania del 2009, prima degli interventi programmati dal Piano regionale, laddove le aree completamente prive di ogni servizio apparivano numerose, localizzate soprattutto in provincia di Caserta e nelle zone periferiche della Campania, a fronte di territori sufficientemente coperti. Caserta peraltro presenta oggi, insieme alla sua provincia, la stessa media di popolazione minorile fino a tre anni di Napoli, 4,2 per cento, scontando viceversa qualche ritardo in più sul versante dei servizi di cura per la prima infanzia. Dinanzi ad una situazione di questo tipo, quindi, cos è che fa la DGR n del 2008? Innanzitutto fissa un paletto sul piano delle procedure e della filosofia d'intervento, paletti che poi si riveleranno fondamentali in futuro sotto il profilo strategico. Il testo dice con nettezza che la definizione delle azioni del Piano parte dall assunto che oggi i servizi educativi per la prima infanzia debbano comprendere, oltre al nido, un offerta estremamente diversificata, caratterizzata da opportunità educative e ludiche differenziate, da tipologie e modalità di fruizione flessibili, che possano garantire la formazione dei bambini e la conciliazione dei tempi e delle responsabilità 3

4 genitoriali. In questo modo il Piano regionale mitiga il meccanismo del valore ponderato (aggirando l ostacolo della media percentuale riferita in via maggioritaria all accoglienza in asili nido piuttosto che attraverso servizi integrativi ed innovativi) e introduce il concetto della presa in carico globale del bambino, offrendo alle famiglie quante più opzioni possibili, in rapporto alle diverse esigenze di cura ed educazione dei figli, in una logica di qualità delle risposte. Altro passaggio fondamentale che rinvia in qualche modo anche alla politica del "welfare familiare", quello dei nonni o dei parenti che si occupano a tempo quasi pieno dell'educazione dei bambini, che farebbe pensare ad un diverso utilizzo dei servizi per la prima infanzia a titolarità sia pubblica che privata, un utilizzo temporaneo ed integrativo a cui pure guardano con attenzione alcuni Paesi europei come la Germania. Qui è infatti in vigore dal mese di agosto un importante riforma sociale fondata sull assunto che ogni bambino nato debba aver diritto ad un posto in asilo, con la possibilità addirittura che i genitori facciano causa al Comune nel caso in cui ciò non si dovesse verificare. Ma non solo. Tra i pilastri della riforma tedesca vi sono misure come il cosiddetto assegno per l accudimento, un erogazione monetaria con frequenza mensile che aiuterà le famiglie che sceglieranno di educare a casa i propri figli. Una misura che procede tuttavia meno speditamente delle altre previste dalla riforma, riferisce la stampa italiana ( Il diritto dei bambini all asilo. Un posto per ogni nato, Corriere delle Sera, 31 luglio 2013). La causa, prevedibile, è direttamente riconducibile allo squilibrio tra disponibilità di risorse e domanda. Per assecondare anche questo orientamento, quello cioè di beneficiare di servizi integrativi e non soltanto del tradizionale asilo nido o micro-nido comunale, la Regione Campania dà forza al suo approccio fondato sulla presa in carico globale del bambino al di sotto dei tre anni e adotta le Linee di indirizzo per l attivazione dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni) nell ottica di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Sono direttive chiare e precise che sistematizzano i servizi per l infanzia, diversamente caratterizzati sul territorio regionale, raggruppandoli per tipologie omogenee. E così che agli asili nido comunali e ai micro-nidi aziendali, si aggiungono i servizi integrativi, le sezioni primavera, i servizi sperimentali ed i servizi ricreativi per la prima infanzia. Un modo per fissare un sistema di regole, più esplicite possibili, per consentire a tutti gli attori del settore, pubblici e privati, di sviluppare e gestire servizi per la prima infanzia e, quindi, concorrere all innalzamento degli standard qualitativi per l erogazione dei interventi di cura rivolti ai bambini. Ma viene anche toccato un altro tema fondamentale della prima infanzia, il rapporto con il privato sociale. L accreditamento di servizi all infanzia e l acquisto di posti/servizio è infatti una delle direttrici più significative del Piano regionale. La centralità dell intervento pubblico nella 4

5 definizione delle strategie di medio periodo e degli strumenti di governance del welfare locale deve trovare il proprio completamento in un sistema dell offerta integrata pubblico/privato, in grado di garantire elevati standard qualitativi e sostenibilità economico-finanziaria delle prestazioni, si leggerà nell allegato alla delibera n. 2067/08. Ed è attraverso la messa in rete, accanto ai servizi a titolarità pubblica, di ulteriori servizi autorizzati (asili nido, micro-nidi, servizi integrativi e sperimentali), di cui sono titolari e gestori soggetti privati, che si mira ad espandere l offerta, con un sistema di garanzia della qualità educativa che al tempo stesso, consenta pluralità e diversificazione dell'offerta. Ma di azioni qualificanti nel Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, come detto, ne sono previste almeno tre. Oltre all interazione del sistema pubblicoprivato, un ruolo fondamentale lo si dà al sistema di contributi per la costruzione, la ristrutturazione, l arredamento e la gestione di strutture per l infanzia (asili nido comunali e micro-nidi aziendali), che mira ad aumentare il numero di nidi d infanzia e micro-nidi, sia pubblici che presso i luoghi di lavoro, e a migliorarne la loro diffusione sul territoriale regionale, attraverso la realizzazione di nuove strutture (in particolare nei comuni presso i quali il servizio non è presente) o l ampliamento di quelle già esistenti. Si individuano sia gli interventi che costituiscono priorità che quelli di avvio o completamento di strutture già esistenti, mentre la costruzione di nuovi edifici sarà prevista prioritariamente nei territori privi di strutture al fine di aumentare il numero di Comuni in cui è presente almeno un servizio per l infanzia. Ulteriore discrimine sarà il vincolo per i finanziamenti alle strutture già operanti di dimostrare un incremento netto dei posti disponibili non inferiore al 25%, filosofia ripresa anche nell'avviso pubblico di cui al Decreto dirigenziale n. 872 del 21/11/2012, con cui si approva un riparto di risorse agli Ambiti territoriali per la realizzazione di nidi e micronidi per la prima infanzia insistendo proprio sull'aumento degli utenti rispetto alla presa in carico esistente. La terza ed ultima parte del Piano tocca invece gli aspetti più stringenti della strategia regionale: i servizi integrativi ed innovativi. Essa muove dall assunto che vada ampliata ai succitati servizi, indicati dalla normativa nazionale e locale come strumenti volti a differenziare l'offerta di servizi sociali ed educativi rivolta alle famiglie, tutto il novero di servizi per la prima infanzia, che per un lungo periodo ha ricompreso soltanto i tradizionali asili nido. Ma quali sono le caratteristiche che tali servizi dovranno avere? Essi, dice il Piano, si contraddistinguono per la grande variabilità e flessibilità, sia del modello organizzativo, sia degli specifici obiettivi che ogni servizio vuol conseguire, presentando caratteristiche educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale. Sotto questo punto di vista essi possono essere particolarmente 5

6 adeguati a rispondere alle esigenze di conciliazione tra vita e lavoro, nonché adatti alle aree rurali e montane, che per la scarsa densità abitativa, rischiano di non essere serviti dai servizi tradizionali, a discapito delle popolazioni rimaste. La Campania, insieme alla Regione Marche, decide così di sperimentare per prima l'agrinido, che è sì un nido d'infanzia ma in un contesto rurale invece che urbano. Si tracciano anche le caratteristiche che tali servizi dovranno avere, dagli spazi bambini ai centri gioco, dai centri per la prima infanzia ai centri per bambini e genitori o adulti accompagnatori, fino ad arrivare a tipologie di servizi innovativi e sperimentali in continuità con le strutture degli asili nido e/o scuole materne. Altro aspetto quest ultimo contenuto nell'avviso di cui al DD n. 872 del 21 novembre del 2012 che avrà come conseguenza, tra l'altro, l ampliamento di plessi scolastici adibiti a scuola materna al fine di installare in loco servizi per bambini da 0-36 mesi. Ciò consente di leggere come senza soluzione di continuità la strategia regionale nei diversi ma complementari settori della prima infanzia, infanzia e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tutti aspetti che ben si coniugano con il nuovo ciclo di programmazione, contenuto nel Piano Sociale Regionale 2013/2015, che mette al centro la famiglia nell'ottica di sempre più mirate politiche di inclusione sociale. Di seguito saranno illustrate le azioni di sistema che potrebbero consentire alla Campania, al termine di tutti gli interventi innanzi descritti, di attestarsi su di una percentuale pari, per quanto riguarda l'obiettivo di Servizio S.05 (Presa in carico degli utenti dei servizi per l'infanzia), ad un 7-8 per cento, valore che renderebbe giustizia degli sforzi messi in campo nei vari cicli di programmazione e durante più esperienze di governo a favore dei servizi rivolti alla prima infanzia. Basti pensare che al 2010 l'indice relativo alla "presa in carico" era fermo al 2,7 per cento e all'inizio del 2004 si aggirava intorno all'1,5 per cento. 6

7 2.1 L'avviso pubblico a tre finestre, gli asili nido e i micro-nidi aziendali Come cambia l'offerta in Campania tra servizi integrativi, voucher e sperimentazioni Come detto nel paragrafo precedente, la svolta in Campania sul fronte dei servizi per la prima infanzia si ha con la deliberazione di Giunta regionale n del 23 dicembre E qui che vengono rese esecutive le indicazioni della Legge Finanziaria del 2007, che dava mandato alle singole Regioni di adottare un piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio educativi. Il provvedimento giuntale, infatti, approva sia il Piano sia le Linee di indirizzo per l attivazione dei servizi per la prima infanzia (0-36 mesi) nell ottica della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Si tratta di un passo importante nella strategia regionale della Campania, che individua come macrofilone dei servizi diretti ai minori fino a tre anni la conciliazione vita-lavoro e con essa quindi la famiglia ed il suo equilibrio interno. Ciò testimonia una volta in più come l approccio a tale categoria di interventi debba essere multidimensionale ed incrociare politiche apparentemente distanti dall infanzia ma di fatto pertinenti e complementari, una su tutte quella comunemente definita di family friendly. E questo il solco in cui si muove la Regione Campania e che caratterizza nell ultimo quinquennio la sua azione nel campo della prima infanzia. Una strategia che prevede sin dall inizio, come già detto, tre segmenti: accreditamento di servizi all infanzia e acquisto di post/servizio; contributi per la costruzione, la ristrutturazione, l arredamento e la gestione di strutture; differenziazione dell offerta attraverso servizi integrativi ed innovativi. Aspetti tra loro contigui e in piena evoluzione. Accadrà dunque che il primo avviso pubblico a tre finestre messo in campo per rispondere compiutamente al Quadro Strategico Nazionale (QSN) , relativamente agli Obiettivi di Servizio per la prima infanzia S.04 (diffusione) e S.05 (presa in carico), è quello di maggio 2009, approvato con decreto dirigenziale n. 378 del 28 aprile e perfettamente in linea con un offerta di servizi educativi per la prima infanzia che il Piano straordinario detta come estremamente diversificata, caratterizzata da opportunità educative e ludiche differenziate, da modalità di fruizione flessibili. Gli obiettivi di servizio rientrano nel più ampio filone riguardante l aumento dei servizi di cura alla persona, alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l avviso non si discosta affatto da questa logica, perseguendo tale linea attraverso un azione di sistema che punta a garantire sia la formazione dei bambini sia la conciliazione dei tempi che le responsabilità genitoriali. 7

8 Il centro della strategia regionale da questo momento in avanti è così occupato dal concetto di famiglia. E alla famiglia che si cerca di offrire un novero quanto più ampio e diversificato di opzioni possibili, andando anche oltre il nido, ed è alla famiglia che si va incontro quando si immaginano risposte di qualità in grado di soddisfare esigenze di cura e di educazione diverse da quelle abituali. Del resto, l avviso discende dalle Linee guida della DGR n. 2067, dunque riporta e fa sue le tipologie indicate in quel documento relativamente all offerta dei servizi per la prima infanzia. Ne scaturisce che tra le tipologie ammesse a finanziamento con l avviso di cui al DD n. 378/2009 vi siano gli asili nido (da 30 a 60 posti) e i micro-nidi comunali (fino a 30 posti), i servizi integrativi (che secondo la legge 285 del 1997 devono essere complementari ai nidi, dai quali si differenziano perché garantiscono una risposta flessibile e differenziata alle esigenze delle famiglie e dei bambini, con orari più ridotti rispetto ai servizi tradizionali ma con un coinvolgimento attivo dei genitori e che dovranno caratterizzarsi per la valorizzazione dell esperienza ludica come strumento di crescita e conquista dell autonomia dei bambini ) e i servizi sperimentali, quei servizi cioè che non rispondono alla descrizione delle due categoria appena citate (nidi e micro-nidi, servizi integrativi) ma che di contro dovranno rispondere ad esigenze particolari delle famiglie e a particolari caratteristiche territoriali, demografiche e sociali dei comuni di riferimento e a difficoltà a soddisfare la domanda. La Regione qui interviene a sostegno di tipologie alternative dell offerta ma con un unico fine, che è sempre quello di incrementare i posti disponibili, prescrivendo ai beneficiari dell avviso di aumentare almeno del 25 per cento l accoglienza di bambini 0-36 mesi ad intervento. L obiettivo resta quel 7-8 per cento di presa in carico, che consentirebbe di ridurre la distanza, al termine di tutti gli interventi programmati, tra l obiettivo di servizio S.05 e quello della diffusione, S.04. Vediamo allora come si articola la strategia regionale che dovrebbe portare a centrare l obiettivo entro la scadenza prevista dal Quadro Strategico Nazionale. Con il decreto 378/2009 si stanziano, seguendo il criterio della complementarietà delle risorse, ovvero fondi sia europei che nazionali, 30 milioni di euro a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per la ristrutturazione di immobili e l arredamento, mentre 10 milioni di euro di fondi nazionali sono appostati per la creazione di servizi flessibili ed innovativi come centri gioco, centri per la prima infanzia, centri per bambini e genitori o adulti accompagnatori. Si riesce così ad approvare, nelle prime due sessioni dell avviso pubblico e in attesa che parta a breve anche la terza finestra, 65 progetti di nuovi asilo, 34 nella prima e 31 nella seconda finestra, con fondi europei e 31 nuovi progetti, 17 nella prima sessione e 14 nella seconda, a valere su fondi nazionali. Il che 8

9 significa nel primo caso un aumento complessivo della presa in carico negli asili nido pari a 2600 unità e nel secondo caso 1200 bambini in più accolti da servizi integrativi ed innovativi. Un avviso che ha inteso ed ancora intende porre in essere, come si legge nel corpo del Decreto dirigenziale, tutte le azioni necessarie al sostegno dei servizi di cui sopra, favorendo il protagonismo degli Enti locali, delle loro forme aggregative e dei soggetti del terzo settore quali partner per il raggiungimento degli obiettivi di servizio. Sempre nel 2009 e sempre nel mese di aprile viene inoltre stipulato con il Comune di Napoli un protocollo d intesa per l attuazione di interventi in tema di welfare, di cui alla DGR n del 2009, che consentirà entro il 31 dicembre del 2013 la realizzazione di quattro asili nido sul territorio del capoluogo campano con 200 nuovi bambini presi in carico. Risale invece ad un anno dopo l avviso pubblico approvato con Decreto dirigenziale n. 44 del 24 febbraio 2010 per il finanziamento di asili nido e micro-nidi questa volta però aziendali. Lo stesso avviso prevede anche l acquisto da parte dei Comuni di voucher per la frequenza delle strutture finanziate. Un investimento di 13 milioni di euro, di cui 8 milioni di Fondo Sociale Europeo (FSE) e 5 milioni di Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). L intervento incide sulla presa in carico con 500 nuove unità e si concluderà definitivamente per giugno Anche qui è evidente quella che il Decreto dirigenziale definisce continua osmosi tra i segmenti di vita familiare e lavorativa come nido, famiglia, lavoro, scuola e tessuto sociale. Quella conciliazione di cui si è detto prima e di cui si dirà ancor più dettagliatamente in avanti, che è alla base di altri e diversi avvisi pubblici messi campo dalla Regione Campania per dare attuazione alla sua strategia multidimensionale ed integrata per la prima infanzia. 9

10 2.2 La strada del riparto agli Ambiti per riequilibrio territoriale e presa in carico In campo 30 mln: 700mila dove non vi sono asili, 450mila se cresce l accoglienza A novembre del 2012, con il Decreto dirigenziale n. 872, la Regione Campania sceglie di proseguire il suo impegno per il potenziamento di asili nido ed infrastrutture per la presa in carico e l accoglienza della prima infanzia tentando la strada del riequilibrio territoriale. Approva così, nell ambito del Piano per la governance dei servizi alla persona adottato l anno prima dall Assessorato all Assistenza sociale della nuova giunta regionale presieduta da Stefano Caldoro, un riparto agli Ambiti territoriali della Campania per circa 30 milioni di euro. Si tratta di fondi a valere su risorse del Programma Operativo FESR Obiettivo 6.3 Città solidali e scuole aperte che Palazzo Santa Lucia sceglie di destinare ai Comuni associati in Ambiti per la ristrutturazione, l ampliamento, l adeguamento e l ammodernamento di nidi e micro-nidi comunali per bambini da 0 a 36 mesi. Il calcolo delle risorse avviene con il seguente criterio di riparto: 700mila euro per ciascun Ambito che non abbia attivato sul proprio territorio almeno un asilo nido o micro-nido; 450mila euro in favore degli Ambiti che abbiano attivato sul proprio territorio almeno un asilo nido o micro-nido, garantendo con tali risorse l aumento della presa in carico degli utenti pari ad almeno il 25 per cento in più. Nostre elaborazioni sulla consultazione dei progetti presentati ai competenti Uffici regionali hanno evidenziato per il riparto di cui al DD n. 872 del 21 novembre 2012 oltre 40 nuovi servizi di nido e micro-nido, per lo più derivanti dall ampliamento di scuole materne già esistenti, ed una presa in carico stimata che da 1015 bambini passa a 2401, 1386 unità in più (vedi tabelle da 2.1 a 2.5). 10

11 Tabella 2.1.: Interventi sugli asili nido nella provincia di Avellino finanziati con fondi di riparto (D.D. 872, del 21/11/2012) per distribuzione territoriale, tipologia di intervento ed evoluzione della presa in carico Ambito Comune Indirizzo Tipologia di intervento Nuovi servizi asili nido Bambini in partenza Bambini previsti A1 Montecalvo Irpino Rione San Pietro, ristrutturazione adeguamento ammodernamento A1 Frigento Via Pagliare, ristrutturazione adeguamento ammodernamento A3 Calitri Via Roma 2, ristrutturazione adeguamento ammodernamento ampliamento A3 Sant Andrea di Conza Piazza dei Martiri, ristrutturazione adeguamento ammodernamento ampliamento A3 Torrella dei Lombardi Via Risi, ristrutturazione adeguamento ammodernamento ampliamento A4 Cervinara via San Rocco, Località Ferrari ristrutturazione A6 Solofra Via Melito ristrutturazione ammodernamento Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati messi a disposizione dai competenti uffici regionali 11

12 Tabella 2.2: Interventi sugli asili nido nella provincia di Benevento finanziati con fondi di riparto (D.D. 872, del 21/11/2012) per distribuzione territoriale, tipologia di intervento ed evoluzione della presa in carico Ambito Comune Indirizzo Tipologia di intervento Nuovi servizi asili nido Bambini in partenza Bambini previsti B1 Benevento Via Collevaccino adeguamento 1 non specificato B2 Montesarchio Piazza San Francesco, località Pontecane adeguamento B2 Bucciano ristrutturazione adeguamento B2 Moiano Via della Valle ristrutturazione adeguamento B3 Dugenta Via Nazionale adeguamento B3 Paupisi frazione San Pietro adeguamento B3 Puglianello Via Paribella ristrutturazione adeguamento B3 Cerreto Sannita adeguamento B4 Colle Sannita Via L.Rizzi ristrutturazione ampliamento B4 Morcone Via degli Italici, 33 ampliamento 6 14 B4 Fragneto L'Abate Via Fontana Vecchia adeguamento B6 Sant'Angelo a Via G. Leopardi, ammodernamento,

13 Cupolo ampliamento Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati messi a disposizione dai competenti uffici regionali 13

14 Tabella 2.3: Interventi sugli asili nido nella provincia di Caserta finanziati con fondi di riparto (D.D. 872, del 21/11/2012) per distribuzione territoriale, tipologia di intervento ed evoluzione della presa in carico Ambito Comune Indirizzo Tipologia di intervento Nuovi servizi asili nido Bambini in partenza Bambini previsti C4 Teano Via L. Sturzo adeguamento C4 Francolise ristrutturazione C5 Santa Maria Capua Vetere Via Albana 27 ristrutturazione C6 Piedimonte Matese Via Don Bosco ristrutturazione C6 Alife Frazione San Michele ristrutturazione adeguamento C6 Castel di Sasso Località San Marco ristrutturazione C6 Casaluce Via Allende ampliamento C7 Caserta Viale Cappiello ristrutturazione adeguamento C9 Mondragone Piazzale Rotari ampliamento 1 0 C10 Pietramelara Via San Giovanni, ammodernamento Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati messi a disposizione dai competenti uffici regionali 14

15 Tabella 2.4: Interventi sugli asili nido nella provincia di Napoli finanziati con fondi di riparto (D.D. 872, del 21/11/2012) per distribuzione territoriale, tipologia di intervento ed evoluzione della presa in carico Ambito Comune Indirizzo Tipologia di intervento Nuovi servizi asili nido Bambini in partenza Bambini previsti N3 Ischia Via Morgioni ristrutturazione 1 non specificato N5 Sant'Antimo Via degli Oleandri 28, Adeguamento ampliamento N7 Caivano Via Palmieri Ristrutturazione N8 Acerra ristrutturazione adeguamento N8 Casalnuovo Viale dei Pini Ampliamento N10 Volla Via De Carolis Ristrutturazione N12 Pomigliano d'arco Ristrutturazione N13 Piano di Sorrento Via san Liborio ristrutturazione adeguamento N15 Torre Annunziata corso Vittorio Emanuele III, ristrutturazione adeguamento N16 Torre del Greco ristrutturazione adeguamento ammodernamento N17 Casandrino Via Marinaro adeguamento ampliamento N18 Napoli Via Romolo e Remo ristrutturazione adeguamento

16 N18 Napoli Via Bernardo cavallino ristrutturazione N26 San Giuseppe Vesuviano Via Piano del Principe adeguamento ammodernamento Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati messi a disposizione dai competenti uffici regionali 16

17 Tabella 2.5: Interventi sugli asili nido nella provincia di Salerno finanziati con fondi di riparto (D.D. 872, del 21/11/2012) per distribuzione territoriale, tipologia di intervento ed evoluzione della presa in carico Ambito Comune Indirizzo Tipologia di intervento Nuovi servizi asili nido Bambini in partenza Bambini previsti S1 Nocera Inferiore Via Sant'Anna ammodernamento S1 Angri Viale Europa ammodernamento S1 Sarno Via Sarno Palma ammodernamento S3 Tramonti Via San felice-frazione Pietre, ristrutturazione adeguamento ammodernamento S5 Salerno Via Onorato da Craco ampliamento S5 Altavilla Silentina Località Cerrelli Ristrutturazione adeguamento S5 Campagna Località Pezzarotonda Adeguamento ammodernamento S5 Contursi Terme Via San Sebastiano adeguamento ammodernamento 9 15 S5 Battipaglia Via Indipendenza adeguamento S5 Sicignano degli Alburni Località Zuppino adeguamento ammodernamento S5 Eboli Via San Gregorio VII, località Paterno adeguamento ammodernamento S6 Albanella ristrutturazione adeguamento

18 ammodernamento Guida ai servizi per la prima infanzia / la strategia S6 Magliano Vetere ristrutturazione adeguamento ammodernamento S6 Castel San Lorenzo Via Tommasini ristrutturazione adeguamento ammodernamento S6 Roscigno via Torre ristrutturazione adeguamento ammodernamento S6 Roccadaspide via Guevara ristrutturazione adeguamento ammodernamento S7 Salento ristrutturazione adeguamento ammodernamento S8 Vallo della Lucania Via Silvio Nicolanti ampliamento S9 Sapri via Flavio Gioia adeguamento 6 30 S10 Sala Consilina adeguamento ampliamento S10 Castelnuovo di Conza Via Federico di Donato adeguamento S10 Valva Via Santa Maria delle Grazie ristrutturazione adeguamento S10 Santomenna Piazza Municipio ristrutturazione S10 Buccino Località Mesarico ristrutturazione S10 Atena Lucana Via Nazionale adeguamento ampliamento

19 S10 Montesano sulla Marcellana Via Dante adeguamento ampliamento S10 Padula Via Provinciale adeguamento ampliamento Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati messi a disposizione dai competenti uffici regionali 1 I dati dei comuni di Nocera Inferiore, Angri e Sarno sono stati riportati mutuando il dato così come trascritto nei formulari; essi sono da intendersi come riferiti a ciascun comune 19

20 Tale avviso pubblico è volto, come si diceva prima, a riequilibrare sul territorio regionale la presenza di asili nido e micro nidi, circostanza che però si scontra spesso con un contesto popoloso e densamente abitato come quello del capoluogo campano, Napoli, dove la domanda di servizi resta ancora inevasa per una percentuale che supera il 30 per cento con oltre 800 bambini in lista di attesa (vedi il primo capitolo della Guida ai servizi per la prima infanzia L Indagine ). Un gap che riguarda anche un altro equilibrio, quello intra-comunale, dal momento che alcune Municipalità sono più di altre sguarnite di servizi. Una in particolare, la V Vomero-Arenella, non si è mai dotata di un asilo nido comunale. Circostanza che sarà tuttavia sanata a breve proprio grazie all avviso pubblico di cui al DD n. 872/2012, visto che il Comune di Napoli risulta beneficiario di un finanziamento di 700mila euro che porterà a ristrutturare la scuola materna Minucci, con l installazione di un nido che potrà ospitare almeno 18 bambini. Lo stesso Comune di Napoli è destinatario di un finanziamento, nell ambito del medesimo intervento, per l adeguamento della Istituto comprensivo Basile e l incremento della presa in carico nell ordine di 30 unità. La vicenda è stata recentemente affrontata anche dalla stampa ( Asili nido off-limits, a casa un bambino su tre, Il Mattino, 4 agosto 2013), il che testimonia una volta in più l attenzione della società rispetto alle problematiche della prima infanzia e suggerisce alle istituzioni pubbliche di investire sempre maggiori energie e risorse per sanare sui territori i tanti divari che sono antichi ma che tuttora producono effetti deleteri sulla formazione dei bambini e sui carichi familiari. Sempre nel 2012, un altro riparto, approvato con Decreto dirigenziale n. 587 del 30 luglio, è intervenuto sull Obiettivo di Servizio S.05 (presa in carico) destinando agli Ambiti territoriali 4,5 milioni di euro, di cui 3 milioni a valere sul Programma Operativo FSE e 1,5 milioni a valere sul fondo Intesa Stato-Regioni del 29 aprile 2010, per la realizzazione del programma Servizi per la prima infanzia. Anche qui il calcolo delle risorse segue criteri ben precisi: per il 60 per cento viene presa in considerazione la popolazione residente, per il restante 40 per cento la popolazione minorile con età compresa tra 0 e 36 mesi (dati Istat 2011). Anche in questo caso su 52 Ambiti (nella loro vecchia composizione, in quanto il riparto risulta essere precedente alla DGR n.320/2012 che ne ha modificato i confini) la presa in carico stimata per 73 nuovi servizi sperimentali rivolti a minori al di sotto dei 3 anni rappresenta un notevole passo in avanti: 4839 bambini in più. Si tratta di servizi integrativi ed innovativi, che vanno ad incidere direttamente sull obiettivo S.05 e che saranno a regime da giugno prossimo (vedi tabelle da 2.6 a 2.10). 20

21 Tabella 2.6.: Servizi integrativi e innovativi per la prima infanzia nella provincia di Avellino, finanziati con fondi di riparto (DD n. 587 del 30 luglio 2012) per distribuzione territoriale e previsione bambini presi in carico Ambito Capofila Progetto Bambini previsti Localizzazione A1 Consorzio politiche sociali ambito A1 - Ariano irpino ludoteca prima infanzia 120 n.28 bambini ad Ariano Irpino n.13 Grottaminarda n. 14 Mirabella Eclano n.12 Vallata A2 Consorzio dei servizi sociali Alta Irpinia -Lioni ludoteca prima infanzia Comuni: Bagnoli Irpino, Bisaccia, Caposele, Montella, Nusco, Sant'Andrea di Conza, Sant'angelo dei Lombardi, Torella dei Lombardi A3 Avellino ludoteca prima infanzia 45 Avellino A4 Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A4 - Altavilla Irpina educatrice familiare; educatrice domiciliare 60 Comuni dell'ambito A5 Mugnano del Cardinale educatrice domiciliare/piccolo gruppo ricreativo 5 Comuni dell'ambito A6 Consorzio dei servizi sociali A6 - Atripalda Mamma accogliente 36 Comuni dell'ambito A7 Mercogliano servizi temporanei e territoriali (Centro Infanzia) 60 Comuni dell'ambito Totale 420 Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti dai competenti uffici regionali 21

22 Tabella 2.7.: Servizi integrativi e innovativi per la prima infanzia nella provincia di Benevento, finanziati con fondi di riparto (DD n. 587 del 30 luglio 2012) per distribuzione territoriale e previsione bambini presi in carico Ambito Capofila Progetto Bambini previsti Localizzazione B1 Benevento ludoteca prima infanzia 20 Centro Commerciale I Sanniti: babysitteraggio Asilo nido Comunale: ampliamento orario B2 Montesarchio servizi temporanei e territoriali/spazio educativo 120 Montesarchio, Foglianise, Moiano/Bucciano Servizio babysitting; B3 Cerreto Sannita servizi temporanei e territoriali: ludoteca nei periodi di vacanza scolastica non indicato Comuni dell'ambito B4 Morcone servizi temporanei e territoriali: attività periodo estivo 150 Comuni dell'ambito B5 Montefalcone di Val Fortore ludoteca prima infanzia 25 Comuni dell'ambito B6 San Martino Sannita (non più San Giorgio del Sannio) Servizio babysitting 60 Comuni dell'ambito Totale 375 Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti dai competenti uffici regionali 22

23 Tabella 2.8.: Servizi integrativi e innovativi per la prima infanzia nella provincia di Caserta, finanziati con fondi di riparto (DD n. 587 del 30 luglio 2012) per distribuzione territoriale e previsione bambini presi in carico Ambito Capofila Progetto Bambini previsti Localizzazione C1 Maddaloni servizio babysitting Comuni dell'ambito C2 Casal di Principe servizio babysitting 30 Casal di Principe C3 Casaluce (non più Succivo) ludoteca prima infanzia presso scuola elementare 40 Casaluce C4 Teano mamma accogliente; educatrice familiare 12 Francolise, Roccamonfina, Teano, Vairano Patenora C5 Santa Maria Capua Vetere babysitting; ludoteca prima infanzia itinerante/ludobus con sportello ascolto famiglie 280 Comuni dell'ambito C6 Piedimonte Matese ludoteca prima infanzia 24 Comuni dell'ambito C7 Caserta ludoteca prima infanzia/ludoteca ponte 8 Comuni dell'ambito C8 Lusciano babysitting domiciliare e presso asilo nido comunale; baby trasporto sociale 330 Comuni dell'ambito C9 Mondragone mamma accogliente 14 Comuni dell'ambito C10 Pietramelara ludoteca prima infanzia itinerante/ludobus aree rurali 500 Comuni dell'ambito Totale 1238 Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti dai competenti uffici regionali 23

24 Tabella 2.9.: Servizi integrativi e innovativi per la prima infanzia nella provincia di Napoli, finanziati con fondi di riparto (DD n. 587 del 30 luglio 2012) per distribuzione territoriale e previsione bambini presi in carico Ambito Capofila Progetto Bambini previsti Localizzazione N1 Mugnano di Napoli ludoteca prima infanzia 69 Comuni dell Ambito N2 Giugliano in Campania Educatrice domiciliare/piccolo gruppo educativo; ludoteca prima infanzia presso locali biblioteca 35 Comune di Giugliano e Marano N3 Ischia Servizio babysitting; ludoteca prima infanzia; servizi temporanei territoriali non indicato Comuni dell Ambito N4 Pozzuoli educatrice familiare 15 Comuni dell Ambito N5 Sant Antimo servizio babysitting 60 Comuni dell Ambito N6 Casoria ludoteca prima infanzia 48 Comuni dell Ambito N7 Afragola servizio babysitting (con percorso di qualificazione professionale) e formazione short list dell Ambito 54 Comuni dell Ambito N8 Casalnuovo di Napoli educatrice domiciliare/piccolo gruppo educativo; servizio babysitting con creazione elenco-albo+formazione 30 Comuni di Casalnuovo e Acerra N9 San Giuseppe Vesuviano servizio babysitting domiciliare e presso scuola materna Ottaviano 110 Comuni dell Ambito 24

25 N10 Somma Vesuviana educatrice familiare non indicato Comuni dell Ambito N11 Nola mamma accogliente, educatrice familiare 24 Comuni dell Ambito N12 Pomigliano d Arco ludoteca prima infanzia (utenza disagiata servizi semi-residenziali) 60 Pomigliano d Arco, San Vitaliano, Castello di Ciserna N13 Sorrento baby trasporto sociale;mludoteca prima infanzia 110 Comuni dell Ambito N14 Castellammare di Stabia agrinido; ludoteca prima infanzia; servizi temporanei e territoriali (estate in gioco) 50 Comuni dell Ambito N15 Torre Annunziata ludoteca prima infanzia 40 Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Torre A. N16 Ercolano Torre del Greco servizio babysitting; mamma accogliente 35 Comuni dell Ambito N17 Portici educatrice familiare + ludoteca prima infanzia 100 Comuni dell Ambito N18 Napoli mamma accogliente; servizio babysitting; servizi temporanei e territoriali 1122 Comune di Napoli Totale 1962 Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti dai competenti uffici regionali 25

26 Tabella 2.10.: Servizi integrativi e innovativi per la prima infanzia nella provincia di Salerno, finanziati con fondi di riparto (DD n. 587 del 30 luglio 2012) per distribuzione territoriale e previsione bambini presi in carico Ambito Capofila Progetto Bambini previsti Localizzazione S1 Scafati baby trasporto sociale; ludoteca prima infanzia 85 Comuni dell'ambito S2 Baronissi mamma accogliente; educatrice domicilliare 22 Comuni dell'ambito S3 Cava de' Tirreni servizio babysitting 10 Comuni dell'ambito S4 Sala Consilina servizio babysitting 50 Comuni dell'ambito S5 Eboli servizio babysitting + ludoteca prima infanzia 68 Eboli, Battipaglia, Sicignano degli Alburni, Oliveto Citra, Contursi Terme, Postiglione S6 Capaccio baby trasporto sociale 56 Comuni dell'ambito S7 Castellabate servizio babysitting 45 Comuni dell'ambito S8 Salerno educatrice domicilliare;baby trasporto sociale; servizi temporanei e territoriali ( spazio aperto ad agosto presso un nido comunale) 182 Salerno S9 Sapri ludoteca prima infanzia (percorso formativo per le operatrici) 320 Morigerati, San Giovanni a Piro, Torre Orsaia, Tortorella S10 Palomonte servizi temporanei e territoriali (servizio flessibile di iniziative ludiche per i più piccoli, da svolgersi nel periodo estivo) non indicato Comuni dell'ambito Totale 4839 Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti dai competenti uffici regionali 26

27 Diverse le buone prassi segnalate dagli Uffici regionali. Molte sono a gestione indiretta, come il babysitteraggio presso il Centro commerciale I Sanniti di Benevento (20 bambini coinvolti) o il servizio temporaneo a Cerreto Sannita, sempre nel Beneventano, per i periodi di vacanza scolastica. Servizio estivo che si terrà anche nei comuni dell Ambito territoriale di Morcone, nel Sannio, con circa 150 bambini coinvolti. Il Comune di Casaluce, questa volta nel Casertano, attiverà invece, affidando la gestione sempre a terzi, una ludoteca per la prima infanzia presso la scuola elementare, con 40 bambini coinvolti, mentre nel popoloso centro casertano di Santa Maria Capua Vetere sarà creato un servizio ludobus con sportello di ascolto per le famiglie che prenderà in carico 280 bimbi. Gestione diretta invece la formula scelta dal Comune di Lusciano, dove di bambini coinvolti ne saranno 330, per un babysitting sia domiciliare che presso l asilo nido comunale. Qui è previsto anche un baby trasporto sociale affidato a terzi. A Pietramelara, ben 500 bambini coinvolti, il ludobus diventa rurale ed itinerante, servizio a cui si affianca una ludoteca della prima infanzia. Innovativi anche cinque progetti del Napoletano. Ad Ischia, con gestione affidata a terzi attraverso voucher per l acquisto di servizi, saranno attivati più servizi temporanei e territoriali, mentre ad Afragola, gestione del Comune, i bambini coinvolti in attività di babysitting saranno 54. Anche il Comune di Pomigliano d Arco gestirà in proprio una ludoteca per la prima infanzia per l utenza disagiata con 60 bimbi presi in carico. A Castellammare di Stabia sorgerà invece un agrinido, affiancato da una ludoteca e da diversi servizi temporanei per l estate: bambini coinvolti 50. Saranno invece 1122 i piccoli coinvolti nel comune di Napoli attraverso i servizi di babysitting, temporanei e territoriali ed integrativi come Mamma accogliente. Previsti nel progetto anche l elargizione di voucher per l acquisto di servizi e buoni Inps. A Salerno invece 182 nuove prese in carico si avranno grazie alle attività, tutte indirette, di Educatrice domiciliare, baby trasporto sociale ed altri servizi temporanei e territoriali che puntano a creare anche uno spazio aperto ad agosto presso un asili nido comunale. In definitiva, quindi, i due riparti ( DD. 872 e 587, entrambi del 2012) hanno consentito di poter finanziare insieme 122 interventi, tra installazioni di asili nido o micro-nidi ex novo e servizi integrativi o innovativi, con l'attivazione di 93 nuovi presidi per la prima infanzia ed una presa in carico che complessivamente porterà tra settembre e giugno 2014 a 7240 bambini accuditi in Campania (vedi tabella 2.11). 27

28 Scheda 2.: quadro sintetico degli interventi complessivamente realizzati sui fondi di riparto Riferimento Servizi di nuova Presa in carico Numero interventi normativo attivazione prevista in v.a. Riparto FESR (D.D. 872, del /11/2012) Riparto FSE per Servizi Integrativi e Innovativi (DGR n. 587, 30 luglio 2012) Totale Fonte: Ns. elaborazione su dati forniti da competenti uffici regionali Un ulteriore intervento programmato dalla Regione, a valere sul fondo FESR, consentirà invece di rafforzare l'offerta di strutture per la dignità e la cittadinanza sociale, considerando tra tutte prioritarie le tipologie semi-residenziali come i nidi d'infanzia e i servizi integrativi al nido. Si tratta dell'avviso pubblico di cui al Decreto dirigenziale 273 del 30 maggio 2013, i cui effetti saranno visibili entro dicembre 2015 con una previsione di 800 nuovi bambini presi in carico e l'erogazione di almeno 20 agevolazioni. I beneficiari di questo intervento sono infatti le imprese sociali, ma anche le cooperative e i Consorzi insieme a tutti i soggetti privati aventi caratteristiche di piccole e medie imprese. L'investimento complessivo per l'infanzia è stimato intorno a 16 milioni di euro. 28

29 2.3 La conciliazione vita-lavoro tra politiche di family friendly e voucher Accordi territoriali di genere, servizi ponte nei periodi estivi e buoni nido Le decisioni interne alla famiglia - più o meno forzate - su chi, quando, a che condizioni deve o può presentarsi sul mercato del lavoro, incidono negativamente sulla domanda di lavoro retroagendo sulle opportunità occupazionali delle donne e confermando l interdipendenza tra organizzazione familiare e mercato del lavoro. Infatti, la scelta di internalizzare le attività di cura e assistenza affidandole alle donne, se da un lato consente alla famiglia di economizzare dall altro, non solo indebolisce la capacità di produzione e di protezione del reddito delle donne e della famiglia nel suo complesso, ma riduce anche la domanda e l offerta di lavoro della filiera. Il Piano strategico triennale per l attuazione delle politiche per le pari opportunità e per i diritti per tutti della Regione Campania individua chiaramente il senso delle politiche messe in campo da Palazzo Santa Lucia per unire le politiche di pari opportunità per tutti a quelle occupazionali e dell infanzia. Un altro documento strategico, Il Piano di azione per il perseguimento degli obiettivi di servizio, mette invece in evidenza come uno studio Bankitalia pubblicato nel luglio 2008, in base a cui è possibile sostenere che se l occupazione femminile al Sud salisse ai valori del Nord si registrerebbe immediatamente un incremento del PIL del 5.8% ed una crescita di 15 posti di lavoro nel settore dei servizi di cura e assistenza per ogni 100 nuove occupate. Alla luce di quanto detto, il perseguimento dell Obiettivo di servizio 2), assume un importanza dirimente per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica della regione, in quanto strettamente connesso sia al nodo dell occupabilità, dell occupazione e dell indipendenza delle donne, sia alla capacità produttiva del Paese, con particolare riguardo al settore dei servizi alla persona. Di qui aggiunge: In una visione rinnovata di welfare sociale le politiche di conciliazione devono, quindi, essere intese non come semplici politiche di sostegno ai nuclei familiari, con finalità prettamente (ed esclusivamente) sociali, ma come politiche di sviluppo in senso proprio, ed in quanto tali, in grado di incidere sulla crescita economica e sociale. Ciò risulta in linea con le più moderne concezioni di welfare, che ne hanno cambiato l accezione da welfare residuale a welfare produttivo. Da qui prendono le mosse i provvedimenti assunti dalla Regione Campania attraverso i Decreti dirigenziali n. 613 e 805 del 2012, rispettivamente l avviso pubblico denominato Accordi territoriali di genere ed il riparto Voucher sociali a finalità multipla. Il primo è finalizzato a promuovere un sistema territoriale integrato di interventi e 29

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