LA SCUOLA COME CONTESTO D INTEGRAZIONE

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1 LA SCUOLA COME CONTESTO D INTEGRAZIONE Genova, 20 giugno 2013 LIVIA BOTTA

2 COSA RAPPRESENTA LA SCUOLA PER I BAMBINI ADOTTATI? Scuola = prima e più importante organizzazione esterna alla famiglia con cui il bambino adottato entra in contatto Ruolo cruciale nel processo di affiliazione / integrazione del bambino adottato nella nuova famiglia e nel nuovo contesto Scolarizzazione serena = segno che l adozione sta procedendo bene / aiuto potente alla buona riuscita dell adozione Grande responsabilità della scuola nel successo del percorso adottivo / necessità che la scuola diventi sempre più competente in adozione Scuola = ambiente conosciuto (è la famiglia a rappresentare l estraneo, il nuovo ) Richiesta di scuola per sfuggire alla nuova - e ansiogena - dimensione familiare? Osservare come evolvono i comportamenti, soprattutto nella fase iniziale 2

3 COSA RAPPRESENTA LA SCUOLA PER I GENITORI ADOTTIVI? Ingresso del bambino a scuola = suo debutto sociale / vissuto come banco di prova sia della normalità del bambino che della propria capacità genitoriale Scuola = luogo del confronto (con gli altri bambini, con gli altri genitori ) Scuola spesso sovrainvestita, caricata di ansie e preoccupazioni Se la genitorialità è ancora fragile, scuola può diventare sinonimo di pericolo, minaccia (timore che rimandi a un identità altra del bambino rispetto a quella di figlio: straniero, handicappato ) Necessità di grande attenzione alla cura della relazione scuola-famiglia 3

4 ALUNNI ADOTTATI LE PROBLEMATICHE EMERGENTI 1 - Le specificità della condizione adottiva: riconoscerle e prendersene cura 2 - L incidenza della difficoltà scolastiche e le strategie per affrontarle 3 - L inserimento di bambini in età scolare (tappe, modalità, tempi ) 4 - Lo scoglio della scolarità superiore 4

5 1 - LA CONDIZIONE ADOTTIVA Le cesure e i traumi dell infanzia precoce e dell adozione stessa richiedono di trattare con cautela aspetti quali le storie personali e la differenza etnica Storia personale: importante, ma da affrontare con modalità alternative, che esistono / attenzione ai libri di testo / bene l autobiografia, ma senza forzare Progetti di intercultura: indispensabile l educazione alle differenze, ma con attenzioni specifiche, senza porre il bambino adottato sotto i riflettori / pensare percorsi interculturali in cui il bambino adottato possa riconoscersi e sentirsi a proprio agio Non SOVRAESPORRE il bambino adottato, ma non OCCULTARE la sua condizione Necessità di formazione all adozione come condizione esistenziale (per insegnanti,mediatori) e di discussione / supervisione di singole situazioni La classe è un mondo in relazione ed evoluzione continua, che richiede di intervenire correttamente nel qui ed ora 5

6 2 - LE DIFFICOLTA SCOLASTICHE Minori adottati = categoria più vulnerabile alle difficoltà scolastiche (pur nella grande varietà dei casi singoli): DSA (in percentuale quattro volte superiore alla norma) Necessità di riuscire a individuare la specifica difficoltà e a intervenire su quella con gli strumenti e le risorse opportuni Difficoltà scolastiche generiche a scuola e fuori della scuola, in sinergia Carente competenza linguista Problemi di attenzione, concentrazione, capacità di autoregolarsi senza preclusioni a priori (es. mediatori, sostegno ) 6

7 3 - TEMPI E MODI DELL INGRESSO A SCUOLA Dopo quanto tempo? In che classe? Con quale gradualità? Posizioni contrastanti, spesso legate a pre-giudizi Necessità di condivisione a livello di rete interistituzionale (scuole, servizi socio-sanitari, enti, associazioni genitori adottivi) Affiliazione o normalizzazione? Sì ai tempi distesi, ma attenzione alla bolla madrebambino Cosa dice la normativa? / necessità di ridefinirla / ci si sta lavorando 7

8 4 - LA SCOLARITA SUPERIORE Quando adozione si coniuga con adolescenza La scelta della scuola superiore Ragazzi intelligenti che non si impegnano? O ragazzi che non riescono ad attivare le abilità cognitive (integrazione di conoscenze, sintesi, struttura, autonomia ) e motivazionali (progettualità, continuità, tolleranza della frustrazione ) superiori? Questione ancora poco studiata 8

9 BUONE NOTIZIE DALL ALTO Marzo Protocollo d Intesa MIUR-CARE Scopo: stesura di Linee Guida che definiscano le soluzioni normative e organizzative per l accoglienza e la piena integrazione socio-culturale degli studenti adottati Un referente presso ciascun Ufficio Scolastico Regionale (per agevolare il coordinamento scuoleservizi) Formazione per i docenti Marzo Circolare Strumenti d intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali Scopo: potenziare l inclusione e il benessere scolastico di bambini e ragazzi che presentano fragilità non riconducibili a una situazione di disabilità certificabile BES per motivi fisici, psicologici, sociali, linguistici, culturali presenti continuativamente o per determinati periodi (non si fa riferimento esplicito agli adottati) Personalizzazione della didattica ed eventuali misure compensative o dispensative, con continuità o per periodi definiti E le risorse? 9

10 E DAL BASSO A livello locale moltiplicarsi di intese interistituzionali (istituzioni scolastiche, associazioni dei genitori, sevizi sociosanitari) Protocollo regionale in Veneto Protocolli provinciali a Bolzano, Monza, La Spezia, Palermo Protocolli a livello subprovinciale: Scuole area flegrea, Milano sud-est A livello di scuole, moltiplicarsi di Progetti ad hoc, Protocolli di accoglienza, richieste di formazione e consulenza (iniziative che partono direttamente dalle scuole, non più e non solo proposte dall esterno) Diffusione a macchia di leopardo 10

11 La Spezia PROTOCOLLO DI BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA DEI MINORI ADOTTATI IN AMBITO SCOLASTICO FINALITA Promuovere una rete di supporto, comunicazione, collaborazione fra scuola, famiglia, equipe adozione territoriale e associazioni familiari Garantire il confronto sulle problematiche che si possono presentare Valorizzare le differenze come risorsa per l apprendimento Costruire un clima favorevole all incontro con la storia del minore Far conoscere le tematiche dell adozione mediante percorsi di sensibilizzazione e formazione 11

12 La Spezia PROTOCOLLO DI BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA DEI MINORI ADOTTATI IN AMBITO SCOLASTICO IMPEGNI L équipe adozioni si impegna a fornire: supporto tecnico per le singole situazioni interventi a carattere informativo/formativo ai docenti, relativamente alle tematiche generali connesse all adozione Ogni scuola si impegna: a nominare un referente unico per l adozione con il quale coordinarsi nelle diverse fasi A garantire percorsi flessibili e progetti ad hoc 12

13 La Spezia PROTOCOLLO DI BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA DEI MINORI ADOTTATI IN AMBITO SCOLASTICO BUONE PRASSI Chi fa cosa nelle diverse fasi (iscrizione / prima dell inserimento / inserimento / dopo ) Condivisione di scelte cruciali: classe e tempi di inserimento, ricorso ai mediatori linguisticoculturali e/o ad altre professionalità specifiche, ecc.) QUALE TRASFERIBILITA ALLE ALTRE PROVINCE? 13

14 PER FINIRE L adozione individua una categoria o una condizione esistenziale? Attenzione al rischio di etichettare gli studenti adottati, di trasformarli in categoria protetta Sì alle Linee guida per l inserimento scolastico, ecc. (riferimento rassicurante per i genitori / interventi maggiormente coordinati / crescita della professionalità docente) ma senza eccedere nell uso Alunni adottati: soggetti che condividono alcune specificità di cui prendersi cura (cesure della loro storia) che in qualche caso, in alcuni momenti in alcuni momenti, in alcune situazioni specifiche possono aver bisogno di interventi mirati 14

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