AZIENDA U.L.S.S. 12 VENEZIANA DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO DI PREVENZIONE IGIENE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

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1 AZIENDA U.L.S.S. 12 VENEZIANA DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO DI PREVENZIONE IGIENE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

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3 RAPPORTO DI SERVIZIO CONSUNTIVO 2013 PROGRAMMA Direttore: Giancarlo Magarotto Dirigenti Maria Vincenza Alessandrì Maria Nicoletta Ballarin Pier Maria Jagher Teresio Marchì Annalisa Virgili Tecnici della Prevenzione Fabiano Barbiero Cipriano Bortolato Fabio Bortoli Michela Groppo Luigi Mazzuia Giorgio Perini Anna Lisa Righetto Amedeo Sartorello Maria Serena Veronese Assistenti sanitari infermieri professionali Sergio Bontempi Ornella Dotto Mara Pasqualetto Segreteria Patrizia Garbuio Giuseppe Pastres Loredana Stival Medici convenzionati Giorgio Carradori Collaboratori a progetto Roberta Favaro Laura Visentin

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5 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana INDICE CONSUNTIVO INTRODUZIONE... 4 BILANCIO DI GESTIONE... 5 Risorse professionali e ore lavorate... 5 Attivita in pronta disponibilita... 7 Obiettivi di risultato... 9 INFORTUNI SUL LAVORO Epidemiologia Indagini per infortunio sul lavoro MALATTIE PROFESSIONALI Epidemiologia Indagini di malattia professionale VIGILANZA SUI RISCHI LAVORATIVI Vigilanza in edilizia Vigilanza nel settore delle bonifiche di materiali contenenti amianto Vigilanza in agricoltura Vigilanza sulla sicurezza degli accessi alle imbarcazioni nel settore dei trasporti lagunari Vigilanza sul rischio stress lavoro correlato Esposizione ad agenti chimici e cancerogeni presso le vetrerie di Murano Verifica sull attività del Medico Competente MEDICINA DEL LAVORO Sorveglianza sanitaria ex esposti a cloruro di vinile monomero e amianto Registri di esposizione Altre visite di medicina del lavoro NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI PROMOZIONE DELLA SALUTE Promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per i lavoratori autonomi INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ASSISTENZA PROGETTI REGIONALI E AZIENDALI Progetto regionale di informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro del Veneto (Prevnet) Progetto coordinamento delle azioni di prevenzione e vigilanza in materia di sicurezza ed igiene del lavoro e di regolarita dei rapporti di lavoro nei lavori di realizzazione della terza corsia dell autostrada A Progetto Miglioramento del sistema di sorveglianza sulle malattie professionali e sulle malattie correlate al lavoro

6 Progetto di controllo dei siti industriali attivi o dismessi ad alto inquinamento ambientale (amianto, prodotti chimici, cancerogeni) IL SISTEMA OPERATIVO INTEGRATO (SOI) NEL PORTO DI VENEZIA Campagna sicurezza macchine operatrici all interno del Porto Commerciale di Venezia COORDINAMENTO PROVINCIALE DI VENEZIA EX ART. 7 D. LGS. 81/ COMMISSIONE PATENTI GAS TOSSICI della PROVINCIA DI VENEZIA CONVEGNI, SEMINARI E PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE COLLABORAZIONE CON ALTRE STRUTTURE ULSS E CON ENTI ESTERNI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE OPERATORI SPISAL Formazione sul campo (AUDIT) PIANO DI LAVORO LINEE DI INDIRIZZO NAZIONALI E REGIONALI PROGRAMMA PER LINEE DI LAVORO Prevenzione e vigilanza Indagini per infortuni sul lavoro Indagini per malattie professionali Pareri per nuovi insediamenti produttivi Ambulatorio di medicina del lavoro informazione, formazione, assistenza al mondo del lavoro Promozione della salute nei luoghi di lavoro Coordinamento provinciale ex D.Lgs. 81/ Sistema operativo integrato (soi) nel Porto di Venezia Piano di miglioramento del sistema gestionale del servizio Progetti regionali del piano regionale prevenzione del Veneto Piano di formazione del personale SPISAL PIANO DI LAVORO SPISAL

7 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana CONSUNTIVO 2013 INTRODUZIONE Gli obiettivi previsti dal piano di lavoro 2013 sono stati in larga misura raggiunti nonostante le difficoltà dovute alla riduzione delle risorse professionali che è stata in parte mitigata dall impegno di quanti hanno ben operato per conseguire obiettivi di qualità e di miglioramento dei sistemi di gestione della attività del Servizio. Un cenno particolare meritano alcune azioni strategiche che hanno particolarmente qualificato il lavoro del Servizio: Definitiva messa a regime del protocollo con SUEM 118 per la comunicazione nell immediatezza del fatto degli infortuni gravi e/o con dinamica maggiore che ha consentito, a livello provinciale, l immediato intervento del personale in pronta disponibilità con conseguente maggiore efficacia delle indagini; Sperimentazione di nuove forme di coordinamento a livello provinciale tra gli enti di controllo in particolare per la sicurezza nei cantieri edili della terza corsia autostradale Venezia-Trieste A4; Collaborazione con l U.O. di Igiene Ambientale del Dipartimento di Prevenzione, ARPAV, Autorità Portuale e Autorità Marittima per la realizzazione di una campagna sull inquinamento da polveri al Porto di Venezia; Revisione e aggiornamento del sito web aziendale per la parte Spisal che ha reso più fruibile l informazione per gli utenti; Revisione e aggiornamento delle procedure di lavoro e della modulistica con l inserimento di queste nello specifico applicativo aziendale qualiware ; Approvazione di convenzione con Veneto Lavoro per l acquisizione on line delle notifiche preliminari dei cantieri edili e per l attivazione del servizio di autenticazione dei professionisti che redigono le notifiche per conto dei committenti dei lavori; Accordo di partnership tra ULSS 12 Veneziana e Ente Bilaterale del Turismo dell area Veneziana per la realizzazione del progetto abilitazione R.S.P.P. per gli studenti degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) ; Attivazione del Centro di Riferimento per il Benessere Organizzativo per la Provincia di Venezia di cui all'art. 7 L.R. 8/2010; Attivazione sperimentale dell ambulatorio di medicina del lavoro presso l Ospedale dell Angelo quale sviluppo del progetto regionale miglioramento del sistema di sorveglianza delle malattie professionali e correlate al lavoro del PSR ; Partecipazione al progetto regionale La promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro per i lavoratori autonomi ; Avvio di un iniziata per migliorare la sicurezza nelle attività di trasporto merci con imbarcazioni nell ambiente lagunare; Prosecuzione del progetto regionale informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro del Veneto (Prevnet) ; Conclusione del progetto regionale controllo dei siti industriali attivi o dismessi ad alto inquinamento ambientale (amianto, prodotti chimici, cancerogeni) che si è caratterizzato per la 4

8 sperimentazione sul campo di nuove forme di intervento ed iniziativa del Servizio sui temi dell igiene del lavoro, in particolare rischio chimico; Conclusione del progetto regionale miglioramento del sistema di sorveglianza sulle malattie professionali e malattie correlate al lavoro, realizzazione di convegno e pubblicazione dei risultati (allegato 1). BILANCIO DI GESTIONE RISORSE PROFESSIONALI E ORE LAVORATE Nella tabella sottostante, che indica gli operatori e le ore lavorate nel quinquennio , si rileva che vi è stata una riduzione dell organico del Servizio di tre tecnici della Prevenzione di cui l ultimo nel 2013 e di un infermiera professionale. I medici sono aumentati di un unità riportando la loro presenza a quella del Le ore lavorate complessivamente nel 2013 sono sostanzialmente invariate rispetto all anno precedente in quanto la perdita delle 1500 ore del tecnico della prevenzione è stata compensata dall incremento delle ore prestate dai medici del lavoro. Operatori Spisal e Ore Lavorate (La dotazione organica è riferita al di ciascun anno. Nelle ore lavorate non sono conteggiate ferie, malattie, permessi studio e permessi vari) Figure professionali n h lav. n h lav. n h lav. n h lav. n h lav. Direttore Servizio Dirigenti Medici 4* * * * * 8335 Dirigenti non medici Tecnici prevenzione A.S. Infermieri Amministrativi Totale * compresi medici a contratto Sai Ore lavorate Ore lavorate Medici Dirigenti non medici Tecnici della prevenzione Personale infermieristico Personale amministrativo Totale 0 5

9 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Va segnalato inoltre che nel corso del 2013 il Servizio ha potuto usufruire della collaborazione a progetto di una psicologa del lavoro e dell organizzazione e di un laureato in chimica, per 20 ore settimanali ciascuna, che hanno consentito di adeguare le competenze e la capacità operativa della struttura alle attuali esigenze di controllo delle attività di prevenzione per i rischi chimico e psicosociale. ATTIVITÀ 2013 Nella seguente tabella sono riportati i dati più salienti delle attività svolte nel 2013 ATTIVITA N. VIGILANZA (n. tot. unità locali ispezionate) 759 cantieri edili (unità locali ispezionate) 305 cantiere per bonifica amianto e siti inquinati (unità locali ispezionate) 142 agricoltura 9 navalmeccanica 21 porto 12 chimico 6 vetro 18 trasporti 23 commercio 86 altri comparti 58 vigilanza correlata ad indagini per infortuni sul lavoro e mal. professionali 79 PRESCRIZIONI (n. tot. verbali con 758 e sanzioni amministrative) 137 DISPOSIZIONE E INDICAZIONI DI MIGLIORAMENTO (n. tot) 45 INFORTUNI SUL LAVORO INDAGATI 106 MALATTIE PROFESSIONALI INDAGATE 183 PARERI PER NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 100 PARERI PER LAVORI A CALDO SU NAVI 159 VISITE DI MEDICINA DEL LAVORO (n. tot.) 899 a. visite per sorveglianza sanitaria ex esposti a cancerogeni 505 b. visite di consulenza 394 ACCERTAMENTI CLINICO STRUMENTALI (n. tot) 1421 RICORSI AVVERSO IL GIUDIZIO DEL MC (art 41 c 9 DLgs 81/08) 20 INFORMAZIONE interventi a figure aziendali 256 FORMAZIONE (n. persone formate) 319 PROGETTI REGIONALI lavoratori autonomi; WEB Cantieri-ispezioni edilizia; miglioramento del sistema di sorveglianza sulle malattie professionali e sulle malattie correlate al lavoro; controllo dei siti industriali attivi o dismessi ad alto inquinamento ambientale 6

10 Il mancato raggiungimento al 100% dell obiettivo regionale di vigilanza per l anno 2013 è da imputarsi alla progressiva riduzione del personale subita nel corso degli anni che ha comportato crescenti criticità per la copertura dei LEA. Nonostante questa situazione di sofferenza, come evidenzia la figura di seguito riportata, il Servizio è sempre riuscito a raggiungere, fino al 2012, l obiettivo di vigilanza grazie all impegno di tutti gli operatori, al recupero di margini di efficienza e all introduzione di nuove modalità organizzative e di lavoro. SPISAL: vigilanza e ore lavorate ore lavorate interventi di vigilanza ore lavoro Tecnici prevenzione ore lavoro totale Spisal Interventi di vigilanza Per quanto riguarda le altre linee di attività non si segnalano significativi scostamenti rispetto allo scorso anno. Nel 2013 il Servizio ha dedicato un impegno non trascurabile per la realizzazione di progetti regionali, per le attività di coordinamento del sistema operativo integrato del Porto di Venezia e del Coordinamento Provinciale ex art. 7 D. Lgs. 81/08, nonché per attivare il centro provinciale di riferimento per il benessere organizzativo. ATTIVITA IN PRONTA DISPONIBILITA Nel 2013 la definitiva messa a regime del protocollo con SUEM 118 per la comunicazione nell immediatezza del fatto degli infortuni gravi e/o con dinamica maggiore ha consentito, a livello provinciale, di gestire al meglio l intervento degli Spisal. Nella figura che segue è riportata la distribuzione delle comunicazioni per ULSS e per codice di gravità degli eventi che in molti casi hanno richiesto l immediato intervento del personale in pronta disponibilità con conseguente maggiore efficacia delle indagini. 7

11 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana comunicazioni SUEM agli SPISAL della Provincia per infortuni sul lavoro per gravità dell'evento n. chiamate ulss 10 ulss 12 ulss 13 ulss 14 codice rosso codice giallo codice verde codice bianco Per quanto attiene alla distribuzione per luogo di evento delle segnalazioni di infortunio comunicate dal SUEM allo Spisal della ULSS 12 Veneziana questa viene descritta nella seguente figura. Distribuzione degli infortuni per luogo d'evento nel territorio della ULSS 12 Veneziana Venezia Lido e isole Mestre Marghera Marcon Quarto d'altino Nel corso del 2013 il personale medico dello Spisal ha anche gestito 39 segnalazioni di decesso di pazienti, ricoverati negli ospedali o nelle case di cura, per valutare l eventuale correlazione con l esposizione professionale ed esprimere parere sulla necessità o meno di informare dell evento l Autorità Giudiziaria per il seguito di competenza. 8

12 OBIETTIVI DI RISULTATO OBIETTIVI REGIONALI 1. Nel 2013 sono state effettuate 759 ispezioni in aziende con almeno 1 dipendente o socio lavoratore raggiungendo al 94% l obiettivo definito dal DPCM 17/12/2007 che prevede il controllo del 5% delle imprese del territorio della ULSS 12. Nel 2013 sono state controllate 447 imprese operanti nei cantieri edili, di bonifica amianto e terreni inquinati nonché 9 aziende del settore agricolo conseguendo al 100% l obiettivo regionale in entrambi questi comparti. Va anche sottolineato che il Servizio ha fornito nel 2013 risposta al 100% delle richieste di assistenza provenienti dalle figure aziendali della prevenzione realizzando ben 256 interventi consistenti in risposte formali a quesiti e incontri formali con aziende o loro rappresentanti. Ispezioni congiunte con la DPL sono state effettuate in 24 cantieri edili; in ambito portuale sono state effettuate 34 ispezioni con Autorità Marittima e/o Portuale; in 10 interventi di vigilanza lo Spisal ha collaborato con altri enti quali VVF, ARPAV, Polizia di Stato e Municipale, NOE, GdF. 2. Sono stati raggiunti gli obiettivi di qualità definiti dalla regione Veneto per il 2013 e specificamente: - verifica su trattori o attrezzature agricole in tutte le aziende agricole controllate; - ispezione di 24 cantieri edili in collaborazione con DTL - effettuazione di indagini per infortunio sul lavoro ai sensi degli artt. 589 e 590 c.p. in tutti i casi procedibili d ufficio sulla base delle informazioni in nostro possesso; - effettuazione di indagini nel 100% dei casi di malattia professionale valutati procedibili d ufficio; - utilizzo regolare del sistema informativo regionale Prevnet con l inserimento dei dati relativi all attività di vigilanza sulle aziende e sui cantieri, agli atti derivanti dall applicazione del D.Lgs. 758/94, alle indagini per infortunio sul lavoro e per malattia professionale, ai pareri tecnici di valutazione dei nuovi insediamenti produttivi; - partecipazione al progetto regionale di promozione della salute nel lavoro tutela della salute del lavoratore autonomo ; - integrazione dello sportello di assistenza alle imprese, ai lavoratori e loro associazioni con lo sportello informativo di orientamento rispetto ai temi del benessere organizzativo; - partecipazione alla campagna regionale di comunicazione per la prevenzione dei rischi in edilizia - effettuazione della sorveglianza sanitaria negli ex esposti ad amianto e cvm. OBIETTIVI AZIENDALI DI BUDGET 1. Le ferie residue al sono state ridotte del 20%; 2. E stato attivato l ambulatorio di medicina del lavoro presso l ospedale dell Angelo garantendo la presenza di un medico del lavoro per un pomeriggio alla settimana; 9

13 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana 3. E stato concluso il progetto regionale controllo dei siti industriali attivi o dismessi ad alto inquinamento ambientale (amianto, prodotti chimici, cancerogeni), vedasi pag. 55; 4. L attività del progetto regionale informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro del Veneto (Prevnet) è regolarmente proseguita nel 2013 vedasi pag. 49; 5. E stato realizzato, nei giorni 11, 14 e 17 giugno, il corso di aggiornamento valutatori dei sistemi di gestione per la sicurezza che ha consentito ai partecipanti di acquisire specifiche competenze per verificare l effettiva applicazione di tali sistemi nel rispetto del dettato normativo del D. Lgs. 81/08; 6. Il Servizio in collaborazione con U.O Igiene Ambientale del Dipartimento di Prevenzione ha esaminato programmi di monitoraggio biologico e ambientale per i cantieri di bonifica; a cura del laboratorio sono anche state effettuate analisi di monitoraggio biologico e di igiene del lavoro. Inoltre è stato effettuato dalla U.O. Igiene Ambientale uno studio sulla polverosità aerodispersa durante la movimentazione di materiali ferrosi alla rinfusa nell area del Porto commerciale di Marghera che ha consentito di completare la campagna Spisal su Rischi lavorativi da polveri aerodisperse: prevenzione nelle attività di movimentazione merci polverulente in ambito portuale (allegato 2). 7. E stata effettuata la revisione del manuale di qualità pubblicando nello specifico applicativo aziendale qualiware le procedure aggiornate di lavoro, le istruzioni operative e gli stampati per le linee di lavoro: vigilanza, bonifiche amianto, indagini infortuni sul lavoro, indagini malattia professionale, pareri per nuovi insediamenti produttivi. 8. In coerenza con quanto definito nel protocollo d intesa con la Prefettura è stato realizzato il progetto coordinamento delle azioni di prevenzione e vigilanza in materia di sicurezza ed igiene del lavoro e di regolarità dei rapporti di lavoro nei lavori di realizzazione della terza corsia dell autostrada A4 (allegato 3) ed è stata effettuata attività di vigilanza sui cantieri. 10

14 INFORTUNI SUL LAVORO Per una trattazione più articolata e completa degli infortuni sul lavoro si rinvia all allegato 4: infortuni sul lavoro: inchieste EPIDEMIOLOGIA Gli infortuni sul lavoro, sebbene costantemente in calo nel nostro Paese, al netto della diminuzione degli occupati, continuano a rappresentare un pesante onere, sia per l entità dei costi economici, assicurativi e non assicurativi, valutabili nell ordine di circa 51 miliardi l anno, sia per i costi sociali ed umani di disabilità e morti evitabili. I Flussi Informativi Inail-Regioni e Province autonome (aggiornati aprile 2013) evidenziano tra il un decremento degli infortuni riconosciuti del 27% (da a ), superiore al 20% fissato come obiettivo UE. Ciò a fronte di una sostanziale stabilità del dato degli addetti assicurati, tra il 2007 ed il 2011 lievemente diminuiti (-3%), il che ha comportato la diminuzione dell incidenza infortunistica in misura superiore al 25%. Gli infortuni mortali sul lavoro denunciati e riconosciuti da INAIL (1.321 nel 2000) sono anch essi scesi da del 2007 a 811 del 2012 (- 31% in 5 anni): circa il 50% di tale quota è composta da infortuni stradali, parte in occasione di lavoro e parte (il 25% del totale) in itinere. Nel 2012, rispetto agli infortuni riconosciuti (al netto degli infortuni in itinere), le costruzioni incidono per l 11%, i trasporti per il 10%, gli alberghi e ristoranti per il 10%, l agricoltura per il 9%, le attività immobiliari per l 8%, l industria dei metalli per il 7%. % Percento su totale infortuni nazionali

15 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Se si considerano i soli infortuni gravi riconosciuti (escludendo gli infortuni in itinere) le costruzioni incidono per il 14%, l agricoltura per il 12%, i trasporti per il 11%, le attività immobiliari per il 7%, l industria dei metalli per il 6% così come i servizi pubblici. % Percento su totale infortuni nazionali (esclusi in itinere) La distribuzione degli infortuni tra i due sessi, anche tenuto conto del lento aumento nel tempo dell occupazione femminile, mostra comparativamente un progressivo aumento degli infortuni nei luoghi di lavoro nelle donne, che nel 2000 rappresentavano una percentuale del 20%, nel 2007 erano pari al 23% e nel 2012 sono saliti al 28%. Conoscenze fondamentali sui determinanti degli infortuni sono fornite dal progetto INFORMO, creato per approfondire l analisi delle cause degli infortuni gravi e mortali ed alimentato dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL. Dall analisi di più di 3000 infortuni emerge che i due determinanti più frequenti risultano essere le pratiche scorrette e problemi di organizzazione del lavoro. Gli infortuni nel territorio di competenza della ULSS 12 sono in costante diminuzione a partire dal 2001, come appare nel grafico in cui sono riportati i dati INAIL per gli infortuni definiti aggiornati al Numero di infortuni definiti positivamente dall INAIL (esclusi in itinere, a studenti, sportivi, colf e detenuti che lavorano nell industria) 12

16 Nel corso del 2013 allo Spisal sono pervenute 3911 segnalazione di infortuni sul lavoro tramite i primi certificati medici trasmessi dal Pronto Soccorso degli ospedali. Le segnalazioni degli eventi più gravi sono pervenute anche dagli organi di polizia, dai VVF ma soprattutto dal SUEM con il quale è pienamente applicato il protocollo operativo che prevede la comunicazione nell immediatezza degli infortuni gravi e mortali accaduti sul territorio provinciale. Gli infortuni mortali registrati dal 2003 al 2013 hanno avuto l andamento riportato nel grafico seguente I comparti produttivi di accadimento sono evidenziati di seguito INDAGINI PER INFORTUNIO SUL LAVORO Tutte le segnalazioni di infortuni, pervenute da varie fonti al Servizio, sono state valutate attraverso l esame della documentazione acquisita, l analisi delle modalità di accadimento e del danno subito. Ciò ha consentito di selezionare 71 casi gravi per prognosi o per dinamica, che 13

17 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana richiedevano indagini approfondite. Di questi il 68% ha determinato inabilità temporanea maggiore di 40 gg e solo uno ha riportato esiti invalidanti permanenti, mentre il 27% dei casi ha concluso il periodo di inabilità in meno di 40gg. Il Servizio ha inoltre accertato, anche tramite telefonata, 51 casi di infortuni gravi per i quali, in mancanza di responsabilità di terzi nell accadimento, non si è proceduto ad ulteriori indagini. Altri 27 infortuni gravi sono stati archiviati senza alcun accertamento perché accaduti in itinere o a datori di lavoro. Numero totale di infortuni gravi indagati, accertati e archiviati ESITO INFORTUNIO Infortuni indagati Accertati Archiviati INVALIDITÀ TEMPORANEA > 40 GIORNI INVALIDITÀ TEMPORANEA FINO A 40 GIORNI INVALIDITÀ PERMANENTE DECESSO 3* - - Totale Totale 185 *Nel 2013 vi è stato 1 infortunio mortale in orario di lavoro e in occasione di lavoro, mentre altri due decessi indagati dal Servizio sono accaduti al di fuori dell attività lavorativa. Delle 71 inchieste infortuni, 20 sono state oggetto di almeno un provvedimento di prescrizione ex D. Lgs 758/94 (29%) per lesioni colpose, per un totale di 24 verbali (ogni inchiesta può generare più verbali per soggetti diversi). Il 62% degli articoli contestati si riferisce alla gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro in particolare: art. 18 e 19 obblighi del datore di lavoro e dei preposti di vigilare sull osservanza delle norme antinfortunistiche e delle disposizioni aziendali; art. 28 e 29 sulla valutazione dei rischi; l art. 37 sulla formazione. Nel 17% dei casi si è trattato di violazioni sull uso delle attrezzature di lavoro. Altri 17% Titolo III - Uso delle attrezzature di lavoro 17% Titolo II - Luoghi di lavoro 4% Titolo I - Gestione della prevenzione 62% Le principali modalità di accadimento degli infortuni indagati sono state: la caduta dall alto 17 casi; a contatto con parti pericolose di attrezzature di lavoro 13; schiacciato/colpito da ( esclusi veicoli) 11; caduto in piano 6; investito da veicoli 4. 14

18 Modalità di accadimento altri 20 investito/urtato da veicolo colpito/urtato da (esclusi veicoli) 4 4 caduto in piano 6 schiacciato da (esclusi veicoli) 7 a contatto con 13 caduta dall'alto Numero di infortuni Dal grafico successivo si evidenzia che il 37% degli infortuni indagati è avvenuto nella sede operativa dell azienda di appartenenza dell infortunato, per il 52% si sono verificati durante lavori in appalto in altra azienda o in cantiere; i rimanenti 11% in strada o altri luoghi. Luogo dell'infortunio Cantiere 24% Altro luogo 10% Strada 1% Azienda Propria 37% Altra Azienda 28% Analizzando il comportamento del lavoratore o di terzi, che ha determinato o aumentato la probabilità di accadimento, nel 68% dei casi si è trattato di un comportamento non corretto e non prudente, nel 11% dei casi non sono stati rilevati comportamenti scorretti e nel 21% non è stato possibile esprimere un giudizio. 15

19 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Comportamento corretto e prudente 11% Comportamento non corretto e non prudente 68% non valutabile 21% Tra i comportamenti non corretti prevalgono la posizione e atteggiamento poco sicuro del lavoratore 52%, uso improprio delle attrezzature di lavoro 8%, sistemazione impropria dei materiali 6% e scelta di percorsi poco sicuri 5%. Le misure preventive che avrebbero evitato o ridotto la probabilità di accadimento sono individuabili nell adozione di adeguate procedure, nella formazione, nelle misure tecniche come emerge anche dall analisi delle violazioni in precedenza esaminate. Il Servizio, in alcuni casi di eventi particolarmente significativi per gravità e dinamica, e accaduti con modalità infrequenti e poco note, ha provveduto a diffondere specifiche informative di allarme dirette alle associazioni di categoria interessate per promuovere l adozione di idonee misure preventive. Un allarme ha riguardato il trasporto di containers con semirimorchio all interno dell area portuale, uno è riferito alla corretta movimentazione dei pali in uso nei lavori lagunari, un altro ha riguardato le modalità di scelta di DPI idonei per la protezione delle mani durante l impiego di acido fluoridrico. Nel corso dell anno si è tenuto un seminario di Servizio durante il quale è stata illustrata la Procedura regionale per la conduzione delle indagini giudiziarie per infortunio, documento frutto della collaborazione della Regione Veneto con la Procura Generale presso la Corte d Appello di Venezia. 16

20 MALATTIE PROFESSIONALI EPIDEMIOLOGIA Il documento ILO, pubblicato in occasione della giornata mondiale del lavoratore il 28 aprile 2013, riporta che il maggior numero di morti legate al lavoro è dovuto alle malattie professionali; lo stesso documento stima che, nel mondo, circa l 80% dei morti all anno collegati allo svolgimento di attività lavorativa sono causati da malattie e solo il 20% risulta attribuibile ad infortuni. Conseguentemente, le più recenti indicazioni dell International Labour Office (ILO) e dell International Social Security Association (ISSA) indicano l urgenza di attivare politiche di prevenzione efficaci per diminuire in particolare le malattie correlate alla attività lavorativa. In Italia le morti indicate da INAIL come direttamente conseguenti a malattia professionale sono oscillate annualmente tra 700 e 900, dato da ritenersi probabilmente alquanto sottostimato. Le denunce di malattie professionali all INAIL, dopo essersi mantenute sostanzialmente stabili nei primi anni 2000, hanno subito un progressivo incremento a partire dal 2007, quasi raddoppiando nel corso degli ultimi 5 anni ed attestandosi attualmente vicino alle unità/anno; nel 2012 la tendenza si è invertita con circa 1000 segnalazioni in meno rispetto al L aumento delle denunce è rappresentato soprattutto dall imponente irruzione delle patologie osteo-artromuscolo-scheletriche, che rappresentano ormai circa il 50% di tutte le patologie denunciate. In particolare, relativamente alle neoplasie, assumendo una stima prudenziale di una origine lavorativa per il 4% delle morti che annualmente si registrano in Italia per questa causa, il numero di morti attese risulterebbe di circa l anno. Ufficialmente, per la difficoltà oggettiva di riconoscimento della causa lavorativa e l insufficiente sensibilità del personale sanitario alla rilevazione delle esposizioni professionali, il numero dei casi di neoplasie annualmente riconosciute di origine lavorativa risulta notevolmente inferiore alla cifra stimata e in grande maggioranza riferite a pregressa esposizione ad amianto. Nella regione Veneto fino al 2010 si è verificato un incremento delle denunce di malattia professionale di circa il 8% annuo, nel 2011 si è avuto una riduzione di circa il 5% e il dato si è stabilizzato nel Nei grafici è riportata la distribuzione delle principali patologie professionali in Italia e in Veneto nel Incidenza delle principali malattie professionali denunciate (Inail 2012) altre o non determinate 9,1% ITALIA altre o non determinate 16% VENETO tumori 5,4% mal. orecchio 10,4% malattie da asbesto 13% mal. sistema respiratorio 6,9% mal. sistema nervoso 12,1% malattie osteomuscol ari 56,1% ipoacusia da rumore 19% malattie osteomuscol ari 52% 17

21 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana A livello nazionale, la distribuzione delle malattie professionali (che riguarda tutte le denunciate) vede al primo posto le patologie osteoarticolari e muscolo-tendinee da sovraccarico biomeccanico e movimenti ripetuti, seguite dalle malattie del sistema nervoso e dalle ipoacusie. Il numero di denunce per patologia neoplastica è sovrapponibile a quello del 2011 e rappresenta il 5,45% del totale. La valutazione dell Inail regionale nel 2012 non è sovrapponibile a quella nazionale in quanto considera una diversa distribuzione delle patologie e i soli dati relativi alle malattie tabellate; la distribuzione riportata nel grafico del Veneto fa pertanto riferimento a quest ultime che rappresentano il 54% del totale. Più della metà delle denunce di malattia riguardano le patologie osteoarticolari e muscolo-tendinee; le malattie asbesto-correlate (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche) sono il 13%. La distribuzione provinciale delle malattie professionali denunciate conferma anche nel 2012 il terzo posto della provincia di Venezia, dopo quella di Padova e Treviso. A Venezia, a differenza delle altre province, le patologie più numerose risultano le asbesto-correlate (40%), seguite dalle osteoarticolari (33%) e dalle ipoacusie (10%). MALATTIE PROFESSIONALI SEGNALATE E DENUNCIATE ALLO SPISAL ULSS 12 Nel 2013 sono stati notificati allo SPISAL 130 certificati di malattia professionale redatti da: medici dei patronati sindacali (29%), ambulatorio di medicina del lavoro dello Spisal Ulss 12 (25%), ambulatorio altro Spisal (25%), medici competenti (9%), altri medici specialisti (7%), medici di base (4%). Inoltre sono state segnalate per consulenza sull attribuibilità della malattia al lavoro 60 casi da parte dei medici delle strutture ospedaliere (85%), dal registro mesoteliomi del Veneto (10%), direttamente dai pazienti (3%) e dall A.G. (2%). Complessivamente il Servizio ha quindi trattato 190 casi di accertata o sospetta malattia professionale. La distribuzione per grandi gruppi di malattie è riportata nella parte sinistra del grafico sottostante: nel 46% si è trattato di segnalazioni di patologie tumorali, nel 24% di placche pleuriche e nel 19% di patologie osteoarticolari e muscolo tendinee. Nella parte destra del grafico è riportata la distribuzione dei tumori: i 2/3 delle segnalazioni hanno riguardato i tumori con verosimile correlazione con la pregressa esposizione lavorativa ad amianto (36 tumori del polmone e 20 mesoteliomi della pleura). Degni di nota sono poi 7 casi di tumore del fegato e delle vie biliari con possibile correlazione con la pregressa esposizione a cloruro di vinile monomero e 3 casi di tumore delle fosse nasali correlabili con l esposizione a polveri di legno duro. Malattie professionali notificate allo SPISAL nel 2013 placche pleuriche 24% mal. respirat. 3% ipoacusia 5% mal osteoart. 19% altre 3% Grandi gruppi di malattia tumori 46% 2% 5% 3% 3% 3% 4% 23% 2% Patologia tumorale 41% 8% 6% T. polmone T. colon T. fegato e vie biliari T. pancreas T. cavità nasali T. laringe T. prostata T. vescica Leucemie e linfomi Altri Mesotelioma 18

22 I grafici sottostanti sull andamento temporale delle segnalazioni allo Spisal di patologia di sospetta natura professionale, aggiornati al 2013, confermano la tendenza complessiva alla riduzione dei casi; tale riduzione è più evidente per il mesotelioma della pleura rispetto al tumore del polmone. Per le patologie non neoplastiche, accanto alla bassa numerosità delle ipoacusie da rumore, si conferma la significativa numerosità di placche ed ispessimenti pleurici da pregressa esposizione all amianto, evidenziate principalmente con la sorveglianza sanitaria degli ex esposti, e il trend positivo delle malattie osteoarticolari e muscolo-tendinee quale risultato della ricerca attiva dello Spisal. Andamento temporale delle notifiche di tumori di sospetta natura professionale tutti i tumori mesotelioma tumore polmone Andamento temporale delle notifiche di patologia non neoplastica di sospetta natura professionale sordità da rumore mal. respiratorie placche pleuriche mal. osteoarticolari INDAGINI DI MALATTIA PROFESSIONALE Nel corso del 2013 sono state effettuate 183 indagini di malattia professionale, di cui il 60% con modalità complesse che comportano l effettuazione di almeno una delle seguenti attività: accertamenti sanitari, sopralluogo in azienda, raccolta di sommarie informazioni, rapporto all A.G, atti di prescrizione per l eliminazione di carenze nell igiene del lavoro e il ripristino delle condizioni di tutela della salute dei lavoratori. 19

23 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana La correlazione tra patologia ed esposizione professionale è stata riscontrata in 118 casi, pari al 64% del totale; in circa 2/3 di questi il fattore di rischio occupazionale è stato ritenuto l unico fattore eziologico di patologia, mentre negli altri casi, in particolare per la patologia neoplastica, oltre all esposizione professionale si sono riscontrate significative esposizioni a fattori extraprofessionali (fumo di tabacco, consumo di alcool) o la presenza di suscettibilità individuale. A conclusione dell indagine per 58 casi è stato redatto un rapporto all A.G perché si sono riscontrati elementi rilevanti sotto il profilo penale o perché trattasi di patologie gravi e fortemente invalidanti. In 1 caso, riferibile ad esposizione lavorativa attuale, sono state riscontrate carenze nella valutazione del rischio chimico con violazioni alla normativa sull igiene del lavoro e sulla tutela della salute dei lavoratori procedendo alla comunicazione di notizia di reato all A.G. e alla definizione di atti di prescrizione ai sensi D.Lgs 758/94. Una sintesi dei risultati delle indagini è riportata nella tabella seguente. Malattie professionali 2013 N Totale indagini per malattia professionale 183 Conferma relazione malattia- lavoro 118 (64%) Rischio lavorativo unico fattore causale 72 (61%) Concausa rischio lavorativo-altri fattori 46 (39%) Rapporto all A.G. 58 Prescrizione ex D. Lgs 758/94 (carente valutazione rischio chimico) 1 20

24 VIGILANZA SUI RISCHI LAVORATIVI Nel 2013 sono state controllate complessivamente 759 aziende con 834 interventi ispettivi. Gli interventi di vigilanza correlati ad indagini infortuni o di malattia professionale nonché i controlli su cantieri edili e su cantieri per bonifiche di amianto sono descritti nei capitoli specifici; le indagini effettuate su iniziativa del servizio e a seguito di esposti sono state 289. I settori di attività in cui sono stati effettuati gli interventi sono riassunti col grafico seguente. Distribuzione delle ispezioni di vigilanza nei comparti produttivi (anno 2013) COMMERCIO TURISMO METALMECCANICA SERVIZI MINERALI NON METALLI TRASPORTI COMUNICAZIONI ALTRE MANUFATTURE METALLURGIA COSTRUZIONI AGRICOLTURA PUBBLICA AMMINITRAZIONE ALIMENTARE CHIMICA CARTA EDITORIA TESSILE SANITA' ASSISTENZA GOMMA PLASTICA 4,08% 3,76% 3,45% 3,45% 2,19% 1,88% 1,57% 1,57% 0,94% 0,94% 0,31% 7,84% 9,40% 11,60% 21,32% 25,71% Dal grafico si evidenzia una prevalenza dei settori commercio, metalmeccanica, servizi, minerali non metalliferi (in particolare vetro) e trasporti. Le attività di vigilanza sopra descritte hanno determinato la redazione di 51 atti di prescrizione, 13 di disposizione e 2 verbali di illecito amministrativo. Tali atti costituiscono la formalizzazione della necessità da parte delle aziende di intraprendere consistenti azioni di miglioramento nella gestione e controllo dei propri rischi lavorativi. Come mostra il grafico seguente, considerando il rapporto col numero di controlli effettuati, la percentuale relativa dei provvedimenti formali assume particolare rilevanza nei settori: minerali non metalliferi, metallurgia, sanità e assistenza, sebbene in un numero limitato di interventi, servizi, pubblica amministrazione e costruzioni. 21

25 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Distribuzione delle prescrizioni o disposizioni formalizzate nei comparti produttivi (anno 2013) METALMECCANICA MINERALI NON METALLI ALTRE MANUFATTURE COSTRUZIONI PUBBLICA AMMINITRAZIONE CHIMICA TESSILE GOMMA PLASTICA 7,7% 33,3% 27,3% 9,1% 28,6% 16,7% 20,0% 20,0% 33,3% 29,7% 43,3% 20,0% 13,2% 15,9% PROVVEDIMENTI SOPRALLUOGHI Gli articoli violati del D.Lgs. 81/08 sono stati complessivamente 54, nel dettaglio riassunti con la tabella seguente. Si rileva che i primi 7 articoli comprendono più del 60% delle contestazioni. Articoli riscontrati violati nel corso delle ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2013 Articolo Argomento N % % cum. 37 Formazione dei lavoratori 9 16,7 16,7 28 Oggetto della valutazione dei rischi 7 13,0 29,7 64 Luoghi di lavoro - Obblighi del datore di lavoro 6 11,1 40,8 26 Contratti d appalto Obblighi connessi 3 5,6 46,4 71 Attrezzature di lavoro - Obblighi del datore di lavoro 3 5,6 52,0 236 Cancerogeni Valutazione del rischio 3 5,6 57,6 237 Cancerogeni Misure di tutela 3 5,6 63,2 19 Obblighi del preposto 2 3,7 66,9 25 Obblighi del medico competente 2 3,7 70,6 29 Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi 2 3,7 74,3 36 Informazione ai lavoratori 2 3,7 78,0 223 Agenti chimici - Valutazione dei rischi 2 3,7 81,7 225 Agenti chimici - Misure specifiche di protezione e prevenzione 2 3,7 85,4 18 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1 1,9 87,3 20 Obblighi dei lavoratori 1 1,9 89,2 34 RSPP Svolgimento diretto del datore di lavoro 1 1,9 91,0 43 Gestione emergenze 1 1,9 92,8 80 Impianti e apparecchi - obblighi del datore di lavoro 1 1,9 94,6 174 VDT Obblighi del datore di lavoro 1 1,9 96,4 256 Demolizione e rimozione amianto 1 1,9 98,2 294 Documento sulla protezione contro le esplosioni 1 1,9 100,0 Il ruolo aziendale dei soggetti contravvenzionati è indicato nella tabella seguente che evidenzia come nella gran maggioranza dei casi si sia trattato dei datori di lavoro (88,9%), anche se sono presenti altri ruoli compresi i lavoratori stessi. Ruolo aziendale dei contravventori(ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2012) Ruolo aziendale N % Datore di lavoro 48 88,9 Preposto 2 3,7 Medico competente 2 3,7 Dirigente 1 1,9 Lavoratore 1 1,9 Totale ,0 22

26 VIGILANZA IN EDILIZIA Nel 2013 il Servizio ha attuato, in continuazione agli anni precedenti, l incisiva attività di prevenzione e vigilanza nel comparto edile caratterizzato da un elevato rischio di infortuni gravi e mortali. Il Servizio ha svolto vigilanza nel comparto costruzioni in modo continuativo per controllare il maggior numero possibile di cantieri presenti nel territorio, anche in diverse fasi lavorative caratterizzate da rischi diversi per tipologia e per magnitudo. La programmazione degli interventi è stata effettuata affidando a ciascun operatore un mandato di vigilanza in edilizia nell area territoriale a ciascuno assegnata. La scelta dei cantieri da controllare è avvenuta utilizzando le notifiche preliminari di apertura cantieri pervenute ex art. 99 D.Lgs. 81/08 e ricadenti nella zona territoriale di competenza. In tal modo si sono evitati interventi sovrapposti nello stesso cantiere e si è meglio monitorato il territorio anche adottando il metodo a vista. Dalle notifiche sono stati selezionati anche i cantieri per l allestimento di strutture provvisorie per eventi/spettacoli, lavori particolarmente a rischio di gravi incidenti e infortuni per i lavoratori costretti, spesso, a garantire tempi stretti di esecuzione a discapito del rispetto delle misure di sicurezza. Le verifiche hanno riguardato le modalità operative per l allestimento delle opere provvisionali e la sicurezza degli impianti elettrici particolarmente a rischio essendo installati in ambienti all aperto. Anche nel 2013, sono stati eseguiti interventi di vigilanza nei cantieri delle grandi opere e specificatamente la costruzione del MOSE, della linea tramviaria e della terza corsia autostrada VE- TS. Quest ultima attività è oggetto di distinta relazione. La vigilanza è stata attivata, oltre che per iniziativa del Servizio, anche a seguito di segnalazioni, soprattutto di cittadini, e a seguito delle inchieste sui 18 infortuni avvenuti in edilizia. I cantieri controllati, esclusi quelli per la rimozione di manufatti in amianto, di cui si riferisce nello specifico capitolo, sono stati 203 circa il 9% delle 2239 notifiche pervenute che nel 2013 sono aumentate di circa il 10% rispetto all anno precedente. Le aziende controllate, operanti all interno dei cantieri, sono state 305. Oltre alla verifica dei principali rischi lavorativi, dovuti a pericoli di caduta dall alto, di seppellimento e dei carichi sospesi, il mandato di vigilanza prevedeva l esame dei contenuti dei POS (Piano Operativo di Sicurezza) e dei PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento). Ciò ha permesso di verificare il rispetto, da parte delle imprese esecutrici, delle misure tecnico/organizzative in essi previste per lo svolgimento delle fasi lavorative in atto al momento dell ispezione, e di controllare l operato dei Coordinatori per la Sicurezza, Responsabili dei lavori e Responsabili delle Imprese affidatarie. Le violazioni alla normativa sulla sicurezza del lavoro ex D.Lgs. 81/08 sono riportate nella tabella seguente. INTERVENTI ISPETTIVI NEL COMPARTO EDILIZIA anno 2013 N Notifiche ex art. 99 D.Lgs. 81/ Cantieri controllati 203 Unità locali controllate (imprese e lavoratori autonomi) 305 Articoli violati D.Lgs. 81/08 54 Miglioramenti indotti 16 23

27 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Distribuzione delle violazioni riscontrate tra le figure di cantiere Resp. Lavori Coordinatori Lav. Auton. 4% 4% 4% Preposti 7% 81% Datori di lavoro Analizzando la tipologia degli articoli contravvenzionati, come riportato nel grafico seguente, si evidenzia che il 45% delle violazioni ha riguardato carenze sulle opere provvisionali anti-caduta (parapetti, ponteggi ecc.). Il 42 % degli interventi ha migliorato i documenti della sicurezza (es. POS, PSC) e il controllo/coordinamento dei lavori, compito spettante principalmente ai Coordinatori in fase di Progettazione e di Esecuzione, alle Imprese affidatarie dei lavori e ai Responsabili dei lavori che hanno comunque l obbligo di vigilare sull operato dei Coordinatori. Si è trattato di un approccio integrato in grado di prendere in considerazione il PSC, documento cardine della sicurezza in cantiere, e di verificarne l esplicitazione nei POS e la sua attuazione in termini di condotta nell esecuzione dei lavori. Il restante 13% delle violazioni ha riguardato le attrezzature di lavoro non a norma, anche a carico dei lavoratori autonomi cui ricade l obbligo di usare macchine in conformità alle norme di sicurezza. Altre 13% Tipologia delle Opere provvisionali anticaduta 45% Organizzative / Procedurali 42% 24

28 I 16 miglioramenti indotti sono intesi come migliorie che, pur non costituendo oggetto di prescrizione ex D.Lgs. 758/94, sono state apportate all organizzazione o alle misure antinfortunistiche nel cantiere mediante la verbalizzazione di migliorie condivise dalle stesse ditte. Interessante segnalare che, in un cantiere visitato in turno notturno, i lavori venivano eseguiti da una ditta di operai cinesi che non parlavano né comprendevono la lingua italiana. In questo caso si è pretesa la presenza di un coordinatore in grado fare da interprete per tradurre i contenuti dei piani di sicurezza e dei verbali di coordinamento redatti in in lingua italiana. La distribuzione nel territorio dei cantieri ispezionati viene riportata nell istogramma seguente Il cantiere di S. Donà si riferisce alla realizzazione della terza corsia autostradale la cui vigilanza è effettuata in coordinamento con i colleghi delle AULSS 9 e 10, rispettivamente di S. Donà e Treviso, confinanti con la ULSS 12 Veneziana. Quest anno il Servizio ha anche contribuito a uniformare in ambito provinciale la modulistica da utilizzare nella vigilanza in edilizia, i modelli entreranno in uso nel 2014 unitamente all utilizzo di un nuovo applicativo regionale per la gestione delle notifiche cantieri ed ispezioni in edilizia. Questo software verrà alimentato, nel corso 2014, con le notifiche di apertura cantieri trasmesse telematicamente dai committenti dei lavori. In tal modo saranno disponibili le informazioni che, elaborate con specifico programma, permetteranno di programmare la vigilanza dando priorità ai cantieri in cui sono previste fasi lavorative a più alto rischio infortunistico. Vigilanza integrata nei cantieri edili con Direzione Territoriale del Lavoro Anche nel 2013, il Servizio ha attivamente collaborato con la D.T.L. (Direzione Territoriale del Lavoro) per pianificare la vigilanza congiunta nei cantieri, potenziando in tal modo le capacità di intervento nelle rispettive competenze: la D.T.L nel contrasto del lavoro sommerso e irregolare, lo Spisal nella prevenzione dei rischi lavorativi. La vigilanza è stata condotta in 24 cantieri, scelti, su tutto il territorio di competenza del Servizio, utilizzando le notifiche preliminari ex art. 99 D.Lgs. 81/08. 25

29 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Si è proceduto anche con il metodo a vista, efficace nell individuazione di cantieri attivi e che permette interventi immediati in situazioni di rilevante rischio infortunistico. VIGILANZA NEL SETTORE DELLE BONIFICHE DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO Complessivamente nel 2013 sono stati presentati al Servizio 581 piani di bonifica di materiali contenenti amianto, di cui 114 relativi a materiali con matrice friabile, di cui 62 con tecnica del glove bag, e 467 con matrice compatta. Sono inoltre pervenute 415 notifiche di lavorazioni impreviste e urgenti per manutenzioni o ritrovamenti di materiali misconosciuti durante altre lavorazioni. I cantieri di bonifica verificati con azioni di vigilanza, indipendentemente dall anno di presentazione del piano di lavoro, sono stati 124, di questi 3 a seguito di presentazione di notifica. Le bonifiche controllate riguardanti materiali friabili sono state 50 (40,3%), di cui 10 riguardanti bonifiche effettuate con tecnica del glove bag. In tali cantieri sono stati bonificati circa 571 t e 4568 mq di amianto friabile, mq e t di amianto compatto. Complessivamente sono state impiegate 3066 giornate di lavoro. Dal punto di vista della proporzione relativa alla tipologia di cantiere, il grafico seguente mostra che le bonifiche non confinate sono state oggetto di controllo nella maggioranza dei casi (58%), coerentemente con la maggiore numerosità delle notifiche pervenute. Una copertura quasi totale è stata garantita sulle bonifiche con confinamento statico e dinamico (32%), considerate prioritarie nei piani di vigilanza dello SPISAL essendo quelle a maggior impatto ambientale potenziale. Tipologia di cantiere impiegata nelle bonifiche controllate nel 2013 (numero e percentuale relativa) 10; 8% 40; 32% 2; 2% 72; 58% BONIFICA NON CONFINATA CONFINAMENTO SOLO STATICO CONFINAMENTO STATICO - DINAMICO GLOVE BAG Per le azioni di vigilanza sono stati effettuati 160 sopralluoghi, di cui 55 (34,4%) in fase di allestimento del cantiere, 76 (47,5%) durante l attività di bonifica e 22 (13,8%) nella fase di restituzione. Le riunioni di lavoro con le imprese di bonifica o i committenti sono state 12, si è effettuato un campionamento ambientale per SEM, finalizzato alla vigilanza sulle fasi di restituzione. Sono stati redatti 3 certificati di restituibilità dei locali bonificati. Le attività hanno determinato la redazione di 9 atti di prescrizione e 6 di disposizione, per un ammontare complessivo di in sanzioni. Gli articoli del D.Lgs. 81/08 violati sono stati complessivamente 10, nel dettaglio riassunti con la tabella seguente. 26

30 Articoli riscontrati violati nel corso delle ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2013 Articolo Argomento N % % cum. 256 Amianto - Demolizione o rimozione Obblighi del preposto Obblighi del datore di lavoro e del dirigente Cantieri Obblighi del committente o responsabile dei lavori Cantieri Obblighi del datore di lavoro per lavori in quota Amianto - Misure di prevenzione e protezione Amianto - Valori limite Il ruolo aziendale dei soggetti contravventori è indicato nella tabella seguente che evidenzia come nella gran maggioranza dei casi si sia trattato dei datori di lavoro (70%). Ruolo aziendale dei contravventori(ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2013) Ruolo aziendale N % Datore di lavoro 7 70 Preposto 2 20 Committente 1 10 VIGILANZA IN AGRICOLTURA Nell ambito del progetto Contrasto del rischio di infortuni mortali e invalidanti in agricoltura del Piano Regionale di Prevenzione, il Servizio ha realizzato, per il quinto anno consecutivo, azioni specifiche di vigilanza nel comparto secondo le indicazioni date dalla Regione stessa. Di seguito si riportano alcuni dati statistici estratti dal rapporto 2011 sull attività di prevenzione delle Regioni e delle Province autonome. Nella figura si evidenzia che l agricoltura ha, come dato nazionale, il tasso di incidenza infortuni gravi T30 tra i più alti, anche se come numero assoluto il comparto viene dopo Servizi e Costruzioni, settori con numero di lavoratori più elevato che determina una incidenza minore. 27

31 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Figura In ordinata è rappresentato il tasso di incidenza per 1000 addetti degli infortuni gravi T30 (con prognosi maggiore di 30 giorni o con postumi permanenti o morte) suddiviso per comparto, Italia, anno I comparti posti più in alto nella figura hanno un rischio individuale di infortunio più alto. La dimensione di ciascuna bolla invece è proporzionale al numero assoluto degli infortuni gravi T30 nel comparto; questa informazione fornisce indicazioni sul carico complessivo di danni alla salute. Nei comparti a basso rischio individuale, un numero elevato di eventi è dovuto al numero molto elevato di lavoratori di quel comparto (es. Servizi). Fonte: Flussi INAIL Regioni, elaborazione PREO Nel Veneto, censimento 2012-fonte ISTAT, ci sono circa aziende agricole con circa addetti dei quali (81%) sono manodopera aziendale famigliare. Di seguito si riporta l andamento infortunistico del comparto, nel periodo , nella regione Veneto che evidenzia una costante e rapida diminuzione: forse anche per effetto della diminuzione del -37% delle aziende agricole nella nostra Regione, in coerenza con il dato nazionale del -33%. 28

32 Figura Numero assoluto di infortuni(*) e percentuale di infortuni gravi nel comparto agricoltura, regione Veneto, periodo Nel 2010 nella AULSS12, gli infortuni sul lavoro T30 nel comparto agricoltura erano stati 12: valore assoluto di molto inferiore a quello dei comparti Servizi con 359 infortuni e delle costruzioni con 170 eventi. La dinamica più frequente, secondo i dati statistici nazionali per l agricoltura, continua a essere la perdita di controllo del mezzo a causa del ribaltamento del trattore: evento che nel nostro territorio è molto raro non essendoci zone collinari ma al più fossati. Infortuni gravi e mortali sono causati anche dal trascinamento per impiglio all albero cardanico usato per trasmettere il moto dalla presa di forza dei trattori ad altre attrezzature di lavoro. La vigilanza, per prevenire i rischi infortunistici derivanti dal ribaltamento dei trattori agricoli ha previsto la verifica dell installazione delle cabine o dei telai di protezione e dei sistemi di ritenzione del conducente come ad esempio le cinture di sicurezza. Si ricorda che la cabina o i telai di protezione sono stati resi obbligatori anche dal codice della strada. Per quanto riguarda la protezione degli alberi cardanici, si è accertata la dotazione di protezione antinfortunistica marcata CE costituita da tubi telescopici e cuffie, ricoprenti gli alberi e i giunti cardanici. Nella campagna di prevenzione del 2013, si sono fatti controlli anche nei riparatori e rivenditori di macchine agricole oltre che nelle aziende agricole. Infatti, ex D.Lgs. 81/08, è vietato commercializzare le attrezzature di lavoro non rispondenti alle disposizioni legislative in materia di sicurezza. Le ditte da controllare sono state scelte da una lista acquisita da un CD fornito dalla Regione. Sei aziende agricole erano ubicate nel territorio di Cavallino Treporti, tre nella zona di Mestre e quattro a Quarto d Altino. La Concessionaria di mezzi agricoli e il Consorzio Agrario, che commercializzavano i mezzi agricoli, avevano sede a Quarto d Altino come pure l officina di riparazione: queste attività controllate sono risultate le uniche nel nostro territorio. 29

33 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Alla concessionaria e al consorzio agrario, nei quali venivano commercializzate macchine agricole, era stata consegnata preventivamente, come indicato dalla regione, la lista di controllo per permettere la autoverifica dell applicazione nelle norme in materia di commercializzazione delle macchine agricole, vi erano anche allegati due fac-simile di cartelli da apporre sulle macchine usate poste in vendita se non ancora messe a norma. Inoltre, per agevolare l attività ispettiva, è stata anche usata una lista di controllo elaborata utilizzando anche i documenti prodotti dalla Regione Veneto, in cui sono stati raccolti i dati riportati in tabella. INTERVENTI ISPETTIVI NEL COMPARTO AGRICOLTURA anno 2013 N Aziende agricole controllate (di cui 2 per infortunio) 13 di cui: Venezia Mestre 3 Cavallino 6 Quarto d Altino 4 Tipo di coltura: in serra 5 in campo 4 altro 4 Rivenditori/Riparatori controllati 3 Attrezzature controllate Trattori agricoli 13 (di cui 10 con cabine, 3 con telaio anteriore a 2 montanti) Scala a pioli per potatura 1 Verbali 758 ex art a D.Lgs.81/08 3 di cui Trattori privi di cintura di trattenuta (2 aziende) 2 Trattori privi di protezione della presa di potenza (1 azienda) 3 Le aziende agricole controllate avevano, ad eccezione di una cooperativa, la forma di società semplici la più diffusa in agricoltura: per il D.Lgs. 81/08 l unico obbligo dei soci è l utilizzo di attrezzature di lavoro conformi alle disposizioni del titolo III e l uso dei DPI (Dispositive di Protezione Individuale). Le coltivazioni in serra erano presenti principalmente nel territorio di Cavallino. Le contravvenzioni hanno riguardato due società semplici poiché i trattori erano privi di cinture di sicurezza e per la mancanza della protezione della presa di potenza dell albero cardanico. Le due attività, in cui venivano commercializzate le macchine agricole, si sono dotate della cartellonistica regionale per segnalare, qualora necessario, le attrezzature fuori norma messe in esposizione/vendita. Si è verificato che l officina specializzata seguiva le linee guida INAIL-ISPESL per la messa a norma delle macchine agricole, utilizzando anche la relativa modulistica per dichiarare/certificare la conformità e la corretta installazione dei dispositivi di protezione: cabine, telai, cinture di sicurezza. Ai fini degli adempimenti previsti per la circolazione stradale, il possesso di tali certificati non richiede l aggiornamento della carta di circolazione del trattore. 30

34 Sono state condotte due inchieste infortuni, una in cui l operatore era caduto da una scala portatile a pioli durante le operazioni di potatura riportando una frattura tibiotarsica. L altra in una cooperativa addetta alla manutenzione delle aree verdi, in cui il lavoratore era saltato dalla sponda del cassone, posto a terra, per non essere investito dal rimorchio di un trattorino che doveva scaricare le ramaglie raccolte all interno dello stesso. VIGILANZA SULLA SICUREZZA DEGLI ACCESSI ALLE IMBARCAZIONI NEL SETTORE DEI TRASPORTI LAGUNARI Nello svolgimento delle attività di vigilanza sul comparto traspo rti lagunari, questo Servizio ha rilevato in più occasioni condizioni di non sicurezza negli accessi alle imbarcazioni ormeggiate negli spazi acquei dati in concessione. Oltre alle azioni di carattere repressivo e sanzionatorio è stato ritenuto necessario sviluppare azioni di prevenzione che favoriscano o rendano obbligatoria l adozione di condizioni strutturali e operative degli approdi e accessi acquei affinché l imbarco e lo sbarco sia il più sicuro possibile. In considerazione della dimensione del problema si sono tenuti alcuni incontri con gli Enti competenti in materia di concessione e manutenzione delle strutture di accesso imbarcazioni nel corso dei quali sono state illustrate le indicazioni di sicurezza ricavate da norme di legge, norme tecniche e buone prassi e sono state prospettate soluzioni e suggerimenti per definire un approccio al tema il più possibile condiviso. In particolare questo Servizio ha fornito un elenco dei requisiti degli approdi acquei per garantire la sicurezza degli operatori nell accesso alle imbarcazioni. Caratteristiche sicurezza pontili Pontile aggettante largo 120 cm potrà essere realizzato senza parapetti anche se è consigliato l utilizzo nei casi in cui non sia usato per il carico/scarico merci. Il Pontile aggettante con larghezza da cm dovrà avere almeno un parapetto normale o parapetto/i estensibile/i (tipo a cannocchiale, come i barcarizzi dei mezzi Actv) sino ai punti di accesso alla falca (per mototopi), al trincarino (per lance e cabinati), al barcarizzo (per motoscafi, vaporetti Actv, Alilaguna, etc.) Tutti i pontili fissi aderenti a riva o fondamenta dovranno avere una larghezza minima di 60 cm con parapetto normale ad esclusione dei punti di salita a bordo delle imbarcazioni, dove dovranno essere presenti scalette verticali. Le passerelle fisse (passetti) posizionate a sbalzo su rive o fondamente dovranno avere una larghezza minima di 60 cm ed essere provviste di almeno un parapetto. In alternativa ai pontili fissi sarebbe meglio usare piccoli pontili galleggianti (tipo quelli utilizzati nei cantieri nautici) con passerelle di accesso dalla riva munite di parapetto fino al pontile galleggiante. Distanze La distanza tra pontile (questa condizione dovrà essere adottata successivamente anche per gli accessi da Rive-Fondamente) e barca non dovrà essere superiore a cm (30 cm di distanza vera equivale a 58 cm del passo di un uomo, 40 cm di distanza vera equivale a 68 cm del passo d uomo). 31

35 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Dislivelli A seconda del dislivello, inoltre, mantenendo 30 cm reali di distanza tra imbarcazione e pontile, avrò le seguenti variazioni di passo: con 20 cm dovrò effettuare un passo di 64 cm con 30 cm dovrò effettuare un passo di 70 cm con 40 cm dovrò effettuare un passo di 78 cm con 45 cm dovrò effettuare un passo di 82 cm In presenza di dislivelli, in ogni caso non superiori a 40 cm, equivalente a 78 cm di passo d uomo, la distanza tra pontile ed imbarcazione dovrà accorciarsi ulteriormente. In analogia, infatti, all art. 146 (Difesa delle aperture) per le profondità superiori a 50 cm si dovrà installare una scaletta fissa verticale, o una scala fissa a gradini (o serie di gradini con più piani o rampe degradanti). Superfici antisdrucciolevoli Rendere antisdrucciolevoli le superfici di passaggio di pontili, piani, rampe, scale, mediante interventi atti ad aumentarne l attrito, utilizzando vernici sabbiate, spesse strisce abrasive, listelli di legno, tappeti idrorepellenti, etc. Illuminazione sussidiaria Provvedere all illuminazione artificiale dei luoghi di accesso nelle ore di illuminazione insufficiente in inverno/autunno al mattino ed alla sera e durante le ore notturne di tutto il periodo dell anno. Sistemi di risalita Nel corso dei lavori di rifacimento, ripristino o restauro di rive e fondamente, si suggerisce l installazione di scale verticali incassate nelle murate delle banchine con due pioli terminali inclusi nel piano di calpestio delle riva, realizzati per consentire un adeguato appiglio terminale, come presenti nelle banchine portuali. Tali scale risultano necessarie per consentire la risalita a persone cadute in acqua. VIGILANZA SUL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO Nel 2013 sono stati realizzati 18 interventi di prevenzione e vigilanza sul rischio stress lavorocorrelato: in 13 casi si è intervenuti su iniziativa autonoma del servizio; in 2 aziende a seguito di segnalazione di sospetta malattia professionale e in altre tre organizzazioni per esposti da parte dei lavoratori o dei loro rappresentanti. Gli interventi d iniziativa si sono focalizzati su imprese del settore terziario per dare continuità alle attività svolte nel biennio e in particolare nel settore del commercio all ingrosso e al dettaglio in considerazione della numerosità delle unità locali nel territorio di competenza dell ULSS 12 Veneziana e della numerosità degli addetti. Nel grafico seguente è riportata la distribuzione per comparto produttivo delle aziende coinvolte nelle attività di controllo. 32

36 Istituti di vigilanza privata 11% Pubblica amministrazione 6% Facchinaggio 5% Trasporti 11% Grande distribuzione organizzata 67% La metodologia utilizzata negli interventi d iniziativa ha previsto l invio di una lettera informativa al datore di lavoro con richiesta di far pervenire il documento di valutazione del rischio stress lavoro correlato. Nella lettera si specificava l interesse a verificare la congruenza del DVR con l Accordo Quadro Europeo sullo stress sul lavoro del 8/10/2004 e con le Indicazioni della Commissione Consultiva Permanente per la valutazione dello stress lavoro-correlato del 18/11/2010 e si garantiva un ritorno all azienda sull esito dell intervento. Otto aziende hanno inviato allo Spisal il DVR entro termini richiesti, in 3 aziende della GDO e 2 Istituti di Vigilanza, non avendo avuto nessun riscontro, è stato effettuato un sopralluogo negli ambienti di lavoro. In 10 casi si è ritenuto opportuno svolgere uno o più incontri con le figure aziendali della prevenzione al fine di fornire indicazioni per il miglioramento del percorso valutativo, che deve essere orientato ad analizzare e gestire gli eventuali fattori critici anche in caso di livello di rischio non rilevante, e di informare sulle misure di prevenzione da adottare per la riduzione del rischio. Di seguito sono riportati gli esiti delle indagini effettuate sulle 18 organizzazioni. 1. La valutazione preliminare del rischio stress lavoro correlato è stata effettuata in tutte le imprese ad eccezione di una azienda del settore della vigilanza privata. In due ditte della GDO la valutazione del rischio stress lavoro correlato è risultata carente per la mancata esplicitazione dei criteri adottati per la valutazione stessa e per l assenza di individuazione delle misure correttive per ridurre il livello di rischio. In questi 3 casi è stato redatto un atto di prescrizione ex art 21 D. Lgs 758/94 a carico del datore di lavoro fornendo allo stesso ed alle figure della prevenzione aziendale chiare indicazioni sulla metodologia da adottare; una valutazione efficace deve infatti prevedere la costituzione di un gruppo di valutazione (datore di lavoro, responsabile del servizio di prevenzione e protezione, medico competente, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, eventuali consulenti) ed un programma delle eventuali azioni correttive o di miglioramento comprendente i tempi di attuazione e l individuazione delle responsabilità per la realizzazione delle stesse. In nessuna realtà organizzativa controllata è stata riscontrata la valutazione approfondita del rischio. 2. Complessivamente è risultata scarsa la consultazione degli RLS sia nella fase di definizione del processo valutativo che nell analisi dei fattori di contesto e contenuto del lavoro; in tre ditte il RLS non era stato ancora eletto o designato. 33

37 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Il coinvolgimento solo formale di tale figura nella valutazione dello stress lavoro correlato rappresenta una criticità da non sottovalutare; tale tipologia di rischio è infatti riconducibile a due ambiti interagenti tra loro: le potenzialità stressogene del lavoro e le percezioni dei lavoratori rispetto alle proprie capacità di adattarsi alle condizioni lavorative e pertanto non vi può essere altro modo di valutare i fattori di contesto e di contenuto se non coinvolgendo i lavoratori stessi tramite il loro rappresentante. 3. Nella maggior parte delle aziende controllate il rischio è risultato accettabile; solo in due casi la valutazione ha evidenziato un rischio di grado medio. Anche in condizioni di rischio basso, nella convinzione che sia possibile migliorare ulteriormente la situazione intervenendo sulle singole criticità riscontrate nell ottica del miglioramento continuo, lo Spisal ha promosso misure correttive ed azioni di miglioramento. Le azioni di miglioramento messe in atto da alcune aziende, anche in maniera autonoma, sono di seguito elencate: adozione di un sistema di gestione della salute e sicurezza, di un codice etico e di comportamento migliore definizione dei ruoli in azienda adozione di un sistema premiante per dirigenti e lavoratori maggior coinvolgimento del medico competente nella gestione del rischio creazione di punti di ascolto sul disagio lavorativo. ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI E CANCEROGENI PRESSO LE VETRERIE DI MURANO Nel corso del 2013 si è conclusa la campagna di prevenzione nelle vetrerie di Murano, iniziata nel secondo semestre del 2012, finalizzata a verificare la corretta adozione di misure di prevenzione per i rischi da agenti chimici ed da agenti cancerogeni mutageni. L intervento, che ha considerando sia gli aspetti igienistici ambientali che quelli sanitari, è stato realizzato attraverso le seguenti fasi: 1. definizione dei tempi di realizzazione e delle modalità operative; 2. predisposizione di specifica modulistica per la raccolta dei dati; 3. individuazione delle aziende su cui intraprendere la vigilanza mediante l analisi di dati presenti nel Servizio, integrati da informazioni fornite dalla Provincia e dall ARPAV 4. esclusione delle ditte soggette di controllo-ispezione da parte del Servizio nel corso del ; 5. sopralluogo nelle aziende selezionate incentrato sull area di deposito delle materie prime, reparto di composizione, dispositivi di protezione individuale utilizzati e impianti di aspirazione; 6. valutazione documentale, in particolar modo per quanto concerne la valutazione del rischio da agenti chimici e da agenti cancerogeni mutageni, il protocollo sanitario adottato dal medico competente e l eventuale registro degli esposti a sostanze cancerogene mutagene 7. elaborazione dei dati. Complessivamente l iniziativa, ha interessato 25 aziende nelle quali è stata riscontrata la seguente situazione lavorativa: 12 ditte producono del vetro grazie alla miscelazione delle materie prime all interno di un area dedicata ( zona composizione ); tale attività comporta un esposizione lavorativa ad agenti chimici e cancerogeni mutageni; 34

38 9 ditte esercitano la vendita / lavorazione al dettaglio di prodotti in vetro o smistano le materie prime alle vetrerie o usano cotisso (blocchi di vetro colorato) pertanto è stato riscontrato un rischio irrilevante da agenti chimici o cancerogeni mutageni; 4 ditte avevano sospeso l attività lavorativa. Analizzando i risultati nel dettaglio sono state riscontrate violazioni alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza dei lavoratori relativamente a: valutazione del rischio chimico e/o cancerogeno mutageno, sorveglianza sanitaria da parte del medico competente, nomina degli addetti alle emergenze, inquinamento indoor. Nella figura sottostante vengono riportati schematicamente i risultati della campagna di vigilanza. Al termine della campagna di vigilanza si ritiene che l esperienza di due anni presso uno stesso comparto produttivo ha permesso da un lato di far emergere alcune problematiche e dall altro di raggiungere risultati positivi in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Nello specifico sono emerse le seguenti criticità nelle aziende ispezionate: a. significativa disomogeneità nella trattazione di un medesimo rischio da parte del datore di lavoro e dei suoi consulenti; b. impiego di valori di riferimento, per le sostanze oggetto del monitoraggio biologico, non aggiornati o errati rispetto a quanto indicato attualmente dalle società scientifiche (es. ACGIH); c. inadeguato monitoraggio ambientale degli agenti cancerogeni; d. mancanza del registro degli esposti a cancerogeni; e. incongruenza tra agenti chimici usati ed monitoraggio biologico definito dal medico competente; f. mancata etichettatura dei contenitori delle materie prime fornita dai fornitori. A fronte di tali lacune sono stati indotti molteplici miglioramenti tra cui meritano menzione: 1. maggiore uniformità di effettuazione del monitoraggio ambientale per gli agenti chimici e cancerogeni / mutageni; 35

39 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana 2. maggiore cooperazione tra il datore di lavoro, RSPP ed il medico competente; 3. corretta etichettatura dei prodotti chimici o cancerogeni mutageni utilizzati; 4. utilizzo da parte dei laboratori di analisi di valori di riferimento aggiornati ed approvati dalle società scientifiche internazionali. VERIFICA SULL ATTIVITÀ DEL MEDICO COMPETENTE L iniziativa di vigilanza rivolta a verificare l attività svolta nelle aziende dal medico competente trae origine da quanto previsto dal DLgs 81/08 in cui vengono definiti i ruoli, gli obblighi e le responsabilità del professionista, sotto intendendo che solo dalla sua collaborazione con le altre figure professionali aziendali può nascere un corretto piano di sorveglianza sanitaria e di prevenzione. Il reciproco scambio di informazione tra le figure aziendali deputate alla salute e sicurezza dei lavoratori può emergere dall analisi di vari documenti tra cui: il documento di valutazione dei rischi che deve essere sottoscritto anche dal medico competente, il protocollo sanitario che deve essere coerente con i rischi riportati nel documento specifico, il verbale di sopralluogo con annotate eventuali osservazioni, il verbale della riunione annuale con indicazioni sui risultati degli accertamenti sanitari e del monitoraggio biologico. Altri aspetti della vigilanza nei confronti dell'operato del medico competente riguardano la tenuta e la completezza delle cartelle sanitarie, le modalità di comunicazione del giudizio di idoneità sia ai lavoratori che ai datori di lavoro e la tipologia di accertamenti inerenti l alcolemia e l uso di sostanze stupefacenti e psicotrope, dove previsto. La selezione delle aziende oggetto dell intervento di vigilanza è avvenuta individuando le ditte con un numero di lavoratori superiore a 5, appartenenti ad alcuni comparti produttivi di interesse (lavanderie, tipografie, trasporti ecc.) e non oggetto di vigilanza da parte del Servizio dal L intervento, avviato nel 2011, ha interessato 14 realtà produttive, 12 medici competenti ed ha considerato 6 differenti fattori di rischio scelti in funzione dell attività svolta dall azienda. Nello specifico, come riportato nelle figure sottostanti, sono stati esaminati i rischi da agenti chimici, lavoro notturno, videoterminali, rumore e sovraccarico degli arti superiori; inoltre in 4 ditte è stato valutato l obbligo di realizzare azioni per a escludere l assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti e psicotrope. 36

40 Entrando nel dettaglio si segnala che in 4 casi sono stati evidenziate carenze nell ambito della valutazione dei rischi ed in un caso il datore di lavoro non aveva provveduto ad inviare un lavoratore a visita, entro i termini previsti. Complessivamente è stato dimostrato che, in caso di rischi lavorativi normati, il datore di lavoro nomina il medico competente ma, nella sostanza, scarso è parso il suo coinvolgimento nella fase di valutazione dei rischi. D'altronde il medico competente nel corso del sopralluogo annuale ufficialmente non fornisce al datore di lavoro elementi utili per intervenire sui rischi lavorativi; nonostante ciò la documentazione sanitaria esaminata è apparsa esaustiva per quanto attiene alla coerenza del protocollo sanitario con la valutazione dei rischi e con l organizzazione aziendale nonchè per la completezza della documentazione sanitaria. Concludendo, a termine della campagna di vigilanza sull operato del medico competente si è potuto constatare che attualmente è soddisfatto il rispetto formale della normativa mentre sono presenti significativi margini di miglioramento per quanto attiene alla crescita della collaborazione tra il medico competente e le altre figure aziendali della prevenzione nonchè alla diffusione e uso di buone pratiche a parità di rischi lavorativi. 37

41 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana MEDICINA DEL LAVORO SORVEGLIANZA SANITARIA EX ESPOSTI A CLORURO DI VINILE MONOMERO E AMIANTO La Regione Veneto a partire dalla fine degli anni novanta, sulla spinta delle associazioni degli ex esposti 1, ha promosso un progetto di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti ad amianto e CVM. Il progetto prevedeva, in particolare, di definire i livelli di esposizione e di validare i protocolli per l assistenza sanitaria e la diagnosi precoce di malattie da effettuarsi presso gli ambulatori di medicina del lavoro degli Spisal. Il protocollo per la sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto è stato approvato con DGR 20041/2008 e le prestazioni rientrano nell ambito dei LEA Aggiuntivi Regionali (art. 21 L.R. 9/2005). In occasione dell accesso al servizio vengono garantiti: 1. stima della pregressa esposizione attraverso l uso di apposito questionario; 2. raccolta dell anamnesi, visita medica ed esame di funzionalità respiratoria; 3. accertamento radiologico (Rx o TAC spirale o altro) su indicazione clinica; 4. altri accertamenti o visite specialistiche su indicazione clinica; 5. counselling breve antifumo; 6. successivo controllo su richiesta dell interessato. Il protocollo per la sorveglianza sanitaria degli ex esposti a CVM è stato diffuso nel corso del convegno a Venezia del 23 settembre 2004 a conclusione del progetto sperimentale sviluppato dalla regione Veneto in collaborazione con il Ministero della Salute nel periodo In occasione dell accesso al servizio agli ex esposti a CVM vengono garantiti: stima della pregressa esposizione attraverso apposite griglie di correlazione tra mansione ed esposizione; raccolta dell anamnesi, visita specialistica di medicina del lavoro; esami ematochimici (emocromo completo e piastrine, AST, ALT, gamma GT, fosfatasi alcalina, bilirubinemia totale e frazionata, sideremia, proteine totali ed elettroforesi proteica, ferritina, anticorpi anti HCV, HBs Ag); ecografia del fegato e vie biliari; counselling breve antifumo e contro l abuso di alcol; successivo controllo dopo un anno per casi a maggior rischio, a causa di elevati livelli di esposizione pregressa e per coloro per i quali si rilevino marker dell epatite B e C positivi. Nel 2013 presso l ambulatorio di medicina del lavoro dello Spisal della Ulss 12 Veneziana sono stati seguiti 382 lavoratori ex esposti ad amianto e 123 ex esposti a CVM. 1 Sono considerati ex esposti tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi, pensionati o occupati in altre attività o in condizione di sospensione o disoccupazione, che dichiarino una pregressa attività con esposizione ad amianto o a cloruro di vinile monomero 38

42 I dati dell attività svolta nel 2013 sono riportati nelle tabelle seguenti. EX ESPOSTI AMIANTO EX ESPOSTI CVM Accertamenti effettuati numero Accertamenti effettuati numero Ex esposti visitati 382 Ex esposti visitati 123 TAC torace 73 Ecografia epatica 116 di cui con metodo VCAR 25 Esami ematochimici 126 TAC torace con mdc 1 TAC torace in insaccatori 5 Rx torace 1 di cui con metodo VCAR 4 PET-TAC 3 TAC addome con mdc 1 Broncoscopia 1 Vista epatologica 4 Spirometrie semplici 358 Spirometrie 1 Diffusione del CO 3 Broncoscopia 1 Esami ematochimici 2 Visita pneumologica 1 Visita pneumologica 28 PET-TAC 1 Questionari per la verifica dei criteri di ammissione al programma di sorveglianza sanitaria (nuove adesioni) 78 Gli accertamenti effettuati nel 2013 hanno permesso diagnosi precoce di 2 casi di tumore polmonare negli ex esposti ad amianto; in questi soggetti sono stati inoltre diagnosticati un caso di asbestosi polmonare e 16 nuovi casi di placche pleuriche. Per tutti si è provveduto a compilare il primo certificato medico di malattia professionale. Negli ex esposti a CVM non è stata riscontrata alcuna patologia correlabile alla pregressa esposizione lavorativa. Risultati della sorveglianza sanitaria negli ex esposti ad amianto Nel 2013 la stima media dell esposizione cumulativa a fibre di asbesto nei soggetti sottoposti al primo accertamento previa compilazione del questionario mirato è di 65,5 ff/cc x anni, con una media di 21,9 di anni di lavoro con esposizione ad asbesto. Solo per 13 soggetti si è stimata una esposizione superiore alle 100 ff /cc x anni. L età media è intorno ai 61 anni. Nella figura sottostante è possibile osservare la notevole riduzione dell esposizione cumulativa, infatti i soggetti che richiedono attualmente di essere inseriti nella sorveglianza sanitaria per la prima volta appartengono a categorie di ex lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo gli anni sessanta. 39

43 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana esposizione cumulativa anni di esposizione Nella figura sottostante sono illustrati i principali comparti di provenienza degli ex esposti ad asbesto nel chimica metallurgia cantieristica navale altro comparto area portuale energia trasporti Nel corso del 2013 sono stati individuati 16 casi di placche pleuriche asbestosiche ed un caso di asbestosi parenchimale. Un caso di sospetto tumore polmonare in un ex fortissimo fumatore è tuttora in follow up per la conclusione dell iter diagnostico. Un ulteriore caso (ex forte fumatore) è stato valutato come sospetto tumore polmonare a fine 2012 con TAC del torace con analisi volumetrica per nodulo solitario polmonare ed operato nel 2013 con conferma della neoplasia polmonare. Un caso in cui tutti gli accertamenti effettuati (TAC torace con e senza mezzo di contrasto, videotoracoscopia con biopsie multiple pleuriche e RMN del torace) hanno dato inizialmente esito negativo si è concluso, dopo un ulteriore ricovero ospedaliero, con la diagnosi di mesotelioma pleurico che è stato trattato chirurgicamente. In letteratura viene, infatti, descritta, dopo accertamento bioptico in videotoracoscopia, una percentuale di falsi negativi del 3-10%. 40

44 Nell ambito del progetto di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad asbesto il Servizio ha formulato, in collaborazione con le UO di radiologia, pneumologia e chirurgia toracica, una proposta di aggiornamento del protocollo sanitario basata sull esperienza compiuta in questi anni nella AULSS 12 Veneziana e sulle linee guida internazionali in materia, recentemente pubblicate. REGISTRI DI ESPOSIZIONE L esposizione professionale a sostanze cancerogene e mutagene è spesso sottostimata. Il processo di valutazione di questo importante rischio lavorativo deve iniziare da una corretta identificazione delle sostanze che sono classificate R45, R49, R46 (vedi schema sottostante). Gli agenti cancerogeni e/o mutageni per cui è obbligatorio istituire il registro sono tutte quelle sostanze e/o preparati classificate quali categorie cancerogene 1 o 2 ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52 e successive modificazioni. I successivi passi da compiere consistono nella sostituzione, ove possibile, dell agente cancerogeno o nel contenimento dell esposizione dei lavoratori ai livelli più bassi possibili. Nel caso l esposizione non sia eliminabile, il datore di lavoro dovrà applicare quanto stabilito dal Capo II del D. Lgs. 81/08 tra le quali segnaliamo l obbligo di compilare e trasmettere all organo di vigilanza il Registro degli Esposti a cancerogeni. Il Decreto Legislativo n. 81/2008 individua nell'inail e nello SPISAL i soggetti istituzionali deputati alla gestione dei flussi informativi relativi alla tenuta e l'aggiornamento dei registri dei soggetti esposti a cancerogeni/mutageni e delle cartelle sanitarie e di rischio. Le modalità di tenuta del registro e di trasmissione dei dati all'inail sono definiti dal Decreto Ministeriale n.155 del L INAIL, Dipartimento di Medicina del Lavoro, in questo ambito, ha acquisito le competenze ex ISPESL) ed aggiorna costantemente un sistema di registrazione delle esposizioni professionali (SIREP) ad agenti cancerogeni. Come fare ad identificare un agente cancerogeno/mutageno L identificazione di un agente cancerogeno/mutageno ai sensi dell art. 234 del D.Lgs 81/08 deve tener conto anche del Regolamento n.1272/2008 CLP relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento CE n. 1907/2006. Si tratta di elencare questi agenti cancerogeni (sostanze o preparati chimici) e i processi o le attività suscettibili di generarli (comprese le operazioni di pulizia e manutenzione). Questa tappa preliminare del percorso di Valutazione dei rischi si basa sul sopralluogo e sulla osservazione dei posti o delle situazioni di lavoro. Alcuni documenti possono aiutare a realizzare questo inventario (bolle di acquisto, inventari delle sostanze, Etichette, Schede dei dati di Sicurezza SDS -, istruzioni operative, ecc.). 1. verificare tramite l etichetta o la scheda dati di sicurezza (SDS) se vengono utilizzate sostanze, miscele e prodotti classificati come nello schema sottostante : 41

45 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Vecchi simboli Vecchie Direttive Categoria 1 Può provocare il cancro R45 Per inalazione R49 Può provocare mutazioni genetiche ereditarie R46 Nuovi simboli Categoria 2 Può provocare il cancro R45 Per inalazione R49 Può provocare mutazioni genetiche ereditarie R46 Categoria 3 Possibilità di effetti cancerogeni R40 Possibilità di effetti irreversibili R68 Nuove direttive Categoria 1 Può provocare il cancro H350 Categoria 1B Può provocare il cancro H350 Mutagenicità sulle cellule germinali H340 Categoria 2 Sospettato di provocare il cancro H351 Mutagenicità sulle cellule germinali H verificare se l attività svolta è compresa nel seguente elenco (all. XLII del DLgs 81/08) Produzione di auramina col metodo Michler Lavori che espongono agli Idrocarburi Policiclici Aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie, prodotti durante il raffinamento del nichel a temperature elevate Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico Lavoro comportante esposizione a polvere di legno duro 3. verificare se l attività svolta è compresa nel seguente elenco che riporta i limiti di esposizione (all.xliii del DLgs 81/08) BENZENE CLORURO DI VINILE MONOMERO POLVERI DI LEGNO DURO ( se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione. ) 3,25 mg/m3 7,77 mg/m3 5,00 mg/m3 42

46 Analisi sui registri dei lavoratori esposti a cancerogeni pervenuti nel 2013 allo SPISAL Nelle tabelle sottostanti sono riportati i registri pervenuti per comparto lavorativo e il numero dei lavoratori esposti. COMPARTO N REGISTRI N Lavoratori esposti VETRO 8 19 CHIMICA 6 54 DISTRIBUZIONE CARBURANTE 5 17 BONIFICA LEGNO 2 11 METALMECCANICA 1 1 SERVIZI 1 41 RAFFINERIA 1 28 CANTIERISTICA NAVALE 1 12 ALIMENTARI 1 5 LABORATORIO ANALISI 1 36 PRODUZIONE ENERGIA 0 0 totale CANCEROGENO N DITTE DI IMPIEGO BENZENE 15 ARSENICO 10 NICHEL 9 CADMIO 8 CVM 8 1,2 DICLOROETANO 7 IDROCARBURI AROMATICI POLICICLICI 5 POTASSIO BICROMATO 5 1,3 BUTADIENE 4 AMIANTO 4 LEGNO DURO 3 ALTRI CANCEROGENI 10 43

47 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Nel grafico sottostante è evidenziato in rosso il numero dei registri pervenuti nel 2013 in rapporto agli anni precedenti Registri pervenuti per anno Il confronto con quanto riportato nel precedente rapporto del 2012 (da dove l analisi complessiva degli agenti cancerogeni per il periodo si evinceva che quelli più rappresentati erano le polveri di legno duro) si osserva che nel 2013 i registri riguardano soprattutto l esposizione a benzene relativa alla distribuzione carburante ed al comparto chimica-petrolchimica. Al secondo posto è riportata l esposizione ad arsenico del comparto vetro (totale 17 lavoratori esposti). Si ritiene che a fronte dei numerosi cancerogeni noti e certamente presenti in alcuni comparti (edilizia, produzione legno, metalmeccanica, glavanica, attività sanitarie) appare tuttora sottostimato il rischio cancerogeno/mutageno nel ns territorio. 44

48 ALTRE VISITE DI MEDICINA DEL LAVORO Visite di idoneità lavorativa a minori avviati al lavoro Questa attività, prevista dalla legge 977/67 e s.m.i., riguarda i minori avviati al lavoro con mansioni per cui non è prevista la sorveglianza sanitaria obbligatoria da parte del medico competente. Il decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013 ha abrogato l art. 8 di tale legge e pertanto dal 22 giugno 2013 è stata sospesa la necessità di sottoporre a visita medica preventiva e/o periodica presso il SSN i minori impiegati in attività lavorative non a rischio. Nel 1 semestre 2013 sono stati visitati 51 giovani. Visite di consulenza e per accertamento di malattia professionale L ambulatorio di medicina del lavoro effettua, previo appuntamento, visite mediche ai lavoratori su richiesta principalmente del medico di base e dei medici competenti, oltre a visite mediche per accertamento di malattia professionale. Nel 2013 sono state eseguite 394 visite di cui 107 per malattia professionale. Accertamenti sanitari (spirometrie, audiometrie, prelievi ematici, questionari diagnostici e di rischio lavorativo) Nel 2013 sono stati effettuati 1421 accertamenti sanitari a supporto delle visite mediche. Ricorsi avverso il giudizio del Medico Competente Nel 2013 sono pervenuti allo Spisal 27 ricorsi avverso il giudizio del medico competente ai sensi dell art. 41 c. 9 D. Lgs 81/08. In un caso il ricorrente è stato il datore di lavoro, negli altri casi il ricorso è stato presentato dai lavoratori. Tre casi sono stati dichiarati inammissibili perché il ricorso è stato presentato dopo 30 giorni dalla ricezione del giudizio espresso dal medico competente; due lavoratori hanno rinunciato a presentarsi a visita, in altri 2 casi la richiesta è stata trasmessa alla Commissione per l accertamento dell idoneità lavorativa ex art. 5 legge 300/70. I rimanenti 20 casi, dichiarati ammissibili, hanno riguardato un totale di 16 medici competenti che avevano espresso un giudizio di idoneità alla mansione (35% dei casi), idoneità con limitazioni/prescrizioni (45%) non idoneità alla mansione (20%). In questi casi è stata acquisita documentazione aziendale e sono stati chiamati a visita i lavoratori. La commissione Spisal, composta da tre medici del lavoro e presieduta dal direttore del servizio, ha concluso le proprie valutazioni con la modifica del giudizio del medico competente nel 45% dei casi, con la revoca nel 10% e con la conferma nel 45%. Registro Mesoteliomi del Veneto Il registro regionale veneto dei mesoteliomi (COR), che ha sede presso la ULSS 16 di Padova, si avvale della collaborazione degli SPISAL per l approfondimento dei casi segnalati al singolo servizio. Le attività richieste consistono nell approfondimento diagnostico e dell esposizione professionale e ambientale, in interviste dirette a pazienti, familiari e colleghi di lavoro e nella registrazione dei casi su apposito software di gestione dell attività e di archiviazione. Nel 2013 sono stati approfonditi 20 casi di mesotelioma della pleura per i quali sono stati inviati al registro i singoli rapporti e i questionari RENAM. 45

49 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI Nel 2013 il Servizio ha espresso 100 pareri tecnici formalizzati riguardanti le nuove costruzioni o lavorazioni, gli ampliamenti/ristrutturazioni di insediamenti lavorativi e gli impianti di distribuzione carburanti. L attività ha dato copertura al 100% delle richieste e, per la quasi totalità dei casi, nei tempi di espletamento previsti. In tabella si riportano i pareri divisi per tipologia di pratica. PARERI TECNICI FORMALIZZATI Nuovi Insediamenti Produttivi N. Di cui Pareri su progetti edili chiesti dai privati 51 Pareri su progetti edili chiesti dai Comuni 8 Pareri su progetti per realizzazione/collaudi distributori carburanti 23 Pareri su progetti richiesti da commissioni tecniche provinciali o regionali 14 Pareri igienico-sanitario per svolgimento attività 4 TOTALE 100 Anche nel corso del 2013, il numero di pareri è stato relativamente basso in rapporto alle aree produttive del territorio di competenza. Probabilmente per il perdurare della crisi economica e anche perché, con la DIA (Dichiarazione Inizio Attività), la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e con il DPR 380/2001 testo unico sull edilizia, il progettista autocertifica la rispondenza dei progetti alle norme igienico-sanitarie e quindi i Comuni richiedono il parere all ULSS solo nei casi per i quali si debbano operare delle valutazioni tecnico-discrezionali. Tali valutazioni, comunque, possono anche essere richieste alla ULSS direttamente dall utente e poi trasmesse al Comune. I pareri igienico-sanitari per lo svolgimento dell attività vengono richiesti dai Comuni per autorizzare l avvio di una nuova attività produttiva. Alcuni progetti hanno previsto la collaborazione con i Servizi del Dipartimento, SISP (Servizio di Sanità Pubblica), SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) e Servizio Veterinario, per l espressione di pareri che implicavano le diverse competenze, come per esempio grandi complessi commerciali-direzionali-ricettivi. Nelle valutazioni di competenza, il Servizio esprime parere sulla conformità degli ambienti di lavoro ai parametri di aero-illuminazione naturale, di altezze, di superfici e ai principi di salubrità nelle lavorazioni, nonché sulla dotazione dei servizi igienico-assistenziali: secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 e dalla Circolare della Regione Veneto n. 13/97. Permane l obbligo di parere ULSS nel caso di realizzazione o collaudo di distributori di carburanti pubblici e privati nella cui commissione comunale di collaudo partecipa anche un rappresentante dello Spisal. Per alcuni degli impianti stradali o per natanti si è trattato del rinnovo quindicinale del collaudo. I distributori privati sono, prevalentemente, costituiti da diesel-tank mobili da 9 m 3 che le ditte installano, anche nei cantieri temporanei e mobili, per il rifornimento delle macchine operatrici o dei mezzi di trasporto aziendali. Mentre i distributori di carburante stradali o per natanti sono realizzati per il rifornimento pubblico anche di benzina verde e di gas oltre che di gasolio. Per pareri sui distributori di carburanti, il Servizio verifica, principalmente, la regolarità delle certificazioni degli impianti elettrici e delle modalità di scarico delle acqua di dilavamento nelle arre di rifornimento, la viabilità dei mezzi/pedoni e la presenza dei servizi igienico assistenziali per i 46

50 dipendenti che operano nell impianto. Mentre il controllo degli aspetti riguardanti il rischio esplosione ed incendio viene demandato ai VV.F., Ente concorrente nei pareri. Inoltre si accerta che le ditte abbiano effettuato la valutazione dei rischi lavorativi e in particolare del rischio cancerogeno dovuto alla presenza del benzene nelle benzine verdi. In questi casi, in base alla legislazione sulla protezione dell ambiente, solo le pistole erogatrici delle stazioni di rifornimento stradali hanno l obbligo di dotazione del sistema recupero vapori. Pertanto il Servizio lo prescrive anche negli altri casi, giacché il datore di lavoro deve provvedere affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. Il Servizio ha partecipato anche a 14 commissioni tecniche provinciali per l autorizzazione alle emissioni in atmosfera o per il deposito dei rifiuti, esprimendo il parere di competenza per gli aspetti inerenti l igiene e la sicurezza degli impianti e dei locali di lavoro anche in riferimento all art. 67 D.Lgs. 81/08 relativo alla notifica dei nuovi insediamenti industriali. Le modalità di valutazione sono analoghe a quelle descritte per i progetti. Nel corso dell anno si è provveduto alla revisione, nel sistema informatico aziendale Qualiware, della Procedura valutazione nuovi insediamenti produttivi. 47

51 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana PROMOZIONE DELLA SALUTE Tra i vari compiti istituzionali, lo SPISAL ha anche il ruolo di fornire assistenza, informazione e promozione della salute sul luogo del lavoro. A tal fine la Regione del Veneto programma degli interventi che, con il coinvolgimento delle diverse parti sociali e istituzionali, si prefiggono l obiettivo di rafforzare la cultura della prevenzione dei rischi e della promozione della salute dei lavoratori. Anche nel corso del 2013 il Servizio ha contribuito alla realizzazione di interventi di promozione della salute; nello specifico sono stati portati a termine i progetto riguardanti la prevenzione delle malattie cardiovascolari negli ambienti di lavoro e la promozione della salute nei lavoratori autonomi. PREVENZIONE DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Nel 2013 si è concluso il Progetto Regionale Prevenzione delle malattie cardiovascolari negli ambienti di lavoro - Work Health Promotion, cui ha partecipato anche il Servizio dell Aulss 12 Veneziana e con il quale erano stati prefissati i seguenti obiettivi: approvazione del Comitato Etico del protocollo di ricerca selezione dei medici competenti di aziende di diversi comparti produttivi stima del rischio cardiovascolare nei lavoratori da parte dei medici competenti rivalutazione dei lavoratori a distanza di 1 anno da parte dei medici competenti individuazione della popolazione di lavoratori sani ma con elevato rischio cardiovascolare motivati al cambiamento interventi educativi mirati valutazione di due modelli di intervento Complessivamente l intervento ha coinvolto 8483 lavoratori ed ha permesso di valutare il rischio cardiovascolare in 4141 soggetti; nel dettaglio è emerso che nella maggior parte dei casi il rischio era inferiore al 5% (n. 3393), in 720 casi era compreso tra il 5 e il 15% ed in 28 casi era superiore al 20%. La successiva rivalutazione dei 355 lavoratori a distanza di un anno da parte del medico competente ha evidenziato un miglioramento di tutti i parametri modificabili alla base del calcolo del rischio cardiovascolare (fumo, colesterolo, glicemia, pressione arteriosa) e di conseguenza anche del rischio cardiovascolare stimato. Per quanto riguarda la valutazione comparata dei due diversi interventi educativi mirati alla riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, utilizzando il counseling eseguito dal medico competente e l intervista motivazionale svolta da un professionista, lo studio non ha consentito di giungere a una conclusione certa visto l esiguo numero di persone che resosi disponibile ad intraprendere l intervista motivazionale. PROMOZIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO PER I LAVORATORI AUTONOMI Il progetto regionale, iniziato nel 2012, ha avuto come obiettivo generale quello di ottenere una riduzione degli infortuni sul lavoro dei lavoratori autonomi che operano nei settori più a rischio (edilizia, trasporti e agricoltura) attraverso interventi educativi e attraverso la sorveglianza sanitaria mirata ai rischi. Dopo una prima fase in cui è stata avviata una specifica campagna informativa con l invio di materiale di divulgazione (poster e opuscoli tascabili) alle associazioni di categorie ed agli ordini professionali coinvolti, il Servizio ha partecipato a 9 incontri informativi locali per la presentazione del progetto. 48

52 Successivamente è stato realizzato un corso di formazione generale che ha coinvolto 19 lavoratori autonomi e, su richiesta, sono state eseguite le visite mediche per il rilascio delle idoneità lavorative. L iniziativa ha confermato che i lavoratori autonomi spesso non sono a conoscenza dei rischi specifici derivanti dalle mansioni svolte né delle possibili conseguenti malattie professionali. Per tale ragione, nonostante la ridotta partecipazione all iniziativa imputabile principalmente alla scarsa azione di divulgazione del progetto, si ritiene utile continuare a programmare azioni volte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori autonomi, categoria particolarmente diffusa in Italia ma trascurata dalle norme che regolano la sicurezza e la salute sul lavoro. 49

53 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ASSISTENZA Le attività di assistenza, di informazione e di formazione sono rivolte ai datori di lavoro, agli RSPP, agli RLS, ai lavoratori, ai medici competenti, ai consulenti del lavoro, alle associazioni di categoria ed a tutti coloro che richiedono indicazioni o chiarimenti nelle materie di competenza del Servizio. Questa attività è finalizzata alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche a fornire una migliore informazione per la prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro e per il miglioramento del benessere organizzativo. Il personale, oltre all attività di sportello telefonico, esprime risposta formale a quesiti, redige pareri scritti, partecipa a iniziative formative su richiesta di associazioni datoriali e sindacali o di ordini professionali nonché di enti / società che afferiscono alle stesse organizzazioni. Partecipa inoltre, con testimonianze o contributi, ad eventi seminariali e convegni, nonchè cura la divulgazione di documentazione tecnico-scientifica e legislativa. Nel 2013 è stata soddisfatta al 100% la richiesta di informazione ed assistenza da parte dell utenza; in particolare sono stati eseguiti 128 incontri con i datori di lavoro e/o consulenti aziendali nel corso dell ordinaria attività del Servizio. Per quanto attiene alle attività di formazione il Servizio, in collaborazione con la Scuola di Sanità Veneta, progetta e realizza i corsi di formazione professionale per addetti alle attività di rimozione, bonifica, e smaltimento amianto e, su richiesta, altri corsi per figure aziendali della prevenzione. Gli operatori Spisal collaborano a corsi di formazione professionale regionali per assistenti alla poltrone e tatuatori. Il Servizio collabora con gli istituti Universitari di Padova e Udine con docenze e tutoraggio per gli studenti dei corsi di laurea e specializzazione in assistenti sanitari, infermieri, tecnici della prevenzione e medici del lavoro. Nel dettaglio nel 2013 il personale del Servizio ha partecipato alla docenza di 13 corsi contribuendo alla formazione di 319 persone tra lavoratori, studenti ecc. per un ammontare di 470 ore. 50

54 PROGETTI REGIONALI E AZIENDALI PROGETTO REGIONALE DI INFORMATIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO DEL VENETO (PREVNET) La DGR 2022 del Prosecuzione per gli anni 2011 e 2012 del Progetto di informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro del Veneto (Prevnet) ha affidato all AULSS 12 Veneziana, nella persona del direttore dello Spisal, il compito di realizzare, nell ottica della semplificazione dell azione della P.A. e del conseguimento di sinergie, uno strumento informatico unico a livello regionale per le attività di vigilanza nel settore edile. In particolare l impegno richiesto riguardava: acquisizione di un fornitore esterno delle attività/servizi e licenze relativi all applicativo software regionale per la gestione informatizzata delle attività di ispezione in edilizia e di notifica dei cantieri come esplicitato nell allegato A della DGR n. 2022/2011; implementazione dell interoperabilità tra i servizi applicativi software per l autenticazione dei professionisti e la web application del Sistema Informatico SSR denominato web cantieri ed ispezioni in edilizia ; gestione ed organizzazione delle attività di supporto e formazione necessarie al gruppo Tecnico software della Prevenzione, afferente al Servizio Sistema Informatico SSR Nel 2013 si è quindi provveduto a formalizzare l ordine di acquisto del software web cantieriispezioni in edilizia e ad eseguire i test per la verifica della corretta funzionalità delle componenti del nuovo applicativo. E stata anche approvata la convenzione con l'ente strumentale delia Regione dei Veneto, "Veneto Lavoro" per l'utilizzo dell Applicativo per l autenticazione dei professionisti e per acquisire on line le notifiche dei cantieri. In ottobre e in novembre si è proceduto alla messa in produzione dell applicativo e alla migrazione dei dati dai server delle ULSS nelle provincie di Venezia e di Verona, cui seguiranno le restanti provincie del Veneto. La formazione degli operatori Spisal per l utilizzo del nuovo applicativo è stata effettuata per le provincie di Venezia e Verona, preliminarmente alla messa in produzione del software. Per quanto riguarda la formazione dei professionisti questa verrà svolta a seguito della pubblicazione della DGR che darà avvio ufficiale dell invio via web delle notifiche alle ULSS e alle DTL da parte dei professionisti. Tale atto prevede anche l attivazione della messa in condivisione tra ULSS e DTL di alcune informazioni sulle ispezioni effettuate dagli stessi e la stipula di specifici accordi di servizio e convenzioni tra le parti interessate all utilizzo dell applicativo. Nel corso del 2013, oltre alle attività sopra descritte, su incarico dalla Direzione Regionale Prevenzione (nota del ), è stato coordinato un gruppo di lavoro regionale SPISAL che, in collaborazione con il Gruppo Tecnico software per la Prevenzione, ha elaborato il documento tecnico per l affidamento della progettazione, sviluppo del Sistema Informativo e dei servizi collegati. 51

55 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Il mandato per il gruppo di lavoro consisteva nel definire compiutamente i requisiti strutturali, i contenuti, le funzionalità e le caratteristiche tecnologiche dell applicativo che sostituirà l attuale sistema gestionale in uso negli Spisal e che soddisferà anche alcune esigenze del Dipartimento di Prevenzione e di Arpav. I requisiti del sistema informativo, descritti nel documento tecnico, traggono origine da un accurata analisi dei bisogni informativi dei Servizi delle ULSS per gestire con efficienza i processi di lavoro nonché per disporre di uno strumento di facile uso per gli utilizzatori, che semplifichi i rapporti tra pubblica amministrazione e l utenza e che fornisca alle strutture di governo regionale la possibilità di conoscere in tempo reale le attività svolte nel settore della prevenzione e i risultati conseguiti. Particolare attenzione è stata rivolta per garantire una corretta gestione sotto il profilo amministrativo degli atti in entrata e uscita dai servizi delle ULSS, alla gestione documentale e alla dematerializzazione di questi, all interfacciamento e integrazione con altre basi di dati e alla possibilità di sviluppare la cooperazione applicativa con altri Enti. Il sistema rappresenta inoltre uno strumento per accrescere, su base regionale, l uniformità delle procedure di lavoro, omogeneizzare l uso di check list e output documentali nonché per rendere fruibili on line, a tutti gli operatori, repository che raccolgono direttive, procedure operative e buone pratiche, facilitando in tal modo lo sviluppo del knowledge management. Il capitolo pianificazione, monitoraggio e valutazione delle attività è dedicato alla gestione efficiente e trasparente delle risorse dei Servizi di Prevenzione; in questo capitolo sono descritte le molteplici funzionalità di cui sarà dotato l applicativo per guidare gli operatori, nello svolgimento dei compiti assegnati, tramite l emissione di un foglio per il piano di lavoro individuale e di un agenda elettronica per la migliore gestione del tempo, delle scadenze e delle risorse strumentali a disposizione. Sono state anche previste funzionalità innovative che consentano l utilizzo dell applicativo da tablet, la georeferenziazione nonchè la possibilità di esportare le informazioni per generare le più disparate reportistiche e per poter trattare i dati con specifici software ad uso statistico epidemiologico. Va sottolineato che all applicativo viene richiesto il possesso della più avanzata tecnologia disponibile unita alla flessibilità per poter essere adattato alle diverse strutture organizzative presenti nelle ULSS nonché per consentire facili aggiornamenti in funzione di cambiamenti legislativi, organizzativi o di gestione dei processi di lavoro. PROGETTO COORDINAMENTO DELLE AZIONI DI PREVENZIONE E VIGILANZA IN MATERIA DI SICUREZZA ED IGIENE DEL LAVORO E DI REGOLARITA DEI RAPPORTI DI LAVORO NEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLA TERZA CORSIA DELL AUTOSTRADA A4 Per realizzare il progetto l impegno è stato dedicato prioritariamente a garantire il coordinamento delle attività di prevenzione tra gli Spisal delle ULSS 9, 10 e 12 tramite incontri per definire modalità omogenee di controllo e effettuando anche alcuni interventi congiunti. Scopo del coordinamento è anche quello di rendere meno dispersiva l attività degli Organi di controllo ed evitare inutili ridondanze verso i soggetti controllati al fine di liberare al massimo le risorse nel senso di una più ampia ottimizzazione delle attività di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 52

56 Nel corso delle attività di visita presso i cantieri, oltre alla normale attività istituzionale, sono state attivate forme di collaborazione volte allo scambio di informazioni e alla definizione di adeguate prassi di sicurezza. In questo senso, al fine di creare condizioni di trasparenza e collaborazione, la committenza del cantiere ha messo a disposizione degli organi di controllo un sito web protetto in grado di presentare un quadro costantemente aggiornato dell andamento e dell evoluzione del cantiere capace quindi di garantire efficacia e puntualità all operato degli Enti di vigilanza. Dopo una fase di sperimentazione, il sistema di coordinamento e di scambio di informazioni è divenuto operativo e l esperienza è stata presentata anche in sede di coordinamento provinciale ex art. 7 D. Lgs. 81/08 ove è stato approvato un documento che illustra il progetto; lo stesso documento (allegato 3) è stato anche sottoposto all attenzione del Coordinamento regionale. PROGETTO MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI SORVEGLIANZA SULLE MALATTIE PROFESSIONALI E SULLE MALATTIE CORRELATE AL LAVORO Il progetto è stato indirizzato all emersione delle patologie professionali di interesse poco o non segnalate (patologie cutanee, neoplasie laringee e dei seni nasali e paranasali, della vescica, patologie respiratorie non neoplastiche) diagnosticate in regime di ricovero. Le principali fasi del progetto sono state le seguenti: Creazione di un piccolo gruppo di lavoro (SPISAL, INAIL, Patronato) per l elaborazione dei contenuti dei seminari di approfondimento e delle linee operative per l emersione delle malattie professionali; Organizzazione di seminari monotematici insieme agli specialisti ospedalieri; Condivisione dei risultati e sensibilizzazione sul riconoscimento della possibile eziologia professionale delle malattie oggetto di ricovero ospedaliero; Presentazione materiale informativo e modulistica di segnalazione; Attivazione flusso informativo; Monitoraggio e consolidamento flusso informativo; Pubblicazione linee operative Divulgazione risultati alla Regione Veneto (Convegno 7 Dicembre 2013). Sensibilizzazione dei medici ospedalieri Nella complessità della normativa in materia di segnalazione di malattia professionale e nel particolare contesto territoriale in cui si trova ad operare, lo SPISAL ha dedicato particolare attenzione ad alcune e più rilevanti patologie con possibile genesi professionale. Sono quindi stati analizzati negli anni i principali punti critici nel flusso informativo. Considerando che il fine primo degli specialisti ospedalieri è la diagnosi e cura delle patologie, inevitabilmente l anamnesi lavorativa e la ricerca di un eventuale nesso di causa con il lavoro diventano aspetti secondari che difficilmente possono essere approfonditi in regime di ricovero e ancor di più in corso di visita ambulatoriale. Un medico ospedaliero può anche incontrare difficoltà nel riconoscere le malattie correlate al lavoro, in particolar modo, quelle a genesi multifattoriale per le quali è necessaria un attenta valutazione dei fattori di rischio lavorativi e quelli extralavorativi. Per le malattie oncologiche non è sempre facile attribuire un esposizione a cancerogeni professionali sulla base della conoscenza della sola mansione lavorativa. 53

57 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Per risolvere gran parte dei problemi citati, si è provveduto inizialmente a sensibilizzare gli ospedalieri sulla problematica delle malattie professionali realizzando incontri di gruppo per reparto interessato e successivamente organizzando seminari su patologie polmonari, osteoarticolari, gastrointestinali e dermatologiche nel corso dei quali, oltre all epidemiologia ed all analisi dei rischi lavorativi, sono stati forniti strumenti semplificati e condivisi per la segnalazione di malattia professionale. Ricerca attiva delle patologie professionali Analisi delle schede di ricovero L analisi delle schede di dimissione dei ricoveri ospedalieri tramite l accesso al sistema informativo aziendale, ha consentito di individuare i soggetti affetti da alcune patologie che per una significativa frazione etiologica potevano essere di origine professionale quali: asma bronchiale, tumori cutanei, ernia discale lombare, discopatia del tratto lombare, sindrome della cuffia dei rotatori, sindrome del tunnel carpale. Nel 2013 è stata condotta la ricerca attiva sui tumori vescicali, tumori della laringe e dei seni nasali e paranasali. Tale analisi ha permesso di selezionare i soggetti residenti nella ULSS di competenza che sono stati poi contattati telefonicamente per essere sottoposti ad una breve intervista sui rischi lavorativi. Nei casi in cui è stato evidenziato un possibile rischio professionale il soggetto è stato sottoposto a indagine di malattia professionale. Indagini di prevenzione e vigilanza Un'altra modalità di ricerca attiva è stata effettuata tramite la pianificazione di attività di vigilanza in aziende che con alta probabilità presentano rischi lavorativi in grado di causare specifiche patologie professionali. Ad esempio, partendo dai dati di letteratura che indicano l asma da farina come la forma di asma professionale più frequente, si sono ricercati insediamenti produttivi che utilizzano farina nel ciclo produttivo. All osservazione dello SPISAL prevengono casi in cui, nella pratica clinica, non viene approfondita la genesi della malattia sottovalutando gli elementi anamnestici che consentono l attribuzione della patologia a fattori di rischio lavorativo. Si rilevano anche casi in cui il sanitario, pur acquisendo il ragionevole sospetto che la patologia possa essere correlata al lavoro, non informa l Autorità Giudiziaria o lo SPISAL. Ne consegue che alcune malattie professionali non sono poste all attenzione di chi ha il compito di valutarle per intraprendere le successive azioni a carattere preventivo, giudiziario e assicurativo. Si è sviluppata negli anni su questo tema una proficua collaborazione tra gli SPISAL, le direzioni mediche ospedaliere, la Procura della Repubblica e l INAIL della Provincia di Venezia per ricercare soluzioni idonee a ridurre il fenomeno della sottonotifica di alcune patologie professionali. È stato necessario introdurre specifiche modalità operative tramite protocolli d intesa (nel 2007 e nel 2010) per rendere operativa ed efficiente l interazione tra l ospedale e lo SPISAL. In particolare si è convenuto, in accordo con la direzione medica ospedaliera, che nel caso di diagnosi di patologie che possono essere associate a determinate esposizioni professionali, venga effettuata dallo specialista una prima semplice verifica, su base anamnestica, dell associazione tra patologia e attività lavorativa svolta. Al riscontro di una possibile patologia correlata al lavoro il medico ospedaliero inoltra, tramite la direzione medica, segnalazione allo SPISAL. Quest ultimo provvede agli approfondimenti del caso eseguendo, se sussistono le motivazioni, un indagine di malattia professionale. Se l indagine si conclude con l accertamento del nesso eziologico tra esposizione professionale e patologia, il medico dello SPISAL adempie agli obblighi di legge esonerando da tale impegno il medico del reparto di diagnosi e cura. 54

58 Si è così consolidato un flusso informativo che inizia dalla segnalazione di sospetta malattia professionale da parte del medico ospedaliero attraverso la compilazione di specifiche schede. Queste sono trasmesse alla direzione medica, la quale provvede poi a registrare ed inviare i casi allo SPISAL. Il flusso informativo (Figura) si conclude con un ritorno di informazione sull esito degli accertamenti effettuati da parte dello SPISAL alla direzione medica ed al medico segnalatore. Ambulatorio ospedaliero Da settembre 2012, con l obiettivo di fornire al cittadino un servizio di migliore qualità accrescendo la collaborazione con i colleghi dei reparti di diagnosi e cura nonché per ridurre i tempi tra la segnalazione di sospetta malattia professionale e la raccolta dei dati anamnestici lavorativi, è attivo un servizio ambulatoriale di medicina del lavoro presso l Ospedale dell Angelo. Ciò ha consentito di agevolare l individuazione di sospette patologie professionali tra gli utenti dell ospedale e di assicurare un iter più veloce per l espletamento delle attività di medicina del lavoro e le incombenze medico-legali. Nel 2013 le attività di consulenza effettuate per i ricoverati hanno riguardato 23 soggetti all Ospedale di Mestre ed 1 soggetto presso l Ospedale Civile di Venezia. L ambulatorio dedicato è il N 57 del poliambulatorio dell Ospedale dell Angelo attivo ogni venerdì dalle alle Per questi soggetti sono state effettuate 22 visite mediche di medicina del lavoro, 1 questionario allergologico, 1 questionario mirato per esposizione ad amianto e 6 questionari ReNaM (mesotelioma pleurico). Le patologie neoplastiche valutate sotto il profilo del nesso eziologico sono state: 6 mesoteliomi pleurici, 8 tumori polmonari, 2 tumori epatici, 1 tumore pancreatico, 1 tumore della vescica. Le restanti patologie valutate sono state: 1 sospetta silicosi, 2 sospette neoplasie polmonari, 1 neuropatia periferica. 55

59 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana A seguito di questa attività sono state avviate 17 indagini di malattia professionale, 3 casi sono stati inoltrati alla ULSS di competenza. Analisi e risultati Nella nostra esperienza la modalità operativa nella ricerca di malattie professionali non note non può prescindere dalla tipologia di malattia in studio. Nel caso di patologie neoplastiche a sospetta origine professionale lo schema operativo proposto è il seguente: ricerca attiva preliminare tramite schede di dimissione ospedaliera (SDO) sensibilizzazione degli specialisti ospedalieri attraverso riunioni, audit e seminari tematici condivisione di un protocollo di scambio informativo con relativa modulistica visite di medicina del lavoro in regime di ricovero (ove possibile) monitoraggio del flusso informativo ed incontri periodici con gli specialisti In questo caso il medico che formula la diagnosi è lo specialista ospedaliero, il quale, opportunamente sensibilizzato sulle possibili cause professionali, nel corso dell anamnesi può raccogliere gli elementi di base per poter effettuare una prima correlazione tra patologia ed esposizione lavorativa e quindi effettuare la segnalazione allo SPISAL. Per patologie di tipo non neoplastico (malattie osteoarticolari, allergopatie, ecc.) appare più fruttuoso intraprendere la ricerca attiva con sopralluoghi nelle aziende a rischio. Queste devono essere individuate partendo dall analisi della letteratura scientifica che va confrontata con le realtà produttive del territorio. Ciò permette sia l emersione di patologie professionali disconosciute che l effettuazione di azioni correttive del rischio in azienda completando l azione di prevenzione. Conclusioni A conclusione dell esperienza condotta in questo biennio, si è riusciti a ottenere un incremento di segnalazioni ospedaliere intorno al 30% rispetto a quanto osservato nel 2010, anno considerato di riferimento. Le segnalazioni pervenute hanno riguardato prevalentemente patologie con esposizioni remote pertanto ai fini della vigilanza si è potuti intervenire solo nei casi in cui l attività produttiva era ancora attiva con rischio lavorativo presente. Persiste tuttora il divario tra la segnalazione delle patologie neoplastiche, ben rappresentate, e quelle non neoplastiche che sembrano essere ancora sottostimate. È emerso con chiarezza che per ovviare alla criticità della sottonotifica è necessario prima di tutto sensibilizzare le principali categorie di medici coinvolti nella diagnosi di malattie a sospetta origine lavorativa ovvero medici ospedalieri e medici di medicina generale. La sensibilizzazione è indirizzata a evidenziare l importanza di effettuare almeno una breve anamnesi lavorativa ed effettuare una prima correlazione tra esposizione lavorativa e malattia fin dal suo esordio. La tempestività di riconoscimento della possibile eziologia professionale permette una più completa raccolta di informazioni e documentazioni che agevola il successivo iter di riconoscimento assicurativo. Un altra criticità osservata è la difficoltà dell emersione di patologie in attualità di lavoro. I lavoratori possono avere il timore di incorrere in possibili contenziosi con il datore di lavoro ed i possibili rischi connessi a giudizi di inidoneità lavorativa in caso di denuncia della malattia. Opinione comune è che debbano essere attuati interventi legislativi di miglior tutela dei lavoratori affetti da patologie professionali, sia per quanto riguarda la conservazione del posto di lavoro, ove compatibile, sia per la possibilità di reimpiego dei lavoratori. Un altro punto critico è la qualità e l appropriatezza del documento di valutazione dei rischi (DVR) elaborato dalle aziende. 56

60 Spesso i rischi lavorativi sono sottostimati o non considerati. Le conseguenze sono sia un mancato riconoscimento assicurativo per impossibilità di dimostrare il rischio nell ambiente di lavoro che il possibile protrarsi dell azione patogena in azienda. Lo SPISAL in questo contesto può, come organo di vigilanza, intervenire sul luogo di lavoro per valutare sul campo la presenza e l entità del rischio e la congruità di quanto riportato nel DVR aziendale. In caso di inosservanze delle norme di igiene e sicurezza sul lavoro può agire concretamente tramite lo strumento della prescrizione. La complessità delle criticità rilevate porta a ritenere che sia necessario un forte impegno istituzionale per il miglioramento del sistema di tutela delle malattie professionali. Potrebbero essere introdotti fattori incentivanti la segnalazione (ad esempio direttive regionali d indirizzo alle ULSS), la tutela in termini di conservazione del posto di lavoro e possibilità di reimpiego, nonché la realizzazione di iniziative di prevenzione su tematiche prioritarie. PROGETTO DI CONTROLLO DEI SITI INDUSTRIALI ATTIVI O DISMESSI AD ALTO INQUINAMENTO AMBIENTALE (AMIANTO, PRODOTTI CHIMICI, CANCEROGENI) Il progetto si è posto due obiettivi: 1. definire strumenti per pianificare attività di controllo dell esposizione e dei livelli di protezione dei lavoratori potenzialmente esposti ad amianto; 2. definire standards di protezione dei lavoratori esposti a sostanze chimiche disperse nel terreno durante attività di bonifica (progetto pilota). Risultati conseguiti in merito al primo obiettivo Definire strumenti per pianificare attività di controllo dell esposizione e dei livelli di protezione dei lavoratori potenzialmente esposti ad amianto Attraverso l attività del gruppo di lavoro nominato ad hoc, composto da un dirigente SPISAL per ogni provincia del Veneto e da un rappresentante della Direzione Regionale Prevenzione, è stato aggiornato il censimento degli impianti industriali attivi interessati dalla presenza di amianto in matrice friabile. Tale censimento è stato condotto con le seguenti azioni: verifica dello stato in attività delle ditte censite dalla Regione nel 2001; censimento con questionario delle tipologie e quantità di materiali contenenti amianto presenti negli ambienti di lavoro di pertinenza di quelle risultate ancora attive; censimento con questionario delle tipologie e quantità di materiali contenenti amianto presenti negli ambienti di lavoro delle ditte committenti di lavori di bonifica di amianto friabile presenti negli archivi SPISAL; censimento con questionario delle tipologie e quantità di materiali contenenti amianto presenti negli ambienti di lavoro delle ditte elencate nelle relazioni annuali presentate dalle ditte specializzate in bonifica; elaborazione dei dati presenti nelle relazioni annuali delle ditte detentrici di materiali friabili contenenti amianto. I risultati del censimento sono riassunti nella tabella seguente. I dati relativi sono stati raccolti in un supporto informatico già trasmesso separatamente alla Direzione Regionale Prevenzione. I dati 57

61 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana così raccolti hanno costituito un materiale propedeutico all attività di mappatura dell amianto prevista dal D.M n 101. Tabella 1 Risultati del censimento delle ditte detentrici di materiali contenenti amianto ULSS SITI CENSIMENTO 2001 SITI CENSIMENTO 2001 CONFERMATI ATTIVI NUOVI SITI SITI TOTALI ATTUALMENTE PRESENTI TOTALE Risultati conseguiti in merito al secondo obiettivo Definire standards di protezione dei lavoratori esposti a sostanze chimiche disperse nel terreno durante attività di bonifica (progetto pilota) Questa articolazione del progetto ha riguardato la gestione del rischio chimico per i lavoratori impiegati nelle attività di bonifica dei siti contaminati. Il contesto è stato dunque quello di proprietari o gestori di siti contaminati che, sulla base della caratterizzazione sito specifica, della valutazione dello stato di contaminazione e dell analisi di rischio sanitario, hanno predisposto progetti definitivi di bonifica e appaltato i relativi lavori. Nell arco temporale del progetto tali bonifiche hanno riguardato anche la demolizione di un importante impianto chimico dismesso che è stato compreso nell ambito delle attività dello stesso. I cantieri di bonifica dei siti contaminati presentano molte similitudini con quelli di tipo civile ed edilizio. Tuttavia un analisi approfondita dei cicli lavorativi evidenzia aspetti peculiari attualmente poco considerati in relazione ai rischi per la salute legati alla presenza di agenti chimici, quantitativamente e qualitativamente molto variabile, nel suolo, nelle acque superficiali e profonde, nei rifiuti o all interno di impianti produttivi dismessi. Il presente progetto è stato essenzialmente finalizzato alla definizione di strumenti efficaci per la gestione del rischio per la salute da esposizione ad agenti chimici pericolosi per i lavoratori che interagiscono direttamente con le matrici ambientali contaminate. L attività si è dunque rivolta a coloro (datori di lavoro, committenti, figure professionali incaricate alla salute e sicurezza di cantiere, qualificate per la valutazione del rischio chimico in cantieri di bonifica ambientale) che si sono apprestati a prevenire il rischio chimico per gli addetti direttamente esposti ai pericoli derivanti dalla 58

62 presenza di agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni nei siti contaminati, definendo una serie di criteri metodologici di seguito schematicamente descritti. Nell ambito del progetto sono stati controllati 40 cantieri. Per le azioni di vigilanza sono stati effettuati 48 sopralluoghi e 64 riunioni di lavoro verbalizzate. Le attività hanno determinato la redazione di 11 atti di prescrizione e 17 di disposizione. Gli articoli del D.Lgs. 81/08 violati sono stati complessivamente 13, per un ammontare complessivo di di sanzioni, nel dettaglio riassunti con la tabella seguente. Articoli riscontrati violati nel corso delle ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2013 Articolo Argomento N % % cum. 225 Agenti chimici - misure specifiche di protezione e prevenzione 5 38,5 38,5 91 Cantieri Obblighi del coordinatore per la progettazione 2 15,4 53,9 18 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1 7,7 61,6 25 Obblighi del medico competente 1 7,7 69,3 26 Contratti d appalto Obblighi connessi 1 7,7 77,0 43 Gestione emergenze 1 7,7 84,7 92 Cantieri Obblighi del coordinatore per l esecuzione 1 7,7 92,4 226 Emergenze 1 7,7 100,0 Il ruolo aziendale dei soggetti contravventori è indicato nella tabella seguente. Ruolo aziendale dei contravventori(ispezioni di vigilanza sulle aziende effettuate nel 2013) Ruolo aziendale N % Datore di lavoro 9 69,2 Coordinatore per la progettazione 2 15,4 Coordinatore per l esecuzione 1 7,7 Medico competente 1 7,7 Attività lavorative in siti oggetto di bonifica I diversi processi di bonifica nei quali il trattamento delle matrici contaminate avviene nella loro sede geologica (processi in situ) comportano per gli operatori rischi di intensità differente, in ragione della maggiore o minore possibilità per gli operatori di venire in contatto con le matrici inquinate. Da questo punto di vista possiamo raggruppare le più usuali tecniche di bonifica nelle seguenti categorie. Attività che non comportano disturbo alla matrice ambientale (suolo, falda) contaminata Sono essenzialmente trattamenti di tipo chimico, fisico o biologico a ciclo chiuso; esempi di questo tipo riguardano l estrazione bifasica o multifasica (TPE, MPE) delle acque di falda, generalmente collegata a impianti di depurazione; tali tecniche non prevedono di norma rilevanti contatti diretti degli operatori con la matrice acquosa contaminata, se non in fase di installazione dei piezometri, né tanto meno la dispersione, mediante evaporazione, delle sostanze pericolose nell ambiente circostante. Attività che comportano basso disturbo alla matrice ambientale (suolo, falda) contaminata Si tratta di lavorazioni che comportano un contatto con la matrice contaminata ridotto al minimo come l iniezione di agenti ossidanti in terreni contaminati da idrocarburi, o la piantumazione (phytoremediation) di specie arboree in grado di accumulare metalli pesanti riducendone la concentrazione nel terreno; in questi casi l esposizione dei lavoratori è 59

63 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana limitata nel tempo e di intensità contenuta per le limitate necessità di movimentazione delle matrici inquinate. Attività che comportano elevato disturbo alla matrice ambientale (suolo, falda) contaminata Sono essenzialmente attività di estrazione e successiva separazione mediante scavo superficiale o profondo con smaltimento in discarica oppure con trattamento e successivo rinterro nel sito di origine, che in genere favoriscono maggiormente lo sviluppo e la dispersione di polveri, gas e vapori inquinanti nell ambiente circostante; gli operatori generalmente svolgono queste operazioni in modo non sporadico e per gran parte del turno lavorativo. Valutazione preliminare del rischio In tale valutazione preliminare si possono considerare le seguenti fasi. Identificare e classificare le sostanze pericolose L attività di caratterizzazione dell inquinamento chimico del sito permette di identificare le sostanze pericolose e procedere alla loro classificazione, ad esempio: metalli, idrocarburi e solventi organici alifatici, organici alifatici alogenati (in particolare clorurati), organici aromatici (BTEX), organici aromatici alogenati (cloro benzeni), idrocarburi policiclici pesanti e persistenti clorurati e non con o senza presenza di eteroatomi (diossine, dibenzofurani, IPA, PCB). Nell ambito dell identificazione delle sostanze pericolose si distingue il caso di presenza nel terreno di materiali contenenti amianto. Dal punto di vista dell igiene del lavoro, gli obiettivi principali della caratterizzazione sono quelli di definire se i materiali dispersi siano friabili o compatti e se vi sia presenza di fibre libere nel terreno, risultato di una possibile usura e disgregazione delle matrici. Questi dati hanno notevoli implicazioni dal punto di vista della definizione delle tecniche e modalità di bonifica e delle procedure di protezione dei lavoratori e dell ambiente. La valutazione della friabilità della matrice è possibile sui frammenti visibili applicando il criterio definito dal DM : i materiali friabili possono essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita. Anche nel caso in cui i frammenti visibili sono tutti compatti, ci si deve accertare che non vi siano fibre di amianto libere nel terreno non visibili macroscopicamente. Su questo ponto indicazioni più di dettaglio sono contenute nel Protocollo per la valutazione dell esposizione dei lavoratori addetti alla bonifica di siti industriali ad alto inquinamento chimico (allegato 1). Definire le sostanze rilevanti dal punto di vista espositivo e da prendere in particolare considerazione Sulla base delle analisi di caratterizzazione delle matrici ambientali che potrebbero entrare in contatto coi lavoratori, considerando le specifiche attività e mansioni previste dal progetto di bonifica (es. quale matrice, quale tecnica, quale profondità di scavo), come criterio di attenzione, si selezionano le diverse sostanze che singolarmente superano le concentrazioni di soglia definite nella colonna B dell allegato 5 del D.Lgs. 152/06. Vengono anche prese in considerazione le informazioni sulle proprietà chimico-fisiche e tossicologiche delle singole sostanze (tensione di vapore, volatilità, limiti di infiammabilità, lipofilicità, modalità di assorbimento, tossicità d organo acuta o cronica, cancerogenicità o mutagenicità) e le norme che ne regolamentano la manipolazione (obblighi legislativi specifici, presenza di un valore limite nazionale, europeo o internazionale, livello quantitativo di tale valore di riferimento, esistenza di uno STEL o Ceiling, classificazioni di cancerogenicità, annotazione di potenziale assorbimento cutaneo), in modo da concentrare l attenzione sulle sostanze chimiche che presentano maggiore potenzialità lesiva. 60

64 Valutazione approfondita del rischio In generale, la valutazione dell esposizione potrà essere condotta attraverso due tipologie di misure: il monitoraggio ambientale, effettuato a mezzo di campionamenti dell aria preferibilmente personali secondo le norme riportate in allegato XLI al D.Lgs. 81/2008, in particolare secondo la norma UNI EN 689:1997 e correlate; il monitoraggio biologico, per le sostanze aventi un indice biologico di esposizione (BEI) specifico. Nel condurre tali monitoraggi è raccomandabile la consulenza di laboratori accreditati per gli specifici metodi che si affidino a metodiche codificate, validate e di sufficiente sensibilità in relazione a VL e BEI. Monitoraggio ambientale I criteri con cui vengono effettuati i campionamento ambientali e personali rappresentano forse l aspetto più critico della misura, soprattutto in relazione alla necessità di determinare la potenziale esposizione del lavoratore in modo accurato e realistico. Da questo punto di vista è doveroso fare riferimento alla norma UNI EN 689/1997. L esperienza relativa al presente progetto dimostra la migliore capacità del campionamento personale rispetto al campionamento ambientale di far emergere situazioni di rischio espositivo per lavoratori direttamente esposti alle matrici contaminate. Durante le operazioni di cantiere, i singoli inquinanti vanno campionati in particolare in prossimità dei punti di maggiore concentrazione nelle matrici ambientali oggetto della bonifica. In caso di terreni caratterizzati da concentrazioni elevate di famiglie di inquinanti dei quali però non fosse nota la caratterizzazione per singolo congenere, in assenza della quantificazione delle singole sostanze, al fine di ottemperare a un obbligo legislativo cogente, si ddeve prevedere il monitoraggio delle singole specie chimiche classificate come cancerogene o per le quali l allegato XXXVIII del D.Lgs. 81/2008 preveda il VL di esposizione. Monitoraggio biologico Il monitoraggio biologico è un utilissimo strumento integrativo del monitoraggio ambientale, necessario soprattutto quando, per talune sostanze chimiche pericolose, sia prevedibile la possibilità di assorbimento cutaneo. Esso inoltre consente di verificare a valle l efficacia delle misure protettive messe in atto per ridurre l esposizione. Il criterio generale è di confrontare i valori degli indicatori riscontrati nei fluidi biologici dei lavoratori esposti con i limiti di riferimento (BEI) fissati dalla normativa italiana (allegato XXXIX D.Lgs. 81/2008) o indicati da organismi scientifici internazionalmente riconosciuti (in particolare ACGIH). Per meglio valutare i livelli di esposizione a tossici attraverso gli indicatori biologici è anche raccomandabile il confronto con i limiti superiori attesi per la popolazione non esposta definiti dalla Società Italiana Valori di Riferimento (SIVR). Controllo del rischio Per rendere efficace le attività di controllo sui rischi chimici presenti nei cantieri di bonifica, il coordinamento delle attività di cantiere deve prevedere l elaborazione di una specifica procedura di gestione dei dati ambientali e biologici che definisca le modalità, i tempi e le responsabilità del processo di valutazione di tali parametri, dal campionamento alla lettura del risultato, in modo che la risposta pervenga al valutatore nel più breve tempo possibile e divenga un efficace strumento di 61

65 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana gestione del rischio. La procedura definisce, sulla base dei riscontri, i livelli di azione rispetto ai risultati analitici riscontrati e specifiche misure di prevenzione e protezione o di allontanamento dal rischio. In particolare, nel caso del monitoraggio biologico, la procedura definisce tempi e responsabilità per: prelievo campione, consegna al laboratorio, analisi e refertazione, lettura del referto, comunicazione dei casi di superamento dei livelli di soglia definiti, allontanamento dal rischio e protocollo di sorveglianza sanitaria specifica per i soggetti su cui si riscontra il superamento di tali livelli di soglia. Per i monitoraggi delle esposizioni inalatorie, invece, i livelli di intervento sono definiti dalla normativa di riferimento (D.Lgs. 81/2008 e UNI EN 689/1997 all. C). Per i monitoraggi biologici suggeriamo azioni di allontanamento dal rischio e protocolli di sorveglianza sanitaria per i soggetti su cui si riscontra il superamento del 50% del BEI. Dispositivi di protezione Le strategie per minimizzare l esposizione a sostanze chimiche degli operatori nelle attività di bonifica comprendono sistemi di protezione collettiva e dispositivi di protezione individuale (DPI). Sistemi di protezione collettiva Hanno l obiettivo di limitare la propagazione di polveri e vapori con la ventilazione naturale. Il sistema più semplice è l utilizzo di reti antivento ai margini delle zone di lavoro, preferibilmente di maggiore altezza rispetto a quelle di uso comune. È anche utile la copertura con teli plastici dei cumuli di terra o degli scavi non attivi eventualmente presenti nei siti di bonifica. In caso di inquinamenti di particolare intensità, è raccomandabile l utilizzo di macchine operatrici con cabina pressurizzata e climatizzata, dotate di filtri antipolvere ad alta efficienza (HEPA) con eventuale aggiunta di filtri specifici se le necessità di protezione coinvolgono sostanze volatili. In assenza di tali dispositivi, l operatore della macchina dovrà utilizzare adeguati DPI e dovrà essere prevista una specifica procedura di controllo e sanificazione delle cabine al termine del lavoro. L abbattimento delle polveri e dei vapori ad umido è realizzabile attraverso la semplice bagnatura dei terreni da movimentare. In caso di inquinamento da amianto è raccomandabile l utilizzo in soluzione di sostanze inglobanti. Per abbattere le polveri sono utilizzati apparecchiature di nebulizzazione dell'acqua in grado di ottenere l effetto desiderato anche ad una notevole distanza dal punto di emissione, con notevole risparmio idrico. Le precauzioni di carattere gestionale, procedurale e organizzativo sono: prevedere specifici momenti di formazione sui rischi di ogni cantiere e sulle procedure di sicurezza definite; ridurre al minimo il numero dei lavoratori esposti, come anche la durata dell esposizione; prevedere spogliatoi con rigida separazione tra indumenti da lavoro e indumenti civile e con servizi igienici adeguati; progettare un efficiente sistema di viabilità interna in grado di ridurre la cross contaminazione; evitare di fumare, bere o mangiare all interno delle aree a rischio; provvedere alla pulizia delle cabine di guida e dei pneumatici dei mezzi di cantiere; verificare periodicamente l efficienza delle attrezzature e dei dispositivi di sicurezza del cantiere. 62

66 DPI Per quel che riguarda i DPI è necessario valutare l impiego di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con particolare attenzione alla scelta del tipo di filtro nel caso di sostanze volatili e/o del grado di protezione adatto al tipo e grado di polverosità, indumenti per la protezione chimica, guanti, calzari, protettori oculari scelti accuratamente in base alle specifiche condizioni di rischio, valutando con attenzione le caratteristiche tecniche e le capacità protettive di questi. Va prevista specifica formazione e addestramento sul loro utilizzo. Output A conclusione delle attività del progetto sono stati elaborati i seguenti documenti. Protocollo per la valutazione dell esposizione dei lavoratori addetti alla bonifica di siti industriali ad alto inquinamento chimico: strumento di orientamento a buone pratiche di prevenzione rivolto agli attori della sicurezza nei cantieri; tale documento può costituire anche un utile guida all azione di vigilanza degli SPISAL in simili contesti di lavoro. Flow chart: schematizza il processo di valutazione e controllo del rischio chimico in questi contesti Relazione sulla valutazione del rischio chimico per gli addetti alla bonifica dei terreni nei siti industriali ad alto inquinamento ambientale Pubblicazione: Esposizione professionale a mercurio durante la demolizione dell impianto Cloro-Soda del Petrolchimico di Marghera, Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene 2013, 4 (2): L esperienza maturata nel campo della prevenzione dai rischi chimici durante le attività di movimento terra in numerosi cantieri ha determinato il coinvolgimento del gruppo di progetto in collaborazioni scientifiche di livello nazionale con INAIL Settore Ricerca, Dipartimento Installazioni di Produzione e Insediamenti Antropici (DIPIA) nell ambito della prevenzione in opere di bonifica ambientale portando anche un contributo alla redazione del manuale operativo Il rischio chimico per i lavoratori nei siti contaminati. 63

67 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana IL SISTEMA OPERATIVO INTEGRATO (SOI) NEL PORTO DI VENEZIA Il coordinamento del SOI ha tenuto nel 2013 tre riunioni con i componenti dell organismo stesso nel corso delle quali è stata dedicata particolare attenzione ai seguenti temi: Realizzazione in primavera d indagine ambientale su polveri aerodisperse; l indagine è stata effettuata in collaborazione tra ARPAV, Spisal, A.P. e A.M. I risultati sono descritti in allegato 2 Rischi lavorativi da polveri aerodisperse: prevenzione nelle attivita' di movimentazionemerci polverulente in ambito portuale ; Campagna di prevenzione e vigilanza sulla manutenzione dei mezzi operativi in uso nei terminal realizzata in collaborazione tra Spisal e Autorità Portuale, di seguito dettagliatamente descritta; Condizioni campagna di prevenzione e vigilanza per verifica rispetto orari, turni di lavoro e norme contrattuali nelle operazioni portuali affidate a lavoratori interinali e in zona industriale a cura della Direzione territoriale del Lavoro; E stata inoltre data adesione al progetto INAIL modalità operative per l accesso di operatori in stiva con uso attrezzature di sollevamento non previste per movimentare persone dalla cui realizzazione potranno venire indicazioni utili a definire le modalità di utilizzo in sicurezza delle gru portuali per il trasferimento dei lavoratori tramite ceste/gabbie da banchina a stiva; Raccolta ed elaborazione delle denunce di patologie professionali asbesto correlate in lavoratori portuali, pervenute a questo Servizio nel periodo ; Partecipazione al safety day 2013 nel corso del quale è stata presentata una relazione di sintesi sull attività svolta dal SOI nel periodo Nel 2013 il Servizio ha presidiato con continuità le aree produttive portuali effettuando complessivamente 34 accessi di vigilanza nel corso dei quali si è provveduto a controllare che le operazioni più critiche venissero svolte in sicurezza e nel rispetto della normativa. Si è inoltre mantenuto l impegno di verificare che i sistemi di gestione salute e sicurezza adottati recentemente da tutte le ditte portuali venissero applicati con efficacia e che le aziende provvedessero all aggiornamento e al miglioramento nel tempo. CAMPAGNA SICUREZZA MACCHINE OPERATRICI ALL INTERNO DEL PORTO COMMERCIALE DI VENEZIA Il Servizio ha svolto una campagna di vigilanza nel Porto Commerciale di Marghera per verificare la sicurezza delle macchine operatrici, utilizzate nella movimentazione delle merci in transito nei terminal. Tale iniziativa è stata sviluppata nell ambito dell attività di vigilanza programmata dal Sistema Operativo Integrato (S.O.I.) 2, e sulla base delle richieste, segnalate dai lavoratori portuali e dai loro 2 Sistema Operativo Integrato Sicurezza Porto di Venezia, istituito con Protocollo di Intesa per la Pianificazione di Interventi in Matteria di Sicurezza del Lavoro nel Porto di Venezia del 12/02/2008; il coordinamento è stato affidato all ASL 12 Veneziana 64

68 rappresentanti di sito, per la verifica sullo stato di manutenzione dei mezzi utilizzati nelle aree operative di banchina. La campagna è stata pianificata dal Servizio unitamente all Autorità Portuale di Venezia (A.P.V.), con la partecipazione attiva dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) e dei Responsabile dei Servizi di Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.) delle Aziende terminaliste. L iniziativa è stata oggetto di dettagliata e preventiva informativa a tutte le aziende terminaliste nell ambito degli incontri del S.O.I.. In sinergia con l Ente portuale, è stata elaborata una lista di controllo 3, utilizzata per uniformare le verifiche sullo stato di manutenzione delle macchie operatrici. I due Enti hanno operato nel rispetto delle specifiche competenze previste dalle normative vigenti. La lista è stata predisposta in due parti, di cui una dedicata alle verifiche tecniche, l altra alle verifiche del Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute nei Luoghi di Lavoro (SGS), limitatamente al processo di manutenzione delle macchine. Lo SPISAL ha controllato 10 aziende terminaliste dove si movimentano containers, materiale siderurgici (coils, pani di ghisa, billete) e altre merci alla rinfusa. In ciascun terminal portuale sono state scelte a campione le attrezzature operative al momento del sopralluogo: Reach Stacker; Fork lift; Muletto/Carrello elevatore; Pala meccanica; Escavatore; Ralla; Motrice; Locomotore. L attività ha riguardato una verifica visiva dello stato di manutenzione delle macchine: rotture/deformazioni della carrozzeria; consumo dei pneumatici, dispositivi luminosi di segnalazione/illuminazione; specchietti retrovisori esterni; cabina di guida/manovra e modalità di accesso. Alla verifica dei mezzi meccanici sul campo, è seguita quella documentale di accertamento della dotazione dei libretti d uso e manutenzione, delle modalità di registrazione delle verifiche ordinarie/straordinarie previste dalle normative vigenti. Associata a questa fase di controllo vi è stata la verifica del sistema gestione del processo manutenzione delle macchine operatrici precedentemente controllate. Gli accertamenti hanno riguardato la pianificazione della manutenzione con relativi programmi e tempi d intervento, la realizzazione e la registrazione degli stessi. Nei terminal in cui la manutenzione era affidata a ditte terze, si è presa visione del DUVRI 4 (Documento Unico di Valutazione Rischi Interferenziali) che il committente ha l obbligo di redigere per lavori dati appalto. Le macchine operatrici controllate unitamente all APV sono state in totale 35, delle quali 17 sono risultate in buono stato di conservazione e di manutenzione pari al 49% e 18 (51%) presentavano carenze di vario genere. 3 Lista di controllo sicurezza macchine operatrici edizione D.Lgs. 81/08, Articolo 26, comma. 65

69 RAPPORTO DI SERVIZIO 2013 SPISAL U.L.S.S. 12 Veneziana Per quanto concerne le carenze della manutenzione queste riguardavano prevalentemente i seguenti apparati: dispositivi di segnalazione acustica e luminosi; specchietti retrovisori; sistemi per l accesso al posto di manovra; pneumatici. Mentre nelle cabine di guida dei mezzi, si sono riscontrate ammaccature del telaio di non grave entità, l usura delle spazzole dei tergicristalli, dei sedili e delle cinture di sicurezza. I documenti organizzativi della manutenzione hanno evidenziato che solo alcuni terminal erano dotati di check list per la segnalazione, ad inizio/fine turno, delle anomalie riscontrate dagli operatori utilizzatori.. 66

70 Dall analisi delle tipologie di macchine rappresentate nel grafico successivo, in funzione delle carenze riscontrate, si evidenzia che: le Fork lift presentano carenze in 5 casi su 7 pari al 71%; le Reach-stacker 3 su 5 pari a 60%; i rimorchi e i muletti 2 su 3 pari a 67% dei casi; le pale meccaniche 2 su 5 pari al 40%. Le tre ralle e l unico escavatore esaminati hanno presentato carenze nella cabina e usura dei dispositivi esterni. Le sei gru e i due locomotori controllati sono risultati conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle disposizioni legislative e regolamentari 5 in vigore. La campagna ha indotto una serie di miglioramenti nell ambito della gestione della sicurezza macchine e una maggior sensibilizzazione della sicurezza in ambito portuale. Il Servizio ha verificato in alcuni terminal un buon livello di gestione della manutenzione, le cui procedure e modulistiche sono state prese a modello e proposte ad altri terminal per la sperimentazione propedeutica all adozione. A distanza di alcuni mesi si è verificato che alcuni terminal hanno formalmente ed efficacemente attuato i miglioramenti indicati dallo Spisal. I risultati osservati in corso d opera e quelli raggiunti si possono sintetizzare nelle seguenti azioni: Miglioramento del processo manutenzione mediante l adozione di chek list di controllo, registrazione delle attività svolte e adozione di moduli per la segnalazione delle disfunzioni/guasti e gestione di queste. Condivisione delle buone pratiche e promozione delle stesse presso i terminal del Porto Commerciale di Venezia stimolando le aziende a uniformare i Sistemi di Gestione della Sicurezza. 5 D.Lgs. 81/08 art. 70, comma 1 67

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