Devianza e criminalità
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- Orlando Grimaldi
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1 Devianza e criminalità 1
2 In generale, in sociologia, nei confronti della devianza, bisogna essere imparziali: non bisogna trattare la devianza come anormalità! DEVIANZA: comportamento che si discosta dalle norme di un gruppo, e a causa del quale l individuo che lo compie può venire isolato, o sottoposto a trattamento curativo, correttivo, punitivo. 2
3 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 La devianza indica ogni atto o comportamento (anche se solo verbale) di una persona o di un gruppo, che viola le norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a qualche forma di sanzione 3
4 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 La devianza non è una proprietà di certi atti o comportamenti, ma una qualità che deriva dalle risposte, dalle definizioni e dai significati attribuiti a questi dai membri di una collettività (o dalla grande maggioranza di questi). Questa idea è stata espressa bene da Durkheim non bisogna dire egli osservava nel 1893 che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché urta la coscienza comune. Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo. 4
5 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Concezione relativistica della devianza Un atto per essere considerato deviante deve essere riferito al contesto socioculturale in cui ha luogo; un comportamento considerato deviante in un paese, in una determinata società o contesto sociale può essere, invece, accettato e considerato molto positivamente in un altro. 5
6 Componenti della devianza PERSONA NORMA GRUPPO DEVIATA ASPETTATIVA CHE REAGISCE immaginate una società di santi, un chiostro esemplare e perfetto: i reati propriamente detti saranno qui ignoti; ma le colpe che sembrano normali al volgo faranno lo stesso scandalo che il delitto ordinario produce sulle coscienze ordinarie. (Emile Durkheim) 6
7 La vita sociale è governata da norme, cioè regole di comportamento che vigono all interno di un gruppo sociale o di una società. Solitamente siamo indotti a rispettare queste norme, perché: - siamo stati socializzati al loro rispetto e le abbiamo interiorizzate; - sono rafforzate da delle sanzioni. Le sanzioni si distinguono in: - positive: ricompensano chi rispetta la norma; - negative: puniscono chi non rispetta la norma; E in: - formali: se applicate da specifiche autorità a ciò preposte (es. polizia, tribunali); - informali: reazioni più spontanee e meno organizzate. 7
8 La devianza è la non conformità a una norma o complesso di norme accettate da un numero significativo di individui all interno di una collettività. Il deviante è chi non rispetta una norma di qualche tipo. La maggior parte di noi, in certe occasioni, trasgredisce norme di comportamento generalmente accettate. Nessuna società può essere facilmente suddivisa tra coloro che si attengono alle norme e coloro che non le rispettano. Quando la devianza non riguarda un singolo individuo, ma un gruppo sociale si parla di subcultura deviante. 8
9 Devianza e criminalità spesso coincidono, ma non sono sinonimi. Il concetto di devianza è più ampio, poiché la criminalità si riferisce a quei comportamenti che violano la legge. Devianza Criminalità comportamento non conforme a una norma sociale comportamento che viola la legge reato Sociologia della devianza Criminologia 9
10 SANZIONI: reazioni degli altri al comportamento dell individuo e che ha lo scopo di assicurare il rispetto di una data norma. DETERRENZA: LEGGI: norme emanate dagli stati e che i cittadini devono rispettare, pena la sanzione formale REATO: qualsiasi tipo di comportamento contrario alla legge PUNIZIONI: che hanno avuto sempre una loro evoluzione storica 10
11 Per devianza si intende comunemente ogni atto o comportamento (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le norme di una comunità e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di sanzione. L azione non è deviante per una proprietà intrinseca ma in funzione del contesto sociale, e delle sue norme, nel quale viene eseguita. Durkheim spiegò che un atto è criminale perchè urta la coscienza comune e non viceversa: non è quindi il reato che definisce la sanzione, ma è la sanzione che stabilisce così il reato. Bisogna tener conto, dunque, per definire un azione come deviante le variabili del contesto storico, politico e sociale e della situazione. In altre parole un atto può essere considerato deviante solo in riferimento al contesto socio-culturale in cui ha luogo. Se si eccettuano alcuni universali culturali, come ad esempio l'incesto, il furto o l'omicidio tra membri dello stesso gruppo, lo stupro, qualsiasi atto deviante dipende dal contesto che lo sanziona come tale. 11
12 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 UNIVERSALI DEL COMPORTAMENTO: Il tabù dell incesto implica la prescrizione dell esogamia (sposarsi al di fuori del gruppo ristretto dei parenti), presentandosi come un espressione fondante di un sistema di comunicazione, di alleanze e di scambio tra gruppi. Lo stupro (o violenza sessuale o violenza carnale) è, secondo la definizione del codice penale italiano], la costrizione mediante violenza o minaccia a compiere o subire atti sessuali. Il furto e l omicidio nello stesso gruppo. 12
13 Classificazione della devianza 1. Crimini e delitti (omicidi, furti, crimini dei colletti bianchi, bande): 2. Suicidio; 3. Abuso di droga (leggere e pesanti); 4. Trasgressioni sessuali (prostituzione, omosessualità, pornografia, pedofilia ); 5. Devianze religiose (stregonerie, eresie, settarismo religioso ); 6. Malattie mentali; 7. Handicap fisici (minorazione, deficit, handicap). 13
14 Gradazione della devianza scala del volontarismo del comportamento deviato 1. Devianti subculturali 2. Trasgressori 3. Individui con disturbi di comportamento 4. Handicappati 14
15 Devianti subculturali non conformisti, minoranze attive, individui che mettono chiaramente in questione la legittimità delle norme che violano. Si sforzano di promuovere delle norme e dei valori sostitutivi, ed operano in tl senso. Terroristi, dissidenti, membri di sette religiose. Si assumono la responsabilità della loro devianza e ne rivendicano la legittimità. 15
16 Trasgressori sono i devianti che violano deliberatamente una norma della quale, però, ne riconoscono la validità. Essi non agiscono per principio, ma per interesse o per opportunismo o, anche, lasciandosi trasportare dalla passione o dalla concupiscenza. 16
17 Individui che hanno disturbi di comportamento zona intermedia in cui il carattere volontario dell atto non è né scontato, né escluso: gli alcolisti e i tossicomani agiscono, almeno nelle prime fasi della loro evoluzione, in modo volontario, ma se si instaura la dipendenza essi cessano di essere davvero liberi. Allo stesso modo esistono disturbi mentali come la nevrosi, sociopatia, disturbi caratteriali, bipolarismo, schizofrenia, ecc., nelle quali è difficile distinguere la parte della compulsione da quella della determinazione. 17
18 Handicappati si abbandona definitivamente il campo dell azione volontaria quando si tratta di sordi, ciechi, gobbi, paraplegici, debilitati, malati mentali, il cui disturbo risulta da una lesione biologica. L aspetto della devianza, in questo caso, è quello dello sviluppo dell interazione, della stigmatizzazione, delle strategie relazionali, ecc.. 18
19 Teorie sulla devianza 19
20 1. Scuola classica 2. Scuola positiva 3. Teoria dell anomia tensione 4. Teoria del controllo sociale 5. Teoria della subcultura - Teoria dell associazione differenziale 6. Teoria dell etichettamento 7. Teorie razionali 20
21 Cesare Beccaria (1738/1794) Jeremy Bentham (1748/1832) 1 - La Scuola Classica (XVIII secolo) Si opponevano alla natura capriocciosa e arbiraria del sistema giudiziario: 1. Utilitarismo 2. Diritti civili 3. Due process of law 4. Regolamentazione della prova e della testimonianza 5. Certezza della sentenza 6. deterrenza 21
22 Concezione che gli esseri umani, come persone razionali, sono in grado di esprimere una libera scelta Proponevano di basare sia le leggi, sia l amministrazione giudiziaria sulla razionalità e sui diritti umani: due criteri che all epoca non erano applicati 22
23 utilitarismo Idea della maggior quantità di bene per il maggior numero di persone 23
24 Diritti civili Mai in precedenza considerati ed in maniera diffusa 24
25 Due process of law L azione giudiziaria e penale deve essere sottoposta al dettato della legge, in modo da ridurre al minimo (se non eliminare) l arbitrarietà delle decisioni prese dal giudice. 25
26 Regolamentazione della prova e della testimonianza - Codice di procedura - prove raccolte a partire dai fatti - eguaglianza mantenuta 26
27 Certezza della sentenza - Calcolo felicifico: - combinazione elaborata di punizioni che dovevano tenere conto di un insieme di piacere, dolore e circostanze attenuanti. Come calcolare la quantità di punizione necessaria per controbilanciare correttamente il vantaggio ottenuto da un azione criminale 27
28 Deterrenza: ogni individuo avrebbe dovuto essere in grado di ponderare il piacere da trarre da un comportamento illegale, rapportandolo con la punizione (dolore) decretata dalla legge, e in seguito decidere di agire. - celerità - certezza - severità 28
29 Celerità È la rapidità con cui una punizione viene applicata. Quanto più rapidamente una punizione fa seguito ad un reato, tanto migliore sarà il suo risultato. 29
30 Certezza Rendere una punizione certa ogni volta che viene commessa un azione indesiderabile. 30
31 Severità È la quantità di dolore da infliggere a quanti commettono reati. Quanto maggiore sarà la potenziale severità, tanto più una persona razionale si dovrebbe astenere dal violare la legge. 31
32 È chiaro che Beccaria e Bentham vedevano maggiori probabilità che la deterrenza agisse quando celerità e certezza erano massimizzate. La severità, d altro canto, era vista come meno importante, come qualcosa da utilizzare unicamente nel caso in cui celerità e certezza fossero insufficienti. Era inoltre pericoloso fare affidamento sulla severità: c è il rischio che le punizioni troppo severe inducano i cittadini a considerare dispotico il governo e a divenire indisciplinati. 32
33 La più importante spiegazione del comportamento umano edonismo Spiegazione del comportamento umano in base alla quale gli individui agiscono automaticamente in modo da massimizzare il piacere e minimizzare il dolore. Bentham (1789). Uno dei principali punti di vista filosofici era basato sui cosiddetti diritti naturali, e giustificava l esistenza dello stato in base ad un contratto sociale, stipulato tra esso e i cittadini (John Locke). 33
34 Derivante dall Illuminismo Dignità umana Derivante dall Illuminismo Montesquieu Rousseau Hobbes La crescita di interesse nell umanità in quanto tale creò le condizioni per migliorare le condizioni sociali, rendendo possibile la nascita delle scienze sociali 34
35 Esistono diversi approcci allo studio della devianza e della criminalità: - biologico; - psicologico; - sociologico. Le principali prospettive in cui si articola l approccio sociologico sono: - teorie funzionaliste; - teorie interazioniste; - teorie del conflitto; - teorie del controllo sociale. 35
36 Positivismo (1800) Fiducia nel progresso scientifico e tentativo di applicare il metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e della vita umana Nasce in Francia con Auguste Comte 36
37 Positivismo in criminologia Approccio che studia il comportamento umano attraverso l uso del metodo scientifico tradizionale Osservazione sistematica Accumulazione di prove e di fatti obiettivi 37
38 Contesto culturale La scienza diventa uno strumento importante per gli studiosi; Progresso delle comunicazioni; Trasformazioni delle aristocrazie fondiarie in società complesse, urbane ed industrializzate; Filosofia positiva (sociologia) che sottolineava l importanza delle esperienze verificate e sistematizzate rispetto alle pure speculazioni (metafisica); Esseri umani ritenuti responsabili dei loro destini, e in grado di adattare i loro comportamenti e le istituzioni sociali per creare una società che soddisfacesse le loro aspirazioni; Altro importante ingrediente nell ascesa della criminologia positivista fu il concetto di evoluzione, che emerse prima ancora degli scritti di Darwin; Emergere dell antropologia studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella societa' 38
39 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 L approccio biologico rappresenta uno dei primi tentativi di studio della devianza: alcune caratteristiche innate degli individui sono viste come cause del comportamento deviante e criminale. I principali esponenti furono: - Cesare Lombroso: i criminali sono individui biologicamente degradati o minorati e possono essere identificati da certe caratteristiche anatomiche (es. forma del cranio e della fronte); - W.H. Sheldon: i tipi muscolosi e attivi (mesomorfi) sono più aggressivi e quindi hanno maggiori probabilità di diventare criminali rispetto ai tipi più magri (ectomorfi) o ai tipi più grassi (endomorfi). 39
40 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 ENDOMORFO: corpo soffice e tondeggiante, tende ad essere socievole, accomodante e indulgente con se stesso MESOMORFO: corpo duro ed angolare, tende ad essere irrequieto, energico ed insensibile ECTOMORFO: corpo sottile e fragile, tende ad essere introspettivo, sensibile e nervoso 40
41 L approccio psicologico ricerca la spiegazione della devianza concentrandosi sui tratti della personalità dell individuo. Personalità psicopatica Lo psicopatico è una persona chiusa e incapace di emozione, che agisce d impulso e raramente avverte un senso di colpa. Gli individui che presentano tratti piscopatici commettono talvolta reati violenti. Le teorie psicologiche spiegano solo alcuni aspetti della criminalità, poiché esistono molti tipi di reati e tutte le persone che li commettono non hanno le stesse caratteristiche psicologiche. 41
42 I conflitti di personalità sono causa di devianza. Freud Gran parte del nostro senso morale deriva dalle autolimitazioni che apprendiamo da bambini nella fase edipica dello sviluppo; a causa del tipo di rapporto che hanno con i genitori, alcuni bambini non arrivano a sviluppare queste autolimitazioni. 42
43 Approccio sociologico Le teorie funzionaliste (1) considerano la devianza e la criminalità come il risultato di tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all interno della società. 43
44 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria della tensione Importanza del concetto di anomia = mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti individuali. la devianza e la criminalità sono il risultato di tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all interno della società. Fra i principali esponenti: - E. Durkheim - R. K. Merton 44
45 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Emile Durkheim La devianza è il risultato dell anomia, ossia della caduta di valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di riferimento La devianza è inevitabile, in quanto non può esistere un consenso totale sui valori e le norme che regolano la società La devianza ha anche effetti positivi e inaspettati, in quanto rafforza la solidarietà e i sentimenti condivisi da un gruppo 45
46 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Anomia e devianza (1.1) La teoria della devianza di Durkheim Concetto di anomia : caduta di valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di riferimento. La devianza è un fatto sociale inevitabile - nessuna società raggiunge un consenso totale sui valori e le norme che la governano; - il mondo moderno lascia più spazio alle libere scelte individuali meno conformismo. 46 necessario - forza innovatrice (funzione adattiva); - sollecita una risposta collettiva che rafforza la solidarietà di gruppo ed esplicita le norme sociali (definizione dei confini).
47 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Anomia e devianza (1.2) La teoria della tensione di R.K. Merton individua nella struttura della società stessa la fonte del comportamento criminale. Riprende il concetto di anomia riferendolo alla tensione cui è sottoposto il comportamento individuale quando norme e realtà sociale entrano in conflitto. Nelle società industrializzate, esiste un conflitto fra: mete culturali valori solitamente accettati del successo materiale. 47 mezzi istituzionalizzati autodisciplina e duro lavoro.
48 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Merton individua cinque possibili reazioni alla tensione fra mete culturali e mezzi istituzionalizzati: Metodi di adattamento Mete culturali Mezzi istituzionalizzati Conformismo + + Innovazione + Ritualismo + Rinuncia Ribellione + / + / Legenda: + significa accettazione ; ( ) significa rifiuto ; (+/ ) significa rifiuto di mete o mezzi dominanti e sostituzione con nuove mete e nuovi mezzi. Fonte: R.K. Merton, Social Theory and Social Structure, Glencoe, Ill., The Free Press, 1949, trad. it. Teoria e struttura sociale, Bologna, Il Mulino,
49 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria del controllo sociale Tale teoria si basa sull idea che le persone generalmente si comportano in maniera conforme alle norme, perché esistono dei meccanismi di controllo sociale che interdicono l azione deviante. Tali meccanismi di controllo possono essere: - esterni (sorveglianza esercitata dagli altri) - interni diretti (imbarazzo, vergogna che prova chi trasgredisce) - interni indiretti (legame a figure autorevoli di riferimento) 49
50 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Secondo lo studioso americano Trevor Hirschi, il più autorevole esponente di questa teoria, una persona compie un reato quando il vincolo che lo lega alla società è molto debole. Hirschi individua quattro tipi di vincoli che legano l individuo alla società, promuovendo così un comportamento rispettoso della legge: - l attaccamento - l impegno - il coinvolgimento - le credenze 50
51 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, L attaccamento ai genitori o agli insegnanti = quanto più un individuo è legato a queste persone, tanto più difficile è che compia delle azioni che essi disapprovano - L impegno nel perseguimento degli obiettivi convenzionali = il successo scolastico, l affermazione professionale, la reputazione sociale. Quanto maggiore è l energia che un individuo ha investito nel raggiungimento di questi obiettivi, tanto più difficile è che egli rischi di perdere, violando le norme, tutto quanto ha accumulato - Il coinvolgimento nelle attività convenzionali = quanto maggiore è il tempo che una persona dedica allo studio, al lavoro, allo svago, tanto minore è quello che gli resta per compiere i reati - Le credenze = la violazione delle norme non è provocata da credenze che la richiedano o la rendano necessaria, ma dalla mancanza di credenze che la vietano 51
52 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Spiegazioni subculturali (2) La devianza viene definita in riferimento alle subculture di gruppi, i quali adottano norme che incoraggiano o premiano il comportamento criminale. A. Cohen: le risposte devianti alla tensione tra valori e mezzi sono mediate dai gruppi sociali. I ragazzi del ceto operaio più povero, frustati nella loro condizione di vita, tendono a organizzarsi in subculture delinquenziali. Cloward e Ohlin: i ragazzi più a rischio provengono dalla classe operaia. Inoltre, hanno interiorizzato i valori del ceto medio e sono stati incoraggiati a desiderare un futuro borghese, per poi scoprirsi impossibilitati a realizzare le proprie aspirazioni. 52
53 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria della subcultura Sono i gruppi sociali che stabiliscono le regole, la cui infrazione costituisce la devianza. La devianza, come la conformità, si apprende nell ambiente in cui si vive. Se una persona commette un reato, è perché si è formata in una subcultura criminale, che ha valori e norme diverse da quelle della società generale e che vengono trasmesse da una generazione all altra. 53
54 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Il più autorevole esponente di questa teoria è Edwin H. Sutherland: - chi commette un reato lo fa perché si conforma alle aspettative del suo ambiente. In questo senso, le motivazioni del suo comportamento non sono diverse da quelle di chi rispetta le leggi; - a essere deviante non è l individuo, ma il suo gruppo di appartenenza. In questo caso gli individui non violano le norme del proprio gruppo, ma solo quelle della società in generale. - il processo di apprendimento avviene di solito all interno di piccoli gruppi e riguarda sia le motivazioni per commettere un reato, sia le tecniche per farlo. 54
55 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Associazione differenziale (3.1) E.H. Sutherland In una società che ospita molte subculture diverse, solo alcuni ambienti sociali tendono a incoraggiare la criminalità. Gli individui diventano criminali associandosi ad altri che sono portatori di norme criminali. Il comportamento criminale viene appreso soprattutto all interno dei gruppi primari, in particolare il gruppo dei pari. 55
56 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria dell etichettamento Tale teoria si basa sull idea che per capire la devianza è necessario tener conto non solo della violazione, ma anche della creazione e dell applicazione delle norme, non solo dei criminali, ma anche del sistema giudiziario e delle altre forme di controllo sociale. Il reato (e più in generale la devianza) non sono altro che il prodotto dell interazione fra coloro che creano e che fanno applicare le norme e coloro che invece le infrangono. 56
57 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria dell etichettamento (3.2) La devianza è interpretata come un processo di interazione tra devianti e non devianti. Le etichette che definiscono le varie categorie di devianza esprimono la struttura di potere della società. H. Becker: il comportamento deviante è il comportamento così etichettato. Il comportamento deviante non è il fattore determinante nella trasformazione di un individuo in deviante ; piuttosto vi sono processi non collegati al comportamento stesso che esercitano una grande influenza sull etichettamento (es. abbigliamento, modo di parlare, paese di origine). 57
58 Howard Becher I gruppi sociali creano la devianza stabilendo le regole, la cui infrazione costituisce la devianza, e applicano queste regole a persone particolari che etichettano come outsider. Da questo punto di vista, la devianza non è una qualità dell azione commessa, ma piuttosto la conseguenza dell applicazione, da parte di altri, di regole e sanzioni al trasgressore. Il deviante è uno cui l etichetta è stata applicata con successo; il comportamento deviante è il comportamento così etichettato dalla gente. 58
59 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Il centro dell analisi non è nell atto deviante in se stesso, quanto nella reazione che l atto deviante suscita. In altre parole, nel fatto che chi compie un atto deviante viene stigmatizzato come tale e tutte le sue azioni, passate, presenti e future, vengono interpretate secondo tale stigma. Cruciale a questo proposito la distinzione introdotta da Edwin Lemert fra devianza primaria e devianza secondaria. 59
60 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria dell etichettamento L etichettamento non condiziona solo il modo in cui si è visti dagli altri, ma anche la concezione di sé. E. Lemert La devianza è un fatto comune e solitamente senza conseguenze per gli individui. Devianza primaria È l atto iniziale di trasgressione. Solitamente rimane marginale sul piano dell identità individuale. Devianza secondaria Si ha quando l individuo accetta l etichetta che gli è stata imposta, vedendo se stesso come deviante. 60
61 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Devianza primaria - quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene ignorata e /o non riconosciuta e la persona che l ha infranta non si considererà un deviante (es. passare con il rosso, fumare occasionalmente marijuana, ecc.). Devianza secondaria - quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene riconosciuta e resa pubblica e la persona che l ha infranta è etichettata e trattata come deviante. 61
62 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Teoria della scelta razionale I sostenitori della teoria della scelta razionale considerano i reati come risultato non di influenze esterne, ma di un azione intenzionale adottata attivamente dagli individui. Secondo questa prospettiva, i soggetti sono esseri razionali che scelgono intenzionalmente di violare le norme e perseguire i propri interessi. 62
63 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Colui che trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di costo: - esterni pubblici: dati dalle sanzioni legali inflitte dallo stato e dalle conseguenze negative che queste hanno sulla reputazione sociale - esterni privati: i cosiddetti costi di attaccamento, che derivano dalle sanzioni informali degli altri significativi, dalle loro critiche, dalla loro condanna - interni: che nascono dalla coscienza (dalle norme interiorizzate), che fa provare al trasgressore sensi di colpa e di vergogna 63
64 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 La devianza non è un fenomeno che interessa solo i gruppi svantaggiati e deboli della società; molte persone ricche e potenti ne commettono. Con l espressione reati dei colletti bianchi si definiscono i reati compiuti da persone rispettabili e di elevata condizione sociale nel corso della propria occupazione. I reati aziendali sono quelli commessi dalle imprese e sono capillari e diffusi. Esistono sei tipi di questi reati: - amministrativi (irregolarità o non conformità di documenti); - ambientali (inquinamento, assenza di autorizzazioni); - finanziari (evasione fiscale, falsificazione di bilancio); - occupazionali (condizioni di lavoro o assunzioni irregolari); - produttivi (pericolosità dei prodotti, etichettatura mendace); - commerciali (pubblicità ingannevole). 64
65 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Altre forme di criminalità note e diffuse sono: - la criminalità organizzata: indica fenomeni con caratteristiche analoghe a quelle delle normali attività d affari, ma che sono illegali (es. contrabbando, traffico di droga e armi). - i reati informatici: atti criminosi perpetrati con l aiuto della tecnologia informatica (es. intercettazione abusiva di comunicazioni, istigazione alla violenza attraverso Internet, frodi telematiche). 65
66 Il carcere è un sistema di punizione di chi commette reati. Il carcere svolge una funzione di recupero dell individuo, poiché mira alla sua reintegrazione nella società una volta rimesso in libertà. Prigione e condanne severe sono anche un deterrente del crimine. I tassi di recidività sono alti chi ha commesso reati tende a ricommetterli: le carceri favoriscono la spaccatura fra società e detenuti, poiché l ambiente carcerario richiede atteggiamenti e abitudini totalmente diversi dal mondo esterno, rendendo così difficile la reintegrazione. Per alcuni è necessario passare da una giustizia punitiva ad una riparativa: accresce nei condannati la consapevolezza degli effetti dei loro crimini attraverso sentenze da scontare in comunità. 66
67 Il controllo sociale ISOLAMENTO: ha lo scopo di tenere il deviante lontano dagli altri e non prevede alcun tentativo di riabilitazione. ALLONTANAMENTO: limita i contatti del deviante ma non lo segrega completamente dalla società e gli consente di ritornare dopo un congruo tempo, se vuole accettare le norme. RIABILITAZIONE: processo attraverso il quale molti devianti vengono aiutati a riassumere i loro ruoli nella società. 67
68 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Molte sono le forme di criminalità e di reato; le principali sono: - attività predatoria comune: furto di beni furto con violenza - omicidi - reati dei colletti bianchi - criminalità organizzata 68
69 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Per comprendere le ragioni e i caratteri dei reati, i sociologi studiano le caratteristiche socio-demografiche di coloro che li compiono: - la classe sociale - il genere - l età 69
70 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 In ogni società la conformità alle norme viene mantenuta attraverso l uso o la minaccia di sanzioni. Le sanzioni si distinguono in: - positive: ricompensano chi rispetta la norma - negative: puniscono chi non rispetta la norma - formali: applicate da specifiche autorità, a ciò preposte - informali: reazioni più spontanee e meno organizzate - severe o lievi: in relazione al livello di gravità dell infrazione 70
71 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Grandi differenze vi sono e vi sono state, fra le varie società, riguardo al tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle norme: - sistema della faida (cioè della vendetta da parte della vittima del reato o della sua famiglia nei confronti del reo) - espulsione dalla comunità - pene corporali - sanzioni pecuniarie - pena detentiva - pena capitale 71
Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità. Devianza e criminalità
Devianza e criminalità 1 In generale, in sociologia, nei confronti della devianza, bisogna essere imparziali: non bisogna trattare la devianza come anormalità! DEVIANZA: comportamento che si discosta dalle
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